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Auto, su ricavi e redditività concessionari nonostante calo vendite

Auto, su ricavi e redditività concessionari nonostante calo venditeMilano, 22 feb. (askanews) – Nel 2022 l’auto elettrica perde mercato e scende a quota 3,7%, l’ibrida invece vola del 34%, perdono terreno le vetture benzina e diesel. Per sette italiani su dieci quello attuale non è un buon momento per spendere, ma chi è propenso agli acquisti ha l’automobile nuova in cima alle preferenze. E’ quanto emerso dalla 13esima edizione dell’Automotive Dealer Report 2023 di Italia Bilanci, presentata a Torino alla presenza di oltre 100 concessionarie auto che fatturano oltre 10 miliardi di euro e impiegano 10mila persone.
“Nel 2022 le auto immatricolate sono ammontate a 1 milione 316mila, circa la metà dei volumi registrati nel 2007, in linea con il minimo toccato nel 2013 di 1 milione 304mila immatricolazioni”, ha spiegato Fausto Antinucci, amministratore delegato di Italia Bilanci, illustrando l’andamento del mercato auto dal 2007 al 2022. “A cambiare maggiormente è la componente della vendita ai privati: se nel 2007 il retail rappresentava il 72% del mercato e nel 2013 il 64%, nel 2022 scende al 59% ed è il punto più basso degli ultimi 16 anni”.
A fronte del calo dei volumi, il fatturato medio e la redditività dei dealer sono invece aumentati. “Nel 2021 il fatturato medio ha superato i 38 milioni di euro: è il livello di ricavi più alto dal 2005 a oggi – ha sottolineato Antinucci – un valore che ha superato di circa un milione di euro il fatturato del 2019, anno in cui le immatricolazioni però erano quasi due milioni. Quindi nonostante la diminuzione delle vendite, il fatturato è cresciuto in media del 3% e la redditività è arrivata all’1,8%”.
“Tra i fattori determinanti – ha spiegato l’Ad di Italia Bilanci – ci sono le nuove strategie commerciali che hanno garantito margini unitari più elevati, l’aumento del prezzo medio del nuovo e dell’usato e la riduzione del numero degli operatori nella distribuzione auto, che si attestano a 1.182 nel 2022 (-2,4% rispetto al 2021)”. Nel 2007 erano 2.785, in 16 anni si sono ridotti di oltre la metà.

Auto, cresono ricavi e redditività dealer nonostante calo vendite

Auto, cresono ricavi e redditività dealer nonostante calo venditeMilano, 22 feb. (askanews) – Nel 2022 l’auto elettrica perde mercato e scende a quota 3,7%, l’ibrida invece vola del 34%, perdono terreno le vetture benzina e diesel. Per sette italiani su dieci quello attuale non è un buon momento per spendere, ma chi è propenso agli acquisti ha l’automobile nuova in cima alle preferenze. E’ quanto emerso dalla 13esima edizione dell’Automotive Dealer Report 2023 di Italia Bilanci, presentata a Torino alla presenza di oltre 100 concessionarie auto che fatturano oltre 10 miliardi di euro e impiegano 10mila persone.
“Nel 2022 le auto immatricolate sono ammontate a 1 milione 316mila, circa la metà dei volumi registrati nel 2007, in linea con il minimo toccato nel 2013 di 1 milione 304mila immatricolazioni”, ha spiegato Fausto Antinucci, amministratore delegato di Italia Bilanci, illustrando l’andamento del mercato auto dal 2007 al 2022. “A cambiare maggiormente è la componente della vendita ai privati: se nel 2007 il retail rappresentava il 72% del mercato e nel 2013 il 64%, nel 2022 scende al 59% ed è il punto più basso degli ultimi 16 anni”.
A fronte del calo dei volumi, il fatturato medio e la redditività dei dealer sono invece aumentati. “Nel 2021 il fatturato medio ha superato i 38 milioni di euro: è il livello di ricavi più alto dal 2005 a oggi – ha sottolineato Antinucci – un valore che ha superato di circa un milione di euro il fatturato del 2019, anno in cui le immatricolazioni però erano quasi due milioni. Quindi nonostante la diminuzione delle vendite, il fatturato è cresciuto in media del 3% e la redditività è arrivata all’1,8%”.
“Tra i fattori determinanti – ha spiegato l’Ad di Italia Bilanci – ci sono le nuove strategie commerciali che hanno garantito margini unitari più elevati, l’aumento del prezzo medio del nuovo e dell’usato e la riduzione del numero degli operatori nella distribuzione auto, che si attestano a 1.182 nel 2022 (-2,4% rispetto al 2021)”. Nel 2007 erano 2.785, in 16 anni si sono ridotti di oltre la metà.

Nestlé: in Italia raggiunto 97% di riciclabilità dei packaging

Nestlé: in Italia raggiunto 97% di riciclabilità dei packagingMilano, 22 feb. (askanews) – Nestlé in Europa ha raggiunto l’85% di riciclabilità per i packaging in plastica e ha ridotto del 14% l’utilizzo di plastica vergine per i propri imballaggi. Nel nostro Paese, invece, il 97% dei packaging prodotti dalla multinazionale svizzera è già riciclabile. Nel dettaglio, in Italia l’azienda ha raggiunto il 100% di riciclabilità per il cartone ondulato e il vetro, il 98% per i suoi packaging in carta, il 96% per la plastica rigida, il 92% per l’alluminio, il 77% per la plastica flessibile. In parallelo stanno aumentando le iniziative di economia circolare e di sistemi per il riciclo.
Un tema chiave, parlando di riciclabilità, è l’infrastruttura che consente questo passaggio. “Se è vero che la riciclabilità degli imballaggi inizia dal loro design, è innegabile che sia altrettanto importante l’infrastruttura a disposizione del Paese – spiega Marta Schiraldi, Safety, health, environment e sustainability head di Nestlé Italia – che consente l’effettivo riciclo del packaging post-consumo e, senza la quale, non è possibile sfruttare al meglio le, seppur elevate, caratteristiche di riciclabilità degli imballaggi. Per questo motivo, stiamo investendo importanti risorse e siglando partnership con istituzioni, enti e altre aziende per la creazione di infrastrutture di riciclo in Italia”.
Sul fronte delle capsule esauste di caffè, Nestlé sta lavorando per incrementarne la raccolta e per supportare il processo di riciclo delle stesse. Per questo è fondamentale la collaborazione di filiera: nel 2021, a tal proposito, è stata lanciata l’”Alleanza per il riciclo delle capsule in alluminio” da Nespresso e Illycaffè a cui da questo mese si è aggiunto Starbucks by Nespresso. Dalla creazione dell’Alleanza (2021) sono state recuperate più di 3.000 tonnellate di capsule di caffè. In questa prospettiva si inserisce anche l’iniziativa di economia circolare “Da chicco a chicco” di Nespresso, attraverso la quale, l’alluminio delle capsule viene riciclato in fonderia per la produzione di nuovi oggetti (ad esempio penne, biciclette e molto altro), mentre il caffè diventa compost per una risaia in Italia. Il riso poi viene riacquistato da Nespresso e donato al Banco Alimentare della Lombardia, del Lazio e del Piemonte.
Parallelamente, Nestlé sta collaborando con realtà esterne per la creazione di un’infrastruttura di raccolta, smistamento e riciclo anche per le capsule di caffè in plastica. In aggiunta, ci sono i progetti di ecodesign attivati in Italia dai brand Nestlé per accelerare la roadmap di sostenibilità del packaging. Nel 2021 Levissima ha lanciato nel nostro Paese la prima bottiglia prodotta con il 100% di R-PET per la referenza da 1L e da 75cl naturali. Spostandosi dal business delle acque a quello del caffè, sono state recentemente immesse sul mercato le nuove capsule Starbucks by Nespresso, realizzate con l’80% di alluminio riciclato e composte da un foglio di alluminio più sottile, che ha consentito di ridurre del 9,2% la presenza di alluminio nel packaging rispetto alla composizione precedente. Ci sono poi coperchi e misurini in plastica dei prodotti dell’alimentazione per l’infanzia realizzati per almeno il 66% dalla canna da zucchero mentre da due anni a questa parte gli imballaggi di alcune in carta riciclabile per le sue principali referenze in tutto il mondo (oltre il 90% della gamma).

Fondi, Assogestioni: raccolta 2022 a 14,8 miliardi, brillano gli azionari

Fondi, Assogestioni: raccolta 2022 a 14,8 miliardi, brillano gli azionari

IV trimestre in forte ripresa. A fine dicembre patrimonio a 2.212 mld

Milano, 22 feb. (askanews) – Nel 2022 il mercato italiano del risparmio gestito ha messo a segno 14,8 miliardi di euro di raccolta netta, di cui 7,4 miliardi nel quarto trimestre. E’ quanto emerge dai dati definitivi della mappa trimestrale Assogestioni. A fine anno il patrimonio totale ammontava a 2.212 miliardi.
“Allargando lo sguardo al 2022 notiamo quella che può essere definita una buona tenuta della raccolta netta”, sottolinea Alessandro Rota, direttore Ufficio Studi, Assogestioni. “A fronte dei pesanti cali di mercato, concentrati soprattutto nella prima metà dell’anno, la raccolta netta ha sì virato in negativo nel secondo trimestre, ma tenendosi su valori vicini alla parità. Inoltre, grazie al risultato del primo trimestre, il saldo dell’anno è in positivo per quasi 15 miliardi, di cui 8,5 miliardi afferenti ai fondi aperti. Questo risultato dei fondi è di particolare valore se paragonato ad altri periodi di crisi, come il biennio 2007-2008 quando registrammo un’emorragia di quasi 200 miliardi o il 2011, quando la crisi del debito sovrano portò a oltre 30 miliardi di deflussi”.
Entrando nel dettaglio della categoria retail, negli ultimi tre mesi dell’anno i fondi aperti hanno registrato 1,48 miliardi di deflussi. In particolare, ha persistito il segno meno di obbligazionari (-1,6 mld) e flessibili (-2,8 mld), che hanno chiuso l’anno rispettivamente a -17,4 miliardi e -6,1 miliardi. In negativo anche i prodotti bilanciati a -1,8 miliardi, sebbene il saldo annuale ammonti a +3,8 miliardi. A compensare parzialmente i dati è stato invece il fronte azionario che, nel periodo ottobre-dicembre, ha continuato ad attirare nuove sottoscrizioni per +4,7 miliardi, per un bilancio annuale in positivo per oltre 22 miliardi. A spiccare su tutti sono stati i fondi azionari internazionali, con +3,12 miliardi di raccolta nel trimestre e +14,87 miliardi nei dodici mesi. A questo proposito, Rota sottolinea: “Nonostante i pesanti cali delle quotazioni, la raccolta dei fondi azionari si è tenuta costantemente in territorio positivo, segno che una buona parte degli investitori italiani è entrata nel comparto più rischioso approfittando dei valori a forte sconto sui mercati”.

Enogastronomia, a Pasqua Fiasconaro punta sulle Specialità

Enogastronomia, a Pasqua Fiasconaro punta sulle Specialità

Da Colomba Fragolina e Ciliegia a Rosa e Fico d’India, senza dimenticare Marron Noir

Roma, 22 feb. (askanews) – Fiasconaro, eccellenza dolciaria di Castelbuono (PA), nel cuore del Parco delle Madonie, celebra la Pasqua puntando sulla Linea delle sue più apprezzate Specialità. Autentici gioielli di alta pasticceria, che raccontano ed esaltano le caratteristiche dei migliori frutti del territorio. Un viaggio sensoriale alla scoperta dei migliori sapori della tradizione siciliana, che inizia dalla Colomba Fragolina e Ciliegia, azzeccata combinazione fra le ciliegie di Liccia, località nel Parco delle Madonie, e la fresca essenza della menta, impreziosita dalle note fruttate delle fragoline semi-candite e dalla copertura di confettura di ciliegie di Castelbuono e cioccolato rosa.
E poi ci sono le fragranze mediterranee della Colomba Rosa e Fico d’India, simbolo di speranza e di rinascita: una creazione dolciaria a lievitazione naturale che sposa l’essenza dei petali di rosa mediterranea alle gocce di cioccolato rosa, in un dolce dalla doppia copertura con confettura di fico d’india, cioccolato bianco e perle di cioccolato rosa. Un vero e proprio tributo alla Sicilia, terra aspra e riarsa dal sole, ma sempre generosa e capace di regalare fragranze mediterranee e frutti antichi dal sapore unico.
Ultima, ma non per importanza, la Colomba Marron Noir, che suggella il gemellaggio tra Sicilia e Piemonte. Una creazione dolciaria a lievitazione naturale, arricchita al suo interno da preziosi marroni canditi e cioccolato gianduia. A renderla davvero unica è la doppia glassatura: un abbraccio di cioccolato fondente che avvolge una delicata crema di marroni.
Sapori, profumi e alchimie della Sicilia sono la suggestiva cornice della storia e della tradizione dell’azienda dolciaria Fiasconaro, nata nel 1953 a Castelbuono, nel cuore del parco delle Madonie, in provincia di Palermo. Oggi l’azienda, giunta alla terza generazione di Pasticcieri è un’eccellenza del made in Italy, con un fatturato 2022 di oltre 34 milioni di euro, un organico di 180 lavoratori – fra stagionali e dipendenti, ed una presenza in 60 Paesi con una crescita del 20% su tutti i principali mercati: Italia, Canada, Francia, Stati Uniti, Germania, Inghilterra, Australia e Nuova Zelanda e con un orizzonte strategico rivolto al mercato asiatico. Fiasconaro è totalmente made in Sicily e anche il suo indotto segue la territorialità. Il panettone e la colomba Fiasconaro rappresentano il core-business dell’azienda, ma è in continua crescita anche l’incidenza della linea di prodotti continuativi: torroncini, cubaite, creme da spalmare, mieli, marmellate, confetture e spumanti aromatici. I suoi dolci sono stati serviti sulle tavole di tre Papi, del Presidente della Repubblica cinese, dagli astronauti dello Shuttle, nelle corti regali di tutta Europa.

Ariston, Handelsblatt su espansione in Germania, potenziale crescita

Ariston, Handelsblatt su espansione in Germania, potenziale crescitaRoma, 22 feb. (askanews) – L’espansione del gruppo Ariston in Germania, con la recente acquisizione del produttore di pompe di calore Wolf, prende spunto dal forte potenziale di crescita di quel mercato e va considerata un’operazione all’insegna dello sviluppo. E’ quanto emerge da un’intervista che l’imprenditore Pasolo Merloni ha concesso al quotidiano economico tedesco Handelsblatt.
“Quando Paolo Merloni guarda al mercato tedesco del riscaldamentom – si legge nell’articolo – vede soprattutto una cosa: il potenziale di vendita. ‘Il settore del riscaldamento ha una base molto datata’, afferma Merloni. Gli impianti di riscaldamento installati qui sono molto più obsoleti che in Italia, Francia o Paesi Bassi, per esempio”. Per il capo del Gruppo Ariston, uno dei maggiori produttori mondiali di sistemi di climatizzazione, riscaldamento e acqua calda, la Germania è quindi un mercato in crescita.
Recentemente, gli italiani hanno concluso il più grande deal nella storia dell’azienda: la società Centrotec Climate Systems (CCS), di cui fanno parte marchi come il produttore di pompe di calore Wolf o il produttore di ventilatori per ambienti Brink, è ora parte dell’impero aziendale di Merloni. Anche il produttore di climatizzatori Pro Klima e il produttore di ventilatori Nedair fanno parte del portafoglio del gruppo. Merloni non vede molte sinergie a livello di costo, al massimo negli acquisti. L’accordo “non è un’operazione di taglio, ma un’operazione di sviluppo”, spiega il 54enne nel suo ufficio di Milano.
Merloni – spiega ancora Handelsblatt – ha “trasferito” circa 635 milioni di euro a Mainburg, in Bassa Baviera, oltre a più di 41 milioni di azioni della società, quotata a Milano dal 2021. Volume dell’operazione: circa un miliardo di euro.
Merloni non la definisce un’acquisizione, ma una partnership. Anche perché il maggiore azionista di Centrotec, Guido Krass, ha deciso consapevolmente di favorire gli italiani e in futuro avrà una partecipazione dell’undici per cento in Ariston – dopo Merloni sarà quindi il secondo maggiore azionista.
Inoltre, il tedesco entrerà a far parte del consiglio di amministrazione e del comitato strategico. “Un bellissimo messaggio di fiducia”, dice il presidente di Ariston, Merloni. Con l’acquisizione, il suo gruppo leader nel comfort termico è cresciuto fino a superare i tre miliardi di euro di fatturato e oltre 10.000 dipendenti”.
“Non è la prima acquisizione per l’azienda, fondata nel 1930 come produttore di bilance sulla costa adriatica italiana. Dal 2014 – spiega ancora Handelsblatt – Merloni ha acquisito circa 18 aziende: negli Stati Uniti, in Israele, in Australia. Ma l’operazione (con Centrotec) rende improvvisamente la Germania il mercato più importante per Ariston: in termini di fatturato – e di numero di dipendenti”.
“Ci aspettiamo che questo mercato cresca ancora di più”, è convinto Merloni. Soprattutto Wolf e Brink, i marchi di CCS più importanti, dovrebbero ora crescere. In Europa, Merloni osserva un forte cambiamento verso sistemi di riscaldamento più rispettosi del clima.
Secondo l’Associazione Federale dell’Industria Tedesca del Riscaldamento, l’anno scorso sono state vendute 980.000 soluzioni di riscaldamento, un numero superiore a quello registrato negli ultimi 27 anni. Tuttavia, le soluzioni a gas hanno ancora una quota di mercato del 61%.
L’Europa rappresenta attualmente circa il 67% delle vendite del gruppo Ariston. Dopo l’integrazione con i tedeschi, questa quota salirà almeno al 70%. Africa, Medio Oriente, Asia e Australia rappresentano insieme circa il 20%. Il continente nordamericano rappresenta circa il 10%. Ariston ha 31 stabilimenti in tutto il mondo, compreso uno stabilimento in Russia con poche centinaia di dipendenti dal 2005. Lì, l’attività si è ridotta notevolmente con lo scoppio della guerra in Ucraina. Lo stabilimento ora produce quasi esclusivamente per il mercato interno russo. Ma gli italiani non vogliono tirarsi indietro del tutto. “Mettiamo i nostri dipendenti al primo posto”, afferma Merloni. Gli stipendi continueranno a essere pagati e sarà dato sostegno anche ai dipendenti e alle loro famiglie in Ucraina, dove Merloni dice che diverse decine di persone lavorano per Ariston.
La guerra e la pandemia hanno messo alla prova Merloni. Ci sono stati anche problemi nella catena di approvvigionamento, ad esempio con i semiconduttori o l’acciaio. “Ma nel complesso sono soddisfatto di come l’azienda, insieme ai nostri fornitori, sia riuscita ad affrontare questo periodo complesso”, dice Merloni. Dopotutto, le fabbriche non sono mai rimaste ferme.
In alcune aree, tuttavia, Ariston non ha potuto evitare aumenti di prezzo. “In parte abbiamo compensato l’aumento dei prezzi con l’efficienza e la produttività, ma in parte abbiamo dovuto riequilibrare i listini”. Nel 2021, il fatturato è stato di poco inferiore ai due miliardi di euro, con un aumento del 19% rispetto all’anno precedente. Prima il margine di profitto al netto delle imposte era poco meno del 14%. E lo shopping di Merloni continua. Anche se al momento non ci sono candidati concreti, Merloni sta valutando “una serie di possibili idee”. Ariston è sempre alla ricerca di nuove tecnologie o nicchie di mercato. “Se si presentano opportunità in linea con la nostra strategia, le perseguiremo”, afferma il presidente di Ariston”.
D’altronde, riportya ancora Handelsblatt “l’intero settore sta attraversando un processo di consolidamento. Nel 2018, il gigante giapponese della climatizzazione Daikin ha rilevato il produttore austriaco di refrigerazione AHT e la scorsa estate i giapponesi (fatturato: circa 23 miliardi di euro) hanno acquistato anche il produttore italiano di pompe Duplomatic. La divisione termotecnica di Bosch è diventata uno dei maggiori produttori europei di riscaldamento rilevando Buderus. All’inizio dell’anno, Viessmann, dell’Asia settentrionale, ha rilevato la maggioranza delle azioni del fornitore di ghiaccio Iscoal.
Ariston sta investendo attualmente anche nell’idrogeno. L’azienda offre già caldaie ad alta efficienza certificate per il funzionamento con miscele di gas naturale e idrogeno; è già consentito un contenuto di idrogeno fino al 30%. Parallelamente, si stanno conducendo test con il 100% di idrogeno come mezzo di riscaldamento; secondo Merloni, l’idrogeno è concepibile anche nelle pompe di calore ad attivazione termica.
Merloni, che ha studiato economia aziendale, ha iniziato la sua carriera presso la società di consulenza gestionale McKinsey. Nel 1995 è entrato come dipendente nell’azienda, che allora era ancora gestita dal padre Francesco. Dopo aver ricoperto diverse posizioni manageriali, nel 2004 è diventato CEO del gruppo. Nel 2011 ha ceduto l’attività operativa a un manager e da allora è presidente esecutivo. Nonostante le dimensioni globali, il gruppo è ancora un’azienda familiare: una delle due sorelle di Merloni siede nel consiglio di amministrazione. Il padre Francesco, a 97 anni, è ancora un membro onorario del consiglio di amministrazione. “L’azienda è la sua passione, la sua ragione di vita”, dice il figlio Paolo. Appena può, l’ingegnere vuole andare a Wolf, in Germania, per vedere il nuovo stabilimento”.

Ponte Messina, Salvini: decreto in Cdm entro marzo

Ponte Messina, Salvini: decreto in Cdm entro marzoRoma, 22 feb. (askanews) – “Ho fatto una riunione ieri, ma facciamo un’altra riunione domani. L’obiettivo è di portare un intervento in Consiglio dei ministri già nel mese di marzo quindi a breve”. Già la prossima settimana? “Se riusciamo, vista la delicatezza del tema, penso di sì. Comunque entro il mese di marzo”. Lo ha detto il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, a margine dell’International Railway Summit.
Per il commissario un nome ancora “non c’è ma stiamo lavorando perché serviranno donne e uomini motivati, preparati ed entusiasti perché – ha spiegato – deve essere un’opera che fa parlare della bravura italiana in tutto il mondo. Stiamo mettendo in piedi il piano economico ci sono contenziosi da superare non è semplice ma a me le cose semplici non piacciono e quindi conto che entro marzo il Consiglio dei ministri darà il via al futuro”.
Mlp

Micromegas Comunicazione: ad Alessandro Bastoni carica Chief Operating Officer

Micromegas Comunicazione: ad Alessandro Bastoni carica Chief Operating Officer

Manager vanta esperienza ultra trentennale in comunicazione corporate e di mercato

Roma, 22 feb. (askanews) – Alessandro Bastoni, ex brand strategy manager di TIM, con un passato anche in Enel, assume la carica di Chief Operating Officer di Micromegas Comunicazione a riporto del vertice aziendale con il compito di accelerare la trasformazione aziendale in atto in una chiave sempre più digital e lo sviluppo del business. È quanto rende noto l’azienda in un comunicato.
Alessandro Bastoni è attivo dal 1989 nel campo della comunicazione, del marketing e della gestione di progetti ed eventi complessi. Dopo una esperienza di 8 anni in Business International, approda in Enel nel 1997 dove ricopre la carica di responsabile della comunicazione istituzionale e interna. Lancia nel 1999 Enel Web Tv, la prima web corporate tv in Italia con studi nella direzione generale di Viale Regina Margherita. Viene chiamato in Telecom Italia nel 2002 come responsabile della comunicazione interna di gruppo supportando la trasformazione in atto secondo il modello One Company. Resta in TIM fino a fine 2021 ricoprendo numerosi ruoli di responsabilità nei progetti ed eventi di corporate communication, nelle sponsorizzazioni istituzionali, nella digital communication, nel media management e nella brand strategy.
Micromegas Comunicazione, con sedi a Roma e a Milano, è una delle più importanti e longeve aziende di comunicazione integrata italiane. Attiva fin dal 1984, si è specializzata nel corso degli anni in comunicazione corporate e negli ultimi anni in comunicazione digitale con soluzioni tecnologiche all’avanguardia per i maggiori gruppi industriali italiani e internazionali.
“Conosco Alessandro fin dalla fine degli anni 90 e ritengo che il suo contributo possa essere fondamentale per consolidare la nostra azienda alla luce delle grandi trasformazioni avvenute recentemente nel nostro settore. Innanzitutto la sua forte competenza digital ma anche il suo passato nella comunicazione interna che potrà senz’altro contribuire al completamento della trasformazione in atto”, ha dichiarato Erminio Fragassa, Fondatore e Presidente di Micromegas Comunicazione.
“Dopo tanti anni passati dall’altra parte della barricata, l’approdo in agenzia rappresenta per me un traguardo professionale non scontato e al tempo stesso del tutto naturale. La scommessa è quella di poter mettere a frutto le tante esperienze maturate in grandi gruppi industriali e tutte le mie connessioni al servizio di una visione imprenditoriale e di una squadra che conosco da sempre e che reputo eccellente”, ha dichiarato il manager.

In Mind il Social innovation Campus: Transizione verso un Futuro

In Mind il Social innovation Campus: Transizione verso un FuturoMilano, 22 feb. (askanews) – “Transition4All: Verso un futuro”: con questo titolo torna in presenza il Social Innovation Campus in nella Social Innovation Academy di MIND – Milano Innovation District. La quarta edizione – come suggerisce il titolo – sarà dedicata al tema delle transizioni, da quella ecologica a quella digitale, giuste e inclusive e si svolgerà mercoledì 1 e giovedì 2 marzo. Tutti i contenuti saranno comunque accessibili anche online per permettere, come le scorse due edizioni, di seguire il programma culturale da tutta Italia.
Il Social Innovation Campus promosso da Fondazione Triulza è il primo Campus italiano sull’Innovazione Sociale; nelle sue prime tre edizioni ha coinvolto circa 14.000 persone, di cui la metà giovani studenti delle scuole secondarie di secondo grado e universitari. Al Campus lavorano insieme e si confrontano studenti, terzo settore ed economia civile, imprese tecnologiche, finanza, università e centri di ricerca, istituzioni immersi nell’ecosistema MIND per condividere soluzioni innovative, sostenibili e inclusive alle sfide poste dalla società contemporanea.
L’evento d’apertura – che si terrà mercoledì 1 marzo dalle ore 10:00 – ben rispecchia lo spirito del Campus mettendo a confronto giovani studenti, ricercatori e imprenditori con progetti ad impatto con i rappresentanti delle istituzioni, imprese, organizzazioni no-profit e mondo dell’università e della ricerca. All’evento d’apertura parteciperà Vannia Gava, viceministro all’Ambiente e Sicurezza Energetica.
L’intero evento prevede oltre 20 eventi: occasioni preziose per per condividere best practices nazionali e internazionali e opportunita’ per giovani generazioni e imprese ad impatto sociale. Al link https://www.sicampus.org/programma-culturale-2023/ è possibile conoscere in dettaglio il programma culturale con tutti gli appuntamenti, programma costruito in collaborazione con i partner del Campus. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti. Fra i filoni tematici e i protagonisti del Campus, ci saranno le imprese ad alto impatto sociale e ambientale e la nuova economia sociale con sei appuntamenti che presentano concrete opportunità e prospettive europee: percorso Cooperazione Digitale per cooperative e non profit dell’Alleanza Cooperative Italiana in collaborazione con Google; le novità del progetto UniCredit Start Lab e di Matchis, di Fondazione Triulza e Finlombarda; la nuova democratizzazione degli investimenti in infrastrutture promossa da Azimut, il contest social tech di Fondazione Triulza, Fondo Sviluppo, Coopfond e General Fond; le nuove Skills degli imprenditori sociali per la twin transition nel contesto delle nuove politiche europee, con Diesis Network e European Commission – Joint Research Centre; il nuovo programma Get it!, a cura di Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore, Cariplo Factory e Fondazione Cariplo.
Le giovani generazioni alle prese con una delicata fase di transizione tra studio e lavoro sono al centro del Campus 2023, non solo con attività a loro dedicate, ma con momenti di confronto con aziende, istituzioni, operatori: tra gli altri appuntamenti sul tema ci saranno il workshop di Umana “Presente Futuro: una generazione in transito” con il racconto di best practices e reti; ancora l’incontro internazionale di Arexpo sul ruolo dei giovani nei processi di innovazione, partendo dal modello sviluppato nel Québec (Canada); un focus sulle nuove competenze e professioni green, con AVIS; una riflessione sull’accelerazione digitale e l’innovazione nella formazione a cura di Valore Italia – Fondazione ENAIP Lombardia; una lectio su “Donne e Scienza” a cura di Maria Pia Abbracchio – Università degli studi di Milano.
Le tecnologie come strumento per transizioni giuste e inclusive in quattro ambiti: salute, energia, smart city e territori saranno a loro volta al centro di iniziative specifiche. Il digital health integrato e la medicina territoriale sarà oggetto di discussione nel workshop organizzato da Astrazeneca a partire dal progetto Azimuth per i pazienti con insufficienza cardiaca; tema approfondito anche dai partner del progetto SCC Innovation Hub & Living Lab Network. Le opportunità legate alla transizione energetica per le città e i territori saranno invece affrontate nell’incontro di UnipolSai del 1 marzo in MIND, mentre il Gruppo CAP indagherà le possibilità legate alla sostenibilità sociale, ecologica ed economica in ambito idrico e non solo.
Il rapporto tra tecnologia, arte e smart city sarà oggetto di due webinar promossi nell’ambito della Federated Innovation @MIND da Valore Italia, Cisco, Schneider Electric e Windtre. Saranno trasmessi dall’aula del futuro creata in Mind: il Piscopia Corner – Augmented Education Lab, una nuova idea di spazio educativo che fa leva sulla connettività, sull’intelligenza artificiale e sulla sensoristica diffusa. Come far diventare i territori e le comunità più coese e sostenibili sarà il tema dei due wokshop promossi dal Salone CSR e dell’Innovazione e dal Comune di Rho con AIL Associazione Imprenditori Lombardi e Distretto 33.
Il Campus propone ai giovani studenti e neolaureati/neodiplomati un ricco programma di percorsi di co-progettazione e laboratori in presenza (diffusi nell’area Mind) e online per rafforzare le competenze trasversali necessarie per affrontare, non solo un colloquio di lavoro, ma le sfide professionali del domani. Saranno poi gli studenti delle scuole superiori di II grado e universitari ad animare fisicamente gli spazi della Social Innovation Academy e altri spazi Mind durante le due giornate per partecipare al percorso hackathon in presenza e ai 37 laboratori in presenza organizzati insieme ai partner del Campus 2023. Allo stesso modo studenti da tutta Italia, seguiranno il percorso hackathon online e il palinsesto con circa 15 laboratori online di orientamento e tematici, in linea con i percorsi PCTO e di educazione alla cittadinanza.
Hanno contribuito alla costruzione del palinsesto tematico per gli studenti: Acra, Arexpo – Stripes Digitus Lab, Astrazeneca, Cesvip Lombardia, CSV Milano, CVING, Fondazione Cariplo & Green Jobs Hub, Fondazione Unipolis & Muv Game, Gruppo Cap, Legambiente, Lendlease, Irccs Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio, Politecnico di Milano, Umana, Università degli Studi di Milano. Il Social Innovation Campus è un’iniziativa lanciata nel 2019 dal comitato scientifico della Social Innovation Academy di Fondazione Triulza in MIND, presieduto dal professore del Politecnico di Milano – Tiresia Mario Calderini.
Il Campus è organizzato dalla prima edizione in collaborazione con le ancore di Mind: Arexpo, Lendlease, Human Technopole, Gruppo San Donato, Università degli Studi di Milano e Politecnico di Milano. L’edizione 2023 è realizzata con il supporto di UnipolSai e in partnership con Coopfond, Fondosviluppo, General Fond, Umana, UniCredit, – come main sponsor -; AstraZeneca, Azimut, Gruppo CAP, CISCO, CVing, Planet Smart City, Schneider Electric, Valore Italia, WINDTRE – come sponsor. Ha ottenuto il contributo e il patrocinio della Regione Lombardia, e il patrocinio di ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, Città Metropolitana di Milano, Comune di Milano.
Il programma culturale è promosso in collaborazione con numerosi content partner: ACRA, AIL, AVIS Regionale Lombardia, Cariplo Factory, CDO Milano, Cesvip Lombardia, Consorzio Nazionale CGM, CSVnet Lombardia, CSV Milano, Delegazione del Québec a Roma, Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale, Diesis Network, Distretto33, Enaip Lombardia, European Commission’s Joint Research Centre, Finlombarda, Fondazione Cariplo, Fondazione Social Venture GDA, IreCoop Lombardia, Legambiente Lombardia, Manager Italia, Net, SCC Innovation Hub & Living Lab Network. Con il supporto tecnico di Epson, Grana Padano, Mimesi – Media Intelligence, Zero Impack.

Inflazione, Istat: a gennaio rallenta a +10% su anno

Inflazione, Istat: a gennaio rallenta a +10% su anno

Forte rallentamento beni energetici. Stima preliminare era +10,1%

Roma, 22 feb. (askanews) – Nel mese di gennaio, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo registri un aumento dello 0,1% su base mensile e del 10% su base annua, da +11,6% nel mese precedente; la stima preliminare era +10,1%. Lo rileva l’Istat.
La flessione del tasso di inflazione si deve, principalmente, al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +70,2% a -12%) e, in misura minore, di quelli degli Energetici non regolamentati (da +63,3% a +59,3%), degli Alimentari non lavorati (da +9,5% a +8,0%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,2% a +5,5%); gli effetti di tali andamenti sono stati solo in parte controbilanciati dall’accelerazione dei prezzi dei Beni durevoli (da +6,4% a +6,8%), dei Beni non durevoli (da +6,1% a +6,7%) e dei Servizi relativi all’abitazione (da +2,1% a +3,2%).
L’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +5,8% a +6,0%, mentre quella al netto dei soli beni energetici resta stabile a +6,2%.