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Imprese, in Italia il numero più alto di imprenditrici in Ue

Imprese, in Italia il numero più alto di imprenditrici in UeRoma, 28 dic. (askanews) – “Nonostante continuiamo ad avere il tasso di occupazione femminile più basso d’Europa, l’Italia presenta, in termini assoluti, il numero più elevato di lavoratrici indipendenti. Nel 2023, le donne italiane in possesso di partita IVA che lavorano come artigiane, commercianti, esercenti o libere professioniste ammontano a 1.610.000, a fronte di 1.433.100 presenti in Francia e 1.294.100 occupate come autonome in Germania”. Lo riferisce l’Ufficio studi della CGIA secondo la quale si tratta di “un record europeo che evidenzia ulteriormente la notevole propensione degli italiani, sia maschi che femmine, all’imprenditorialità”.


Circa il 56 per cento delle donne imprenditrici attive nel nostro Paese è impiegato nel settore dei servizi alla persona (quali parrucchiere, estetiste, tatuatrici, massaggiatrici, pulitintolavanderie, ecc.) e nei servizi alle imprese (in qualità di titolari o socie di agenzie di viaggio, agenzie immobiliari, imprese di pulizie, noleggio di veicoli, agenzie pubblicitarie, fotografe, video maker, studi di commercialisti e consulenti del lavoro), riferisce CGIA. Inoltre, poco meno del 20 per cento opera nel commercio, mentre poco oltre il 10 per cento è attivo nell’Horeca e circa un ulteriore 6 per cento nell’industria, medesima percentuale si riscontra anche nell’agricoltura.

Le misure principali previste dalla manovra

Le misure principali previste dalla manovraRoma, 28 dic. (askanews) – Di seguito le principali misure della manovra approvata oggi. Cuneo fiscale – il taglio del cuneo viene rimodulato e stabilizzato. I dipendenti con reddito fino a 20.000 euro riceveranno un bonus esentasse. Chi guadagna tra 20.000 e 32.000 euro avrà una detrazione fissa di 1.000 euro, oltre i 32.000 euro la detrazione diminuisce gradualmente fino ad azzerarsi a 40mila euro.


Aliquote Irpef e taglio detrazioni – stabilizzata l’imposta a tre aliquote: 23% fino a 28.000 euro, 35% oltre 28.000 e fino a 50.000 euro e 43% oltre i 50.000. Novità per le detrazioni che vengono rimodulate e ridotte per i redditi sopra i 75.000 euro, prevedendo tetti a seconda della composizione del nucleo familiare. Non rientrano nel computo del tetto le spese sanitarie e quelle per i mutui e anche le somme investite in star up e pmi innovative. Ires premiale – taglio dell’aliquota del 4% (dal 24% al 20%) alle imprese che accantonano a riserva l’80% degli utili e che destinano il 30% di questo ammontare a investimenti per l’acquisto di beni strumentali nuovi e comunque non meno del 24% nell’esercizio in corso al 31 dicembre 2023. Gli investimenti non devono, in ogni caso, essere inferiori a euro 20.000. Oltre agli investimenti, per godere dell’agevolazione fiscale le aziende devono anche assumere personale a tempo indeterminato e non fare ricorso alla cassa integrazione.


Banche – è richiesto agli istituti di credito un contributo di 400 milioni di euro per la copertura finanziaria degli sgravi fiscali alle imprese. La misura, in sostanza, per il solo anno 2025 riduce dal 65% al 54% la quota delle perdite pregresse e delle eccedenze risidue dell’Ace da portare in deduzione sul maggior gettito imponibile che emerge per effetto del rinvio delle Dta. Flat tax – si amplia la platea dei lavoratori dipendenti che può usufruirne sulle prestazioni da lavoro autonomo o collaborazioni. La soglia di reddito da lavoro dipendente che consente di applicare la tassa piatta al 15% aumenta da 30.000 a 35.000 euro.


Webtax – si applica solo sulle grandi aziende con un fatturato superiore di 750 milioni di euro. Sono quindi escluse le piccole imprese. Ma salta il secondo requisito, quello dei 5,5 milioni di ricavi prodotti in Italia, che attualmente è in vigore. Cripto attività – la tassazione sulle plusvalenze da cripto attività torna al 26% nel 2025, invece del 42% previsto nel testo originale del ddl di bilancio. L’aliquota aumenta al 33% nel 2026. La misura approvata prevede però che le aliquote si applichino su tutte le plusvalenze, mentre nel ddl di bilancio era prevista una franchigia fino a 2000 euro.


Bonus edilizi – mentre va ad esaurimento il 110%, dal 2025 la detrazione del 50% in dieci anni sulle ristrutturazioni si applicherà soltanto sulla prima casa, fino ad una spesa massima di 96.000 euro. Per gli altri immobili scende al 36%. Nel 2026 e 2027 anche sulla prima casa si applicherà il 36% per ridursi ancora al 30% nel 2028. Incentivi elettrodomestici – previsto un contributo per l’acquisto di elettrodomestici ad alta efficenza, non inferiori alla nuova classe B, prodotti in Europa, con contestuale smaltimento dell’elettrodomestico sostituito. Il contributo è pari al 30 per cento del costo di acquisto e comunque per un importo non superiore a 100 euro per ciascun elettrodomestico, che sale a 200 euro se l’Isee del nucleo familiare dell’acquirente è inferiore a euro 25.000. Sono fuori dall’incentivo le caldaie. Ponte sullo Stretto – le risorse complessive aumentano di 1,5 toccando quota 13,1 miliardi. Pensioni – La principale novità il pensionamento anticipato per coloro che rientranocompletamente nel sistema contributo (ossia che versano i contributi a partire dal 1996). Attualmente si può lasciare il lavoro con 64 anni di età e 20 di contributi, se si raggiunge un assegno pari almeno a tre volte il minimo. Dal prossimo anno resta confermato che si può andare in pensione a 64 anni ma aumenta a 25 anni il requisito contributivo. Inoltre, per raggiungere il trattamento richiesto di 3 volte il minimo può essere utilizzata la rendita maturata con la pensione integrativa. Rai – Stretta sulle consulenze esterne della a partire dal 2025. I costi per le consulenze esterne il prossimo anno non potranno superare quelli sostenuti nel 2023. Nel 2026 la Rai dovrà ridurre i costi per consulenze del 2% rispetto alla media del triennio 2021-2023. Per il 2027 la riduzione è elevata al 4%. Naspi – da gennaio 2025 il lavoratore percepisce la Naspi, l’indennità di disoccupazione, anche se si dimette volontariamente. Deve però essere riassunto e avere almeno 14 settimane di contribuzione dal giorno in cui si è dimesso volontariamente. Stipendi ministri – ministri e sottosegretari non parlamentari e non residenti a Roma possono usufruire dei rimborsi delle spese di trasferta ‘da e per il domicilio o la residenza’ per l’espletamento delle proprie funzioni. Risorse a disposizione 500.000 euro l’anno. Limiti a compensi extra-Ue per i politici – si tratta della cosiddetta norma ‘anti-Renzi’. E’ vietato riceverli per i titolari di cariche di governo, i parlamentari nazionali, presidenti di regione e di province autonome. Questi ultimi, a differenza dei componenti del governo, potranno però chiedere un preventiva autorizzazione agli organi di appartenenza a patto che il compenso percepito non sia superiore a 100mila euro. Fondo Dote Famiglia – è istituito un Fondo presso il Mef con uno stanziamento di 30 milioni di euro per il 2025, da utilizzare per contribuire alle spese per le attività sportive e ricreative dei figli. Il contributo per i figli tra 6 e 14 anni è riconosciuto alle famiglie con Isee pari o inferiore a 15.000 euro. Infermieri e specializzandi – Gli straordinari del personale infermieristico sono tassati ad aliquota agevolata del 5%. Novità anche per gli specializzandi dell’area sanitaria (biologi, farmacisti, odontoiatri, veterinari, psicologi, chimici e fisici) che potranno beneficiare di borse di studio. Molise – per il sistema sanitario della Regione gravato da perdite pregresse significative, vengono stanziati 45 milioni l’anno per il 2025 e il 2026. Fondo legalità – Il fondo utilizzato anche per i ristori degli amministratori dei Comuni vittime di atti intimidatori è incrementato di 5 milioni l’anno per il 2025 e il 2026.

Mps: cooptati 5 nuovi consiglieri, entra Alessandro Caltagirone

Mps: cooptati 5 nuovi consiglieri, entra Alessandro CaltagironeMilano, 27 dic. (askanews) – Il cda di Banca Monte dei Paschi di Siena, ha proceduto, con voto unanime e con il parere positivo del Collegio sindacale, alla nomina per cooptazione di: Alessandro Caltagirone (non indipendente), Elena De Simone (non indipendente), Marcella Panucci (indipendente), Francesca Renzulli (indipendente) e Barbara Tadolini (indipendente). Lo comunica una nota della banca.


Le nomine sono avvenute a seguito delle dimissioni rassegnate da cinque consiglieri indipendenti, indicati nella lista del Ministero dell’Economia presentata il 27 marzo 2023. I nuovi consiglieri rimarranno in carica sino alla prossima assemblea dei soci. Il socio Francesco Gaetano Caltagirone – titolare del 5% circa del capitale della banca – ottiene quindi due posti con l’ingresso del figlio Alessandro Caltagirone e di Elena De Simone (Vianini). Indipendenti gli altri consiglieri cooptati, tutte donne: l’ex dg di Confindustria Marcella Panucci, Francesca Renzulli, oggi General Counsel di Prima Assicurazioni, e Barbara Tadolini, presidente del collegio sindacale di Enel.


In considerazione dei mutamenti occorsi nell’assetto azionario della banca, per effetto della progressiva riduzione della partecipazione detenuta dal Mef, la selezione dei nominativi dei nuovi consiglieri da parte del Comitato nomine – spiega Mps – è avvenuta a seguito di un apposito processo di interlocuzione con alcuni dei nuovi soci della banca e con il supporto della società di Executive Search Spencer Stuart. Il comitato nomine ha ravvisato l’opportunità di far svolgere l’interlocuzione al presidente, in linea con la politica di dialogo con gli azionisti, nell’interesse della banca e mediante un processo che possa essere sostenuto dall’azionariato in occasione della prossima assemblea chiamata ad esprimersi sulla conferma dei consiglieri cooptati. La banca procederà nei termini di legge alla verifica dei requisiti dei consiglieri cooptati, in ossequio alla normativa vigente. Il Comitato Parti Correlate è stato integrato con l’inserimento dei Consiglieri Paola De Martini (presidente) e Renato Sala che si aggiungono alla consigliera Alessandra Barzaghi.

Manovra, commissione conclude esame. In Aula Senato senza relatore

Manovra, commissione conclude esame. In Aula Senato senza relatoreRoma, 27 dic. (askanews) – La Commissione bilancio del Senato ha concluso l’esame della manovra senza aver votato gli oltre 800 emendamenti e 60 ordini del giorno depositati. Il testo va quindi in Aula questo pomeriggio alle 14 senza mandato al relatore. Attesa la richiesta di fiducia da parte del governo che sarà votata domattina. Nel frattempo, il relatore della manovra in Commissione bilancio del Senato, Guido Liris (FdI), ha annunciato di essersi dimesso vista l’impossibilità di poter lavorare sul provvedimento in Commissione per i tempi strettissimi rimasti a Palazzo Madama per la seconda lettura. “Ho chiesto al Presidente di Commissione di farsi mediatore perché non ci sia più la singola lettura parlamentare e perché si torni alla doppia lettura” ha detto aggiungendo che “è questa una volontà della maggioranza. Si deve tornare alla doppia lettura che dal 2018 non èstata più fatta”.


Fgl

Media, si vendono sempre meno quotidiani e non c’è stato il decollo del digitale

Media, si vendono sempre meno quotidiani e non c’è stato il decollo del digitaleRoma, 27 dic. (askanews) – La crisi dell’editoria quotidiana prosegue anche nei primi nove mesi del 2024. In media, nel periodo gennaio-settembre 2024, giornalmente, sono state vendute 1,29 milioni di copie, in flessione su base annua del 9,4% e del 30,0% rispetto al corrispondente periodo del 2020. E’ quanto emerge dall’osservatorio sulle comunicazioni dell’Agcom. Suddividendo la distribuzione tra testate nazionali e locali, nel confronto con i primi nove mesi del 2023 i quotidiani nazionali hanno registrato una riduzione leggermente inferiore rispetto a quelli locali (-9,2% vs -9,8%). Tendenza che si conferma anche con riferimento all’intero periodo analizzato (2020-2024), con le testate nazionali che riducono le vendite del 29,0% mentre i quotidiani locali registrano, corrispondentemente, un più accentuata flessione del 31,3%. Le copie vendute giornalmente in formato cartaceo (1,10 milioni) su base annua si sono ridotte del 9,4% (risultavano pari a 1,22 milioni nel 2023) e del 32,8% rispetto al 2020 (quando ne venivano vendute giornalmente 1,64 milioni di copie). Il “Corriere della Sera” risulta la principale testata con il 13,1%, seguita da “La Repubblica” (7,1%), “La Gazzetta dello Sport” (5,9%) e “La Stampa” (4,9%). La scarsa attrattiva dei quotidiani venduti in formato digitale si conferma anche con riferimento ai dati dei primi nove mesi dell’anno, con una media di circa 190 mila copie giornaliere.


La vendita di copie digitali è maggiormente concentrata rispetto a quella cartacea: nel 2024, le prime cinque testate del segmento digitale (“Corriere della Sera”, “Il Sole 24Ore”, “La Repubblica”, “Il Fatto quotidiano” e “La Stampa”), infatti, rappresentano poco meno del 60% delle copie complessivamente vendute. Il corrispondente valore per la versione cartacea (in questo caso i primi cinque quotidiani sono il “Corriere della Sera”, “La Gazzetta dello Sport”, “La Repubblica”, “Avvenire” e “La Stampa” e) è invece pari al 34,0%. In relazione ai diversi “generi” editoriali, i principali cinque quotidiani a diffusione nazionale considerati “generalisti” (in ordine di diffusione: “Corriere della Sera”, “La Repubblica”, “La Stampa”, “Avvenire” e “Il Messaggero”), nei primi nove mesi del 2024 hanno registrato una flessione nella vendita di copie cartacee pari all’8,5% rispetto ai corrispondenti volumi del 2023 (tale flessione si amplia al 35,2% con riferimento al 2020). Stabili su base annua risultano le vendite giornaliere di copie in formato digitale mentre crescono del 10,0% rispetto al 2020. Va osservato che tutte le altre categorie individuate (“altri quotidiani nazionali generalisti”, “testate a diffusione regionale o pluriregionale”, “quotidiani di informazione economica” e quelli “sportivi”) hanno registrato su base annua una riduzione nella vendita giornaliera di copie digitali (in media del 15,6%).

Consumi, Confesercenti: spesi 9 mld tra tavola, regali e viaggi

Consumi, Confesercenti: spesi 9 mld tra tavola, regali e viaggiRoma, 27 dic. (askanews) – Da venerdì 20 dicembre ad oggi sono stati spesi, tra prodotti alimentari, regali e viaggi circa 9 miliardi di euro. Lo scrive Confesercenti che traccia un primo bilanio delle spese di Natale.


Bene le attività commerciali di vicinato, con il 78% delle imprese associate che segnala vendite in ripresa rispetto alla settimana precedente. Gli acquisti alimentari sono stati trainati soprattutto da cene e pranzi domestici: oltre l’80% degli italiani ha trascorso 24 e 25 dicembre a casa propria o di parenti.


“Ora l’auspicio delle imprese – spiega Confesercenti – è che l’accelerazione dei consumi duri fino a San Silvestro: un buon andamento delle vendite nei giorni immediatamente antecedenti al Natale, infatti, segnala spesso un ultimo dell’anno all’insegna dei migliori risultati. E, stando alle aspettative degli esercenti del settore moda, l’avvio dei saldi potrebbe segnare una decisa affermazione delle vendite effettuate presso le attività del territorio”.

Borsa, Wall Street apre in calo, S&P500 -0,3%, Dj -0,3%

Borsa, Wall Street apre in calo, S&P500 -0,3%, Dj -0,3%

Roma, 26 dic. (askanews) – Apertura in calo per il mercato azionario statunitense con la ripresa delle contrattazioni dopo le festività natalizie. L’indice S&P 500 è sceso dello 0,3%, come anche il Nasdaq, fortemente tecnologico e il Dow Jones Industrial Average, tutti in calo nella stessa misura.


I mercati sembrano così in difficoltà nel tentativo di estendere l’inizio del “rally di Babbo Natale”, che era iniziato con un netto rialzo martedì. Tutti e tre i principali indici erano saliti di circa l’1%. L’S&P 500 e il Nasdaq Composite si erano avvicinati ai loro record dopo aver recuperato i guadagni da un crollo alimentato dalla Fed la scorsa settimana. Mentre Wall Street torna a passo lento dopo la pausa natalizia, la pubblicazione normalmente di routine delle richieste settimanali di disoccupazione ha attirato più attenzione del solito, come unico pezzo del puzzle occupazionale in programma questa settimana.


I dati del Dipartimento del Lavoro pubblicati prima dell’apertura del mercato hanno mostrato che le richieste di disoccupazione settimanali sono scese a 219.000 rispetto alle aspettative di 223.000. Tuttavia, le richieste in corso sono balzate a 1,19 milioni nella settimana conclusasi il 14 dicembre, al livello più alto da novembre 2021, in un altro segno di raffreddamento del mercato del lavoro.

Cina, Banca Mondiale rialza stime Pil 2024 a +4,9% e a +4,5% in 2025

Cina, Banca Mondiale rialza stime Pil 2024 a +4,9% e a +4,5% in 2025Roma, 26 dic. (askanews) – La Banca Mondiale ha alzato le previsioni del PIL cinese per il 2024 e il 2025 rispettivamente al 4,9% dal precedente 4,8% e al 4,5% (+4,1%). L’istituzione di Washington ha comunque segnalato che, nella seconda economia del mondo persisteranno la debole fiducia delle famiglie e delle imprese, insieme ai venti contrari nel settore immobiliare.


Le difficiltà registrate dall’economia cinese nel 2024 prendono sapunto principalmente da una crisi immobiliare e di una domanda interna tiepida. Un aumento previsto dei dazi statunitensi sui suoi beni quando il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump entrerà in carica a gennaio potrebbero anche colpire la crescita. “Affrontare le sfide nel settore immobiliare, rafforzare le reti di sicurezza sociale e migliorare le finanze degli enti locali saranno essenziali per sbloccare una ripresa sostenuta”, ha affermato Mara Warwick, direttore nazionale della Banca Mondiale per la Cina. “È importante bilanciare il sostegno a breve termine alla crescita con le riforme strutturali a lungo termine”, ha aggiunto in una dichiarazione.


Grazie all’effetto del recente allentamento delle politiche e alla forza delle esportazioni a breve termine, la Banca Mondiale vede la crescita del prodotto interno lordo della Cina al 4,9% quest’anno, in aumento rispetto alle previsioni di giugno del 4,8%. Pechino ha fissato un obiettivo di crescita di “circa il 5%” quest’anno, un obiettivo che afferma di essere fiduciosa di raggiungere. Sebbene si preveda che la crescita per il 2025 scenderà al 4,5%, è comunque superiore alla precedente previsione della Banca Mondiale del 4,1%.


La crescita più lenta del reddito delle famiglie e l’effetto negativo sulla ricchezza dovuto ai prezzi delle case più bassi dovrebbero pesare sui consumi fino al 2025, ha aggiunto la Banca. Mentre l’ente regolatore dell’edilizia continuerà gli sforzi per arginare ulteriori cali nel mercato immobiliare cinese il prossimo anno, la Banca Mondiale ha affermato che un’inversione di tendenza nel settore non è prevista prima della fine del 2025.


La classe media cinese si è espansa in modo significativo dagli anni 2010, comprendendo il 32% della popolazione nel 2021, ma le stime della Banca Mondiale suggeriscono che circa il 55% rimane “economicamente insicuro”, sottolineando la necessità di generare opportunità.

Natale, a tavola le famiglie spenderanno in media 126 euro

Natale, a tavola le famiglie spenderanno in media 126 euroRoma, 24 dic. (askanews) – Per celebrare le festività a tavola, a casa o al ristorante, si spenderanno in media 126 euro a famiglia, per un totale di circa 3,5 miliardi di euro. È quanto emerge dal consueto sondaggio sui consumi alimentari del Natale Fiesa Confesercenti-Ipsos.


Il 59% delle famiglie inviterà ospiti per il 24 e il 58% per il 25, e più di otto italiani su dieci trascorreranno le festività a casa propria o di parenti, l’83% per la Vigilia e l’81% per il pranzo di Natale. C’è anche, però, un 8% che festeggerà a casa di amici, in entrambe le occasioni. Saranno invece oltre 4,5 milioni le presenze al ristorante: 1,9 milioni per la sera della Vigilia, cui si aggiungono altri 2,6 milioni circa in occasione del pranzo del 25 dicembre, per una spesa complessiva intorno ai 500 milioni di euro. Per la giornata di Natale, si assiste ad una lieve riduzione della quota di chi festeggia in un ristorante o in un altro pubblico esercizio, quest’anno al 7% contro il 9% dello scorso anno. Resta stabile, invece, al 2% chi celebra in una location affittata per l’occasione. “Gli acquisti di Natale si concentrano, ormai, sempre più negli ultimi giorni: le vendite di prodotti legate alle festività sono ripartite sabato e tra ieri e oggi ci sarà la massima affluenza. Una boccata d’ossigeno per le imprese dopo un novembre e un inizio dicembre negativi – afferma Daniele Erasmi, presidente di Fiesa Confesercenti, la federazione di categoria che rappresenta le imprese della distribuzione alimentari Confesercenti -. Gli italiani non rinunciano alla buona tavola per festeggiare il Natale, ma le difficoltà si sentono. Si spenderà soprattutto per la cena della Vigilia, scegliendo menu di pesce; si punta però sui pesci di allevamento, con un abbassamento dello scontrino medio nonostante l’inflazione. Per quanto riguarda invece, i dolci, si assiste ormai all’affermazione dei prodotti locali – più o meno in ogni territorio – e comunque sui dolci classici della tradizione nazionale, preferibilmente artigianali. Si cerca sempre meno, invece, il prodotto ‘industriale’. Complessivamente, però, si percepisce l’incertezza delle famiglie, che frena i consumi e taglia le vendite. A confermare le difficoltà delle famiglie, il fatto che gli acquisti sono guidati sempre di più da promozioni e sconti: si compra soprattutto ciò che è in offerta. Una caratteristica che prima era della sola grande distribuzione, ma che ormai si è diffusa in tutti i canali di vendita”.

Usa, Ordini beni durevoli di novembre -1,1%, stime a -0,3%

Usa, Ordini beni durevoli di novembre -1,1%, stime a -0,3%New York, 23 dic. (askanews) – Gli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti, in novembre, hanno registrato un dato in ribasso dell’1,1% dello 0,2% rispetto al mese precedente a 286,6 miliardi di dollari, secondo quanto comunicato dal dipartimento al Commercio; le attese erano per un ribasso dello 0,3%. Il dato di ottobre è stato rivisto da +0,2% a -0,1%.


Escludendo gli ordini del settore trasporti, il dato è sceso dello 0,1%, dopo il +0,2% di ottobre. Escludendo la difesa, il dato si è mostrato in calo dello 0,3%. Una misura chiave per gli investimenti aziendali, i nuovi ordini per beni capitali non nel settore della difesa, escludendo il settore aereo, ha registrato un dato in rialzo dello 0,5%.