Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Yen in rialzo su tutte le valute dopo anticipazione su riunione Boj

Yen in rialzo su tutte le valute dopo anticipazione su riunione BojRoma, 27 lug. (askanews) – Lo yen ha registrato un rialzo contro tutte le principali valute dopo la diffusione di un’anticipazione secondo la quale la Banca del Giappone intende discutere di modificare la sua politica di controllo della curva dei rendimenti quando si riunirà venerdì.

Lo yen si è rafforzato fino al 2% contro l’euro, il massimo da marzo, ed è salito dell’1% contro il dollaro. La BOJ prenderà in considerazione la possibilità di lasciare che i tassi di interesse a lungo termine salgano al di sopra del limite dello 0,5% di “una certa misura”, secondo quanto ha riferito l’agenzia Nikkei.

La Bce alza ancora i tassi ma ora Lagarde apre a una possibile pausa

La Bce alza ancora i tassi ma ora Lagarde apre a una possibile pausaRoma, 27 lug. (askanews) – La Banca centrale europea torna ad alzare i tassi di interesse. Si tratta del nono aumento consecutivo da quando, esattamente un anno fa (era il luglio del 2022) l’istituzione di Francoforte ha iniziato la sua manovra anti inflazionistica. E potrebbe non essere l’ultimo, anche se nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo la presidente Christine Lagarde ha temperato i toni, aprendo alla possibilità di una pausa alla prossima riunione operativa, che si svolgerà il 14 settembre.

“In passato ho detto molte volte che abbiamo ancora della strada da fare” sui rialzi dei tassi, alla riunione di settembre “i dati ci diranno se e quanta strada resti da fare – ha detto -. Potremmo alzare o potremmo confermare i livelli: alzare o fare una pausa. Posso dire con certezza che non ridurremo i tassi”. E comunque “se fosse una pausa non sarà lunga, perché continueremo a decidere volta per volta”. Inoltre, ci ha tenuto a puntualizzare, quasi a non voler apparire eccessivamente morbida “a questo stadio direi che abbiamo ancora della strada da fare. Ma a settembre ce lo diranno i dati, che possono cambiare da un mese all’altro”.

Perché secondo i banchieri centrali, nonostante i ripetuti calmieramenti l’inflazione dell’eurozona resta troppo elevata (a giugno è calata al 6,4%) ed è attesa fuori dai livelli obiettivo “troppo a lungo”. Per questo la Bce ha deciso un nuovo aumento da 25 punti base su tutti i tassi. Al 4,25% il riferimento sulle principali operazioni di rifinanziamento segna il massimo dal luglio del 2008. Il tasso sulle operazioni marginali sale al 4,50% (massimo dal dicembre 2006). Il tasso sui depositi che le banche commerciali parcheggiano presso la stessa istituzione sale al 3,75%. E in questo caso è tornato al massimo storico del dicembre del 2000, quando al lancio dell’euro la banca centrale cercava di sostenerne il valore.

Peraltro la stessa istituzione ha spiegato come nelle condizioni attuali di persistenti ampie liquidità, sia proprio il tasso sui depositi ad essere il principale riferimento monetario. In questo ambito ha anche deciso di azzerare la remunerazione delle riserve obbligatorie che le banche devono detenere presso l’istituzione. “Questa decisione preserverà l’efficacia della politica monetaria, mantenendo l’attuale grado di controllo sulla sua intonazione e assicurando la completa trasmissione delle decisioni sui tassi ai mercati monetari”. I depositi oltre la soglia legale continueranno ad essere retribuiti al 3,75%, laddove fino ad ottobre questi fondi erano pagati con il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento. La variazione sulle riserve legali scatterà dal 20 settembre. Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli ha lamentato come la misura “costerà alle banche, così come è stata ed è onerosa la decisione della Bce dell’autunno scorso di rendere significativamente costosa la residua liquidità concessa alle banche attraverso i piani di finanziamento a lungo termine Tltro”.

Mentre sul rialzo dei tassi sono tornate a piovere critiche da varie parti. La mossa Bce segue un rialzo di portata analoga ieri da parte della Federal Reserve americana, in entrambi i casi queste strette monetarie puntano a favorire un calo dell’inflazione, creando un freno all’attività economica tramite condizioni di finanziamento meno convenienti e espansive. E questo effetto sembra sempre più evidente. “Le prospettive economiche dell’area euro sul breve termine si dono deteriorate, in ampia misura per l’idebolimento della domanda interna”, che a sua volta risente dell’alta inflazione e dell’inasprimento delle condizioni di finanziamento, ha riconosciuto la stessa Lagarde. La prosecuzione della stretta monetaria nell’area euro si accompagna a continue polemiche a causa del timore di caduta in recessione, che viene accentuato da questa manovra. Le ultime indagini sul manifatturiero hanno segnalato i valori di produzione più bassi dai catastrofici “lockdown” del 2020, imposti dai governi a motivo del Covid. Parallelamente la Bce sta anche riducendo la mole del suo bilancio, e così la quantità di liquidità disponibili nel sistema, sia dismettendo parte dei titoli di Stato accumulati negli anni scorsi, quando giungono a scadenza (parziale non rinnovo), sia riducendo i finanziamenti ultra agevolati che aveva erogato alle banche negli anni scorsi. Ma interpellata sulle critiche, la presidente ha risposto: “non stiamo facendo troppo, siamo determinati a riportare l’inflazione dell’area euro all’obiettivo del 2%. E vediamo che, in base a tutte le misure, l’inflazione resta troppo alta”. Le decisione di oggi è stata assunta dal Consiglio “in maniera “unanime”. E anche quella di riportare l’inflazione all’obiettivo” del 2 “è una determinazione unanime. Facciamo quello che dobbiamo fare”, ha rivendicato. E per settembre “le opzioni sono sul tavolo”: potrebbe essere deciso un altro aumento dei tassi oppure la Bce potrebbe confermare i livelli attuali, ha ribadito. Diversi analisti, come quelli di Ebury o di IG Italia vedono un ammorbidimento dei toni da parte della Bce. Secondo gli economisti di Ing, anche se la presidente non lo ha esplicitato troppo, l’effetto psicologico del peggioramento dei dati macroeconomici sull’istituzione è stato pesante. Mentre secondo gli esperti di Pimco, ora la questione chiave, più che il picco dei tassi, sarà quella della durata dei livelli elevati: i mercati potrebbero essere troppo ottimisti sulla tempistica delle future riduzioni da parte della Bce (come del resto sulla Fed). Le Borse europee hanno chiuso con netti rialzi, mentre l’euro è calato sotto 1,10 dollari, sui minimi da un mese laddove la scorsa settimana sopra 1,12 dollari aveva toccato i massimi da quasi un anno e mezzo. (di Roberto Vozzi)

Pnrr, Fitto: fuori misure per 15,9 mld tra cui 6 mld per Comuni

Pnrr, Fitto: fuori misure per 15,9 mld tra cui 6 mld per ComuniRoma, 27 lug. (askanews) – Escono dal Pnrr misure per complessivi 15,9 miliardi di euro, che saranno rifinanziate con altri fonti, come il Piano complementare e le risorse per la coesione territoriale. Questo, ha spiegato il Ministro per gli affari europei e il Pnrr, Raffaele Fitto, l’effetto della proposta generale di revisione del Piano che oggi è stata esaminata nella cabina di regia.

Si tratta per lo più di progetti in essere che sono confluiti nel Pnrr e che in sede di attuazione e rendicontazione hanno mostrato rilevanti criticità. In molti casi i progetti non sono risultati coerenti con le condizioni imposte dal Piano, come il principoio di ‘Non Arrecare Danno Significativo (Do-No-Significant-Harm, DNSH)’ che richiede di impostare i progetti di investimento secondo requisiti stringenti di rispetto dell’ambiente e di sostenibilità. Nello specifico, 6 miliardi di definanziamento riguardano gli interventi per la resilienza del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni, 3,3 miliardi gli investimenti di rigenerazione urbana volti a ridurre l’emarginazione e il degrado sociale, 2,5 miliardi i piani urbani integrati (è il caso degli stadi di Firenze e Venezia), quasi 1,2 miliardi sono relativi alla gestione del rischio alluvione e dissesto idrogeologico, un miliardo l’utilizzo dell’idrogeno, 725 milioni le aree interne, 675 milioni la promozione di impianti innovativi incluso offshore, 300 milioni la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, 110 milioni la tutela del verde urbano e extraurbano.

Fitto ha spiegato che, nel caso dei Comuni interventi per un miliardo riguardavano le strade, che non rientrano nelle opere ammesse ai finanziamenti del Pnrr.

Mimit, presentati francobolli con sovrapprezzo Ucraina. Presente Urso

Mimit, presentati francobolli con sovrapprezzo Ucraina. Presente UrsoRoma, 27 lug. (askanews) – Si è svolta oggi, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, la cerimonia ufficiale di presentazione dei quattro francobolli ordinari appartenenti alla serie tematica ‘il Senso civico’ dedicati alla ‘Salvaguardia dei diritti e delle libertà’, con sovrapprezzo per i profughi dell’Ucraina. Erano presenti il ministro Adolfo Urso, il sottosegretario con delega alla Filatelia, Fausta Bergamotto, il presidente di Poligrafico e Zecca dello Stato, Paolo Perrone, il presidente di Poste Italiane, Silvia Maria Rovere, e l’ambasciatore ucraino in Italia, Yaroslav Melnyk, che ha dato lettura del contributo trasmesso dalla viceministro ucraino della cultura, Halyna Grigorenko. E’ quanto riferisce un comunicato del Mimit.

I francobolli, realizzati dagli artisti ucraini Kateryna Lypovka, Serhiy Smetankin, Yuriy Bandera e Sviatoslav Skorobogatov, rappresentano i dipinti selezionati nell’ambito del concorso “Ukrainian Artist for Italian Stamp” organizzato dal Ministero della Cultura e della Politica dell’Informazione dell’Ucraina, che raffigurano le chiese di Kyiv, il teatro di Mariupol, la piazza di Leopoli ed il porto di Odessa. L’emissione vuole esaltare lo spirito di solidarietà della nostra Nazione: il sovrapprezzo rispetto al valore facciale sarà pari a 3,75 euro. “Quella che abbiamo presentato oggi è la prima emissione in Italia di francobolli con sovrapprezzo, i cui proventi verranno destinati a sostegno del popolo ucraino: un’emissione storica dunque, che avviene proprio mentre le città raffigurate nei francobolli sono sotto pesanti bombardamenti da parte dell’invasore russo. Mi auguro che la maggior parte dei cittadini italiani condivida questa iniziativa e risponda con grande solidarietà, come peraltro è sempre accaduto dal primo giorno del conflitto in Ucraina – ha dichiarato il ministro Adolfo Urso durante la cerimonia -. Presenteremo presto un’analoga iniziativa, un’emissione filatelica con sovrapprezzo, il cui ricavato verrà destinato per la ricostruzione delle zone alluvionate dell’Emilia-Romagna e dei territori interessati dalle eccezionali avversità atmosferiche dello scorso maggio”.

Il sottosegretario Fausta Bergamotto ha sottolineato come “l’emissione di francobolli con sovrapprezzo è un’innovazione in ambito filatelico che abbiamo fortemente voluto con il ministro Urso, e che è stata resa possibile grazie all’approvazione, lo scorso 10 maggio, di una norma specifica dedicata a destinarne il ricavato per cause di solidarietà e beneficienza”. I francobolli, emessi dal Ministero, prodotti dal Poligrafico e Zecca dello Stato e distribuiti da Poste Italiane, saranno caratterizzati dalla tariffazione B zona 1, e quindi potranno essere utilizzati anche verso l’Ucraina: ciascun francobollo sarà diffuso in 400.005 esemplari e commercializzato fino al 31 dicembre 2024.

Bce alza ancora tassi (+25 pb), rifinanziamento al 4,25%, top da 2008

Bce alza ancora tassi (+25 pb), rifinanziamento al 4,25%, top da 2008Roma, 27 lug. (askanews) – La Banca centrale europea ha deciso un nuovo aumento da 25 punti base sui tassi di interesse ufficiali dell’area euro, con cui al 4,25% il riferimento sulle principali operazioni di rifinanziamento segna il massimo dal luglio del 2008. La mossa, ampiamente attesa dagli operatori di mercato, anche perché sostanzialmente prennunciata dalla stessa istituzione, segue un rialzo di portata analoga deciso ieri dalla Federal Reserve, la banca centrale Usa, che ha portato i tassi sul dollaro a una forchetta del 5,25%-5,50%.

In entrambi i casi queste strette monetarie puntano a favorire un calo dell’inflazione, creando un freno all’attività economica tramite condizioni di finanziamento meno convenienti e espansive. Nel comunicato diffuso a seguito del direttorio, la Bce spiega che nonostante i continui cali dell’inflazione “ci si attende tuttora che rimanga troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato” e che “il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare” il suo ritorno tempestivo all’obiettivo del 2%. Il tasso Bce sulle operazioni marginali sale al 4,50% (massimo dal dicembre 2006), quello sui depositi che le banche commerciali parcheggiano presso la stessa istituzione sale al 3,75% (in questo caso per trovare un valore analogo bisogna risalire al massimo storico del dicembre del 2000).

Sulle future decisioni, la Bce ribadisce che “assicureranno che i tassi di interesse di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine”. E che continuerà a seguire “un approccio guidato dai dati”, in particolare le prospettive di inflazione, la dinamica dell’inflazione di fondo e l’intensità della trasmissione della politica monetaria. La prosecuzione della stretta monetaria nell’area euro si accompagna da continue polemiche a causa del timore di caduta in recessione, che viene accentuato da questa manovra. Le ultime indagini sul manifatturiero hanno segnalato i valori di produzione più bassi dal 2020. Parallelamente la Bce sta anche riducendo la mole del suo bilancio, e indirettamente della quantità di liquidità disponibili nel sistema, sia dismettendo parte dei titoli di Stato accumulati negli anni scorsi, quando giungono a scadenze (parziale non rinnovo), sia riducendo i finanziamenti ultra agevolati che aveva erogato alle banche negli anni scorsi.

Da segnalare, poi, che la Bce ha deciso di azzerare la remunerazione delle riserve obbligatorie che le banche devono detenere presso la stessa istituzione. “Questa decisione preserverà l’efficacia della politica monetaria, mantenendo l’attuale grado di controllo sulla sua intonazione e assicurando la completa trasmissione delle decisioni sui tassi ai mercati monetari. Allo stesso tempo, migliorerà l’efficienza della politica monetaria, riducendo l’ammontare complessivo degli interessi da corrispondere”, si legge. Archiviata come da attese la decisione sui tassi, ora l’attenzione si sposta sulla conferenza stampa esplicativa della presidente Christine Lagarde.

Lavoro, Inps: ore Cig a giugno -15% rispetto a maggio

Lavoro, Inps: ore Cig a giugno -15% rispetto a maggioRoma, 27 lug. (askanews) – Le ore di cassa integrazione complessivamente autorizzate nello scorso mese di giugno sono state 29,4 milioni, il 14,9% in meno rispetto al precedente mese di maggio (34,5 milioni) e il 40,9% in meno rispetto a giugno 2022, nel corso del quale erano state autorizzate 49,7 milioni di ore. Lo comunica l’Inps nel report mensile.

Per quanto riguarda le singole tipologie d’intervento, le ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate a giugno 2023 sono state 18,5 milioni. Nel mese di maggio erano state autorizzate 18,3 milioni di ore: di conseguenza, la variazione congiunturale è dello 0,8%. A giugno 2022, le ore autorizzate erano state 16 milioni. Il numero di ore di cassa integrazione straordinaria autorizzate a giugno 2023 è di 10,3 milioni, di cui 4,7 milioni per solidarietà, con un decremento del -52,0% rispetto a quanto autorizzato nello stesso mese dell’anno precedente (21,4 milioni di ore). Nel mese di giugno 2023, rispetto al mese precedente (14 milioni di ore), si registra una variazione congiunturale pari al -27,0%.

Gli interventi in deroga autorizzati nel mese di giugno 2023 sono stati pari a 260 ore. La variazione congiunturale rispetto al mese precedente (434mila ore) registra un decremento pari al -99,9%. A giugno 2022 le ore autorizzate in deroga erano state 229mila, con una variazione tendenziale del -99,9%. Il numero di ore autorizzate a maggio 2023 nei fondi di solidarietà è pari a 653mila e registra un decremento del -61,6% rispetto al mese precedente (1,7 milioni di ore). Nel mese di giugno 2022 le ore autorizzate sono state 12,1 milioni, con una variazione tendenziale del -94,6%.

Istat, a luglio cresce fiducia per imprese ma cala per consumatori

Istat, a luglio cresce fiducia per imprese ma cala per consumatoriRoma, 27 lug. (askanews) – A luglio l’indice di fiducia delle imprese aumenta, passando da 108,2 a 109,1, recuperando parzialmente i cali dei due mesi precedenti. La crescita dell’indicatore è determinata dal comparto dei servizi e da quello delle costruzioni. L’indice di fiducia dei consumatori invece si riduce pur mantenendosi sopra il livello medio del periodo gennaio-giugno 2023, da 108,6 a 106,7. Lo rende noto l’Istat segnalando “un deciso peggioramento delle opinioni sulla situazione economica generale (ivi comprese le attese sulla disoccupazione) e delle attese sulla situazione economica personale”. Tutte le serie componenti l’indice di fiducia dei consumatori si deteriorano eccetto i giudizi sull’opportunità di risparmiare nella fase attuale. I quattro indicatori calcolati mensilmente a partire dalle stesse componenti riflettono le variazioni registrate dalle singole variabili: il clima economico e il clima futuro calano, rispettivamente, da 127,6 a 123,4 e da 118,4 a 115,0); il clima personale e quello corrente diminuiscono in modo più contenuto (nell’ordine, da 102,2 a 101,1 e da 102,0, a 101,0). Con riferimento alle imprese, tutti i comparti indagati registrano un aumento dell’indice di fiducia ad eccezione di quello manifatturiero. Più in dettaglio, l’indice di fiducia sale nei servizi di mercato (da 103,7 a 105,6), nel commercio al dettaglio (da 110,5 a 111,2) e, soprattutto, nelle costruzioni (da 162,5 a 166,5); invece nel comparto manifatturiero l’indice è in ripiegamento (da 100,2 a 99,3). Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura peggiorano i giudizi sugli ordini e aumentano le attese sul livello della produzione; le scorte rimangono sostanzialmente stabili. Nei servizi di mercato e nelle costruzioni tutte le componenti sono orientate all’ottimismo mentre nel commercio al dettaglio giudizi favorevoli sulle vendite si associano ad un aumento del saldo delle opinioni sulle scorte e ad una diminuzione delle attese sulle vendite. In relazione alle domande rivolte alle imprese manifatturiere trimestralmente, si stima una diminuzione, per la terza rilevazione consecutiva, del numero di imprese che segnala ostacoli alla produzione (la relativa percentuale passa dal 39,3% stimata ad aprile 2023 al 38,2% di luglio 2023); tra queste ultime, cresce la quota di imprese che evidenziano, tra gli ostacoli stessi, l’insufficienza della domanda.

Giorgetti dice che è allo a studio una ipotesi di riforma del canone Rai con un graduale calo

Giorgetti dice che è allo a studio una ipotesi di riforma del canone Rai con un graduale caloRoma, 27 lug. (askanews) – “Ci sono allo studio varie ipotesi di riforma del canone Rai, che si differenziano anche in base all’orizzonte temporale”. Lo ha riferito il Ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, nell’audizione in Commissione di vigilanza Rai sulla schema di contratto di servizio.

Giorgetti ha aggiunto che per “definire meglio le ipotesi di riforma e il perimetro del servizio pubblico è stato convocato uno specifico tavolo presso il Mef, in un’ottica di breve periodo”. Garantendo l’attuale livello di finanziamento pubblico, ha precisato il Ministro “una delle ipotesi di riforma prevede lo scorporo dal canone della quota destinata agli investimenti sostenuti dalla Rai per ottimizzare la capacità trasmissiva. Tale quota, che ammonta a circa 300 milioni di euro annui, potrebbe essere posta a carico della fiscalità generale con un graduale calo del canone”.

Rai, Giorgetti: ipotesi legare canone a possesso smartphone

Rai, Giorgetti: ipotesi legare canone a possesso smartphoneRoma, 27 lug. (askanews) – Considerando “un’ottica di ampio periodo” si potrebbe valutare la possibilità di legare il pagamento del canone televisivo al possesso di uno smartphone, in considerazione delle nuovo modalità di fruizione dei contenuti della Rai. Lo ha spiegato il ministro dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, nell’audizione in Commissione di vigilanza Rai sullo schema di contratto di servizio.

Per la riforma del canone, ha detto “ci si deve interrogare sul presupposto dell’imposta, che attualmente è legato al possesso di un apparecchio televisivo in presenza di un contratto di energia . Ma le nuove modalità di trasmissione e di sviluppo di piattaforme multimediali come Raiplay consentono di accedere ai contenuti della Rai utilizzando diversi device, come smartphone e tablet. Qualora quindi il presupposto dell’imposta dovesse essere il possesso di una utenza telefonica mobile, l’ampliamento della platea comporterebbe la riduzione del canone pro capite. Basti pensare che oggi il canone risulta pagato da 21 milioni di soggetti mentre le utenze telefoniche attive sono circa 107 milioni”.

Rialzo tassi e inflazione “bruciano” 693 mld di richezza famiglie

Rialzo tassi e inflazione “bruciano” 693 mld di richezza famiglieRoma, 27 lug. (askanews) – “La Bce sta provando a contrastare l’inflazione e a difendere l’euro dalla svalutazione rispetto al dollaro attraverso l’aumento dei tassi di interesse. Questa politica monetaria, però, rappresenta una tassa sul macinato per famiglie e imprese. L’impennata dei tassi di interesse e l’inflazione hanno bruciato, infatti, 693 miliardi di ricchezza finanziaria delle famiglie. E lo scorso anno il potere d’acquisto delle famiglie si è ridotto di 100 miliardi di euro: almeno 3.800 euro a famiglia su base annua”. Lo afferma Maurizio Gardini, presidente Confcooperative commentando il focus Censis – Confcooperative “L’Italia fa i conti con i tassi d’interesse”.

Secondo tale focus, l’impatto sarebbe stato molto più pesante senza gli interventi governativi: “nelle analisi operate dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio – si legge -, l’ammontare delle misure a favore di famiglie e imprese e di contrasto all’inflazione (riduzione accise sui carburanti, bonus sociali, esoneri contributivi, crediti d’imposta, ecc.) ha raggiunto i 119 miliardi di euro: 5,6 miliardi nel 2021, 70 miliardi nel 2022, 35,1 nel 2023. (Altri 8,2 miliardi avranno corso nel prossimo biennio 2024-2025)”. “Premesse queste – prosegue Gardini – che rappresentano un fardello pesante per le prospettive di crescita dei prossimi anni con una bolletta che salirebbe fino 100 miliardi di interessi da corrispondere sul debito entro il 2026”.