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Auto, Tajani: l’Ue riveda il bando dal 2035 per i motori a combustione

Auto, Tajani: l’Ue riveda il bando dal 2035 per i motori a combustioneRoma, 25 gen. (askanews) – “Chiediamo alla Ue di lavorare a misure volte a mantenere la competitività dell’industria automobilistica europea, in particolare misure per evitare possibili sanzioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi di emissione del 2025. E di rivedere il bando per i motori a combustione del 2035, seguendo l’approccio della neutralità tecnologica”. Lo ha scritto il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, in un intervento pubblicato sul Sole 24 Ore sui temi della politica industriale italiana ed europea.


“Bisogna riformulare con urgenza – ha aggiunto – la proposta di legislazione europea sui farmaci sviluppata dalla precedente Commissione, rafforzando ed allungando la copertura brevettuale, anziché accorciarla, per essere attrattivi e competitivi come Usa e Cina. Non mi dilungo nell’elenco dei provvedimenti da prendere; la lista è lunga ma anche quasi universalmente conosciuta. Il messaggio che deve arrivare dalla Politica adesso è che dobbiamo muoverci, non c’è più tempo da perdere: se il ‘deserto’ avanza dobbiamo fermarlo piantando nuovi ‘alberi’, ridando direzione di marcia e fiducia ai nostri imprenditori e ai nostri cittadini. Costruendo il futuro dell’industria costruiremo il benessere dell’Italia”, ha concluso Tajani.

Auto, Tajani: Ue riveda il bando dal 2035 per motori a combustione

Auto, Tajani: Ue riveda il bando dal 2035 per motori a combustioneRoma, 25 gen. (askanews) – “Chiediamo alla Ue di lavorare a misure volte a mantenere la competitività dell’industria automobilistica europea, in particolare misure per evitare possibili sanzioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi di emissione del 2025. E di rivedere il bando per i motori a combustione del 2035, seguendo l’approccio della neutralità tecnologica”. Lo ha scritto il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, in un intervento pubblicato sul Sole 24 Ore sui temi della politica industriale italiana ed europea.


“Bisogna riformulare con urgenza – ha aggiunto – la proposta di legislazione europea sui farmaci sviluppata dalla precedente Commissione, rafforzando ed allungando la copertura brevettuale, anziché accorciarla, per essere attrattivi e competitivi come Usa e Cina. Non mi dilungo nell’elenco dei provvedimenti da prendere; la lista è lunga ma anche quasi universalmente conosciuta. Il messaggio che deve arrivare dalla Politica adesso è che dobbiamo muoverci, non c’è più tempo da perdere: se il ‘deserto’ avanza dobbiamo fermarlo piantando nuovi ‘alberi’, ridando direzione di marcia e fiducia ai nostri imprenditori e ai nostri cittadini. Costruendo il futuro dell’industria costruiremo il benessere dell’Italia”, ha concluso Tajani.

BlackRock, Fink: troppo pessimismo in Europa, è ora di investirci

BlackRock, Fink: troppo pessimismo in Europa, è ora di investirciRoma, 24 gen. (askanews) – “C’è troppo pessimismo in Europa. E lo dice qualcuno che è stato pessimista sull’Europa per 10 anni”. Anzi “ritengo che forse sia arrivato il momento di investire di nuovo in Europa. Vedo tanti problemi, ma penso che il pessimismo sia troppo alto”. Parola di Laurence (Larry) Douglas Fink, numero uno del gigante degli investimenti BlackRock durante un dibattito al durante un dibattito al World Economic Forum, a Davos, in Svizzera.


“Per gli Usa – ha proseguito – penso che la prospettiva sia la continuazione della sue forza. Qualunque impresa, grande o piccola, può trovare capitali e questa queste fondamenta le conferiscono una abilità, per la forza dei suoi mercati dei capitali, di ricostruirsi e cambiare direzione, e modificarsi più velocemente di qualunque altra economia nel mondo. Trump è capace di sbloccare capitali con meno regolamentazione e questo consente agli Usa di essere meno vincolati dai suoi problemi di bilancio. Non c’è troppo ottimismo negli Usa – ha concluso – e forse ce n’è troppo poco qui in Europa”. (fonte immagine: World Economic Forum).

Lagarde: “Forte fiducia che inflazione stia andando verso il basso”

Lagarde: “Forte fiducia che inflazione stia andando verso il basso”Roma, 24 gen. (askanews) – Nell’area euro i dati preliminari più recenti sull’inflazione l’hanno indicata al 2,4% “e ci sta una forte fiducia che sia andando verso il basso piuttosto che verso l’alto”. Lo ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde, durante un dibattito al World Economic Forum, a Davos, in Svizzera, ricordando tuttavia che parlava nel “periodo di quiete”, la settimana che precedente il Consiglio direttivo sui tassi, in cui gli esponenti della Bce si astengono dal rilasciare commenti sulla politica monetaria.

Mps punta Mediobanca, Ops da 13,3 miliardi per un terzo grande gruppo bancario

Mps punta Mediobanca, Ops da 13,3 miliardi per un terzo grande gruppo bancarioMilano, 24 gen. (askanews) – Mps punta piazzetta Cuccia: Siena annuncia un’offerta pubblica di scambio, carta contro carta, e offre ai soci di Mediobanca 2,3 azioni per ogni quota portata in adesione. Prezzo implicito di 15,992 euro per azione, con un premio pari al 5,03% rispetto ai valori di chiusura della Borsa di giovedì. Totale dell’operazione: 13,3 miliardi di euro, da chiudere entro il terzo trimestre del 2025. Una mossa a sorpresa e non concordata che Mediobanca, guidata dal Ceo Alberto Nagel, si avvia a bollare come “ostile”.


L’amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio, ha spiegato che “con questa operazione di natura industriale vogliamo segnare un nuovo approccio nel percorso di consolidamento del settore bancario che in maniera innovativa crea valore da subito sia per gli azionisti di Mps che di Mediobanca, e ritengo anche per l’intero sistema Paese. Puntiamo a un nuovo campione nazionale, con due brand di eccellenza, che vogliamo proteggere e ancor più valorizzare”. L’offerta è condizionata al consenso del 66,67% del capitale di Mediobanca e se dovesse andare a buon fine Piazzetta Cuccia dirà addio alla Borsa: l’obiettivo di Siena è il delisting di Mediobanca per “favorire” integrazione, sinergia e crescita delle due banche, dettaglia Mps nei documenti al mercato.


L’attenzione è quindi tutta sui soci di Mediobanca, che a tratti si intrecciano con gli stessi di Mps. A guidare la brigata di azionisti di piazzetta Cuccia è Delfin, la holding lussemburghese degli eredi Del Vecchio, che detiene il 19,81% del capitale della banca fondata da Enrico Cuccia. A seguire c’è Francesco Gaetano Caltagirone che possiede il 7,76%, Blackrock al 4,23% e Banca Mediolanum al 3,49%. Delfin e Caltagirone sono anche soci forti di Siena, i primi tra i privati dopo il Mef che detiene ancora l’11,7% delle azioni (il lock up del Tesoro scade il 13 febbraio). I Del Vecchio hanno il 9,7% di Rocca Salimbeni e Caltagirone il 5%: facile credere che siano favorevoli all’operazione, con oltre il 27% dell’azionariato di Mediobanca che sarebbe quindi pronto ad aderire all’Ops. Gli azionisti più piccoli di Mediobanca sono legati nel patto di consultazione, guidato da Mediolanum, che tiene insieme l’11,4% del capitale e che è stato aggiornato a ottobre ed è valido fino al 2027. Tra loro la famiglia Monge all’1,1%, gruppo Gavio allo 0,82% e gruppo Ferrero allo 0,69%. Quanto al primo azionista di Mps, Lovaglio ha spiegato nella call con gli analisti, che a dicembre 2022 aveva già presentato al ministro dell’Economia l’ipotesi dell’operazione con Mediobanca e che il ministero stesso “non ha posto nessun limite all’operazione”.


Questa operazione, per Mps, “presenta benefici chiari e tangibili per tutti gli stakeholder”. Per gli azionisti, si legge nei documenti, si prevede “elevata creazione di valore grazie ad una maggiore redditività, con un dividend pay-out fino al 100% dell’utile netto, mantenendo al contempo una forte solidità patrimoniale”, con l’utilizzo dei 2,9 miliardi di Dta di Mps nei prossimi sei anni e la generazione di sinergie industriali per 700 milioni all’anno. I clienti avranno “accesso ad una value proposition di eccellenza, con un’offerta più ampia e attraente di prodotti, soluzioni su misura e servizi per famiglie e imprese”, mentre i dipendenti avranno “opportunità di crescita professionale” in un’operazione che prevede “limitati impatti occupazionali”. Secondo il management di Mps a poter ottenere benefici è anche l’”economia italiana”, grazie al “forte valore per il sistema Paese contribuendo a incrementarne la competitività”. Lovaglio, parlando in conference call, ha poi voluto chiarire “fin da ora” che l’eventuale buon esito dell’operazione non comporterà l’addio a nessun marchio, con entrambe le banche che sono nomi storici della finanza italiana: “Continueremo a nutrire i marchi Mps e Mediobanca, mantenendo le loro competenze e posizionamento unici, due marchi forti che lavoreranno assieme. Questo – ha chiosato il top manager – ci permetterà di sfruttare appieno tutto il loro potenziale”.

Eurozona, a gennaio manifatturiero risale, possibile “effetto Trump”

Eurozona, a gennaio manifatturiero risale, possibile “effetto Trump”Roma, 24 gen. (askanews) – Migliora a inizio anno la situazione per le imprese nell’area euro, con una risalita delle indagini apparentemente collegata a un “effetto Trump” che si trasmette anche al Vecchio Continente. L’indice Pmi composito per l’insieme delle aziende è risalito a 50,2 punti, riporta S&P Global con un comunicato, sui massimi da 5 mesi dopo 49,6 punti a dicembre.


A migliorare, in particolare, è il manifatturiero, sospinto dal recupero di fiducia delle imprese in Germania, con l’indice Pmi sulla produzione risalito a 46,8 punti, da 44,3 punti di dicembre. Su queste indagini i 50 punti sono la soglia di neutralità: al di sopra è crescita, al di sotto è contrazione dell’attività. L’indice Pmi per le attività del terziario dell’area euro è marginalmente risalito a 51,4 punti, da 51,6 a dicembre.


S&P rileva tuttavia che il tasso di espansione generale resta solo marginale a causa della debole domanda. I segnali di miglioramento dell’attività hanno portato l’occupazione ad un livello vicino alla stabilizzazione. Meno incoraggianti i segnali sui costi: sono fortemente aumentati, prosegue la società con un comunicato, con un tasso di inflazione che ha toccato il valore più alto in 21 mesi. A loro volta, anche le aziende hanno incrementato i prezzi di vendita ad un tasso maggiore. Secondo Cyrus de la Rubia, capo economista della Hamburg Commercial Bank “la Germania ha esercitato un ruolo importante nel miglioramento dell’economia dell’eurozona, con l’indice composito che è tornato in territorio di crescita. Al contrario, l’economia francese è rimasta in contrazione”.


“Il settore manifatturiero è ancora in recessione, ma il ritmo del declino si è leggermente attenuato. Il settore continua a perdere rapidamente personale e anche i nuovi ordini sono in calo. D’altro canto, prevedendo una produzione più elevata tra un anno, le aziende sono molto più ottimiste riguardo al futuro. Questo potrebbe essere un effetto Trump inaspettato – osserva in un comunicato – o dovuto all’idea che il fondo sia stato raggiunto dopo una recessione di quasi due anni”. Invece “in vista della riunione della Bce della prossima settimana, le notizie sul fronte dei prezzi non sono incoraggianti. L’inflazione dei costi nel settore dei servizi ha indicato un rialzo, con la presidente della Bce Christine Lagarde – ricorda – che ha già dichiarato di monitorare la situazione attentamente. I prezzi di vendita nel settore sono aumentati a un ritmo simile a quello del mese scorso. È preoccupante l’incremento dei prezzi di acquisto affrontati dal settore manifatturiero, che pone fine a quattro mesi di costi stabili o in calo”.

Mps tenta la scalata a Mediobanca: lancia offerta di scambio da 13,3 mld

Mps tenta la scalata a Mediobanca: lancia offerta di scambio da 13,3 mldMilano, 24 gen. (askanews) – Monte dei Paschi di Siena ha deciso di promuovere un’offerta pubblica di scambio totalitaria volontaria avente a oggetto la totalità delle azioni ordinarie di Mediobanca. L’Ops valuta Piazzetta Cuccia 13,3 miliardi di euro e offre un premio del 5,03% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni Mediobanca rilevato alla chiusura di Borsa di giovedì (15,227).


L’offerta avrà a oggetto un massimo di 833.279.689 azioni ordinarie, rappresentanti il 100% del capitale sociale e delle azioni ordinarie (incluse le azioni proprie detenute). Per ciascuna azione Mediobanca portata in adesione all’offerta, Mps offrirà un corrispettivo unitario pari a 2,3 azioni ordinarie dell’offerente di nuova emissione. Pertanto, per ogni 10 azioni Mediobanca portate in adesione saranno corrisposte 23 azioni ordinarie dell’offerente di nuova emissione. Sulla base del prezzo ufficiale delle azioni di Mps rilevato alla chiusura del 23 gennaio (giovedì) pari a 6,9531 euro, il corrispettivo esprime una valorizzazione pari a 15,992 euro per ciascuna azione Mediobanca e, pertanto, incorpora un premio pari al 5,03% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni Mediobanca rilevato alla chiusura di Borsa del 23 gennaio (15,227).

Carburanti, Commissione Senato: riallineare accise benzina-gasolio

Carburanti, Commissione Senato: riallineare accise benzina-gasolioRoma, 23 gen. (askanews) – Riallineare le accise tra benzina e gasolio nella misura di 1-2 centesimi ed utilizzare il ricavato per il trasporto pubblico locale. E’ quanto si legge nel parere dalla Commissione Finanze del Senato al dlgs accise.


Il parere della Commissione è favorevole con la condizione di “definire un tendenziale riavvicinamento, in un congruo arco di tempo e nella misura compresa tra l e 2 centesimi di euro, delle aliquote dell’accisa applicate al gasolio e alla benzina in modo da tener conto dell’impatto ambientale ed economico di ciascun prodotto, destinando le risorse al trasporto pubblico locale”. La condizione prosegue stabilendo che “alle anzidette misure dovrà essere data attuazione, valutato il contesto di riferimento, con apposito decreto interministeriale”.

Calcio, Deloitte: Real supera 1 mld ricavi, Milan 13esimo primo italiano

Calcio, Deloitte: Real supera 1 mld ricavi, Milan 13esimo primo italianoMilano, 23 gen. (askanews) – I primi 20 club di calcio per fatturato a livello mondiale hanno realizzato complessivamente la cifra record di 11,2 miliardi di euro nella stagione 2023/24, in crescita del 6% rispetto alla precedente stagione. Lo sottolinea la 28esima edizione della Football Money League, pubblicata da Deloitte Sports Business Group. Il Real Madrid è diventata la prima società a superare il miliardo di euro di entrate in una sola stagione, assicurandosi la vetta della classifica. Seguono Manchester City (838 mln), Paris Saint-Germain (806 mln), Manchester United (771 mln) e Bayern Monaco (765 mln).


Il Milan, prima squadra italiana per fatturato (397,6 mln), occupa la 13esima posizione, in linea con lo scorso anno. Anche l’Inter, che ha registrato 391 milioni di fatturato, rimane stabile al 14esimo posto della top 20, mentre la Juventus (355,7 mln) è scesa dall’11esimo al 16esimo posto, soprattutto a causa della mancata partecipazione alle coppe europee nel 2023/24. I ricavi commerciali dei top 20 club al mondo hanno raggiunto un nuovo record a 4,9 miliardi e rappresentano la quota maggiore di fatturato per il secondo anno di fila. L’aumento del 10% rispetto all’anno precedente è stato in gran parte determinato da un aumento degli eventi dal vivo di natura non calcistica, da un miglioramento delle vendite al dettaglio e da un aumento degli introiti da sponsorizzazione.


I ricavi da matchday sono cresciuti dell’11%, confermandosi ancora una volta il flusso di entrate a maggiore crescita per i club grazie a un aumento della capacità degli stadi, ai prezzi dei biglietti e alle offerte premium per le partite. I ricavi da matchday hanno superato i 2 miliardi per la prima volta in assoluto, assorbendo il 18% dei ricavi totali, ossia la quota più alta dal 2014/15 (19%). Non si registra invece un incremento degli introiti televisivi (4,3 mld) in quanto tutti i principali campionati hanno mantenuto gli stessi cicli di broadcast della stagione precedente. I cinque grandi campionati (Italia, Spagna, Inghilterra, Francia, Germania) vivono un periodo caratterizzato da ricavi radiotelevisivi relativamente stabili grazie a contratti nazionali di diritti TV a lungo termine, che dureranno almeno fino al 2027.

Wto, Okonjo: Dazi? “Catastrofe se finiamo all’occhio per occhio”

Wto, Okonjo: Dazi? “Catastrofe se finiamo all’occhio per occhio”Roma, 23 gen. (askanews) – Se l’imposizione di dazi commerciali innescasse una corsa “all’occhio per occhio” nel commercio internazionale “sarebbe una catastrofe che tutti pagherebbero caro”, a cominciare dai paesi poveri. Lo ha affermato la direttrice dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), Ngozi Okonjo-Iweala, durante un dibattito sui dazi commerciali – minacciati dalla nuova amministrazione Usa di Donald Trump – durante un dibattito al World Economic Forum, a Davos, in Svizzera.


“Abbiamo visto questo film negli anni 30 e ha peggiorato la grande depressione. Poi il mondo ha capito che non era la strada da percorrere. Bisogna evitare le profezie che si auto realizzano. Perché se si va all’occhio per occhio le opinioni pubbliche cominceranno a dire ai loro politici: ‘sei l’unico che faccia la cosa giusta mentre tutti fanno quella sbagliata, perché non ti metti pure tu a fare quella sbagliata? E lì avremo le profezie che si auto realizzeranno. Sarebbe catastrofico – ha detto – e tutti pagherebbero. E i paesi poveri pagherebbero di più”. E secondo l’economista Nigeriana, quand’anche invece di una guerra commerciale a tutto campo ci si limitasse “a dividerci in blocchi” si richierebbero comunque danni per migliaia di miliardi di dollari. “Per questo dico che possiamo usare la metodologia del Wto” per cercare di intervenire sulle dispute commerciali. “Se pensi di essere danneggiato puoi lanciare una serie di indagini e mostrarlo. E puoi richiedere consultazioni con le economie che ritieni che ti danneggino. Sono incoraggiata dalle indagini avviate da Trump – ha detto – non dico che non ne risulterà qualcosa che non ci piacerà, ma almeno si parte con un processo formale”.