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Panetta lancia la proposta di un “Patto europeo per la produttività”

Panetta lancia la proposta di un “Patto europeo per la produttività”Roma, 3 dic. (askanews) – Una azione coordinata a livello europeo: un patto europeo per la produttività (productivity compact) che mobiliti investimenti pubblici e privati verso beni comuni strategici. E che faccia leva su diversi elementi chiave da portare avanti assieme: la creazione di un titolo di debito comune Ue privo di rischio, il completamento dell’unione bancaria e la creazione di una unione dei mercati dei capitali. E’ la proposta lanciata dal governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, intervenuto oggi a Barcellona al 20esimo Foro di dialogo Spagna-Italia.


L’Europa si trova davanti a “cambiamenti epocali: la doppia transizione digitale e climatica, il deterioramento dello scenario geopolitico, le pressioni demografiche e migratorie – ha osservato – la frammentazione del commercio globale”. Processi profondi che richiedono risposte adeguate. “Per affrontarli dobbiamo costruire un’economia capace di crescere, innovare e generare benessere diffuso”. E secondo Panetta “nessuno Stato membro può riuscirci da solo”. Da qui la necessità di un patto sulla produttività. “Non è solo una risposta alla necessità di colmare i nostri ritardi, ma una prospettiva per il futuro. Significa rafforzare la sovranità tecnologica, creare posti di lavoro, migliorare la qualità della vita dei cittadini e proteggere valori fondamentali come la libertà e il pluralismo”.


“Per raggiungere questi obiettivi è cruciale introdurre un titolo europeo privo di rischio – ha detto il governatore – completare l’Unione bancaria, sviluppare un mercato europeo dei capitali meglio in grado di finanziare progetti innovativi ad alto rischio. Dobbiamo anche creare un ambiente economico che incentivi l’imprenditorialità e l’innovazione, superando le rigidità normative e amministrative che frenano il nostro potenziale di sviluppo”. Ma su questi obiettivi “non possiamo permetterci un approccio sequenziale, fatto di piccoli passi. Le riforme necessarie sono interconnesse e si rafforzano reciprocamente: devono essere attuate con determinazione e visione d’insieme, facendo leva sulle recenti analisi di Mario Draghi ed Enrico Letta”.


Il tutto puntando a preservare il modello economico e sociale europeo, che si è consolidato sui principi di libertà, uguaglianza e solidarietà, oltre che sulla cooperazione internazionale. “In molti ambiti si è rivelato vincente, come emerge dai dati sulle aspettative di vita”. Ma per sostenerlo “serve un’economia capace di crescere e di generare benessere diffuso”. E “l’Europa può e deve essere protagonista del proprio destino. Come l’arciere di Niccolò Machiavelli, dobbiamo puntare più in alto per raggiungere il nostro obiettivo. Insieme – ha concluso – gli Stati membri possono trasformare le sfide in opportunità e forgiare un futuro di prosperità e progresso per tutti i cittadini europei”.

Stellantis smentisce cifre buonuscita Tavares: lontanissime da realtà

Stellantis smentisce cifre buonuscita Tavares: lontanissime da realtàMilano, 3 dic. (askanews) – Stellantis “smentisce le cifre riportate dai media sui termini finanziari delle dimissioni di Carlos Tavares, “che sono molto imprecise e lontanissime dalla realtà”. Rumors ipotizzavano fino a 100 milioni di euro di buonuscita.


Stellantis, afferma, “non divulga i dettagli delle dimissioni dei propri dipendenti, dirigenti compresi, se non nei casi previsti dalla legge nel rispetto della loro privacy, mentre è tenuta a rendere nota la retribuzione dei propri amministratori delegati nella relazione annuale sulle retribuzioni della società”.

Unieuro, via libera Ue alla francese Fnac sull’acquisizione

Unieuro, via libera Ue alla francese Fnac sull’acquisizioneRoma, 3 dic. (askanews) – Via libera della Commissione europea al gruppo francese Fnac per l’acquisizione del controllo esclusivo sull’italiana Unieuro. Secondo quanto riporta un comunicato, l’Antitrust comunitario ha concluso che l’operazione di concentrazione “non solleverebbe problemi di concorrenza, tenuto conto delle quote limitate delle rispettive imprese sui diversi mercati in cui sono attive”.


La transazione è stato esaminata sulla base della “procedura semplificata” e riguarda il settore della vendita al dettaglio di dispositivi elettronici, elettrodomestici e beni legati alla cultura e all’intrattenimento.

Euro digitale, Cipollone: serve anche a difendere peso globale euro

Euro digitale, Cipollone: serve anche a difendere peso globale euroRoma, 3 dic. (askanews) – L’euro digitale servirà anche a mantenere i “vantaggi enormi” rappresentati dalla valuta unica, che oggi pesa per circa il 20% sui mercati finanziari globali mentre di fronte alle sfide della digitalizzazione e delle transazioni “dobbiamo difendere questo peso e forse accrescerlo”. Lo ha affermato Piero Cipollone, componente del comitato esecutivo della Bce intervistato durante un evento di Rcs Academy.


Secondo Cipollone sui preparativi per l’euro digitale “stiamo andando avanti, siamo a buon punto, abbiamo un po’ di ritardo perché speravamo che la legislazione potesse essere a questo punto promulgata. Invece abbiamo ancora qualche ritardo. La Commissione ha emesso una proposta di regolamento nel giugno del 2023. Il parlamento europeo sta discutendo con il Council working group. La speranza è che ci sia un po’ di accelerazione per poter vedere la legislazione emanata. Perché noi non potremmo mai emettere l’euro digitale senza avere una legislazione in piedi”, ha detto. “Come decisione, l’euro è stato un grande successo – ha detto il banchiere centrale -. Oggi l’euro pesa come moneta internazionale per circa il 20%. Dobbiamo difendere questo peso e forse accrescerlo perché ha dei vantaggi enormi. Avere una valuta di riserva importante è un beneficio importante per le nostre imprese e per le nostre economie. Il problema è che questa posizione non è garantita per sempre, è garantita se l’euro se viene usato come valuta di riserva ma anche come mezzo di scambio”. E in un il mondo che sta cambiando e si sta muovendo verso digitalizzazione “la nostra autonomia è molto bassa e per tutta una serie di pagamenti. Per esempio tutti i pagamenti che facciamo online e tutti i pagamenti cross-border, cioè quando andiamo negli altri paesi, non li facciamo con strumenti europei ma ricorrendo a strumenti non europei”.


“Al supermercato possiamo andare col nostro bancomat. Ma se vogliamo fare un acquisto online non possiamo farlo, dobbiamo usare soluzioni non europee. Questa è una dipendenza incredibile. Una volta che c’è lo schema dell’euro digitale, tutti apparteniamo allo stesso schema, quindi oggi le banche ci danno un prodotto che è limitato all’Italia, a meno di non pagare con uno dei famosi schemi internazionali. Con l’euro digitale – ha detto – avranno la possibilità di offrirci un prodotto che ci permette di pagare ovunque in Europa”, senza dover investire per sistemi ad hoc. (fonte immagine: ECB 2024).

Euro cala a 1,0487 dollari, yuan ai minimi da un anno sul dollaro

Euro cala a 1,0487 dollari, yuan ai minimi da un anno sul dollaroRoma, 3 dic. (askanews) – Euro in lieve flessione sul dollaro, nelle contrattazioni mattutine la valuta condivisa si attesta a 1,0487 sul biglietto verde. Nel frattempo la divisa statunitense si apprezza anche sullo yen del Giappone, riportandosi sopra quota 150 yen e in generale su tutte le maggiori valute.


In particolare il renminbi cala ai minimi da un anno a questa parte, con il dollaro che sale a 7,29 yuan. Già ieri la valuta cinese aveva perso terreno dopo che il presidente Usa eletto Donald Trump aveva annunciato l’intenzione di imporre dazi al 100% su tutti i paesi che sostengono la creazione di valute alternative al dollaro.

Wall Street, S&P 500 e Nasdaq chiudono a nuovi record

Wall Street, S&P 500 e Nasdaq chiudono a nuovi record

Roma, 2 dic. (askanews) – Chiusura in rialzo alla borsa di Wall Street. Gli indici S&P 500 e Nasdaq Composite hanno entrambi chiuso a nuovi record.


Il benchmark di mercato generale ha aggiunto lo 0,24% per attestarsi a 6.047,15. Il Nasdaq Composite ha guadagnato lo 0,97%, chiudendo a 19.403,95. D’altro canto, l’indice delle blue-chip il Dow Jones Industrial Average ha perso 128,65 punti, o lo 0,29%, per chiudere a 44.782,00. Alcuni investitori si stanno preparando alla volatilità probabile della fine di questa settimana, quando il Dipartimento del Lavoro pubblicherà i dati sull’occupazione di novembre. Il rapporto sarà l’ultimo prima della prossima decisione della Federal Reserve sui tassi di interesse e potrebbe essere distorto dall’impatto di uragani e scioperi.


“I numeri delle buste paga saranno una vera sfida da interpretare, dato il rimbalzo dei dati sugli uragani e sugli scioperi”, ha affermato Greg Wilensky, responsabile del reddito fisso statunitense presso Janus Henderson Investors. “Penso che siamo pronti per situazioni in cui il mercato può reagire in modo eccessivo solo perché c’è molta incertezza”. Nel frattempo, le nuove minacce tariffarie del presidente eletto Donald Trump stanno agitando i mercati valutari con il dollaro statunitense che si è rafforzato dopo che Trump ha dichiarato sabato che avrebbe imposto tariffe del 100% ai paesi che cercano di sostituire il biglietto verde come valuta di riserva mondiale.

Stellantis, Wsj: troppa aggressività tagli costata posto a Tavares

Stellantis, Wsj: troppa aggressività tagli costata posto a TavaresRoma, 2 dic. (askanews) – Carlos Tavares, dimessosi domenica da amministratore delegato di Stellantis, ha pagato con il posto la sua eccessiva aggressività sul taglio dei costi che ha reso sempre più complicate le relazioni con i fornitori, e i concessionari del colosso automobilistico, ma anche con i politici. Questa la tesi del Wall Street Journal che cita fonti anonime a conoscenza dei fatti.


Il cambio di leadership – scrive il Wsj – corona una caduta drammatica in disgrazia per un’azienda che Tavares ha creato attraverso una fusione di successo nel 2021 e che ha trasformato in una potenza di profitto durante la pandemia. Quest’anno, un calo delle vendite ha portato a un aumento delle scorte e a un forte calo del prezzo delle azioni della società. Le azioni Stellantis hanno perso un ulteriore 6% lunedì. “Nonostante le sfide – scrive il Wall Street Journal – il consiglio di amministrazione di Stellantis aveva dato a Tavares il suo appoggio unanime per rilanciare la casa automobilistica non più tardi di ottobre. Da allora, la sua rinnovata ricerca di risparmi sui costi e altre efficienze ha infiammato relazioni già conflittuali con concessionari, fornitori e politici, secondo persone a conoscenza della questione, suscitando preoccupazione tra i membri del consiglio”.


“La macchina veniva guidata in modo troppo aggressivo”, ha detto una delle fonti al Wsj. “Uno degli obiettivi di Tavares era garantire che l’azienda superasse la sua previsione di flusso di cassa per l’anno, secondo alcune delle persone a conoscenza della questione. Ciò avrebbe comportato il ritardo dei pagamenti ai fornitori di componenti, portando una manna di denaro quest’anno a spese del 2025 e mettendo anche sotto pressione i principali partner commerciali”, hanno rivelato le fonti.


In altre parole “il consiglio temeva che la mossa avrebbe messo a rischio i rapporti a lungo termine con i fornitori da cui l’azienda dipende, hanno detto le fonti. Il consiglio è diventato anche sempre più preoccupato per la gestione da parte di Tavares dei sindacati e dei politici nei suoi paesi d’origine, hanno aggiunto le fonti”. Negli Stati Uniti, che contribuiscono alla maggior parte dei suoi profitti, Stellantis è stata criticata dai concessionari quest’anno per le “scelte disastrose” che hanno gonfiato gli inventari, come la riluttanza ad abbassare i prezzi mentre i consumatori diventavano più cauti. Ci sono stati alcuni primi segnali di successo nel ribaltare la situazione, con una quota di mercato in aumento negli ultimi mesi, sebbene rimanga ben al di sotto dei livelli pre-pandemia.


Stellantis si è anche scontrata con il sindacato United Auto Workers, il cui leader, Shawn Fain, ha accolto con favore la partenza di Tavares in una dichiarazione di lunedì.

Mercato moto, Ancma: immatricolazioni di novembre a +8,8%

Mercato moto, Ancma: immatricolazioni di novembre a +8,8%Roma, 2 dic. (askanews) – Novembre molto positivo per il mercato delle due ruote a motore. Le immatricolazioni di moto, scooter e ciclomotori chiudono infatti il mese con un solido +8,8% sullo stesso periodo dell’anno scorso. A spingere la domanda l’interesse che gli italiani continuano a dimostrare verso questa forma di mobilità (+4,8% la progressione annua sul 2023), a cui si aggiungono in qualche misura anche le dinamiche legate al passaggio all’EURO 5+, il nuovo standard di omologazione moto in tema di emissioni, che entrerà in vigore dal 2025 per tutti i veicoli in commercio. È questo il quadro che emerge dai dati diffusi in serata da Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) e sintetizzati in un comunicato.


IL MERCATO DI NOVEMBRE – Entrando nel vivo dei numeri del mese, il mercato ha registrato una crescita percentuale dell’8,85%, pari a 18.278 veicoli immatricolati. L’incremento più significativo è stato quello dei ciclomotori con +12,26% (il miglior risultato dall’inizio dell’anno) e 1.172 veicoli messi in strada. Seguono gli scooter, che registrano una crescita del 10,59% e 9.272 unità vendute, mentre le moto immettono sul mercato 7.834 mezzi, pari a un incremento del 6,38%. PRIMI UNDICI MESI – Il buon risultato di novembre consolida il totale annuo, che si attesa a 343.724 unità (+4,82%): con un mese di anticipo il mercato supera i volumi registrati nel 2023, pari a 337.773 veicoli. Nel dettaglio, le moto crescono del 6,14% e immatricolano 149.688 veicoli, seguite dagli scooter che incassano un incremento del 4,65% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con 176.816 unità venute. Chiudono i ciclomotori, unico segmento preceduto dal segno meno, che registrano 17.220 unità pari a una flessione del 4,08%.


QUADRICICLI – Prosegue anche l’avanzata delle minicar, che registrano un incremento annuo del 24,29% e immettono sul mercato 18.522 veicoli. A trainare questo settore sono i quadricicli leggeri per trasporto persone, con 16.217 unità e una crescita del 29,89%. La spinta viene soprattutto dalle motorizzazioni elettriche (12.576 unità pari al 68% del mercato), che salgono del 34,78%. MERCATO ELETTRICO – Anche il mercato dei due ruote elettrici registra un parziale positivo: 693 veicoli registrati a novembre per una crescita del 26%. Nonostante ciò, l’anno rimane negativo con 9.650 unità e un calo del 17,46%.

Economia italiana, De Nardis: l’industria tiene bloccato il PIl

Economia italiana, De Nardis: l’industria tiene bloccato il PIlRoma, 2 dic. (askanews) – “L’Istat ha confermato la stasi del Pil nel terzo trimestre, migliorando marginalmente (al secondo decimale) la dinamica dell’attività economica a partire da inizio d’anno. Questo consente di innalzare leggermente, rispetto alla stima preliminare, la crescita acquisita per l’intero 2024, a 0,5% (da 0,4). In una situazione in cui vi è fame di crescita, anche i decimali contano. La lettura dei dati offre spunti interpretativi interessanti. Il nocciolo dell’attuale debolezza congiunturale italiana è tutto concentrato nell’industria (-0,7%, terzo segno meno consecutivo)”. E’ l’opinione di Sergio De Nardis (Luiss School of European Political Economy), uno dei più autorevoli economisti italiani, in un commento su Inpiù.


“Le costruzioni – spiega De Nardis – reggono alla cancellazione del superbonus, risultando il settore che cresce di più (0,3%). Gli investimenti in abitazioni scendono, ma non è la rotta rovinosa temuta da alcuni e vengono compensati dall’aumento delle spese del Pnrr. La spinta dei servizi è in frenata (0,2%). Restano molto vivaci le attività legat e al turismo, ma si indeboliscono i restanti servizi, soprattutto quelli legati alle attività industriali”. “Sul fronte della domanda, la buona notizia è che i consumi ci sono (1,4%), trainati da quelli in servizi (2%) e sostenuti dal buon andamento del mercato del lavoro (il tasso di disoccupazione è sceso a ottobre al minimo storico dell’attuale serie del 5,8%, toccato nel lontano aprile 2007) e dal significativo calo dell’inflazione. La cattiva è invece duplice: gli investimenti diversi dalle costruzioni flettono sensibilmente, in particolare quelli in macchinari e impianti e in mezzi di trasporto, mentre le esportazioni sono in costante discesa. Per entrambi i casi, si tratta dell’altra faccia della crisi dell’industria. Sulla base degli indicatori congiunturali disponibili, tale crisi si protrae nel IV trimestre”. Secondo De Nardis “non è un regresso specificamente italiano. E’ europeo e si manifesta nonostante il graduale miglioramento in atto negli scambi internazionali, trainati soprattutto dai paesi emergenti. Vi è certamente una componente non congiunturale in tale caduta (auto e dintorni), ma ciò non toglie che, come auspicato dal governatore Panetta, un’azione ben più decisa della Bce nel correggere l’impostazione restrittiva della politica monetaria sarebbe di aiuto ad affrontare i nodi strutturali di questo settore, oltre che nel dare sostegno a una ripresa delle economie europee messa a rischio anche dal venir meno di importanti fattori di impulso (politiche fiscali) degli ultimi anni”.

Stellantis, Elkann: con Tavares punti di vista diversi

Stellantis, Elkann: con Tavares punti di vista diversiMilano, 2 dic. (askanews) – “Molti di voi si chiederanno cosa ci sia dietro la sua partenza anticipata. La semplice verità è che nelle ultime settimane sono emersi punti di vista diversi. In particolare, il Consiglio ha ritenuto che l’attenzione per la nostra Azienda e per i nostri stakeholder dovesse essere orientata al lungo termine”. Così il presidente di Stellantis, John Elkann, in una lettera inviata ai dipendenti dopo le dimissioni del Ceo Carlos Tavares.


“Sono stati giorni difficili, con Carlos abbiamo percorso tanta strada e abbiamo ottenuto risultati importanti. Gli sarò sempre grato per il ruolo che ha avuto nella creazione di Stellantis. Tuttavia, il nostro Consiglio di amministrazione ha deciso, per il bene dell’Azienda, che era giunto il momento di separare le nostre strade”, continua Elkann. “Come sapete meglio di chiunque altro, questi sono tempi duri per il nostro settore. Li abbiamo già affrontati in passato e li abbiamo sempre indirizzati a nostro vantaggio. Insieme, lo faremo di nuovo”.


“Lo spirito di Stellantis è unico, ci ha portato a tanti successi e ci riserverà molte nuove vittorie”.”Oggi abbiamo istituito un Comitato esecutivo che gestirà l’azienda fino alla nomina del nostro nuovo Ceo, che sarà nominato nella prima metà del 2025. Ora guardiamo avanti, concentrati sui prossimi capitoli, concentrati sui nostri clienti e concentrati nel continuare a costruire una grande azienda. In avanti”, conclude il presidente di Stellantis.