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Gli italiani si dicono sostenibili ma solo 29% beve acqua rubinetto

Gli italiani si dicono sostenibili ma solo 29% beve acqua rubinettoMilano, 9 feb. (askanews) – Nonostante il 96,3% degli italiani dichiari di adottare sempre o talvolta comportamenti sostenibili, meno del 30% (29,5%) consuma con regolarità acqua del rubinetto, ma i giovani potrebbero invertire questa tendenza con un 60% di under 30 che già beve senza problemi l’acqua degli erogatori pubblici. A delineare questo scenario è il Libro Bianco 2023 “Valore acqua per l’Italia”, giunto alla quarta edizione e realizzato dall’Osservatorio istituito dalla Community Valore acqua per l’Italia creata nel 2019 da The European House – Ambrosetti per rappresentare la filiera estesa dell’acqua in Italia, mettendo a sistema i contributi di tutti gli attori che vi operano: dai gestori della rete agli erogatori del servizio, dal settore agricolo a quello industriale, dai provider di tecnologia alle istituzioni preposte.
In tema di acqua pubblica, la conoscenza e percezione degli italiani continuano a essere in contraddizione con i dati fattuali: l’Italia è il primo tra i grandi Paesi europei per qualità dell’acqua in quanto l’85% della risorsa viene prelevata da fonti sotterranee (quindi protette e di qualità) contro il 69% della Germania, il 67% della Francia o peggio ancora il 32% di Spagna e Regno Unito fino al 23% della Svezia. Nel Nord-est c’è maggior fiducia sulla qualità dell’acqua del rubinetto (87,4% degli intervistati la ritiene di livello alto o medio), mentre al Sud e nelle Isole la fiducia scende di oltre 14 punti percentuali al 72,8%. Quello che non convince nel Nord-Italia è soprattutto il sapore, ma al Centro e al Sud non si sentono sicuri della qualità di quest’acqua o non si fidano dell’igiene delle autoclavi.
Come emerge dall’analisi di The European House – Ambrosetti, nonostante un 2022 drammatico dal punto di vista dell’emergenza siccità (quasi il 70% del campione riconosce il 2022 come anno più caldo della nostra storia), il cambiamento climatico viene percepito dagli italiani solo come il terzo problema più grave che affligge il Paese (37,4% delle risposte) dopo la “sanità” (39,9%) e soprattutto l’occupazione e l’economia (62,2%). E se si restringe l’osservazione alla propria zona di residenza il cambiamento climatico scivola al quarto posto fra i problemi più gravi, scavalcato anche dalla carenza di infrastrutture e gestione della mobilità. I 2/3 del campione intervistato, infine, sottostima gli impatti del cambiamento climatico sull’agricoltura.
Il 72% delle persone sottostima il proprio reale consumo giornaliero d’acqua (220 litri pro capite), ma al contempo nove italiani su 10 sovrastimano la propria bolletta: l’88,4% non conosce il costo unitario dell’acqua in Italia, ritenendolo il più delle volte troppo alto. L’Italia è, in realtà, uno dei Paesi europei con la tariffa idrica più contenuta (2,10 euro al metro cubo: si spende meno solo in Bulgaria, Romania e Grecia, mentre in Danimarca si superano i 9 euro al metro cubo e nella vicina Francia il costo è quasi doppio rispetto al nostro Paese. Gli italiani ritengono le proprie spese legate all’acqua troppo elevate, ma oltre la metà di loro (55%) non conosce il bonus idrico o le tariffe agevolate in vigore così come strumenti di monitoraggio dei consumi. In Italia, inoltre, il parco contatori installato ha un’età media di 25 anni (circa 20 milioni di pezzi in totale), fattore che rende più complessa l’installazione di strumenti tecnologici per il monitoraggio e la gestione dei consumi.
Secondo una ricerca specifica che farà parte del Libro Bianco “Valore acqua per l’Italia 2023” condotta da The European House-Ambrosetti sulle aziende operanti nel Servizio idrico integrato (SII) – somministrata alle aziende della Community Valore acqua e alle associate di Utilitalia – la maggior parte delle aziende italiane che opera nel settore “acqua” (6 su 10) sta considerando di applicare o sta già applicando i criteri ambientali della Tassonomia EU nella definizione del proprio piano di investimenti. Forti però le difficoltà incontrate nell’interpretazione degli stessi criteri tecnici: l’83% riguarda la possibilità di corretta valutazione dei potenziali risparmi energetici e il 77% la misurazione delle perdite idriche lungo la filiera. Gli ostacoli maggiori vengono individuati nella complessità della raccolta e valutazione dei dati e delle informazioni richieste, nell’impossibilità di applicare alcuni parametri previsti dalla Tassonomia EU e dalla stessa interpretazione della metodologia di valutazione dei risultati.

Mercato integratori in Italia cresce del 9,5% l’anno, leader in Europa

Mercato integratori in Italia cresce del 9,5% l’anno, leader in EuropaMilano, 9 feb. (askanews) – Nel 2021 il mercato globale degli integratori si è attestato a 150 miliardi di euro, con una crescita annua del 4,7% nell’ultimo triennio, e un’importante spinta verso il futuro: l’innovazione di prodotto (con il 64%) è, infatti, la principale strategia di crescita adottata dai player del settore. In Italia il settore è cresciuto negli ultimi 10 anni ad un tasso annuo medio del 9,5%, un ritmo decisamente più sostenuto rispetto alla performance globale, e oggi è leader a livello europeo.
Da queste premesse è partito il dibattito sul futuro del comparto degli integratori alimentari tra oltre 50 imprenditori e top manager del settore riuniti a Milano in occasione dell’evento “Il settore degli integratori: rimodellare il futuro”, promosso da Integratori & Salute, l’associazione nazionale che rappresenta il comparto degli integratori alimentari, parte di Unione italiana food.
“I trend in atto stanno rivoluzionando il settore della salute, con accelerazioni dovute alla pandemia e all’instabilità geopolitica – ha evidenziato Andrea Fortuna, advisory partner – Health, pharma & life sciences PwC Italia – L’Italia oggi è leader di mercato in Europa nel settore degli integratori con il 26% del market share, seguita da Germania (19%) e Francia (15%) e si colloca all’ottavo posto come esportatore a livello globale”.
Gli integratori giocano anche un ruolo di supporto per i sistemi sanitari nazionali. Un’elaborazione PwC Italia su dati Food supplements europe stima in 1,3 miliardi di euro il potenziale risparmio annuale del sistema sanitario nazionale correlato a minori casi di ospedalizzazione se le persone over 55 o a rischio di malattie cardiovascolari assumessero Omega3 regolarmente. Allo stesso tempo se la popolazione a rischio assumesse giornalmente calcio e vitamina D si potrebbero riscontrare minori fratture ossee correlate all’osteoporosi e avere così un potenziale risparmio per il Ssn di 0,7 miliardi di euro.
“La recente pandemia ha messo in evidenza l’importanza del mantenimento del benessere e della salute per le persone e in questo nuovo scenario gli integratori rivestono oggi un ruolo ancora più importante, che è destinato a crescere. Il futuro degli integratori alimentari sarà sempre più anche nella prevenzione – ha confermato il presidente dell’associazione Integratori & salute, Germano Scarpa – Gli integratori sono già oggi un prezioso strumento per la sostenibilità dei sistemi sanitari e un utilizzo corretto di integratori come strumenti di prevenzione primaria potrebbe certamente generare risparmi rilevanti per il sistema sanitario nazionale”.
Guardando al futuro del settore, tra gli ambiti di azione, al primo posto le aziende mettono l’integrazione e lo sviluppo digitale dei processi aziendali (43%), seguita dagli strumenti digitali per la gestione dell’informazioni medico-scientifica (28%), l’internet of things (20%), gli strumenti digitali per la gestione della relazione con il farmacista (8%) e i sistemi di visualizzazione, realtà virtuale ed aumentata (1%)4.
“Le imprese si trovano davanti due grandi sfide: da una parte il nuovo ordine geopolitico, sempre più complesso e volatile, dove la logica binaria è sempre più tra sistemi aperti e sistemi chiusi; dall’altra il cambiamento tecnologico e la centralità dei dati come vera materia prima della nostra epoca – ha commentato Alec Ross, distinguished adjunct professor Business school dell’Alma Mater di Bologna, ex consigliere di Obama – Nel 2018 i device connessi erano stimati in 23 miliardi, oggi sono 50 miliardi e diventeranno 75 miliardi nel 2025. Impressionante risulta la curva di crescita degli investimenti corporate in Intelligenza Artificiale, passati in 5 anni dai 20 miliardi di dollari del 2016 ai 170 miliardi del 2021”.

A Parma torna Cibus connecting Italy, la fiera sull’alimentare italiano

A Parma torna Cibus connecting Italy, la fiera sull’alimentare italianoMilano, 9 feb. (askanews) – Torna Cibus il 29 e il 30 marzo 2023 alle Fiere di Parma, nella sua tipica veste degli anni dispari, “Cibus connecting Italy”, format di fiera compatto, che in due giorni sviluppa un programma mirato di eventi, panel, attività dimostrative e cooking show. In esposizione oltre 1.000 brand, tutti alfieri del food&beverage made in Italy, e circa cinquecento nuovi prodotti pronti al lancio. Attesi 20.000 professionisti, tra operatori della distribuzione moderna, dell’Horeca e delle catene di ristorazione; un quarto di loro sono buyer esteri provenienti da 90 Paesi, tra questi i top buyer selezionati per l’incoming in collaborazione con Agenzia Ice. Quattro le nuove aree tematiche che Cibus inaugura quest’anno, due tradizionalmente legate al made in Italy (ortofrutta fresca e produzioni artigianali di gelato e pasticceria), due ad alto contenuto innovativo (componenti plant-based e integrazione alimentare).
A “Cibus connecting Italy” il settore alimentare italiano fa il punto sulle prospettive del settore che si conferma forte e competitivo. Nonostante la crisi, infatti, il mercato interno ha tenuto, mentre l’export ha segnato ancora un nuovo record, come dimostrano le ultime stime disponibili sull’anno appena concluso: 176 miliardi di fatturato della sola industria alimentare, con un +13% sul 2021, a fronte di una crescita in volume dell’1% e un commercio estero che, sempre secondo le stime, farebbe registrare un +19% sul 2021 arrivando a 49,2 miliardi di euro, a fronte di una crescita in volume del 5%.
“I risultati del 2022 costituiscono un’ulteriore conferma che l’industria alimentare contribuisce in maniera rilevante alla crescita economica del Paese, di cui rappresenta un asset fondamentale – ha osservato il neopresidente di Federalimentare, Paolo Mascarino – Il successo delle esportazioni dell’alimentare made in Italy testimonia inoltre che l’originalità, la qualità e la sicurezza dei nostri prodotti rimangono una solida garanzia di competitività in tutti i principali mercati internazionali”.
“Cibus 2023 dimostra una visione sempre più organica del made in Italy alimentare – ha commentato Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma – spaziando trasversalmente tra settori ad alto tasso di integrazione commerciale e produttivo. Un operatore visitando Cibus 2023 può comprendere le radici del nostro saper fare spaziando dalle materie prime ai prodotti trasformati passando per i semi-lavorati. Una esperienza davvero immersiva anche grazie ai nostri numerosi ‘Factory&District tour’ dedicati a centinaia di buyers esteri nei diversi territori”.
La principale novità di questa edizione di Cibus è l’inaugurazione del nuovo percorso tematico fruit&vegetables. L’area intende portare in fiera esperienze e innovazioni dei produttori di frutta e verdura fresca, grazie a un ampio programma di eventi e incontri, che affrontano vari temi, quali la logistica sostenibile e solidale, la promozione di stili di vita salutari e delle vendite attraverso lo shopper marketing nutrizionale, la transizione climatica e i suoi effetti sui consumi. Anche il gelato all’italiana approda per la prima volta a Cibus: grazie alla collaborazione con Carpigiani, il comparto delle tecnologie, dei semilavorati, delle basi e degli ingredienti per gelateria e pasticceria si presenta ai professionisti della distribuzione nell’apposita area focus gelato&pastry.
Altra novità l’area riservata al comparto dell’integrazione alimentare e della nutrition. L’innovazione di prodotto e processo è al centro anche dell’area plant based, spazio sviluppato in partnership con l’azienda parmigiana Hi-Food, nel quale visitatori ed espositori potranno degustare alcuni prototipi, conoscere gli ingredienti innovativi di origine naturale e scoprire soluzioni di processing per alimenti con formulazioni a base vegetale o integrativi.

Melinda: sistema Sophia in 300 ettari di coltivazione entro il 2025

Melinda: sistema Sophia in 300 ettari di coltivazione entro il 2025Milano, 9 feb. (askanews) – Un sistema di precisione a punto fisso per l’applicazione dei trattamenti fitosanitari e la protezione antibrina per le colture arboree. Una tecnologia che, installata all’interno del frutteto, consente in pratica di indirizzare – valutando tempistica, condizioni meteo e altre parametri – gli antiparassitari in modo mirato sulle colture, riducendo così in modo sostanziale l’impatto ambientale. E’ ‘Sophia’, ovvero Spray Overcanopy PHytosanitary Innovative Application, l’iinnovativa tecnologia per la protezione di precisione delle colture, sviluppata dalla società israeliana Netafim, e gestita in esclusiva in Italia da Melinda e La Trentina per le produzioni del consorzio. A Berlino, nel corso di “Fruit Logistic” – salone europeo del settore dei prodotti ortofrutticoli freschi – Melinda ha annunciato che entro fine anno estenderà l’uso di Sophia dagli attuali 15 ettari di frutteti nella Val di Non a 80 ettari, con l’obiettivo impiantare la nuova tecnologia in complessivi 300 ettari di coltivazione entro il 2025.
Il sistema Sophia consente di mettere in atto una difesa delle colture calibrata, intervenendo al bisogno e non in modo preventivo. In questo modo è possibile applicare le soluzioni per la difesa delle colture in tempi molto più rapidi, permettendo all’agricoltore un utilizzo efficace delle molecole meno impattanti per l’ambiente. Ma i vantaggi non si esauriscono qui. Grazie alle sue caratteristiche tecniche, infatti, Sophia può essere usato con successo per la difesa dei danni da gelo fino a una temperatura di -5° C. Il suo sistema pulsante è in grado di ridurre del 50% l’impiego delle risorse idriche nel confronto con i metodi tradizionali ad alta portata e copertura totale. Si migliora quindi in modo sensibile quantità e qualità della produzione nel pieno rispetto dell’ambiente e della salvaguardia delle risorse naturali.
“L’uso di questa tecnologia apre nuove e importanti prospettive nella coltivazione – ha detto Ernesto Seppi, presidente di Melinda – In primo luogo, si ha la possibilità di operare nelle aree periurbane e di agire anche in condizioni difficili, ad esempio durante le piogge, su frutteti scoscesi e ripidi. In questo modo si tutela la sicurezza degli agricoltori, che non sono più costretti ad avventurarsi di persona nelle aree più impervie, e si riducono i passaggi complessivi dei trattori, limitando così la compattazione del suolo e le emissioni di CO2”.
“L’accordo siglato con Netafim prevede l’utilizzo esclusivo della tecnologia a livello nazionale da parte di Melinda e La Trentina ancora per due anni – ha aggiunto Seppi – La nostra intenzione è quella di espandere l’applicazione e di misurarne i vantaggi concreti per il clima e l’ambiente, calcolando ad esempio l’ammontare di acqua risparmiata e il quantitativo di emissioni evitate. In questo modo il Consorzio potrà continuare a perseguire gli obiettivi di sostenibilità in linea con quanto previsto dalla nuova Politica Agricola Comune, tutelando il nostro territorio e il benessere dei suoi abitanti, dei soci e dei consumatori”.
“La tutela dell’ambiente e la protezione delle risorse naturali sono i principi che ci guidano nello sviluppo di soluzioni per l’agricoltura di precisione sempre più innovative – ha poi detto Stefano Ballerini, country manager di Netafim Italia – La Partnership con il Consorzio Melinda concretizza un approccio all’agricoltura basato su tre valori che sono da sempre al centro del nostro operato: responsabilità verso l’utilizzo delle risorse naturali, salubrità delle produzioni agricole e ricerca della qualità per il consumatore. Il progetto Sophia rappresenta un ambizioso passo avanti nel comune obiettivo di proteggere le colture in modo sempre più sostenibile, prestando attenzione al consumo di risorse e all’impatto sull’ambiente e sulle comunità locali”.

Dl Milleproroghe, consulta tifosi slitta a 1° luglio 2024

Dl Milleproroghe, consulta tifosi slitta a 1° luglio 2024Roma, 9 feb. (askanews) – Ancora uno slittamento per l’attivazione della consulta dei tifosi nelle società sportive professionistiche, istituita con una legge nel 2019 ma ancora mai entrata in funzione.
Con un emendamento al decreto milleproroghe, approvato dalle Commissioni del Senato, emendamento fortemente voluto dal vice presidente della Commissione bilancio di Palazzo Madama, Claudio Lotito, presidente della Lazio, la consulta viene posticipata al primo luglio 2024.

Fs, passeggeri chiedono più presidi e controlli nelle stazioni

Fs, passeggeri chiedono più presidi e controlli nelle stazioniRoma, 9 feb. (askanews) – I passeggeri chiedono più sicurezza e controlli nelle stazioni ferroviarie. E’ quanto emerge da una ricerca del gruppo Fs condotta su un campione di circa 1200 passeggeri.
In particolare, dai risultati del sondaggio è emersa una certa preoccupazione per la propria incolumità soprattutto negli spazi esterni della stazione, mentre i viaggiatori si sentono più sicuri all’interno, dove, però, auspicano in ogni caso un aumento dei presidi di sicurezza giudicando fondamentale la presenza delle forze dell’ordine e del personale del Gruppo FS il cui impegno negli anni è stato riconosciuto e apprezzato. Secondo la survey la percezione di sicurezza dei viaggiatori è più alta sui treni ad alta velocità, mentre sono considerati come più pericolosi i treni notte.
In tutte le città, secondo quanto emerso, lo spazio interno alla stazione è considerato molto più sicuro dello spazio esterno. È soprattutto nelle aree esterne e negli altri spazi urbani, infatti, che alle persone intervistate è capitato più spesso di essere esposti a pericoli concreti. Anche all’interno degli scali ferroviari, però, emerge una chiara richiesta di miglioramento. Tant’è che la percentuale di chi si sente pienamente soddisfatto è meno della metà (42%) degli intervistati, che si riduce al 18% su Roma Termini.
Tra le attività da potenziare per migliorare la percezione di sicurezza dei viaggiatori, sempre secondo l’indagine, c’è una maggior presenza del personale di Ferrovie dello Stato addetto ai controlli e alla sicurezza. Personale, la cui attività è già oggi riconosciuta e valutata positivamente dagli intervistati (73% voto tra il 6 e il 10). A questa misura, per i viaggiatori, dovrebbe accompagnarsi, con caratteristiche di priorità, anche il potenziamento delle forze dell’ordine all’esterno e all’interno delle stazioni. Per quanto riguarda i treni, reputati più sicuri sono quelli ad alta velocità (il 77% degli intervistati, in una scala da 1 a 9, ha attribuito un punteggio tra 7 e 9 all’AV), seguiti da Intercity/Eurocity (39%), regionali (28%), interregionali (25%) e, all’ultimo posto, i treni notte (21%).
Negli ultimi 10 anni il livello di sicurezza percepito è comunque aumentato. Il 52% dei viaggiatori ha dichiarato di sentirsi più al sicuro rispetto a prima a bordo dei treni e il 46% ha detto lo stesso delle stazioni. Percentuali più basse per gli spazi esterni alle stazioni, dove appena il 25% ha affermato di sentirsi più al sicuro rispetto a 10 anni fa, a fronte di un 43% che si sente meno al sicuro.
Il questionario è stato sottoposto dai sondaggisti di SWG nelle stazioni di Milano Centrale, Roma Termini, Napoli Centrale e a bordo dei treni della tratta Alta Velocità Milano – Roma a 1230 viaggiatori tra i 18 e gli oltre 55 anni. Gli intervistati hanno dichiarato di utilizzare, con frequenza e modalità diverse, sia treni Alta Velocità, sia Intercity/Eurocity, treni regionali, interregionali e treni notte, spesso molto presto al mattino o molto tardi alla sera. L’indagine sarà poi estesa anche alle stazioni medio-piccole.
“Mettere al centro la sicurezza è fondamentale – ha dichiarato l’ad di Trenitalia, Luigi Corradi -, soprattutto in questo momento visto che quest’anno vogliamo tornare a livelli del 2019 e fare anche di più”.

Dl Milleproroghe, ok norme balneari. Proroga concessioni e mappatura

Dl Milleproroghe, ok norme balneari. Proroga concessioni e mappatura

Viene anche istituito un tavolo tecnico con i ministri competenti, le Regioni e le categorie

Roma, 9 feb. (askanews) – Via libera dalle Commissioni affari costituzionali e bilancio del Senato al pacchetto di misure sui balneari messo a punto dalla maggioranza. Lo riferisce il relatore al decreto milleproroghe, Dario Damiani.
Gli emendamenti, presentati al decreto e approvati, prevedono la proroga di un anno delle attuali concessioni, quindi fino al 31 dicembre 2024, concedono cinque mesi in più di tempo per l’esercizio della delega sulla mappatura delle spiagge date in concessione, che altrimenti scadrebbe il 27 febbraio 2023, e istituiscono un tavolo tecnico presso la Presidenza del Consiglio, con funzioni consultive, a cui partecipano i ministri competenti, le regioni e le associazioni di categoria.
In ogni caso, se si dovessero verificare impedimenti oggettivi all’espletamento delle gare, le attuali concessioni possono restare valide fino al 31 dicembre 2025.

Corte Conti, Pg: ‘paura’ di firma? Piuttosto ‘fuga’ dalla firma

Corte Conti, Pg: ‘paura’ di firma? Piuttosto ‘fuga’ dalla firmaRoma, 9 feb. (askanews) – Attacco della Corte dei Conti a dirigenti e funzionari pubblici che dietro la cosiddetta ‘paura’ della firma, nasconderebbero in realtà la ‘fuga’ dalla firma per “incapacità di assumersi le responsabilità”. Non usa mezzi termini il Procuratore generale della Corte dei Conti, Angelo Canale nella sua relazione in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario tornando sulla questione che viene riproposta “dai media e in sede politica”.
Sottolineando il ruolo della Corte di “irrinunciabile presidio di legalità” il Pg sostiene che “stride non poco sentire nuovamente parlare di ‘paura della firma’ e della necessità di tenere amministratori e funzionari pubblici, nelle condizioni che se firmano un atto non vengono poi perseguiti. Sono convinto che la cosiddetta paura della firma, sia piuttosto ‘fuga’ dalla firma, cioe timore o più spesso incapacità di assumersi responsabilità”. Un tema questo che si connette, dice Canale con “gli attuali criteri di scelta della dirigenza e alla insufficiente considerazione del merito; ma anche alla qualità e all’orientamento della formazione, probabilmente non del tutto adeguate; ad una legislazione complessa, spesso farraginosa, stratificata, di dubbia interpretazione, fonte di incertezze”.
Per completare il suo ragionamnto il Pg ricorda che “la giurisdizione della Corte dei conti, che oggi – secondo alcuni – incuterebbe ‘paura’ e frenerebbe l’azione amministrativa, c’era anche quando l’Italia ripartiva dopo le tragiche vicende dell’ultimo conflitto mondiale; c’era durante il ‘boom economico’ degli anni ’60; anzi, all’epoca i pubblici agenti rispondevano di norma anche per colpa lieve e di certo, se guardiamo ai traguardi allora raggiunti, non si puo dire che fossero frenati dalla ‘paura della firma’”.
Lsa

Corte Conti, Carlino: su Pnrr nessuna spazio a malaffare

Corte Conti, Carlino: su Pnrr nessuna spazio a malaffareRoma, 9 feb. (askanews) – Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza ” deve essere una grande occasione di rilancio e di rinnovamento del Paese e nessuno spazio di azione deve essere lasciato al malaffare, e a maggior ragione in ambito finanziario”. E’ l’appello del presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, nella sua relazione all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Carlino ha quindi sottolineato la necessità che l’azione dei magistrati contabili non sia limitata alle situazioni di dolo ma anche quando sussista la grave negligenza.
“E’ necessario – ha spiegato – che, nelle ipotesi patologiche, non solo la mala gestio connotata da dolo, ma anche la grave negligenza trovino puntuale sanzione nell’ambito della giurisdizione della Corte dei conti. Occorre evitare che l’indebolimento della responsabilità erariale possa creare situazioni propizie alla dispersione delle risorse pubbliche, specialmente di quelle legate al PNRR, così determinando un clima favorevole per l’infiltrazione della criminalità organizzata”.

Nissan: utile III trim 50,6 mld yen (+54,7%), confermate stime esercizio

Nissan: utile III trim 50,6 mld yen (+54,7%), confermate stime esercizio

Consegne attese a 3,4 mln (-8%). 174 mln contributo a utile Renault

Milano, 9 feb. (askanews) – Nissan registra un ulteriore miglioramento dell’utile operativo nel terzo trimestre dell’anno fiscale 2022-2023. Nel periodo ottobre-dicembre, i ricavi sono pari a 2,84 trilioni di yen, l’utile operativo è di 133,1 miliardi di yen, con un margine operativo del 4,7%. L’utile netto è pari a 50,6 miliardi di yen. Il contributo positivo per Renault, con cui sono stati da poco ridefiniti i termini dell’Alleanza, è stimato in 174 milioni di euro sul risultato netto del quarto trimestre 2022.
Nei primi nove mesi dell’anno fiscale, i ricavi sono pari a 7,5 trilioni di yen, l’utile operativo a 289,7 miliardi di yen e il margine operativo del 3,9%. L’utile netto è pari a 115 miliardi di yen.
Le fluttuazioni valutarie e l’aumento dei prezzi delle materie prime, si legge in una nota, hanno avuto un impatto significativo anche nel terzo trimestre. Inoltre il contesto è divenuto ancora più sfidante per la prolungata carenza di semiconduttori e la recrudescenza delle infezioni da Covid-19, che hanno influito sulla produzione, determinato volumi di vendita inferiori a quelli dell’anno precedente e avranno un impatto anche sul quarto trimestre.
Per l’intero anno fiscale 2022, che si concluderà il 31 marzo 2023, Nissan prevede un volume di vendite pari a 3,4 milioni di unità, in calo dell’8,1% rispetto alla precedente previsione.
Tuttavia, Nissan prevede di compensare l’impatto generato dal calo di volumi con un continuo miglioramento delle prestazioni e una rigorosa disciplina finanziaria. Di conseguenza, le previsioni per l’intero anno fiscale 2022 rimangono invariate. Inoltre, si prevede che il free cash flow e l’utile operativo del settore automobilistico saranno positivi per l’intero anno fiscale 2022.
“Anche nel terzo trimestre il contesto commerciale è stato molto sfidante. Nonostante questo, i nuovi modelli introdotti nei vari mercati sono stati accolti molto bene dai clienti e stimiamo un’ottima risposta in tal senso anche per il futuro. Anche se è difficile prevedere il contesto commerciale futuro, nel quarto trimestre continueremo a impegnarci per confermare le nostre stime per l’anno fiscale”, ha dichiarato Makoto Uchida, Ceo di Nissan.