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Auto, per ForumAutomotive Di Risio (Dr) personaggio dell’anno

Auto, per ForumAutomotive Di Risio (Dr) personaggio dell’annoRoma, 16 mar. (askanews) – È Massimo Di Risio, fondatore e presidente del Gruppo DR Automobiles, il “Personaggio dell’anno 2023 per FORUMAutoMotive”. Il riconoscimento, annunciato oggi e che sarà consegnato nel corso del prossimo appuntamento del 21 marzo a Milano, viene assegnato dal Movimento di opinione sui temi della mobilità e del settore automotive alla personalità che nel corso dell’anno precedente si è distinta nel portare avanti, in concreto e non con semplici enunciazioni, iniziative tangibili a beneficio della mobilità nel suo complesso con possibili ricadute positive sul Sistema Italia. “Imprenditore ed ex pilota, si legge nella motivazione, ha realizzato a Macchia d’Isernia (Molise) un polo industriale dell’auto con la creazione di centinaia di posti di lavoro. Sua la formula che consente di produrre vetture di qualità, in linea con il mercato e a prezzi accessibili. Un esempio vincente di coraggio, intraprendenza e lungimiranza”. Di Risio, 62 anni, rappresenta un vero “miracolo” italiano in un momento di grande incertezza del settore. Non soltanto per i risultati che nel 2022 lo hanno visto crescere nel nostro Paese del 192,76%, passando da 8.362 auto immatricolate nel 2021 alle 24.481 dello scorso anno, raggiungendo una quota mercato dell’1,86% e un fatturato di 448 milioni, ma soprattutto per come vi è riuscito.

Nasce un marketplace ttaliano con il cashback al 50%: Extraconomy

Nasce un marketplace ttaliano con il cashback al 50%: ExtraconomyMilano, 16 mar. (askanews) – Un marketplace per privati ed ecommerce in cui si può pagare attraverso la moneta tradizionale, ma anche con un sistema di cashback al 50% in crediti. Questa l’idea alla base del nuovo marketplace Extraconomy ideato dall’imprenditore romano Andrea Sabbatini, co-fondatore della startup, che proprio in questi giorni sta approdando sul panorama digitale, avvalendosi di un team di venti giovani professionisti.
Nel marketplace di Extraconomy è possibile pagare con la moneta tradizionale, gli euro, ma è anche possibile usufruire di un sistema di cashback al 50%. E cioè: comprando un bene o un servizio, la metà del valore di quanto acquistato sarà restituito in Extracoin, una moneta complementare interna. Questi crediti saranno poi spendibili all’interno dello shop Extraconomy, nonché convertibili attraverso un programma fedeltà. A queste due opzioni se ne aggiungerà presto una terza, la cripto-moneta EXC, già in fase di crowfunding, che faciliterà in futuro sia le attività sulla piattaforma che la diffusione di questa nuova forma di pagamento.
Su Extraconomy, spiegano i promotori del progetto, è possibile trovare veicoli usati e corsi di formazione online, capi di abbigliamento, utensili per l’arredo ed articoli per l’infanzia, device elettronici, sono solo alcuni tra i prodotti e servizi in vendita sullo shop di Extraconomy, dove l’utente può scegliere se essere venditore o acquirente dei beni messi a disposizione sulla vetrina digitale per sfruttare la complementarietà del credito Extracoin che crescerà in base alle interazioni tra utenti sulla piattaforma stessa, aumentandone perciò, progressivamente, il potere economico. Usufruendo della vetrina di un marketplace già esistente, inoltre, si abbatteranno i costi relativi all’apertura e al mantenimento di un proprio e-shop, traendo vantaggio dalla rete della community che amplia le possibilità di business.
Il team di Extraconomy dichiara poi di essere particolarmente attento alle tematiche green: “La scelta di questa forma di marketplace – ha aggiunto Sabbatini – rappresenta, infatti, un’alternativa sostenibile allo shopping tradizionale, poiché incentivando il riutilizzo e il mercato del second-hand si contribuisce alla riduzione dei consumi e delle produzioni, dando una seconda vita agli oggetti. Inoltre l’ecosistema Extraconomy potrebbe spingere i commercianti a smobilizzare le merci ferme in magazzino vendendole on-line. Si tratta di un impatto importante sull’ecologia e sullo smaltimento dei rifiuti: sappiamo, per fare un esempio, che l’industria della moda è seconda solo a quella del petrolio per produzione di scarti, una quantità che oscilla tra le 4 e le 5 miliardi di tonnellate di Co2 ogni anno. Dando un’ulteriore possibilità agli abiti usati ne guadagna sia l’utente, in termini di risparmio economico, che l’ambiente, in fatto di risparmio energetico e industriale”.
La peculiarità della piattaforma risiede anche nel vantaggio di poter ottenere un credito che aumenta ad ogni azione di vendita e diventa utile per le successive operazioni tra utenti: “ogni volta che l’utente coinvolgerà direttamente un nuovo soggetto, o attraverso una vendita o per geolocalizzazione, diventerà in prima persona stakeholder di un progetto di economia partecipata e circolare. Ciò gli permetterà di diversificare i guadagni e incrementare i profitti, e quindi anche i crediti, da una qualsiasi compravendita operata da utenti terzi agganciati al proprio account o facenti parte del proprio circolo economico”. Extraconomy, oltre ad essere navigabile da qualsiasi device, può contare anche su un’app dedicata per il sistema Android e iOS.

Gattinoni Group, nel 2022 dal turismo 210,5 milioni volume affari

Gattinoni Group, nel 2022 dal turismo 210,5 milioni volume affariMilano, 16 mar. (askanews) – Gattinoni Group ha archivia il 2022 della divisione turismo con risultati che parlano di un volume d’affari pari a 210,518 milioni di euro (162,518 realizzati dalle 120 agenzie di proprietà e 48 milioni dal prodotto interno del Gruppo). Il valore generato dai contratti commerciali ha raggiunto invece 560 milioni di euro.
“Innovare ed investire sul futuro – ha commentato Sergio Testi, direttore generale – è sempre stata una caratteristica del nostro Gruppo, e averlo fatto nel periodo del Covid ci ha permesso di poter affrontare il prossimo triennio con del potenziale decisamente più alto rispetto al 2019. Durante il periodo della pandemia abbiamo investito molto in tecnologia, nella convinzione che avremmo dovuto essere pronti alla ripresa del mercato. Nel frattempo abbiamo analizzato i cambiamenti che stavano avvenendo, ci siamo prefissi di cogliere la trasformazione della domanda e di anticiparla. L’obiettivo era dotare le agenzie di tutta la tecnologia necessaria per seguire il cliente, che stava modificando esigenze e comportamenti. Non appena ci sono state le condizioni di ripartenza delle prenotazioni, la nostra divisione travel, le nostre agenzie affiliate e ovviamente quelle di proprietà hanno beneficiato, seppur in un contesto non facile, di strumenti e servizi idonei a rispondere alle complesse richieste del mercato riuscendo in tempi brevissimi a raccogliere importanti risultati”.
Gli obiettivi per il 2023 puntano a raggiungere un fatturato di divisione di 304 milioni di euro, con una crescita superiore al 40%. All’interno di questo dato, per le agenzie la stima è di 219,457 milioni di euro, mentre l’obiettivo di prodotto è di 73 milioni di euro. Il valore dei contratti commerciali per l’anno 2023 mira ad arrivare a 678 milioni di euro.
“Per il 2023 – ha concluso Testa – ci siamo dati obiettivi molto importanti perché il mercato è in piena ripresa; le basi per superare ampiamente i volumi del 2019 ci sono tutte. Abbiamo in piano numerose strategie diversificate, che vanno da una maggiore integrazione dei servizi e della formazione che offriamo alle agenzie affinché possano affermarsi e conquistare sempre maggiori clienti sui mercati dove operano, all’ampliamento dell’offerta di prodotto. Siamo molto soddisfatti dei nostri partner, in particolare tour operator e crocieristi, e abbiamo scelto di ampliare e diversificare la nostra offerta per andare incontro alle esigenze delle agenzie, che hanno un portafoglio clienti sempre più vario e con molteplici esigenze di vacanza”.

Gdo, Mediobanca: inflazione spinge vendite 2022 (+6,7%) ma calano margini

Gdo, Mediobanca: inflazione spinge vendite 2022 (+6,7%) ma calano margini

Discount e mdd antidoto al caro prezzi. Distribuzione organizzata dinamica

Milano, 16 mar. (askanews) – L’inflazione spinge nel 2022 le vendite nella grande distribuzione italiana ma si registra una erosione dei margini. In questo quadro segnato dal caro prezzi il discount e la marca privata del distributore diventano la via d’uscita per il consumatore. E’ questa la prima fotografia che emerge leggendo la nuova edizione dell’Osservatorio sulla Gdo italiana e internazionale e a prevalenza alimentare dell’Area studi Mediobanca. L’osservatorio aggrega i dati economici e finanziari di 130 aziende nazionali e 31 maggiori player internazionali per il periodo 2017-2021; per l’Italia la copertura è stimata pari al 97,6% del mercato.
I dati preliminari dei grandi retailer internazionali quotati indicano vendite nel 2022 in aumento del 7,8% ma con un calo dei margini industriali del 6,2%. Per la Gdo italiana è attesa invece una crescita delle vendite nel 2022 del 6,7% con l’Ebit margin in calo all’1,4% dal 2,4% del 2021, si legge nella nota. L’inflazione minaccia la tenuta della domanda, in calo del 6% a gennaio 2023, erodendo il potere di acquisto dei consumatori nonostante per il 2023 si preveda un ulteriore incremento delle vendite del 2,8%.
La ricerca di maggiori opportunità di risparmio da parte dei consumatori spinge, in particolare, i prodotti a marchio del distributore (Mdd) che raggiungono nel 2022 vendite pari a 12,8 miliardi (+9,4% sul 2021) e il canale dei discount proiettati oltre il 22% del mercato (17,4% nel 2017). In calo la pressione promozionale, dal 28,3% del 2019 al 22,4% di settembre 2022 quale primo argine di difesa della Gdo all’incertezza sui costi e ai problemi di approvvigionamento. Prosegue la crescita del canale on-line (+10,5% sul 2021) ma comunque fermo intorno al 3% del fatturato complessivo.
La concentrazione del mercato italiano è stabile: la market share dei primi cinque retailer è pari al 57,1%, restando al di sopra di quella della Spagna (49,8%), ma lontana da Paesi Bassi (80,1%) Francia (78,4%), Gran Bretagna (75,4%) e Germania (75%). L’osservatorio, tuttavia, segnala un forte dinamismo nella Distribuzione organizzata: il relativo peso è passato dal 33,3% del 2017 al 37,9% nel 2021. Nel periodo 2018-2021, 14 operatori indipendenti sono entrati nel perimetro della Distribuzione organizzata, altri cinque si sono spostati all’interno del segmento. VéGé è l’operatore che ha attratto il maggior numero di nuovi associati (nove), D.IT ha associato tre società, due nuovi ingressi per Selex e Crai e uno ciascuno per C3, Agorà e Despar.

Inflazione, Istat ritocca stime: a febbraio in calo al 9,1%

Inflazione, Istat ritocca stime: a febbraio in calo al 9,1%Roma, 16 mar. (askanews) – Nel mese di febbraio, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività registri un aumento dello 0,2% su base mensile e del 9,1% su base annua, da +10% nel mese precedente; la stima preliminare era +9,2%. Lo ha reso noto l’Istat.
La flessione – ha spiegato l’Istat – è frutto dell’attenuazione delle tensioni sui prezzi dei Beni Energetici, sia della componente regolamentata sia di quella non regolamentata.
Tuttavia, si mantengono le spinte al rialzo dei prezzi nel comparto dei Beni alimentari, lavorati e non, dei Tabacchi e dei Servizi, quasi tutti in accelerazione tendenziale. Come conseguenza di tali andamenti, si accentua la crescita su base annua della componente di fondo (+6,3%) e quella del cosiddetto “carrello della spesa”, che risale a +12,7%, dopo il rallentamento osservato a gennaio.
L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,4% per l’indice generale e a +3,7% per la componente di fondo.
Mlp

Superbonus, Cande: 70mila aziende stanno per fallire, 2 mln dipendenti a rischio

Superbonus, Cande: 70mila aziende stanno per fallire, 2 mln dipendenti a rischioRoma, 16 mar. (askanews) – “Siamo sull’orlo del fallimento”. Lo slogan, scandito a più riprese dagli associati di CANDE, la Class Action Nazionale dell’Edilizia, nel corso della manifestazione tenutasi davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanze, evidenzia lo stato comatoso in cui versano migliaia di imprese che si sono fidate dello Stato e ora rischiano di chiudere i battenti: “Sono 70mila le aziende che stanno per essere liquidate -afferma Igor Di Iulio, membro del direttivo e coordinatore del Lazio- a fronte di milioni e milioni di euro che vantano per i crediti derivanti in particolare dal Superbonus 110%. Il decreto 11 del 2023, il decreto Crediti, ha messo definitivamente la parola fine alla possibilità per il nostro settore di essere traino per il Pil nazionale”.
Qual è dunque la richiesta di CANDE? “Noi -continua Igor Di Iulio – vogliamo che vengano sbloccati i crediti e che ci sia chiarezza per ciò che sono i nostri soldi, perché in realtà quei crediti rappresentano il denaro che abbiamo investito nella ristrutturazione di appartamenti di altre persone. Vogliamo inoltre che venga prorogata la data del 31 Marzo per ultimare i lavori delle unità unifamiliari, perché non si potranno finire e i cittadini che hanno creduto in una legge dello Stato si troveranno oltre ad avere casa sfasciata -casa sostanzialmente ridotta un cantiere- a vedersi recapitata una cartella esattoriale per il doppio dei lavori fino adesso asseverati, con le conseguenze del caso”.
Se, ad esempio, si è avviato un lavoro di efficientamento energetico da 100mila euro, con lo Stato di avanzamento pari al 60%, quindi 60mila, l’Agenzia delle Entrate, qualora non si dovesse completare l’opera e effettuare il salto di due classi, chiederà all’ignaro cittadino il doppio dei 60mila euro. “Senza dimenticare -ricorda Igor Di Iulio – che molte famiglie hanno deciso di farsi demolire la casa per effettuare interventi anti-sismici perché fare in questo modo conveniva di più in termini economici. Il risultato è che quei nuclei non hanno più la propria abitazione. perché non si hanno i soldi per tirarla su, e devono pure pagare cartelle esattoriali salatissime. Oltre il danno, la beffa e questo sinceramente non lo si può accettare. Anche perché se non si paga il rischio pignoramento è dietro l’angolo”.
Milioni e milioni di euro incagliati e la spaventosa possibilità che molte imprese debbano procedere a licenziare i propri operai: “Solo la mia azienda -afferma Di Iulio – vanta quattro milioni di euro, di cui due milioni e mezzo nel cassetto fiscale e il resto da fatturare. Cosa che non faccio perché poi sarei costretto a pagare l’Iva. Una follia che si ripercuote anche sulla forza lavoro. A gennaio, 26 miei dipendenti si sono licenziati per giustificato motivo perché non li pagavo da ottobre e adesso sono in Naspi. Ma non sono l’unico caso. Questa è la condizione in cui versano, come dicevo, almeno 70mila imprese. Basta fare due calcoli per capire che qui sono a rischio almeno due milioni di posti di lavoro. Una cifra pazzesca che non può non determinare problemi di carattere sociale”.
Condomini a rischio pignoramento, aziende sull’orlo del fallimento, lavoratori mandati a casa. Il blocco dei crediti sta creando un disastro economico. Ma non è solo quello a indignare chi lavora nel mondo edile: “Non vogliamo -conclude l’imprenditore- essere trattati come delinquenti. Non lo meritiamo. Si parla di aumento dei prezzi fittizio, di lavori non eseguiti, di truffe. Sono tutte sciocchezze che poi sono smentite dai fatti. Proprio in questi giorni, il Mef ha diramato un comunicato in cui si dice che, l’anno scorso, sono stati pagati 50 miliardi di euro di tasse in più. Oltretutto, vi è stato un abbattimento del debito pubblico pari al 5% e tutto questo grazie al Superbonus e alla possibilità di pagare con crediti fiscali. A chi conviene interrompere questo ciclo virtuoso?”.

Volkswagen ID.2all, svelato il concept della compatta elettrica

Volkswagen ID.2all, svelato il concept della compatta elettricaMilano, 15 mar. (askanews) – Sarà accessibile come una Polo, con un costo inferiore ai 25mila euro, ma “speciale” come una Golf. E’ la nuova compatta elettrica di Volkswagen, il concept ID.2all svelato in anteprima mondiale. Secondo Volkswagen sarà la vettura che renderà la mobilità elettrica accessibile a tutti, una “macchina per il popolo”. La versione definitiva per i mercati europei sarà presentata nel 2025 e sarà commercializzata insieme ad altri 9 nuovi modelli elettrici entro il 2026. Volkswagen ha anche annunciato che sta lavorando a un’altra vettura elettrica con un prezzo inferiore ai 20mila euro per avere la più ampia gamma di auto elettriche rispetto ai competitor e raggiungere una quota di mercato Bev in Europa dell’80% rispetto al 70% indicato in precedenza.
ID.2all è progettata seguendo tre caratteristiche proprie della filosofia del brand: affidabilità, accessibilità e qualità. Costruita sulla piattaforma Meb, è lunga circa 4 metri e avrà tecnologie, software e Adas, con guida autonomia di livello 2+, che si trovano su vetture di livello superiore, come ID.7 e ID.Buzz. La trazione è anteriore, la potenza è di 226 CV (166 kW) mentre l’autonomia sarà di circa 450 km, grazie a batterie di nuova generazione, come il software che permetterà di ricaricare dal 10 all’80% in circa 20 minuti. La velocità massima è di 160 km/h, mentre per lo 0-100 occorrono meno di 7 secondi. In futuro è prevista una versione Gtx più performante come per le altre ID.

Governo, sindacati: mobilitazione unitaria per cambiare la rotta

Governo, sindacati: mobilitazione unitaria per cambiare la rotta

Landini lancia proposta. Sbarra e Bombardieri: vediamoci subito

Roma, 15 mar. (askanews) – Prove di unità sindacale al XIX congresso della Cgil, che si è aperto questo pomeriggio al palacongressi di Rimini dal titolo “Il lavoro crea il futuro”. E proprio le scelte sul futuro del Paese illustrate ai sindacati dal premier Giorgia Meloni, attesa venerdì dalla platea congressuale, mettono d’accordo le tre confederazioni sulla necessità di una mobilitazione unitaria per cambiare la rotta.
Nella relazione introduttiva il leader della Cgil, Maurizio Landini, si è rivolto ai segretari generali di Cisl e Uil, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, per mettere in campo iniziative di lotta: “E’ il momento di mobilitarci. Facciamolo insieme. Organizziamo già nei prossimi giorni una campagna straordinaria di assemblee nei luoghi di lavoro e sul territorio aperte a tutti i lavoratori, ai pensionati, ai giovani, ai cittadini, alle associazioni per discutere e sostenere le nostre proposte su fisco, sanità, previdenza, salario e rinnovo dei contratti, politiche industriali e ambientali, superamento della precarietà”.
Dal palco della Cgil la risposta di Sbarra non si è fatta attendere: “Se il Governo mette alla prova la capacità di mobilitazione del sindacato, stia pur certo che non ci tireremo indietro. Siamo pronti a valutare con voi quali iniziative di lotta mettere in campo a sostengo delle nostre ragioni. Vediamoci subito per definire le modalità, l’intensità e i tempi da dare per una fase di lotta e mobilitazione”. Il numero uno della Cisl ha sottolineato che il dialogo con Palazzo Chigi “si va affievolendo. Ora basta. Caro Maurizio, caro Pierpaolo: incontriamoci. Siamo pronti a valutare insieme iniziative di lotta comuni per dare risposte sul merito ai tanti dossier aperti e aprire uno spazio di confronto vero, strutturato, che attivi ogni energia sociale nella costruzione di un futuro migliore per tutti”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il leader della Uil: “Possiamo vederci già domenica. Maurizio, hai lanciato una proposta: è ora di mobilitarci. Ho sentito Gigi e con piacere ho registrato una disponibilità. Dico che la mobilitazione l’abbiamo cominciata da due mesi e siamo pronti a continuarla insieme se l’obiettivo è quello di cambiare le cose. Mi pare ci siano le condizioni per l’unità sindacale”.

Intesa Sp con Consorzio Parmigiano per pegno rotativo: plafond da 100 mln

Intesa Sp con Consorzio Parmigiano per pegno rotativo: plafond da 100 mlnMilano, 15 mar. (askanews) – Intesa Sanpaolo e il Consorzio del Parmigiano Reggiano hanno siglato un accordo per supportare l’accesso al credito delle aziende consorziate della filiera casearia attraverso il pegno rotativo su forme di Parmigiano Reggiano. Nell’occasione è stato stanziato un plafond da 100 milioni di euro da parte della banca per supportare le prime operazioni di finanziamento. L’accordo, spiega l’istituto, rientra tra le iniziative messe in atto a supporto degli investimenti legati al Pnrr.   Particolare attenzione è stata riservata ai finanziamenti garantiti da “pegno rotativo su forme di Parmigiano Reggiano”, garanzia che rende possibile smobilizzare il valore economico delle forme in stagionatura e soddisfare le esigenze finanziarie delle imprese associate al Consorzio. La modalità operativa scelta da Intesa Sanpaolo è la prima che prevede una diretta collaborazione con il Consorzio, che verificherà l’idoneità delle forme di Parmigiano Reggiano che verranno date in pegno dalle aziende consorziate, a garanzia delle linee di credito messe a disposizione dall’istituto di credito. Il Consorzio comprende 305 caseifici produttori presenti in cinque province di due regioni. Nel 2022 sono state prodotte oltre 4 milioni di forme di Parmigiano Reggiano.   “Per andare incontro alle esigenze dei produttori di Parmigiano Reggiano, il Consorzio ha aperto un tavolo di confronto con gli istituti di credito: siamo dunque molto orgogliosi del primo accordo raggiunto, quello con Intensa Sanpaolo, il maggiore gruppo bancario italiano – dichiara Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano – L’ultimo anno è stato caratterizzato dal caro energia, dall’incremento del costo delle materie prime e da un’inflazione crescente che riduce il potere d’acquisto delle famiglie. È diventato pertanto estremamente rilevante uno strumento come quello del pegno rotativo, che garantisce alle nostre aziende liquidità nei mesi in cui la nostra Dop matura sulle scalere”.   “Operazioni di valore come questa a fianco del Consorzio del Parmigiano Reggiano, oltre a essere motivo di orgoglio, sono alla base del ruolo di riferimento che la nostra banca è sempre più impegnata a svolgere per il mondo agroalimentare italiano. Grazie anche ad un plafond da 100 milioni di euro, l’ accordo mira ad agevolare l’accesso al credito per tutti i fornitori della filiera oltre che a rafforzare le aziende consorziate per la valorizzazione di un prodotto come il Parmigiano Reggiano dalla qualità ed eccellenza riconosciuta a livello internazionale – dichiara Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo – Attraverso il pegno rotativo, nel settore agroalimentare abbiamo erogato oltre 42 milioni di euro alle aziende del Paese per sostenerne i piani di sviluppo e la transizione green e digitale in linea con gli obiettivi del PNRR. Ambito che vede oltre 2.000 imprese dell’agroalimentare accedere ai vari bandi per il settore”.

Nuova bufera sulle Borse dopo crollo Credit Suisse, Milano -4,6%

Nuova bufera sulle Borse dopo crollo Credit Suisse, Milano -4,6%

Giornata di passione per le banche. Forti vendite anche sui petroliferi

Milano, 15 mar. (askanews) – Dopo il rimbalzo di ieri, le Borse europee sono tornate a crollare con le banche nuovamente nella bufera, questa volta affossate dalla vicenda Credit Suisse dopo l’annuncio del presidente della Saudi National Bank, maggiore azionista dell’istituto elvetico, che ha spiegato che in caso di ulteriori necessità non inietterà nuovi capitali. Milano, dove dominano i titoli bancari, è maglia nera, con il Ftse Mib che ha lasciato sul terreno il 4,61% scivolando a 25.562 punti. A Parigi il Cac40 ha perso il 3,58%, a Francoforte il Dax il 3,25%.
In attesa dalla riunione della Bce di domani, per cui è atteso un rialzo dei tassi di 50 punti base, le vendite sono tornate a colpire pesantemente il settore bancario, in un clima già di altissima tensione innescato nei giorni scorsi dal fallimento della Silicon Valley Bank e di altri istituti regionali americani. Protagonista, in negativo, è stata oggi Credit Suisse, che ha registrato un tonfo del 24%. Il titolo era già sotto pressione nelle ultime sedute dopo che la banca aveva ammesso di controlli interni inefficaci. Oggi il presidente della Banca nazionale saudita, che l’anno scorso ha acquistato una partecipazione del 10% nel secondo gruppo bancario svizzero, ha avvertito che non parteciperà a eventuali aumenti di capitale, motivando la scelta con la volontà di non superare la soglia del 10% per ragioni regolatorie e statutarie. A Piazza Affari, Unicredit ha perso il 9,06%, seguita da Fineco (-7,63%), Bper (-7,23%), Banco Bpm (-7,13%) e Intesa Sp (-6,85%).
Oltre alle banche, ad essere colpiti dalle vendite sono stati anche i titoli petroliferi, con il prezzo del greggio statunitense Wti sceso sotto i 70 dollari al barile per la prima volta dal dicembre 2021. A Milano, Saipem è crollata del 9,88%, Tenaris del 8,95%.