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Whirlpool, Alessandro Perucchetti presidente attività Usa

Whirlpool, Alessandro Perucchetti presidente attività UsaRoma, 20 mar. (askanews) – Whirlpool Corporation annuncia la nomina di Alessandro Perucchetti a presidente delle attività operative Usa dell’azienda. Perucchetti diventa anche membro del comitato esecutivo internazionale di Whirlpool Corporation.
Perucchetti supervisionerà le attività commerciali e aziendali di Whirlpool Corp. negli Stati Uniti, tra cui la strategia del brand, di marketing, delle vendite, e dei servizi al consumatore e della supply chain negli stabilimenti degli Stati Uniti e del Messico.
“Alessandro ha una comprovata esperienza, la sua leadership e la sua esperienza all’interno dell’azienda gli permettono di avere una prospettiva unica sul nostro business nordamericano – ha dichiarato Marc Bitzer, presidente e amministratore delegato di Whirlpool Corp -. Questo è un momento cruciale per il settore degli elettrodomestici e Alessandro è la persona ideale per guidare i brand in portafoglio e accelerare il ritmo dell’innovazione”.
“Sono entusiasta di tornare negli Stati Uniti per contribuire alla leadership di prodotto, alla crescita del nostro business diretto al consumatore e al proseguimento del lavoro svolto per costruire una catena di approvvigionamento resiliente – ha dichiarato Perucchetti -. Due terzi delle case americane contengono un prodotto Whirlpool. Si tratta di una responsabilità unica, che ci permette di concentrarci sul miglioramento della vita in casa”.

Bonomi:no incentivi per assunzioni ma a chi investe e patrimonializza

Bonomi:no incentivi per assunzioni ma a chi investe e patrimonializzaMilano, 20 mar. (askanews) – “Io mi aspetto che premi chi investe e patrimonializza, non chi assume”. In questa frase c’è la posizione del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che ha parlato della delega fiscale in Bocconi a Milano in occasione della presentazione del nuovo Affari&Finanza. “Se si parla di un riordino delle aliquote Irpef facciamolo – ha detto – se vogliamo fare fisco d’impresa secondo me deve servire a premiare, non essere leva di gettito fiscale”.
“Io – ha detto senza troppi giri di parole – sono contrario agli incentivi per gli imprenditori che assumono, quello è il mio mestiere. Quello che chiedo è tagliare le tasse sul lavoro e agire sulla leva contributiva. Da due anni chiediamo il taglio del cuneo fiscale, il riordino delle aliquote Irpef è un risparmio di 300 euro a famiglia, il taglio del cuneo fiscale come l’abbiamo proposto noi per chi ha un reddito di 35mila euro euro l’anno porta un risparmio di 1.200 euro”.
Più in generale Bonomi pensa “a una delega fiscale organica, non si può affrontare pezzo a pezzo”, ha detto precisando che “capiremo dai decreti attuativi se ci saranno più vantaggi o svantaggi per le imprese”. Quello che auspica il numero uno di Confindustria è che “ci sia un fisco di impresa che non guardi più a fisco come gettito ma come leva di politica industriale. Questa è la grande sfida”. “Se potessi scegliere – ha aggiunto – vorrei un fisco premiale, che premia chi investe, chi patrimonializza e fa crescere il Paese”. “Non è la leva fiscale la leva corretta per premiare chi crea posti di lavoro – ha ribadito – se si deve fare, occorre lavorare sulla leva contributiva, è lo strumento corretto per premiare chi crea posti di lavoro”.

Banche, Giorgetti: per il sistema italiano siamo tranquilli

Banche, Giorgetti: per il sistema italiano siamo tranquilliMilano, 20 mar. (askanews) – “Mi sembra che adesso i mercati si siano un attimino calmati, credo che la situazione in Europa sia sotto controllo. Noi siamo in costante contatto con le autorità di regolazione soprattutto per il sistema bancario italiano siamo tranquilli”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, a margine di un evento organizzato da Intesa Sanpaolo, in merito alla tenuta del sistema bancario dopo il salvataggio di Credit Suisse e l’intervento delle banche centrali.

InnovaMare, a Bari l’ultima tappa del roadshow sulle tecnologie blu

InnovaMare, a Bari l’ultima tappa del roadshow sulle tecnologie bluRoma, 20 mar. (askanews) – InnovaMare, progetto di cooperazione transfrontaliera tra Italia e Croazia, alle battute finali. Dopo Dubrovnik, Venezia e Rijeka sarà Bari ad ospitare, il 22 e 23 marzo, la presentazione del Digital Innovation Hub e delle soluzioni robotiche per salvare l’Adriatico dalla plastica messe a punto grazie ai fondi Ue. La tappa finale del tour è organizzata da ARTI, Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione della Puglia, e prevede due giorni di workshop, attività dimostrative e visite ad alcune realtà d’eccellenza nel settore della blue economy. Saranno due – annuncia ARTI in una nota – i momenti salienti dell’iniziativa: il lancio del networking attorno al nascente Digital Innovation Hub, il nuovo polo per lo sviluppo di tecnologie marine innovative, e la dimostrazione in mare aperto dei robot salva-Adriatico.
Il 22 marzo, al Centro Sportivo Universitario (CUS) di Bari, dopo un workshop tematico su cooperazione e tecnologie per la sostenibilità dell’economia del mare, saranno presentate e testate in pubblico le due soluzioni robotiche messe a punto da CNR e Università di Zagabria (Facoltà di Ingegneria elettrica e informatica) nell’ambito del progetto: SWAMP, un veicolo autonomo di superficie (Asv) ovvero il mini-catamarano leggero per il monitoraggio del mare nei porti e nei bacini fluviali e la Boa Multifunzionale Intelligente, un robot per la misurazione, la gestione e lo stoccaggio dei dati registrati in mare. Si tratta di robot diversi ma concepiti per funzionare in modo integrato e massimizzare i risultati della lotta all’inquinamento marittimo, che saranno mostrati all’opera al largo mare pugliese. “Sistemi intelligenti – sottolineano i ricercatori – sperimentati con successo, per la prima volta, in scenari cooperativi e in ambienti particolarmente a rischio”, come le acque lagunari e i corsi d’acqua inquinati.
In programma, il 23 marzo, ci sono inoltre due visite di “studio”: al Laboratorio di Ingegneria Costiera (LIC) del Politecnico di Bari, un’eccellenza nazionale per le sue strumentazioni d’avanguardia per la modellistica di dinamica costiera e la rilevazione del moto ondoso, e all’azienda monopolitana AS Labruna, leader nella produzione di motori “green” per la nautica, a propulsione elettrica e ibrida.
Dopo oltre due anni di attività il sogno rendere l’Adriatico più sostenibile potrebbe concretizzarsi se i partner riusciranno a consolidare l’ecosistema virtuoso nato con InnovaMare. È questa la missione del Digital Innovation Hub (DIH), il polo per lo sviluppo della robotica sottomarina istituito a febbraio con la firma da parte italiana e croata del protocollo d’intesa, un altro successo della cooperazione per la sostenibilità del mare.
Link al programma dettagliato della due giorni: https://www.arti.puglia.it/wp-content/uploads/InnovaMare-Roadshow-Bari_agenda_22_23March_DEF.pdf

Aifi: in 2022 investiti 23,7 mld +61%, record assoluto

Aifi: in 2022 investiti 23,7 mld +61%, record assolutoMilano, 10 mar. (askanews) – Il private capital spinge e accelera il processo di internazionalizzazione delle imprese. Di questo si è parlato nel Convegno annuale Aifi tenutosi presso la sede di Assolombarda e con il contributo di Kpmg.
I dati presentati mostrano innanzitutto che in Italia la finanza alternativa ha un ruolo sempre più importante sull’economia reale: nel 2022 sono stati investiti 23,7 miliardi di euro in 848 operazioni, il 61% in più rispetto al 2021, un record assoluto. Nello scorso anno sono stati raccolti 5,9 miliardi di euro, +3% rispetto all’anno precedente; cresce anche il numero delle operazioni con ammontare superiore ai 150 milioni che nel 2022 sono state 24 così come le operazioni in infrastrutture, 52 (+16%) per ammontare investito pari a 10,7 miliardi di euro (+39%). Raddoppia l’ammontare investito in buyout che si attesta a 11 miliardi di euro, con 185 operazioni realizzate (+16%).
Se le operazioni di maggioranza crescono, diminuisce ancora l’attività di expansion attestandosi a 483 milioni di euro, (-44%) investiti in 46 operazioni (-23%). Un ruolo sempre maggiore deriva anche dagli operatori non domestici: guardando ai soci AIFI, il 27% sono internazionali e negli ultimi due anni hanno raccolto oltre 130 miliardi di dollari. In Italia il peso degli operatori internazionali sull’ammontare è sempre più grande tant’è che nell’arco di tempo 2021-2022 hanno investito 27 miliardi nelle imprese italiane su un totale di 57 miliardi impegnati nell’arco di dieci anni, segno che il loro contributo all’economia reale assume sempre più preponderante.
“Cresce il ruolo dei fondi internazionali di private equity” afferma Innocenzo Cipolletta, presidente Aifi. “Nel 2022, su 24 miliardi investiti in Italia 15 miliardi di euro derivano da operatori non domestici. Se da un lato vediamo la crescita degli investimenti soprattutto da parte di questi operatori, dall’altro non possiamo non notare che serve un’azione sistemica delle Istituzioni per spingere la crescita dei fondi italiani per numero e dimensione, permettendo così la nascita di nuovi soggetti che possano investire anche in quote di minoranza, e nelle attività di turnaround che nel 2022 ha visto solo concludersi solo nove operazioni”.
“Il private capital ha in portafoglio 2mila società per un fatturato complessivo di 200 miliardi di euro e un capitale umano che conta 550mila dipendenti”, dichiara Anna Gervasoni, direttore generale Aifi. “Questo mercato è fondamentale per la crescita del paese e ha ampi margini di sviluppo. Per questo è necessario potenziare la raccolta di capitali. Il Private equity francese negli ultimi cinque anni ha raccolto da fondi e casse 9,9 miliardi contro i 3,4 miliardi in Italia, dalle assicurazioni 18,3 miliardi di euro contro i nostri 2,1 e da investitori individuali e family office 14,4 miliardi contro i 2,2 miliardi dell’Italia. Con maggiori risorse possiamo fare di più”.
“Il perdurare del contesto di tensione geopolitica e instabilità macroeconomica, in particolare la spirale inflazionistica e l’aumento dei tassi d’interesse, rende sfidante poter fare delle previsioni per il mercato del private equity nel 2023. Tuttavia il significativo ammontare di dry powder a disposizione dei fondi di private equity, oggi pari a 3,7 triliardi di dollari, suggerisce un cauto ottimismo per i prossimi mesi” commenta Stefano Cervo, partner Kpmg, Head of Private Equity.

Bonomi: Non si può combattere inflazione solo con aumento dei tassi

Bonomi: Non si può combattere inflazione solo con aumento dei tassiMilano, 20 mar. (askanews) – “Non si può combattere la nostra inflazione solo con un aumento dei tassi”. A dirlo il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, intervenendo alla presentazione del nuovo Affari&Finanza di Repubblica a Milano.
Poco prima aveva detto che “noi siamo stati abituati a un decennio strano, con tassi negativi, economicamente sbagliato ma ne abbiamo usufruito. Ora siamo in una situazione intermedia con un 3,5% di tassi che si può tranquillamente gestire. Ulteriori aumenti dei tassi ci preoccupano non tanto per il debito pubblico quanto per il sistema delle imprese che ha ricevuto prestiti a breve garantiti da garanzie pubbliche”. “Ovvio che – ha concluso – con una dinamica così dei tassi qualche preoccupazione inizia a esserci”.

Gas, Assocostieri: fondamentale incentivare bioGNL e biogas

Gas, Assocostieri: fondamentale incentivare bioGNL e biogasRoma, 20 mar. (askanews) – “Le infrastrutture di stoccaggio e distribuzione del GNL sono fondamentali al fine di sviluppare un sistema sostenibile di trasporto marittimo e stradale”. Lo afferma Assocostieri, secondo la quale “è necessario, pertanto, dare ampia applicazione al sistema delle Garanzie di Origine, contribuendo ad aumentare la domanda biogas e di BioGNL e di conseguenza a svilupparne la produzione”.
Per l’associazione, “è importante che tale sistema includa anche quelle infrastrutture che non sono interconnesse alla rete di trasporto del gas naturale, nonché gli impianti che permettono la liquefazione fisica o virtuale situati anche in luoghi diversi dai siti di produzione che ricevono il gas tramite la rete, compresi i distributori di gas allo stato liquido o gassoso per i trasporti, anche ad uso privato, conformemente a quanto previsto nel Decreto ministeriale biometano del 15 settembre 2022”.

Gas, a Piombino da ieri sera la nave rigassificatrice Golar Tundra

Gas, a Piombino da ieri sera la nave rigassificatrice Golar TundraFirenze, 20 mar. (askanews) – “L’Italia deve dire grazie a Piombino e alla Toscana. Dobbiamo renderci autosufficienti dalla Russia per il gas e questa opera contribuirà in modo determinante con 5 miliardi di metri cubi di gas all’anno”. Così il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, commenta l’arrivo della nave rigassificatrice Golar Tundra nel porto di Piombino. “Adesso avanti con le compensazioni per il territorio”, aggiunge.
“Attraverso questo intervento noi possiamo avere in porto una nave che nell’arco di nemmeno un anno da quando l’abbiamo programmata avrà dalla sua prua direttamente un condotto di 8 chilometri e 800 metri che porterà il gas dai suoi 162 gradi sotto zero ad essere nuovamente aereo e conseguentemente entrare direttamente nel gasdotto nazionale. Questo significa poter dipendere meno dal gas che viene dalla Russia”.
Quanto ai rapporti col sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, “mi cercherà lui”, dice Giani, che invita “soprattutto le autorità di Piombino a sedersi con me, con il ministro e le autorità del governo per poter indicare le opere complementari Il sindaco finora è stato attardato dai suoi ricorsi, credo che ora che c’è la nave ci si renderà conto si deve lavorare finalmente vantaggi alla popolazione di Piombino”.
La Golar Tundra è stata costruita nel 2015, è stata acquistata da Snam a Singapore e batte bandiera delle isole Marshall. E’ lunga circa 292,5 metri, larga circa 43,4 metri e alta circa 55 metri. E’ dotata di quattro serbatoi di stoccaggio di Gnl, disposti nella parte centrale dello scafo. E’ in grado di stoccare circa 170mila metri cubi di gnl e di rigassificare continuo 5 miliardi di metri cubi l’anno.

Lamborghini, Winkelmann: 2023 partito bene. Ipo non è sul tavolo

Lamborghini, Winkelmann: 2023 partito bene. Ipo non è sul tavolo

Produzione 2024 già venduta. A fine marzo prima plug-in da 1015CV

Milano, 20 mar. (askanews) – Dopo un 2022 record, con ricavi per la prima volta sopra i 2 miliardi di euro (2,35 mld) e 9.233 auto consegnate (+7%), il presidente e Ceo di Lamborghini, Stephan Winkelmann, guarda con fiducia anche al 2023, “i primi due mesi sono andati bene, la produzione è venduta fino al 2024”, ma non vuole sbilanciarsi sui numeri ed esclude, almeno per il momento, la quotazione: “non è sul tavolo”. Il 2023 è un anno importante per Lamborghini che celebra i suoi 60 anni di attività con il debutto nel mondo elettrico, dando esecuzione al piano Direzione Cor Tauri che prevede investimenti per 2,6 miliardi al 2028.
A fine marzo è attesa la prima plug-in, l’erede dell’Aventador che monta il V12 abbinato a tre motori elettrici con batteria da 7 KW per 1.015 CV di potenza. “Ha il miglior peso potenza di sempre, abbiamo già venduto due anni di produzione e con il lancio ci aspettiamo un forte aumento degli ordini”. Entro il 2024 la gamma sarà tutta elettrificata con una riduzione delle emissioni del 50% e nel 2028 uscirà la prima elettrica, una GT 2+2, per un totale di 4 modelli. Sarà “un progetto nuovo che manca alla nostra gamma” e sarà prodotta sulla stessa linea dell’Urus, il supersuv che nel 2024 uscirà in versione plug in e nel 2029 full electric.
Tornando al presente, l’obiettivo è “una crescita controllata focalizzata sui margini (28% nel 2022). A livello di produzione abbiamo fatto un salto di 2mila pezzi dopo la pandemia. Abbiamo potenziale, ma non vogliamo andare oltre una crescita fisiologica e attesa dal mercato”.
Gli investimenti per l’elettrico “sono una sfida perché non avremo i margini che abbiamo con il V12 e con la Countach (in serie limitata), ma lavoreremo sul pricing”, considerando anche che oggi “il valore dell’usato è molto alto a causa dei tempi di attesa lunghi e della forte domanda”.
Infine una riflessione sul rinvio della Commissione europea allo stop a benzina e diesel dal 2035 che per i costruttori come Lamborghini prevede delle deroghe. “Abbiamo tempo, vedremo come evolve la situazione. Ma è importante poter decidere su quale soluzione puntare: c’è bisogno di chiarezza sulle regole che variano da mercato a mercato”. Fra le ipotesi i carburanti sintetici: “per emissioni di Nox e polveri sottili gli e-fuel sono ancora un problema soprattutto nei centri urbani. E poi c’è il tema dei costi, li vedo più un’opportunità per il motorsport e per le auto storiche”.

Casa, Istat: in 2022 boom dei prezzi, +3,8% rialzo più alto da 2010

Casa, Istat: in 2022 boom dei prezzi, +3,8% rialzo più alto da 2010Roma, 20 mar. (askanews) – Prosegue, nel 2022, la fase di accelerazione dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie, cresciuti in media d’anno del +3,8%. Questo aumento, che segue quelli registrati nei due anni precedenti, è il più ampio da quando è disponibile la serie storica dell’indice Ipab (2010). Lo ha reso noto l’Istat spiegando che i prezzi delle abitazioni nuove fanno registrare un +6,1% e quelli delle abitazioni esistenti che crescono del 3,4%.
La crescita dei prezzi è particolarmente sostenuta nelle ripartizioni del Nord e più contenuta nel Centro e nel Sud e Isole, dove tuttavia si registra, per le abitazioni nuove, la variazione tendenziale più alta del paese (+7,8%). Si consolida l’accelerazione su base tendenziale dei prezzi delle abitazioni di Torino, Roma e Milano (in cui si registra un incremento del +7,5% dei prezzi delle abitazioni esistenti).
Rispetto alla media del 2010, primo anno per il quale è disponibile la serie storica dell’Ipab, nel 2022 i prezzi delle abitazioni sono diminuiti del 9,5% (+14,2% per le abitazioni nuove e -17,1% per le esistenti).
Il tasso di variazione acquisito, o trascinamento, dell’Ipab per il 2023 risulta essere nullo (+0,9% per le abitazioni nuove e -0,2% per le abitazioni esistenti) .