Pr misurare e ridurre impronta ambientale. Da marzo al via formazione
Milano, 22 feb. (askanews) – Per una filiera come quella il Grana Padano Dop – 4.000 stalle, 142 caseifici, 200 stagionatori e confezionatori – riuscire a implementare la sostenibilità è tanto strategico quando complesso. Per raggiungere questo obiettivo è stato realizzato un software in grado di valutare l’impronta ambientale e di incentivare la sua riduzione in tutta la filiera, dalla produzione del latte fino alla trasformazione in formaggio e al suo confezionamento. Lo strumento è stato realizzato grazie al progetto comunitario Life Ttgg – The tough get going, conclusosi nel 2022 dopo cinque anni dall’avvio della collaborazione tra Politecnico di Milano, Università Cattolica Piacenza, la start up Enersem, OriGIn, Fondazione Qualivita e le aziende produttrici e gli enti di formazione e di ricerca italiani e francesi.
Il software Ssda altro non è, come suggerisce l’acronimo, che uno strumento di supporto alle decisioni ambientali per misurare, in maniera semplice e pragmatica, gli impatti ambientali della produzione di formaggio a pasta dura: dalla produzione di latte crudo fino a caseificazione, confezionamento, uso e fine vita. L’esito del progetto è stato presentato in occasione di Italia Next Dop, il primo simposio scientifico sulle Filiere Dop e Igp che ha ospitato il Consorzio Grana Padano.
Il progetto di ricerca applicata attraverso il software Ssda pone il Consorzio all’avanguardia nella ricerca di sistemi e di metodologie volte al target della neutralità climatica. L’introduzione dell’applicazione nella filiera avrà un significativo riscontro ambientale ed economico, considerando che, ogni anno, i caseifici che producono Grana Padano trasformano 3,4 milioni di tonnellate di materia prima, pari al 30% della produzione nazionale di latte. Prendendo in considerazione solo l’aspetto energetico, l’applicazione delle misure di efficientamento individuate da Enersem porterebbero ad un risparmio di almeno 5 euro a forma con un evidente impatto positivo sull’ambiente. E su una produzione che nel 2022 ha superato 5 milioni e 200 mila forme di formaggio Dop, il conto economico ed ecologico è presto fatto.
Per implementare l’utilizzo di questo strumento nel ciclo di produzione delle aziende che partecipano alla filiera del Grana Padano, a partire da marzo il Consorzio attiverà con il supporto di Politecnico, Cattolica ed Enersem i corsi di formazione. “Essere il Consorzio del formaggio Dop più consumato al mondo – ha detto il direttore generale, Stefano Berni – ci consente e ci obbliga al tempo stesso ad essere i pionieri dei percorsi di transizione verso economie sostenibili e circolari, percorsi che hanno come riferimento la qualità della materia prima e l’eccellenza del prodotto trasformato e che coniugano in modo armonico la tradizione al futuro”.
L’obiettivo strategico che si intende raggiungere è in linea con gli indirizzi comunitari del Farm to Fork e Biodiversità 2030, linee guida fondamentali per i Paesi della Comunità europea che forniscono una nuova visione sul mondo dell’agricoltura, che dovrà garantire, con una produzione più sostenibile, cibo sufficiente a prezzi accessibili.