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Turi: ridurre digital divide delle imprese per rilancio economia

Turi: ridurre digital divide delle imprese per rilancio economiaNapoli, 7 feb. (askanews) – “La sfida dell’innovazione deve coinvolgere tutte le realtà imprenditoriali, dalle più grandi alle Pmi fino a quelle a conduzione familiare, per consentire al maggior numero possibile di aziende di poter continuare ad essere competitive sui mercati di riferimento e di ampliare i volumi di produzione. Diversi studi mettono, al contrario, in evidenza quanto il processo di innovazione sia appannaggio quasi esclusivo delle realtà aziendali più grandi e consolidate. Ai professionisti spetta il compito di colmare questo gap che rischia di rallentare la ripresa del tessuto economico riducendo al minimo il ‘digital divide’ che non riguarda solo il tessuto sociale ma anche quello imprenditoriale”. Lo ha affermato Eraldo Turi, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, nel corso della presentazione del forum “Technology Trends e nuovi modelli di trasferimento dell’Innovazione nell’Ecosistema delle PMI”, promosso dall’Odcec Napoli, che si terrà giovedì 16 febbraio 2023 alle ore 15 presso la sede dell’Ordine partenopeo.
“Bisogna fare sistema con un obiettivo in comune: migliorare le potenzialità dell’economia digitale – ha sottolineato a sua volta Giorgio Ventre, direttore scientifico Apple Developer Academy che ha partecipato alla presentazione – attirare capitali ed investimenti, e porre le condizioni per uno sviluppo duraturo e prolungato. Sfida difficile senza dubbio alcuno, ma al contempo stimolante. Fare dell’innovazione tecnologica la chiave dello sviluppo futuro del tessuto imprenditoriale è la mission del futuro. Una risorsa intangibile ma più forte di qualsiasi altro fattore produttivo, un’energia invisibile che potrà finalmente spingere la nostra regione a riprendersi il ruolo di capitale del mediterraneo che le spetta per storia, tradizione e prestigio”.
Per i consiglieri dell’ODCEC di Napoli con delega alle Attività Produttive, Ricerca e Innovazione Gianluca Battaglia e Maria Cristina Gagliardi: “l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti contabili di Napoli è in prima fila per intercettare tutte le reali potenzialità di sviluppo del territorio e l’evento del 16 febbraio ne è una chiara dimostrazione. Lo sviluppo passa attraverso la professionalità e la competenza dei dottori commercialisti che sono gli unici interlocutori affidabili per coniugare le esigenze delle imprese a quelle delle istituzioni”.
Il presidente della Commissione Attività Produttive, Ricerca e Innovazione Fabrizio Monticelli, ha sottolineato come “una grande città come Napoli che ha nell’innovazione la sua vocazione naturale non possa che profondere tutti i propri sforzi per trarre dalla innovazione la spinta verso un rilancio più generale dell’economia cittadina”.
Per Edoardo Imperiale, amministratore delegato Campania DIH “Il lavoro comune con ‘L’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Napoli’ ha l’obiettivo di promuovere la digitalizzazione, l’innovazione e lo sviluppo di nuove competenze per il trasferimento dell’innovazione nell’ecosistema delle PMI. L’Istat racconta che il Sud, rispetto al resto del Paese, è indietro ma il tessuto produttivo è dinamico e qui abbiamo i maggiori margini di crescita. Serve allora accelerare. Siamo in campo per fornire ai professionisti interessati strumenti e know how idonei a incrementare la conoscenza delle opportunità derivanti dal processo di digitalizzazione e transizione tecnologica”.
Giovanni Lombardi, presidente del gruppo Tecno ha affermato che “Esiste una stretta correlazione tra le imprese più innovative e quelle che affrontano la sfida ESG: da tener presente che il periodo del greenwashing è finito, e che la sfida per le aziende è pluriennale, continuativa e educativa, ossia come detto impatta tutte le funzioni aziendali e tutti, ma proprio tutti, i dipendenti”.
Il professore Luigi Nicolais, Coordinatore CTS della commissione Sviluppo Attività Produttive ricerca ed innovazione, ha sottolineato come “Il nostro grande patrimonio immateriale in ambito di ricerca e innovazione è destinato ad assumere un ruolo sempre più centrale, attraverso un contributo lucido e razionale alla transizione di una società basata sulla conoscenza. Tenendo conto che l’innovazione e la tecnologia sono generalmente il prodotto di attività di ricerca svolte negli Atenei e negli Enti di Ricerca, appare di solare evidenza la necessità di incrementare una cooperazione fra i diversi attori territoriali del sistema, attraverso l’engagement delle piccole e medie imprese (PMI) in ottica di open innovation”. (nella foto: Eraldo Turi, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli)

Immobili, idealista: prezzo abitazioni usate -0,3% a gennaio

Immobili, idealista: prezzo abitazioni usate -0,3% a gennaioRoma, 7 feb. (askanews) – Il prezzo delle abitazioni usate ha registrato un lieve calo dello 0,3% a gennaio, attestandosi sui 1.838 euro/metroquadro. Lo rileva l’ultimo indice dei prezzi di idealista, portale immobiliare leader per sviluppo tecnologico in Italia, secondo il quale la variazione anno su anno è stata dell’1,5%.
Prevalenza di regioni con tendenza negativa: sono 11 questo mese contro 7 in aumento, mentre Liguria e Puglia presentano gli stessi prezzi di 30 giorni fa. A trainare l’andamento negativo troviamo Campania (-1,2%), Lombardia e Sardegna (-0,8%). Ribassi in altre sei aree compresi tra il -0,6% dell’Abruzzo e il -0,3% del Piemonte. Trentino-Alto Adige (1,8%), Valle d’Aosta (1,2%) ed Emilia-Romagna (0,9%) fanno registrare i migliori aumenti del periodo. Crescono anche Marche (0,5%), Sicilia (0,4%), Veneto (0,2%) e Umbria (0,1%).
La regione con prezzi al metro quadro più elevati è il Trentino-Alto Adige, con i suoi 2.755 euro al metro quadro. La seguono Valle d’Aosta (2.655 euro/metroquadro), Liguria (2.499 euro/metroquadro) e Toscana (2.360 euro/metroquadro). Prezzi superiori alla media nazionale anche per il Lazio (2.161 euro/metroquadro) e la Lombardia (2.097 euro/metroquadro). Altre 14 regioni sono racchiuse in una scala di valori che va dai 1.802 euro dell’Emilia-Romagna fino agli 848 euro del Molise. Province Tendenza contrastata a livello provinciale con 52 aree che presentano degli aumenti e 48 che ristagnano in terreno negativo. Infine, 7 province (Caserta, Matera, Fermo, Prato, Piacenza, Padova e Lecce) non hanno subito variazioni di prezzo rispetto al mese di dicembre.
In testa alle zone che hanno registrato i maggiori aumenti di gennaio troviamo Agrigento (3,1%), Ravenna (2,7%) e Brindisi (2%). I restati incrementi riguardano 49 province e vanno dall’1,9% di Trieste allo 0,1% di Ragusa e Bologna. Dall’altro lato, le province i cui prezzi hanno subito i maggiori ribassi sono Isernia (-2%), Reggio Calabria (-1,8%) ed Enna (-1,6%).
La provincia italiana più cara si conferma Bolzano con i suoi 4.433 euro al metro quadro. La seguono Milano (3.316 euro/metroquadro), Savona (3.122 euro/metroquadro) e Lucca (3.100 euro/metroquadro). Valori immobiliari superiori alla media italiana in altre 26 aree provinciali comprese tra i 2.952 euro di Firenze ed i 1.853 euro di Latina. Sul versante opposto della classifica dei valori immobiliari, i mercati più economici sono Biella (610 euro/metroquadro), Isernia (682 euro/metroquadro) e Caltanissetta (687 euro/metroquadro).
Anche i mercati cittadini sono in controtendenza rispetto all’andamento generale dei prezzi dell’usato, con una prevalenza di aree in ripresa trainate da Cesena (3,5%), Trieste e Ravenna (entrambe su del 2,3%) e Salerno (2,2%). Aumenti sopra il 2 per cento anche per Imperia, Vibo Valentia (entrambe 2,1%) e Lecco (2%), mentre per quanto riguarda i principali mercati cittadini, Palermo (1,3%) e Torino (1,1%) segnano le crescite maggiori, seguite da Bologna (0,5%) e Milano (0,1%). In calo Firenze (-0,1%), Roma (-0,3%), Genova e Napoli (-1,1%). I maggiori ribassi del mese di gennaio spettano a Ragusa (-2,3%), Verona (-2,1%) e Ferrara (-1,5%). Milano (4.971 euro/metroquadro) si conferma anche a gennaio la città più esclusiva per l’acquisto di un immobile in Italia, segnando un nuovo massimo dal 2012, ovvero da quando l’indice di idealista è stato introdotto. A seguire troviamo Venezia (4.387 euro/metroquadro) e Firenze (3.964 euro/metroquadro). Prezzi superiori alla media nazionale in altri 31 capoluoghi compresi tra i 3.341 euro di Bologna e i 1.855 di Brescia. All’opposto del ranking, Caltanissetta (735 euro/metroquadro) è il capoluogo più economico davanti a Ragusa (777 euro/metroquadro) e Isernia (808 euro/metroquadro).

Gb, Tesoro e Banca centrale valutano ipotesi di sterlina digitale

Gb, Tesoro e Banca centrale valutano ipotesi di sterlina digitaleRoma, 7 feb. (askanews) – La Banca d’Inghilterra e il Tesoro britannico hanno avviato consultazioni sulla possibile creazione di una sterlina digitale, cioè una valuta digitale della Banca centrale del Regno. Lo annuncia la stessa Bank of England con un comunicato, puntualizzando questa sterlina digitale “sarebbe intercambiabile con il contante e i depositi bancari, andrebbe a complementare il contante” e, specialmente nella fase iniziale, avrebbe alcune limitazioni sull’ammontare che i singoli potrebbero detenere. Potrebbe essere utilizzata da famiglie e imprese per i pagamenti nei negozi e online di tutti i giorni.
Al momento non sono state prese decisioni vincolanti sul se procedere o meno su questa strada, ha precisato la Boe.
Una procedura per la possibile creazione di una valuta digitale della banca centrale è stata avviata anche sull’euro, la Bce dovrebbe decidere se procedere definitivamente o meno nei prossimi mesi, mentre sulla questione la Commissione europea sta elaborando un testo. Sempre su questa strada sembra essersi mossa, e forse in maniera più anticipata rispetto alle banche centrali occidentali, anche la Banca centrale cinese. Tuttavia non sono ben chiari gli sviluppi portati avanti da Pechino su questo versante.
Per quanto riguarda la più importante Banca centrale occidentale, cioè la Federal Reserve americana il quadro è più indefinito. L’istituzione ha mostrato generiche aperture alla valutazione di nuovi sistemi digitalizzati, anche su impulso dell’amministrazione Biden. Il mese scorso ha riferito di aver “discusso potenziali benefici e rischi” di un dollaro digitale, pubblicando un rapporto contestualmente al quale, il 20 gennaio, ha di fatto avviato una consultazione pubblica. Non si è però spinta ad avviare una procedura esplorativa esplicita come Bce e Boe, ora. Nei mesi scorsi erano emersi anche scetticismi da parte di alcuni componenti della Fed sull’ipotesi di dollaro digitale.
Intanto su questo argomento sono impegnate diverse istituzioni monetarie nazionali in vari paesi del mondo, anche con il supporto della Banca dei regolamenti internazionali di Basilea.
Tornando alla Banca d’Inghilterra, sull’ipotesi di una sterlina digitale ha ulteriormente precisato che “replicherebbe ruolo del contante in un mondo digitale: quindi privo di rischio, accessibile e con elevati livelli di fiducia. 10 sterline digitali sarebbero sempre equivalenti a 10 sterline in contanti. Sarebbe messo dalla Bank of England England – recita un comunicato – ampiamente disponibile e di utilizzo conveniente”.
“Sarebbe soggetto a rigorosi standard di privacy e di tutela dei dati: né il governo, né la Banca centrale avranno accesso ai dati personali dei detentori, che avrebbero – si legge – lo stesso livello di privacy che su un conto bancario”.
Quello della privacy è un aspetto molto rilevante delle valute digitali delle banche centrali, perché i progetti attualmente allo studio non sembrano voler replicare l’assoluto anonimato delle banconote.
Sempre la Boe puntualizza che l’accesso ai portafogli di sterline digitali verrebbe offerto tramite il settore privato utilizzando smartphone o carte. Infine, inizialmente vi saranno restrizioni su quanto i singoli individui e le imprese potranno detenere in sterline digitali.

Carlsberg: in 2022 perdita a 1,06 mld corone, 2023 “anno impegnativo”

Carlsberg: in 2022 perdita a 1,06 mld corone, 2023 “anno impegnativo”Milano, 7 feb. (askanews) – Il 2022 per Carlsberg, produttore danese di birra, si è chiuso con una perdita netta di 1,06 miliardi di corone danesi a fronte di un utile a 6,85 miliardi di corone di un anno prima. La perdita, spiega il terzo gruppo birrario al mondo, è dovuta principalmente alla svalutazione dell’attività in Russia per 9,95 miliardi di corone, attività che dal 28 marzo scorso sono state messe in vendita e che contano di vendere entro la metà del 2023. Il fatturato è cresciuto del 16,9% a 70,265 miliardi di corone mentre la crescita organica a volume è stata del 5,7%.
Guardando al 2023 Carlsberg annuncia che “sarà un altro anno impegnativo”: le previsioni sono di un utile che oscilla in una forchetta tra il -5% e il +5%.
Gli aumenti dei prezzi delle materie prime e dell’energia dello scorso anno avranno un impatto significativo nel 2023 sul costo del venduto e sui costi logistici. “Intendiamo compensare i maggiori costi in termini assoluti attraverso la leva dei prezzi, il mix di prodotti e una costante attenzione ai costi – sottolinea l’azienda – La birra è stata storicamente una categoria resiliente, ma i prezzi più alti insieme all’inflazione elevata possono avere un impatto negativo sul consumo di birra in alcuni dei nostri mercati, in particolare in Europa. Lo sviluppo della guerra in Ucraina e l’impatto sulle nostre attività rimangono molto incerti, così come la ripresa del Covid in Cina, compresa la riduzione dei consumi durante le celebrazioni del capodanno cinese”.
“Il gruppo ha ottenuto solidi risultati per il 2022 grazie a un impressionante sforzo da parte dei nostri dipendenti in tutto il gruppo e la buona esecuzione della nostra strategia – ha detto il Ceo Cees ‘t Hart – Per tutto l’anno, una priorità fondamentale è stata la sicurezza e il benessere dei nostri colleghi ucraini, la cui resilienza, coraggio e forza ci hanno colpito profondamente. Il 2023 sarà un altro anno impegnativo, ma siamo un’azienda strategicamente, organizzativamente e finanziariamente forte”.

La finanza Esg perde appeal, Consob: piace al 15% degli italiani

La finanza Esg perde appeal, Consob: piace al 15% degli italianiMilano, 7 feb. (askanews) – Cala nel 2022 l’interesse degli italiani verso gli investimenti sostenibili, anche se in prospettiva la finanza verde resta attrattiva per una buona parte di persone. A essere interessato ad investire in prodotti finanziari sostenibili è il 15% degli italiani, contro il 17% del 2021. Aumenta anche la percentuale di persone che non sono affatto attratte dalla finanza Esg: il 17% nel 2022 dichiara di non avere alcun interesse per gli investimenti sostenibile contro il 13% dell’anno prima. E’ quanto emerge da un focus della Consob sugli investimenti sostenibili per approfondire i temi della sostenibilità nell’ottavo Rapporto dell’autorità presentato a fine gennaio.
L’indagine è stata condotta con un sondaggio, tra giugno e luglio, su 1.436 investitori. Il 15% del campione, anche con rendimenti più bassi rispetto alla finanza tradizionale, si dice interessato ad investire in prodotti che contribuiscono alla tutela dell’ambiente, dei diritti dei lavoratori e dei valori del buon governo. Nel 2021 il dato era al 17%. Mentre il 48% degli intervistati (il 57% nel 2021) si dichiara disposto ad investire in prodotti Esg solo a condizione che i rendimenti siano pari o addirittura superiori a quelli offerti da investimenti non sostenibili. Il 17% non ha alcun interesse.
Secondo Consob, l’attenzione è maggiore tra le donne, i giovani, gli investitori abbienti e quelli più preparati. Per il futuro in ogni caso le prospettive sono positive: il 57% del campione è propenso a modificare nei prossimi due anni le proprie scelte di investimento, rafforzando la componente della sostenibilità.
A incrinare la fiducia è il greenwashing. “I dati rivelano che il greenwashing, inteso come affermazioni fuorvianti sulle effettive caratteristiche di sostenibilità dei prodotti, è fra i timori e i rischi percepiti dagli investitori”, ha detto Chiara Mosca, Commissario Consob. Un fenomeno che “può minare la fiducia” ed è per questo, ha chiosato, che “il contrasto del greenwashing è una priorità globale ed è nell’agenda dei regulator internazionali”.

Euro cala sotto 1,07 dollari, sui minimi da un mese

Euro cala sotto 1,07 dollari, sui minimi da un meseRoma, 7 feb. (askanews) – L’euro cala sotto quota 1,07 sul dollaro per la prima volta da un mese a questa parte. A guidare i movimenti sono sempre i rafforzamenti della valuta statunitense, che da venerdì scorso è scattata al rialzo dopo i dati migliori del previsto sul mercato del lavoro (a gennaio sono stati creati più di mezzo milione di nuovi posti).
La solidità del mercato del lavoro Usa, e quindi delle dinamiche salariali, e quindi delle potenziali spinte inflazionistiche, allontana la prospettiva di un imminente stop della Federal Reserve sulla manovra restrittiva sui tassi di interesse. Nel pomeriggio l’euro si scambia 1,0687 dollari, sui massimi dal 9 gennaio.

Bce cerca un nuovo direttore generale dei sistemi informatici

Bce cerca un nuovo direttore generale dei sistemi informaticiRoma, 7 feb. (askanews) – La Bce ha annunciato l’imminente avvio di una procedura per selezionare un nuovo direttore generale dei sistemi informatici, dopo che colei che ricopriva questa carica, Claudia Plattner, ha deciso di lasciare per rilevare la guida dell’Ufficio federale della Germania sulla sicurezza informatica. La Plattner assumerà il nuovo ruolo dal primo luglio, precisa la Bce con una nota.
Alla Bce la direzione generale dei sistemi informatici sviluppa e supporta sistemi di comunicazione e di scambi di informazione con l’Eurosistema delle banche centrali. E’ anche responsabile della definizione delle strutture di governance sui sistemi informatici e di cybersicurezza della Bce e dei sistemi per i servizi comuni dell’Eurosistema.

Salov, allo studio tecnologie per aumentare shelf-life olio d’oliva

Salov, allo studio tecnologie per aumentare shelf-life olio d’olivaMilano, 7 feb. (askanews) – Salov, gruppo del settore oleario, proprietario dei marchi Filippo Berio e Sagra, è capofila di Long Life Oil, un progetto di ricerca per lo sviluppo di tecnologie volte a prolungare della durata del ciclo di vita degli oli di oliva con il mantenimento di un’elevata qualità organolettica, nutraceutica e nutrizionale. Il progetto è stato concepito in collaborazione con Sintecnica Engineering, Enertech, Bioclass , il dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Pisa e il Consorzio Polo Tecnologico Magona.
Co-finanziato dalla Unione Europea tramite la Regione Toscana e con la consulenza del prestigioso Lab NEST della Scuola Normale Superiore di Pisa, Long Life Oil consiste nella pianificazione di un innovativo sistema di imbottigliamento, stoccaggio e commercializzazione del prodotto finito, basato sulla sperimentazione di nuove soluzioni e materiali di packaging e sull’utilizzo di atmosfere controllate che ottimizzano le prestazioni del prodotto (data di scadenza, stabilizzazione delle caratteristiche qualitative) coniugandole con i costi operativi.
Il progetto, inoltre, punta allo sviluppo di un’etichetta smart che consenta il monitoraggio dei parametri fondamentali per la conservazione dell’olio di oliva (temperatura, luce) durante il trasporto e lo stoccaggio del prodotto. Alla prima fase sperimentale iniziata nel 2022 seguirà quella su scala industriale al cui termine verrà eseguito uno studio di fattibilità per il trasferimento delle innovazioni progettate sia in produzione che nella supply chain.
Salov ha già all’attivo collaborazioni con partner industriali e accademici nell’ambito di altri progetti industriali come Innovoil o il Degommaggio enzimatico, oltre ad avere destinato il vasto oliveto di Villa Filippo Berio a “Laboratorio a cielo aperto” per la sperimentazione, in collaborazione con il CNR, di tecniche agricole sostenibili, di precisione e di resilienza a importanti agenti patogeni e parassiti dell’olivo.
Il raggiungimento degli obiettivi di Long Life Oil offrirà a Salov la possibilità di immettere sul mercato globale una nuova linea di prodotti con caratteristiche di conservabilità e qualità migliorate. Il prolungamento della shelf-life nei nuovi prodotti, inoltre, aprirà la strada a ulteriori vantaggi in termini di sostenibilità della supply chain soprattutto nella fornitura verso i mercati più distanti consentendo tempi di consegna meno stressanti e impattanti sull’ambiente e un minor spreco di prodotto.

Imprese, Expedia Mrcc: al via formazione esperti in ambito agrochimico

Imprese, Expedia Mrcc: al via formazione esperti in ambito agrochimicoRoma, 7 feb. (askanews) – Nel 2023 Expedia Mrcc intensifica il proprio impegno nella formazione sui prodotti fitosanitari, fertilizzanti, biostimolanti e biocidi. Questa attività sta assumendo un carattere sempre più importante in un mercato del lavoro che richiede competenze e professionalità maggiori, capacità e attitudini specifiche. La società piacentina specializzata nella consulenza ha deciso quindi di rispondere alle richieste che provengono non solo da alcuni dei maggiori atenei italiani, ma anche dalle aziende produttrici.
“L’acquisizione di nuove competenze e professionalità da parte delle risorse umane delle organizzazioni industriali, pubbliche e di servizi – spiega l’amministratore delegato di Expedia Mrcc, Stefano Jondini – diventa oggi una leva strategica, un vantaggio indispensabile per rimanere competitivi sul mercato, aumentare il livello di soddisfazione del cliente e affrontare con competenze e capacità le nuove sfide che le imprese dovranno affrontare in futuro”.
La formazione del personale aumenta il valore dell’impresa, migliora l’immagine aziendale, aumenta la motivazione del personale. “Le organizzazioni – aggiunge Jondini – sono sempre più chiamate ad avvalersi della formazione per fare evolvere le risorse umane, che rappresentano il capitale umano dell’impresa. In un periodo dove l’originalità e l’innovazione dei prodotti ha durata breve, dove ogni tecnologia viene rapidamente superata, la qualità e professionalità delle risorse umane rimane qualcosa di inimitabile, un valore competitivo che permette all’impresa di differenziarsi”.
Il 9 Febbraio 2023 Expedia sarà relatore al webinar organizzato da Biosolution Academy dal tema “Regulatory di prodotti Botanicals”. Il webinar punta a formare esperti di alto livello professionale che svilupperanno alternative – sempre meno impattanti – ai prodotti chimici di sintesi per difendere le piante dagli organismi dannosi. L’amministratore delegato di Expedia Mrcc, sarà uno dei tutor dei webinar dedicati alla regolamentazione.
Expedia Mrcc, nel 2022, ha partecipato come relatore al Corso di alta formazione per esperti nello sviluppo di biosolution per la difesa delle piante organizzato da Biosolution Academy oltre che al Dublin Plant Protection Symposium organizzato da Kerona Scientific Ltd., Ireland.