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I debiti delle famiglie italiane nel 2022 sono saliti a 595,1 miliardi (+3,5%)

I debiti delle famiglie italiane nel 2022 sono saliti a 595,1 miliardi (+3,5%)Roma, 12 ago. (askanews) – Al 31 dicembre 2022 l’importo medio dell’indebitamento per nucleo famigliare presente in Italia è salito a 22.710 euro. Complessivamente lo stock dei debiti bancari in capo a tutte le famiglie italiane si è attestato sul livello record di 595,1 miliardi di euro ed è aumentato del 3,5 per cento rispetto al 2021.

Lo riferisce l’Ufficio studi della CGIA che “a seguito di questi risultati paventa un altro rischio: la recrudescenza dell’usura. Sebbene il numero delle denunce alle forze dell’ordine di questo reato sia da tempo in calo, non è da escludere che l’incremento dei debiti delle famiglie spinga più di qualcuno a rivolgersi agli usurai che, da sempre, sono più “disponibili” di chiunque altro ad aiutare chi si trova a corto di liquidità, soprattutto nei momenti economicamente più difficili. E’ noto a tutti che l’usura è un fenomeno “carsico”: difficilmente chi è caduto nella rete degli strozzini si rivolge alle forze dell’ordine. Le vittime, molto spesso, sono minacciate ed hanno paura per la propria incolumità fisica e per quella dei propri cari”. Secondo la Cgia “sebbene lo stock dei debiti sia in aumento a causa dell’inflazione, dell’incremento del costo dei mutui e dell’impennata delle bollette che hanno segnato negativamente gran parte dell’anno scorso, la situazione è critica, ma ancora sotto controllo. E’ probabile che l’incremento dei debiti sia in parte riconducibile alla forte ripresa economica avvenuta nel biennio 2021-2022. Le aree provinciali più esposte economicamente, infatti, sono anche quelle che presentano i livelli di reddito più elevati”. “Sicuramente in queste realtà tra gli indebitati ci sono anche nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli – sottolinea lo studio – Tuttavia, il maggiore indebitamento di questi territori potrebbe essere riconducibile ai significativi investimenti avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare che, ovviamente, sono in massima parte ascrivibili alle famiglie che hanno un buon tenore di vita”.

Nel Mezzogiorno, rileva la Cgia, “in termini assoluti la situazione è meno critica che nel resto del Paese, anche se il peso dell’indebitamento delle famiglie più povere è sicuramente maggiore che altrove. Va altresì ricordato che la maggiore incidenza del debito sul reddito si registra nelle famiglie economicamente più vulnerabili, ovvero in quelle a rischio povertà ed esclusione sociale”. “I dati dell’Istat – prosegue la ricerca – ci dicono, inoltre, che le crisi che si sono succedute dal 2008 in poi hanno aumentato il numero dei nuclei familiari in difficoltà economica, visto che gli effetti di questi choc economici hanno aumentato il divario tra poveri e ricchi”.

Lo studio della Cgia denuncia poi che “con il progressivo rallentamento dell’economia e il conseguente crollo dei prestiti bancari alle imprese avenuto negli ultimi mesi, non è da escludere che sia in atto un “avvicinamento” delle organizzazioni criminali verso le micro aziende a conduzione familiare: come gli artigiani, i negozianti e tante partite Iva”. “Da sempre il mondo dei lavoratori autonomi è quello più a rischio. In passato, a seguito di una spesa imprevista o di un mancato incasso, molti sono stati costretti a indebitarsi per poche migliaia di euro con soggetti che inizialmente si presentavano come dei benefattori, ma nel giro di qualche mese si trasformavano in quello che sono veramente: dei criminali. Per evitare tutto ciò bisogna invertire la tendenza, tornando a dare liquidità alle micro imprese, altrimenti molte di queste potrebbero finire tra le braccia degli usurai. Non solo, è altresì necessario incentivare il ricorso al “Fondo per la prevenzione” dell’usura. Uno strumento, quest’ultimo, introdotto per legge da alcuni decenni, ma poco utilizzato, anche perché sconosciuto ai più e, conseguentemente, con scarse risorse economiche a disposizione”. Le famiglie più in “rosso” sono ubicate nella provincia di Milano, con un debito medio di 35.342 euro (+5,1 per cento rispetto al 2021); al secondo posto scorgiamo quelle di Monza-Brianza, con 31.984 euro (+3 per cento) e al terzo posto le residenti a Bolzano, con 31.483 euro (+5 per cento). Appena fuori dal podio notiamo quelle di Roma, con un debito medio che ammonta a 30.851 euro (+2,8 per cento) e quelle di Como, con 30.276 euro (+3,8 per cento). Tra le meno esposte, invece, segnaliamo le famiglie residenti nella provincia di Agrigento, con un debito di 10.302 euro (+3 per cento) e quelle di Vibo Valentia, con 9.993 euro (+1,9 per cento). Infine, le famiglie meno indebitate d’Italia si trovano a Enna, con un “rosso” pari a 9.631 euro (+3,6 per cento). Nel 2022 la provincia d’Italia che ha subito la variazione di crescita dell’indebitamento familiare più importante è stata Ravenna (+9,1 per cento), mentre l’unica che ha subito una contrazione è stata Vercelli (-2,3 per cento)

Musk: sfida con Zuckerberg si farà e sarà a Roma, location “epica”

Musk: sfida con Zuckerberg si farà e sarà a Roma, location “epica”Roma, 11 ago. (askanews) – Il patron di Tesla e Twitter (ora diventata X) Elon Musk ha confermato che il suo combattimento con il numero uno di Meta Mark Zuckerberg si farà a Roma in una location “epica”. Lo ha scritto lo stesso Musk su Twitter in un thread. “Il combattimento sarà gestito dalle fondazioni mia e di Zuck. lo streaming avverrà su questa piattaforma e su Meta. Tutto ciò che verrà inquadrato sarà antica Roma, nulla di moderno. Ho parlato con la premier dell’Italia e il ministro della Cultura. Sono d’accordo su una location epica. Tutto verrà fatto nel rispetto del passato e del presente dell’Italia. E i proventi andranno ai veterani”, scrive Musk, aggiungendo “Gladiatore” e una frase in latino “Dulce est desipere in loco” (E’ dolce perdersi in un luogo).

A fine giugno il ministero della Cultura aveva smentito di essere stato contattato per concedere l’uso del Colosseo per ospitare la sfida.

A Ferragosto per 14 milioni di italiani vacanze in Italia

A Ferragosto per 14 milioni di italiani vacanze in ItaliaRoma, 11 ago. (askanews) – Al mare, in Italia, con amici o parenti, in hotel o in seconde case, alla ricerca di divertimento e relax: queste le vacanze programmate da circa 14 milioni di italiani per la settimana di Ferragosto, nella quale spenderanno circa 7 miliardi di euro. Questi i dati principali che emergono dal focus su Ferragosto dell’Osservatorio del Turismo di Confcommercio in collaborazione con Swg.

In partricolare, 8 vacanzieri su 10 resteranno in Italia, nel 36% dei casi vicino a casa o comunque all’interno della regione di residenza. In ogni caso, Ferragosto vuole dire mare – per quasi il 50% dei nostri connazionali – o montagna, scelta da poco più del 20%. Lo confermano anche le regioni più gettonate in Italia, con Liguria, Trentino Alto Adige, Calabria, Campania, Puglia ed Emilia Romagna ai primi posti, cui seguono Sardegna e Sicilia. Città d’arte e piccoli borghi realizzano insieme il 10% delle preferenze e bisogna sommare mete in campagna, lago e in luoghi immersi nella natura per aggiungere un ulteriore 17%.

A parte un 34% di intervistati che passeranno la ricorrenza in seconde case di proprietà o in affitto – o presso amici e parenti – per quelli che restano la soluzione ricettiva più amata è l’albergo – per 4 su 10 – seguita dai b&b – con oltre il 22% – mentre campeggi, resort e villaggi totalizzano un ulteriore 15%. Una scelta non del tutto spontanea quella degli italiani in viaggio in questo periodo. Quasi 4 su 10 indicano, tra le motivazioni principali, la necessità di adeguarsi alle ferie proprie o dei propri compagni di viaggio. Potendo scegliere, 2 su 10 sceglierebbero di fare la principale vacanza estiva a metà luglio. Sono sostanzialmente due i motivi alla base di questa preferenza: la ricerca di prezzi più bassi e il tentativo di evitare gli affollamenti. C’è però un 16% di “aficionados” che opta espressamente per Ferragosto perché è il periodo in cui le destinazioni sono più vive, animate da eventi culturali, spettacoli, festival, ecc.

Commercio estero, Istat: a giugno export +0,4% su mese

Commercio estero, Istat: a giugno export +0,4% su meseRoma, 11 ago. (askanews) – A giugno l’Istat stima un moderato incremento congiunturale delle esportazioni (+0,4%) e una riduzione delle importazioni (-3,3%). La crescita dell’export è contenuta verso entrambe le aree, Ue (+0,5%) ed extra Ue (+0,3%). Nel secondo trimestre 2023, rispetto al precedente, l’export si riduce del 3,2%, l’import del 3,5%.

A giugno 2023, l’export aumenta su base annua dell’1% in termini monetari (era +1,0% anche a maggio), mentre si contrae in volume (-1,1%). La crescita dell’export in valore è sintesi di un aumento per i mercati extra Ue (+2,8%) e di una riduzione per l’area Ue (-0,6%). L’import registra una flessione tendenziale del 16,9% in valore, determinata dalla marcata contrazione degli acquisti dall’area extra Ue (-40,9%), mentre crescono quelli dall’area Ue (+7,2%); in volume, la riduzione è molto più contenuta (-8,3%). Tra i settori che contribuiscono maggiormente all’aumento tendenziale dell’export si segnalano: macchinari e apparecchi non classificati altrove (n.c.a.) (+12,4%), autoveicoli (+43,0%), mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+18,8%) e articoli sportivi, giochi, strumenti musicali, preziosi, strumenti medici e altri prodotti n.c.a. (+27,3%). Diminuiscono su base annua le esportazioni di prodotti della raffinazione (-42,6%), metalli e prodotti in metallo (-11,6%) e prodotti chimici (-13,6%).

Su base annua, i paesi che forniscono i maggiori contributi alla crescita dell’export nazionale sono: Stati Uniti (+6,9%), Francia (+5,8%) e Svizzera (+9,7%). Si riducono le esportazioni verso Belgio (-25,6%), Turchia (-18,4%) e, in misura minore, verso Cina (-6,7%) e Germania (-1,1%). Nel primo semestre, le esportazioni registrano una crescita tendenziale del 4,1%, cui contribuisce in particolare l’aumento delle vendite di macchinari e apparecchi n.c.a. (+12,3%), articoli farmaceutici, chimico-medicali e botanici (+14,8%), autoveicoli (+26,0%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+8,6%).

La stima del saldo commerciale a giugno 2023 è pari a +7.718 milioni di euro (era -2.512 milioni a giugno 2022). Il deficit energetico (-3.888 milioni) è in forte riduzione rispetto all’anno precedente (-9.335 milioni), mentre l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici aumenta da 6.823 milioni di giugno 2022 a 11.606 milioni di giugno 2023. Sempre a giugno, i prezzi all’importazione diminuiscono dello 0,5% su base mensile e del 9,8% su base annua (da -7,8% di maggio).

“A giugno – commenta l’Istat -, l’export registra un contenuto incremento, che riguarda principalmente le vendite di beni di consumo durevoli e beni strumentali. L’import diminuisce su base mensile, in particolare a causa della riduzione degli acquisti di energia e beni intermedi. Su base annua, l’export conferma il trend in crescita del mese precedente, trainato dalle vendite sui mercati extra Ue; per l’import, si amplia la flessione in atto da quattro mesi, che investe i maggiori paesi partner commerciali dell’area extra Ue. Nei primi sei mesi dell’anno, il saldo commerciale è positivo per 18,3 miliardi (era -15,0 miliardi nello stesso periodo del 2022). I prezzi all’import segnano un nuovo calo congiunturale – il nono consecutivo – e un ulteriore ampliamento della flessione tendenziale, cui contribuiscono quasi totalmente i ribassi dei prodotti energetici e dei beni intermedi in entrambe le aree, euro e non euro”.

Ferragosto, Confcommercio: vacanze tutte italiane per 14 mln

Ferragosto, Confcommercio: vacanze tutte italiane per 14 mlnRoma, 11 ago. (askanews) – Al mare, in Italia, con amici o parenti, in hotel o in seconde case, alla ricerca di divertimento e relax: queste le vacanze programmate da circa 14 milioni di italiani per la settimana di Ferragosto, nella quale spenderanno circa 7 miliardi di euro. Questi i dati principali che emergono dal focus su Ferragosto dell’Osservatorio del Turismo di Confcommercio in collaborazione con Swg.

In partricolare, 8 vacanzieri su 10 resteranno in Italia, nel 36% dei casi vicino a casa o comunque all’interno della regione di residenza. In ogni caso, Ferragosto vuole dire mare – per quasi il 50% dei nostri connazionali – o montagna, scelta da poco più del 20%. Lo confermano anche le regioni più gettonate in Italia, con Liguria, Trentino Alto Adige, Calabria, Campania, Puglia ed Emilia Romagna ai primi posti, cui seguono Sardegna e Sicilia. Città d’arte e piccoli borghi realizzano insieme il 10% delle preferenze e bisogna sommare mete in campagna, lago e in luoghi immersi nella natura per aggiungere un ulteriore 17%.

A parte un 34% di intervistati che passeranno la ricorrenza in seconde case di proprietà o in affitto – o presso amici e parenti – per quelli che restano la soluzione ricettiva più amata è l’albergo – per 4 su 10 – seguita dai b&b – con oltre il 22% – mentre campeggi, resort e villaggi totalizzano un ulteriore 15%. Una scelta non del tutto spontanea quella degli italiani in viaggio in questo periodo. Quasi 4 su 10 indicano, tra le motivazioni principali, la necessità di adeguarsi alle ferie proprie o dei propri compagni di viaggio. Potendo scegliere, 2 su 10 sceglierebbero di fare la principale vacanza estiva a metà luglio. Sono sostanzialmente due i motivi alla base di questa preferenza: la ricerca di prezzi più bassi e il tentativo di evitare gli affollamenti. C’è però un 16% di “aficionados” che opta espressamente per Ferragosto perché è il periodo in cui le destinazioni sono più vive, animate da eventi culturali, spettacoli, festival, ecc.

Cultura, morta a 51 anni la scrittrice Michela Murgia

Cultura, morta a 51 anni la scrittrice Michela MurgiaRoma, 11 ago. (askanews) – E’ morta a Roma la scrittrice Michela Murgia, aveva 51 anni. La donna era malata da diverso tempo, a maggio scorso aveva annunciato di avere un tumore al rene al quarto stadio. Murgia era nata a Cabras, in Sardegna, nel 1972. L’esordio nel 2006 con “Il mondo deve sapere”, mentre il successo letterario giunge nel 2009 con il romanzo “Accabadora”, che vince il premio Dessì, il Super Mondello e il premio Campiello. Tra le sue opere più note anche “Tre ciotole” e “Istruzioni per diventare fascisti”.

La Bce: le prospettive di crescita e inflazione restano molto incerte

La Bce: le prospettive di crescita e inflazione restano molto incerteRoma, 10 ago. (askanews) – “Le prospettive per la crescita economica e l’inflazione restano estremamente incerte”. Lo scrive la Bce nel suo bollettino economico elencando tra i rischi al ribasso per la crescita “la guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina e l’incremento delle tensioni geopolitiche su più ampia scala”, che “potrebbero frammentare il commercio internazionale e quindi gravare sull’economia dell’area dell’euro”. Rischi al ribasso sulla crescita anche se “gli effetti della politica monetaria fossero più forti delle attese o se l’economia mondiale si indebolisse, deprimendo la domanda di esportazioni dell’area dell’euro”. Ma il Pil del’eurozona potrebbe superar ele previsioni “se, grazie alla vivacità del mercato del lavoro, all’incremento dei redditi reali e alla minore incertezza, cittadini e imprese riacquistassero fiducia e aumentassero i consumi”. “Fra i rischi al rialzo per l’inflazione vi sono possibili nuove pressioni verso l’alto sui costi dei beni energetici e alimentari, legate anche al ritiro unilaterale della Russia dall’iniziativa per il trasporto dei cereali dal Mar Nero (Black Sea Grain Initiative). Le condizioni metereologiche avverse, alla luce dell’evoluzione della crisi climatica, potrebbero far salire i prezzi dei beni alimentari più del previsto – argomenta la Bce -. Oltre a ciò, un incremento duraturo delle aspettative di inflazione al di sopra dell’obiettivo del Consiglio direttivo, oppure aumenti delle retribuzioni o dei margini di profitto maggiori di quanto anticipato, potrebbero spingere al rialzo l’inflazione, anche nel medio termine. Per contro, una domanda più debole, riconducibile ad esempio a una più intensa trasmissione della politica monetaria, condurrebbe a un allentamento delle pressioni sui prezzi, soprattutto nel medio periodo. Inoltre, l’inflazione si ridurrebbe più velocemente se il calo delle quotazioni dell’energia e i minori rincari dei beni alimentari si trasmettessero ai prezzi degli altri beni e servizi più rapidamente di quanto attualmente atteso”.

Il Ceo di Ryanair Eddie Williams: ridicolo il decreto dell’Italia. Come in Urss

Il Ceo di Ryanair Eddie Williams: ridicolo il decreto dell’Italia. Come in UrssRoma, 9 ago. (askanews) – Il dispositivo contro il caro voli introdotto dal Governo nel Dl asset è “ridicolo”. Lo afferma il ceo di Rayanair, Eddie Wilson, in un’intervista a Repubblica.it. aggiunendo che una cosa del genere è stata provata in “Unione sovietica nel 1917. E la cosa non ha funzionato. Anche alla Scuola di Harry Potter hanno capito che bisogna aumentare l’offerta di un prodotto perché i prezzi diminuiscano”.

“Il decreto – aggiunge Wilson che annuncia ricorso alla Commissione europea -, non capisco da dove arrivi, è in netto contrasto con il regolamento 1008 dell’Unione europea che lascia le compagnie libere di fissare i prezzi. Per questo l’Europa spazzerà via le norme italiane, colpevoli di interferire con il mercato”. “E’ illegittimo e illogico – prosegue -. Se restasse così, invece di aprire una nuova rotta da una qualsiasi città italiana a Catania, voleremo di più verso la Spagna. Sa dove stanno esultando per il vostro decreto? A Malta, a Cipro, alle Canarie: sanno che noi voleremo di più verso di loro, piuttosto che essere prigionieri in Italia”.

Bankitalia: a giugno prestiti -1,7%. I tassi dei mutui al 4,65%

Bankitalia: a giugno prestiti -1,7%. I tassi dei mutui al 4,65%Roma, 9 ago. (askanews) – A giugno i prestiti al settore privato sono diminuiti dell’1,7 per cento rispetto allo stesso mese di un anno fa (-1,1 nel mese precedente). Lo rende noto la Banca d’Italia. In particolare, i prestiti alle famiglie sono aumentati dello 0,2 per cento sui dodici mesi (0,8 nel mese precedente) mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti del 3,2 per cento (-2,8 nel mese precedente). I depositi del settore privato sono diminuiti del 4,3 per cento sui dodici mesi (come in maggio); la raccolta obbligazionaria è aumentata del 16,1 per cento (13,2 in maggio). Per quanto riguarda i tassi di interesse, prosegue Bankitalia, a giugno quelli sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (TAEG) si sono collocati al 4,65 per cento rispetto al 4,58 per cento di maggio. La quota di questi prestiti con periodo di determinazione iniziale del tasso fino a 1 anno è stata del 41 per cento (29 nel mese precedente). Il TAEG sulle nuove erogazioni di credito al consumo si è collocato al 9,03 per cento (10,43 nel mese precedente) per effetto delle rinegoziazioni effettuate nel periodo di riferimento.

I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 5,04 per cento (4,81 nel mese precedente), quelli per importi fino a 1 milione di euro sono stati pari al 5,41 per cento, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati al 4,74 per cento. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,72 per cento (0,67 nel mese precedente).

Piazza Affari chiude in rosso zavorrata dalle banche e contagia l’Europa (Ftse Mib -2,12%)

Piazza Affari chiude in rosso zavorrata dalle banche e contagia l’Europa (Ftse Mib -2,12%)Milano, 8 ago. (askanews) – Piazza Affari termina la seduta in netto calo, zavorrata dal forte peso delle banche nel listino milanese, all’indomani del Consiglio dei ministri che ha decretato a sorpresa il varo da parte del governo di una tassa straordinaria sugli extra-profitti degli istituti di credito. L’effetto contagio e i timori che simili provvedimenti possano essere replicati in altri Paesi europei (dopo che anche la Spagna lo aveva già fatto) hanno penalizzato anche le altre Borse del Vecchio Continente, tutte con chiusure in ribasso. A Milano, l’indice Ftse Mib ha ceduto 2,12% a 27.942,25 punti, mentre l’All Share è sceso del 2,01 % a 29.936,73 punti.

I titoli del comparto del credito hanno dominato completamente la scena e la classifica dei maggiori ribassi. In particolare, Intesa Sanpaolo è crollata dell’8,67% a euro e UniCredit ha lasciato sul terreno il 5,94% a 21,28 euro. A picco anche Mps (-10,83%), Banco Bpm (-9,09%), Bper (-10,94%), Banca Mediolanum (-5,96%). Relativamente meno colpite Mediobanca (-2,48%) e Banca Generali (-3,14%), ma nessuna banca si è salvata dal segno meno. Tra i titoli del Ftse Mib gli acquisti si sono indirizzati, invece, in particolcare su Recordati (+2,49%), Tim (+2,17%), Hera (+1,93%), A2A (+1,82%). Le tensioni sulle banche non hanno intaccato lo spread tra i rendimenti di Bund e Btp decennali, che ha terminato sostanzialmente stabile in area 166 punti base, con il rendimento del titolo italiano al 4,13%.