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Pnrr, Fitto: lavoriamo ora a revisione complessiva obiettivi al 2026

Pnrr, Fitto: lavoriamo ora a revisione complessiva obiettivi al 2026Roma, 19 lug. (askanews) – Il governo sta lavorando ora “non solo alla modifica degli obiettivi della quarta rata, ma ad una revisione complessiva degli obiettivi al giugno 2026”. Lo ha riferito il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, nell’audizione nelle Commissioni bilancio e politiche europee di Camera e Senato sulla relazione sullo stato di attuazione del Pnrr.

“Vogliamo valutare ora gli obiettivi da modificare rispetto alle prossime scadenze fino a giugno 2026. Questo – ha spiegato il Ministro – ci sonsentirà di evitare di trovarci nella situazione di prendere atto tardi dell’impossibilità di raggiungere obiettivi fissati in un periodo precedente”.

Abi a banche: subito misure per alleggerire caro mutui variabili

Abi a banche: subito misure per alleggerire caro mutui variabiliRoma, 19 lug. (askanews) – L’Abi ha diffuso una lettera circolare per promuovere l’adozione da parte dei propri associati di misure in favore delle famiglie con mutui a tasso variabile senza cap, al fine di attenuare gli impatti dell’incremento dei tassi d’interesse sull’importo delle rate. “Data la rilevanza dell’iniziativa è fondamentale un’ampia e tempestiva adesione da parte del mondo bancario e finanziario”, chiede Abi agli associati.

Tali misure potrebbero consistere nell’allungamento del piano di ammortamento dei finanziamenti per l’acquisto della prima casa; nell’ampliamento della platea dei beneficiari della rinegoziazione dei contratti di mutuo ipotecario, introdotta dall’articolo 1, comma 322, della Legge 29 dicembre 2022, nnumero 197 (ad esempio, ammettendo alla misura anche soggetti con reddito Isee o con mutui di importo più elevato rispetto a quanto previsto dalla legge); nella ulteriore diffusione della conoscenza presso la propria clientela della possibilità di ricorrere Fondo di solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa (cosiddetto Fondo Gasparrini), al fine di sospendere – al verificarsi di specifici eventi – il pagamento delle rate del finanziamento. “Le misure – spiega Abi – saranno realizzate su richiesta e d’intesa con coloro che hanno scelto di sottoscrivere un mutuo a tasso variabile, senza nuovi oneri, secondo le possibilità operative delle singole banche e compatibilmente con i limiti imposti dalla regolamentazione europea e le condizioni anagrafiche dei soggetti beneficiari”.

Le banche e gli intermediari finanziari che intendono aderire all’iniziativa lo comunicano: alla clientela attraverso i propri siti internet e/o l’affissione nelle filiali di specifici avvisi all’Abi – che pubblicherà l’elenco dei soggetti aderenti sul proprio sito internet. Ciascuna banca o intermediario finanziario aderente all’iniziativa potrà offrire alla propria clientela condizioni migliorative rispetto a quelle indicate in precedenza, ovvero adottare ulteriori misure per affrontare gli impatti dell’incremento dei tassi di interesse sui mutui a tasso variabile.

All’aeroporto di Catania in progressivo aumento il numero dei voli in partenza

All’aeroporto di Catania in progressivo aumento il numero dei voli in partenzaRoma, 19 lug. (askanews) – Aumentano progressivamente i voli in partenza dall’aeroporto di Catania dopo l’incendio nel terminal A del 16 luglio scorso. Lo comunicano l’Enac e la società di gestione dell’aeroposto Sac in una nota.

“In coordinamento con la Protezione Civile – spiegano -, è in fase di realizzazione una tensostruttura che permetterà di aumentare la capienza del Terminal C e di conseguenza il numero di voli operati ogni ora, nonché di agevolare l’attesa e le operazioni di imbarco”. “A breve, dunque – prosegue la nota -, il numero dei voli in partenza sarà aumentato dagli attuali due all’ora a quattro e, successivamente, fino a sette l’ora. Nel frattempo, grazie alla collaborazione con il Prefetto Maria Carmela Librizzi e con il Governatore Renato Schifani, che ha richiamato tutti al senso di responsabilità comune per garantire il diritto alla mobilità dei cittadini, è entrato a regime il sistema di trasferimento con navette dei passeggeri verso gli scali di Comiso, Palermo e Trapani: il servizio proseguirà nei prossimi giorni”.

“In particolare, in conformità alle dichiarazioni del Presidente Schifani che ha stigmatizzato la decisione della società Gesap di Palermo di limitare l’utilizzo dello scalo – conclude la nota -, l’Enac rivendica il proprio ruolo di autorità nel determinare la capacità degli aeroporti siciliani a supporto dell’operatività di Catania. Al contempo, infine, verrà adottato un Notam (Notice to Airmen – avviso ai naviganti) di chiusura del Terminal A per ulteriori 5 giorni per favorire una migliore comunicazione con i passeggeri che potranno avere precise indicazioni sulla riprotezione dei voli”.

Microsoft-Activision,Scadenza fusione prorogata fino a 18 ottobre

Microsoft-Activision,Scadenza fusione prorogata fino a 18 ottobreNew York, 19 lug. (askanews) – Mercoledì Microsoft e Activision Blizzard hanno concordato di prorogare la scadenza del loro accordo di fusione fino al 18 ottobre. A dichiararlo in una nota stampa sugli utili è stata la stessa Activision.

Microsoft e Activision Blizzard hanno in programma di continuare a lavorare per completare il loro accordo da 75 miliardi di dollari risolvendo i problemi normativi persistenti, hanno detto martedì persone che hanno familiarità con entrambe le società. L’accordo era scaduto a mezzanotte del 18 luglio: la proroga spiega che nessuna delle due società intende interrompere la fusione. Se ciò avvenisse, Microsoft dovrebbe versare 3 miliardi di dollari di commissione. Le due società sono impegnate a risolvere alcuni problemi normativi soprattutto con l’autorità britannica per la concorrenza e i mercati che vede nella fusione un possibile danno al mercato del cloud gaming, o nello streaming di videogiochi su Internet.

L’accordo ha ottenuto l’approvazione normativa in Europa, Cina e altri mercati, ma ha incontrato ostacoli anche negli Usa, dove un giudice ha bloccato la richiesta di bloccare la fusione, arrivata da parte della Federal Trade Commission.

Agcom: il digitale è fondamentale nelle telecomunicazioni ma calano i ricavi e gli investimenti

Agcom: il digitale è fondamentale nelle telecomunicazioni ma calano i ricavi e gli investimentiRoma, 19 lug. (askanews) – La trasformazione digitale è fondamentale per lo sviluppo del paese ma le dinamiche competitive del settore delle telecomunicazioni in Italia lo stanno mettendo sotto pressione con un calo considerevole dei ricavi che va avanti da anni e che impatta inevitabilemente sugli investimenti. Lo ha sottolineato il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Giacomo Lasorella nella sua Relazione al Parlamento in cui ha tracciato un quadro del settore dei media in Italia auspicando inoltre di potere avere un quadro definito sul riassetto proprietario e strutturale “dell’operatore dominante” al centro della partita per la vendita della rete infrastrutturale Netco.

“Il settore delle comunicazioni elettroniche conosce nell’anno 2022 una ulteriore riduzione in termini di risorse complessive pari al 3,3% (-2,8 nel 2021) nell’ambito di un quadro macroeconomico che, pur caratterizzato da rilevanti dinamiche inflattive, si mostra nei suoi indicatori principali (Pil, consumi delle famiglie ed investimenti), in sostanziale ripresa”, rileva l’Agcom . Il valore complessivo del settore si attesta oggi intorno ai 27 miliardi di euro, con una flessione, nel quinquennio 2018-2022 dell’ordine del 13,7%, pari a circa 4,3 miliardi di euro. Tale flessione è ascrivibile principalmente al calo delle risorse della rete mobile, il cui valore – oggi pari a 11,74 miliardi di euro – appare ridotto del 5,3% rispetto al 2021, mentre i servizi di rete fissa – con un valore complessivo pari a 15,19 miliardi di euro – mostrano una riduzione più contenuta (-1,7%).

Ne deriva che la “riduzione delle risorse disponibili” nel settore delle telecomunicazioni “ha avuto effetti negativi anche sull’andamento degli investimenti: in rapporto ai ricavi, nel 2022, gli investimenti restano superiori al 25% ma si riducono in misura non marginale in termini assoluti (-7,3%, passando da 7,49 a 6,95 miliardi di euro)”. Tuttavia le nuove modalità di comunicazione, di organizzazione del lavoro e di consumo di media (streaming in particolare), che, seppur già in atto da tempo, hanno caratterizzato la fase pandemica, hanno prodotto mutamenti di natura strutturale che trovano conferma nelle ultime evidenze disponibili.

Tra il 2013 ed il 2022 il numero delle linee a larga banda in rapporto a quelle complessive è passato dal 66,4% al 93,6%, e, tra queste, quelle con maggiore velocità di connessione (Fttc-Ftth) sono cresciute dall’1,6% al 69,1%. Quanto alla diffusione dei servizi a larga banda sul territorio italiano, a fine 2022 si stima che gli accessi broadband e ultrabroadband residenziali e affari siano pari a 18,6 milioni. Una quota pari all’81% (77% nel 2021) degli accessi ultrabroadband è commercializzata con velocità pari o superiore a 30 Mbit/s mentre il 68% (61,6% nel 2021) supera i 100 Mbit/s.

Complessivamente si stima siano disponibili 31,6 linee ogni 100 abitanti anche se permangono, come già evidenziato in passato, non marginali differenze territoriali nella penetrazione di tali servizi. Del resto lo stesso andamento del mercato televisivo rispecchia i cambiamenti in corso nelle modalità di connessione. Il broadbad e ultrabroadband sono sempre più necessari perchè le modalità di fruizione di tv, video e intrattenimento in generale avvengono sempre più via internet, con un boom delle piattaforme. Valutando la concentrazione nel settore televisivo, . Spiega Agcom – nell’ultimo anno ne va sottolineata una diminuzione del livello sebbene i primi tre operatori detengano ancora il 73% delle risorse complessive, pari a circa 8 miliardi (-0,3% sul 2021). Rai, come nel 2021, occupa la prima posizione (con una quota prossima al 30%), davanti a Comcast/Sky (23%), che continua a scontare il decremento dei ricavi da vendita di abbonamenti. Fininvest, attiva nel settore mediante le società del gruppo Mfe-Mediaset, mantiene il terzo posto (detenendo circa il 20% del totale degli introiti televisivi). Lo rileva la Relazione al parlamento sull’attività del 2022 dell’Autorità per le garanzie nelle cominicazioni. Tra i restanti operatori, anche in ragione dell’attrattività dei contenuti premium (quali film, serie tv, eventi sportivi come il campionato di calcio di Serie A o la Champions League) che compongono le proprie offerte, aumenta sensibilmente l’incidenza delle piattaforme online (tra cui Netflix, Dazn, Tim, Disney +, Prime Video), che guadagnano porzioni di ricavi, arrivando a rappresentare congiuntamente il 17% delle risorse economiche del settore televisivo (+5 punti percentuali rispetto al 2021).

Inps: 853.842 pensioni in 2022 e 370.136 in primi 6 mesi 2023

Inps: 853.842 pensioni in 2022 e 370.136 in primi 6 mesi 2023Roma, 19 lug. (askanews) – Il totale delle pensioni con decorrenza nel 2022 è di 853.842, per un importo medio mensile alla decorrenza di 1.180 euro. Quelle con decorrenza nel periodo gennaio-giugno 2023 sono state 370.136 in totale, per un importo medio di 1.168 euro. Lo ha rilevato l’Inps nell’osservatorio sul monitoraggio dei flussi di pensionamento, relativo alle pensioni con decorrenza nel 2022 e nei primi sei mesi del 2023, con rilevazione al 2 luglio 2023.

Tali valori – spiega l’Inps – si riferiscono alle pensioni di vecchiaia, agli assegni sociali, alle pensioni anticipate, a quelle di invalidità e a quelle ai superstiti delle gestioni considerate. In particolare, per quanto riguarda le singole categorie, le pensioni con decorrenza 2022 sono state: 298.436 pensioni di vecchiaia (compresi gli assegni sociali), 259.747 pensioni anticipate, 51.330 pensioni di invalidità e 244.329 pensioni ai superstiti. Nel primo semestre 2023: 138.513 vecchiaia, 108.445 anticipate, 20.442 invalidità e 102.736 superstiti.

Analizzando le singole gestioni, il FPLD ha totalizzato 369.579 pensioni nel 2022 e 166.652 nel primo semestre 2023; seguono la gestione dipendenti pubblici con rispettivamente 146.828 e 42.955, artigiani (91.077 e 42.159), commercianti (81.004 e 36.509), parasubordinati (41.894 e 19.622) e coltivatori diretti, coloni e mezzadri (39.323 e 17.500). Gli assegni sociali sono stati 84.137 nel 2022 e 44.739 nel 2023.

TeamSystem cresce in Spagna: acquisite Aplifisa e Asesor Excelente

TeamSystem cresce in Spagna: acquisite Aplifisa e Asesor ExcelenteMilano, 19 lug. (askanews) – TeamSystem, tech company italiana che sviluppa soluzioni digitali per la gestione del business di imprese e professionisti, cresce nel mercato spagnolo con l’acquisizione del 100% del capitale di Aplifisa e di Asesor Excelente. L’operazione ha l’obiettivo di rafforzare la posizione della società nel mercato delle soluzioni software per i commercialisti e consulenti del lavoro in Spagna, dove è già presente grazie alle acquisizioni di Del Sol Software, Bilin e Acumbamail.

Aplifisa è uno dei principali sviluppatori di soluzioni software per i professionisti del settore fiscale e del lavoro in Spagna. Fondata nel 1990 e con sede a Salamanca, vanta oltre 34 anni di esperienza e i suoi software di ultima generazione godono della fiducia di oltre 5.000 clienti. Il perimetro dell’acquisizione comprende anche la piattaforma Asesor Excelente, che fornisce servizi e formazione a più di 2.000 consulenti nel Paese. L’azienda – con una quota di mercato di circa 10% – impiega 63 professionisti e, nel 2022, ha registrato un fatturato di quasi 5 milioni di euro.

“Siamo entusiasti di accogliere Aplifisa all’interno di TeamSystem perchè ci permetterà di fare un salto di qualità significativo in termini di dimensioni, presenza internazionale e offerta in alcuni segmenti di mercato chiave”, ha detto Federico Leproux, ceo di TeamSystem. “Questa operazione – ha aggiunto – è un tassello fondamentale all’interno della nostra più ampia strategia di internazionalizzazione: integriamo un team con know-how e talento e un prodotto affidabile e completo dedicato ai professionisti; dall’altro portiamo in dote la nostra expertise in Italia nel segmento della fatturazione elettronica che – ha concluso – in breve tempo diverrà obbligatoria per tutti gli attori del sistema economico spagnolo”.

Tlc, Agcom: digitale fondamentale ma giù ricavi e investimenti

Tlc, Agcom: digitale fondamentale ma giù ricavi e investimentiRoma, 19 lug. (askanews) – La trasformazione digitale è fondamentale per lo sviluppo del paese ma il settore delle telecomunicazioni in Italia è mettendo sotto pressionee dalle dinamiche competitive in corso con un calo considerevole dei ricavi che va avanti da anni e che impatta inevitabilmente sugli investimenti. Lo ha sottolineato il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Giacomo Lasorella, nella sua Relazione al Parlamento in cui ha tracciato un quadro del settore dei media in Italia auspicando inoltre di potere avere un quadro definito sul riassetto proprietario e strutturale di Tim,”l’operatore dominante” al centro della partita per la vendita della rete infrastrutturale Netco.

“Il settore delle comunicazioni elettroniche conosce nell’anno 2022 una ulteriore riduzione in termini di risorse complessive pari al 3,3% (-2,8 nel 2021) nell’ambito di un quadro macroeconomico che, pur caratterizzato da rilevanti dinamiche inflattive, si mostra nei suoi indicatori principali (Pil, consumi delle famiglie ed investimenti), in sostanziale ripresa”, ha rilevato l’Agcom. Il valore complessivo del settore si attesta oggi intorno ai 27 miliardi di euro, con una flessione, nel quinquennio 2018-2022 dell’ordine del 13,7%, pari a circa 4,3 miliardi di euro. Tale flessione è ascrivibile principalmente al calo delle risorse della rete mobile, il cui valore – oggi pari a 11,74 miliardi di euro – appare ridotto del 5,3% rispetto al 2021, mentre i servizi di rete fissa – con un valore complessivo pari a 15,19 miliardi di euro – mostrano una riduzione più contenuta (-1,7%).

Ne deriva che la “riduzione delle risorse disponibili” nel settore delle telecomunicazioni “ha avuto effetti negativi anche sull’andamento degli investimenti: in rapporto ai ricavi, nel 2022, gli investimenti restano superiori al 25% ma si riducono in misura non marginale in termini assoluti (-7,3%, passando da 7,49 a 6,95 miliardi di euro)”. Tuttavia le nuove modalità di comunicazione, di organizzazione del lavoro e di consumo di media (streaming in particolare), che, seppur già in atto da tempo, hanno caratterizzato la fase pandemica, hanno prodotto mutamenti di natura strutturale che trovano conferma nelle ultime evidenze disponibili.

Tra il 2013 ed il 2022 il numero delle linee a larga banda in rapporto a quelle complessive è passato dal 66,4% al 93,6%, e, tra queste, quelle con maggiore velocità di connessione (Fttc-Ftth) sono cresciute dall’1,6% al 69,1%. Quanto alla diffusione dei servizi a larga banda sul territorio italiano, a fine 2022 si stima che gli accessi broadband e ultrabroadband residenziali e affari siano pari a 18,6 milioni. Una quota pari all’81% (77% nel 2021) degli accessi ultrabroadband è commercializzata con velocità pari o superiore a 30 Mbit/s mentre il 68% (61,6% nel 2021) supera i 100 Mbit/s.

Complessivamente si stima siano disponibili 31,6 linee ogni 100 abitanti anche se permangono, come già evidenziato in passato, non marginali differenze territoriali nella penetrazione di tali servizi. Del resto lo stesso andamento del mercato televisivo rispecchia i cambiamenti in corso nelle modalità di connessione. Il broadbad e ultrabroadband sono sempre più necessari perchè le modalità di fruizione di tv, video e intrattenimento in generale avvengono sempre più via internet, con un boom delle piattaforme. Valutando la concentrazione nel settore televisivo, – ha spiegato l’Agcom – nell’ultimo anno ne va sottolineata una diminuzione del livello sebbene i primi tre operatori detengano ancora il 73% delle risorse complessive, pari a circa 8 miliardi (-0,3% sul 2021). Rai, come nel 2021, occupa la prima posizione (con una quota prossima al 30%), davanti a Comcast/Sky (23%), che continua a scontare il decremento dei ricavi da vendita di abbonamenti. Fininvest, attiva nel settore mediante le società del gruppo Mfe-Mediaset, mantiene il terzo posto (detenendo circa il 20% del totale degli introiti televisivi). Lo rileva la Relazione al parlamento sull’attività del 2022 dell’Autorità per le garanzie nelle cominicazioni. Tra i restanti operatori, anche in ragione dell’attrattività dei contenuti premium (quali film, serie tv, eventi sportivi come il campionato di calcio di Serie A o la Champions League) che compongono le proprie offerte, aumenta sensibilmente l’incidenza delle piattaforme online (tra cui Netflix, Dazn, Tim, Disney +, Prime Video), che guadagnano porzioni di ricavi, arrivando a rappresentare congiuntamente il 17% delle risorse economiche del settore televisivo (+5 punti percentuali rispetto al 2021).

Eurozona, a giugno inflazione giù al 5,5% dal 6,1% di maggio

Eurozona, a giugno inflazione giù al 5,5% dal 6,1% di maggioRoma, 19 lug. (askanews) – Il tasso di inflazione annuo dell’area dell’euro è stato del 5,5% a giugno 2023, in calo rispetto al 6,1% di maggio. Un anno prima, il tasso era 8,6%. L’inflazione annuale dell’Unione Europea è stata del 6,4% nel giugno 2023, in calo rispetto al 7,1% di maggio. Un anno prima, il tasso era del 9,6%. Queste cifre sono pubblicate da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea.

I tassi annuali più bassi sono stati registrati in Lussemburgo (1,0%), Belgio e Spagna (entrambi 1,6%). I più alti tassi annuali sono stati registrati in Ungheria (19,9%), Slovacchia (11,3%) e Cechia (11,2%). Rispetto a maggio, l’inflazione annua è diminuita in venticinque Stati membri, è rimasta stabile in uno ed è aumentata in uno. A giugno, il contributo maggiore all’inflazione annua dell’area dell’euro è venuto da generi alimentari, alcolici e tabacco (+2,35 punti percentuali, pp), seguiti da servizi (+2,31 pp), beni industriali non energetici (+1,42 pp) ed energia (-0,57 pp).

Regno Unito, inflazione scende più del previsto al 7,9% a giugno

Regno Unito, inflazione scende più del previsto al 7,9% a giugnoRoma, 19 lug. (askanews) – L’inflazione nel Regno Unito è scesa più del previsto a un minimo di 15 mesi del 7,9% a giugno, rendendo più probabile che la Banca d’Inghilterra alzerà i tassi di interesse solo di un quarto di punto il mese prossimo.

L’inflazione annuale è scesa dall’8,7% di maggio, ha dichiarato mercoledì l’Office for National Statistics. Un dato inferiore alle stime degli analisti e che pone fine a un periodo di quattro mesi di crescita dei prezzi superiore alle previsioni. Il dato è anche in linea con la previsione del 7,9 per cento della BoE a maggio e costituisce il minimo da marzo 2022. Dopo il dato la sterlina è scesa ai minimi da una settimana, perdento lo 0,6% contro il dollaro a quota 1,2952.