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Il futuro del cibo nella permacrisi: i trend da sostenere

Il futuro del cibo nella permacrisi: i trend da sostenereMilano, 9 mar. (askanews) – Il futuro del cibo alla luce delle crisi perduranti, ambientali e geo-politiche oltre che economiche, ma anche nella prospettiva di una crescente attenzione a sostenibilità e territorio, di innovazioni e promettenti trend del marketing e della comunicazione. Il “Food, wine & co”, l’XI edizione del seminario sull’eccellenza delle realtà italiane nel settore agroalimentare ed eno-gastronomico, si è dato temi ambiziosi da sviluppare nella due giorni del 9 e 10 marzo con l’obiettivo di capire come sostenere le tendenze positive individuate nel comparto.
“Questo appuntamento vede protagonisti i temi legati alle nuove tendenze del cibo e dell’alimentazione, che sempre più influenzano gli stili di vita orientandoli alla salvaguardia della salute e alla sostenibilità, con un’analisi dei territori in cui questi cibi e stili nascono e si diffondono. áLa riflessione è concentrata anche sul futuro del cibo alla luce del proseguimento dello scenario di crisi. In occasione dell’appuntamento del 9 marzo, una tavola rotonda di accademici, imprenditori, manager e professionisti racconta la sua visione sul futuro in chiave di business, marketing e comunicazione – racconta Simonetta Pattuglia, direttore del master in Economia e management della Comunicazione e dei media – Nella sessione tematica il protagonista è invece il cibo contemporaneo: la sua evoluzione, il modo in cui lo consumiamo quotidianamente, lo comunichiamo e lo rendiamo disponibile quale fulcro del nostro benessere. Le sessioni del 10 marzo sono invece dedicate a Territori e Benessere, tra eventi e turismo locale e nuovi stili di vita che partono dal legame con il territorio”.
Clima, covid e guerra hanno generato contraccolpi importanti nel comparto agroalimentare: cali nella produzione di materie prime (solo il settore del grano, generalmente in crescita dell’11% annuo, ha assistito al crollo del 40% dei raccolti secondo i dati Cia), rincari con gas e petrolio che hanno toccato il +42% con un +150% sul gas naturale. L’inflazione galoppante e la conseguente erosione del potere di acquisto dei cittadini ne ha costretti 2,6 milioni a chiedere aiuto per mangiare (Coldiretti, 2023). Non solo: la povertà in crescita ha spinto gli italiani a scegliere sempre di più il discount per la spesa per ridurne il costo complessivo.
Ma in questo quadro critico ci sono anche segnali positivi: il record dell’export dell agroalimentare che ha toccato i 60 miliardi nel 2022 , la crescita dei finanziamenti alle startup italiane del settore, che raccolgono 156 milioni nel 2022 (TheFoodCons-AgriFoodTech, 2023), 1,6 miliardi per le innovazioni tecnologiche in ambito agricolo tra macchinari e sistemi di monitoraggio utilizzati da almeno il 60% degli agricoltori. Senza contare il turismo enogastronomico, che nel 2022 ci ha portato 30 miliardi, pari alla spesa in prodotti agroalimentari ed enogastronomici di chi ha scelto di visitare il nostro Paese (Coldiretti, 2023).
Nel frattempo sulle nostre tavole si sta affacciando una innovazione che ha il sapore della carne sintetica, che arriverà a 2,1 milioni di tonnellate entro il 2030 (CIA, 2023) e dei prodotti a base di insetti che, si stima, saranno in Europa 260mila tonnellate per oltre 390 milioni di consumatori entro il 2030, mentre continua l’attenzione per la sostenibilità, una priorità per il 28% degli italiani.
“Impossibile negare lo stato di crisi in cui versa il nostro comparto agroalimentare tra inflazione, aumento dei costi delle materie prime, aumento dei costi di produzione con conseguente perdita di competitività. Gli italiani stanno però cercando di reagire – spiega la professoressa Pattuglia – adattandosi ai cambiamenti e cercando soluzioni innovative che si traducono nell’export su nuovi mercati, soprattutto per l’industria del vino, negli investimenti nell’agritech, nella nascita di nuove imprese e nella valorizzazione del turismo enogastronomico con ospitalità e ristorazione in crescita. Presidiare queste nuove opportunità, sviluppare tecnologie che tutelino i nostri prodotti contrastandone la contraffazione, attivare campagne istituzionali sul cibo e sulla dieta mediterranea, sono i passi da compiere per salvaguardare il nostro futuro e il futuro del cibo”.

Engineering inaugura la Metaverse Dome Experience a “Obiettivo 5”

Engineering inaugura la Metaverse Dome Experience a “Obiettivo 5”Roma, 9 mar. (askanews) – Engineering, leader nella digitalizzazione dei processi per imprese e PA, partecipa come partner all’evento Obiettivo 5, il campus di formazione per l’equità e l’inclusione di Corriere della Sera, con la27esimaOra, iO Donna e Le Contemporanee, organizzato con Sapienza Università di Roma, in programma presso l’Ateneo capitolino oggi 9 marzo e domani 10 marzo. L’evento, ispirato dal quinto dei 17 obiettivi dell’agenda ONU 2030 che pone come traguardo “L’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e le ragazze”, offrirà a pubblico, studenti e docenti 4 inchieste live anche in diretta streaming su corriere.it, 11 workshop, numerosi dibattiti e sessioni one-to-one per confrontarsi su obiettivi, progetti e scelte professionali.
Durante la seconda giornata di Obiettivo 5 (venerdì 10 marzo alle 17.30), Maximo Ibarra, CEO di Engineering, racconterà la sua storia professionale nell’inchiesta live condotta dalla giornalista del Corriere della Sera Gianna Fregonara “Fa’ la cosa giusta: usa i tuoi talenti, trova la tua strada”, portando la sua testimonianza insieme a quella del premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, dell’attrice Michela Cescon, del fondatore di edizioni E/O Sandro Ferri, di Michel Martone, ordinario di Diritto del Lavoro e Relazioni industriali presso Sapienza Università di Roma, Serena Sapegno, professoressa associata di Letteratura italiana, Studi delle donne e di genere alla Sapienza Università di Roma, e Luca Valdiserri, giornalista di Corriere della Sera.
Sempre nel corso della seconda giornata (venerdì 10 marzo alle 14.00), Marcella Tesone, Group Talent Director di Engineering, parteciperà al workshop con Michel Martone, su “Il lavoro dopo la pandemia” per parlare di come la diffusione delle nuove tecnologie, lo smart working, la crescente attenzione alla gender equality a valori fondamentali come l’inclusione stiano cambiando il nostro modo di lavorare.
Obiettivo 5 sarà anche l’occasione per Engineering di inaugurare il suo Metaverse Dome, una struttura di policarbonato di 6 metri di altezza e 12 di diametro, che verrà posizionata nel Piazzale della Minerva all’ingresso dell’Ateneo e che durante i due giorni dell’evento permetterà di vivere un’esperienza esclusiva nel Metaverso. All’interno della cupola, indossando dei visori innovativi, sarà infatti possibile affrontare un percorso in Realtà Virtuale in Multiplayer, accedendo a diversi ambienti immersivi realizzati dal Metaverse Lab di Engineering, che permetteranno di conoscere i beni culturali della capitale, provare modelli didattici innovativi e sperimentare nuove modalità di condivisione ed entertainment.
Nel Metaverse Dome sarà possibile ammirare anche una ricostruzione tridimensionale del Complesso archeologico del Sessorio, realizzata da Archeo&Arte 3D Lab del Centro di Ricerca DigiLab di Sapienza, con il quale Engineering ha stipulato un accordo triennale. Questa collaborazione, che segna un importante ampliamento dell’ecosistema di partner del Gruppo, vedrà Engineering e DigiLab sviluppare progetti e iniziative nell’ambito della formazione, per la valorizzazione del patrimonio culturale nazionale e internazionale e per la diffusione dei valori legati alla cittadinanza europea.
Per approfondire le novità e le evoluzioni legate al Metaverso, Engineering ha appena pubblicato la nuova versione del Trend Radar Metaverse – Year 1 dove racconta come sta esplorando questa nuova frontiera e i progetti che sta sperimentando con i partner, per estendere gli ecosistemi digitali in cui siamo immersi e trasformare il modo in cui viviamo e lavoriamo.

Reste compostabili negli allevamenti di cozze contro il marine litter

Reste compostabili negli allevamenti di cozze contro il marine litterMilano, 9 mar. (askanews) – L’impatto ambientale dell’allevamento dei mitili – cozze e altri prelibati molluschi bivalve – può essere drasticamente ridotto grazie all’impiego di materiali biodegradabili e compostabili -Mater-Bi- per la realizzazione delle reste e delle altre strutture di appoggio. E’ quanto emerge da uno studio realizzato dai ricercatori della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Amendolara, in provincia di Cosenza, in collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche.
I risultati dello studio hanno dimostrato che l’impiego delle reste in Mater-Bi durante l’intero ciclo produttivo dei mitili risulta una valida alternativa all’utilizzo dei classici materiali in plastica -calze in polipropilene- normalmente utilizzati e altamente inquinanti: durante gli esperimenti condotti il materiale biodegradabile e compostabile ha assicurato infatti migliori prestazioni in termini biologici, meccanici e ambientali.
Lo studio dei ricercatori della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Amendolara è stato realizzato nel mar Piccolo di Taranto, ha inoltre verificato che dimostrato che le cozze mitili allevate nelle reste in Mater-Bi crescono più velocemente di quelli innestati nelle reste in polipropilene, con un evidente vantaggio per i mitilicoltori in termini di resa economica.
Nel progetto di ricerca per la prima volta è stat applicata l’analisi FT-IR complementarmente alla valutazione della colonizzazione batterica, per valutare cambiamenti superficiali dal punto di vista chimico delle calze in polipropilene ed in Mater-Bi. I risultati hanno mostrato che non sono presenti picchi aggiuntivi nello spettro delle plastiche (PP e Mater-Bi) rispetto al controllo, indicando che non è avvenuta alterazione della composizione chimica a livello superficiale nei campioni sottoposti al periodo di stabulazione. Inoltre dai test effettuati su terreni selettivi per la ricerca di microrganismi patogeni, non è stata evidenziata presenza di batteri patogeni o potenzialmente pericolosi per l’uomo.
Lo studio è stato presentato nel corso di un incontro di lavoro alla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Amendolara. “Questo progetto sperimentale, realizzato nel Golfo di Taranto come area pilota – ha detto Teresa Romeo, direttrice della sede Sicilia della Stazione Zoologica Anton Dohrn che ha partecipato all’incontro – rappresenta un modello di innovazione che vede insieme ricerca, innovazione e imprese produttrici che operano al fine di garantire un’attività sostenibile nell’ottica di un’economia circolare, e che può fungere da studio pilota per fornire anche misure di gestione a supporto del settore della mitilicoltura da poter esportare su scala nazionale”.
La giornata ha costituito un’importante occasione per discutere le opportunità e le sfide dell’utilizzo di materiali biodegradabili e compostabili nel settore dell’acquacoltura, e per presentare le soluzioni innovative sviluppate dalla ricerca condotta dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn in collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche.
“Lo scorso dicembre presso il Ministero dell’Agricoltura abbiamo presentato come Ateneo insieme a diversi partner accademici e enti di ricerca il ‘Patto con il Mare per la Terra’, nato per connettere università, istituzioni, imprese, centri di ricerca per promuovere politiche di protezione dell’ecosistema marino e di conservazione della biodiversità, oltre che strategie di sviluppo sostenibile del settore e di promozione di buone pratiche – ha aggiunto Gabriele Cena dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo – Questo progetto, sviluppato grazie al sostegno da parte di Novamont, è un primo esempio di collaborazione concreta tra enti di ricerca, istituzioni e aziende private per trovare soluzioni innovative e concrete per ridurre l’impatto sugli ecosistemi marini”.
All’incontro di lavoro hanno partecipato tra gli altri anche il professor Silvio Greco; Carmen Rizzo, Chiara Giommi e Cristina Pedà, ricercatrici della Stazione Zoologica Anton Dohrn; e Francesco Marangione, rappresentante della Società Cooperativa CO.MI.OS. di Taranto.
In Europa si stima che le attività marittime come pesca e acquacoltura contribuiscono al fenomeno inquinante del “marine litter” -rifiuti marini- rispettivamente al 39% e al 14% con l’abbandono o perdita accidentale in mare di boe, reti, sacchi per mangimi, guanti e scatolame. Questi dati sono destinati ad aumentare a causa della crescente richiesta sul mercato di prodotti ittici destinati al consumo umano come pesce, mitili e crostacei in quanto importanti fonte alimentare. In particolare, in Europa i mitili costituiscono circa un terzo di tutti i prodotti provenienti da attività di acquacoltura, con una produzione che ha raggiunto le 522.400 tonnellate nel 2016, il 24,5% rispetto alla produzione mondiale.

Bce-Bei-Ue-Eurogruppo: completare l’Unione dei mercati dei capitali

Bce-Bei-Ue-Eurogruppo: completare l’Unione dei mercati dei capitaliRoma, 9 mar. (askanews) – L’Europa “deve accelerare la transizione verde e digitale”, e a questo scopo “dobbiamo completare l’unione dei mercati dei capitali per fornire finanziamenti efficaci”. E’ l’appello lanciato congiuntamente dai cinque presidenti di istituzioni o organismi Ue: Christine Lagarde della Bce, Werner Hoer della Bei, Charles Michel, del Consiglio europeo, Ursula von der Leyen, della Commissione europea e Paschal Donohoe, dell’Eurogruppo.
“L’Unione europea è determinata ad accelerare la sua transizione verde e digitale. Le decisioni che adottiamo oggi faranno sentire i loro effetti sulle generazioni future. È nostra responsabilità collettiva prendere le decisioni giuste. La creazione di industrie a zero emissioni nette, il rafforzamento della competitività tecnologica e la diversificazione delle catene di approvvigionamento – scrivono in un articolo – saranno essenziali per mantenere la prosperità e la sovranità strategica dell’Europa nei decenni a venire”.
“Il fabbisogno di finanziamento è enorme e la quota maggiore dovrà provenire da capitali privati. Il ruolo degli investimenti pubblici è quello di fornire orientamenti strategici e incentivare l’apporto massiccio di capitali privati anche, ma non solo, attraverso il coinvolgimento del gruppo Banca europea per gli investimenti e delle banche di promozione nazionali. Procediamo con eccessiva lentezza sull’unione dei mercati dei capitali – avvertono i 5 presidenti Ue -. Sin dalla sua creazione trent’anni or sono, il mercato unico sostiene la prosperità dell’Europa eliminando gli ostacoli agli scambi all’interno dell’Unione e attirando investimenti esteri. E l’Unione economica e monetaria è stata un ulteriore motore dell’integrazione dei mercati. Tuttavia, da troppo tempo procediamo con eccessiva lentezza su un elemento costitutivo essenziale: l’unione dei mercati dei capitali”.
“Attualmente le banche europee forniscono il grosso dei finanziamenti agli investimenti. Ma, da sole, non possono aiutare l’Ue a vincere la gara globale a chi investe di più, soprattutto rispetto agli Stati Uniti. I prestiti bancari e i mercati obbligazionari rappresentano rispettivamente il 75% e il 25% dei prestiti alle imprese nell’Ue, mentre negli Stati Uniti vale il contrario”, rileva l’articolo congiunto.
“Le nostre start-up e scale-up sono alla ricerca di capitali. Le imprese, in particolare le Pmi, hanno difficoltà a trovare i finanziamenti pazienti e rischiosi di cui hanno bisogno per investire nella transizione verde e digitale. Ad esempio, la capitalizzazione del mercato azionario dell’Ue è pari a meno della metà di quella degli Stati Uniti, in percentuale del Pil, ed è anche inferiore a quella di Giappone, Cina e Regno Unito. Eppure – rimarcano i 5 presidenti Ue – gli europei risparmiano molto di più degli americani”.
“Spetta a noi fare in modo che le imprese europee abbiano le opportunità di finanziamento che cercano, qui, nell’Ue. Abbiamo bisogno di un’unione dei mercati dei capitali che convogli gli ingenti risparmi dell’Europa verso i motori della crescita di domani. Dobbiamo superare l’attuale mosaico di quadri nazionali – prosegue l’articolo – e in alcuni casi l’insufficiente sviluppo dei mercati dei capitali, per sfruttarne appieno il potenziale. L’Ue ne uscirà rafforzata in quanto destinazione di investimento e l’euro sarà una valuta ancora più attraente”.
“L’Ue ha già compiuto alcuni passi decisivi nella creazione di un mercato unico dei capitali. Dobbiamo tuttavia intensificare i nostri sforzi e accrescere le nostre ambizioni per rimuovere i restanti ostacoli al finanziamento transfrontaliero e consentire una più profonda armonizzazione. Occorrono tra l’altro norme più allineate in materia di insolvenza, informazioni finanziarie più facilmente accessibili, un accesso semplificato ai mercati dei capitali, in particolare per le imprese più piccole, solide infrastrutture di mercato e una vigilanza più integrata dei mercati dei capitali”.
“L’approfondimento dell’unione dei mercati dei capitali richiede uno sforzo collettivo, che coinvolga i responsabili delle politiche e i partecipanti al mercato in tutta l’Unione. Richiede una forte volontà politica e un forte senso di titolarità a tutti i livelli di governo. Richiede che il Parlamento europeo e gli Stati membri in sede di Consiglio concludano con urgenza i negoziati sui testi legislativi fondamentali. Richiede coraggio e apertura al cambiamento. Siamo determinati a conseguire progressi. Il fattore tempo è determinante. Negli ultimi due decenni abbiamo compiuto notevoli passi avanti verso l’integrazione finanziaria dell’Europa, ma è giunto il momento di mostrare maggiore ambizione. Un’autentica unione dei mercati dei capitali è a portata di mano. I prossimi decenni vedranno la più grande trasformazione industriale dei nostri tempi. Ne dipenderà la nostra competitività a lungo termine. Facciamo in modo di disporre del capitale necessario per realizzarla”.
L’articolo è stato pubblicato come editoriale in vari quotidiani e siti Internet europei.

Auto, Acea a Ue: serve chiarezza, risolvere impasse su emissioni

Auto, Acea a Ue: serve chiarezza, risolvere impasse su emissioniMilano, 9 mar. (askanews) – L’Associazione europea dei costruttori di auto (Acea) invita la Commissione europea e il Consiglio a giungere a una risoluzione sull’attuale impasse sulla legislazione dell’Ue sulle emissioni di CO2 di auto e furgoni, che doveva essere firmata all’inizio di marzo.
La trasformazione fondamentale per l’industria automobilistica europea “richiede sicurezza nella pianificazione”.
Inoltre secondo l’Acea l’apertura tecnologica è indispensabile per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni. In quest’ottica Acea “prende atto” che l’accordo finale sulla CO2 – raggiunto lo scorso ottobre tra Commissione europea, Parlamento e Consiglio – include riferimenti al possibile ruolo futuro dei combustibili rinnovabili.
Acea invita inoltre i responsabili politici ad affrontare le emissioni della flotta esistente di veicoli su strada.
“L’elettrificazione di massa è una parte importante della soluzione verso cui tutti stiamo spingendo, ma non è una soluzione miracolosa. Il nemico è l’energia basata sui fossili, non una particolare tecnologia”, ha dichiarato il presidente di Acea, Luca de Meo.
“Rileviamo che l’Europa è l’unica area geografica destinata ad abbandonare la neutralità tecnologica come pilastro del suo quadro normativo”, ha aggiunto de Meo.
L’industria automobilistica europea è “pienamente impegnata ad affrontare il cambiamento climatico il più rapidamente possibile, collaborando con tutti i partner. Sta facendo del suo meglio per investire massicciamente nell’elettrificazione, costruire la catena del valore verticale, mantenere i posti di lavoro e aiutare l’UE a rimanere competitiva”.
Acea infine esorta i responsabili politici a mettere in atto le condizioni per una rapida diffusione di auto e furgoni a emissioni zero. Fra queste, l’accesso alle materie prime necessarie e una fitta rete di infrastrutture di ricarica. Nell’ambito della revisione del regolamento sulla CO2 prevista per il 2026, “dovrebbero esserci KPI chiari per monitorare i progressi in questi settori”.

Fisco, Ag.Entrate: nel 2022 record recupero evasione a 20,2 mld

Fisco, Ag.Entrate: nel 2022 record recupero evasione a 20,2 mldRoma, 9 mar. (askanews) – Lo scorso anno “è stato segnato il recupero dell’evasione più altro di sempre, pari a 20,2 milirdi di euro. Somme che sono state restituite alla collettività e di questo siamo orgogliosi”. Lo ha detto il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini nel corso della presentazione alla Camera dei deputati dei risultati 2022.
“Una cifra – ha sottolineato – che contiene un altro record perché la parte riferita ai recuperi ordinari è di circa 19 miliardi e solo la parte residua di 1,2 miliardi deriva da attività straordinarie”.
Oltre alle maggiori entrate derivanti dai controlli, lo scorso anno l’Agenzia delle Entrate ha anche assicurato “minori uscite” a carico del bilancio dello Stato grazie alle analisi di rischio e alle attività anti-frode, che hanno consentito di bloccare 9,5 miliardi di euro tra crediti, bonus e rimborsi non spettanti. Di questi 6,3 miliardi sono riferiti a crediti fittizi derivanti da bonus edilizi.

Giorgetti: con riforma graduale riduzione carico fiscale

Giorgetti: con riforma graduale riduzione carico fiscaleRoma, 9 mar. (askanews) – Con il disegno di legge di riforma del fisco, che “sarà presentato nelle prossime settimane in Parlamento” si procederà a “un graduale processo di riduzione del carico fiscale” e a “rendere più appetibili e attrattivi gli investimenti nel territorio nazionale”. Lo ha affermato il Ministro dell’economioa e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, nella conferenza di presentazione dei risultati dell’Agenzia delle Entrate raggiunti nel 2022.
Insieme alla riforma fiscale è necessario, ha spiegato Giorgetti “garantire il rispetto della legalità, evitare comportamenti che possano compromettere il regolare sviluppo economico e migliorare la compliance”.
L’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza, ha concluso il Ministro “rappresentano un presidio fondamentale di legalità economica e finanziaria”.

Stellantis: Cassino produrrà veicoli su piattaforma Bev Stla Large

Stellantis: Cassino produrrà veicoli su piattaforma Bev Stla LargeMilano, 9 mar. (askanews) – Lo stabilimento Stellantis Italia di Cassino, dove attualmente vengono prodotti veicoli dei marchi premium e di lusso, quali Alfa Romeo e Maserati, estenderà la propria attività alla produzione di veicoli basati sulla piattaforma BEV flessibile STLA Large. Il dettaglio dei modelli sarà condiviso in una fase successiva.
È quanto ha annunciato il Ceo di Stellantis Carlos Tavares nel corso di una visita allo stabilimento ad alta tecnologia dove vengono prodotti i modelli Alfa Romeo Giulia e Stelvio e Maserati Grecale.
“Lo stabilimento di Cassino vanta una lunga tradizione di innovazione e tecnologia – ha dichiarato Carlos Tavares, CEO di Stellantis -. I veicoli basati sulla piattaforma STLA Large che stiamo progettando rivoluzioneranno l’esperienza di guida grazie a funzionalità e caratteristiche all’avanguardia e per questo, confidiamo nella grande competenza dei nostri dipendenti e nel team manageriale di Stellantis per riuscire a raggiungere i nostri audaci obiettivi legati al costo e alla qualità. Il supporto dei dipendenti di Cassino e la lungimiranza delle autorità locali e nazionali sono per noi un grande stimolo per sviluppare veicoli in grado di conquistare i clienti con una mobilità pulita, sicura e accessibile”.
Dopo il Windsor Assembly Plant in Canada, Cassino è il secondo stabilimento Stellantis di cui è stato pubblicamente annunciato l’utilizzo per produrre veicoli basati sulla piattaforma STLA Large. Inaugurato nel 1972, lo stabilimento di Cassino, situato a Piedimonte San Germano, nell’Italia centromeridionale, è un plant ad alta automazione che utilizza oltre 1200 robot che eseguono le operazioni di stampaggio, lastratura, verniciatura e produzione di parti in plastica. L’impianto punta molto sul risparmio energetico e sulla conservazione delle risorse. Dal 2017 il consumo di acqua è stato dimezzato, mentre pannelli fotovoltaici situati nei parcheggi interni consentono di produrre energia solare.
La STLA Large è una delle quattro piattaforme BEV altamente flessibili su cui si fonda il piano di elettrificazione di Stellantis. La piattaforma, che rappresenterà la base per svariati modelli di prossima produzione dei marchi Stellantis, è progettata per offrire un’autonomia fino a 800 chilometri/500 miglia in elettrico in abbinamento con i moduli di propulsione elettrica (EDM) e i pacchi batteria modulari di Stellantis. Progettisti e ingegneri sono in grado di adeguare le dimensioni della piattaforma e la configurazione del propulsore per rispondere a specifiche esigenze di progetto.
Stellantis prevede di investire, entro il 2025, più di 30 miliardi di euro nell’elettrificazione e nella realizzazione del software necessario alla produzione di veicoli BEV in grado di soddisfare le esigenze dei clienti, non ultima una capacità di ricarica rapida ai vertici della categoria.

Deloitte: come avvicinare le aziende a scienza e sostenibilità

Deloitte: come avvicinare le aziende a scienza e sostenibilitàMilano, 9 mar. (askanews) – Un ciclo di lezioni del Competency Lab di Deloitte Climate & Sustainability per avvicinare le aziende alle scoperte scientifiche e sostenerle nell’affrontare sfide cruciali come la transizione energetica o gli effetti del cambiamento climatico. Per creare modelli di business che vadano in direzione della sostenibilità.
“L’obiettivo è quello di creare consapevolezza e competenza – ha detto ad askanews Stefano Pareglio, presidente di Deloitte Climate & Sustainability e professore ordinario di Economia all’Università Cattolica – per far conoscere alle imprese gli strumenti con i quali noi oggi possiamo affrontare le sfide della sostenibilità e in particolare del cambiamento climatico che la scienza ci mette a disposizione. Vogliano costruire un ponte tra queste competenze e queste esigenze”.
Il programma prevede una decina di lezione su scenari climatici, domanda di energia, comportamento dei consumatori, temi insomma spesso molto tecnici, ma che grazie alle acquisizioni della scienza e alla tecnologia possono essere portati all’uso quotidiano delle imprese.
“Il compito che ci siamo assunti come Deloitte è quello di offrire alle aziende dei servizi che siano ‘science based’, ossia che abbiano una profondità tale da essere perfettamente utili alle imprese senza dimenticare che la ricerca ci mette a disposizione acquisizioni continue e il nostro compito sarà quello di tradurle in strumenti, tool, framework: tuto quello che serve alle aziende per affrontare quotidianamente le esigenze della transizione energetica e climatica”.
Per quanto riguarda la crisi climatica in particolare ci sono due aspetti che riguardano la vita delle aziende: la mitigazione, che riguarda anche un’evoluzione dei modelli di business e l’adattamento, che richiede fin da subito investimenti e una diversa gestione corrente del valore degli asset di posizionamento.
“La riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra è un tema che è all’attenzione delle aziende da più tempo, il tema dell’adattamento invece si riteneva non avrebbe inciso nell’immediato sulla vita delle aziende, purtroppo le condizioni oggettive esterne si stanno incaricando di informarci che questo è un tema che va preso molto sul serio e molto rapidamente”.
Il percorso delle lezioni si articola in due fasi: la prima focalizzata su scenari climatici, politiche di mitigazione, scenari dei mercati e politiche industriali di transizione energetica. La seconda sarà invece incentrata sulla gestione del capitale naturale e delle risorse idriche, di rating ESG e della climate governance delle imprese. Il primo appuntamento è fissato per il 10 marzo.

Aidr: Anno europeo competenze, evento su realtà virtuale e aumentata

Aidr: Anno europeo competenze, evento su realtà virtuale e aumentataRoma, 8 mar. (askanews) – La realtà virtuale e aumentata, uso e futuro della tecnologia immersiva, al centro dell’incontro promosso dall’associazione Aidr, in collaborazione con Parlamento e Commissione Europea, all’interno del programma europeo delle competenze, la rassegna di eventi divulgativi rivolti a studenti, manager di azienda e dipendenti della pubblica amministrazione. L’evento divulgativo si è svolto all’interno di Europa Experience – David Sassoli, il nuovo centro multimediale delle istituzioni europee a Roma, e ha visto la partecipazione degli studenti dell’Istituto di Istruzione Secondaria di 2° grado M.F. Quintiliano di Siracusa.
Grazie al supporto di Noema, partner aziendale della sessione, i ragazzi hanno approfondito i temi dell’immersività, analizzando le differenze tra le tecnologie, e il loro utilizzo.
“Le sessioni divulgative stanno registrando una numerosa partecipazione – sottolinea il presidente di Aidr, Mauro Nicastri. C’è una forte attenzione sui temi legati all’utilizzo delle tecnologie digitali: la realtà virtuale e aumentata in particolare, occupa già un ruolo importantissimo in ambito formativo, sanitario, dell’automotive, ma anche nel settore del marketing turistico e culturale. Conoscere queste tecnologie – sottolinea Nicastri – aiuterà gli studenti nel loro percorso di orientamento professionale. In questa direzione, conclude Nicastri – stiamo programmando, con gli istituti scolastici e in collaborazione con il Parlamento e la Commissione europea, una serie di incontri territoriali che si terranno nei prossimi mesi, all’interno del Programma Europeo delle Competenze”.