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Moda, parte Mipel,pelletteria italiana guarda a mondo e a ripresa

Moda, parte Mipel,pelletteria italiana guarda a mondo e a ripresaRho, 20 feb. (askanews) – È il più importante evento fieristico internazionale dedicato alla pelletteria e all’accessorio di moda: in Fiera Milano a Rho, alla presenza del ministro del Turismo Daniela Santanchè, si è aperta la 123esima edizione di Mipel: 4mila mq di esposizione con 150 brand del Made in Italy e provenienti dall’estero.
“Il settore vive due realtà – ha detto ad askanews Franco Gabbrielli, presidente di Assopellettieri – una per la produzione per i grandi brand, l’altra per lo sviluppo dei marchi propri, che qui a Mipel sono rappresentati con 120 aziende. Da una parte c’è un grande entusiasmo perché le grandi aziende stanno avendo un significativo rimbalzo dopo il Covid, mentre l’altra parte è maggiormente in difficoltà. Però in questa fiera sono tornati i numeri del pre Covid, quindi siamo molto fiduciosi che si inizi ad avere un ritorno alla normalità”.
I numeri del 2022 di Confindustria Moda parlano di un export che trascina il settore e cresce del 15,1%, con trend positivi di produzione (+6,7%) e di fatturato (+ 14,8%). E quando si ragiona di moda è inevitabile riferirsi a Milano, la città cui è dedicato il concept dell’evento fieristico. “Qui – ha spiegato Danny D’Alessandro, direttore Assopellettieri e Mipel – è la moda, qui è dove accadono le cose e qui è il concept che noi dobbiamo celebrare”.
Assopellettieri, inoltre, in collaborazione con The European House-Ambrosetti condurrà un’indagine sulle piccole e medie imprese presenti in fiera, considerate centrali per il settore e per la sua crescita. “La piccola azienda – ha aggiunto il presidente Gabbrielli – è radicata sul territorio e dà una tranquillità completamente diversa allo Stato. Quindi crediamo che lo Stato dovrebbe aiutare le piccole e medie imprese a rimanere in piedi. Ecco, quesito chiediamo”.
Altro aspetto importante della fiera è Mipel Lab, il format dedicato allo sviluppo e alla promozione della pelletteria italiana di lusso. “Mipel Lab – ha detto ancora D’Alessandro – è un concept dedicato alle aziende di produzione che hanno bisogno di trovare sul mercato brand che siano intenzionati a produrre in Italia. Qual è il nostro target? È il marchio piccolo o medio che magari sta cercando di fare brand extension perché ha avuto successo nell’abbigliamento ed è interessato al mondo della pelletteria, perché offre dei margini molto interessanti, e noi siamo pronti con una proposta per dare la risposta giusta”.
Altri elementi di Mipel sono l’attenzione alle collezioni e ai progetti creativi innovativi, il sostegno a brand e designer emergenti e, non ultima, una grande attenzione ai temi della formazione e del lavoro nel comparto. “Dobbiamo riuscire a spiegare ai ragazzi – ha concluso il direttore di Assopellettieri – che in pelletteria c’è lavoro di qualità, ben retribuito e stabile”.
La fiera della pelletteria anche quest’anno si svolge in contemporanea con Micam e TheOneMilano e in parziale sovrapposizione con Homi e Lineapelle.

Mipel, la pelletteria italiana guarda al mondo e alla ripresa

Mipel, la pelletteria italiana guarda al mondo e alla ripresaRho, 20 feb. (askanews) – È il più importante evento fieristico internazionale dedicato alla pelletteria e all’accessorio di moda: in Fiera Milano a Rho, alla presenza del ministro del Turismo Daniela Santanchè, si è aperta la 123esima edizione di Mipel: 4mila mq di esposizione con 150 brand del Made in Italy e provenienti dall’estero.
“Il settore vive due realtà – ha detto ad askanews Franco Gabbrielli, presidente di Assopellettieri – una per la produzione per i grandi brand, l’altra per lo sviluppo dei marchi propri, che qui a Mipel sono rappresentati con 120 aziende. Da una parte c’è un grande entusiasmo perché le grandi aziende stanno avendo un significativo rimbalzo dopo il Covid, mentre l’altra parte è maggiormente in difficoltà. Però in questa fiera sono tornati i numeri del pre Covid, quindi siamo molto fiduciosi che si inizi ad avere un ritorno alla normalità”.
I numeri del 2022 di Confindustria Moda parlano di un export che trascina il settore e cresce del 15,1%, con trend positivi di produzione (+6,7%) e di fatturato (+ 14,8%). E quando si ragiona di moda è inevitabile riferirsi a Milano, la città cui è dedicato il concept dell’evento fieristico. “Qui – ha spiegato Danny D’Alessandro, direttore Assopellettieri e Mipel – è la moda, qui è dove accadono le cose e qui è il concept che noi dobbiamo celebrare”.
Assopellettieri, inoltre, in collaborazione con The European House-Ambrosetti condurrà un’indagine sulle piccole e medie imprese presenti in fiera, considerate centrali per il settore e per la sua crescita. “La piccola azienda – ha aggiunto il presidente Gabbrielli – è radicata sul territorio e dà una tranquillità completamente diversa allo Stato. Quindi crediamo che lo Stato dovrebbe aiutare le piccole e medie imprese a rimanere in piedi. Ecco, quesito chiediamo”.
Altro aspetto importante della fiera è Mipel Lab, il format dedicato allo sviluppo e alla promozione della pelletteria italiana di lusso. “Mipel Lab – ha detto ancora D’Alessandro – è un concept dedicato alle aziende di produzione che hanno bisogno di trovare sul mercato brand che siano intenzionati a produrre in Italia. Qual è il nostro target? È il marchio piccolo o medio che magari sta cercando di fare brand extension perché ha avuto successo nell’abbigliamento ed è interessato al mondo della pelletteria, perché offre dei margini molto interessanti, e noi siamo pronti con una proposta per dare la risposta giusta”.
Altri elementi di Mipel sono l’attenzione alle collezioni e ai progetti creativi innovativi, il sostegno a brand e designer emergenti e, non ultima, una grande attenzione ai temi della formazione e del lavoro nel comparto. “Dobbiamo riuscire a spiegare ai ragazzi – ha concluso il direttore di Assopellettieri – che in pelletteria c’è lavoro di qualità, ben retribuito e stabile”.
La fiera della pelletteria anche quest’anno si svolge in contemporanea con Micam e TheOneMilano e in parziale sovrapposizione con Homi e Lineapelle.

Filiera Italia: tutelare formaggi italiani da contraffazione e Nutriscore

Filiera Italia: tutelare formaggi italiani da contraffazione e NutriscoreMilano, 19 feb. (askanews) – La presenza di otto formaggi italiani nella top ten dei migliori al mondo è “Un risultato che deve far riflettere: basti pensare che Parmigiano e Grana sono anche i formaggi più imitati al mondo”, afferma Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia. Il giro d’affari del falso made in Italy vale 120 miliardi di euro, il doppio delle nostre esportazioni originali. “Ecco perché è sempre più importante difendere le nostre denominazioni anche attraverso gli accordi internazionali, e soprattutto nei confronti dei nomi generici come Parmesan”, aggiunge. Un tema importante e all’ordine del giorno, visto che proprio ora è in discussione l’accordo commerciale fra Unione europea e Australia.
Oltre all’italian sounding, Scordamaglia ritiene che un’altra minaccia arrivi dal Nutriscore che potrebbe penalizzare i formaggi italiani presentandoli al consumatore come “meno preferibili” rispetto a un prodotto di sintesi. “Anche se il sistema di etichettatura Nutriscore, grazie all’impegno italiano, oggi sembra temporaneamente messo da parte, resta un dossier su cui bisogna continuare costantemente a vigilare – avverte Scordamaglia – per non dare la possibilità al commissario Timmermans e alle multinazionali del cibo sintetico e ultraprocessato di rilanciarlo”. Secondo una stima Coldiretti-Filiera Italia la nuova etichettatura colpirebbe l’85% in valore dell’intera produzione agroalimentare made in Italy.

Crak Brewery in provincia di Padova è il birrificio dell’anno

Crak Brewery in provincia di Padova è il birrificio dell’annoMilano, 19 feb. (askanews) – Il premio Birrificio dell’anno è andato a Crak Brewery, birrificio della provincia di Padova. Il vincitore è stato svelato insieme alle migliori birre artigianali premiate alla Fiera di Rimini in occasione della prima giornata di Beer&Food attraction, nell’ambito della 18esima edizione di Birra dell’anno, organizzata da Unionbirrai.
Il birrificio veneto ha infatti conquistato con le sue birre vari premi, tra cui tre primi posti con le birre: Giant Step, Cantina – Mansueto 2017 e Cantina – Mansueto Riserva Whisky Barrel Aged 2019.
Tanti, però, sono stati i riconoscimenti assegnati. La regione con il maggior numero di birre premiate è stata la Lombardia con 35 premi, seguita dal Piemonte con 18 e dal Veneto con 16. Alle Marche sono andati 10 premi, al Lazio nove, a Emilia Romagna e Trentino Alto Adige otto, a Abruzzo, Toscana e Umbria sei, al Friuli Venezia Giulia quattro, a Campania, Puglia e Sardegna due, a Basilicata, Liguria e Sicilia uno.
A definire i premiati sono stati gli 81 giudici internazionali, italiani e stranieri, impegnati nelle degustazioni alla cieca, che hanno selezionato le tre birre vincitrici per tutte le categorie. Ogni premiato del concorso potrà prendere parte al progetto BdA on tour, gli eventi che portano nei locali d’Italia le birre vincitrici con la volontà di promuovere e valorizzare le birre artigianali italiane.
Il 2023 è stato un anno record per BdA con 2.227 birre iscritte al concorso da 305 produttori. “Con grande soddisfazione la XVIII edizione di Birra dell’anno ha confermato la grande fiducia dei produttori nei confronti del concorso – ha sottolineato Simone Monetti, segretario generale Unionbirrai – Da parte nostra siamo orgogliosi di aver contribuito alla visibilità e valorizzazione della birra artigianale italiana, dando ancora una volta importante dimostrazione di come l’identità brassicola del nostro Paese sia sempre più matura e definita”.

Coldiretti: nella sfida dei formaggi l’Italia batte la Francia 8 a 0

Coldiretti: nella sfida dei formaggi l’Italia batte la Francia 8 a 0Milano, 19 feb. (askanews) – L’Italia batte la Francia otto a zero nella top ten dei migliori formaggi al mondo con Parigi che resta fuori dalle prime dieci posizioni della classifica. E’ quanto annuncia la Coldiretti in riferimento alla graduatoria globale stilata da TasteAtlas, l’atlante internazionale dei piatti e dei prodotti tipici locali che ha messo ben otto tesori italiani fra i migliori del globo in un elenco di oltre cento formaggi.
Ai primi tre posti troviamo Parmigiano Reggiano, burrata e Grana padano, a seguire stracchino di crescenza, mozzarella di bufala e pecorino sardo, quindi si inserisce un formaggio spagnolo il Queijo Serra de Estrela, per poi ripartire con il pecorino toscano, il bundz polacco e il gorgonzola piccante. I francesi piazzano il primo formaggio al tredicesimo posto con il Reblochion dell’Alta Savoia e si aggiudicano anche l’ultimo in classifica con l’Ossau-Iraty della zona dei Pirenei.
La sfida tra Italia e Francia nella produzione di formaggi ha radici lontane e presenze importanti sia dal punto di vista economico e sociale se lo stesso generale Charles De Gaulle si chiedeva come fosse possibile governare la Francia che ha più formaggi che giorni nel calendario. Con gli ultimi riconoscimenti comunitari salgono a 55 i formaggi a denominazione di origine protetta (Dop/Igp) italiani tutelati dall’Unione Europea, lo stesso numero di quelli francesi. E Oltralpe mostrano di apprezzare i formaggi italiani visto che le nostre esportazioni sono cresciute di quasi il 27% in valore l’anno scorso e sono stimati pari ad oltre 900 milioni di euro nel 2022 per una quantità sulle tavole d’Oltralpe che sfiora i 130 milioni di chili.
Ma l’Italia purtroppo vince anche nelle falsificazioni con Grana Padano e Parmigiano Reggiano che sono i formaggi più imitati nel mondo ma copiati sono anche il pecorino, l’asiago e il gorgonzola. Un problema che riguarda anche la Francia che deve proteggere, tra gli altri, il Brie e il Camembert. Italia e Francia sono i due Paesi Europei con la maggiore tradizione culinaria e si contendono primati nell’agricoltura e nell’alimentare con il Belpaese che vince però per valore aggiunto agricolo, numero di prodotti DOP/IGP riconosciuti dall’Unione Europea, 316 denominazioni (dop/Igp) contro le 260 dei cugini d’oltralpe, per numero di imprese biologiche e per quantità di vino prodotto. Una ricchezza enogastronomica che vince all’estero un po’ su tutti i fronti considerato il record storico delle esportazioni alimentari made in Italy che hanno raggiunto i 60,7 miliardi di euro nel 2022 con una crescita del +17% rispetto all’anno precedente trainata dai prodotti simbolo della Dieta Mediterranea.

Salvini contro farina di insetti e carne sintetica: mi batterò in Ue

Salvini contro farina di insetti e carne sintetica: mi batterò in UeMilano, 19 feb. (askanews) – “Se l’uomo mangia bene viene bene se mangia farina di insetti, carne sintetica o formaggio senza latte viene su male e voi siete difensori di un modo di vivere che significa salute, bellezza e ricchezza”. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, torna ad attaccare sulla questione della farina di grilli dopo il via libera dell’Ue, intervenendo in videocollegamento ai Campionati della cucina italiana organizzati dalla Federazione italiana cuochi. “Contate su di me anche in terra europea – ha detto – perchè ovviamente il progresso va accompagnato senza dimenticare chi siamo e da dove veniamo”.
Salvini punta il dito contro le multinazionali che premerebbero per mettere sul mercato alimenti sintetici: “Ci sono multinazionali che investono miliardi di euro in ricerca chimica: in Danimarca ci sono fabbriche che producono finto latte: qui non si parla di agroalimentare ma di industria”. Per il vicepremier è stata anche l’occasione per attaccare l’Europa su un altro tema, quello del Nutriscore, l’etichetta fronte pacco: “Non si inventino strumenti come il Nutriscore – ha detto – per trovare pseudo copertura scientifica e dire che la Dieta Mediterranea fa male”.

Calzature, 14,5 mld fatturato 2022 a livelli pre-Covid, export +23% a valore

Calzature, 14,5 mld fatturato 2022 a livelli pre-Covid, export +23% a valoreMilano, 19 feb. (askanews) – Il comparto calzaturiero nel 2022 supera la crisi del biennio pandemico e continua la sua ripresa. Il fatturato sale a 14,49 miliardi di euro (+14% rispetto al 2021), recuperando i livelli 2019, rinvigorito dalla performance dell’export (+23,3% in valore), trainato dalle griffe del lusso. Si rafforza inoltre il saldo commerciale (5,54 miliardi, +7,6%), mentre i consumi delle famiglie (+9,6%) non riescono ancora ad annullare il gap col pre-pandemia (-2,5%). È la fotografia del settore scattata dal Centro studi di Confindustria moda per Assocalzaturifici presentata in occasione dell’apertura del Micam, la più importante fiera del comparto in programma fino al 22 febbraio 2023 a Fiera Milano Rho.
Per Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici, i dati di preconsuntivo 2022 elaborati risultano positivamente orientati, ma descrivono un orizzonte non privo di insidie e difficoltà per le imprese del settore: “Sebbene il quadro di insieme sia incoraggiante, dopo un biennio complesso, ci sono alcune indicazioni meno confortanti. In primis la disomogeneità della ripresa (due imprese su cinque non hanno ancora ripianato il gap col 2019 e parecchie non sono riuscite a superare la crisi, cessando l’attività) e poi le conseguenze delle dinamiche inflattive sugli utili delle aziende. L’anno che doveva segnare la piena ripartenza dopo la pandemia ha sì registrato il proseguimento del recupero della domanda, ma è stato penalizzato dal perdurare dei costi elevati delle materie prime, che dopo la fiammata di fine 2020 non hanno dato segni tangibili di ribassamento, e dai picchi record nei prezzi degli energetici, con un’inflazione mai così alta in Italia dal 1985. A ciò si è aggiunto, a fine febbraio, lo scoppio di un conflitto di cui ancora oggi non si vede la fine, in un’area da sempre tra i maggiori clienti di alcuni distretti calzaturieri italiani”.
Nel dettaglio, tra i dati di preconsuntivo spicca il nuovo record stabilito dall’export, 10,48 miliardi nei primi 10 mesi, +23,5%, già superiore al valore dell’intero 2021, con un prezzo medio al paio che ha raggiunto i 57,26 euro (+10,7%). Un risultato su cui hanno rivestito un ruolo determinante le performance messe a segno dai brand internazionali del lusso, per i quali molte aziende italiane operano da terzista.
Tra i mercati, risultati premianti nella Ue (+24,4% in valore la Francia e +27,4% la Germania su gennaio-ottobre 2021). Incrementi ben oltre la media in Nord America (Usa +60%, Canada +68%) e Medio Oriente (+55%). Bene, seppur con risultati altalenanti durante l’anno, condizionati dai lockdown, anche la Cina (+41% in valore), ma soprattutto per l’alto di gamma (prezzo medio +34%). La guerra fa crollare le vendite in Russia (-26%) e in Ucraina (-59%); tra gli stati dell’ex blocco sovietico cresce il Kazakistan (+40%).
Tra le tipologie, le scarpe in pelle, tipiche della tradizione made in Italy, sono le uniche che ancora presentano un divario in volume sul 2019, peraltro marcato, pari a un 10,4% in meno. Sul versante interno, gli acquisti delle famiglie hanno evidenziato variazioni contenute (+6,7% in quantità e +9,6% in spesa) ma comunque positive (benché il balzo dell’import, aumentato del 30% in volume, abbia reso ancor più dura la competizione sul mercato nazionale, particolarmente sensibile al fattore prezzo). La ripartenza dei flussi turistici in ingresso ha inoltre riavviato lo shopping degli stranieri, seppur notevolmente penalizzato dal crollo degli arrivi russi (in aggiunta a quelli cinesi).
Di questo progressivo consolidamento nei livelli di domanda si è giovata la produzione nazionale, salita a 162 milioni di paia (+8,9% sul 2021 ma ancora lontana dai 179 milioni del 2019); come pure l’occupazione, che ha registrato una prima inversione di tendenza, accompagnata da una forte riduzione delle ore di cassa integrazione guadagni autorizzata (-81% per le imprese della filiera pelle, con ancora però un +58% sul 2019). I livelli occupazionali hanno registrato nel 2022 un rimbalzo, dopo la significativa contrazione di fine 2020 (-4%) e l’ulteriore -1,8% del consuntivo 2021, con il recupero di 1.750 addetti, pari al +2,5%, su dicembre 2021 (sono risaliti a 72.336). Un’inversione incoraggiante ma assolutamente insufficiente, comunque, a ripianare anche le sole perdite del biennio antecedente (-4.300 posti di lavoro). Il lungo ed eccezionale periodo di crisi ha invece inasprito il processo di selezione tra le aziende, facendo scendere a 3.765 unità i calzaturifici attivi, con un saldo negativo di 216 unità a confronto con dicembre 2021: l’arretramento più pesante da un decennio a questa parte.

Santanchè: turismo di fiere e moda fondamentale per l’Italia

Santanchè: turismo di fiere e moda fondamentale per l’ItaliaMilano, 19 feb. (askanews) – “Ritengo che il settore fieristico sia un settore strategico per l’economia della nazione, ma strategico anche per il mio ministero perché ci sono due pilastri che sono fondamentali: il turismo fieristico e il fashion Tourism, il turismo della moda. Vorrei dare solo un dato: il turismo della moda rappresenta nella nostra nazione 27 miliardi e oltretutto è un turismo di qualità, un turismo che viene sul nostro territorio che spende”. Lo ha detto il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, intervenuta in Fiera Milano all’inaugurazione di Micam e Mipel”.
“Oltretutto voglio ricordare che nel mondo l’Italia rappresenta con il suo sistema fiere nel comparto della moda e degli accessori il 40% e quando un turista straniero viene in Italia per il 51% acquista scarpe perché le scarpe sono nel mondo un fiore all’occhiello del nostro Made in Italy questo ce lo dobbiamo ricordare sempre. Noi con il Made in Italy abbiamo un elemento competitivo che non ha nessun altro al mondo, ma non siamo capaci di venderci così bene per la bravura che rappresentiamo”.

Johnson (Herbalife): nuove linee per benessere cervello e sonno

Johnson (Herbalife): nuove linee per benessere cervello e sonnoMilano, 19 feb. (askanews) – Herbalife Nutrition Italia compie trenta anni di attività. E’ un traguardo segnato dal successo sia di un modello di business, quello del network marketing, conosciuto anche come sistema di vendita diretta, valorizzato al massimo delle sue potenzialità – sono oltre 130 mila i distributori indipendenti nel nostro Paese che generano un fatturato annuo di 160 milioni di euro – sia di una linea di prodotti che dal tradizionale sostituto dei pasti si è sviluppata fino alle soluzioni per l’alimentazione sportiva e alla linea per la cura del corpo.
I trenta anni di attività italiana segnano anche con il ritorno in presenza – dopo due anni eventi virtuali imposti dalla pandemia – del “Summit Herbalife Nutrition” che dal 17 al 19 febbraio ha riunito al Palazzo dello Sport all’EUR oltre 11 mila persone. A loro, il nuovo chairman e ceo di Herbalife Nutrition – Michael O. Johnson – ha indirizzato un messaggio nel quale ha ribadito la volontà di portare la multinazionale a diventare “la prima azienda al mondo nel campo della salute e del benessere”.
In questa occasione ha anche risposto ad una serie di domande illustrando la sua visione dell’azienda e le prospettive future. Dalla volontà di crescita nei mercati in espansione per gli integratori per sonno e per il benessere del cervello, agli investimenti in tecnologie per supportare a livello globale i distributori: Michael O. Johnson illustra così le strategie della multinazionale.
Quali sono le principali aree di interesse per la crescita di Herbalife? “Herbalife offre un’incredibile opportunità di business. I nostri distributori e clienti alimentano la nostra crescita ed è per questo che sostenere il loro successo è la nostra priorità numero uno. Grazie ai nostri prodotti di alta qualità e scientificamente validati, alla tecnologia, agli strumenti e alla formazione di livello mondiale, stiamo creando una comunità globale di salute e benessere accessibile a tutti. Questo è un principio guida per me come ceo di questa fantastica azienda – risponde Johnson – Cominciamo dai prodotti, un’area alla quale sono estremamente appassionato. Ci siamo evoluti per offrire un’ampia gamma di prodotti nelle categorie della gestione del peso, della nutrizione mirata e della nutrizione sportiva. Se siete distributori o clienti, vogliamo che siate certi che esiste un prodotto adatto a voi. L’innovazione è un aspetto importante dei nostri prodotti e stiamo lanciando prodotti in nuove categorie come il benessere del cervello e il sonno. Il mercato globale della salute del cervello è destinato a valere 19 miliardi di dollari entro il 2030 e il mercato globale degli integratori per il sonno è destinato a crescere fino a 1,6 miliardi di dollari entro il 2025. La nostra opportunità di esplorare ed espanderci in queste categorie è entusiasmante e ci permette di raggiungere un nuovo mercato. Anche la tecnologia favorirà la nostra crescita. Nel 2022 abbiamo annunciato la nostra trasformazione digitale pluriennale, Herbalife One. Stiamo investendo 400 milioni di dollari per creare un’unica piattaforma per i nostri distributori e clienti a livello globale. Herbalife One integrerà i nostri sistemi e supporterà i nostri distributori nell’avvio e nella crescita della loro attività. Ciò include la semplificazione delle transazioni e dei servizi quotidiani, sia che si tratti di utilizzare il nostro sito web, ordinare prodotti o iscriversi a un’opportunità di business. A collegare tutte queste aree di interesse è il nostro marchio. Quest’anno lanceremo un nuovo look and feel per Herbalife. Il nostro marchio rifletterà i nostri 43 anni di storia e simboleggerà il nostro percorso in avanti come azienda e come comunità”.
Herbalife entrarerà in nuove categorie, o espanderà quelle esistenti? “Entrambe le cose. Siamo orgogliosi di essere il marchio numero uno al mondo nei sostitutivi del pasto. Solo nel 2021 sono stati consumati 5,4 milioni di frullati proteici Herbalife al giorno, in tutto il mondo. Innoviamo costantemente per offrire gusti in edizione limitata del nostro frullato sostitutivo del pasto F1 per i diversi mercati. Anche quest’anno ne saranno presenti di più – dice il chairman e ceo di Herbalife Nutrition – Inoltre, stiamo ampliando la nostra gamma di prodotti per la nutrizione sportiva e introducendo più opzioni vegane nel nostro portafoglio esistente. La nostra attenzione ai sapori e alle scelte dei consumatori locali ha contribuito al nostro successo con gamme di prodotti specifiche per ogni regione. La nostra linea Ayurveda in India ne è un ottimo esempio”.
Quali sono le tendenze dei consumatori che stanno influenzando la strategia di prodotto di Herbalife? “La salute e il benessere sono più importanti che mai per i consumatori. Non si tratta di una tendenza, ma di un fenomeno destinato a rimanere, in quanto le persone si concentrano sulla cura di sé attraverso la prospettiva della salute e del benessere. I nostri prodotti possono sostenere gli obiettivi di stile di vita di una persona. E attraverso i nostri distributori, i consumatori possono unirsi alla nostra comunità e sentirsi supportati nel loro percorso – precisa Johnson – Un’altra tendenza da considerare è il crescente uso di integratori e prodotti nutrizionali mirati. Molti consumatori faticano a seguire una dieta sana ed equilibrata: il tempo, i costi, le conoscenze e l’accessibilità possono costituire un ostacolo a uno stile di vita sano. Gli integratori e i prodotti nutrizionali mirati, come il nostro Complesso Multivitaminico, che fornisce 21 micronutrienti essenziali, sono un modo conveniente per i consumatori di ottenere i nutrienti essenziali di cui hanno bisogno nella loro dieta. Stiamo anche assistendo a una maggiore richiesta di proteine. Ecco perché da decenni innoviamo nel campo delle proteine, comprese quelle vegetali. Il nostro pluripremiato frullato di proteine vegetali, Tri-Blend Select, utilizza una miscela innovativa di proteine vegetali per creare un profilo amminoacidico quasi completo e rispondere a questa esigenza. Stiamo anche valutando con attenzione il nostro packaging e pensiamo a come possiamo ridurre gli sprechi e rendere riciclabile una parte maggiore di ogni confezione”.
Sotto la sua guida è stata lanciata la linea di integratori sportivi H24. Lo sport è un settore strategico per un’azienda come Herbalife. Cosa farete in questo settore nei prossimi anni? “Siamo molto orgogliosi delle nostre sponsorizzazioni sportive: oltre 150 squadre, eventi e atleti e cinque comitati olimpici nazionali a livello globale! Tra questi, i LA Galaxy, l’Atletico Madrid Femenino e la squadra olimpica ellenica. E non posso non citare, a livello italiano, la sponsorizzazione della Federazione Italiana Nuoto, la collaborazione con il Comitato Olimpico Nazionale Italiano e i campioni dell’Italia Team, oltre alla partnership appena siglata con la Fondazione Milano Cortina in vista dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali 2026. In tutto il mondo, i nostri esperti lavorano con le squadre e gli atleti per aiutarli a ottimizzare la loro alimentazione attraverso i nostri prodotti. Siamo entusiasti del potenziale dei nostri prodotti per la nutrizione sportiva, basati sulla scienza e certificati NSF, e continueremo a espanderli nei prossimi anni. Di recente abbiamo annunciato un accordo strategico di ricerca triennale di dottorato con l’Università di Loughborough nel Regno Unito, incentrato sullo sviluppo della nostra gamma H24. Il progetto analizzerà l’efficacia di una serie di macro e micronutrienti e di principi attivi nelle prestazioni sportive e come questi possano essere combinati in singoli integratori, miscele che potrebbero essere utilizzate per migliorare i prodotti H24 esistenti o per svilupparne di nuovi”.
Qual è quindi l’obiettivo per Herbalife Nutrition? “Vogliamo diventare la prima azienda al mondo nel campo della salute e del benessere – conclude Michael O. Johnson – Lo faremo continuando a fornire prodotti di alta qualità validati scientificamente, commercializzati attraverso i nostri distributori indipendenti che offrono a tutti i consumatori il supporto spesso necessario per raggiungere gli obiettivi di un corretto stile di vita. In Italia, dove stiamo festeggiando i 30 anni di Herbalife, auspico che la nostra azienda contribuisca ad accrescere il benessere delle persone attraverso la nostra comunità di Distributori e il nostro portafoglio di prodotti”. (nella foto: Michael O. Johnson, chairman e ceo di Herbalife Nutrition)

Addio a Mario Preve, patron di Riso Gallo

Addio a Mario Preve, patron di Riso GalloMilano, 18 feb. (askanews) – E’ morto all’età di 82 anni il patron di Riso Gallo, Mario Preve. “Con profondo dolore, Riso Gallo dà l’annuncio della scomparsa di Mario Preve, proprietario e presidente di Riso Gallo – ha annunciato l’azienda in una nota – L’azienda esprime le più sentite condoglianze alla famiglia e a tutta la comunità di dipendenti per questa enorme perdita”.
Nato a Buenos Aires nel 1941, Mario Preve si è laureato in economia e commercio in Italia, proseguendo poi gli studi alla Harvard Business School. Sposato, ha quattro figli, tutti impegnati in Riso Gallo.
“Grazie alla sua visione imprenditoriale e al suo costante impegno, Mario Preve ha reso Riso Gallo una realtà riconosciuta a livello internazionale, il cui marchio è sinonimo di made in Italy – si legge in una nota – Un leader dal grande senso del dovere e dalla profonda umanità, da sempre impegnato nello sviluppo della sua azienda con l’obiettivo di creare valore per l’intero comparto e per il territorio nazionale”.
Al compimento dei suoi 80 anni, Preve aveva passato il testimone dell’azienda ai suoi quattro figli Carlo, Emanuele, Eugenio e Riccardo.