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Addio a Mario Preve, patron di Riso Gallo

Addio a Mario Preve, patron di Riso GalloMilano, 18 feb. (askanews) – E’ morto all’età di 82 anni il patron di Riso Gallo, Mario Preve. “Con profondo dolore, Riso Gallo dà l’annuncio della scomparsa di Mario Preve, proprietario e presidente di Riso Gallo – ha annunciato l’azienda in una nota – L’azienda esprime le più sentite condoglianze alla famiglia e a tutta la comunità di dipendenti per questa enorme perdita”.
Nato a Buenos Aires nel 1941, Mario Preve si è laureato in economia e commercio in Italia, proseguendo poi gli studi alla Harvard Business School. Sposato, ha quattro figli, tutti impegnati in Riso Gallo.
“Grazie alla sua visione imprenditoriale e al suo costante impegno, Mario Preve ha reso Riso Gallo una realtà riconosciuta a livello internazionale, il cui marchio è sinonimo di made in Italy – si legge in una nota – Un leader dal grande senso del dovere e dalla profonda umanità, da sempre impegnato nello sviluppo della sua azienda con l’obiettivo di creare valore per l’intero comparto e per il territorio nazionale”.
Al compimento dei suoi 80 anni, Preve aveva passato il testimone dell’azienda ai suoi quattro figli Carlo, Emanuele, Eugenio e Riccardo.

Lombardia, Trenitalia: sciopero personale mobile direzioni business Av e Ic

Lombardia, Trenitalia: sciopero personale mobile direzioni business Av e IcMilano, 18 feb. (askanews) – Le segreterie regionali Lombardia dei sindacati Filt-Fit-Uilt-Ugl-Fast-Orsa hanno proclamato uno sciopero del personale mobile delle direzioni business AV e IC, di Trenitalia dalle 9 alle 17 di lunedì 20 febbraio 2023. E’ quanto comunica in una nota Trenitalia.
Lo sciopero, avverte la nota, può comportare modifiche al servizio, anche prima dell’inizio e dopo la sua conclusione. Maggiori informazioni sui servizi garantiti in caso di sciopero sono disponibili sui canali digitali di Trenitalia.

Superbonus, Cgia: spesi 71,7 mld per riqualificare solo 3,1% edifici

Superbonus, Cgia: spesi 71,7 mld per riqualificare solo 3,1% edificiRoma, 18 feb. (askanews) – Cala il sipario sulle cessioni dei crediti, sugli sconti in fattura e il bilancio sul Superbonus è in chiaro-scuro. A fronte di 372.303 asseverazioni depositate entro il 31 gennaio scorso, lo Stato, con il cosiddetto 110 per cento, dovrà farsi carico di una spesa di 71,7 miliardi di euro. Ricordando che in Italia sono presenti quasi 12,2 milioni di edifici residenziali, l’Ufficio studi della Cgia ha ipotizzato che, fino ad ora, questa misura abbia interessato solo il 3,1 per cento del totale degli immobili ad uso abitativo. In altre parole, avendo dato la possibilità ai proprietari di riqualificare queste unità abitative con la detrazione fiscale del 110 per cento, lo Stato si è addossato un costo pari a 72,7 miliardi di euro per migliorare l’efficienza energetica di una quota ridottissima di edifici presenti nel Paese. Comunque il provvedimento, secondo la Cgia, non va bocciato e va trovata una soluzione per i crediti incagliati. Il Superbonus ha sicuramente contribuito a incentivare la ripresa economica di un settore, come quello dell’edilizia, che nel nostro Paese ha un peso specifico importante. Tuttavia, questa misura ha provocato un costo in capo alla fiscalità generale spaventoso e non proporzionale al numero di edifici che sono stati “efficientati”. Ora, dopo la cancellazione degli sconti in fattura e delle cessioni del credito, il proprietario di un immobile residenziale potrà beneficiare della detrazione del 90 per cento (e non più del 110), compensando lo sconto solo in sede di dichiarazione dei redditi. E’ evidente che l’appetibilità dello strumento è destinata a scemare. Tuttavia, la cosa più preoccupante è che con il decreto del governo approvato l’altro ieri non è stata trovata una soluzione per le tante aziende e famiglie che sono in possesso di una massa di crediti fiscali importanti e non più esigibili. Una situazione che nel giro di qualche mese rischia di far fallire molte aziende del settore delle costruzioni. La convinzione di aver speso troppo e di aver “drogato” anche il mercato edilizio è comunque molto elevata. Ricordiamo che questo meccanismo, che consentiva di detrarre fiscalmente molto più di quanto un proprietario era chiamato a spendere per ristrutturare un edificio, ha innescato una bolla inflattiva preoccupante, alimentata anche dal forte aumento dei prezzi registrato nel 2022 da tutte le materie prime. A fronte di un boom della domanda che, tra l’altro, per legge doveva essere soddisfatta entro un determinato periodo di tempo, il Superbonus 110 per cento ha contribuito a far schizzare all’insù i prezzi di moltissimi materiali (ferro, acciaio, legno, sabbia, laterizi, bitume, cemento, etc.) e altri per molto tempo sono pressocché scomparsi dal mercato (lana di roccia, polistirene, ponteggi, etc.). A livello regionale è il Veneto ad aver registrato il ricorso più numeroso al Superbonus 110 per cento in relazione agli edifici residenziali esistenti. Con 46.447 asseverazioni, l’incidenza percentuale di queste ultime sul numero degli edifici residenziali esistenti è pari al 4,4 per cento, in Toscana scende al 4 per cento e in Lombardia al 3,9. Le regioni meno coinvolte, invece, sono la Calabria, Valle d’Aosta e Liguria (tutte con un’incidenza del 2 per cento), insieme alla Sicilia che chiude la graduatoria con l’1,7 per cento. A livello nazionale, infine, l’importo medio delle detrazioni a fine lavori previsto è pari a 192.756 euro per edificio residenziale. I picchi massimi li scorgiamo in Campania (247.337 euro), Basilicata (254.090 euro) e Valle d’Aosta (267.698 euro). Chiudono la graduatoria, invece, Friuli Venezia Giulia (152.056 euro), Toscana (151.206) e Veneto (150.906 euro).

La Molisana dà la parola alla pasta: un Qr code per ricette e informazioni

La Molisana dà la parola alla pasta: un Qr code per ricette e informazioniMilano, 17 feb. (askanews) – L’innovazione di un prodotto tradizionale della nostra tavola come la pasta passa anche dalla sua etichetta. O per meglio dire da un Qr code. La Molisana, infatti, ha arricchito il suo pack di un Qr code appunto, attraverso il quale – senza scaricare nessuna applicazione – il consumatore avrà a disposizione una serie di informazioni, dalle video-ricette di un minuto studiate da Chef in camicia ai contributi scientifici di agronomi, nutrizionisti e ricercatori. Contribuendo così ad accrescere la fedeltà del consumatore alla marca.
“Dopo un anno di studio abbiamo centrato l’obiettivo di arricchire l’esperienza di acquisto e consumo della pasta andando incontro non solo alle esigenze dei consumatori ma anche a quelle dei referenti della grande distribuzione – afferma Giuseppe Ferro, amministratore delegato – Dal nostro punto di vista non si può crescere senza innovare. Assecondare l’innovazione comporta sempre un notevole effort di tutto il comparto tecnico: ricerca e sviluppo, confezionamento, logistica, un approccio imprenscindibile per un’azienda che vuole traghettarsi nel terzo millennio”.
La Web app, ideata e realizzata in collaborazione con l’agenzia di comunicazione Mirus, è uno strumento funzionale e divulgativo allo stesso tempo. Essa offre la possibilità di consultare le ricette mentre si fa la spesa consentendo di provvedere subito all’acquisto degli ingredienti per realizzarla. Ma anche si approfondire temi di comune interesse tramite infografiche e video-interviste che cambieranno ogni mese e seguiranno il ciclo del grano, dalla semina al raccolto. E poi ci saranno ancora filoni tematici per raccontare tradizioni, contaminazioni e trend del mondo della pasta sempre made in Italy.

Gas: chiude sotto i 50 euro, prima volta da inizio dicembre 2021

Gas: chiude sotto i 50 euro, prima volta da inizio dicembre 2021Milano, 17 feb. (askanews) – Il prezzo del gas naturale europeo ha chiuso sotto i 50 euro per megawattora per la prima volta da inizio dicembre 2021. Alla Borsa di Amsterdam il future con consegna marzo è sceso a 48,9 euro, in flessione di quasi il 6% rispetto alla seduta precedente.
Grazie al clima mite, agli ampi stoccaggi e agli sforzi per reperire forniture alternative, i prezzi del gas in Europa sono crollati dell’85% dal picco raggiunto lo scorso agosto e del 37% da fine 2022.

Edf: nel 2022 perdita monstre a 17,9 mld, debito record a 64,5 mld

Edf: nel 2022 perdita monstre a 17,9 mld, debito record a 64,5 mldMilano, 17 feb. (askanews) – Perdita monstre per Edf nel 2022 pari a 17,9 miliardi di euro, uno dei peggiori risultati mai pubblicati da una società francese, con il debito schizzato a un livello record di 64,5 miliardi. Sui risultati hanno impattato l’inattività di diversi reattori nucleari e il contributo forzato allo “scudo tariffario” deciso dal Governo per contenere la bolletta energetica. Il colosso francese aveva chiuso il 2021 con un utile di 5,1 miliardi.
Erano due decenni che non si vedeva una perdita societaria del genere in Francia: bisogna risalire al 2002 con le maxi-perdite di Vivendi Universal (23,3 mld) e di France Telecom (20,7 mld).
Il fatturato è cresciuto del 70% a 143,5 miliardi grazie all’aumento dei prezzi dell’energia. “Nonostante un forte aumento del fatturato, l’ebitda è fortemente penalizzato dal calo della produzione nucleare e dalle misure normative eccezionali messe in campo in Francia per il 2022, in condizioni di mercato difficili”, ha commentato il Ceo Luc Remont.

Superbonus, Fillea Cgil: pronti allo sciopero generale

Superbonus, Fillea Cgil: pronti allo sciopero generaleRoma, 17 feb. (askanews) – Il blocco della cessione dei crediti e dello sconto in fattura per il superbonus, insieme al depotenziamento dell’obbligo di applicazione dei contratti negli appalti pubblici “è un attacco del governo senza precedenti alle imprese più serie, ai lavoratori del settore e alle famiglie più in difficoltà”. Lo afferma il segretario generale della Fillea Cgil Alessandro Genovesi dopo il dl crediti approvato ieri sera dal consiglio dei ministri. “A questo punto, se il Governo non cambierà posizione tornando sui propri passi e aprendo anche un tavolo di confronto con le organizzazioni dei lavoratori, come Fillea Cgil metteremo in campo tutte le necessarie azioni di mobilitazione, compreso lo sciopero generale di tutta la filiera delle costruzioni” dice Genovesi in una nota.
“O perdi il posto di lavoro nell’edilizia privata o andrai a lavorare negli appalti pubblici con meno diritti e tutele. Questo è quello che stanno producendo concretamente le scelte scellerate del Governo Meloni” afferma il segretario del sindacato degli edili Cgil. “Con il blocco alla cessione dei crediti e dello sconto in fattura per i bonus edili si perderanno nell’edilizia privata circa centomila posti di lavoro e molte imprese chiuderanno, con grave danno all’economia nazionale ma anche all’ambiente, colpendo per di più i redditi più bassi che sono poi la stragrande maggioranza di chi vive nelle case più vecchie, inquinanti ed energivore”.
Inoltre, prosegue Genovesi “come hanno denunciato le Confederazioni di Cgil, Cisl e Uil, con il depotenziamento dell’obbligo di applicazione dei contratti edili e la liberalizzazione dei livelli di subappalto nel nuovo codice degli appalti si ridurranno tutele e sicurezza per chi ancora potrà lavorare con il settore pubblico, con più lavoro irregolare e meno sicurezza”.

Superbonus, Vidotto: decisione governo devastante e drammatica

Superbonus, Vidotto: decisione governo devastante e drammatica

Fondatore e Ad di detrazionifacili.it: blocco crediti incagliati sottrae liquidità

Roma, 17 feb. (askanews) – “Una decisione devastante e drammatica”. Così Fabio Vidotto, fondatore e amministratore delegato del network di prefessionisti detrazionifacili.it, interpellato da askanews, definisce la decisione del governo di bloccare la cessione dei crediti per il Superbonus.
“Devastante e drammatica – aggiunge l’ingegnere Vidotto -, perché 15 miliardi di crediti incagliati sui quali è intervenuto il blocco vuol dire meno liquidità per le imprese per far fronte ai pagamenti dei fornitori e dei propri dipendenti. Non si capisce la motivazione e la necessità di una decisione del genere, presa peraltro senza consultare gli operatori. Qualsiasi operatore pensa che sia una follia totale”.
In relazione all’incontro che lunedì il governo avrà con le associazioni di settore, per Vidotto una soluzione potrebbe essere quella di “poter dare alle banche la possibilità di cedere i crediti già maturati senza particolari vincoli, perché stimiamo che siano tra le 25 mila e le 30 mila le imprese a rischio, per un totale di oltre 130 mila dipendenti”.
La decisione del governo, ha concluso Vidotto, è “veramente devastante anche perché blocca il processo di emersione del lavoro nero, innescato dal Superbonus. Ora con il blocco della cessione dei crediti si riprenderà quella strada per poter offrire prezzi inferiori”.

Hermes: chiude un 2022 da record, ricavi a 11,6 miliardi

Hermes: chiude un 2022 da record, ricavi a 11,6 miliardiMilano, 17 feb. (askanews) – Un 2022 “eccezionale” per Hermes, con una crescita delle vendite del 23% nell’ultimo trimestre, di gran lunga superiore alle attese, grazie all’aumento della domanda in Cina per le borse Birkin e la pelletteria della maison francese. Nel dettaglio, i ricavi negli ultimi tre mesi dell’anno sono saliti a quasi 3 miliardi di euro, portando il fatturato complessivo 2022 a 11,6 miliardi (+29%). Gli utili dell’intero anno sono saliti del 38% a 3,4 miliardi.
“Hermès ha avuto un anno eccezionale grazie soprattutto al buon andamento dei mercati internazionali”, ha dichiarato il presidente esecutivo Axel Dumas. Gli acquirenti cinesi, anche se la diffusione del Covid-19 ha provocato rigide chiusure nel quarto trimestre, hanno contribuito a incrementare le vendite nella regione Asia-Pacifico (Giappone escluso) di circa il 25%.

Superbonus, FINCO: preoccupa stop a cessioni credito e sconti in fattura

Superbonus, FINCO: preoccupa stop a cessioni credito e sconti in fatturaRoma, 17 feb. (askanews) – Una simile misura avrà (speriamo di poter dire avrebbe) ripercussioni gravi e purtroppo durature sull’assetto di migliaia di imprese che già hanno i cassetti fiscali pieni ed i conti correnti vuoti. Le conseguenze – si legge in una nota della FINCO – si faranno pesantemente sentire anche sul consumatore sia singolo che condominiale. Cosa paradossale, tenuto conto che la misura è nata soprattutto per tale categoria, generando legittime aspettative, oltre che impegni concreti, messi ora in discussione.
La Federazione FINCO si chiede poi perché coinvolgere in questa cessazione anche i bonus per la riqualificazione al 50% che hanno sempre funzionato, mai dato luogo ad abusi e inciso, in realtà, in termini positivi perfino sulle Casse dello Stato.
Bloccare – in una situazione di fermo da parte degli istituti bancari ed assicurativi! – anche la pur parziale soluzione di acquisto dei crediti da parte delle Regioni e degli Enti Pubblici è una misura controproducente già nel medio periodo, senza contare, in generale, gli aspetti di contenzioso che tale decisione indurrà ed il disallineamento di tale provvedimento rispetto alle direttive comunitarie relative alla transizione energetica. Inoltre, i bonus edilizi, in assenza di cessione del credito e sconto in fattura, saranno fruibili fondamentalmente dai più abbienti, cosa che renderà poco raggiungibili gli obiettivi di riqualificazione energetica del nostro patrimonio immobiliare, oltre che creare disparità di trattamento tra i cittadini.
Confidiamo in un ripensamento nel corso dell’iter di conversione in legge del decreto legge 11/2023 o, almeno, nell’individuazione di soluzioni alternative che non possono limitarsi all’esenzione da questo vincolo per interventi per cui sia stata già presentata la Cila prima dell’entrata in vigore del decreto in questione o, nel caso di condominii, sia stata già adottata la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori o, ancora, il fatto che i cessionari non sarebbero più responsabili in solido ove in possesso di documentazione utile a tal fine.
Soprattutto, confidiamo nel mantenimento delle possibilità di sconto in fattura e di cessione del credito per gli interventi che da tempo funzionano, come quelli specificatamente volti alla riqualificazione energetica.
La Federazione – con tutte le Associazioni ad essa federate, dai produttori di infissi, alle coperture, alle schermature solari e tutti i settori dell’involucro edilizio, ma anche del verde per coibentazione, del settore delle rinnovabili e molti altri comparti – si rende perfettamente conto dei vincoli di bilancio, ed è per questo che sul Superbonus FINCO è da sempre favorevole ad un decremento percentuale progressivo dell’agevolazione con una sua connessa stabilizzazione, ma non con queste repentine modalità.
Un’analisi approfondita delle cifre dovrebbe indurre a ritenere che in questo caso la spesa varrebbe l’impresa: sottoforma di ritorni per l’Erario, di innovazione tecnologica, di emersione del nero, ma ancor prima per evitare risorse che l’Erario dovrà (dovrebbe) comunque impiegare per le casse integrazioni che saranno causate da una siffatta misura.
Ancora una volta sarebbe stato (e sarà) essenziale coinvolgere gli operatori, dall’inizio, come del resto prevede il procedimento AIR (Analisi di Impatto della Regolamentazione), ivi inclusa la principale rappresentanza italiana di produttori ed installatori di componenti e sistemi per l’efficienza energetica, quale è FINCO.