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Bonomi: da Timmermans approccio ideologico sulla sostenibilità

Bonomi: da Timmermans approccio ideologico sulla sostenibilitàModena, 10 lug. (askanews) – Dobbiamo “raggiungere gli obiettivi di sostenibilità però in una serietà di approccio non ideologico. Purtroppo abbiamo un commissario di nome Timmermans che ha un approccio ideologico”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, all’assemblea generale dei soci Ucima a Baggiovara di Modena.

“Condividiamo gli obiettivi di sostenibilità a condizione che siano nello spirito iniziale della Commissione che era quello della neutralità tecnologica, cosa che è venuta meno – ha spiegato Bonomi -. Noi siamo primi in Europa per tecnologie del riciclo” e “abbiamo raggiunto gli obiettivi dell’Unione europa previsti per il 2030 con nove anni di anticipo” tanto che “noi ricicliamo il 73% dei materiali”. Quindi “non comprendiamo la scelta dell’Ue quando dice ‘si va solo sul riuso’ – ha aggiunto il presidente degli industriali -. Innanzitutto perché non è supportato da dati empirici che dimostrino il riuso è meglio del riciclo”. Infatti “da quello che sappiamo il riuso consuma molta più energia e molta più acqua e ha anche alcune carenze dal punto di vista sanitario”. In linea di massimo, ha precisato Bonomi “non siamo contrari al riuso ideologicamente come fa l’Ue, perché già oggi 2,2 milioni di tonnellate di prodotti sono di riuso. Quindi bene raggiungere gli obiettivi di sostenibilità però in una serietà di approccio non ideologico. Purtroppo abbiamo un commissario di nome Timmermans che ha un approccio ideologico”.

Cina a un passo dalla deflazione: giù prezzi degli immobili

Cina a un passo dalla deflazione: giù prezzi degli immobiliRoma, 10 lug. (askanews) – L’economia cinese a giugno si avvicinata a un passo dalla deflazione. L’indice dei prezzi al consumo è rimasto invariato su base annua ed è diminuito dello 0,2% rispetto al mese precedente, mentre i prezzi alla produzione sono scesi al ritmo più rapido dal 2016, poiché la domanda di beni di consumo e manufatti si è indebolita.

Gli analisti – riporta il Financial Times – prevedevano che le cifre avrebbero portato la banca centrale cinese, la People’s Bank of China, a ridurre nuovamente i tassi di interesse, in aggiunta a una serie di tagli del mese scorso che molti ritengono che Pechino dovrà integrare con politiche di stimolo fiscale. “La Cina è ancora in crescita: la domanda è se raggiungerà il suo obiettivo”, ha affermato Heron Lim, economista di Moody’s Analytics. “In termini di quella ripresa, è ancora lì, ma la preoccupazione è che stia rallentando”.

La Cina mira a una crescita del prodotto interno lordo del 5% quest’anno mentre l’economia emerge dai controlli draconiani del Covid-19, ma la ripresa si sta rivelando fragile, con i prezzi degli immobili e le esportazioni in calo. Il consumo è ancora in crescita, ma vi sono preoccupazioni che il governo dovrà fare di più per sostenere la ripresa mentre la crescita economica globale rallenta, riducendo la domanda per le esportazioni cinesi.

L’indebolimento dell’economia arriva mentre Pechino sta cercando di placare le tensioni con gli Stati Uniti, che molti attribuiscono alla mancanza di fiducia degli investitori in Cina a seguito di un’ondata di sanzioni tit-for-tat. Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Janet Yellen durante una visita a Pechino nel fine settimana ha cercato di rassicurare i suoi ospiti, incluso il numero due funzionario cinese, il premier Li Qiang, che gli Stati Uniti non stavano cercando un disaccoppiamento economico su vasta scala.

L’indice dei prezzi alla produzione è diminuito del 5,4% rispetto allo stesso periodo di un anno fa, accelerando da un calo del 4,6% a maggio. Gli analisti di Goldman Sachs hanno affermato che il calo è stato in parte dovuto all’indebolimento dei prezzi delle materie prime e alle continue riduzioni dei prezzi dovute al festival dello shopping online “618” di metà anno in Cina. L’inflazione alimentare è aumentata a giugno in parte a causa dell’aumento dei prezzi degli ortaggi, che sono aumentati del 10,8% su base annua rispetto al calo dell’1,7% di maggio. L’indebolimento della performance economica arriva mentre gli economisti cinesi stanno esortando il governo a passare dalla sua tradizionale forma di stimolo – investire in progetti infrastrutturali di grandi dimensioni – a prendere di mira i consumatori.

Industria calzaturiera italiana cresce in 1° trim.:+ 13,6% fatturato

Industria calzaturiera italiana cresce in 1° trim.:+ 13,6% fatturatoRoma, 10 lug. (askanews) – Continua la ripresa del comparto calzaturiero italiano, che nel primo trimestre del 2023 registra una crescita del fatturato del +13,6% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. E’ la fotografia scattata dal Centro Studi Confindustria Moda per Assocalzaturifici, che evidenzia anche un progresso del saldo commerciale (+21%).

“Dopo l’ennesimo record conseguito a consuntivo 2022 (12,65 miliardi di euro, +23% sul 2021), prosegue l’incremento dell’export, segnando +16,1% a valore – spiega in una nota Giovanna Ceolini, Presidente di Assocalzaturifici – In particolare, tutte le prime 20 destinazioni, con la sola eccezione della Svizzera (-7,8%), mostrano aumenti in valore e quasi sempre a doppia cifra. Diverso però il discorso in termini di volume, dove rallenta vistosamente il Nord America (-19,4%) e frenano la Germania (-8,8%), il Regno Unito (-10,1%) e i flussi diretti in Svizzera (-24,8%), tradizionale hub logistico delle griffe del lusso. Rimbalzo in Russia e Ucraina, anche se va tenuto conto che nel marzo dello scorso anno, subito dopo l’avvio del conflitto, le vendite verso i due mercati erano crollate; risultati premianti in Kazakistan (+77% in valore). Continua inoltre il recupero sul mercato interno (+8,2% in spesa gli acquisti delle famiglie su gennaio-marzo 2022)”. Nonostante il trend favorevole nelle principali variabili congiunturali, non mancano però elementi di preoccupazione. Sono diversi, infatti, i segnali di affievolimento (per certi versi fisiologico) della crescita, dopo il rimbalzo registrato nel 2021 e l’ulteriore consolidamento del 2022 che, seppur con un andamento piuttosto disomogeneo tra le aziende, hanno permesso al settore nella sua generalità di tornare sui livelli di fatturato del 2019 pre-Covid: le previsioni delle aziende sui ricavi nei trimestri successivi al primo, sebbene permangano positive, evidenziano una progressiva decelerazione, mentre in termini di volume il rallentamento risulta ancora più evidente, con alcuni segni negativi che già emergono nel confronto con la prima frazione dello scorso anno. Calano infatti nei primi 3 mesi, seppur lievemente, le quantità esportate (-2%) e quelle prodotte (-1% l’indice Istat della produzione industriale).

“L’indagine condotta dal Centro Studi di Confindustria Moda presso i nostri associati – rileva Giovanna Ceolini – ha evidenziato inoltre come i costi elevati di energia e materie prime rappresentino attualmente il problema maggiore per le imprese calzaturiere, per il forte impatto sui bilanci aziendali. Le risposte raccolte hanno altresì confermato l’irrigidimento negli ultimi mesi dell’offerta di credito bancario segnalato da Banca d’Italia e da Istat: ben il 39% del campione (quota che sale al 51% non considerando le imprese che hanno dichiarato di non farvi attualmente ricorso) ha sperimentato un peggioramento in tal senso. L’analisi ha infine ribadito come il problema del reperimento di manodopera qualificata sia ritenuto rilevante per la propria realtà aziendale dall’84% degli imprenditori del settore.” Il report indica inoltre come non si arresti il processo di selezione tra le imprese (-107 attive rispetto a dicembre, pari al -2,8%), mentre rimangono pressoché stabili gli addetti (-0,3%). Calano nuovamente, dopo il picco eccezionale indotto dall’emergenza pandemica, le ore di cassa integrazione autorizzate nella filiera pelle (-20,4% nei primi 5 mesi), nonostante l’inversione di tendenza del bimestre aprile-maggio (+12,6%): 5,7 milioni le ore autorizzate nel complesso, comunque ancora superiori del +76,2% rispetto ai primi 5 mesi 2019 pre-Covid.

Tornando all’export, il dettaglio per tipologia merceologica mostra andamenti disomogenei. Il comparto delle calzature con tomaio in pelle – primo per importanza con un’incidenza del 63% sulle vendite estere in valore – è l’unico a presentare nel primo trimestre incrementi dell’export sia in valore (di poco superiori alla media, +18,6%) che in volume (+1,4%) a confronto con gennaio-marzo 2022; denota però, in quantità, ancora un divario non trascurabile rispetto al 2019 (-16,6%). Tra le voci del comparto, sensibile riduzione per le calzature in pelle da bambino (-12% in volume), che interrompono il recupero dell’ultimo biennio; segni positivi per i segmenti “uomo” (+4,7% in paia globalmente, malgrado la flessione della tipologia marginale “stivali alti”) e “donna” (+1,5% in quantità, con un +2,2% per le scarpe da passeggio, +4,2% per i sandali e un -24,5% per gli stivaletti/scarponcini). Per quanto riguarda l’andamento delle esportazioni nei territori, va premesso che nella lettura dei dati vanno ovviamente considerate le distorsioni indotte dalla possibile differenza tra distretto di produzione e luogo di spedizione. Forti crescite dell’export in alcune province sono da ricondursi alla presenza di hub logistici, spesso legati alle vendite online, o di depositi delle multinazionali del lusso. In quest’ottica va letta la performance significativa di Milano, che mostra nel primo trimestre un incremento tendenziale del +64% ed è divenuta la prima provincia esportatrice del settore, scavalcando Firenze (-11%). Esaminando nel dettaglio i mercati di sbocco di questi due territori, però, si rileva il marcato aumento dei flussi da Milano verso la Svizzera, cresciuti del +251%, ovvero di 103 milioni di euro rispetto a gennaio-marzo 2022: all’incirca l’ammontare del calo registrato dalla provincia di Firenze verso lo stesso paese (-99,8 milioni di euro, pari al -28% sulla prima frazione del 2022). Variazioni legate puramente a cambiamenti nelle dinamiche distributive e non alla congiuntura distrettuale.

Per effetto di questi movimenti – conclude la nota di Assocalzaturieri – la Lombardia (con un +49,5%) ha superato la Toscana (-6%) nella graduatoria dell’export per regione, salendo nel periodo analizzato al secondo posto dietro al Veneto, che evidenzia un incremento del +12,6%. Con l’eccezione della Toscana e della Puglia (rimasta stabile, -0,2%), tutte le altre aree a vocazione calzaturiera presentano aumenti a due cifre; del +20,3% la crescita delle Marche (con intensità analoga per Fermo, +23,3%, e Macerata, +21,8%, e più moderata per Ascoli, +13,6%), grazie alla quale hanno superato del 4% i livelli del primo trimestre 2019 pre-Covid. La Campania, nonostante un +22,2%, è invece la sola, tra queste, ancora al di sotto di allora (-3,8%). Tornando ai numeri della Toscana, va sottolineato che, al netto dei flussi verso la Svizzera, l’export risulterebbe anch’esso in crescita a doppia cifra (+14,3%) in linea con la media nazionale, escludendo la presenza di particolari criticità rispetto alle altre aree.

A Silverstone trionfo di Verstappen, nono posto per Leclerc

A Silverstone trionfo di Verstappen, nono posto per LeclercRoma, 9 lug. (askanews) – Avvio a razzo di Lando Norris, poi al quinto giro il sorpasso di Max Verstappen e la cavalcata vincente fino all’arrivo per la settima vittoria in questo 2023 del campione del mondo, olandese. Tanto è durato il Gp di Gran Bretagna per la leadership della classifica. Il tempo di vedere la McLaren scattare in avvio. Sette vittorie su 10, 10 vittorie su 10 per la Red Bull, che tra due settimane può eguagliare le 11 vittorie su 11 della super McLaren del 1988. Un dominio e una sentenza definitiva per questo campionato. Le monoposto di Woking sono le vincitrici morali di questo weekend perché Norris ha preceduto Lewis Hamilton e Oscar Piastri (quarto) che ha tenuto dietro George Russell. Battere le Mercedes a Silverstone è davvero un bel risultato ed è bello e doveroso ricordare che dietro a questa risalita c’è anche il lavoro dell’italiano Andrea Stella, che da quest’anno guida la scuderia di Woking da team principal. Capitolo Ferrari. Dopo le buone qualifiche di sabato alla fine Charles Leclerc, che era partito quarto, si è dovuto accontentare del nono posto dietro a Sergio Perez (6°), Fernando Alonso e Alex Albon. La conferma dei problemi di passo della SF-23 si è avuta anche con Carlos Sainz junior, che ha chiuso decimo malgrado una sosta in meno del compagno di squadra. Sembra che questa macchina sia destinata ad andare forte in base alle piste. Il mondiale riprende in Ungheria il 23 luglio. In classifica comanda Verstappen con 229 punti davanti a Perez con 156, Alonso 137, Hamilton 121, Leclerc è settimo a quota 74.

“Sono partito malissimo, dobbiamo analizzare il motivo. Ma anche dopo Lando ed entrambe le McLaren erano veloci. Ci sono voluti un po’ di giri per superarlo – ha detto il campione all’arrivo -. Una volta in testa li ho staccati un po’ e le cose si sono messe a posto. Però di nuovo dopo la Safety Car, con una mescola più soft, è stato difficile tenere in vita le gomme. Il vantaggio è rimasto sempre sui 3 secondi e mezzo. Sono contento che abbiamo vinto ancora. 11 vittorie di fila per il team sono qualcosa di incredibile. Ma non è stata una gara semplice né lineare. In partenza ho fatto un po’ di drift, che non è stato certamente positivo. Dovremo guardare cosa è successo, perché le ultime partenze erano state migliori. Questo ha reso la gara emozionate, perché ho dovuto spingere. Lando mi ha dato filo da torcere, anche se nella lotta non mi ha ostacolato troppo, è stato molto corretto”.

Arriva un nuovo memorandum dell’Abi per chi ha scelto i mutui a tasso variabile

Arriva un nuovo memorandum dell’Abi per chi ha scelto i mutui a tasso variabileRoma, 9 lug. (askanews) – L’Associazione Bancaria Italiana ha reso noto un nuovo Memorandum, in cinque punti, dedicato alle tematiche di coloro che abbiano problemi conseguenti alle scelte di mutui a tasso variabile e alla crescita dei tassi di interesse conseguenti alle decisioni della BCE.

L’ABI segnala, in modo semplice e immediato, le possibilità che oggi sono disponibili in Italia per le famiglie per ridurre l’impatto del rialzo dei tassi di interesse sui mutui a tasso variabile. Innanzitutto, l’ABI raccomanda che ai primi segnali di possibili difficoltà il titolare del mutuo si rivolga alla propria banca per valutare le possibili soluzioni per affrontare l’aumento dei tassi di interesse: la banca fornirà tutte le informazioni utili per comprendere le diverse opzioni e per valutare preventivamente gli impatti, si legge in un comunicato. In particolare, l’ABI segnala che il titolare del mutuo può: concordare con la propria banca l’allungamento della durata del proprio mutuo; chiedere una revisione di altre condizioni contrattuali; effettuare la cosiddetta portabilità/surroga dei mutui, cioè la possibilità di trasferire senza spese e costi il proprio mutuo ipotecario presso un’altra banca, modificandone le relative condizioni contrattuali; ricorrere al Fondo di solidarietà per i mutui prima casa cosiddetto “Fondo Gasparrini” che permette di sospendere il pagamento della rata del mutuo ipotecario per l’acquisto dell’abitazione principale, fino a 18 mesi, allungando il piano di ammortamento per il periodo della sospensione, in caso di eventi quali, ad esempio, la perdita del posto di lavoro, la riduzione dell’orario di lavoro (cosiddetta cassa integrazione) o la riduzione del fatturato per i lavoratori autonomi; trasformare il mutuo da tasso variabile a tasso fisso. La legge di bilancio per il 2023 ha disposto che le banche siano obbligate alla trasformazione, in caso di richiesta del mutuatario che non sia in ritardo nei rimborsi, per i mutui di importo fino a 200.000 euro e con l’ISEE del mutuatario che non deve superare i 35.000 euro.

Estate “rovente” nel settore dei trasporti con una raffica di scioperi

Estate “rovente” nel settore dei trasporti con una raffica di scioperiRoma, 8 lug. (askanews) – L’estate si preannuncia rovente anche nel settore dei trasporti, dove nella prossima settimana sono stati annunciati una serie di scioperi dai sindacati di categoria.

Si inizia giovedì prossimo con lo sciopero nazionale di 24 ore di tutto il personale di Trenitalia. I lavoratori dell’azienda incrocieranno le braccia dalle 3 del mattino fino alle 2 del giorno successivo. A proclamarlo unitariamente sono state Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Orsa Ferrovie e Fast Confsal, secondo le quali “serve un adeguato piano di assunzioni, una mitigazione dei carichi di lavoro nella programmazione dei turni degli equipaggi, favorendo la conciliazione dei tempi di lavoro con quelli della vita privata, il rilancio del settore manutenzione e ridare centralità alla rete vendita e assistenza ai passeggeri e investimenti tecnologici, crescita professionale e percorsi formativi per tutto il personale degli uffici”. Sabato prossimo 15 luglio invece sarà una giornata da “bollino nero” per chi dovrà spostarsi in aereo. La Filt Cgil ha infatti confermato un nuovo sciopero nazionale, dalle 10 alle 18, dei piloti e assistenti di volo della compagnia aerea Vueling.

“A fronte della nostra disponibilità ad avviare un confronto costruttivo – spiega il sindacato di settore della Cgil – per scongiurare qualsiasi possibilità di conflitto, continuiamo a riscontrare un totale atteggiamento di chiusura verso l’organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa dei lavoratori e delle lavoratrici assunti in Italia dalla compagnia low cost spagnola, di proprietà del gruppo IAG che comprende anche Iberia e British Airways”. Sempre sabato prossimo, dalle 12 alle 16, si fermeranno i piloti della compagnia Malta Air che opera i voli di Ryanair. A proclamarlo in questo caso sono state unitariamente Filt Cgil, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo, a seguito, affermano i sindacati, “della sottoscrizione da parte di alcuni soggetti di un accordo totalmente insoddisfacente per la categoria piloti e vista la totale chiusura al dialogo ed al confronto da parte della compagnia”.

Secondo le tre organizzazioni sindacali si tratta di “un accordo assolutamente insoddisfacente e poco rispettoso della professionalità e del contributo che il personale navigante ha assicurato e che in particolare, nella fase post pandemia, ha consentito all’azienda un deciso incremento della reddittività”.

Trasporto aereo, sindacati: il 15 luglio sciopero piloti Malta Air

Trasporto aereo, sindacati: il 15 luglio sciopero piloti Malta AirRoma, 8 lug. (askanews) – Sabato 15 luglio, dalle 12 alle 16, si terrà lo sciopero nazionale dei piloti della compagnia Malta Air che opera i voli di Ryanair”. A proclamarlo unitariamente Filt Cgil, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo a seguito, si legge in una nota, “della sottoscrizione da parte di alcuni soggetti di un accordo totalmente insoddisfacente per la categoria piloti e vista la totale chiusura al dialogo ed al confronto da parte della compagnia”.

Secondo le tre organizzazioni sindacali si tratta di “un accordo assolutamente insoddisfacente e poco rispettoso della professionalità e del contributo che il personale navigante ha assicurato e che in particolare, nella fase post pandemia, ha consentito all’azienda un deciso incremento della reddittività”.

Vueling, Filt Cgil: il 15 luglio sciopero dalle 10 alle 18

Vueling, Filt Cgil: il 15 luglio sciopero dalle 10 alle 18Roma, 8 lug. (askanews) – “Sabato 15 luglio nuovo sciopero nazionale, dalle 10 alle 18, di piloti e assistenti di volo della compagnia Vueling”. A proclamare la protesta la Filt Cgil “a causa della mancata disponibilità aziendale a sviluppare sane e costruttive relazioni industriali con l’organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa delle istanze dei lavoratori della compagnia”.

“A fronte della nostra disponibilità ad avviare un confronto costruttivo – spiega la Filt Cgil – per scongiurare qualsiasi possibilità di conflitto, continuiamo a riscontrare un totale atteggiamento di chiusura verso l’organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa dei lavoratori e delle lavoratrici assunti in Italia dalla compagnia low cost spagnola, di proprietà del gruppo IAG che comprende anche Iberia e British Airways”.

Trenitalia, sindacati confermano sciopero 24 ore il 13 luglio

Trenitalia, sindacati confermano sciopero 24 ore il 13 luglioRoma, 8 lug. (askanews) – “Confermato dalle 3 del 13 luglio alle 2 del 14 luglio lo sciopero nazionale di 24 ore di tutto il personale Trenitalia”. A proclamarlo unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Orsa Ferrovie e Fast Confsal, denunciando che “dopo la prima azione di sciopero dello scorso 14 aprile permangono le criticità nella vertenza sindacale”.

“Serve – spiegano le organizzazioni sindacali – un adeguato piano di assunzioni, una mitigazione dei carichi di lavoro nella programmazione dei turni degli equipaggi, favorendo la conciliazione dei tempi di lavoro con quelli della vita privata, il rilancio del settore manutenzione e ridare centralità alla rete vendita e assistenza ai passeggeri e investimenti tecnologici, crescita professionale e percorsi formativi per tutto il personale degli uffici”. “Trenitalia – chiedono infine Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Orsa Ferrovie e Fast Confsal – proceda in tempi rapidi alla risoluzione delle problematiche da noi segnalate che penalizzano tante lavoratrici e tanti lavoratori dell’azienda”.

Borsa, Consob: utili quotate in netto meglioramento a fine 2022

Borsa, Consob: utili quotate in netto meglioramento a fine 2022Roma, 8 lug. (askanews) – Capitalizzazione di Borsa in forte calo rispetto al Prodotto interno lordo. Investimenti azionari in brusca frenata, mentre crescono quelli in obbligazioni. Continua a restringersi (9 uscite) il Mercato telematico azionario (Mta), il principale mercato di Piazza Affari. Tuttavia il numero complessivo delle imprese quotate o negoziate in Borsa a Milano sale da 407 a 412, anche se il saldo positivo (+5) è dovuto esclusivamente alla crescita (+16) delle imprese piccole, piccolissime e medie ammesse sull’Egm (Euronext Growth Milan), il mercato non regolamentato dedicato alle Pmi, che compensa il calo su Mta (-9) e su Vorvel (-2), l’ex Hi-Mtf. Al tempo stesso è in netto miglioramento la redditività delle imprese italiane quotate.

È questo il quadro in chiaroscuro della Borsa italiana a fine 2022, rappresentato nell’ultimo Bollettino statistico della Consob. I dati del Bollettino, pubblicato oggi sul sito dell’authority non tengono conto degli sviluppi successivi al 31 dicembre scorso e tratteggiano un mercato mobiliare in leggera ripresa rispetto ai valori registrati a metà anno, ma al di sotto del livello di fine 2021. “Gli indicatori – si legge in una nota – descrivono una situazione economica incerta, che risente della guerra in Ucraina, dell’impennata dell’inflazione trainata, tra l’altro, dai rincari nel settore energetico e che è condizionata anche dai rialzi dei tassi d’interesse, decisi dalla Banca centrale europea”.

Per contro, gli utili relativi al 2022 delle imprese non finanziarie registrano un forte incremento, di ben il 123% a 28,2 miliardi di euro per le quotate su Mta e del 52% a 591 milioni per l’Egm. In miglioramento rispetto al 2021 anche gli utili delle banche (15,3 miliardi di euro, +55%), mentre si registra un calo del 3% per le assicurazioni (a 6,1 miliardi) e del 20% per le altre società finanziarie (a 0,8 miliardi). La flessione dei prezzi dei titoli azionari ha depresso la capitalizzazione complessiva delle società italiane quotate, che al 31 dicembre scorso era scesa del 18,6% su base annua. In relazione al Prodotto interno lordo la capitalizzazione di Borsa si riduce dal 33% di fine 2021 al 25% di fine 2022.

In calo il portafoglio dei titoli detenuti presso intermediari italiani (-8,8%) da famiglie e imprese. In crescita il peso degli investimenti azionari e in obbligazioni emesse da imprese finanziarie. Diminuisce, invece, l’incidenza degli investimenti in fondi comuni. In calo i volumi di attività relativi ai servizi di investimento, in particolare, la raccolta di strumenti finanziari (-15,4% a 363,4 miliardi) e di prodotti assicurativi a prevalente contenuto finanziario (-47,1% a 28,1 miliardi) da parte degli intermediari italiani.