Gse, Vinicio Mosè Vigilante nominato Amministratore delegatoRoma, 10 mar. (askanews) – Il nuovo Consiglio di Amministrazione del Gestore dei Servizi Energetici – GSE S.p.A., società del ministero dell’Economia e delle Finanze che opera attraverso gli indirizzi strategici del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha conferito a Vinicio Mosè Vigilante l’incarico di Amministratore Delegato. Secondo quanto riporta un comunicato, Vigilante, avvocato, in Gse fin dalla nascita della società, ha maturato una significativa esperienza nel settore energetico, prima in Enel e poi in Grtn. È stato direttore della Direzione Affari Legali e Societari e direttore della Divisione Corporate Affairs e, negli ultimi quattro anni, ha ricoperto il ruolo di direttore del Dipartimento Affari Legali, Regolatori e Istituzionali del GSE. Nel CdA, che resterà in carica fino all’approvazione del bilancio dell’esercizio 2023, accanto al Presidente Paolo Arrigoni e all’Ad, siedono Caterina Belletti, Roberta Toffanin e Andrea Ripa di Meana. Il Presidente, l’Ad e i consiglieri, conclude la nota, ringraziano il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Onorevole Giancarlo Giorgetti, per la fiducia accordata.
Poste, accordo strategico con Dhl nella distribuzione dei pacchiRoma, 10 mar. (askanews) – Poste Italiane e Deutsche Post Dhl hanno siglato una partnership strategica nel mercato italiano e internazionale dei pacchi. L’accordo prevede che “Dhl eCommerce Solutions si occuperà della consegna dei pacchi di Poste italiane verso le destinazioni europee”. “Poste italiane e Dhl Express offriranno ai clienti italiani una più ampia scelta e flessibilità per le spedizioni internazionali veloci attraverso i loro network. Poste italiane consegnerà i pacchi internazionali in arrivo in Italia da Dhl eCommerce Solutions e Dhl Parcel Germany”, spiega una nota. Poste Italiane e Dhl eCommerce Solutions “investiranno in una joint venture per realizzare una moderna e sostenibile rete di locker automatici per i pacchi in Italia”. “Combinando la straordinaria infrastruttura nazionale e il potenziale di Poste Italiane sui mercati internazionali con il nostro network globale e la nostra esperienza nel commercio internazionale, saremo in grado di far leva sui nostri punti di forza in una partnership davvero efficace. L’e-commerce non è solo uno dei quattro megatrend identificati nella nostra strategia di Gruppo, ma è anche uno dei maggiori driver di crescita del nostro business. Siamo convinti che la nostra partnership offrirà la massima qualità ai clienti e risponderà alla crescente domanda di soluzioni efficienti e sostenibili”, ha dichiarato Tobias Meyer, CEO designato del Gruppo Deutsche Post DHL. Per Matteo Del Fante, amministratore delegato e direttore generale di Poste Italiane: “Questo importante accordo rappresenta un ulteriore tassello nella nostra trasformazione strategica in operatore logistico a tutti gli effetti, offrendo ai nostri clienti una gamma di prodotti dedicati ai mercati internazionali. La nostra leadership è al servizio dell’Italia, la cui economia ha una storica vocazione al commercio internazionale. DHL è il partner ideale per connettere al meglio i nostri clienti ai mercati internazionali, con opzioni di consegna in entrata e in uscita dall’Italia e un network avanzato di locker automatizzati, oltre alle soluzioni di e-commerce esistenti.”
Cgil, Meloni al congresso il 17 marzo. Landini: fatto positivoRoma, 10 mar. (askanews) – Il premier Giorgia Meloni sarà presente al XIX congresso della Cgil, in programma a Rimini dal 15 al 18 marzo, e interverrà dal palco nella mattinata del 17. Ad annunciarlo è stato il segretario generale Maurizio Landini, candidato per il suo secondo mandato, nella conferenza stampa di presentazione dell’assise dal titolo “Il lavoro crea il futuro”. Landini ha ricordato che nel 2014 e nel 2019 i presidenti del consiglio dell’epoca (Matteo Renzi e Giuseppe Conte) “decisero di non partecipare”. Nel 2010, con Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi, “partecipò Gianni Letta a nome del Governo”, ha detto. I precedenti premier intervenuti a un congresso della Cgil sono stati Giovanni Spadolini nel 1981, Bettino Craxi nel 1986 e Romano Prodi nel 1996. Nella prima giornata è prevista la relazione introduttiva di Landini. A seguire gli interventi dei leader di Cisl e Uil, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri. Il 16 è invece in programma una tavola rotonda, condotta da Lucia Annunziata, con tutti i leader dell’opposizione: Elly Schlein (Pd), Giuseppe Conte (M5S), Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana)e Carlo Calenda (Azione). La presenza di Meloni “la considero un fatto positivo”, ha commentato il numero uno della Cgil, in quanto è “un elemento di rispetto e riconoscimento di un’organizzazione che rappresenta milioni di persone (a fine 2021 gli iscritti erano 5.195.710). Allo steso tempo mi auguro si determini quello che fino ad ora non si è realizzato e che sosteniamo con molta forza: le riforme annunciate devono essere oggetto di confronto e negoziazione. Penso a fisco, pensioni, reddito di cittadinanza, aumento dei salari a partire dal rinnovo dei contratti nel settore pubblico, lotta alla precarietà”. Landini ha anche sottolineato che “c’è una crisi democratica senza precedenti”. Pertanto, “c’è bisogno che il mondo del lavoro torni a essere al centro dell’azione sindacale e politica dei governi e dei parlamenti. Questo vuol dire capacità di allargare la nostra rappresentanza alle nuove generazioni ed essere in grado di offrire la possibilità che tutte le persone che lavorano abbiano tutele e diritti che permettano di vivere dignitosamente, a prescindere dal rapporto di lavoro. Vogliamo una trasformazione del modello sociale ed economico”. Sulla riforma fiscale “mi sembra, da quel poco che ho capito, che la proposta che stiamo facendo noi va in una direzione opposta” a quella dell’esecutivo, ha aggiunto, “ma prima di esprimere un giudizio su una proposta del Governo voglio conoscerla e capire concretamente quale sia perché non siamo pregiudiziali. Non discuto di bozze, ma di cose concrete. Ad oggi quello che continuiamo a dire è che ci si confronti con noi prima di prendere decisioni. Questa cosa ad oggi non è avvenuta. Se proseguono su questa strada, dovremo decidere eventualmente anche come sosteniamo le rivendicazioni e le proposte che stiamo avanzando”. Il segretario generale della Cgil ha inoltre parlato di salari: “C’è un problema che riguarda le retribuzioni. Si è poveri anche lavorando. Per noi è un tema centrale. Ci sono due strade: una è la questione del rinnovo dei contratti e lì bisogna arrivare a una legge sulla rappresentanza; allo stesso tempo è necessaria una radicale e vera riforma fiscale. Da qui a un anno e mezzo – ha concluso – ci saranno dai 7 agli 8 milioni di persone cui rinnovare i contratti di lavoro”.
Sky Italia, sindacati: previsto riassetto costi per 1200 lavoratoriMilano, 10 mar. (askanews) – Sky Italia ha illustrato ai sindacati un percorso di riassetto dei costi che interesserà 1200 lavoratori, fra interni ed esterni. Lo rende noto un comunicato congiunto di Slc-Cgil, Fistel Cisl e Uilcom al termine dell’incontro con l’Ad dell’azienda per la presentazione del piano 2024-25. “Da quanto è emerso in questa prima discussione odierna – spiegano – i/le lavoratori/trici interessate dovranno scegliere fra un esodo volontario incentivato (fino a capienza del budget aziendale stanziato per gli esodi), oppure una riconversione professionale verso le attività che verranno reinternalizzate in questo biennio, con un particolare impatto sul settore del Customer”. “In Sky – sottolineano i sindacati – sono diversi anni che, partendo dalla contrattazione di anticipo, siamo riusciti a governare una gestione non traumatica di molte situazioni critiche, partendo soprattutto dal concetto della riqualificazione dei lavoratori dinanzi ad una fase di profondo cambiamento tecnologico. Per noi non c’è spazio, in questa azienda, come nel resto del settore, per scelte diverse rispetto a quanto fatto sino ad ora. Contratteremo ogni singola situazione, con particolare attenzione per i processi di reinternalizzazione e di reskilling di tutto il personale coinvolto, per verificare che si tratti effettivamente di un percorso concreto, e non di un semplice tentativo di guadagnare un po’ di tempo prima di soluzioni più drastiche”. In ogni caso, sottolineano le sigle sindacali, “pur nella consapevolezza delle difficoltà che vivono il mondo del broadcasting e della pay-tv tradizionale, un riassetto che tocca 1200 persone su un organico di poco più di 4000 unità, rappresenta un elemento che potrebbe diventare dirompente se, questi strumenti messi in campo, non fossero utilizzati in modo efficace”. “Siamo evidentemente di fronte – osservano i sindacati – agli effetti di una crisi strutturale del settore, acuita dall’entrata in campo delle piattaforme streaming, le cui economie di scala, unite alla forza economica e all’assenza pressoché totale di costo del lavoro nel nostro paese, stanno mettendo a dura prova l’esistenza dei broadcaster tradizionali. Una crisi che, in assenza di un intervento regolatorio capace di riequilibrare il vantaggio competitivo strappato dalle piattaforme streaming, rischia di mettere in ginocchio l’intero settore, almeno a giudicare dall’andamento dei ricavi pubblicitari, sempre più sbilanciati a favore degli OTT”.
Bio-On riparte: Tribunale di Bologna omologa il concordato fallimentareMilano, 10 mar. (askanews) – La proposta di concordato fallimentare per l’acquisizione di tutti gli asset di Bio-On presentata dal Gruppo Maip ha ricevuto l’omologa da parte del Tribunale di Bologna. La proposta è stata avanzata da Haruki, controllata al 75% da Maip Compounding e al 25% da Plastotecnica (entrambe appartenenti al Gruppo Maip) ed appositamente costituita per l’acquisizione di Bio-On. A seguito del provvedimento di omologa, nei tempi tecnici necessari si procederà all’acquisizione definitiva dell’azienda. Haruki verrà dotata di un patrimonio iniziale di circa 20 milioni di euro per garantire l’esecuzione della proposta concordataria e per iniziare il percorso di recupero, messa a punto e ripartenza dell’azienda di Castel San Pietro. L’obiettivo è di produrre in Italia il PHA più puro e controllato esistente sul mercato a livello mondiale. Il PHA è un polimero creato dalla natura, per la natura in grado di eliminare completamente il problema delle microplastiche inquinanti. La sinergia tra i Centri Ricerca di Maip e Bio-On permetterà di introdurre in tempi brevi nel mercato oltre 500 formulazioni a base polidrossialcanoati (PHA) tra polvere base e compounds “tailor made” oltre a quelle già presenti negli assets sviluppati da Bio-On.
Btp Italia: in seconda fase l’84,7% collocato a investitori italianiMilano, 10 mar. (askanews) – Il collocamento della diciannovesima emissione del Btp Italia nella seconda fase rivolta agli investitori istituzionali ha visto una predominante presenza di investitori domestici, che ne hanno sottoscritto l’84,7%. Il restante 15,3% dell’emissione è stato sottoscritto da investitori europei, in particolare residenti in Svizzera (5,7%), in Francia (4,7%), in Germania (2,7%), nel Regno Unito (1,3%) e presso altri paesi europei (0,9%). Lo rende noto il Ministero dell’Economia. La seconda fase si è svolta il 9 marzo nell’arco di 2 ore e ha registrato 178 contratti per un controvalore complessivo domandato interamente accolto, pari a 1,353 miliardi di euro circa. Questo dato, insieme a quello della prima fase di collocamento che ha visto un ammontare di 8,56 miliardi circa acquistati da piccoli risparmiatori, ha determinato una raccolta complessiva finale di quasi 10 miliardi di euro. In particolare, il 43% dell’ammontare emesso nella seconda fase è stato collocato presso le banche mentre il 33,9% presso asset manager. Gli investitori con un orizzonte di investimento di lungo periodo hanno acquistato il 23,1% dell’emissione: in particolare il 5,6% è andato ad assicurazioni, mentre il 17,5% è stato allocato a istituzioni governative.
La moda italiana alla conquista degli Usa: +40,3% exportMilano, 10 mar. (askanews) – Al via il progetto per il potenziamento dell’export negli Stati Uniti realizzato da Confindustria, che vede il coinvolgimento di Confindustria Moda e di Agenzia Ice. Forte di una crescita che nei primi 10 mesi del 2022 registra un +40,3% rispetto al 2021 (+49,1% sul pre-Covid), il mercato Usa gioca un ruolo sempre più importante per l’industria italiana del tessile, moda e accessorio, classificandosi al secondo posto nel ranking export dei paesi, con un valore di circa 7,3 miliardi di euro. Gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato extraeuropeo per il Made in Italy: con una quota di mercato di quasi il 5%, l’Italia si colloca al quarto posto nel 2022 tra i principali Paesi fornitori degli Stati Uniti, secondo i dati dell’United States Department of Commerce, e un posizionamento che vede il nostro Paese nel 2022 come primo fornitore statunitense di occhiali, pelletteria, pelli, pellicce e calzature. Proprio per questa rilevanza strategica del mercato Usa e per l’apprezzamento che le collezioni Made in Italy hanno registrato presso i buyer presenti alle Fiere appena concluse, il roadshow “INSPR Italia – Innovations In Style”, che partirà da Los Angeles per poi spostarsi a Dallas e Miami, creerà importanti nuove opportunità per 30 aziende italiane e farà vedere da vicino a nuovi buyer B2B collezioni che sanno essere innovative partendo dalla grande tradizione del saper fare del Made in Italy. La prima tappa dell’iniziativa, prevista a Los Angeles dal 13 al 15 marzo, vedrà 30 brand italiani di moda contemporanea femminile, accessori e calzature presentare le loro collezioni. “L’internazionalizzazione delle aziende italiane è da sempre uno degli obiettivi prioritari di Confindustria – ha dichiarato Barbara Beltrame Giacomello, vice presidente per l’internazionalizzazione Confindustria – e gli Stati Uniti sono il primo mercato di destinazione del nostro export fuori dall’Europa. Questo road show, che avvicina consumatori sempre più attenti alla qualità, è un’opportunità importante per le nostre aziende; per la collaborazione alla sua organizzazione va il nostro grazie a Ice New York”. “Questo progetto è un’opportunità unica per conoscere al meglio il mercato regionale statunitense, gettando le basi per nuovi contatti commerciali”, ha detto Ercole Botto Poala, presidente di Confindustria Moda. “I dati del nostro export dimostrano l’interesse degli Usa per la moda Made in Italy. È importante che 4 associazioni di Confindustria Moda – SMI, Assocalzaturifici, Assopellettieri e AIP – abbiano partecipato con le loro aziende a questo progetto, aiutando le imprese più piccole a approcciare i mercati internazionali”.
Urso: con Israele possiamo vincere sfida autonomia energeticaRoma, 10 mar. (askanews) – “Israele è una superpotenza tecnologica, l’ Italia una grande potenza industriale, la più grande nel Mediterraneo e la seconde in UE. Dobbiamo vincere la sfida dell’ autonomia energetica e insieme lo possiamo fare meglio. Anche perché l’Italia deve diventare un hub del gas europeo e Israele dove diventare un punto di forza per la produzione e di gas e idrogeno”. Lo ha detto il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso intervenendo al forum economico per le imprese al quale prende parte il premier israeliano Benjamin Netanyahu. “Insieme possiamo operare di più e meglio per raggiungere la piena sovranità tecnologica dell’occidente” ha aggiunto.
Avvio in forte calo per Piazza Affari (-2%), tonfo bancheMilano, 10 mar. (askanews) – Avvio di seduta in netto calo per Piazza Affari, così come per le altre Borse europee, in scia alle forti vendite che hanno colpito Wall Street e i listini asiatici. A Milano l’indice principale Ftse Mib ha aperto con un ribasso del 2%, scivolando a 27.134 punti, trascinato dal tonfo dei titoli bancari. In avvio maglia nera a Unicredit (-4,9%), seguita da Fineco (-4,4%), Bper (-3,8%), Azimut Holding (-3,8%), Banco Bpm (-3,6%), Intesa Sanpaolo (-3,5%), Banca Generali (-3,4%), Banca Mediolanum (-3,11). In attesa dei dati sul lavoro Usa, pesa sui mercati il crollo dei titoli degli istituti di credito statunitensi sui timori per i portafogli obbligazionari, con l’inversione della curva dei rendimenti dei Treasury, dopo che Svb Financial, capogruppo della Silicon Valley Bank, ha avviato una raccolta di oltre 2 miliardi di dollari per contribuire a compensare le perdite sulle vendite di bond. Nella solo seduta di ieri sono stati spazzati via 52,4 miliardi di dollari di capitalizzazione delle quattro maggiori banche statunitensi (JPMorgan Chase, Bank of America, Citigroup e Wells Fargo).
Ue, contro spreco cibo sui pack “spesso buono oltre”. Federalimentare frenaMilano, 9 mar. (askanews) – Indicare in etichetta la frase “spesso buono oltre” da aggiungere alla dicitura attuale “da consumare preferibilmente entro” è la proposta della Commissione Europea contenuta in una bozza di regolamento delegato con l’obiettivo di ridurre gli sprechi alimentari. Una iniziativa che per esempio diverse catene della grande distribuzione in Gran Bretagna hanno da tempo introdotto. Lo scopo è quello di ridurre lo spreco alimentare sensibilizzando il consumatore a usare i propri sensi per capire se l’alimento è ancora buono. La dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”, infatti, non è un limite invalicabile per il consumo degli alimenti a differenza della dicitura “da consumarsi entro”. Come ricorda la normativa europea (Regolamento UE n. 1169/2011 sull’informazione alimentare ai consumatori) la maggior parte degli alimenti preconfezionati, infatti, deve riportare sulla confezione una data e una dicitura di accompagnamento che spieghi se la data riportata in etichetta indica un limite per il consumo in sicurezza del prodotto (“da usare entro”) o un limite per la sua qualità (“da consumarsi preferibilmente entro”). Nel primo caso si tratta di un indicatore di sicurezza che sostituisce il Termine minimo di conservazione (preferibilmente entro) nel caso di alimenti molto deperibili dal punto di vista microbiologico che potrebbero pertanto costituire, dopo un breve periodo, un pericolo immediato per la salute umana. Coldiretti saluta queste eventuali aggiunte in etichetta positivamente “purché siano chiare e ben comprensibili, senza ingenerare confusione”. E’ infatti importante mantenere in etichetta il termine minimo di conservazione. “Tanto più ci si allontana dalla data del Tmc, tanto più – precisa la Coldiretti – non sono più garantiti dal produttore i requisiti di qualità del prodotto, quale il sapore, odore, fragranza. La giusta esigenza di combattere gli sprechi non deve andare a scapito della qualità soprattutto per un Paese come l’Italia che ha fatto del made in Italy a tavola il sinonimo di eccellenza”. Per Federalimentare la dicitura “Spesso buono oltre” “non può essere legalmente definita, quindi crediamo che questo tipo di espressioni non dovrebbero essere richieste su base obbligatoria, ma solo volontaria. Condividiamo l’obiettivo della Commissione Europea di combattere lo spreco alimentare ma il principio di un descrittore basato sulla sicurezza e di un descrittore basato sulla qualità rimane appropriato e non dovrebbe essere modificato”. Espressioni come “spesso buono dopo”, invece, possono sollevare preoccupazioni a causa delle incertezze relative alla responsabilità legale degli operatori del settore alimentare con possibili conseguenze per l’integrità del marchio. Ciò è dovuto al fatto che concetti come “spesso”, “buono” e “dopo” non possono essere legalmente definiti. “Anche se rilevante per molti prodotti, ‘spesso buono dopo’ non è appropriato per tutti” dicono da Federalimentare. Per questo, Federalimentare ritiene che espressioni del genere debbano essere a discrezione del produttore. “Un sistema di marcatura della data armonizzato, affidabile e coerente rivolto al consumatore è uno degli strumenti che possono aiutarlo a prevenire lo spreco alimentare. Ciò deve essere accompagnato da una comunicazione coordinata e duratura a livello di UE, anche attraverso iniziative per aumentare la consapevolezza su come prevenire e ridurre lo spreco alimentare” conclude Federalimentare. In Italia l’app Too Good To Go aveva già lanciato l’iniziativa “etichetta consapevole” per incoraggiare i consumatori a utilizzare i propri sensi prima di gettare un prodotto: nel 2021 il messaggio era stato veicolato grazie a un accordo volontario con un 11 partner su 10 milioni di prodotti, un numero che nel 2022 puntava a toccare i 50 milioni di prodotti.