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Saldi, vademecum del Codacons contro le false informazioni

Saldi, vademecum del Codacons contro le false informazioniRoma, 4 gen. (askanews) – Vademecum del Codacons contro false credenze, leggende metropolitane e informazioni false che ogni anno confondono i consumatori in occasione dei saldi invernali, rendendo più difficile la tutela dei propri diritti. Con un comunicato l’associazione diffonde una “guida anti-fake news” per aiutare i consumatori che faranno acquisti durante i saldi invernali e garantire loro le informazioni necessarie per fare acquisti in tutta sicurezza.


“Niente resi o cambi durante i saldi”. Falso: il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso (anche se dichiara il contrario), e se il cambio non è possibile si ha diritto alla restituzione dei soldi (non a un buono). “Nel periodo dei saldi niente altri sconti o promozioni”. Falso: non è vietato fare offerte separate (per esempio, sulle rimanenze di magazzino), ma questi articoli devono essere proposti separatamente, così come quelli non scontati.


“Niente garanzia sui prodotti in saldo”. Falso: la garanzia legale c’è anche sui prodotti in saldo e ha durata di due anni. “I prodotti in saldo devono riportare solo lo sconto”. Falso: ora è necessario esporre il cartellino che indica il prezzo più basso applicato nei 30 giorni antecedenti l’inizio dei saldi, quello nuovo e il valore percentuale dello sconto.


“Le informazioni sul cartellino non sono vincolanti”. Falso: le cifre indicate sono vincolanti, prosegue il Codacons, alla cassa non può essere richiesto un prezzo diverso e non può essere applicato uno sconto inferiore. “Qualsiasi prodotto può finire in saldo”. Falso: le vendite devono essere realmente di fine stagione, la merce in saldo non può comprendere fondi di magazzino. E i prodotti in saldo devono essere separati dagli altri, non mescolati.


“Se il prodotto è esaurito c’è il buono”. Falso: se il prodotto comprato è andato esaurito il cliente ha diritto alla restituzione dei soldi spesi, e non è obbligato ad accontentarsi di un buono-acquisto. “I capi devono sempre essere provati”. Falso: non c’è nessun obbligo. I capi e gli accessori in saldo possono essere provati, a meno che il commerciante non indichi il contrario (ma meglio diffidare di chi non concede la prova dei capi in saldo). “Si può pagare solo in contanti”. Falso: tutti i commercianti sono tenuti ad accettare i pagamenti effettuati attraverso carte di pagamento, per qualsiasi importo, anche durante i saldi. “Gli sconti maggiori sono sempre i più convenienti”. Falso: alcuni operatori applicano sconti eccessivi, annunciati come “sensazionali”, pari o superiori al 60%. La spiegazione, però, è tutt’altro che “sensazionale”: si tratta di prezzi originari gonfiati per farli apparire più convenienti. “Per tutelarsi basta conservare lo scontrino”. Falso: la scelta migliore è quella di fotocopiarlo (tende a sbiadire dopo pochi mesi), e conservarlo insieme alla (eventuale) garanzia.

Giorgetti ministro delle Finanze dell’anno, secondo The Banker

Giorgetti ministro delle Finanze dell’anno, secondo The BankerRoma, 4 gen. (askanews) – Giancarlo Giorgetti è stato nominato “ministro delle Finanze dell’anno” da The Banker, periodico di analisi del Financial Times. Secondo la testata britannica Giorgetti “si è guadagnato rispetto per i suoi tentativi di ridurre il crescente deficit dell’Italia e sostenere gli investimenti pubblici, con un piano di lungo termine per ridurre l’elevato rapporto debito/Pil del paese”.


Secondo The Banker, in generale fare il ministro dell’Economia in Italia “è un compito ingrato”, dato che i problemi che affliggono il Paese sono su più versanti, dalla bassa crescita alla ridotta produttività, assieme all’alta evasione fiscale e uno dei maggiori indebitamenti pubblici del mondo.”Questo spiega perché molti governi hanno finito per nominare tecnici. Giorgetti, in carica dal 2022 è una eccezione rilevante – si legge -: è un veterano della politica, considerato un moderato e un esponente relativamente pro europeo della Lega”. “È rapidamente emerso come una voce pragmatica in un governo che secondo i critici è spesso troppo vicino alla retorica populista – dice ancora The Banker -. E le sue note capacità di networking, frutto di una lunga esperienza politica, sono risultate utili nel ruolo di ministro delle Finanze”.

Codice della strada, il Mit: avvocati al lavoro contro falsità e dati fake

Codice della strada, il Mit: avvocati al lavoro contro falsità e dati fakeRoma, 4 gen. (askanews) – Alla luce dei dati ufficiali ribaditi oggi dalla Polizia Stradale, che fornisce una statistica basata sugli stessi criteri del passato e che certifica un calo degli incidenti rispetto al Capodanno dello scorso anno, sono in corso approfondimenti legali per valutare ogni possibile iniziativa a tutela delle istituzioni e dell’impegno delle Forze dell’ordine. Lo afferma il ministero di Infrastrutture e trasporti con una nota, dopo il dibattito seguito all’entrata in vigore del nuovo Codice della strada.


“È sconcertante la diffusione di dati da parte di soggetti non istituzionali e quindi sprovvisti di cifre ufficiali e verificate, mentre continua una campagna giornalistica basata su fake news – aggiunge il Mit -: ieri sulle inesistenti novità a proposito dei limiti al consumo di alcol, oggi contro le forze dell’ordine e i dati sugli incidenti”.

Tre italiani su quattro hanno speso troppo tra Natale e Capodanno

Tre italiani su quattro hanno speso troppo tra Natale e CapodannoRoma, 4 gen. (askanews) – Tre italiani su 4 dichiarano di aver speso troppo tra Natale e Capodanno e vogliono risparmiare, visti gli aumenti del costo della vita e i rincari già annunciati per il 2025, a partire dalla bolletta energetica che con un +30% spingerà in alto i costi di produzione, il carrello della spesa e taglierà potere d’acquisto agli italiani che hanno cercato tutte le modalità di risparmio possibile: dagli acquisti in occasione del Black Friday, ai saldi per i quali si spenderanno complessivamente circa 5 miliardi, oltre al riciclo dei regali ricevuti a Natale che valgono una contro spesa di 3,4 miliardi di euro. Lo afferma Confcooperative, in base ai risultati di una ricerca diffusa in vista dell’Epifania.


Saranno 2 italiani su 3 a fare regali per l’Epifania, per una spesa complessiva di 2,3 miliardi in linea con la spesa dello scorso anno. La Befana si conferma essere una festa per i bambini, prosegue l’associazione con un comunicato, tra i regali a farla da padrone saranno i giocattoli che predominano al Sud secondo il 65% degli intervistati nelle regioni del mezzogiorno. Calze piene di dolci, cioccolato ma anche carbone prodotto con zucchero italiano al Centro per il 45% del campione. Al Nord invece vince l’abbigliamento per il 51%. In crescita le vacanze con poco più di 7 milioni di italiani in viaggio, 7 su 10 di loro hanno scelto l’Italia. Confcooperative segnala però le festività hanno acuito le difficoltà per i circa 10 milioni di italiani in povertà, oltre al forte malcontento del ceto medio che vede ridotto il proprio potere d’acquisto a causa del caro vita.

IA, Microsoft investirà 80 miliardi su centri dati e sviluppo nel 2025

IA, Microsoft investirà 80 miliardi su centri dati e sviluppo nel 2025Roma, 4 gen. (askanews) – Per l’anno fiscale 2025 Microsoft è intenzionata a investire “approssimativamente 80 miliardi di dollari sulla costruzione di centri dati sull’intelligenza artificiale, per sviluppare modelli e applicazioni basate sul cloud nel mondo”. Lo ha affermato Brad Smith, vicepresidente del Cda e presidente di Microsoft in un articolo sul blog della società.


“Oltre metà di questi investimenti riguarderà gli Stati Uniti – ha precisato – a riflesso del nostro impegno nel Paese e della nostra fiducia sull’economia statunitense”. Smith, nell’articolo, inizia augurando il benvenuto al nuovo presidente Usa, in vista dell’insediamento di Donald Trump. E sostiene che le attuali innovazioni hanno un potenziale di rafforzamento dell’economia del paese analogo a quello dell’elettricità. “Sotto molti aspetti, l’intelligenza artificiale è l’elettricità dei nostri tempi – scrive Smith – e i prossimi quattro anni possono costruire le fondamenta per il successo economico americano del prossimo quarto di secolo”.

Saldi al via in tutte le Regioni, 1 famiglia su 2 indecisa su acquisti

Saldi al via in tutte le Regioni, 1 famiglia su 2 indecisa su acquistiRoma, 4 gen. (askanews) – I saldi entrano nel vivo. Dopo l’anticipo delle Valle D’Aosta, partita il 2 gennaio, si aprono oggi in tutta Italia le vendite di fine stagione. E quest’anno il primo weekend – il periodo più importante per i saldi invernali – si allunga di un giorno grazie all’Epifania, che cade lunedì. Un “mini ponte” che secondo Confesercenti favorisce lo shopping: tra sabato 4 e lunedì 6 gennaio saranno infatti circa 8 milioni gli italiani che approfitteranno delle vendite di fine stagione per acquistare almeno un prodotto con lo sconto.


Con un comunicato, l’associazione illustra le sue stime sulla base di un sondaggio somministrato da IPSOS a un campione di consumatori tra i 18 ed i 65 anni. A programmare un giro tra le vetrine in questi tre giorni è infatti il 49% degli italiani che si sono detti interessati ai saldi: il 31% lo farà oggi, il 10% domenica e l’8% nella giornata dell’Epifania il 6 gennaio, mentre il resto non ha ancora pianificato quando acquisterà o lo farà in un periodo successivo. I saldi si confermano l’evento promozionale più apprezzato: il 53% degli intervistati ritiene i saldi l’appuntamento più conveniente e utile, mentre solo il 20% indica il Black Friday. Il 59% degli interessati ha inoltre già stabilito un budget di circa 218 euro a famiglia, ma la cifra potrebbe crescere ulteriormente anche grazie agli acquisti non programmati: complessivamente, afferma Confesercenti, sono stati infatti quasi uno su due – il 46% – gli intervistati che hanno dichiarato di aver già deciso di acquistare almeno un prodotto durante questi saldi, ma c’è un ulteriore 50% che valuterà le offerte per decidere se comprare.


Secondo l’associaizone si farà shopping sia online che offline, ma otto su dieci (81%) sceglieranno i negozi per almeno un acquisto, contro il 54% che comprerà un prodotto online. I prodotti moda più desiderati per questi saldi sono maglioni e felpe, indicati dal 51% di chi ha previsto di acquistare. Seguono, a brevissima distanza, le calzature (49% delle segnalazioni) e poi – ben più staccati – gonne e pantaloni (31%), con un interesse forte per jeans e denim, e maglie e top (30%). Nella lista dei desideri ci sono anche intimo (28%), camicie e camicette (22%), borse (21%) e i capispalla – giubbotti, cappotti e piumini – sempre al 21%. Poi accessori (18%) e abiti e completi (17%); c’è anche una quota del 13% in cerca di cinture, cui si aggiunge un ulteriore 13% alla ricerca di piccola pelletteria (portafogli, portacarte, etc..) e un gruppo delle stesse dimensioni che si orienterà invece sulla biancheria per la casa.

Agricoltura, Rota (Fai-Cisl): sì al lavoro oltre età pensionabile

Agricoltura, Rota (Fai-Cisl): sì al lavoro oltre età pensionabileRoma, 3 gen. (askanews) – Dare la possibilità agli italiani di allungare il periodo lavorativo oltre l’età pensionabile, anche in alcuni settori come l’agricoltura, è uno “strumento necessario”. Lo ha detto il segretario generale della Fai-Cisl, Onofrio Rota, commentando un report dell’osservatorio Enpaia-Censis. “I lavoratori agricoli – ha detto Rota ad Askanews – hanno la necessità di lavorare oltre il requisito pensionistico, perché in questo settore si esce dal lavoro con l’assegno sociale o poco più. C’è, dunque, la necessità di lavorare più a lungo. Per le altre professioni la scelta di restare al lavoro oltre l’età pensionabile è un’opportunità utile, buona. E a volte si conservano anche buone professionalità, che possono affiancare percorsi di cambi generazionali. Noi, per esempio, li gestiamo già dentro alcune aziende, dove vengono allungati percorsi in uscita per permettere e facilitare i cambi generazionali sull’apprendimento di nuove conoscenze nei luoghi di lavoro”. Nel settore agricolo la propensione all’autotutela previdenziale è più forte che in altri comparti, proprio alla luce di pensioni mediamente basse. “Il tema della pensione integrativa è di estrema attualità – ha affermato il numero uno della Fai – il sistema previdenziale pubblico deve essere affiancato da un sistema di pensione complementare, in quanto oggi un lavoratore attivo rischia di vivere un domani una vita da pensionato povero. Quindi, ha la necessità di integrare e di utilizzare il Tfr per costruire una previdenza complementare”. Nell’industria alimentare “questo sistema è ormai consolidato, in generale in tutta l’industria è uno strumento praticato – ha proseguito Rota – lo è meno nel settore agroalimentare o per meglio dire agricolo. Ultimamente, stiamo cercando di introdurre il silenzio-assenso per gli impiegati agricoli. Ma dovremmo fare ancora molto di più per gli operai agricoli. E’ necessario costruire un percorso di maggiore consapevolezza. Bisogna tener presente che, oggi, un lavoratore discontinuo, che lavora in agricoltura come stagionale, rischia di vedere più conveniente la pensione riconosciuta per vecchiaia, la pensione sociale, che non la pensione contributiva, perché non ce la farà mai a costruirsi una pensione contributiva adeguata. Offrire la possibilità di costruire una pensione complementare può aiutarlo a vivere una terza età in maniera molto più adeguata”. In agricoltura la carenza di manodopera è un problema e in futuro la situazione peggiorerà. Garantire flussi regolari di migranti sarà sempre più necessario. “Quello dei migranti è un tema che affrontiamo ogni anno – ha poi dichiarato Rota – ci sono lavori nel nostro Paese che non vengono svolti da lavoratori italiani. In agricoltura su un milione di lavoratori 350mila sono immigrati. Nel 2030 i migranti saranno il 50% dei lavoratori agricoli. La scarsa natalità nel nostro Paese genera un tasso di sostituzione non adeguato per mantenere una forza lavoro adeguata”. Tra cinque anni, “entro il 2030 nel sistema produttivo ci saranno 700mila lavoratori in meno in età da lavoro – ha aggiunto il numero uno della Fai – nel 2040 saranno 4 milioni in meno; nel 2050 si dovrebbe arrivare a 7 milioni in meno. Questo vuol dire una società molto più vecchia con un sistema di welfare da sostenere economicamente e con alcuni settori merceologici che avranno disperatamente bisogno di manodopera. Abbiamo posto l’accento su questo tema, in maniera diversa, con un rapporto che abbiamo intitolato ‘Made in ImmigraItaly’. Il tema dei prossimi anni è come gestiamo i flussi e come favoriamo l’integrazione, l’inclusione di queste persone e come generiamo un lavoro che possa dare stabilità”. Rota ha inoltre ricordato di non aver condiviso la scelta del Governo di allungare di due anni le ricongiunzioni. “Un lavoratore presente in Italia prima aspettava un anno, adesso deve aspettarne due per poter ricongiungersi con la famiglia – ha concluso – alla persona dai stabilità, equilibrio, integrazione e inclusione se gli fai portare la famiglia e lo fai sentire parte di una società. Non ho condiviso quella misura perché non facilita questo percorso. Questo sarà il tema di cui dovranno occuparsi in maniera responsabile sindacati, associazioni imprenditoriali e politica: favorire un’integrazione che non sia vista come invasione, ma come una risorsa buona per il Paese e utile anche per la crescita economica”.

Enpaia-Censis: 70% italiani favorevole a lavorare oltre età pensionamento

Enpaia-Censis: 70% italiani favorevole a lavorare oltre età pensionamentoRoma, 3 gen. (askanews) – In un Paese che invecchia e si riduce a causa della crisi demografica, cambia il rapporto degli italiani con il lavoro e in particolare le aspettative dei giovani, ma cambiano anche le prospettive previdenziali specialmente dei cosiddetti boomer che vorrebbero continuare a lavorare anche oltre l’età di pensionamento. E’ quanto emerge dal secondo report dell’Osservatorio Enpaia-Censis del mondo agricolo nel quale si evidenzia come se da una parte l’innalzamento dell’età di pensionamento viene vissuto nel 65,1% dei casi come “una costrizione alla libertà individuale” (che arriva al 69,6% nella fascia dei 35 ai 64 anni), dall’altra una quota ancora più ampia degli italiani (circa il 70%) afferma che si debba consentire ai pensionati, se vogliono, di continuare a lavorare (percentuale che sfiora l’80% tra gli over 64). Una richiesta – viene sottolineato nel report – coerente con la struttura demografica di una società che invecchiando si fa longeva e che deve essere accompagnata da un sistema integrato e coerente di misure di active ageing, permettendo ai più anziani di essere attivi nei diversi ambiti della sfera sociale, mercato del lavoro incluso, senza che l’età sia un fattore discriminante. Il report, spiega il Direttore Generale di Enpaia, Roberto Diacetti, “fotografa un’Italia dove il 92% degli occupati non disdegnerebbe avere più libertà di scelta per quanto riguarda l’età di pensionamento, con una maggiore flessibilità in uscita dal lavoro, quindi con la possibilità di poter andare in pensione un po prima con delle penalizzazioni ridotte, ma anche di poter restare al lavoro più a lungo, oltre l’età pensionabile”. Ma nel nostro Paese, aggiunge Diacetti, abbiamo un enorme problema costituito da salari troppo bassi che impatta negativamente anche sulle future pensioni oltre che sulla domanda interna. Perciò, conclude il Dg di Enpaia, l’idea di rinunciare a una minima quota di dividendi da parte delle imprese per aumentare le retribuzioni, merita una riflessione seria.

Stellantis, Fim: 2024 anno nero, meno di 500mila veicoli prodotti

Stellantis, Fim: 2024 anno nero, meno di 500mila veicoli prodottiRoma, 3 gen. (askanews) – Il 2024 sarà ricordato come l’anno nero di Stellantis. I dati della produzione in Italia si chiudono negativamente dopo due anni di crescita; segnano un forte dato negativo rispetto all’anno precedente, con una quantità tra autovetture e furgoni commerciali pari a 475.090 unità (-36,8%) contro le 751,384 del 2024. Per la prima volta tutti gli stabilimenti sono in negativo, gli autoveicoli con perdite maggiori rispetto ai veicoli commerciali. Precisamente le auto registrano un -45,7% con 283.090 unità. Per trovare un dato così basso di produzione bisogna spostare le lancette nel 1956. E’ quanto rileva un report della Fim-Cisl presentato in conferenza stampa dal segretario generale Ferdinando Uliano.


I veicoli commerciali con 192.000 unità (-16,6%) hanno avuto una flessione più contenuta in termini percentuali, anche se in termini di volumi l’impatto è consistente e pari ad oltre 38.000 unità. La riduzione della produzione è stato un continuo peggioramento dall’inizio del 2024, raggiungendo cali produttivi nelle auto dal 21% al 70%.

Istat: reddito famiglie III trimestre +0,6%, potere d’acquisto +0,4%

Istat: reddito famiglie III trimestre +0,6%, potere d’acquisto +0,4%Roma, 3 gen. (askanews) – Nel terzo trimestre il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è cresciuto dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dell’1,6%. Lo ha reso noto l’Istat.


La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 9,2%, in diminuzione di 0,8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. A fronte di un aumento dello 0,2% del deflatore implicito dei consumi, il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto rispetto al trimestre precedente dello 0,4%.


“Il potere d’acquisto delle famiglie, pur segnando uno sviluppo più contenuto rispetto ai periodi precedenti, risulta – è il commento dell’Istat – in crescita per il settimo trimestre consecutivo. La propensione al risparmio diminuisce congiunturalmente, ma in termini tendenziali prosegue il suo sentiero di crescita”.