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Engineering acquisisce Extra Red: amplia competenze in ambito cloud

Engineering acquisisce Extra Red: amplia competenze in ambito cloudMilano, 31 lug. (askanews) – Il Gruppo Engineering acquisisce il 100% di Extra Red, Technology Service Provider che offre servizi e progettualità ad alto valore aggiunto su tecnologie leader di mercato, in partnership con i principali vendor IT.

Extra Red è Premier Business Partner di Red Hat, fornitore mondiale di soluzioni open source enterprise, di cui Engineering è già Advanced Business Partner e Red Hat Certified Cloud Service Provider. Con questa acquisizione il Gruppo rafforza le competenze nel guidare aziende e pubbliche amministrazioni nei loro processi di digitalizzazione e migrazione verso il Cloud. Nello specifico, con Extra Red Engineering amplia le capacità di accompagnare i player di ogni mercato in tutte le fasi della loro Cloud Transformation, supportandoli nello sfruttare a pieno le potenzialità di questa tecnologia tramite lo sviluppo di applicazioni cloud native, a microservizi e containerizzate, così da migliorarne agilità, resilienza e sostenibilità.

“Oggi – ha detto Fabio Momola, Executive Vice President di Engineering – la tecnologia cloud è una delle leve strategiche che permette alle aziende di abilitare nuove opportunità di business, così da rispondere in modo efficace e tempestivo alle sfide di un mercato in costante trasformazione. L’ingresso di Extra Red nel Gruppo Engineering consolida la nostra strategia di ampliare e rafforzare una Tech Excellence in grado di offrire ai nostri clienti servizi avanzati di automazione, rinnovamento e reingegnerizzazione dei processi, in grado di renderli sempre più competitivi nei loro settori di riferimento”.

Pil, Istat: frena nel secondo trimestre a -0,3% e +0,6 su anno

Pil, Istat: frena nel secondo trimestre a -0,3% e +0,6 su annoRoma, 31 lug. (askanews) – L’economia italiana frena nel secondo trimestre dell’anno. Il Pil registra una flessione dello 0,3% rispetto al primo trimestre dell’anno, quando la crescita era risultata positiva in misura dello 0,6%. Lo rileva l’Istat nella stima preliminare. Il Pil è aumentato dello 0,6% in termini tendenziali, rispetto al secondo trimestre 2022.

“Nel secondo trimestre del 2023 si stima che il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia diminuito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e sia aumentato dello 0,6% in termini tendenziali. Il secondo trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2022”. Nel primo trimestre il Pil è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e dell’1,9% nei confronti del primo trimestre del 2022.

“La variazione congiunturale – spiega l’Istat – è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca sia in quello dell’industria, mentre il valore aggiunto dei servizi ha registrato un lieve aumento. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto nullo della componente estera netta. La variazione acquisita per il 2023 è pari allo 0,8%”. “Questo risultato – evidenzia ancora l’Istat – di cui va messa in evidenza la natura preliminare, è dovuto ad una flessione sia del settore primario, sia di quello industriale, a fronte di una moderata crescita del comparto dei servizi. Dal lato della domanda la flessione proviene dalla componente nazionale al lordo delle scorte, con la componente estera netta che ha fornito un apporto nullo”.

Antitrust: chiusa istruttoria su Google, faciliterà portabilità dati

Antitrust: chiusa istruttoria su Google, faciliterà portabilità datiMilano, 31 lug. (askanews) – L’Antitrust ha chiuso l’istruttoria per presunto abuso di posizione dominante nei confronti della galassia Google, la società Alphabet, Google LLC, Google Ireland Limited e Google Italy, accettando gli impegni proposti dal gruppo che si è impegnato a facilitare il trasferimento ad altre piattaforme i dati degli utenti presenti nell’ecosistema del gruppo.

Secondo l’Antitrust, le condotte potenzialmente abusive attuate da Google consistevano in ostacoli all’interoperabilità nella condivisione dei dati con altre piattaforme, in particolare con l’APP Weople, sviluppata da Hoda per proporre agli utenti modalità alternative di valorizzazione dei dati. L’Autorità ha ritenuto gli impegni proposti da Google idonei a rimuovere le preoccupazioni concorrenziali. Il gruppo ha presentato un pacchetto di tre impegni, dei quali due prospettano soluzioni integrative di Takeout, il servizio che Google rende disponibile agli utenti finali per il backup dei propri dati, per facilitare l’esportazione di dati verso operatori terzi. Il terzo impegno offre la possibilità di iniziare a testare, prima del rilascio ufficiale, una nuova soluzione attualmente in fase di sviluppo che permetterà la portabilità diretta dei dati da servizio a servizio, per gli operatori terzi autorizzati da un utente finale che ne faccia richiesta, in relazione ai dati forniti dall’utente stesso o generati mediante la sua attività sul motore di ricerca online di Google e della piattaforma YouTube.

Gli impegni presentati da Google, sottolinea l’Antitrust, garantiscono “un’importante automatizzazione della procedura disponibile per l’esportazione dei dati (Takeout). Inoltre migliorano un meccanismo di interoperabilità che rende accessibili a piattaforme terze i dati disponibili nell’ecosistema Google. Utenti e operatori terzi potranno avvalersi di questo meccanismo fino al rilascio di una soluzione di portabilità diretta da servizio a servizio, che, secondo quanto indicato dalla stessa Google, avverrà nel primo trimestre del 2024”. Inoltre, per effetto degli impegni, “gli operatori terzi interessati ai dati di Google potranno iniziare a testare la citata soluzione di portabilità diretta per quanto riguarda i servizi Google Search e YouTube con almeno sei mesi di anticipo rispetto al suo effettivo rilascio”.

Carburanti, Mimit: prezzi medi 1,74 euro gasolio e 1,89 benzina

Carburanti, Mimit: prezzi medi 1,74 euro gasolio e 1,89 benzinaRoma, 30 lug. (askanews) – In merito a notizie di stampa relative a casi isolati di stazioni di rifornimento di carburante lungo la rete autostradale in cui sono stati rilevati prezzi limiti a 2,5 euro al litro per la “benzina senza piombo” in modalità “servito”, si precisa che i prezzi medi nazionali del gasolio e della benzina sono ben al di sotto dei 2 euro al litro come rilevato dall’elaborazione settimanale su base giornaliera dei prezzi dei carburanti, effettuata dall’Osservatorio Prezzi Carburanti del MIMIT. I prezzi dei carburanti di questa settimana si attestano infatti a valori medi di 1,89 €/lt per la benzina e di 1,74 €/lt per il gasolio.

L’attuale crescita del prezzo medio, di circa 0,03 €/lt nella scorsa settimana, è determinata da quanto si sta osservando nei mercati internazionali, a causa dell’aumento delle quotazioni sia del petrolio sia dei prodotti raffinati. Dall’inizio del 2023 il prezzo industriale di benzina e gasolio, al netto quindi della tassazione, in Italia resta stabilmente più basso di quello in Spagna, Germania e Francia. In merito alle misure del Governo per monitorare i prezzi medi dei carburanti e tutelare i consumatori, *è convocata domani 31 luglio, alle ore 11:30, al Mimit, una conferenza stampa sulle attività di trasparenza relative all’esposizione, presso le stazioni di rifornimento, del prezzo medio regionale dei carburanti, obbligatoria dal 1 agosto. Alla conferenza stampa parteciperanno il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il sottosegretario del ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci e il Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo.

Uilca: le donne in banca guadagno meno, gender pay gap al 23,7%

Uilca: le donne in banca guadagno meno, gender pay gap al 23,7%Milano, 29 lug. (askanews) – In banca il livello retributivo per le donne è inferiore a parità di inquadramento: in Italia nel settore bancario il gender pay gap registra uno scarto del 23,7%, quasi cinque volte superiore la media nazionale del 4,7%. E l’Italia non è sola perché i dati Eurostat del 2021 fotografano un’Europa in cui il gender pay gap nel settore finanziario è ancora elevato: 31% in Francia; 23,3% in Germania; 13,8% in Spagna. E’ quanto emerge da una ricerca del Centro Studi Uilca Orietta Guerra.

Un divario che, osservando i dati, si manifesta maggiormente per dirigenti e quadri direttivi, con un gap salariale medio compreso tra il 10% e il 30%.Nel 2022 la presenza femminile nei ruoli dirigenziali e direttivi del settore è anche molto inferiore rispetto a quella maschile: 79,4% degli uomini contro il 20,6% delle donne. Anche per la figura dei quadri direttivi le percentuali non cambiano di molto: 64,4% degli uomini contro il 35,6% delle donne.

“È positivo che nei piani industriali delle banche si parli di riduzione del gap salariale e di valorizzazione del personale femminile, ma a questi intenti serve seguano risultati concreti. Nella piattaforma di rinnovo del Contratto Nazionale del credito, che stiamo discutendo con Abi, ci sono specifici richiami in tal senso”, ha detto il segretario generale Uilca Fulvio Furlan. “Per i prossimi anni ci auguriamo una maggiore giustizia salariale tra uomini e donne, che passa anche attraverso una lungimirante politica di assunzioni”.Nel 2022, spiega nel dettaglio Roberto Telatin, responsabile del Centro Studi Uilca, “sono stati assunti più uomini che donne. I numeri dei rapporti cessati, su cui incidono molto le dimissioni per accedere al fondo di solidarietà, evidenziano una maggiore presenza di uomini, dovuta anche a un settore storicamente più maschile”.

 

Bce, stress test: banche eurozona capaci di superare gravi difficoltà

Bce, stress test: banche eurozona capaci di superare gravi difficoltàRoma, 28 lug. (askanews) – Le banche dell’area euro, come quelle dell’Unione Europea in generale, sono in grado di superare un ipotetico periodo di gravi difficoltà economica mantenendo livelli patrimoniali adeguati. Lo riporta la vigilanza bancaria della Bce sulla base degli stress test che ha condotto in parallelo a quelli effettuati dall’Eba (l’Autorità bancaria europea).

La Bce ha sottoposto a simulazione i bilanci di un numero maggiore di banche: oltre alle 57 esaminate anche dall’Eba (quelle dell’eurozona sul campione totale di 70 banche Ue) ha condotto l’esercizio anche su 41 istituzioni medie che non ricadono nel gruppo principale. Secondo la Bce le banche più piccole, pur subendo una maggiore erosione di capitale, a causa della loro minore capacità di generare utili e con maggiori perdite sull’orizzonte previsionale, escono dall’esercizio con livelli patrimoniali più elevati agli istituti più grandi: Cet1 al 13,7% a fronte del 10,1% delle 57 del “gruppo Eba”, tenuto presente che partivano con livelli di patrimonializzazione più elevati (20,2% a fronte del 14,7%).

Secondo la Bce in media il coefficiente patrimoniale di tutte e 98 le banche sottoposte a stress test si ridurrebbe di 4,8 punti percentuali al 10,4%, dopo un triennio di scenario avverso, con condizioni macroeconomiche molto impegnative. Il campione di banche sottoposto a simulazione rappresenta circa l’80% del totale degli asset bancari nell’area euro. Il test, assieme a un prolungato periodo di difficoltà sulla crescita economica ipotizza anche tassi di interesse elevati e alta inflazione. La vigilanza bancaria della Bce ricorda che non si tratta di un test in cui si viene “bocciati” o che si supera: non ci sono soglie al di sotto delle quali le banche non hanno passato l’esercizio.

Eba, stress test: banche Ue in grado di superare grave recessione

Eba, stress test: banche Ue in grado di superare grave recessioneRoma, 28 lug. (askanews) – Le banche dell’Unione europea sono in grado di incassare perdite per quasi 500 miliardi di euro e, anche nel caso di una grave recessione, resterebbero condizioni sufficientemente solide per operare e continuare a supportare l’economia. Lo certificano gli ultimi stress test condotti dall’Eba, l’autorità bancaria europea.

L’esercizio prevede uno “scenario avverso” che implicherebbe perdite complessive per 496 miliardi di euro del settore, successivamente alle quali le banche disporrebbero comunque di un coefficiente di solidità patrimoniale (Cet1) pari al 10,4%. Lo scenario considerato combina una grave recessione dell’Unione Europea – con 6 punti di Pil complessivi persi tra 2022 e 2025 – assieme una recessione scala globale con alta inflazione, aumenti dei tassi di interesse e allargamento dei differenziali di rendimento (spread). Questo scenario ipotetico fortemente negativo considera inoltre un drastico aumento della disoccupazione media, per oltre 6 punti percentuali (sempre complessivamente tra 2022 e 2025), crolli dei titoli azionari in Borsa e crolli dei prezzi immobiliari (-21% sulla casa e -295 sull’immobiliare commerciale). L’autorità riporta che in media le banche Ue partendo con un coefficiente di solidità patrimoniale del 15% perderebbero 459 punti base (4,59 punti percentuali).

“Nonostante ciò le banche dell’Ue resterebbero sufficientemente patrimonializzate per continuare a sostenere l’economia anche in tempi di grave stress”, certifica l’autorità. Al tempo stesso, il contesto attuale di elevata incertezza economica “dimostra l’importanza di restare attenti sia a livello di vigilanza, sia con le banche che devono essere preparate per un possibile peggioramento delle condizioni economiche”.

Quest’ultima simulazione condotta dall’Eba ha allargato il campione di banche monitorate a 70 totali (20 in più rispetto al precedente esercizio), in questo mondo coprendo il 75% degli attivi del settore nell’Unione Europea. La simulazione di quest’anno prevede il più grave calo del Pil complessivo tra gli stress test finora condotti.

Ok Ue a Italia su 63 mln aiuti a giornali, radio, Tv e agenzie stampa

Ok Ue a Italia su 63 mln aiuti a giornali, radio, Tv e agenzie stampaRoma, 28 lug. (askanews) – La Commissione europea ha approvato due regimi italiani, per un totale di 63 milioni, di sostegni a favore di editori di quotidiani e periodici, emittenti radiofoniche e televisive, editori di notizie e agenzie di stampa. Con un comunicato, l’esecutivo comunitario rileva come i sistemi siano volti a sostenere le aziende del settore editoriale “che affrontano difficoltà finanziarie dovute all’impatto economico della pandemia di coronavirus e dell’aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina e proteggere il pluralismo dei media”.

In base al primo regime, che dispone di una dotazione di bilancio di 28 milioni, l’aiuto viene concesso in forma di sovvenzioni dirette ed è calcolato sulla base del numero di copie cartacee di quotidiani e periodici vendute nel 2021 dai beneficiari (nella misura di 5 centesimi per copia cartacea). In base al secondo regime – che ha una dotazione di bilancio di 35 milioni – l’aiuto è concesso in forma di sovvenzioni dirette a emittenti radiofoniche e televisive, editori di notizie e agenzie di stampa . Il regime sosterrà fino al 70% dei costi sostenuti dai beneficiari ammissibili per investimenti in trasformazione digitale. La Commissione ha valutato i due regimi alla luce delle norme dell’Ue in materia di aiuti di Stato, che consentono ai paesi di sostenere lo sviluppo di talune attività o talune regioni economiche. La Commissione, si legge, “ritiene che le misure siano necessarie e appropriate per raggiungere gli obiettivi perseguiti: sviluppo del settore dei media di informazione, ampio accesso a quotidiani e periodici e promozione del pluralismo dei media”. La Commissione ha concluso che le misure sono proporzionate, ossia limitate al minimo necessario, e che avranno un impatto limitato sulla concorrenza e sugli scambi tra Stati membri ed ha quindi approvato i due regimi italiani sulla base delle norme Ue in materia di aiuti di Stato.

Ok della Commissione Ue al pagamento della terza rata del Pnrr all’Italia

Ok della Commissione Ue al pagamento della terza rata del Pnrr all’ItaliaRoma, 28 lug. (askanews) – Via libera preliminare dalla Commissione europea alla richiesta di pagamento della terza rata all’Italia nell’ambito del Piano per la ripresa e la resilienza (Pnrr), lo strumento centrale di NextGenerationEU. Secondo quanto riporta un comunicato, l’esecutivo comunitario ha anche approvato la revisione mirata del piano dell’Italia, relativa alla quarta richiesta di pagamento. I 54 traguardi e obiettivi che sono stati conseguiti in misura soddisfacente dimostrano che l’Italia, spiega la Commissione, ha compiuto progressi significativi nell’attuazione del piano di ripresa e resilienza, predisponendo ampie riforme trasformative in tema di diritto della concorrenza, ordinamento giudiziario, pubblica amministrazione e fisco, istruzione, mercato del lavoro e sistema sanitario. La richiesta di pagamento riguarda anche investimenti volti a promuovere la transizione digitale e verde e a migliorare il sostegno a ricerca, innovazione e istruzione. “L’Italia ha compiuto progressi notevoli nell’attuazione delle riforme e degli investimenti fondamentali inclusi nel piano di ripresa e resilienza: riformare la sanità, la giustizia e il fisco; investire nella digitalizzazione dei servizi pubblici e nel miglioramento della sostenibilità dei trasporti pubblici; adottare una legge sulla concorrenza foriera di nuove possibilità di prosperare per le imprese – ha commentato la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen -. Una volta che anche gli Stati membri avranno dato il via libera, l’Italia riceverà 18,5 miliardi di euro nell’ambito di NextGenerationEU. Oggi la Commissione ha approvato anche le modifiche mirate del piano proposte dall’Italia nella prospettiva della quarta richiesta di pagamento. La Commissione resterà a fianco dell’Italia lungo tutto il percorso per garantire che il piano sia un successo italiano ed europeo. Avanti tutta, con Italia Domani”. Tecnicamente sulla terza rata, la Commissione ha sottoposto per parere al comitato economico e finanziario la valutazione preliminare positiva dei traguardi conseguiti. La valutazione definitiva deve arrivare entro quattro settimane. Ricevuto il parere del comitato sulla valutazione preliminare positiva, la Commissione adotterà la decisione sul pagamento tramite comitato, secondo la procedura d’esame. Una volta che la Commissione avrà adottato la decisione, sarà sbloccato il pagamento dei 18,5 miliardi.

Pnrr, via libera Commissione Ue a pagamento III rata all’Italia

Pnrr, via libera Commissione Ue a pagamento III rata all’ItaliaRoma, 28 lug. (askanews) – Via libera preliminare dalla Commissione europea alla richiesta di pagamento della terza rata all’Italia nell’ambito del Piano per la ripresa e la resilienza (Pnrr), lo strumento centrale di NextGenerationEU. Secondo quanto riporta un comunicato, l’esecutivo comunitario ha anche approvato la revisione mirata del piano dell’Italia, relativa alla quarta richiesta di pagamento.

I 54 traguardi e obiettivi che sono stati conseguiti in misura soddisfacente dimostrano che l’Italia, spiega la Commissione, ha compiuto progressi significativi nell’attuazione del piano di ripresa e resilienza, predisponendo ampie riforme trasformative in tema di diritto della concorrenza, ordinamento giudiziario, pubblica amministrazione e fisco, istruzione, mercato del lavoro e sistema sanitario. La richiesta di pagamento riguarda anche investimenti volti a promuovere la transizione digitale e verde e a migliorare il sostegno a ricerca, innovazione e istruzione. “L’Italia ha compiuto progressi notevoli nell’attuazione delle riforme e degli investimenti fondamentali inclusi nel piano di ripresa e resilienza: riformare la sanità, la giustizia e il fisco; investire nella digitalizzazione dei servizi pubblici e nel miglioramento della sostenibilità dei trasporti pubblici; adottare una legge sulla concorrenza foriera di nuove possibilità di prosperare per le imprese – ha commentato la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen -. Una volta che anche gli Stati membri avranno dato il via libera, l’Italia riceverà 18,5 miliardi di euro nell’ambito di NextGenerationEU. Oggi la Commissione ha approvato anche le modifiche mirate del piano proposte dall’Italia nella prospettiva della quarta richiesta di pagamento. La Commissione resterà a fianco dell’Italia lungo tutto il percorso per garantire che il piano sia un successo italiano ed europeo. Avanti tutta, con Italia Domani”.

Tecnicamente sulla terza rata, la Commissione ha sottoposto per parere al comitato economico e finanziario la valutazione preliminare positiva dei traguardi conseguiti. La valutazione definitiva deve arrivare entro quattro settimane. Ricevuto il parere del comitato sulla valutazione preliminare positiva, la Commissione adotterà la decisione sul pagamento tramite comitato, secondo la procedura d’esame. Una volta che la Commissione avrà adottato la decisione, sarà sbloccato il pagamento dei 18,5 miliardi.