Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Banche a picco in Borsa dopo il varo della tassa sugli extra-profitti (si teme per i dividendi)

Banche a picco in Borsa dopo il varo della tassa sugli extra-profitti (si teme per i dividendi)Milano, 8 ago. (askanews) – La tassa sugli extraprofitti delle banche varata ieri sera a sorpresa in Consiglio dei ministri dal governo Meloni affossa il comparto bancario sul listino milanese. Sin dall’avvio di seduta viaggiano in caduta libera tutti i titoli del credito. Intorno alle 13.45, dopo il giro di boa di metà seduta, le quotazioni registrano i seguenti forti ribassi: Intesa Sanpaolo -8,28% a 2,348 euro, UniCredit -7,31% a 20,97 euro, Mps -10,18% a 2,488 euro, Banco Bpm -8,48% a 4,028 euro, Bper -10,34% a 2,549 euro, FinecoBank -8,92% a 12,36 euro, Mediobanca -2,69% a 11,565 euro, Banca Generali -2,72% a 32,24 euro, Banca Mediolanum -5,58% a 7,946 euro, Popolare Sondrio -7,22% a 3,986 euro, Credem -8,70% a 7,03 euro e così via.

Il prelievo straordinario per il 2023 del 40% sugli extra-profitti realizzati dalla banche verrà utilizzato per sostenere le famiglie nel pagamento dei mutui prima casa e per il taglio delle tasse. La misura, come annunciato dal vice premier Matteo Salvini, frutterà “alcuni miliardi” di euro in funzione della manovra in vista. Stime varie riportate dai media parlano di una cifra che potrebbe andare dai 2 ai 3 miliardi di euro. La misura è piombata a ciel sereno in capo alle banche e al mercato e ancora non ci sono commenti ufficiali da parte dell’Abi nè dei singoli istituti, mentre i titoli del credito già stanno iniziando a scontare l’impatto sui conti e soprattutto sui dividendi.

“L’attenzione del mercato rimane sui dividendi, che saranno probabilmente influenzati negativamente dall’annuncio, giustificando la reazione nei prezzi dei titoli bancari questa mattina”, commenta Giorgio Broggi, quantitative analyst di Moneyfarm. “È interessante notare – aggiunge – che anche banche francesi e tedesche stanno reagendo male” nelle borse europee, “manifestando la preoccupazione che misure simili possano essere implementate in altre economie europee (come ha già fatto anche la Spagna). In altre parole, non è solo una questione italiana, e sicuramente le banche nel Regno Unito e altrove nell’Ue sono attente a valutarne gli sviluppi all’interno dei propri confini”. “Il governo Meloni ha sicuramente sorpreso i mercati con una tassa straordinaria sui profitti delle banche in Italia, approfittando del fatto che gli istituti di credito continuano a beneficiare di tassi di interesse elevati. Con il costo del denaro salito alle stelle, i riflettori si sono puntati sui tassi dei depositi che continuano a essere bassi, in particolare per le banche di alto livello”, ha rilevato Broggi.

Le prime valutazione sui danni da incendi alle colture

Le prime valutazione sui danni da incendi alle coltureRoma, 7 ago. (askanews) – Centinaia di ettari di terreno sono andati a fuoco a causa degli incendi che hanno devastato la Sardegna colpendo aziende agricole ed allevamenti con foraggi e piante di agrumi bruciati, senza dimenticare i danni a mezzi agricoli e impianti di irrigazione, elettrici e pompaggio. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti degli incendi divampati nella costa orientale della Sardegna, favoriti dal vento che non sembra fermarsi, mettendo a rischio agricoltura, turismo e l’ìncolumità delle persone con evacuazioni forzate. Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo con alte temperature, a preoccupare – sottolinea la Coldiretti – sono la disattenzione e l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato in Italia volontariamente. Ci vorranno anni – precisa la Coldiretti – prima che le piante da frutto distrutte possano tornare a produrre con danni ambientali ed economici per le aziende. La Coldiretti è impegnata in una azione di monitoraggio e di sostegno alle aziende colpite ma è anche importante l’azione di prevenzione e di attenzione. Nella lotta agli incendi è determinante la velocità di azione e sono proprio gli agricoltori sul territorio che costituiscono – conclude Coldiretti – una rete naturale e diffusa di sorveglianza, senza la quale il conto delle devastazioni sarebbe molto più pesante, ma che li espone anche a gravi rischi, specie in una situazione dove la siccità e le alte temperature favoriscono l’espandersi rapido delle fiamme.

 

Petrolio accentua rialzi, Brent 86,31 dollari a massimi da aprile

Petrolio accentua rialzi, Brent 86,31 dollari a massimi da aprileRoma, 4 ago. (askanews) – I prezzi del petrolio proseguono la risalita, portandosi ai massimi da oltre 3 mesi a questa parte. In serata in barile di Brent, il greggio di riferimento del mare del Nord risulta in rialzo dell’1,40 per cento a 86,31 dollari. Il West Texas Intermediate sale dell’1,50 per cento a 82,77 dollari. In entrambi i casi si tratta dei livelli più elevati dalla metà di aprile.

Ieri i prezzi sono scattati al rialzo dopo che l’Arabia Saudita ha annunciato la proroga di almeno un mese – su tutto settembre – del taglio supplementare da 1 milione di barili al giorno che da settimane impone sulle sue esportazioni. Oggi ulteriori spinte rialziste si sono verificate dopo un attacco da parte dell’Ucraina ad una nave russa presso uno snodo chiave nel Mar Nero, anche per le esportazioni di greggio. In rincari delle ultime sedute, in piena stagione dei trasferimenti estivi, rischiano di reinnescare gli aumenti dei prezzi dei carburanti, già oggetto di vivace dibattito nelle recenti settimane.

Fisco, ok a delega per la ‘svolta’. Resta il nodo coperture

Fisco, ok a delega per la ‘svolta’. Resta il nodo copertureRoma, 4 ago. (askanews) – Via libera finale della Camera dei deputati in terza lettura al disegno di legge delega sulla riforma fiscale con 184 voti favorevoli 85 voti contrari. Il provvedimento, presentato il 23 marzo, è stato licenziato in prima lettura dalla Camera il 12 aprile ed in seconda lettura con modifiche dal Senato il 2 agosto.

Come promesso dal governo il disegno di legge viene quindi convertito prima della pausa estiva del Parlamento in modo da poter iniziare ad esercitare la delega, che vale 24 mesi, già entro quest’anno con il varo dei primi decreti delegati. L’esecutivo dovrà fare i conti con le risorse a diposizione e con ogni probabilità le prime misure ad essere attuate saranno quelle che non richiedono coperture. Il ddl disegna la cornice della riforma fiscale che non dovrà comportare oneri per le casse dello Stato, né aggravi della pressione fiscale. In buona parte si finanzierà con la revisione delle oltre 600 tax expenditure, che hanno un costo di 165 miliardi, ma nel corso dei prossimi due anni serviranno ulteriori risorse per rivedere il sistema delle entrate.

La delega, definita dal viceministro all’economia Maurizio Leo “una svolta nel nostro sistema tributario”, tocca infatti tutti i tributi, diretti e indiretti, degli enti territoriali, doganali e sui giochi. Per l’Irpef si prevede la revisione di aliquote e scaglioni con la prospettiva dell’aliquota unica (flat tax). Ma questo è un obiettivo graduale di legislatura come ha anche precisato Leo alla Camera: “Le famose quattro aliquote rendono la vita difficile ai contribuenti, vogliamo addolcire la curva iniziando da tre aliquote per arrivare gradualmente verso la flat tax, senza abbandonare la logica della progressività che si può ottenere anche attraverso il meccanismo delle deduzioni e delle detrazioni”.

L’Ires, che versano le società di capitali, sarà più bassa sulla quota di reddito che viene destinata a investimenti o assunzioni. Una parte importante della delega è riservata alla semplificazione dei procedimenti dichiarativi, accertativi, di riscossione e del contenzioso. Quanto alle procedure di accertamento, il nuovo fisco punta sul potenziamento della cooperative compliance e sull’istituzione del concordato preventivo biennale per i contribuenti, titolari di reddito di impresa o di lavoro autonomi, di minori dimensioni. Con quest’ultimo istituto, in sostanza, i contribuenti avranno la possibilità di aderire alla proposta che formula l’Agenzia delle Entrate sulla base delle informazioni contenute nelle banche dati, per il pagamento delle imposte sui redditi per due anni. Eventuali maggiori o minori redditi imponibili rispetto a quelli proposti dall’Agenzia diventano irrilevanti ai fini del pagamento delle imposte, fermi restando gli obblighi contabili e dichiarativi.

Questa misura ha attirato molte critiche dalle opposizioni che la vedono come un allentamento della lotta all’evasione tanto da spingere lo stesso Leo ad affermare in Aula che “Il concordato preventivo biennale non è un regalo agli evasori, tutt’altro. Si basa sulla tecnologia, sull’intelligenza artificiale, sull’interoperabilità delle banche dati, sull’analisi predittiva”. Il primo esame della Camera ha apportato una serie di modifiche al testo. Tra le principali figurano l’aliquota agevolata per le tredicesime, gli straordinari sopra una certa soglia e i premi di produttività e la possibilità di rateizzare il pagamento degli acconti e del saldo Irpef per gli autonomi e gli imprenditori individuali. Più “pesanti” gli emendamenti approvati in seconda lettura al Senato come lo stop al pignoramento automatico sui conti correnti che avverrà solo dopo una procedura semplificata ed informatizzata. A Palazzo Madama sono state poi escluse le sanzioni penali per dichiarazione infedele per le imprese che aderiscono all’adempimento collaborativo e che hanno comunicato in via preventiva l’esistenza di rischi fiscali. Inserito anche l’istituto dell’adempimento collaborativo per chi trasferisce la residenza in Italia o in Italia detiene un reddito oltre un milione anche attraverso un trust. Via libera inoltre a Rid e pagamenti elettronici per gli adempimenti tributari, alla disponibilità dei modelli fiscali due mesi degli adempimenti e alla riduzione dei tempi di rimborso per i contribuenti più affidabili individuati secondo l’indice ISA. Alla ripresa di settembre il primo passaggio per arrivare all’implementazione concreta della delega sarà la definizione della Nadef e quindi degli spazi di bilancio, che allo stato attuale appaiono strettissimi, a disposizione dei decreti delegati. “Quando avremo certezze sulle risorse faremo previsioni sull’attuazione delle misure. Dobbiamo attendere l’andamento dei conti del 2023 e la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza” ha spiegato Leo riconoscendo che “nel 2024 potranno entrare in vigore i provvedimenti della riforma che non richiedono coperture, ad esempio quelle sui procedimenti”. Oltre ai voti della maggioranza, la delega ha incassato il voto favorevole di Azione-Italia Viva “dovuto al fatto – ha spiegato Luigi Marattin – che ricalca in toto il lavoro parlamentare fatto nella scorsa legislatura e confluito nella delega Draghi”. Arriva invece un giudizio decisamente negativo del Pd che con la segretaria Elly Schlein definisce la delega fiscale una misura che “rende più profonde le già insopportabili iniquità del sistema fiscale con la introduzione di nuovi regimi di favore che sottraggono altri redditi alla progressività e violano il principio di equità orizzontale”. Bocciatura netta anche dal M5S che con il capogruppo in commissione finanze della Camera, Emiliano Fenu, rileva che “questa riforma è una patacca che non abbasserà le tasse di mezzo euro, perché non sa o non ha il coraggio di recuperare davvero risorse utili ad alleviare il carico tributario a lavoratori, famiglie e imprese”. Alleanza Verdi Sinistra sottolinea che nella delega “non c’è nessuna misura per alzare la tassazione sulle rendite, sulle grandi ricchezze e sugli extraprofitti da indirizzare al welfare e per abbassare la pressione fiscale sui soliti noti” mentre per +Europa “i principi della delega fiscale sono molto ampi, quasi una delega in bianco” mentre “è sparita dai radar la digitalizzazione del catasto, una misura di civiltà”.

La “scommessa” della Bce nelle sue attese di calo dell’inflazione

La “scommessa” della Bce nelle sue attese di calo dell’inflazioneRoma, 4 ago. (askanews) – La Bce prevede un netto calo dell’inflazione quest’anno e un proseguimento del calmieramento, fino al ritorno al valore obiettivo del 2% nel 2025. E uno dei fattori chiave su cui scommette l’istituzione in queste previsioni è che le imprese, specialmente il prossimo anno, finiranno per accettare dei margini di redditività più bassi, rispetto a quelli che hanno potuto incassare negli ultimi mesi. Lo spiega il capo economista della Bce, Philippe Lane in una audio intervista auto prodotta dall’istituzione.

“L’inflazione calerà molto quest’anno ma riportarla al 2% è più una cosa da 2025. La nostra valutazione che l’inflazione calerà si basa sul calcolo che dopo avere avuto tanta redditività lo scorso anno, quest’anno, e specialmente il prossimo, le imprese dovranno vivere con profitti più bassi”, ha spiegato Lane. Il capo economista ha usato come esempio il settore del turismo per questi assunti. “Lo scorso anno, dopo le restrizioni, c’è stata una ripresa delle prenotazioni e delle presenze nei ristoranti, a quel punto le forniture erano ancora limitate, molti alberghi avevano chiuso e molte compagnie aeree avevano tagliato i voli. E in quel quadro, con un forte aumento della domanda le imprese sono state tentate di alzare i prezzi. Questo lo abbiamo visto sui profitti quest’anno. Ma ora vediamo che la domanda si sta normalizzando in Europa. La spinta sul turismo non è tanto dall’Europa ma dall’America, con turisti interessati a fare le vacanze in Europa. Quindi non pensiamo la dinamica sia finita ma mettiamo enfasi sul fatto che c’è qualcosa che dobbiamo vedere – ha detto -: non tutti gli aumenti salariali possono essere passati ai consumatori”.

Intanto alla Bce “intendiamo attuare il nostro mandato sul calo dell’inflazione. L’inflazione può calare o salire per fattori di globali ma quello che non possiamo accettare è che persista aclivelli troppo alti o troppo bassi: dobbiamo agire. Il compito della Bce è assicurare che la l’inflazione non resti alta e che torni all’obiettivo del 2%”. Inoltre “siamo fiduciosi che il calo molto rapido dei prezzi dell’energia farà calare le pressioni su tutta la catena, assieme al rientro delle strozzature. Al tempo stesso quello che sta accadendo quest’anno è che l’alta inflazione dell’anno scorso sta spingendo i salari quest’anno e quindi quello che diciamo è che cresce l’importanza dell’inflazione interna, che deriva dei salari e anche dal fatto che le imprese stanno ripristinando i loro margini. Questo sta spingendo al rialzo e quindi queste forze stanno spingendo in direzioni opposte. In autunno – ha concluso il capo economista della Bce – staremo molto attenti ai dati, per vedere quale di queste due forze si stia rafforzando e quale stia diventando più debole”.

Resta da vedere se questi assunti si rifletteranno anche in una pausa sui rialzi dei tassi al Consiglio direttivo Bce del 14 settembre. Ieri, Fabio Panetta, componente del Comitato esecutivo (e su cui il governo ha avviato l’iter per la nomina a futuro governatore della Banca d’Italia) ha lanciato messaggi da “colomba”, rilevando che la linea monetaria va “calibrata” per centrare l’obiettivo di inflazione “ma senza arrecare danni inutili all’economia”. E su questo ha suggerito che la durata del mantenimento dei tassi a livelli elevati potrebbe diventare tanto importante quanto il livello stesso del costo del danaro (in altri termini, invece di alzarli ancora la Bce potrebbe decidere di tenerli come sono a lungo). Ma appunto Panetta è considerato un esponente di chi spinge per una linea morbida nel Consiglio. Bisognerà vedere se nelle prossime settimane i “falchi” torneranno alla carica.

Sogin, nominato il nuovo cda: Massagli presidente, Artizzu Ad

Sogin, nominato il nuovo cda: Massagli presidente, Artizzu AdRoma, 4 ago. (askanews) – Via libera dall’assemblea dei soci di Sogin alla nomina del nuovo consiglio di amministrazione per il triennio 2023 – 2025. Sogin è la Società pubblica responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi. L’assemblea ha nominato come presidente Carlo Massagli e consiglieri, Gian Luca Artizzu, Barbara Bortolussi, Fiammetta Modena e Jacopo Vignati. Ha, altresì, designato Gian Luca Artizzu come amministratore delegato. Nella stessa seduta, è stato nominato il collegio sindacale con presidente Angelo Miglietta, Sindaci effettivi, Vittorio Pella e Monica Petrella, e Sindaci supplenti, Marco Canzanella e Luisa Foti. L’assemblea ha provveduto, inoltre, all’approvazione del bilancio di esercizio di Sogin e del bilancio consolidato del gruppo per il 2022.

 

Moeller-Maersk, crolli fatturato e utili con frenata scambi globali

Moeller-Maersk, crolli fatturato e utili con frenata scambi globaliRoma, 4 ago. (askanews) – Fatturato e utili a picco al gigante del trasporto marittimo Moeller-Maersk, che nelle previsioni diffuse contestualmente ai risultati di bilancio ha drasticamente rivisto in peggio le sue attese sugli scambi internazionali.

Ora pronostica “una prolungata fase” negativa, legata alla correzione delle scorte, che risultano in eccesso su scala globale. Su questo assunto si attende un calo dei volumi globali di trasporto container tra il meno 1 e il meno 4 per cento per l’intero anno, molto peggiore rispetto alle previsioni precedenti che stimavano invece una crescita tra lo 0,5 e il 2,5 per cento. Moeller-Maersk ha chiuso il primo semestre dell’anno con un fatturato totale in caduta a 27,195 miliardi di dollari, dai 40,942 miliardi dello stesso periodo di un anno prima. Il secondo trimestre ha segnato un ulteriore peggioramento: in questo caso il fatturato sia è attestato a 12,99 miliardi, a fronte dei 21,65 miliardi di un anno prima. L’utile operativo è crollato a 3,9 miliardi sul semestre da 16,26 miliardi un anno prima e l’utile netto a 3,8 miliardi da 15,4 miliardi di un anno prima.

I risultati di bilancio di questo gruppo riflettono un ennesimo inatteso cambio di rotta sulle dinamiche del commercio internazionale. Dopo il collasso provocato tra 2020 e 2021 dalle restrizioni imposte dei governi a motivo del Covid, lo scorso anno c’è stata una forte risalita di rimbalzo, sostenuta anche dalle riaperture. Contestualmente si erano create penurie di diversi prodotti, esacerbate dai problemi nelle catene di approvvigionamento. Adesso che queste problematiche sono rientrate quasi di colpo e molti gruppi chiave si ritrovano con un eccesso di offerta e di scorte che non sanno come smaltire, conseguentemente c’è una nuova pesante contrazione dei volumi di scambio internazionali. A incidere ulteriormente sugli scambi si aggiungono la guerra in Ucraina e le sanzioni contro la Russia.

Fisco, Leo: prima tre aliquote poi flat tax ma con progressività

Fisco, Leo: prima tre aliquote poi flat tax ma con progressivitàRoma, 4 ago. (askanews) – Nelle imposte sui redditi “le famose quattro aliquote rendono la vita difficile ai contribuenti. Vogliamo addolcire la curva iniziando da tre aliquote per arrivare gradualmente verso la flat tax, senza abbandonare la logica della progressività che si può ottenere anche attraverso il meccanismo delle deduzioni e delle detrazioni”. Lo ha affermato il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, intervenendo in Aula alla Camera al termine della discussione generale sul provvedimento.

“Nessuno sovverte i principi cardine della Costituzione basati sulla capacità e sulla progressività” ha aggiunto.

Urso: col paniere calmierato colpo definitivo all’inflazione

Urso: col paniere calmierato colpo definitivo all’inflazioneMilano, 4 ago. (askanews) – “Con il paniere calmierato siamo convinti di poter dare un definitivo colpo all’inflazione riconducendola a livelli naturali”. Lo ha detto il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, commentando l’intesa sul trimestre anti inflazione sul carrello della spesa a partire dal primo ottobre.

“Proprio ieri secondo i dati Ocse, l’inflazione in Italia nell’ultimo mese scende dal 7,6% al 6,4%, con un calo di 1,2 punti percentuali, maggiore a quello registrato nell’area Ocse dove l’indice dei prezzi al consumo si è ridotto in media dello 0,8% – ricorda il ministro – Un trend consolidato proprio grazie all’effetto del costante monitoraggio dei prezzi effettuato dal Mimit con i nuovi poteri conferiti dal decreto trasparenza di gennaio, e anche all’impegno già in atto della filiera della distribuzione e del commercio, che in questi mesi ha svolto un ruolo importante nel contenimento dei prezzi e nella tutela del potere di acquisto delle famiglie. Un contributo centrale in questo processo lo svolgono anche le associazioni dei consumatori, con cui condividiamo un percorso virtuoso nell’affrontare questa sfida”. Entro il 10 settembre saranno definite con le associazioni che hanno sottoscritto l’accordo, che riguarda anche beni primari non alimentari come i prodotti per l’infanzia, le modalità del “trimestre anti inflazione”, che durerà dal 1 ottobre al 31 dicembre e che prevedrà prezzi calmierati su una selezione di articoli rientranti nel “carrello della spesa”, attraverso diverse modalità, come l’applicazione di prezzi fissi, attività promozionali sui prodotti individuati, o mediante iniziative sulla gamma di prodotti a marchio come carrelli a prezzo scontato o unico.

Mimit: trimestre anti-inflazione da 1 ottobre, intesa entro 10 settembre

Mimit: trimestre anti-inflazione da 1 ottobre, intesa entro 10 settembreMilano, 4 ago. (askanews) – Il ministero delle Imprese e del made in Italy e le associazioni della distribuzione moderna e del commercio tradizionale comunicano l’impegno a trovare un’intesa entro il 10 settembre per avviare – a partire dal primo ottobre e fino al 31 dicembre – il trimestre antiinflazione sul cosiddetto carrello della spesa, sui prodotti di più largo e generale consumo, compresi i prodotti per l’infanzia. E’ questa la dichiarazione congiunta sottoscritta questa mattina dal Mimit e dalle associazione della distribuzione e del commercio per dare seguito all’iniziativa del governo contro il caro spesa. Nel dettaglio la dichiarazione congiunta con il ministero guidato da Adolfo Urso è stata sottoscritta da Federdistribuzione, Ancc-Coop, Ancd Conad, Confcommercio, Federazione italiana esercenti settore Alimentare, Federfarma, AssoFarm, Federazione farmacisti e disabilità, il Movimento nazionale liberi farmacisti, le Parafarmacie italiane, la Federazione nazionale parafarmacie italiane e l’Unione nazionale farmacisti titolari di sola parafarmacia.

L’iniziativa, spiega la dichiarazione, ha l’obiettivo di accelerare il processo di rientro dell’inflazione in corso negli ultimi mesi, che prosegue anche a luglio. “Tale rallentamento risulta raggiunto anche grazie al lodevole sforzo delle associazioni e delle imprese della distribuzione che hanno sottolineato come i dati statistici indichino che nel corso degli ultimi diciotto mesi le stesse abbiano assorbito una parte dell’aumento dei costi di acquisto dei prodotti destinati al consumo, svolgendo un ruolo fondamentale – attraverso una efficace campagna di iniziative commerciali a vantaggio dei consumatori e cittadini – nel contenimento dei prezzi dei beni di largo consumo e nella tutela del potere di acquisto delle famiglie”. Le associazioni della distribuzione moderna e del commercio tradizionale, ricorda la dichiarazione, hanno altresì contribuito alle attività messe in campo dal ministero delle Imprese per il monitoraggio e sorveglianza dei prezzi, attraverso azioni di trasparenza nei settori di maggiore rilievo per gli acquisti delle famiglie, tra cui, il settore alimentare, l’ortofrutta e i prodotti per l’infanzia