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Legacoop: rallenta crescita nel 2022, ma domanda tiene

Legacoop: rallenta crescita nel 2022, ma domanda tiene

80% cooperative in utile. Da affrontare temi manodopera e credito

Milano, 3 mar. (askanews) – Dopo un 2021 di forte ripresa che ha registrato un sostanziale recupero dei livelli pre-Covid, nel 2022 per le cooperative aderenti a Legacoop si evidenziano un rallentamento della crescita legato all’aumento dei costi e un crescente pessimismo sull’evoluzione dell’economia italiana. La domanda, però, tiene: il 45% delle cooperative ha aumentato il valore della produzione e quasi l’80% chiude l’anno con un utile di esercizio.
Sono alcune delle tendenze di fondo che emergono dai dati presentati al 41esimo Congresso nazionale di Legacoop, l’associazione di rappresentanza cui aderiscono oltre 10mila cooperative con un valore complessivo della produzione (al 2021) di 82 miliardi e 609 milioni di euro, circa 465mila occupati e 7,4 milioni di soci.
Secondo le stime sugli andamenti dell’anno, elaborate dall’AreaStudi di Legacoop, nel 2022, rispetto al 2021, il 45% delle cooperative ha aumentato il valore della produzione (tra queste, il 39% ha registrato un incremento che va dal 10% ad oltre il 15%), in modo più accentuato nei settori dell’industria delle costruzioni (56,3%) e delle attività manifatturiere (63,3%), nelle imprese di grandi dimensioni (82,9%) e, relativamente alla collocazione territoriale, al Centro (47,7%). Il valore della produzione resta stabile per il 41,7% delle cooperative e in diminuzione per il 13,3%.
Quasi l’80% delle cooperative ha chiuso l’anno con un utile, con una concentrazione maggiore nei settori abitativo (91,7%), nell’industria delle costruzioni (90,6%), nell’agroalimentare (85,5%) e, sotto il profilo territoriale, nel Sud (87,7%). Il 26% ha aumentato l’occupazione (tra queste, il 17% ha visto incrementi dell’organico con valori che vanno dal 10% ad oltre il 15%), con una concentrazione più rilevante nell’industria, nella cooperazione sociale e nelle attività culturali (con oltre il 30% di cooperative che hanno aumentato l’occupazione), al Sud (28%) e nelle imprese di dimensioni maggiori (46,3%). L’occupazione risulta stabile per il 59,8% delle cooperative e in diminuzione per il 14,2%.
Un quadro, insomma, complessivamente confortante sul quale pesano, però, diversi elementi di problematicità. Un accento particolare viene posto sulla scarsità e sulla difficile reperibilità di manodopera con competenze idonee alle mansioni richieste. Un problema che impatta negativamente, in particolare, su quel 26% di cooperative (con concentrazioni più elevate nelle attività manifatturiere, 40%, nell’industria delle costruzioni, 37,5%, nella cooperazione sociale, 30%; nelle grandi cooperative, 36,6%; al Nord, 29%) che nei prossimi 6 mesi prevede l’assunzione di nuove figure professionali, per il 39% delle quali con l’adozione del contratto a tempo indeterminato, per un fabbisogno complessivo stimato in oltre 11.000 occupati. Addetti alla fatturazione e alla contabilità, commercialisti e impiegati in amministrazione, esperti IT, giardinieri e geometri le figure più ricercate.
Oltre al dato sulla ricerca di manodopera, influiscono negativamente l’aumento dei costi energetici (indicato dal 48% delle cooperative), delle materie prime e dei materiali (47%), l’insufficiente livello di liquidità a breve termine rispetto alle esigenze operative (26%) e gli impedimenti burocratici (18%). Un cenno a parte meritano i problemi riscontrati relativamente al credito. Negli ultimi mesi, il 33% delle cooperative ha richiesto un finanziamento che è stato ottenuto per l’importo richiesto nella maggioranza dei casi, ma con un aumento del costo del credito riscontrato dal 79%, un dato in crescita di 19 punti percentuali rispetto all’ultima rilevazione. Inoltre, il 32% lamenta un aumento delle condizioni accessorie, il 24% una dilazione nei tempi di concessione e un aumento delle garanzie richieste.

Legacoop: cooperazione punta a ruolo centrale in economia sociale

Legacoop: cooperazione punta a ruolo centrale in economia socialeMilano, 3 mar. (askanews) – Il movimento cooperativo si candida a svolgere un ruolo centrale per la crescita dell’economia sociale nel nostro Paese, puntando all’affermazione di un nuovo modello di economia più inclusivo e sostenibile, in linea con l’esplicito riconoscimento della forma cooperativa tra i soggetti dell’economia sociale contenuto nello specifico piano di azione decennale approvato a dicembre 2021 dalla Commissione Europea, e con la risoluzione dell’ILO del giugno 2022 sul tema del lavoro dignitoso e dell’economia sociale, che ribadisce l’importanza delle cooperative come segmento più organizzato del settore in molti paesi del mondo.Il tema è al centro del 41esimo congresso nazionale di Legacoop “L’impresa del futuro: cooperativa, per tutte”, in corso oggi e domani a Roma, presso l’Auditorium Parco della Musica.
In tempi recenti si è delineata una sensibilità nuova delle istituzioni verso l’economia sociale, ormai entrata organicamente nel quadro normativo europeo. Lo conferma, oltre al Piano già ricordato che punta a svilupparne il potenziale di crescita, anche il suo inserimento nella strategia industriale dell’Unione come uno dei settori in grado di contribuire a raggiungere l’obiettivo di un’economia più sostenibile, digitale, resiliente e competitiva.
È infatti diffusamente avvertito il rischio che si approfondiscano ulteriormente le disuguaglianze, favorite dal prevalere di un approccio basato sulla convinzione che lo sviluppo economico e il benessere sociale fossero essenzialmente dipendenti dal libero gioco delle forze di mercato. La realtà ha più volte smentito questo assunto e negli ultimi tempi è cresciuta la consapevolezza dell’urgenza di pensare alla costruzione di un nuovo modello di sviluppo, più inclusivo e sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale.
“Noi – sottolinea Simone Gamberini, che domani sarà eletto presidente di Legacoop – rappresentiamo cooperative diffuse sul territorio ed attive in tutti i settori, che valorizzando l’apporto dei soci hanno spesso raggiunto livelli di eccellenza, ad esempio nell’agroalimentare, nei servizi alle imprese e alle persone, nella distribuzione commerciale. Siamo perciò convinti che la forma di impresa cooperativa possa dare un forte contributo in questa direzione, collocandosi a pieno titolo nel campo dell’economia sociale, ovvero di quell’insieme di soggetti che condividono elementi distintivi da sempre al centro della nostra esperienza: il primato della persona e della finalità sociale rispetto al profitto, il reinvestimento degli utili per svolgere attività di interesse collettivo e generale, la governance democratica e partecipativa”.

Btp Italia: collocamento al via il 6 marzo, cedola minima al 2%

Btp Italia: collocamento al via il 6 marzo, cedola minima al 2%Milano, 3 mar. (askanews) – La cedola (reale) annua minima della diciannovesima emissione del Btp Italia, al via da lunedì 6 marzo, è fissata al 2%. Lo comunica il ministero dell’Economia. La cedola definitiva sarà invece stabilita con successiva comunicazione all’apertura della quarta giornata di emissione, nella mattinata di giovedì 9 marzo e potrà essere confermata o rivista al rialzo rispetto a quella comunicata oggi.
Il titolo, con godimento 14 marzo 2023 e scadenza 14 marzo 2028, è un Btp indicizzato al tasso di inflazione italiana, con cedole corrisposte ogni sei mesi insieme alla rivalutazione del capitale per effetto dell’inflazione dello stesso semestre.
La prima fase del periodo di collocamento, dedicata a risparmiatori individuali ed affini, si svolgerà dal 6 all’8 marzo, salvo chiusura anticipata. Per coloro che sottoscriveranno il titolo in questa fase e lo deterranno fino a scadenza, è previsto un premio fedeltà pari allo 0,8% del capitale investito. La seconda fase, dedicata agli investitori istituzionali, avrà luogo il 9 marzo dalle 10 alle 12.
L’emissione avrà luogo sul MOT attraverso Intesa Sanpaolo e UniCredit – dealer dell’operazione – e Banca Akros e Crédit Agricole Corp. Inv. Bank – codealer dell’operazione – dal 6 al 9 marzo.

Alleanza Assicurazioni – AIEF insieme per cultura finanziaria

Alleanza Assicurazioni – AIEF insieme per cultura finanziariaRoma, 3 mar. (askanews) – È stato siglato l’accordo tra Alleanza Assicurazioni, Compagnia di riferimento delle famiglie italiane, e AIEF (Associazione Italiana Educatori Finanziari) per diffondere la cultura finanziaria e assicurativa sul territorio, a supporto delle famiglie e delle comunità. Prosegue così – informa un comunicato – l’impegno della Compagnia a supporto della diffusione dell’educazione sui temi di investimento, risparmio, previdenza e protezione, pilastro centrale del Piano Nazionale di Educazione Finanziaria e Assicurativa di Alleanza. Dopo il lancio di Edufin Index, il primo Osservatorio sulla consapevolezza e sui comportamenti finanziari e assicurativi degli italiani, la Compagnia conferma il proprio impegno con due distinte iniziative volte ad aumentare la sensibilità degli italiani su questi temi.
Oltre a questo accordo sottoscritto con AIEF (Associazione Italiana Educatori Finanziari), prende il via il nuovo concorso online “Edufin ti premia”. Le due iniziative hanno la finalità di coinvolgere maggiormente la comunità, nella convinzione che l’educazione finanziaria e assicurativa sia una leva per equità sociale e benessere della popolazione.
L’accordo con AIEF, per la prima volta nel settore assicurativo, consente a 1.500 consulenti assicurativi di Alleanza, che ne abbiano i requisiti, di iscriversi al Registro degli Educatori Finanziari professionisti. I consulenti, che si sono distinti come top performer per la loro attività professionale nella diffusione dei contenuti educativi sui social media, avranno un vero e proprio “patentino” e saranno iscritti al Registro degli Educatori Finanziari AIEF: un valore aggiunto per la loro professionalità e il loro ruolo che li conferma un punto di riferimento per la comunità e i clienti.
Claudia Ghinfanti, Responsabile Marketing di Alleanza Assicurazioni ha dichiarato: “Da sempre Alleanza cresce al fianco delle famiglie italiane, interpretando i bisogni del contesto socio-economico. La nostra Compagnia è impegnata da anni in questo ambito, con investimenti, persone e competenze che hanno portato allo sviluppo del Piano Nazionale di Educazione Finanziaria e Assicurativa di Alleanza. L’accordo con AIEF conferma gli impegni presi e valorizza il ruolo sociale, informativo e formativo dei nostri consulenti finanziari “smiler” che ogni giorno, anche attraverso la loro attività sui social, sensibilizzano comunità e famiglie italiane contribuendo a decisioni più consapevoli, perché riteniamo che un risparmiatore più informato possa fare scelte più oculate”.
Nunzio Lella, Presidente Esecutivo AIEF ha dichiarato: “Divulgare le buone prassi economiche, finanziarie e assicurative è linfa vitale e humus necessario per la crescita di ogni paese. Le attività di educazione finanziaria, dall’alfabetizzazione fino alle conoscenze più elevate, sono lo strumento fondamentale che aiuta il cittadino ad affrontare consapevolmente le scelte finanziarie importanti della propria vita. AIEF svolge su tutto il territorio nazionale attività di educazione finanziaria grazie i suoi associati che con passione e dedizione svolgono il loro compito. Siamo felici e onorati di aver intrapreso questo accordo con una delle più importanti compagnie italiane, Alleanza, che con grande lungimiranza e attenzione al problema dimostra concretamente di voler prendere “parte attiva” al progresso del Paese coinvolgendo nel progetto un team di top consulenti finanziari “smiler”. Quest’ultimi presto diventeranno Educatori Finanziari AIEF e potranno così contribuire “in prima linea” al progresso della collettività grazie a questa “missione” sociale, etica e sostenibile. Ci onora infine annoverare altri professionisti di valore iscritti al nostro registro, a cui porgo con gioia il mio personale benvenuto certo che insieme faremo un ottimo lavoro”.
Alleanza, nel 125° anniversario dalla sua fondazione, ha poi voluto lanciare un ulteriore strumento educativo: il concorso online “Edufin ti premia”, finalizzato alla diffusione della cultura finanziaria e assicurativa, in questo caso attraverso un gaming. Un modo smart per coinvolgere i ragazzi e le famiglie e sensibilizzarli sui temi di investimento, risparmio, previdenza e protezione. Dal 27 febbraio al 26 marzo, collegandosi al sito Alleanza.it, sarà possibile partecipare ai quiz che ogni settimana mettono alla prova le conoscenze in ambito edufin con la possibilità di vincere oltre 1.500 premi in instant win e di partecipare all’estrazione finale .

Auto a zero emissioni, rinvio voto ambasciatori Ue previsto oggi

Auto a zero emissioni, rinvio voto ambasciatori Ue previsto oggiBruxelles, 3 mar. (askanews) – Il voto formale finale degli Stati membri in Consiglio Ue sul regolamento che fissa l’obiettivo dell’immissione sul mercato europeo solo di auto e furgoni a zero emissioni a partire dal 2035, originariamente previsto per martedì prossimo, 7 marzo, è stato rinviato a data da destinarsi.
Lo ha deciso la presidenza di turno svedese del Consiglio, che ha rimosso il punto anche dall’agenda del Coreper (il comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri presso l’Ue, che prepara le riunioni ministeriali) convocato stamattina a Bruxelles.
Il punto sul regolamento per le auto era già stato tolto dall’ordine del giorno del Coreper una prima volta nella riunione di mercoledì scorso, e rinviata ad oggi, a causa del voto contrario annunciato dall’Italia, che ha rimesso in discussione il consenso sull’accordo già raggiunto tra il Consiglio e il Parlamento europeo.
Nella procedura co-legislativa dell’Ue, un accordo tra le due istituzioni che è approvato dalla plenaria del Parlamento (come in questo caso è avvenuto il 14 febbraio scorso), viene poi adottato senza discussione con un voto del Consiglio a maggioranza qualificata, normalmente una semplice formalità. Ma questa volta non è andata così.
La presidenza di turno svedese ha deciso di rinviare il voto, constatando nel Coreper che l’opposizione annunciata dall’Italia (che in precedenza aveva votato a favore dell’accordo), insieme a quella già nota della Polonia, all’astensione della Bulgaria e alle perplessità espresse anche da esponenti del governo tedesco, hanno rimesso in dubbio la maggioranza qualificata.

Pil, Istat: -0,1% nel quarto trimestre 2022 (+1,4% su anno)

Pil, Istat: -0,1% nel quarto trimestre 2022 (+1,4% su anno)Roma, 3 mar. (askanews) – Il Prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, nel quarto trimestre del 2022, è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente ed è cresciuto dell’1,4% nei confronti del quarto trimestre del 2021. Lo rileva l’Istat, notando che la stima diffusa il 31 gennaio scorso aveva registrato una riduzione del Pil dello 0,1%, mentre in termini tendenziale la crescita era risultata dell’1,7%. La variazione acquisita per il 2023 è pari al +0,4%.
Il quarto trimestre del 2022 ha avuto tre giornate lavorative in meno del trimestre precedente e due giornate lavorative in meno rispetto al quarto trimestre del 2021.
Rispetto al trimestre precedente, tra i principali aggregati della domanda interna, risultano in diminuzione i consumi finali nazionali nella misura dell’1,1%, mentre sono in crescita del 2% gli investimenti fissi lordi. Per quanto riguarda i flussi con l’estero, le importazioni di beni e servizi sono diminuite dell’1,7% e le esportazioni sono cresciute del 2,6%.
La domanda nazionale, al netto delle scorte, ha contribuito per -0,4 punti percentuali alla contrazione del Pil: -0,9 è stato il contributo dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private (ISP), +0,4 quello degli investimenti fissi lordi e +0,1 quello della spesa delle Amministrazioni Pubbliche (AP). Per contro, la variazione delle scorte ha sottratto 1,1 punti percentuali alla variazione del Pil, mentre il contributo della domanda estera netta è risultato fortemente positivo, in misura pari a +1,4 punti percentuali.
Si registrano andamenti congiunturali negativi del valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi: -0,7% in agricoltura, -0,2% nell’industria e -0,1% nei servizi.
“La stima completa dei conti economici trimestrali – commenta l’istituto – conferma, dopo sette trimestri consecutivi, la lieve contrazione dell’attività produttiva nel quarto trimestre 2022, già rilevata in via di stima preliminare a fine gennaio. Prosegue invece per l’ottavo trimestre consecutivo la ripresa in termini tendenziali, anche se a ritmi via via più contenuti. La crescita acquisita per il 2023 è positiva, pari allo 0,4%”.
“La lieve flessione del Pil – prosegue – è dovuta sia alla domanda interna, sia alle scorte, mentre la domanda estera netta fornisce un marcato contributo positivo, per la ripresa delle esportazioni a fronte del calo delle importazioni. Sul piano interno, l’apporto dei consumi privati è negativo, mentre quello dei consumi delle amministrazioni pubbliche e quello degli investimenti risulta positivo. Le ore lavorate registrano una crescita congiunturale dello 0,7%, le unità di lavoro dello 0,6% e i redditi pro-capite dell’1,9%”.

Casa, idealista: prezzi abitazioni usate -0,1% a febbraio

Casa, idealista: prezzi abitazioni usate -0,1% a febbraioRoma, 3 mar. (askanews) – I prezzi di vendita delle abitazioni usate hanno raggiunto la media di 1.837euro/metroquadro a febbraio, con un calo marginale dello 0,1% rispetto al mese precedente. Con l’aumento dei tassi di interesse e la contrazione dei prestiti bancari i prezzi potrebbero diminuire nel corso del 2023, ma per il momento la variazione anno su anno resta positiva segnando un +1,7% rispetto a febbraio 2022, secondo l’ultimo indice dei prezzi di idealista, portale immobiliare leader per sviluppo tecnologico in Italia.
I mercati regionali presentano valori sostanzialmente stabili, con leggeri ritocchi a rialzo per 13 regioni su 20 rispetto al mese precedente; mentre quattro aree sono rimaste invariate rispetto ai prezzi registrati a gennaio: Sardegna, Campania, Basilicata e Liguria. Solo Sicilia (-0,1%), Valle d’Aosta (-0,2%) e Lombardia (-0,4%) hanno segnato variazioni negative. I maggiori aumenti si riscontrano in Molise (0,5%) e Trentino-Alto Adige (0,4%).
La regione con prezzi al metro quadro più elevati è il Trentino-Alto Adige, con i suoi 2.766 euro al metro quadro. La seguono Valle d’Aosta (2.649 euro/metroquadro), Liguria (2.498 euro/metroquadro) e Toscana (2.363 euro/metroquadro). Valori superiori alla media nazionale dei prezzi anche per il Lazio (2.168 euro/metroquadro) e la Lombardia (2.089 euro/metroquadro). Le restanti 14 regioni sono racchiuse in una forbice che va dai 1.807 euro dell’Emilia-Romagna fino agli 853 euro del Molise.
Il 56% dei capoluoghi italiani fa registrare delle performance positive con i maggiori aumenti che si concentrano a Nuoro (4%), Monza (3,9%) e Novara (2,4%). Agrigento (-3,9%) guida i cali dell’ultimo mese, seguita da Cuneo (-2,8%) e Udine (-2%). Per quanto riguarda i principali mercati cittadini, Napoli (1,8%) cresce; in calo Roma (-0,3%) e Milano (-0,4%). Nonostante la flessione di questo mese il capoluogo meneghino si conferma il più caro d’Italia per quanto riguarda le case, con un valore medio di 4.953 euro al metro quadro. A seguire troviamo Bolzano (4.582 euro/metroquadro), Venezia (4.409 euro/metroquadro) e Firenze (3.926 euro/metroquadro). Prezzi superiori alla media nazionale in altri 32 capoluoghi compresi tra i 3.358 euro di Bologna e i 1.871 di Ravenna. Sul versante opposto, Biella (694 euro/metroquadro), Caltanissetta (734 euro/metroquadro) e Ragusa (769 euro/metroquadro) sono le città più economiche dove acquistare casa.

Lufthansa, utile in forte miglioramento a 791 mln nel 2022

Lufthansa, utile in forte miglioramento a 791 mln nel 2022Roma, 3 mar. (askanews) – Lufhansa ha chiuso il 2022 con un utile netto in forte miglioramento a 791 milioni di euro, rispetto a una perdita di 2,2 miliardi nel 2021. Bene anche i ricavi, più che raddoppiati a 33 miliardi di euro, come i passeggeri saliti a quota 100 milioni.
“Lufthansa è tornata – commenta il ceo Carsten Spohr -. In un solo anno abbiamo raggiunto un risultato finanziario senza precedenti girarsi. Con un utile operativo di 1,5 miliardi di euro, il Gruppo Lufthansa ha ottenuto un risultato molto migliore del previsto. La domanda di viaggi aerei rimane elevata 2023. Stiamo investendo miliardi in nuovi velivoli a basso consumo e all’avanguardia. Con servizi innovativi, una nuova cabina premium a bordo e nuovi strumenti digitali, noi vuole rimanere il leader della qualità e dell’innovazione nel nostro settore. Allo stesso momento, è nostro l’ambizione di portare avanti un’efficace protezione del clima, ad esempio essendo il primo gruppo aereo al mondo a introdurre Green Fares. Il Gruppo Lufthansa è già il numero uno in Europa e il numero quattro nel mondo. Per i nostri ospiti e ns dipendenti, vogliamo continuare a crescere, plasmare il futuro ed espandere il nostro mercato posizione”.

Riso Gallo premia la sostenibilità degli agricoltori

Riso Gallo premia la sostenibilità degli agricoltoriMilano, 3 mar. (askanews) – La sostenibilità è un affare di filiera. E lo è ancora di più per quella del riso, dove all’agricoltura è imputabile il grosso dell’impatto ambientale. Riso Gallo dal 2018 ha sposato questo approccio alla sostenibilità di filiera partendo proprio dalle aziende agricole che il riso lo coltivano. E oggi questa comunità fatta di 155 imprese, tra Piemonte e Lombardia, in un raggio di circa 70 chilometri dalla sede di Riso Gallo, rappresenta il punto di partenza di una produzione che è tutta tesa a ridurre la propria impronta sull’ambiente. Di qui la volontà non solo di promuovere ma anche di premiare l’impegno e gli investimenti fatti in questi anni da queste aziende che rappresentano il 10% della produzione risicola nazionale.
Il premio, alla sua prima edizione, è stato dedicato a Mario Preve, presidente della società scomparso poche settimane fa all’età di 82 anni. Tra le 80 aziende in gara, quattro quelle che si sono maggiormente distinte: Petrini Renato e Pier Giorgio a cui è andato il premio azienda agricola più sostenibile; Agrilomellina Società Semplice Agricola per il premio donna in agricoltura; Aina Roberto e Federico per il premio innovazione; Ma.Chi. società agricola per il premio biodiversità.
“Siamo alla prima edizione di questo premio per diffondere la cultura della sostenibilità e l’entusiasmo tra le aziende risicole italiane – ha detto Riccardo Preve, sesta generazione alla guida dell’azienda di famiglia in occasione della premiazione nel Seminario arcivescovile di Vercelli – questo è un viaggio verso il futuro dell’agricoltura. Sostenibilità significa innovazione, efficienza e attenzione all’ambiente e si fa se c’è entusiasmo”.
Se questo impegno si concentra soprattutto sulla aziende agricole, certificate secondo il protocollo FSA (Farm sustainability assesment), è perché le altre fasi della filiera già operano secondo logiche sostenibili. Nella lavorazione industriale del riso, infatti, tutti i sottoprodotti vengono già riutilizzati. Riso Gallo, attraverso una serie di partnership, si è comunque impegnata a trovare nuove destinazioni d’uso per i sottoprodotti: dall’impiego della lolla in bioedilizia, all’utilizzo dell’acqua di cottura del riso nero per la tintura dei tessuti. Mentre, per quanto riguarda la fase di confezionamento, utilizza film in plastica riciclabile per le confezioni sottovuoto oltre a usare cartoncino certificato FSC – la gestione forestale responsabile. La Carta del riso, sottoscritta dalle aziende agricole, invece, promuove l’applicazione di otto regole, tra cui assenza di utilizzo di glifosate direttamente sulle colture e divieto di utilizzo di fanghi di depurazione accanto all’impiego di soluzioni di precision farming, e l’utilizzo di sostanze di origine naturale che svolgono un’attività biostimolante a favore della maggiore produttività e resistenza agli stress ambientali.
Tutto questo ha un consentito a Riso Gallo di allargare negli anni la gamma dei prodotti da agricoltura sostenibile con risi di provenienza italiana ma anche di importazione come nel caso della linea basmati, coltivata alle pendici dell’Himalaya e certificata Sustainable rice platform.

Urso, governo in rotta di collisione con l’Ue sul Green Deal

Urso, governo in rotta di collisione con l’Ue sul Green DealBruxelles, 2 mar. (askanews) – E’ sulla strategia del Green Deal che l’attuale governo italiano ha imboccato una rotta di collisione nei riguardi della Commissione europea, e anche della maggioranza dell’Europarlamento e dei governi degli Stati membri. Lo ha confermato il ministro delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, oggi a Bruxelles, parlando con la stampa al termine del Consiglio Competitività dell’Ue. Urso ha rimesso in discussione non tanto il Green Deal originario, che la Commissione di Ursula von der Leyen fin dall’inizio del suo mandato, a fine 2019, aveva proposto come nuova strategia di crescita economica dell’Unione, quanto la doppia scelta dell’Esecutivo comunitario di rafforzare e accelerare la transizione ecologica, invece di rallentarla e riadattarla al ribasso, in risposta prima alla crisi causata dalla pandemia di Covid, poi alle conseguenze (soprattutto sul piano energetico) della guerra russa in Ucraina. Sono state aggiunte delle tappe forzate e ravvicinate al percorso verso la neutralità climatica (obiettivo da raggiungere entro il 2050), e tra queste l’obbligo di zero emissioni per le nuove auto immesse sul mercato Ue dal 2035 (approvato dal Parlamento europeo il 14 febbraio scorso, e bloccato in Consiglio Ue proprio dall’Italia in questi giorni), o la proposta della Commissione per i nuovi standard Euro 7 per tutte le emissioni auto, o quella più recente che pone l’obiettivo di riduzione del 90% al 2040 per le emissioni di camion pesanti e autobus. Il governo italiano, ha affermato Urso, rimette tutto questo in discussione. “Bisogna modificare – ha detto – le tappe e le modalità di quegli appuntamenti, perché siano sostenibili”. Ma il Green Deal non riguarda solo il clima, bensì tutte le politiche ambientali. E l’Italia, ha indicato il ministro, chiede esplicitamente di rivedere anche la proposta della Commissione sui rifiuti da imballaggi (che puntano sul riuso di certi materiali invece che solo sul loro riciclo), e quella sui prodotti tessili, che dovrebbero rispettare le normative ambientali Ue anche quando sono importate da paesi terzi. Urso su tutto questo ha espresso posizioni molto nette e circostanziate. Ha detto di aver lanciato “un segnale d’allarme, una sveglia” a tutta l’Europa. Ha chiesto “ragionevolezza” e “un cambio di passo”, che significa sostanzialmente una netta frenata, da parte della Commissione europea, rispetto a quella che viene vista come una fuga in avanti verso una visione giudicata “ideologica, messianica, escatologica”, che “appartiene al passato”. E che mette a rischio, ha denunciato il ministro, “la sostenibilità del nostro sistema sociale, che è conseguenza della sostenibilità del nostro sistema produttivo”. Il ministro, inoltre, ha prospettato una strategia di medio termine del governo italiano, che consiste nel tenere su questa linea, cercando alleati fra gli altri paesi membri, fino alle prossime elezioni europee, nel maggio 2024, quando prevede che vi sarà una nuova situazione, con una maggioranza diversa (meno ambientalista) nell’Assemblea di Strasburgo, e con una nuova Commissione, che nell’estate successiva “sorgerà sulla base delle indicazioni dei governi europei”. A dare quelle indicazioni saranno, naturalmente, l’attuale governo italiano e tutti gli altri che saranno passati a nuove maggioranze di centro destra rispetto al 2019. Il ministro ha accusato il Green Deal, così come è articolato dalla Commissione, di portare l’Ue “dalla padella nella brace”, passando dalla dipendenza energetica dal gas e dal petrolio russi a un’altra dipendenza geopolitica dalla Cina e dall’Asia per quanto riguarda le materie prime necessarie alla transizione ecologica, le batterie delle auto elettriche, e le “tecnologie green”. “Il mondo è cambiato”, ha sottolineato Urso: siamo in un’altra epoca rispetto a pochi anni fa, come dimostra il gigantesco, inimmaginabile piano che hanno lanciato gli Stati Uniti per finanziare la loro rinascita industriale, anche con “misure protezionistiche”. E se gli Stati Uniti intervengono con forza per “tutelare le proprie imprese e i propri lavoratori, la propria autonomia strategica e quindi la propria indipendenza, le proprie libertà”, perché, ha chiesto il ministro, “l’Europa non dovrebbe farlo?” Insomma, ha concluso Urso, “posizioni che precedentemente erano state assunte in un contesto completamente diverso” oggi ” devono essere viste alla luce della realtà”. Loc