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Amazon e Brother fanno causa in Germania contro 18 contraffattori

Amazon e Brother fanno causa in Germania contro 18 contraffattoriMilano, 23 feb. (askanews) – Amazon e Brother, multinazionale della stampa, hanno annunciato di aver presentato un’azione legale contro 18 presunti membri di un’organizzazione di contraffattori con sede in Germania che hanno cercato di ingannare i clienti vendendo online cartucce toner false pubblicizzate come originali. E’ la prima causa civile intentata da Amazon in Europa in collaborazione con un partner contro i contraffattori. La causa è stata presentata al Tribunale Regionale di Berlino.
Secondo l’accusa i contraffattori avrebbero acquistato cartucce originali Brother vuote per poi riempirle con toner non autentici, oltre a vendere su Amazon cartucce false progettate per sembrare originali.
“Abbiamo tolleranza zero per i prodotti contraffatti messi in vendita nei nostri store. Questa è la prima causa di questo tipo che abbiamo presentato in Europa, e dimostra chiaramente la determinazione delle nostre azioni per perseguire i contraffattori ovunque essi operino”, ha detto Kebharu Smith, Director della Counterfeit Crimes Unit (CCU) di Amazon. “Continueremo a lottare insieme a imprese di tutte le dimensioni per proteggere i clienti dai prodotti falsi e proteggere i marchi dalla violazione dei loro diritti di proprietà intellettuale”, ha aggiunto.
“Proteggere la proprietà intellettuale è diventata una delle azioni più importanti per Brother. Non si tratta solo di proteggere i nostri marchi e i nostri brevetti, ma anche di proteggere i nostri clienti e la fiducia che hanno nei nostri prodotti”, ha aggiunto Isao Noji, Direttore Generale di Brother International Europe.

Fed, verbali direttorio: “Inflazione resta inaccettabilmente alta”

Fed, verbali direttorio: “Inflazione resta inaccettabilmente alta”Roma, 22 feb. (askanews) – Alla riunione di fine gennaio del direttorio della Federal Reserve, i banchieri centrali Usa “hanno concordato che l’inflazione resta inaccettabilmente alta”, oltre che ben superiore all’obiettivo del 2%. La maggior parte dei componenti del Fomc si è espressa a favore di proseguire la manovra di rialzi dei tassi, attenuando però il ritmo degli aumenti a 25 punti base, come poi effettivamente deciso, in modo da “valutare meglio i progressi dell’economia verso gli obiettivi di stabilità dei prezzi con massima occupazione”.
Lo riportano i verbali (minute) della riunione del Fomc, pubblicati oggi dalla Fed, aggiungendo tuttavia che alcuni (pochi) partecipanti “hanno sostenuto che avrebbero preferito alzare i tassi di 50 punti base e che un aumento più consistente avrebbe portato più rapidamente il tasso di riferimento a livelli ritenuti sufficientemente restrittivi”.
Ad ogni modo “tutti hanno concordato che è appropriato continuare i rialzi e continuare il processo di riduzione del bilancio”, aggiunge il documento. Inoltre, i banchieri centrali Usa “hanno concordato che il mercato del lavoro resta molto tirato e hanno valutato che la domanda di lavoro eccede in maniera consistente l’offerta di lavoratori disponibili”.
I componenti del Fomc hanno anche rilevato “che il tasso disoccupazione è tornato ai minimi storici, mentre i posti vacanti restano elevati e la crescita delle retribuzioni resta elevata”. E secondo i banchieri centrali Usa la recente ondata di tagli occupazionali dei giganti tecnologici “non sembra riflettere debolezze diffuse nella domanda di lavoro”.
Va rilevato che queste considerazioni si riferiscono a un periodo antecedente agli ultimi dati sul mercato del lavoro Usa, che con altri 500mila posti creati a gennaio ha mostrato una dinamica di solidità perfino più forte del previsto. Con ogni probabilità queste valutazioni riportate dalle “minute” risulterebbero quindi oggi ulteriormente rafforzate alla luce dei nuovi dati, ed è questo che ha alimentato nelle ultime settimane il riaccendersi delle aspettative su una linea più restrittiva della Fed sui tassi.

Innovazione, nuove tecnologie tra opportunità e sfide geopolitiche

Innovazione, nuove tecnologie tra opportunità e sfide geopoliticheRoma, 22 feb. (askanews) – Lo sviluppo delle nuove tecnologie sta trasformando il mondo di tutti i giorni, con forti implicazioni anche geopolitiche che vanno comprese per essere governate. Se ne è parlato a un evento organizzato dal Centro Studi Americani e Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine in collaborazione con l’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia. L’iniziativa è stata l’occasione per un’analisi sull’applicazione e gli sviluppi delle tecnologie disruptive e quantistiche nell’ambito delle relazioni internazionali con un focus particolare sulla geopolitica dell’intelligenza artificiale e sulla relativa regolamentazione internazionale.
L’evento, dopo una breve introduzione del presiedente del centro studi amercani, Gianni De Gennaro, è stato aperto dal presidente, Fondazione Leonardo-Civilità delle Macchine, Luciano Violante che ha posto l’accento sulla necessità di un’unità europea per affrontare il tema delle nuove tecnologie.
“Stiamo vivendo un processo di deglobalizzazione – ha detto Violante – è questo pone un problema di indipendenza su risorse e tecnologie. Il convento di autonomia strategica è tornato all’attualità a causa della pandemia prima e poi della guerra che ci ha posto di fronte alla questione energetica e a quella alimentare”.
“La corsa alle nuove tecnologie – ha concluso – è causata dalla scomposizione della globalizzazione. Occorre valutare bene quali sono i costi e i benefici di queste nuove tecnologie e per questo l’unità europea di e tra sempre più centrale perché nessun paese da solo ce la può fare, ma uniti sì”.
Per Courtney Nemroff, minister for Economic Affairs dell’Ambasciata degli Stati uniti in Italia “le nuove tecnologie hanno avuto e continuano ad avere un impatto profondo sulla sicurezza nazionale, sulla resilienza, sull’economia e sulla salute delle società democratiche”, come la “tecnologia post Guerra Fredda è stata fondamentale per gli Stati uniti e gli alleati, perché ha sostenuto una prosperità condivisa. La rivoluzione tecnologica ci offre opportunità e sfide e gli Stati uniti puntano a uno sviluppo dell’Intelligenza artificiale focalizzata su un uso affidabule, come strumento per la creazione di nuovi settori dell’economia, per rivitalizzare le industrie e guidare lo sviupp economico, migliorando anche la qualità della vita ovunque”.
Sul fronte della ricerca, Enrico Prati, professore associato presso il Dipartimento di Fisica, dell’Università degli Studi di Milano, ha sottolineato come “il bipolarismo mondiale tipico della Guerra fredda, che è rimasto invariato sul piano strategico militare, si è trasformato in un bipolarismo modificato nell’ambito tecnologico, dove si gioca una sfida tra mondo occidentale, Stati uniti in primis, e Cina, che mettono in campo. Si tratta di una competizione in cui è difficile avere la meglio, perché gli investimenti sono confrontabili”.
“Stiamo attaversando dei cambiamenti epocali che riguardano in particolare quattro rivoluzioni tecnologiche – ha aggiunto Cosimo Accoto, Research affiliate & Fellow del Massachusetts Institute of Technology Boston -: l’intelligenza artificiale, la blockchain, la rivoluzione quantistica e la biologia sintetica. Si tratta di cambi e di trasformazioni profonde. La sfida vera che dobbiamo mettere in campo è quella di riuscire a leggere culturalmente e anche strategicamente in profondità queste rivoluzioni che non sono semplicemente rivoluzioni tecnologiche ma cambi di paradigma all’interno della civiltà umana”.
Sul fronte geopoltico, Clementine Starling, direttore del Forward Defense Program, dello Scowcroft Center for Strategy and Security dell’Atlantic Council, ha posto l’accento su come, nel settore delle innovazioni e delle rivoluzioni tecnologiche “la competizione è quella con la Cina, che nella Strategia per la sicurezza nazionale degli Stati uniti è stata definita come una minaccia”. La Difesa americana, ha aggiunto, “ha elencato 14 aree tecnologiche in cui avvengono le attuali rivoluzioni”, che pongono “sfide operative” tra cui spicca la necessità di “valutare le tendenze e capire in tempo reale” i trend per evitare di essere superati da competitor, di “creare una cultura della sperimentazione”, “eliminare le barriere alla condivisione tra settore pubblico e privato per usare le innovazioni che arrivano dal privato in modo efficace” salvaguardando “standard e questioni etiche”, ha spiegato Starling .
Sul fronte delle imprese, Dario Pagani, Head of Digital and Information Technology di Eni ha invece evidenziato la necessità di formare e sviluppare competenze per le nuove tecnologie anche nell’ottica della transizione energetica. Il tema delle competenze è stato toccato anche da Marco Bellezza, amministratore delegato di Infratel Italia, secondo il quale il Pnrr può essere l’occasione di ricostruire le filiere di produzione nelle telecomunicazioni ma occorre “sviluppare le necessarie competenze”.
Infine, Francesco Di Sandro, Senior Vice President Strategic Planning – Strategy and Market Intelligence Office, di Leonardo, ha posto l’accento sulla necessità per l’Europa di dotarsi di una strategia comune sulle nuove tecnologie, divenute oggetto di confronto tra le superpotenze.
“USA e Cina – ha detto Di Sandro – sono due soggetti geopolitici che hanno una dimensione strategica. Oggi le nuove tecnologie sono oggetto di confronto tra le superpotenze. L’Europa non è un soggetto geopolitico e quindi ha bisogno di una visione strategica comune, per poi metterla a terra con la creazione di ecosistemi”.
“L’innovazione – ha aggiunto – è il pilastro del nostro piano strategico tanto che in piena pandemia abbiamo creato i Leonardo Labs che hanno l’idea di sviluppare le competenze tecnologiche con una visione strategica di medio lungo periodo”.

Fisco, Zafarana(GdF): cala tax gap ma evasione ancora 90 mld anno

Fisco, Zafarana(GdF): cala tax gap ma evasione ancora 90 mld annoRoma, 22 feb. (askanews) – Anche se negli ultimi tempi si registra una “tendenziale riduzione del tax gap”, resta elevata l’evasione fiscale in Italia. Secondo le più recenti stime il mancato gettito annuale ammonta 90 miliardi di euro. Lo ha riferito il comandante generale della Guadia di Finanza, Giuseppe Zafarana, nell’audizione in Commissione finanze alla Camera.
E’ dunque necessario proseguire nell’impegno alla lotta all’evasione fiscale “intensificando ulteriormente gli sforzi profusi nel settore. Ciò – ha aggiunto Zafarana – anche alla luce degli obiettivi inseriti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, tra i quali assume fondamentale importanza la diminuzione della ‘propensione all’evasione’del 15% entro il 2024 e, come step intermedio, del 5% entro il 2023 rispetto al valore di riferimento del 2019”.

Superbonus,Zafarana(GdF): in 2 anni scoperti 3,7 mld falsi crediti

Superbonus,Zafarana(GdF): in 2 anni scoperti 3,7 mld falsi creditiRoma, 22 feb. (askanews) – In due anni la Guardia di Finanza ha scoperto e sequestrato 3,7 miliardi di euro di falsi crediti d’imposta derivanti dai bonus edilizi e in materia energetica. Lo ha riferito il comandante generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, nell’audizione in Commissione finanze alla Camera.
Si trattava di “crediti d’imposta inesistenti, i quali, ove non fossero stati sottoposti a vincolo cautelare, avrebbero causato un mancato gettito fiscale di pari ammontare. In altre parole – ha spiegato Zafarana – si tratta di crediti ‘falsi’ che avrebbero indebitamente compensato debiti tributari ‘veri’”.
Nel contrasto alle “ingenti” frodi nel settore dei bonus in materia edilizia ed energetica, le indagini delle fiamme gialle hanno portato alla luce “un’ampia casistica di illeciti, tra cui – ha aggiunto il comandante generale della GdF – l’assenza di lavori edilizi necessari a conferire il diritto ai vantaggi fiscali o la dichiarata esecuzione di ristrutturazioni su immobili non riconducibili ai beneficiari delle detrazioni; o, ancora, plurime cessioni ‘a catena’ dei crediti che hanno coinvolto prestanome o imprese non effettivamente operanti”. anche grazie alla preziosa collaborazione con l’agenzia delle

Lavoro, Veneto: avviato in Regione tavolo su Safilo di Longarone

Lavoro, Veneto: avviato in Regione tavolo su Safilo di LongaroneVenezia, 22 feb. (askanews) – Si è svolto questa mattina in sede regionale, presso il palazzo Grandi Stazioni a Venezia, il tavolo relativo alla situazione di Safilo convocato dall’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan insieme all’Unità di Crisi Aziendali della Regione del Veneto.
Hanno partecipato alla riunione i rappresentanti dell’azienda supportati da Confindustria Belluno, i rappresentanti delle categorie sindacali di FILCTEM CGIL, FEMCA CISL e UILTEC UIL e tutta la rappresentanza dei lavoratori dello stabilimento di Longarone. Nel corso dell’incontro l’azienda ha illustrato la fase di ricerca avviata al fine di esplorare soluzioni alternative per lo stabilimento di Longarone.
“Abbiamo avviato oggi questo tavolo di confronto che ha l’obiettivo di approfondire la situazione con tutte le parti coinvolte – spiega Elena Donazzan -. È stato un momento di confronto fra i lavoratori e l’azienda stessa con la presenza della Regione che è in stretto raccordo con il Ministero delle imprese e del made in Italy rispetto alla vertenza”.
“L’obiettivo per noi è la continuità produttiva dello stabilimento di Longarone e la salvaguardia di tutti i lavoratori. La forza del settore dell’occhialeria è nota in Italia e nel mondo. La leva è il capitale umano ed è per questo che riteniamo che tra le cose che vanno messe in evidenza c’è la salvaguardia dei lavoratori”.
Le parti hanno concordato di fissare il prossimo incontro di approfondimento tra due settimane ed il tavolo avrà come focus Longarone.

E’ pace tra Cipriani e Belmond (Lvmh): accordo su utilizzo del marchio

E’ pace tra Cipriani e Belmond (Lvmh): accordo su utilizzo del marchioMilano, 22 feb. (askanews) – Belmond, maison dell’hotellerie di lusso del gruppo Lvmh, e la famiglia Cipriani hanno raggiunto un accordo che mette fine a ogni contenzioso tra le due parti riguardante la proprietà intellettuale. I procedimenti legali risalgono a molti anni fa, ben prima dell’acquisizione di Belmond da parte del colosso francese del lusso.
Il nuovo accordo stabilisce una volta per tutte i rispettivi diritti delle parti in merito ai marchi Cipriani nelle diverse aree del mondo e permetterà lo sviluppo di questi brand all’interno di un contesto legale chiaro e ben definito. L’Hotel Cipriani di Venezia, fiore all’occhiello di Belmond, resterà l’unico al mondo con tale nome. Dal canto suo, il gruppo Cipriani potrà continuare ad espandere le attività di hospitality e ristorazione nelle più prestigiose località del mondo. Alcuni dei loro progetti saranno sviluppati con Belmond come partner.
“L’accordo con Giuseppe Cipriani e la sua famiglia segna l’inizio di una nuova era per Belmond ed il Gruppo Cipriani”, ha commentato Roeland Vos, AD di Belmond. “Siamo molto orgogliosi dell’Hotel Cipriani, il nostro hotel mitico a Venezia, il suo luogo magico e le esperienze uniche che è in grado di offrire ai suoi ospiti. Siamo lieti che la famiglia Cipriani possa continuare con successo l’attività nel mondo dell’hospitality di alta qualità”.
“Siamo grati a Belmond e al Sig. Arnault per l’apertura dimostrata nel trovare una soluzione a questo lungo contenzioso”, ha dichiarato Giuseppe Cipriani, AD del Gruppo Cipriani. “La nostra famiglia è presente nell’hospitality di alta qualità sin da quando mio nonno ha iniziato la sua attività a Venezia nel 1931. Mio padre Arrigo, i miei due figli ed io siamo riusciti a costruire sulla tradizione di Venezia e sull’eccezionale gastronomia italiana dando loro notorietà e desiderabilità mondiale. Siamo felici di poter continuare a sviluppare il nostro business di famiglia in un contesto legale chiaro”.

Grana Padano Dop: la sostenibilità di filiera si implementa con un software

Grana Padano Dop: la sostenibilità di filiera si implementa con un software

Pr misurare e ridurre impronta ambientale. Da marzo al via formazione

Milano, 22 feb. (askanews) – Per una filiera come quella il Grana Padano Dop – 4.000 stalle, 142 caseifici, 200 stagionatori e confezionatori – riuscire a implementare la sostenibilità è tanto strategico quando complesso. Per raggiungere questo obiettivo è stato realizzato un software in grado di valutare l’impronta ambientale e di incentivare la sua riduzione in tutta la filiera, dalla produzione del latte fino alla trasformazione in formaggio e al suo confezionamento. Lo strumento è stato realizzato grazie al progetto comunitario Life Ttgg – The tough get going, conclusosi nel 2022 dopo cinque anni dall’avvio della collaborazione tra Politecnico di Milano, Università Cattolica Piacenza, la start up Enersem, OriGIn, Fondazione Qualivita e le aziende produttrici e gli enti di formazione e di ricerca italiani e francesi.
Il software Ssda altro non è, come suggerisce l’acronimo, che uno strumento di supporto alle decisioni ambientali per misurare, in maniera semplice e pragmatica, gli impatti ambientali della produzione di formaggio a pasta dura: dalla produzione di latte crudo fino a caseificazione, confezionamento, uso e fine vita. L’esito del progetto è stato presentato in occasione di Italia Next Dop, il primo simposio scientifico sulle Filiere Dop e Igp che ha ospitato il Consorzio Grana Padano.
Il progetto di ricerca applicata attraverso il software Ssda pone il Consorzio all’avanguardia nella ricerca di sistemi e di metodologie volte al target della neutralità climatica. L’introduzione dell’applicazione nella filiera avrà un significativo riscontro ambientale ed economico, considerando che, ogni anno, i caseifici che producono Grana Padano trasformano 3,4 milioni di tonnellate di materia prima, pari al 30% della produzione nazionale di latte. Prendendo in considerazione solo l’aspetto energetico, l’applicazione delle misure di efficientamento individuate da Enersem porterebbero ad un risparmio di almeno 5 euro a forma con un evidente impatto positivo sull’ambiente. E su una produzione che nel 2022 ha superato 5 milioni e 200 mila forme di formaggio Dop, il conto economico ed ecologico è presto fatto.
Per implementare l’utilizzo di questo strumento nel ciclo di produzione delle aziende che partecipano alla filiera del Grana Padano, a partire da marzo il Consorzio attiverà con il supporto di Politecnico, Cattolica ed Enersem i corsi di formazione. “Essere il Consorzio del formaggio Dop più consumato al mondo – ha detto il direttore generale, Stefano Berni – ci consente e ci obbliga al tempo stesso ad essere i pionieri dei percorsi di transizione verso economie sostenibili e circolari, percorsi che hanno come riferimento la qualità della materia prima e l’eccellenza del prodotto trasformato e che coniugano in modo armonico la tradizione al futuro”.
L’obiettivo strategico che si intende raggiungere è in linea con gli indirizzi comunitari del Farm to Fork e Biodiversità 2030, linee guida fondamentali per i Paesi della Comunità europea che forniscono una nuova visione sul mondo dell’agricoltura, che dovrà garantire, con una produzione più sostenibile, cibo sufficiente a prezzi accessibili.

Frontiere, 100 posti di lavoro nelle new generation technology

Frontiere, 100 posti di lavoro nelle new generation technologyRoma, 22 feb. (askanews) – Cento nuovi posti di lavoro nelle tecnologie di frontiera e raddoppio del fatturato in 3 anni. Questa la dichiarazione programmatica di Frontiere, l’hub di innovazione che apre oggi i battenti a Roma con l’obiettivo di supportare e accelerare la digitalizzazione delle aziende attraverso l’utilizzo delle new generation technology, dalla realtà aumentata a quella virtuale, dal metaverso al Web3.
A dare il via al progetto, presentato oggi a Roma, una squadra di professionisti dell’innovazione – Alfredo Adamo (Chief Executive Officer), Ciro Romano (Chief R&D Officer), Gianfranco Iannello (Chief Revenue Officer), Noemi Adamo (Chief eXperiences Officer), Alessandro Niglio (Chief Strategy Officer), Gaetano Rossi (Chief Operation Officer), Marco D’Ambrosio (Chief Mobility Solutions and Services), Giorgio D’Ammassa (Sales Manager) – che hanno deciso di far confluire la loro esperienza e il loro know how in questo nuovo polo della consulenza tecnologica. Frontiere, infatti, nasce dall’unione di 3 società già operative sul mercato: Alan Advantage, GreenVulcano Technologies e Hueval. L’obiettivo di crescita di Frontiere è quello di raggiungere i 15 milioni di euro di fatturato raddoppiando i posti di lavoro – oggi le 3 aziende impiegano già oltre 100 persone – entro il 2025.
Data strategist, Designer di artificial intelligence, Machine Learning Engineer, Blockchain Specialist, Digital Artist per Web3, Cloud Architects, Innovation manager: saranno queste alcune delle professioni che Frontiere cercherà sul mercato per inserirle all’interno del suo team operativo, in un progetto di formazione continua garantito dai rapporti attivi con università e centri di ricerca in Italia e all’estero, dal Politecnico di Milano al MIT di Boston. La selezione sarà aperta su tutto il territorio italiano, con un’attenzione particolare al Sud Italia: il Centro di Innovazione e Sviluppo della nuova realtà, infatti, ha sede a Napoli.
Frontiere metterà così a servizio delle aziende la sua squadra di professionisti ad alta specializzazione tecnologica, saldando quel gap tra domanda e offerta a cui le imprese vanno incontro soprattutto quando si parla di ricerca in campo tech. Secondo il bollettino del Sistema informativo Excelsior, infatti, il mismatch tra domanda e offerta di lavoro per le posizioni tecnologiche è in rapido aumento: la difficoltà di reperimento di professionisti adeguati riguarda il 46,4% dei profili ricercati, un valore superiore di circa otto punti percentuali a quello di un anno fa e che equivale a oltre 177mila profili dei 382mila ricercati.
Miglioramento del business in termini di fatturato, ma anche efficientamento dei processi interni con un significativo cambiamento dei metodi di design e produzione che saranno sempre più basati sull’impiego della Artificial Intelligence: questi i plus che le aziende partner di Frontiere avranno avvalendosi dei servizi forniti dall’hub. Si è stimato infatti che i servizi e soluzioni innovative proposte da Frontiere ai propri clienti possono aiutarli a migliorare la presenza sul mercato del 20-60% a seconda delle aree impattate, mentre in altri casi l’impatto previsto è sul margine, tramite efficienza e taglio di costi. Ma soprattutto, la lunga esperienza dei soci di Frontiere nel campo dell’innovazione fornisce alle aziende clienti la possibilità di aggiungere modelli di business al proprio piano industriale, entrando su nuovi mercati o meglio ancora creando nuovi mercati se le innovazioni sono radicali. Inoltre, l’attenzione di Frontiere alla sostenibilità ambientale, sociale ed all’etica nell’adozione di nuove tecnologie fornisce ai clienti ulteriori ritorni di immagine, economici e di rilievo istituzionale.
Prevista l’apertura nel 2024 sempre a Roma anche del Design Center legato a Frontiere, che avrà come obiettivo quello di affiancare ai professionisti delle tecnologie emergenti figure dal know how umanistico, per accompagnare gli interventi di innovazione con il senso del gusto, dell’estetica e del bello tipici del Made in Italy.
“Siamo entusiasti di annunciare il lancio di Frontiere – ha commentato Alfredo Adamo, Chief Executive Officer di Frontiere – il nostro obiettivo è quello di creare soluzioni innovative per le sfide del futuro, utilizzando la tecnologia per risolvere problemi complessi e migliorare la vita delle persone. Siamo impegnati a costruire un team di talenti eccezionali, a investire in ricerca e sviluppo e a collaborare con i nostri partner per raggiungere i nostri obiettivi. Siamo pronti a sfidare il futuro e a portare la tecnologia ad un nuovo livello”.
Gianfranco Iannello, Chief Revenue Officer ha aggiunto: “Siamo impegnati a costruire prodotti e servizi di alta qualità, a sviluppare soluzioni all’avanguardia e ad offrire un’esperienza unica ai nostri clienti. Siamo entusiasti di iniziare questo nuovo capitolo e di contribuire al successo nel mondo del Made in Italy, anche nel settore delle tecnologie di frontiera”.

Crea: Dop e Igp nel 2023 genereranno 20 mld di valore nell’alimentare

Crea: Dop e Igp nel 2023 genereranno 20 mld di valore nell’alimentareMilano, 22 feb. (askanews) – Le indicazioni geografiche (denominazioni e indicazioni protette) nel 2023 produrranno valore per oltre 20 miliardi di euro nel comparto agroalimentare. A stimarlo è il Crea che ha patrocinato e partecipato a Italia next Dop con nove dei suoi 12 centri di ricerca col l’obiettivo condiviso di valorizzare e mantenere i caratteri distintivi delle produzioni a Indicazione geografica, migliorando costantemente i metodi di produzione e l’impatto ambientale. Italia next Dop è il primo simposio scientifico Filiere Dop e Igp, organizzato dalla Fondazione Qualivita, in collaborazione con Origin Italia, Csqa, Agroqualità e Ipzs.
“Le indicazioni geografiche sono il pilastro dell’economia agroalimentare italiana: frutto di una tradizione vincente, oggi sono leader sui mercati mondiali grazie alla costante innovazione e alla sempre maggiore sostenibilità ambientale e sociale delle produzioni – ha detto Stefano Vaccari, direttore generale Crea – Con centinaia di ricerche su decine e decine di indicazioni geografiche il Crea sostiene lo sforzo dell’agricoltura italiana di qualità per produrre sempre meglio, con meno e nel solco della tradizione”. Al simposio, i ricercatori del Crea illustrano le attività, che il più importante ente di ricerca dedicato all’agroalimentare sta sviluppando per supportare il made in Italy, dalla valorizzazione e tutela dei prodotti di qualità a quella delle risorse genetiche locali Dop e Igp, fino alla caratterizzazione dei prodotti e soluzioni a basso impatto ambientale. Non mancano il miglioramento genetico delle filiere olivo, frutta e agrumi e l’innovazione e il miglioramento per le filiere vitivinicole e la definizione dei territori vitati d’Italia. Presente, inoltre, l’attività di ricerca rivolta a due altre filiere tipiche del made in Italy: i formaggi Dop Igp e il progetto Newtech per la lotta alla contraffazione nelle produzioni Dop oltre alla ricerca nel campo delle politiche agricole italiane ed europee e lo sviluppo di sistemi digitali di supporto e ottimizzazione della gestione fitopatologica.