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Auto: immatricolazioni novembre -10,8% a 124.251 unità

Auto: immatricolazioni novembre -10,8% a 124.251 unitàMilano, 2 dic. (askanews) – Novembre ancora in rosso per il mercato dell’auto. Secondo i dati diffusi dal Ministero dei Trasporti le immatricolazioni sono diminuite del -10,8% a 124.251 unità. Negli undici mesi da gennaio a novembre, le immatricolazioni sono diminuite del -0,2% a 1,452 milioni di auto.


I trasferimenti di proprietà sono stati invece 470.757 in aumento dello 0,17% rispetto a novembre 2023. Il volume globale delle vendite mensili, pari a 595.008, ha interessato per il 20,88% vetture nuove e per il 79,12% vetture usate.

Tavares (con buona uscita da 100 milioni) lascia Stellantis, mercato e politica s’interrogano sul futuro

Tavares (con buona uscita da 100 milioni) lascia Stellantis, mercato e politica s’interrogano sul futuroMilano, 2 dic. (askanews) – Con le sue dimissioni inattese, il Ceo Carlos Tavares lascia il gruppo Stellantis in una fase di difficoltà per il gruppo e per l’intero settore alla prese con una transizione che non decolla e che sta logorando i bilanci delle case auto. Uno scenario che preoccupa il mercato: le dimissioni di Tavares “creano incertezza in un momento particolarmente critico”, scrivono gli analisti di Equita, mentre il titolo in Borsa è arrivato a cedere il 10% scendendo sui minimi degli ultimi due anni e mezzo (-40% da inizio anno). Mentre il mercato si interroga sul successore di Tavares di cui si sta occupando un Comitato speciale, già circolano le prime indiscrezioni sulla buona uscita del manager portoghese che potrebbe arrivare fino a 100 milioni di euro, considerando che negli ultimi due anni il suo stipendio è stato di circa 40 milioni di euro l’anno.


A gestire Stellantis fino alla nomina del nuovo Ceo sarà un Comitato esecutivo presieduto da John Elkann, azionista di riferimento tramite Exor, che di fatto assume la guida del gruppo. Sui potenziali candidati circolano diversi nomi. Alcuni da tempo come quello del Ceo di Renault, Luca de Meo, che però viene associato a una complicata ipotesi di aggregazione fra Renault e Stellantis. Sempre nel settore circolano i nomi di top manager o ex top manager di case auto tedesche e americane, fra cui Mary Barra, Ceo di GM e responsabile comunicazione ai tempi della trattativa con Marchionne per sciogliere l’alleanza fra i due gruppi. Ma la scelta potrebbe ricadere anche su manager di altri settori, come fatto da Ferrari con la nomina di Benedetto Vigna proveniente dal produttore di chip Stm. Resta poi in piedi anche l’ipotesi di nomine interne, come Jean-Philippe Imparato e Antonio Filosa nominati responsabili Europa e Nord America del gruppo nell’ultimo riassetto manageriale che ha portato anche alle dimissioni della Cfo Nathalie Night sostituita da Doug Ostermann. Sulle cause invece della brusca rottura che si è consumata durante un Cda negli Usa, circolano diverse ipotesi fra cui il peggioramento dei conti (-27% i ricavi nel terzo trimestre) a causa del calo delle vendite in Nord America (-17% nei primi 9 mesi) e in Europa (-7%) da che hanno portato al pesante allarme utili di settembre con il target di margine operativo ridotto dal 10 al 5,5-7%. Ma anche la strategia sull’elettrico, il ritardo nel lancio di nuovi modelli, e, forse, anche scelte drastiche da adottare sull’assetto produttivo del gruppo. Sicuramente Stellantis fra i gruppi auto è quello che ha sofferto di più soprattutto in Europa e in particolare in Italia dove la produzione è crollata del 40% con previsione di chiudere l’anno intorno alle 500mila unità inclusi i furgoni, sui minimi da decenni, mentre Fiat a ottobre è scesa sotto la soglia psicologica del 10% del mercato.


Uno scenario che spaventa governo, subito informato da John Elkann, e sindacati che non rimpiangono l’uscita del manager e chiedono la convocazione dell’atteso tavolo a Palazzo Chigi per discutere del futuro del gruppo in Italia. L’eredità lasciata da Tavares è pesante: diversi stabilimenti fra cui Mirafiori chiusi fino a gennaio e una mancanza di prodotto che sarà compensata solo in parte con le produzioni di Lancia, DS, Jeep e Alfa Romeo a Melfi e Cassino sulle nuove piattaforme Stla Medium e Large. Intanto però diversi modelli del gruppo, fra cui alcuni best seller, come Grande Panda, Lancia Ypsilon, Alfa Junior e Jeep Avenger sono già state allocato in altri stabilimenti europei. Intanto, il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha avuto questo pomeriggio, nel corso della visita di Stato in India a Nuova Delhi, un colloquio telefonico con il presidente di Stellantis John Elkann, collegato dagli Stati Uniti. Il confronto è avvenuto a seguito delle dimissioni dell’amministratore delegato del gruppo, Carlos Tavares. Lo affermano fonti del Mimit. Le stesse fonti riportano che “il tavolo Stellantis, convocato per il prossimo 17 dicembre al Mimit, è confermato con l’intenzione di chiudere in modo positivo così come da mandato parlamentare, con un ‘Piano Italia’ che riaffermi la centralità del nostro Paese nei progetti di sviluppo di Stellantis”. Al tavolo il gruppo automobilistico “sarà rappresentato da Jean Philippe Imparato, responsabile Europa, che ha avuto dal presidente, nonché guida del Comitato esecutivo, il mandato di chiudere in modo positivo le interlocuzioni”.

Stellantis, Gusmeroli a Elkann: tutti i gruppi chiedono audizione

Stellantis, Gusmeroli a Elkann: tutti i gruppi chiedono audizioneRoma, 2 dic. (askanews) – E’ con una breve lettera di una pagina che il Presidente della Commissione Attività produttive della Camera, Alberto Gusmeroli, ha rinnovato al presidente di Stellantis, John Elkann, la richiesta di una audizione per discutere in Parlamento del piano industriale del gruppo automobilistico.


Gusmeroli, richiama la sua precedente lettera del 30 ottobre con la richiesta a Elkann di intervenire in audizione (dopo il rifiuto già espresso da parte del presidente di Stellantis) e nella missiva di oggi, visionata da Askanews, sottolinea “la volontà di tutte le forze politiche di conoscere la visione strategica del socio di riferimento di Stellantis” e “l’esigenza di proseguire in Parlamento un dialogo positivo e costruttivo tra i cittadini, le istituzioni e gli attori industriali che hanno fatto la storia del nostro Paese”. In considerazione delle “importanti novità” emerse ieri, con le dimissioni dell’amministratore delegato di Stellantis, Carlo Tavares, e l’istituzione di un nuovo comitato esecutivo “per completare il processo di nomina del nuovo Ceo”, Gusmeroli chiede “ancora una volta” a Elkann di “partecipare ad una audizione congiunta dinanzi alle Commissioni parlamentari di Camera e Senato, per discutere in Parlamento del piano industriale del gruppo Stellantis, della continuità produttiva e del mantenimento dei posti di lavoro nel nostro Paese”.

Stellantis, Sbarra: le dimissioni di Tavares non ci addolorano

Stellantis, Sbarra: le dimissioni di Tavares non ci addoloranoRoma, 2 dic. (askanews) – La notizia delle dimissioni del ceo di Stellantis, Carlos Tavares, “non ci addolora né come sindacato né come lavoratori”. Lo ha detto il leader della Cisl, Luigi Sbarra, a SkyTg24. “E’ un manager che in questi anni ha invertito la rotta lungimirante di Marchionne – ha proseguito – non ha mai creduto nelle relazioni sindacali concertative e partecipative. Ha delocalizzato tanta produzione, tagliato l’occupazione, frenato gli investimenti, soprattutto su innovazione. Ed è arrivato a sfidare lo Stato sugli incentivi”.


Sbarra ha aggiunto che “non ci mancherà. Le dimissioni determinino una svolta, un cambio di passo nella direzione di presentare un serio e credibile piano industriale sull’automotive, soprattutto nel nostro Paese, concentrando e assegnando nuovi modelli, rilanciando gli investimenti, confermando la gigafactory di Termoli, salvaguardando tutti i posti di lavoro diretti e dell’indotto. Serve una vera discontinuità della stragegia della multinazionale”.

Pil, l’Istat conferma crescita 0 nel terzo trimestre

Pil, l’Istat conferma crescita 0 nel terzo trimestreRoma, 2 dic. (askanews) – Nel terzo trimestre del 2024 il prodotto interno lordo è rimasto stazionario rispetto al trimestre precedente ed è cresciuto dello 0,4% nei confronti del terzo trimestre del 2023. Lo ha reso noto l’Istat spiegando che la crescita congiunturale del Pil diffusa in via preliminare il 30 ottobre 2024 era stata anch’essa nulla, così come quella tendenziale era stata dello 0,4%.


Il terzo trimestre del 2024 ha avuto tre giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre del 2023. La variazione acquisita per il 2024 è pari a +0,5%, mentre era stata stimata in via preliminare a +0,4% il 30 ottobre scorso.

Pil, Istat conferma: crescita zero nel III trimestre, su anno +0,4%

Pil, Istat conferma: crescita zero nel III trimestre, su anno +0,4%Roma, 2 dic. (askanews) – Nel terzo trimestre del 2024 il prodotto interno lordo è rimasto stazionario rispetto al trimestre precedente ed è cresciuto dello 0,4% nei confronti del terzo trimestre del 2023. Lo ha reso noto l’Istat spiegando che la crescita congiunturale del Pil diffusa in via preliminare il 30 ottobre 2024 era stata anch’essa nulla, così come quella tendenziale era stata dello 0,4%.


Il terzo trimestre del 2024 ha avuto tre giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre del 2023. La variazione acquisita per il 2024 è pari a +0,5%, mentre era stata stimata in via preliminare a +0,4% il 30 ottobre scorso.

L’Istat: a ottobre la disoccupazione cala al 5,8%, ai minimi dal 2007

L’Istat: a ottobre la disoccupazione cala al 5,8%, ai minimi dal 2007Roma, 2 dic. (askanews) – Cala la disoccupazione, ma aumenta l’inattività. Ad ottobre il numero di persone in cerca di lavoro diminuisce (-3,8%, pari a -58mila unità) per uomini e donne e per tutte le classi d’età. Il tasso di disoccupazione scende al 5,8% (-0,2 punti), ai minimi dall’aprile del 2007, quello giovanile al 17,7% (-1,1 punti), il dato più basso mai registrato dall’inizio delle serie storiche. Lo ha reso noto l’Istat.


Il numero di inattivi aumenta (+0,2%, pari a +28mila unità) tra le donne e gli under35, mentre diminuisce tra gli uomini e le altre classi d’età. Il tasso di inattività sale al 33,6% (+0,1 punti).

Lavoro, Istat: ad ottobre disoccupazione cala al 5,8%, minimi dal 2007

Lavoro, Istat: ad ottobre disoccupazione cala al 5,8%, minimi dal 2007Roma, 2 dic. (askanews) – Cala la disoccupazione, ma aumenta l’inattività. Ad ottobre il numero di persone in cerca di lavoro diminuisce (-3,8%, pari a -58mila unità) per uomini e donne e per tutte le classi d’età. Il tasso di disoccupazione scende al 5,8% (-0,2 punti), ai minimi dall’aprile del 2007, quello giovanile al 17,7% (-1,1 punti), il dato più basso mai registrato dall’inizio delle serie storiche. Lo ha reso noto l’Istat.


Il numero di inattivi aumenta (+0,2%, pari a +28mila unità) tra le donne e gli under35, mentre diminuisce tra gli uomini e le altre classi d’età. Il tasso di inattività sale al 33,6% (+0,1 punti).

Lavoro, Istat: ad ottobre +47mila occupati, su anno +363mila

Lavoro, Istat: ad ottobre +47mila occupati, su anno +363milaRoma, 2 dic. (askanews) – Ad ottobre, dopo il calo di settembre, il numero di occupati torna a crescere, +47mila unità, attestandosi a 24 milioni 92mila; l’aumento coinvolge i dipendenti permanenti – che salgono a 16 milioni 210mila – e gli autonomi, pari a 5 milioni 158mila; i dipendenti a termine scendono a 2 milioni 724mila. Su base mensile, il tasso di occupazione sale al 62,5%. E’ la stima diffusa dall’Istat.


Anche la crescita dell’occupazione che si registra rispetto a ottobre 2023, +363mila occupati, è sintesi dell’aumento tra i dipendenti permanenti (+449mila) e tra gli autonomi (+127mila) e del calo tra i dipendenti a termine (-212mila).

Il manifatturiero italiano si contrae: l’indice Pmi novembre cala a 44,5

Il manifatturiero italiano si contrae: l’indice Pmi novembre cala a 44,5Milano, 2 dic. (askanews) – Il settore manifatturiero italiano continua a contrarsi sempre più: l’Indice Pmi a novembre è sceso ancora a 44.5 punti, dai 46.9 di ottobre. Dopo i precedenti tre mesi di declino consecutivo, l’indice principale è calato al livello minimo in un anno. La debolezza delle condizioni della domanda rimane la causa principale del calo, con i nuovi ordini in entrata in declino al tasso più rapido sinora osservato nel 2024. Allo stesso tempo sia la produzione che i livelli occupazionali sono calati a tassi più elevati, mentre il livello degli ordini in fase di lavorazione è diminuito al ritmo più veloce in oltre 15 anni. Di conseguenza, si abbassa il bisogno di fattori produttivi, favorendo a sua volta un indebolimento della pressione sui costi.