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Bce, Visco: se margini profitto salgono ancora bisognerà agire

Bce, Visco: se margini profitto salgono ancora bisognerà agireRoma, 13 apr. (askanews) – Alla Bce su tassi e politica monetaria “la direzione è chiara” (al rialzo e verso l’inasprimento), quello su cui “sollevo questioni sono la velocità e la mole dei possibili movimenti, che dobbiamo decidere solo volta per volta, in base alle informazioni che giungono”. Lo ha ribadito il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervistato da Cnbc a margine delle assemblee primaverili di Fmi e Banca mondiale a Washington.

La questione chiave, ha spiegato, è se si materializzeranno “effetti di secondo livello” dell’elevata inflazione in termini di continui aumenti dei margini di redditività delle imprese, perché a quel punto la Bce dovrà agire (inasprendo ulteriormente la linea). “L’inflazione totale è calata in maniera consistente e questo è dovuto prevalentemente ai prezzi dell’energia, che erano esplosi e poi sono calati consistentemente – ha detto Visco -. Il rialzo che continuiamo a vedere nell’inflazione di fono è anche da considerare come un ritardo di reazione al rincaro dell’energia durante lo scorso anno. Ora questi prezzi dell’energia stanno calando consistentemente. Quindi la questione cruciale è quella degli effetti di secondo livello: se i beni finali rifletteranno queste riduzioni dei prezzi dell’energia. Se non lo fanno, se aumentano significa che i margini di profitto aumentano: allora la politica monetaria dovrà fare quello che va fatto”, ha avvertito.

“Ma l’incertezza è molto alta e dobbiamo essere molto cauti, dati i numerosi fattori” all’opera. Secondo Visco “la direzione della linea monetaria deve essere chiara, io ho questioni con la velocità e la mole dei possibili movimenti che dobbiamo decidere solo volta per volta in base alle informazioni che giungono”. Quanto al rischio di fare troppo o troppo poco “dobbiamo mostrare che siamo determinati ma che siamo anche pazienti”, ha concluso.

Fmi, Gerogieva: reshoring? “Sì, ma evitiamo una nuova guerra fredda”

Fmi, Gerogieva: reshoring? “Sì, ma evitiamo una nuova guerra fredda”Roma, 13 apr. (askanews) – Le classi dirigenti nel mondo devono agire “con razionalità”, puntando a difendere gli interessi dei loro cittadini e a migliorare la sicurezza delle forniture commerciali globali “senza spingersi al punto tale da ritrovarci in una seconda guerra fredda. Penso che sia possibile”. Lo ha affermato la direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, interpellata sul problema del riassetto delle catene di approvvigionamenti durante una conferenza stampa, nel corso delle assemblee primaverili a Washington.

“Sono tra coloro che sanno cosa sono le conseguenze di una guerra fredda, in termini di perdite di talenti e di contributi al mondo e non voglio che si ripeta – ha detto – e penso sia possibile evitarlo”. Dopo la spaccatura che si è aperta tra Stati Uniti e paesi dell’Ue, da una parte, e diversi giganti emergenti dall’altra, con la guerra in Ucraina e le sanzioni imposte dai primi contro la Russia, nelle economie occidentali si è aperto un dibattito sulla necessità di riportare nell’ambito di stati ritenuti “amici” le forniture dei beni chiave. Una manovra che viene spesso definita con termini come “reshoring” o “friendshoring”, in contrapposizione all’offshoring degli anni passati, in cui Usa e Ue hanno lasciato che ampie quote di loro produzione venissero delocalizzate nelle economie emergenti, a cominciare dalla Cina.

“La sicurezza delle forniture e del funzionamento affidabile delle catene di approvvigionamento sta assumendo una maggiore priorità nelle discussioni e nelle decisioni politiche. E dobbiamo riconoscere che non possiamo più dare per scontate alcune cose – ha detto Gerogieva -. L’invasione russa dell’Ucraina non è solo una tragedia per gli ucraini, ma è una tragedia anche per la comunità globale perché invia il messaggio che le spese in difesa devono salire che bisognerà affidarsi di più a Stati amici”. Ha ripetuto le stime del Fmi, secondo cui la “frammentazione” del commercio globale potrebbe costare tra lo 0,2% e il 7% del Pil globale. “C’è una bella differenza” tra questi due possibili esiti: “Possiamo razionalmente accettare che ci saranno dei costi, ma che bisogna mantenerli bassi. Sul come vedo due cose: primo servoo istituzioni come il Fondo monetario che portano tutti al tavolo. Un posto dove possiamo creare più fiducia e comprensione reciproca. Due, servono policy maker che difendano gli interessi dei loro cittadini. Se non riusciamo essere più razionali la gente ovunque starà peggio – ha avvertito -. Anche la classe media nei Paesi ricchi pagherà un prezzo”.

Dl Pnrr, ok del Senato. Le novità su governance e semplificazione

Dl Pnrr, ok del Senato. Le novità su governance e semplificazioneRoma, 13 apr. (askanews) – Misure per ridurre i tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni, un contributo di 40 milioni di euro ai gestori di Spid, stabilizzazione del personale che opera su progetti europei, possibilità di affidare a pensionati incarichi di vertice negli enti delle pubbliche amministrazioni, un piano per il posizionamento di defibrillatori in vista del Giubileo del 2025, proroga al 31 dicembre 2023 per l’attuazione della legge Cartabia sull’ordinamento giudiziario. Queste le principali novità introdotte dal Senato al decreto legge sull’attuazione del Pnrr, che oggi ha avuto il via libera dall’Aula di Palazzo Madama. I voti a favore sono stati 83 (tutti i gruppi della maggioranza), quelli contrari espressi da Pd, M5s e Avs sono stati 57, mentre 6 astensioni sono state dei senatori del Terzo Polo. Il decreto, che deve essere convertito entro il 25 aprile, passa ora alla Camera. Le modifiche approvate al Senato si inseriscono nel testo base del decreto che semplifica le procedure per la messa a terra dei progetti e modifica la governance del Pnrr, prevedendo l’istituzione presso la Presidenza del Consiglio, nel Dipartimento guidato dal Ministro Raffaele Fitto, della struttura di missione del Piano, che ha il compito di coordinare le attività di realizzazione dei progetti e diventa il punto di contatto nazionale per l’attuazione del Piano e i rapporti con le istituzioni di Bruxelles. Con lo stesso decreto viene soppressa l’Agenzia per la coesione territoriale e le sue competenza transitano anch’esse al Dipartimento guidato da Fitto, dove viene costituito uno speciale nucleo. L’obiettivo è quello di mettere a sistema ed efficientare l’utilizzo delle risorse del Pnrr con quelle delle politiche di coesione.

Di seguito le novità approvate al Senato. Spid – Un contributo di 40 milioni di euro è riconosciuto ai gestori di identità digitale a fronte di adeguamenti tecnologici per il miglioramento della qualità dei servizi. Per raggiungere i target previsti dalla missione 1 del Pnrr (digitalizzazione, innovazione, competitività), in sede di rinnovo degli accreditamenti da parte di AgID, i gestori di Spid, oltre ai servizi già erogati, garantiscono la verifica dei dati mediante l’accesso all’Anagrafe nazionale della popolazione residente e provvedono agli adeguatementi tecnologici per assicurare l’innalzamento dei livelli di servizio, della loro sicurezza e interoperabilità. Per questi ulteriori impegni viene erogato il contributo. Riduzione dei tempi di pagamento – Le amministrazioni centrali dello Stato adottano misure, anche organizzative, finalizzate all’efficientamento dei processi di spesa, dandone conto alla Ragioneria generale dello Stato. Si introducono inoltre incentivi economici ai dirigenti pubblici responsabili dei pagamenti delle fatture commerciali che raggiugono gli obiettivi di riduzione dei tempi. Incarichi di vertice enti pubblici a pensionati – Si amplia la possibilità di affidare incarichi di vertice di enti pubblici a personale in quiescenza. Il testo del decreto licenziato dal Consiglio dei Ministri prevede già la possibilità di affidare incarichi di vertice in enti delle amministrazioni centrali a pensionati, previo parere delle Commissioni parlamentari. Il Senato, approvando un emendamento, ha esteso questa possibilità agli incarichi per i quali è prevista l’informativa alle Commissioni parlamentari (quindi non il parere). Tra questi enti figura l’Agenzia nazionale per la cybersicurezza. Stabilizzazione del personale – Il decreto anticipa dal 1° gennaio 2027 al 1° marzo 2023 la data a partire dalla quale le amministrazioni titolari di progetti previsti nel Pnrr possono stabilizzare nei propri ruoli il personale non dirigenziale già assunto a tempo determinato dalle stesse amministrazioni per la realizzazione di questi progetti. Si prevede che la stabilizzazione avvenga nei confronti del personale che ha prestato servizio continuativo per almeno quindici mesi nella qualifica ricoperta (e non più alla scadenza del contratto a termine, come era prima). Opere Giubileo – Le opere legate al Giubileo, qualificate come essenziali e indifferibili, devono essere realizzate con i metodi e le tecniche della ‘progettazione universale’, quindi con l’abbattimento delle barriere fisiche e architettoniche. Rientrano in questi interveti il sottovia di piazza Pia, piazza Risorgimento, la riqualificazione dello spazio antistante la Basilica di San Giovanni, la riqualificazione di piazza dei Cinquecento e zone adiacenti, il rinnovo dell’infrastruttura della metro A di Roma. Viene inoltre previsto un piano per il posizionamento di totem con defibrillatori, teleconnessi al numero 118, in considerazione dei flussi di pellegrini e delle eventuali necessità di soccorso per problemi cardiaci che potrebbero verificarsi. Controlli Mimit – Previsto il rafforzamento dei controlli del Ministero delle Imprese e del Made in Italy sui crediti di imposta relativi all’investimento ‘Transizione 4.0’ del Pnrr, attraverso una convenzione con l’Agenzia delle Entrate. La misura è volta ad agevolare lo scambio di dati e informazioni rilevanti per le attività di controllo. Legge Cartabia – Sono prorogati al 31 dicembre 2023, dal 30 giugno 2023, i termini per l’adozione dei decreti attuativi della delega sull’ordinamento giudiziario. Banda larga – Viene disposta la proroga di 24 mesi dei termini relativi a permessi, concessioni, certificati, attestati o autorizzazioni relativi ai lavori per la banda larga e ultralarga. Portovesme: Sono estesi a Portovesme i sostegni previsti per le imprese energivore in quanto “unico produttore nazionale di zinco e piombo primari”.

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La ministra del Lavoro Calderone: il primo step per la riforma delle pensioni dopo l’estate

La ministra del Lavoro Calderone: il primo step per la riforma delle pensioni dopo l’estateRoma, 13 apr. (askanews) – “Già avevamo detto che gli interventi sulle pensioni dovevano essere contemperati con le disponibilità di bilancio. Certamente, gli interventi sono progressivi. In questo momento abbiamo dovuto fare questo primo intervento (taglio del cuneo, ndr). Confido che subito dopo l’estate ci sia la possibilità, invece, di aprire a un primo approccio di una riforma che vedrà la luce in tempi un pochino più lunghi”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Marina Calderone, a margine di un convegno di Fondimpresa. “Ho già ricostituito il nucleo di valutazione della spesa previdenziale – ha aggiunto – per portarci avanti e analizzare i conti della previdenza e dell’assistenza e individuare insieme a tutti gli attori sociali le misure e gli interventi prioritari, perché dobbiamo tenerci pronti e individuare i percorsi compatibilmente con le esigenze di tenuta del bilancio dello Stato”.

Industria, Istat: a febbraio produzione -0,2% su mese, -2,3% su anno

Industria, Istat: a febbraio produzione -0,2% su mese, -2,3% su annoRoma, 13 apr. (askanews) – A febbraio l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,2% rispetto a gennaio. Nella media del trimestre dicembre-febbraio il livello della produzione è aumentato dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale solo per l’energia (+0,2%); diminuiscono invece i beni strumentali (-0,9%), i beni di consumo (-0,7%) e i beni intermedi (-0,3%). Lo ha reso noto l’Istat. Corretto per gli effetti di calendario, a febbraio 2023 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 2,3% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 20 come a febbraio 2022). Si registrano incrementi tendenziali solo per i beni strumentali (+3,2%); diminuiscono, invece, i beni di consumo (-1,4%), i beni intermedi (-6,2%) e l’energia (-7,4%). Tra i settori di attività economica la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici presenta una marcata crescita tendenziale (+19,6%), seguono la fabbricazione di macchinari e attrezzature (+3,8%) e la fabbricazione di mezzi di trasporto (+3,3%). Le flessioni più ampie si registrano nell’industria del legno, della carta e della stampa (-15,9%), nella fabbricazione di prodotti chimici (-9,1%) e nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-7,9%).

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G7 Finanze: l’economia globale è più resiliente del previsto

G7 Finanze: l’economia globale è più resiliente del previstoRoma, 12 apr. (askanews) – L’economia globale “si è dimostrata più resiliente del previsto” e nella riunione che si è svolta oggi, a margine delle assemblee primaverili di Fmi e Banca mondiale, il G7 di ministri delle Finanze e governatori delle Banche centrali ha reiterato “la determinazione a mantenere la stabilità macroeconomica e finanziaria”. Lo si legge nel comunicato diffuso dalla presidenza di turno del G7, che quest’anno spetta al Giappone.

“L’inflazione resta elevata e le banche centrali sono fortemente impegnate a riportare la stabilità dei prezzi. Al tempo stesso – prosegue il documento – i recenti sviluppi dei mercati finanziari sottolineano l’incertezza sulle prospettive globali e la necessità di restare vigilanti. Ribadiamo che il sistema finanziario è resiliente, sostenuto da risposte delle autorità pronte e energiche, così come dalle riforme attuate dopo la crisi del 2008”. Continueremo a monitorare gli sviluppi del settore finanziario e ad essere pronti ad assumere azioni appropriate per mantenere la stabilità finanziaria e la resilienza del sistema globale”.

Il G7 ribadisce poi la condanna della “guerra di aggressione russa contro l’Ucraina”, assieme al supporto a favore di Kiev. In questo ambito le sette economie avanzate accolgono positivamente l’impegno del Fondo monetario internazionale di un programma di aiuti da 15,6 miliardi di dollari a favore dell’Ucraina. Il G7 ribadisce anche l’impegno alle sanzioni contro la Russia e a intervenire contro i tentativi di aggirarle. Infine viene ribadita la necessità di rafforzare le catene di approvvigionamento globali, di agire sulla sicurezza energetica e di rafforzare le misure per contenere il surriscaldamento globale. Il G7 poi rilancia il pieno impegno a sostenere i paesi a basso e medio reddito in parallelo, in questo caso, con i partner del G20. La prossima riunione del gruppo si svolgerà a maggio a Niigata, in Giappone.

Governo chiude partita nomine. Meloni: competenza non appartenenza

Governo chiude partita nomine. Meloni: competenza non appartenenzaRoma, 12 apr. (askanews) – Il governo scioglie il nodo nomine delle partecipate indicando le liste per il rinnovo dei Consiglio di amministrazione di Enel, Eni, Leonardo e Poste Italiane dopo settimane di trattative che hanno creato non poche tensioni in maggioranza. Le scelte fatte, assicura la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, “sono frutto di un attento percorso di valutazione delle competenze e non delle appartenenze” e “un ottimo risultato del lavoro di squadra del governo”. Ai manager, aggiunge, il compito di “ottenere risultati economici solidi e duraturi nell’interesse della nazione che rappresentano in tutto il mondo”.

Tutti nuovi i vertici di Enel dove approda Flavio Cattaneo, dato in quota Lega, indicato amministratore delegato. Attuale vicepresidente di Italo, Cattaneo è stato direttore generale della Rai nel 2003 e dal 2005 alla guida di Terna per tre mandati consecutivi. E’ stato anche a.d. di Telecom Italia dal 2016 al 2017. Alla presidenza arriva Paolo Scaroni, attualmente al vertice del Milan. Per lui un ritorno in azienda di cui è stato amministratore delegato dal 2002 prima di passare in Eni dal 2005 al 2014. La nomina di Scaroni, che era sostenuto in particolare da Forza Italia, ha dovuto superare l’iniziale (e prolungata) contrarietà della Meloni. In Eni confermato come previsto per il quarto mandato l’attuale amministratore delegato Claudio Descalzi, alla guida del Cane a Sei Zampe dal 2014. Descalzi ultimamente ha gestito la crisi innescata dalla chiusura delle forniture di gas dalla Russia dall’inizio del conflitto in Ucraina ed era forse l’unico nome sul quale non ci sono mai stati dubbi. Alla presidenza arriva l’attuale comandante generale della Guardia di Finanza Giuseppe Zafarana.

Confermato a Poste Italiane Matteo Del Fante, amministratore delegato della società dal 2017 dopo aver guidato Terna nel triennio precedente. Del Fante è stato direttore generale di Cdp dal 2010 al 2014. Alla presidenza Silvia Rovere, al vertice di Assoimmobiliare e con una lunga esperienza nel private equity e nella finanza immobiliare. Amministratore delegato di Leonardo sarà Roberto Cingolani, professore di Fisica all’università di Bari ed ex ministro dell’ambiente del governo Draghi e attualmente consigliere per l’energia dell’esecutivo Meloni, che l’ha fortemente voluto. Come previsto la spunta su Lorenzo Mariani, l’ad di Mbda che sarebbe stato preferito dal ministro della Difesa Guido Crosetto. Alla presidenza approda l’ambasciatore Stefano Pontecorvo, diplomatico con esperienza più che trentennale, ultimamente ha gestito per la Nato il disimpegno delle forze militari da Kabul.

Ancora non formalizzata la lista di Terna, che sarà resa nota dalla Cdp. Per il rinnovo i nomi più quotati sono Giuseppina Di Foggia che sarebbe la prima donna amministratore delegato di una grande partecipata pubblica (come era stato promesso dalla presidente del Consiglio) e Igor De Biasio, considerato in quota Lega, come presidente. A proposito di Terna, esce dal vertice Stefano Donnarumma, che Meloni avrebbe voluto al comando di Enel. Per lui, secondo indiscrezioni, potrebbe profilarsi la guida di Cdp Venture Capital.

Landini sul Def: tre miliardi per il cuneo non bastano

Landini sul Def: tre miliardi per il cuneo non bastanoRoma, 12 apr. (askanews) – “La riduzione di due punti del cuneo contributivo che avevamo ottenuto dal governo Draghi, solo quella costava 4,5 miliardi di euro. Non so con tre miliardi cosa vogliano fare”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, intervistato a SkyTG24 Economia. “La nostra richiesta era di una riduzione di 5 punti che porterebbe ad un aumento reale medio dei salari di 100 euro” ha aggiunto “Mi sembra che queste risorse non servano a risolvere l’emergenza salariale e poi parliamo comunque di sei mesi”.

Ocse, record “aiuti a sviluppo” 204 mld in 2022 (16,1 mld a Ucraina)

Ocse, record “aiuti a sviluppo” 204 mld in 2022 (16,1 mld a Ucraina)Roma, 12 apr. (askanews) – La montagna di fondi inviati all’Ucraina impegnata nella guerra contro la Russia – 16,1 miliardi di dollari nel 2022 contro meno di 1 miliardo nel 2021 (918 milioni) – ha consistentemente contribuito all’esplosione dell’ammontare totale degli “aiuti pubblici allo sviluppo” stanziati dall’insieme dei paesi Ocse. Secondo l’organizzazione parigina nel 2022 complessivamente questa voce è cresciuta del 13,6% raggiungendo un ammontare mai visto prima, 204 miliardi di dollari a fronte di 186 miliardi nel 2021.

Con un comunicato, l’Organizzazione per la cooperazione lo sviluppo economico riporta che l’incremento riflette anche l’esplosione dei fondi dedicati all’accoglienza di rifugiati (tra cui ovviamente ci sono anche quelli dall’Ucraina) che hanno raggiunto 29,3 miliardi di dollari lo scorso anno, il 14,4% degli aiuti totali allo sviluppo contro 12,8 miliardi nel 2021. Escludendo questa voce, precisa l’Ocse, lo scorso anno la crescita degli aiuti allo sviluppo si ridimensiona al 4,6%. I rialzi più marcati hanno riguardato i fondi stanziati da Polonia (+255,6%), Repubblica Ceca (+167,1 %), Irlanda (+125,1%), Lituania (+121,6%), Slovenia (+48,7%) e Austria (+36,2 %). Con 6,468 miliardi di dollari, secondo le tabelle dell’Ocse gli aiuti allo Sviluppo erogati dall’Italia lo scorso anno sono cresciuti del 15,8%, sopra la media.

Def: stime prudenti. Pil 2024 a 1%, graduale calo debito e deficit

Def: stime prudenti. Pil 2024 a 1%, graduale calo debito e deficit


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Roma, 11 apr. (askanews) – Il Documento di economia e finanza (Def) 2023, approvato oggi dal Consiglio dei Ministri, è improntato a stime “prudenti e realistiche”, per dare messaggi di “serietà e affidabilità ai mercati e all’Unione europea”. “Ambizione responsabile” come l’ha definita il Ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, inviando un suo commento prima di partire per Washington per gli incontri del Fondo Monetario. Se i conti tengono, limitate risultano le risorse a disposizione per misure espansive nella prossima manovra, solo 4 miliardi di euro come differenza tra il deficit/pil tendenziale del 2024(3,5%) e quello programmatico (3,7%). Ulteriori misure dovranno essere coperte da tagli alla spesa, maggiori entrate o rimodulazioni di voci di bilancio. Per il 2023 sono a disposizione ulteriori risorse pari a 3 miliardi di euro che, come ha annunciato il Mef, verranno destinate alla riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori a reddito medio-basso.

Il Documento dà conto di una crescita del prodotto interno lordo dell’1% nel quadro programmatico (lo 0,9% nel tendenziale), più sostenuta di quanto stimato a novembre scorso nel Documento Programmatico di bilancio (0,6%). Per il 2024 la stima di crescita viene invece prevista al ribasso rispetto al Dpb: all’1,5% contro l’1,9% di novembre scorso. E ancora in calo all’1,3% nel 2025. Il rapporto deficit/pil e quello debito/pil continuano la tendenza alla discesa graduale. Per quanto riguarda l’indebitamento netto della P.a, il Def conferma gli obiettivi programmatici del Dpb: 4,5% nel 2023, 3,7% nel 2024, 3% nel 2025 e 2,5% nel 2026. Il rapporto debito/pil nel 2022 è risultato migliore delle aspettative, al 144,4%, inferiore di 1,3 punti percentuali rispetto al Dpb di novembre. Il calo continuerà nei prossimi anni per raggiungere il 142,1% nel 2023, il 141,4% nel 2024, il 140,9% nel 2025 e il 140,4% nel 2026. Il Mef tiene a precisare che gli effetti di riduzione del debito sarebbero stati più marcati se “il superbonus del 110% non avesse avuto gli impatti sui saldi di finanza pubblica che si sono finora registrati”.

Di fronte a questo quadro di sostanziale tenuta dei conti pubblici, le risorse che sembrano essere a disposizione per misure espansive risultano limitate. Oltre al ‘tesoretto’ di 3 miliardi per quest’anno, che saranno presto indirizzati al taglio dei cuneo fiscale per i redditi medio-bassi, come annunciato dal Mef nel comunicato, le risorse per ridurre la prossione fiscale sono di poca entità. Nello stesso comunicato del Mef si dice che la pressione fiscale dovrebbe passare dal 43,3% del 2023 al 42,7% entro il 2026, a fine legislatura, quando dovrebbe andare in vigore la flat tax. Questo significa che gran parte della copertura sarà individuata attraverso la revisione delle tax expenditure, che comunque sono agevolazioni fiscali. E per il 2024, come già detto, le misure espansive per famiglie e imprese si aggireranno attorno ai 4 miliardi di euro. Nella nota del Mef si sottolinea inoltre che “il Governo è al lavoro per ottenere la terza rata del Pnrr. Sono in corso le interlocuzioni con le istituzioni europee per la revisione e la rimodulazione di alcuni degli interventi previsti dal Piano e delle relative milestone e target. È inoltre in fase di elaborazione il capitolo del programma relativo al REPowerEU, che comprenderà tra l’altro anche nuovi investimenti”. Tuttavia, “per rendere il Paese più dinamico, innovativo e inclusivo non basta il Pnrr. È necessario, infatti, investire anche per rafforzare la capacità produttiva nazionale e lavorare su un orizzonte temporale più esteso rispetto a quello del Piano” che si conclude, al momento, nel 2026.