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Germania, ordini manifatturieri in calo del 5,4% a novembre

Germania, ordini manifatturieri in calo del 5,4% a novembreRoma, 8 gen. (askanews) – Il dato provvisorio dei nuovi ordini manifatturieri in Germania, a novembre, tenendo conto degli effetti di calendario, mostra un calo congiunturale del 5,4% e un ribasso tendenziale dell’1,7%. Lo rende noto l’ufficio federale di statistica tedesco Destatis.


Escludendo gli ordini su larga scala, i nuovi ordini sono stati superiori dello 0,2% rispetto al mese precedente. Nei tre mnesi tra settembre e novembre, i nuovi ordini sono stati superiori dell’1,7%. Il dato congiunturale di ottobre è invece rimasto confermato in calo dell’1,5%.

Uif: riciclaggio di fondi illeciti in Italia vale 25-35 mld l’anno

Uif: riciclaggio di fondi illeciti in Italia vale 25-35 mld l’annoRoma, 7 gen. (askanews) – Il fenomeno del riciclaggio di fondi illeciti in Italia vale tra 25 e 35 miliardi di euro l’anno, pari all’1,5-2% del Pil del Paese. E’ la stima della Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia, con sede presso la Banca d’Italia, pubblicata in uno studio (“Il valore del riciclaggio e delle altre condotte finanziarie illecite in Italia”) e relativa al periodo 2018-2022.


Secondo l’Uif il riciclaggio è un fenomeno “pro-ciclico, ossia crescente nelle fasi di espansione e decrescente nella fasi di recessione”. L’analisi propone una metodologia robusta e innovativa per la stima del valore del riciclaggio e delle altre condotte finanziarie illecite in Italia, riporta un comunicato, a partire da informazioni provenienti dalle segnalazioni di operazioni sospette (Sos) ricevute dalla Uif. Stimare il valore del riciclaggio di denaro è un’attività complessa, trattandosi di un fenomeno non direttamente osservabile e caratterizzato dall’uso di tecniche avanzate per mascherare l’origine illecita dei fondi. Le stime esistenti a livello nazionale dei capitali riciclati risultano frequentemente non paragonabili tra loro e spesso forniscono valori contrastanti. Inoltre, prosegue l’Uif, le evidenze empiriche disponibili sono spesso limitate a fenomeni correlati, come il traffico di droga o l’economia sommersa, e non sempre sono replicabili.


Una delle stime più citate, formulata dal Fmi nel 1998 e basata su opinioni di esperti e analisi non pubblicate, ha ipotizzato un valore annuale del riciclaggio a livello mondiale compreso tra il 2% e il 5% del Pil globale. (fonte immagine: Uif).

Lavoro, Calderone: disoccupazione più bassa dal 2004, è un dato storico

Lavoro, Calderone: disoccupazione più bassa dal 2004, è un dato storicoRoma, 7 gen. (askanews) – “La stima diffusa oggi da Istat rileva il tasso di disoccupazione più basso dal 2004 e ormai strutturalmente inferiore alla media europea. Un risultato storico che il Governo Meloni può rivendicare con orgoglio. C’è da fare ancora tanto per l’occupazione femminile e soprattutto giovanile, ma il dato dell’Istat ci mostra anche come crescano i rapporti di lavoro stabili e diminuiscano quelli a tempo determinato. Sono numeri da analizzare con attenzione, per andare avanti con rinnovata fiducia e con misure sempre più attente a chi lavora e a chi produce”. Lo afferma in una nota il ministro del Lavoro, Marina Calderone.

Gas, possibili aumenti tra 9-10% per le bollette delle famiglie

Gas, possibili aumenti tra 9-10% per le bollette delle famiglieRoma, 7 gen. (askanews) – “L’andamento dei prezzi del gas in questo momento, che è in particolare quello più osservato nella situazione e che trascina i prezzi dell’energia elettrica, è relativamente stabile dopo essere cresciuto abbastanza e siamo arrivati intorno ai 50 euro per megawattora. Adesso sono un po’ scesi, proprio per effetto di quest’ultimo annuncio legato alla chiusura delle transazioni del trasporto del gas attraverso l’Ucraina. Quindi ci aspettiamo certamente una situazione delicata, non delle crescite confrontabili con quelle che sperimentammo nel 2022 con forse dei prezzi ben oltre i 100 euro al megawattora o anche più alto, con una situazione che naturalmente dipende dall’inverno, perché è un indicatore forte di consumo, che noi possiamo un po’ controbilanciare con un po’ di attenzione al consumo”. Lo ha sottolineato il presidente di Arera, (l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente ), Stefano Besseghini, in una intervista a Rtl 102.5 spiegando che potrebbero esserci aumenti tra il 9 e il 10% per le bollette del gas per la famiglia tipo.


Per Besseghini fare delle previsioni per il 2025 è “un po’ difficile”. “Dipende da quanto una persona consuma – ha spiegato il presidente dell’Autorità – e da come va la situazione, quindi poi ci si attacca a dei valori che sono difficilmente riproducibili. Se teniamo conto che la nostra spesa è scorrevole, come la definiamo noi, quella che simula l’andamento della famiglia tipo, in realtà conosce degli andamenti relativamente stabili rispetto allo scorso anno, se la proiettiamo in avanti, ci sarà un incremento probabilmente del 9/10%, ma sono previsioni difficili da fare ex ante”.

L’inflazione aumenta nell’eurozona per il terzo mese consecutivo

L’inflazione aumenta nell’eurozona per il terzo mese consecutivoRoma, 7 gen. (askanews) – Nuova accelerazione dell’inflazione media nell’area euro: a dicembre la crescita dei prezzi al consumo su base annua si è rafforzata al 2,4%, dal 2,2% registrato a novembre. Lo riporta Eurostat con la sua stima preliminare, secondo cui tra novembre e dicembre i prezzi, al netto della stagionalità, sono aumentati dello 0,4%.


Il livello dell’inflazione nell’eurozona si sta così ulteriormente allontanando dall’obiettivo ufficiale della Bce, che punta ad un carovita al 2% per l’area euro. Dicembre è il terzo mese consecutivo di rafforzamento. Tuttavia questa deviazione era attesa e secondo l’istituzione – il cui obiettivo di inflazione riguarda periodi ragionevolmente lunghi, non un singolo o pochi mesi – dovrebbe rientrare nella seconda metà dell’anno. Tant’è che generalmente è previsto che la Bce prosegua la sua manovra di tagli dei tassi di interesse, il prossimo Consiglio direttivo operativo in tal senso si svolgerà il 30 gennaio.


Tornando ai dati di Eurostat, l’inflazione di fondo, l’indice depurato da alimentari, alcolici tabacchi e energia, ha visto la dinamica di crescita su base annua restare invariata al 2,7%, con un aumento dei prezzi dello 0,5% in un mese. Guardando agli aumenti dei prezzi su base mensile, il maggior incremento riguarda i servizi, con un più 0,8%, in questo caso il tasso di crescita su base annua è salito al 4%, dal 3,9% di novembre. Si tratta di un raggruppamento che da mesi la Bce sta monitorando, dato il persistere di livelli di rincari superiori alla media.


L’energia ha registrato un rafforzamento dei prezzi dello 0,6% tra novembre e dicembre. E il tasso di variazione su base annua è tornato positivo, seppure marginalmente, per lo 0,1%, dopo molti mesi di valori negativi, a novembre aveva segnato un meno 2%. Secondo gli economisti di Ing questi sviluppi faranno mantenere alla Bce un approccio cauto nel suo percorso di riduzione dei tassi. “Continuiamo ad attenderci che prosegua con i tagli -scrivono in una nota di analisi – m è improbabile che il ritmo della riduzione acceleri”.

Inflazione eurozona sale per terzo mese consecutivo, dicembre 2,4%

Inflazione eurozona sale per terzo mese consecutivo, dicembre 2,4%Roma, 7 gen. (askanews) – Nuova accelerazione dell’inflazione media nell’area euro: a dicembre la crescita dei prezzi al consumo su base annua si è rafforzata al 2,4%, dal 2,2% registrato a novembre. Lo riporta Eurostat con la sua stima preliminare, secondo cui tra novembre e dicembre i prezzi, al netto della stagionalità, sono aumentati dello 0,4%.


Il livello dell’inflazione nell’eurozona si sta così ulteriormente allontanando dall’obiettivo ufficiale della Bce, che punta ad un carovita al 2% per l’area euro. Dicembre è il terzo mese consecutivo di rafforzamento. Tuttavia questa deviazione era attesa e secondo l’istituzione – il cui obiettivo di inflazione riguarda periodi ragionevolmente lunghi, non un singolo o pochi mesi – dovrebbe rientrare nella seconda metà dell’anno. Tant’è che generalmente è previsto che la Bce prosegua la sua manovra di tagli dei tassi di interesse, il prossimo Consiglio direttivo operativo in tal senso si svolgerà il 30 gennaio.


Tornando ai dati di Eurostat, l’inflazione di fondo, l’indice depurato da alimentari, alcolici tabacchi e energia, ha visto la dinamica di crescita su base annua restare invariata al 2,7%, con un aumento dei prezzi dello 0,5% in un mese. Guardando agli aumenti dei prezzi su base mensile, il maggior incremento riguarda i servizi, con un più 0,8%, in questo caso il tasso di crescita su base annua è salito al 4%, dal 3,9% di novembre. Si tratta di un raggruppamento che da mesi la Bce sta monitorando, dato il persistere di livelli di rincari superiori alla media.


L’energia ha registrato un rafforzamento dei prezzi dello 0,6% tra novembre e dicembre. E il tasso di variazione su base annua è tornato positivo, seppure marginalmente, per lo 0,1%, dopo molti mesi di valori negativi, a novembre aveva segnato un meno 2%. Secondo gli economisti di Ing questi sviluppi faranno mantenere alla Bce un approccio cauto nel suo percorso di riduzione dei tassi. “Continuiamo ad attenderci che prosegua con i tagli -scrivono in una nota di analisi – m è improbabile che il ritmo della riduzione acceleri”.

Secondo l’Istat la disoccupazione è ai minimi, cala al 5,7%

Secondo l’Istat la disoccupazione è ai minimi, cala al 5,7%Roma, 7 gen. (askanews) – Disoccupazione ai minimi. A novembre 2024 il numero di persone in cerca di lavoro diminuisce (-1,6%, pari a -24mila unità) per le donne e i 25-49enni, mentre aumenta nelle altre classi di età e, seppur lievemente, anche tra gli uomini. Il tasso di disoccupazione scende al 5,7% (-0,1 punti), quello giovanile sale al 19,2% (+1,4 punti).


Il numero di inattivi aumenta (+0,2%, pari a +23mila unità) per gli uomini e gli under 35, diminuisce nelle altre classi d’età ed è sostanzialmente stabile tra le donne. Il tasso di inattività sale al 33,7% (+0,1 punti). Rispetto a novembre 2023, diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro (-23,9%, pari a -459mila unità) e cresce quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+2,6%, pari a +323mila).

Inflazione, Istat: nel 2024 cala all’1% per marcata discesa energetici

Inflazione, Istat: nel 2024 cala all’1% per marcata discesa energeticiRoma, 7 gen. (askanews) – Nella media 2024, la crescita tendenziale dei prezzi al consumo si attesta all’1%, in forte calo rispetto al +5,7% del 2023. Lo ha reso noto l’Istat spiegando che la “netta attenuazione dell’inflazione nell’anno appena concluso è per lo più imputabile alla marcata discesa dei prezzi dei Beni energetici (-10,1% da +1,2% del 2023)”.


Anche nel settore alimentare si assiste a un rapido ridimensionamento della dinamica dei prezzi (+2,3% da +9,8%) che tuttavia resta ben al di sopra del tasso di inflazione. Nel 2024, l’inflazione di fondo si ferma a +2% (da +5,1% del 2023). A dicembre, il trascinamento dell’inflazione al 2025 è +0,3%.

Bce: le misure di spesa del Pnrr possono alzare il Pil dell’Italia di 1,4% nel 2026

Bce: le misure di spesa del Pnrr possono alzare il Pil dell’Italia di 1,4% nel 2026Roma, 7 gen. (askanews) – L’attuazione delle misure di spesa del Piano nazionale di ripresa e resilienza dovrebbe assicurare all’Italia un Pil dell’1,4% più elevato nel 2026 e l’effetto positivo dovrebbe trascinarsi anche nei prossimi anni, con uno 0,7% in più in termini del Pil nel 2031, senza contare gli effetti delle riforme collegate al piano. Sono le previsioni della Banca centrale europea, che oggi ha pubblicato uno aggiornamento previsionale a quattro dal lancio di Next Generation Eu.


In generale, secondo l’istituzione di Francoforte il programma avrà un impatto positivo sui livelli di crescita dell’area euro sul lungo termine, mentre l’effetto sull’inflazione sarà relativamente contenuto. Tuttavia “l’impatto positivo dovrebbe materializzarsi più tardi di quanto inizialmente previsto ed è sottoposto a rischi al ribasso”, avverte la Bce. Un elemento chiave, si legge, è l’effettiva attuazione delle misure previste. L’istituzione fornisce delle previsioni sull’eurozona, sull’Italia e sulla Spagna, i due paesi che hanno ottenuto il maggior quantitativo assoluto di fondi da questo programma. Data la difficoltà di effettuare stime, oltre al livello medio previsto la Bce fornisce anche delle forchette previsionali: per l’Italia l’effetto positivo di NextGenEu potrebbe variare tra l’1,9% e l’1,3% in termini di Pil nel 2026 e tra l’1,5% è lo 0,6% nel 2031.


Guardando all’area euro la Bce si attende che sulla base delle misure di spesa il Pil risulti aumentato dello 0,5% (forchetta 0,5-0,8) nel 2026 e dello 0,3% nel 2031 (forchetta 0,6-0,2). Aggiungendo gli effetti delle riforme il Pil dell’area dovrebbe risultare tra lo 0,4% e lo 0,9% più alto nel 2026 e tra lo 0,8% e l’1,2% nel 2031. La Bce riporta che queste previsioni risultano più basse di quanto essa stessa aveva previsto nel corso di un esercizio effettuato a inizio 2022. “Questa revisione al ribasso riflette ampiamente i ritardi nell’attuazione dei Pnrr”, afferma lo studio. Ritardi che a loro volta derivano prevalentemente da difficoltà burocratiche e amministrative e dalle ripercussioni dello shock sui prezzi dell’energia, seguito alla guerra tra Russia e Ucraina.

Pnrr, Bce: misure spesa possono alzare Pil Italia di 1,4% nel 2026

Pnrr, Bce: misure spesa possono alzare Pil Italia di 1,4% nel 2026Roma, 7 gen. (askanews) – L’attuazione delle misure di spesa del Piano nazionale di ripresa e resilienza dovrebbe assicurare all’Italia un Pil dell’1,4% più elevato nel 2026 e l’effetto positivo dovrebbe trascinarsi anche nei prossimi anni, con uno 0,7% in più in termini del Pil nel 2031, senza contare gli effetti delle riforme collegate al piano. Sono le previsioni della Banca centrale europea, che oggi ha pubblicato uno aggiornamento previsionale a quattro dal lancio di Next Generation Eu.


In generale, secondo l’istituzione di Francoforte il programma avrà un impatto positivo sui livelli di crescita dell’area euro sul lungo termine, mentre l’effetto sull’inflazione sarà relativamente contenuto. Tuttavia “l’impatto positivo dovrebbe materializzarsi più tardi di quanto inizialmente previsto ed è sottoposto a rischi al ribasso”, avverte la Bce. Un elemento chiave, si legge, è l’effettiva attuazione delle misure previste. L’istituzione fornisce delle previsioni sull’eurozona, sull’Italia e sulla Spagna, i due paesi che hanno ottenuto il maggior quantitativo assoluto di fondi da questo programma. Data la difficoltà di effettuare stime, oltre al livello medio previsto la Bce fornisce anche delle forchette previsionali: per l’Italia l’effetto positivo di NextGenEu potrebbe variare tra l’1,9% e l’1,3% in termini di Pil nel 2026 e tra l’1,5% è lo 0,6% nel 2031.


Guardando all’area euro la Bce si attende che sulla base delle misure di spesa il Pil risulti aumentato dello 0,5% (forchetta 0,5-0,8) nel 2026 e dello 0,3% nel 2031 (forchetta 0,6-0,2). Aggiungendo gli effetti delle riforme il Pil dell’area dovrebbe risultare tra lo 0,4% e lo 0,9% più alto nel 2026 e tra lo 0,8% e l’1,2% nel 2031. La Bce riporta che queste previsioni risultano più basse di quanto essa stessa aveva previsto nel corso di un esercizio effettuato a inizio 2022. “Questa revisione al ribasso riflette ampiamente i ritardi nell’attuazione dei Pnrr”, afferma lo studio. Ritardi che a loro volta derivano prevalentemente da difficoltà burocratiche e amministrative e dalle ripercussioni dello shock sui prezzi dell’energia, seguito alla guerra tra Russia e Ucraina.