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Renault e Nissan raggiungono intesa definitiva su nuovo assetto

Renault e Nissan raggiungono intesa definitiva su nuovo assettoMilano, 26 lug. (askanews) – Renault e Nissan firmano gli accordi “definitivi” sul riassetto dell’alleanza tra le case automobilistiche (a cui partecipa anche Mitsubishi). Come già annunciato a febbraio, Renault e Nissan avranno partecipazioni incrociate per il 15% delle rispettive società; mentre Renault trasferirà il 28,4% elle azioni Nissan in un trust francese. Ci si aspetta che il nuovo assetto possa essere operativo dall’ultimo trimestre del 2023.

Nell’ambito degli accordi, Nissan si è impegnata a investire 600 milioni di euro in Ampere, società del gruppo Renault per lo sviluppo della mobilità elettrica, divetandone un investitore strategico. Makoto Uchida, presidente e ceo di Nissan, ha spiegato che “con la finalizzazione degli accordi definitivi, siamo entrati nella prossima fase di collaborazione con Renault e Mitsubishi Motors in aree di innovazione reciprocamente vantaggiose. Questo creerà ulteriore valore attraverso iniziative allineate all’ambizione 2030 di Nissan e alla strategia di elettrificazione. L’opportunità di investimento in Ampere integra e rafforza l’attuale spinta elettrica di Nissan in Europa e produrrà numerose sinergie, tra cui l’efficienza dei costi, la conformità alle normative e una più ampia gamma di prodotti e propulsori elettrici”.

Luca de Meo, ceo del Gruppo Renault, ha spiegato che “questi accordi ci forniscono una solida base per riattivare le attività commerciali in tutto il mondo nei mercati chiave, con il potenziale di generare centinaia di milioni di valore per Renault, Nissan, Mitsubishi e gli stakeholder. Ci danno l’agilità strategica di cui abbiamo bisogno più che mai in un ambiente in rapida evoluzione come quello attuale. Siamo tutti impegnati con la giusta mentalità e accogliamo Nissan come un partner forte nel nostro prossimo EV e Software pure player Ampere”.

Edison: nel primo semestre Mol +33% a 829 milioni, utile netto -7%

Edison: nel primo semestre Mol +33% a 829 milioni, utile netto -7%Milano, 26 lug. (askanews) – Edison ha chiuso i primi sei mesi dell’anno con un margine operativo lordo in crescita del 33,3% a 829 milioni. A trainare la crescita, spiega il gruppo, è stato il crescente contributo delle vendite del segmento Gas&Power sul mercato finale, della produzione rinnovabile, nonché dei servizi energetici e ambientali. L’utile netto è pari a 187 milioni (-7%), anche a causa degli oneri dipendenti dalle attività di rigenerazione territoriale nelle aree degli stabilimenti ex Montedison. I risultati risentono, inoltre, di un forte impatto negativo derivante dal ritardo nelle consegne di Gnl dagli Stati Uniti, che ha indotto la Società ad avviare un contenzioso arbitrale.

I ricavi di vendita si sono attestati a 9,973 miliardi, in calo dai 13,22 miliardi del primo semestre del 2022, risentendo soprattutto della contrazione dei volumi e dei prezzi del gas naturale venduto, che ha portato i ricavi della Filiera Attività Gas a 6,783 miliardi (-34,3% rispetto al primo semestre 2022). In lieve flessione anche i ricavi della Filiera Energia Elettrica (-2,5% a 4,374 mld), per effetto principalmente della contrazione della produzione termoelettrica, in parte compensata dall’incremento di quella rinnovabile (+9%) che ha beneficiato della ripresa dell’idroelettrico e dell’aumento della generazione eolica a seguito dell’entrata in produzione dell’impianto di Mazara 2 e di una variazione di perimetro, legata all’acquisizione di 66 MW eolici in Campania, avvenuta a luglio 2022. L’indebitamento finanziario al 30 giugno si attesta a 191 milioni da 477 milioni del 31 dicembre 2022, grazie ai buoni risultati della gestione operativa, che mette il Gruppo nelle condizioni di rafforzare ulteriormente la sua posizione nei business della transizione energetica.

Deutsche Bank: nel semestre ricavi +8%, utile cala a 2,3 miliardi

Deutsche Bank: nel semestre ricavi +8%, utile cala a 2,3 miliardiMilano, 26 lug. (askanews) – Deutsche Bank archivia la prima parte del 2023 con ricavi in crescita dell’8% a 15,1 miliardi di euro, con un utile netto di 2,3 miliardi di euro in calo del 7% in un anno “per un maggiore tax rate”. L’utile ante imposte è di 3,3 miliardi di euro, “il livello più alto dal 2011”, fa sapere l’istituto tedesco.

Christian Sewing, ad di Deutsche Bank, ha spiegato che “nella prima metà del 2023 abbiamo dimostrato ancora una volta una buona dinamica di crescita. Questo ci mette sulla buona strada per raggiungere i nostri obiettivi finanziari per il 2025. I riacquisti di azioni che abbiamo pianificato ci permettono di raggiungere i nostri obiettivi di distribuzione di capitale ai nostri azionisti”. Il piano di buyback prevede 450 milioni di riacquisti nel 2023, per 1,75 milioni di euro di capitale agli azionisti nel 2022-2023.

Unicredit: utile primo semestre record a 4,4 miliardi

Unicredit: utile primo semestre record a 4,4 miliardiMilano, 26 lug. (askanews) – Il gruppo Unicredit ha chiuso il primo semestre 2023 con un utile netto di 4,4 miliardi, in aumento del 91,5% semestre su semestre. L’utile netto del solo secondo trimestre sale a 2,3 miliardi, sopra le stime. Si tratta, spiega la banca guidata da Andrea Orcel, del miglior primo semestre di sempre e del decimo trimestre consecutivo di crescita della redditività.

Il RoTE1 è al 20,8%. La crescita dei ricavi nel secondo trimestre è stata del 24,4% a 5,9 miliardi, oltre il consensus degli analisti. A fine giugno il CET1 ratio è al 16,64%, al netto di 1,5 miliardi di dividendi maturati nel primo semestre.

Il ministero del Lavoro: in arrivo l’estensione della Cig per gli eventi estremi

Il ministero del Lavoro: in arrivo l’estensione della Cig per gli eventi estremiRoma, 25 lug. (askanews) – In arrivo norme per la gestione dell’emergenza caldo in edilizia e agricoltura, affiancate da un documento quadro – declinato in protocolli settoriali fra le parti assistite dai Ministeri del Lavoro e delle Politiche Sociali e della Salute – per il contenimento dei rischi lavorativi da esposizione ad alte temperature negli ambienti di lavoro. Lo rende noto il ministero del Lavoro dopo l’incontro di oggi con le parti sociali.

Nel corso della riunione del tavolo di questa mattina tra il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, il Sottosegretario Claudio Durigon, il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, l’Inl, l’Inps, l’Inail, l’Anci, l’Upi, la Conferenza delle Regioni, le associazioni datoriali e sindacali “è stato annunciato un provvedimento che estende la possibilità di chiedere la cassa integrazione ad ore in caso di eventi estremi non evitabili, escludendola dal computo delle settimane del biennio mobile. La novità riguarda la Cigo per l’edilizia e la Cisoa per l’agricoltura, i settori più esposti alle alte temperature”. Il tavolo di confronto si è soffermato, inoltre, sulla bozza di linee guida per la riduzione del rischio dei lavoratori esposti alle alte temperature, elaborata dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal ministero della Salute e consegnata alle parti sociali per una sua analisi e implementazione.

“Condivisa l’opportunità di demandare alla contrattazione territoriale il dettaglio dei contenuti delle linee guida a partire da uno schema unico a livello nazionale”, spiega il Ministero.

Ddl capitali, Adiconsum: serve mercato borsistico-finanziario efficiente

Ddl capitali, Adiconsum: serve mercato borsistico-finanziario efficienteRoma, 25 lug. (askanews) – “Il 27 luglio è il termine per la presentazione degli emendamenti al DDL Capitali al centro del dibattito politico e del lavoro della Commissione Finanze del Senato. Sul tema si è espresso anche il Presidente della Consob prof. Savona e condividiamo, che senza un mercato borsistico e finanziario adeguato, un paese non può reggere, perché l’assenza di un vero mercato genera distorsioni, in particolare a discapito dei risparmiatori e dei piccoli azionisti”. A dirlo è il presidente di Adiconsum Carlo De Masi che spiega: “Ciò non toglie che le eventuali nuove norme debbano servire soprattutto a garantire chi è minoranza e vogliono poter partecipare alla scelta del consiglio, anche attraverso il passaggio di mano da un consiglio in scadenza (se ha operato bene) a un altro consiglio di pari professionalità affinchè la società faccia utili e cresca di valore con senso di responsabilità sociale”.

“Occorre una grande attenzione sul provvedimento del voto maggiorato – afferma Carlo Piarulli Capo Dipartimento Credito e Finanza di Adiconsum – richiesto essenzialmente da chi vorrebbe sia cancellata una regola in vigore sui maggiori mercati internazionali e cioè che il consiglio uscente non possa indicare una lista di candidati per il nuovo consiglio”. “E’ nostro interesse – prosegue Piarulli – che il risparmio degli italiani, possa diventare uno straordinario serbatoio di sviluppo per il nostro paese e che sia investito nelle attività produttive italiane, anziché destinato in gran parte nei Fondi Comuni che per il 75% sono di origine estera. Per indirizzarlo in Italia è essenziale che ci sia un’industria del risparmio gestito all’altezza della situazione, all’insegna della democrazia economica, con una Borsa vera ed efficiente”.

Il Fondo monetario internazionale rivede al rialzo la crescita dell’Italia: +1,1% nel 2023 e +0,9% nel ’24

Il Fondo monetario internazionale rivede al rialzo la crescita dell’Italia: +1,1% nel 2023 e +0,9% nel ’24Roma, 25 lug. (askanews) – Migliorano le previsioni per l’economia italiana, malgrado il contesto di rallentamento in corso nell’area euro e nell’economia mondiale. il Fondo Monetario Internazionale nel suo aggiornamento al World Economic Outlook, appena pubblicato, grazie al rafforzamento dei servizi e del turismo ha rivisto al rialzo la crescita dell’Italia di 0,4 punti percentuali rispetto alle precedenrti stime di aprile portandola all’1,1% con la stima per il 2024 anch’essa aumentata di un decimo di punto allo 0,9%. Analoga revisione quest’anno, +1,0 punti percentuali, per la Spagna. Diversa la situzione della Tuttavia Germania che, a causa della debolezza della produzione manifatturiera e della contrazione economica registrata nel primo trimestre del 2023 ha visto le previsioni riviste al ribasso (0,2 punti percentuali) a -0,3%.

Il Fmi prevede che la crescita nell’area dell’euro diminuirà dal 3,5% nel 2022 allo 0,9% nel 2023, prima di salire all’1,5% nel 2024. La previsione è sostanzialmente invariata, ma con un cambiamento in composizione per il 2023. A livello globale gli economisti di Washington prevedono che la crescita scenderà da una stima del 3,5% nel 2022 al 3,0% sia nel 2023 che nel 2024. Mentre la previsione per il 2023 è leggermente superiore a quella prevista nel World Economic Outlook di aprile 2023 (WEO), rimane debole rispetto agli standard storici. L’aumento dei tassi ufficiali delle banche centrali per combattere l’inflazione continua a pesare sull’attività economica. L’inflazione globale dovrebbe scendere dall’8,7% nel 2022 al 6,8% nel 2023 e 5,2% nel 2024. Si prevede che l’inflazione sottostante (core) diminuirà più gradualmente, mentre le previsioni sull’inflazione nel 2024 sono state riviste al rialzo.

Fmi rivede al rialzo crescita Italia a +1,1% in 2023 e +0,9% in’24

Fmi rivede al rialzo crescita Italia a +1,1% in 2023 e +0,9% in’24Roma, 25 lug. (askanews) – Migliorano le previsioni per l’economia italiana, malgrado il contesto di rallentamento in corso nell’area euro e nell’economia mondiale. il Fondo Monetario Internazionale nel suo aggiornamento al World Economic Outlook, appena pubblicato, grazie al rafforzamento dei servizi e del turismo ha rivisto al rialzo la crescita dell’Italia di 0,4 punti percentuali rispetto alle precedenrti stime di aprile portandola all’1,1% con la stima per il 2024 anch’essa aumentata di un decimo di punto allo 0,9%. Analoga revisione quest’anno, +1,0 punti percentuali, per la Spagna. Diversa la situzione della Tuttavia Germania che, a causa della debolezza della produzione manifatturiera e della contrazione economica registrata nel primo trimestre del 2023 ha visto le previsioni riviste al ribasso (0,2 punti percentuali) a -0,3%.

Il Fmi prevede che la crescita nell’area dell’euro diminuirà dal 3,5% nel 2022 allo 0,9% nel 2023, prima di salire all’1,5% nel 2024. La previsione è sostanzialmente invariata, ma con un cambiamento in composizione per il 2023. A livello globale gli economisti di Washington prevedono che la crescita scenderà da una stima del 3,5% nel 2022 al 3,0% sia nel 2023 che nel 2024. Mentre la previsione per il 2023 è leggermente superiore a quella prevista nel World Economic Outlook di aprile 2023 (WEO), rimane debole rispetto agli standard storici. L’aumento dei tassi ufficiali delle banche centrali per combattere l’inflazione continua a pesare sull’attività economica. L’inflazione globale dovrebbe scendere dall’8,7% nel 2022 al 6,8% nel 2023 e 5,2% nel 2024. Si prevede che l’inflazione sottostante (core) diminuirà più gradualmente, mentre le previsioni sull’inflazione nel 2024 sono state riviste al rialzo.

Eurozona, a luglio Pmi manufatturiero sceso a 41,7, minimi da 38 mesi

Eurozona, a luglio Pmi manufatturiero sceso a 41,7, minimi da 38 mesiMilano, 24 lug. (askanews) – L’indice Pmi flash composito della produzione nell’Eurozona a luglio è sceso a 48,9 (a giugno era 49,9), valore minimo in otto mesi. L’indice Pmi manifatturiero invece nell’Eurozona a luglio è sceso a 42,7 (a giugno: 43.4). Valore minimo in 38 mesi

Dalla lettura degli ultimi dati raccolti dall’indagine Hcob Pmi flash prodotta di S&P Global, la produzione economica dell’eurozona di luglio è diminuita al tasso più veloce in otto mesi, segnalando un debole inizio del terzo trimestre. Il peggioramento degli indicatori che anticipano le tendenze future quali l’indice delle previsioni dell’attività futura e quello dei nuovi ordini ricevuti mostra per i prossimi mesi un possibile inasprimento della contrazione spingendo quindi le aziende a rinunciare ai loro piani di assunzione del personale. La pressione sui prezzi ha intanto segnato un calo, con i prezzi medi di vendita che hanno indicato il rialzo più lento in quasi due anni e mezzo. I prezzi di vendita delle aziende manifatturiere, a causa del crollo della domanda, sono calati ad un tasso mai osservato dal picco della crisi finanziaria del 2009, mentre l’inflazione dei prezzi di vendita delle aziende del terziario è diminuita al livello minimo in 21 mesi.

Bce, FT: Cipollone è il favorito a succedere a Panetta

Bce, FT: Cipollone è il favorito a succedere a PanettaMilano, 23 lug. (askanews) – Piero Cipollone è il candidato favorito dal governo italiano per sostituire Fabio Panetta, il membro del comitato esecutivo della Bce destinato a diventare Governatore della Banca d’Italia nel corso dell’anno. Lo scrive il Financial Times nella sua edizione online.

Cipollone – classe 1962, laurea in Economia all’Università di Roma La Sapienza, con un Master of Arts in Economics a Stanford – è membro del direttorio e vice direttore generale di Bankitalia dal 1 gennaio 2020. Cipollone entra nel 1993 in Bankitalia, assegnato al Servizio Studi, dove lavora per 15 anni. Economista nell’ufficio Bilancia dei Pagamenti, nel 2004 assume la direzione dell’ufficio Mercato del Lavoro. Nel 2007 è nominato commissario straordinario, poi presidente dell’Istituto di ricerca Invalsi, carica che lascia nel 2011. Dal 2010 all’ottobre 2014 è Direttore esecutivo alla Banca Mondiale in rappresentanza dell’Italia, dell’Albania, della Grecia, di Malta, del Portogallo, di San Marino e di Timor-Leste, e ricopre, tra l’altro, la carica di Chairman dell’Audit Committee. Rientrato in Bankitalia, dal novembre 2014 è Capo del Servizio Pianificazione e controllo. Dal 1 gennaio 2017 al 30 settembre 2019 è Vice Capo del Dipartimento Bilancio e controllo, divenuto nel settembre 2017 Dipartimento Circolazione monetaria e bilancio. Dal settembre 2018 al settembre 2019, Cipollone è stato consulente della Presidenza del Consiglio dei Ministri per gli affari economici. Dal 1 ottobre 2019 al 31 dicembre 2019 è Funzionario generale con l’incarico di alta consulenza al Direttorio per l’organizzazione delle funzioni della Banca e le relazioni istituzionali. Anche altri Stati membri dell’eurozona potrebbero proporre i propri candidati, sottolinea l’FT, nonostante la convenzione che prevede che a ciascuna delle quattro grandi economie dell’eurozona venga assegnato un seggio nel consiglio della Bce, composto da sei membri. Anche il Parlamento europeo, scrive l’FT, potrebbe esercitare pressioni affinché venga nominata una donna per migliorare la diversità nel Consiglio direttivo, che comprende i 20 governatori delle banche centrali nazionali e in cui 24 dei 26 membri sono uomini.