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Industria, Istat: a settembre fatturato -0,3% e -5,7% su anno

Industria, Istat: a settembre fatturato -0,3% e -5,7% su annoRoma, 29 nov. (askanews) – A settembre si stima che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, diminuisca in termini congiunturali dello 0,3% in valore e dello 0,1% in volume. Lo rileva l’Istat. Su base tendenziale, a settembre 2024, il fatturato dell’industria, corretto per gli effetti di calendario, registra una flessione sia in valore (-5,7%) sia in volume (-4,7%), sintesi di diminuzioni del 6,8% sul mercato interno (-6,2% in volume) e del 3,6% su quello estero (-1,7% in volume). I giorni lavorativi di calendario sono stati 21 come a settembre 2023. Su base congiunturale, spiega l’Istat, si registrano flessioni sul mercato interno (-0,9% in valore e -0,6% in volume) ed incrementi sul mercato estero (+0,9% in valore e +0,7% in volume). Per il settore dei servizi, si osserva un aumento dello 0,5% in valore e dello 0,7% in volume, con dinamiche positive sia nel commercio all’ingrosso (+0,2% in valore e +0,3% in volume) sia negli altri servizi (+0,9% in valore e +1,0% in volume).


Gli indici destagionalizzati del fatturato in valore riferiti ai raggruppamenti principali di industrie registrano a settembre un aumento congiunturale per i beni strumentali (+0,1%), per i beni di consumo (+0,3%) e per in beni intermedi (+1,3%), mentre risulta in diminuzione l’energia (-12,5%). Nel terzo trimestre 2024, in termini congiunturali, il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, registra un calo sia in valore (-1,3%) sia in volume (-1,8%). Nello stesso arco temporale il fatturato dei servizi diminuisce in valore (-0,3%) e in volume (-0,9%).


Su base tendenziale, gli indici corretti per gli effetti di calendario del fatturato in valore riferiti ai raggruppamenti principali di industrie, registrano un marcato calo per l’energia (-22,5%) e per i beni strumentali (-9,7%) e flessioni più contenute per i beni intermedi (-3,3%), per i beni di consumo (-0,6%). Nei servizi, si registrano diminuzioni tendenziali dello 0,6% in valore e dell’1,4% in volume. Si rilevano flessioni consistenti nel commercio all’ingrosso (-3,0% in valore, -2,2% in volume) e un andamento differenziato negli altri servizi con un incremento del 2,0% in valore e una flessione dell’1,0% in volume.

Decreto fiscale, primo via libera (sofferto) al Senato. Le novità

Decreto fiscale, primo via libera (sofferto) al Senato. Le novitàRoma, 28 nov. (askanews) – Dopo un lungo e contrastato esame, il Senato ha dato il via libera, con il voto di fiducia, al decreto fiscale ‘collegato’ alla manovra, perchè anticipa al 2024 alcune spese alleggerendo di 1,7 miliardi i conti del prossimo anno. Da lunedì il decreto, che scade il 18 dicembre prossimo, è all’esame della Camera per la seconda lettura.


Le questioni sul finanziamento ai partiti politici e sul canone Rai hanno tenuto banco. Sui partiti politici si è cercato di far passare un emendamento che di fatto avrebbe ripristinato il finanziamento pubblico superando l’attuale meccanismo del 2×1000. E’ dovuto intervenire il Quirinale che ha espresso dubbi su una riforma che avrebbe richiesto un’analisi ben diversa e alla luce del sole, non attraverso un emendamento ad un decreto. Alla fine è stato approvato una misura che ha aumentato di complessivi 4,6 milioni le risorse del 2×1000 per 2024, portandole da 25 a 29,6 milioni. Sul canone Rai si è consumato lo strappo nella maggioranza, con il governo che è stato battuto sull’emendamento della Lega per proroga anche nel 2025 della sua la riduzione da 90 a 70 euro. Forza Italia ha mantenuto il punto e ha votato no.


Per il resto la Commissione bilancio ha approvato diversi emendamenti. Sono confluiti nel provvedimento la riapertura al 12 dicembre dei termini per aderire al concordato fiscale e l’ampliamento della platea dei beneficiari del bonus di Natale di 100 euro (con l’esclusione del requisito del coniuge a carico). Entrambe le misure erano contenute in un provvedimento ad hoc confluito nel decreto. Via libera al rinvio a gennaio 2025 del versamento del secondo accordo Irpef di novembre, con possibilità di rateizzare. Ok anche al riequilibrio regionale del payback farmaceutico e all’aumento di 4,7 miliardi di euro della dotazione per il credito di imposta sugli investimenti di Transizione 4.0.


Confermati gli interventi previsti nel testo originale del decreto, tra cui il rifinanziamento di Rfi, Anas e servizio civile, l’aumento delle risorse per soddisare le richieste dell’Ape sociale del 2024, per i grandi eventi tra cui il Giubileo, per gli straordinati delle Forze di Polizia e dei Vigili del fuoco. Ecco le principali novità.


Rinvio 2° acconto Irpef – Anche per quest’anno i titolari di partita iva potranno versare il secondo acconto irpef di novembre posticipato a gennaio 2025 oppure a in cinque rate a partire dallo stesso mese. La misura riguarda i contribuenti titolari di partita iva, che nell’anno precedente hanno dichiarato ricavi o compensi non superiori a 170.000 euro. Il pagamento del secondo acconto irpef, con esclusione dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi assicurativi Inail, deve essere effettuato “entro il 16 gennaio dell’anno successivo, oppure in cinque rate mensili di pari importo, a decorrere da gennaio, aventi scadenza il 16 di ciascun mese”. Payback farmaceutico – Via libera trasversale alla norma che prevede un riequilibrio regionale delle risorse del payback farmaceutico. L’emendamento approvato in Commisisone bilancio al era stato presentato da FdI e poi sottoscritto anche dal Pd. La misura, in sostanza, introduce criteri diversi per la redistribuzione delle risorse del payback farmaceutico, che tengono conto anche dell’entità dello sforamento delle regioni. Il meccanismo attualmente in vigore, invece, segue il criterio del ‘pro capite’. Di conseguenza la Lombardia è la regione che finora ha ricevuto di più. Riduzione liste di attesa – Le risorse erogate nel 2020 e nel 2021 alle regioni e alle province autonome di Trento e Bolzano per fronteggiare l’emergenza Covid e ancora presenti sui bilanci dei servizi sanitari regionali “possono essere utilizzate entro e non oltre il 31 dicembre 2025 per garantire l’attuazione dei Piani operativi per il recupero delle liste d’attesa”. Assunzioni P.A. – Ministeri e enti locali possono assumere con contratto a tempo determinato, di durata non oltre il 31 dicembre 2026, personale specializzato per accelerare il pagamento dei debiti commerciali. Autostrade dello Stato – Arrivano 343 milioni di euro per rafforzare il patrimonio della società in-house del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, istituita lo scorso aprile per la gestione di tratte autostradali statali a pagamento. Transizione 4.0 – Aumenta di 4,7 miliardi la dotazione per il credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali nell’ambito di Transizione 4.0. Le risorse a copertura vengono attinte dal Fondo del patrimonio destinato. Open Fiber – Il ministero delle Imprese e del Made in Italy e’ autorizzato ad erogare a Open Fiber per il 2024 la cifra di 50 milioni per il riequilibro dei Piani economici finanziari di Lazio, Sicilia e Calabria. La cifra è parte dei 660 milioni di euro per tre anni (2027-2028-2029) previsti nel ddl di bilancio per il riequilibrio dei Pef delle concessioni per la progettazione e la realizzazione della banda ultra-larga nelle aree bianche. Poiché nel Lazio, in Sicilia e in Calabria si è già completata la procedura per il riequilibrio dei Pef, il Ministero anticipa le risorse relative al riequilibrio dei Piani di queste tre regioni.

Sciopero, Bellocchi: il 29 era già prenotato, Cgil e Uil lo sapevano

Sciopero, Bellocchi: il 29 era già prenotato, Cgil e Uil lo sapevanoRoma, 28 nov. (askanews) – “Una piccola premessa di contesto. Ancorché i media e i giornali abbiano parlato insistentemente che esclusivamente di venerdì 29 novembre, ossia domani, come ‘la giornata dello sciopero proclamato dalle confederazioni Cgil e Uil’, in realtà mi corre l’obbligo di precisare che il giorno 29 novembre era stato già prenotato e occupato da un altro sciopero generale, proclamato precedentemente e con largo anticipo, rispetto a quello successivo di Cgil e Uil, da altre due confederazioni sindacali di base autonome, Cub e Sgb. Questo sciopero che legittimamente era stato proclamato per primo per il giorno 29 novembre che poi con un effetto domino ha accelerato una serie di incompatibilità e di attriti, con scioperi la cui proclamazione, come nel caso di specie, quella di Cgil e Uil è intervenuta successivamente”. Lo ha affermato la presidente della Commissione di garanzia sciopero, Paola Bellocchi durante una adizione alle commissioni trasporti e lavori pubblici alla Camera.


“Quindi, detto in breve, adesso al di là dei dettagli tecnici, che cerco con qualche semplificazione di spiegarvi, il giorno del 29 novembre era già occupato da uno sciopero generale per tutte le categorie pubbliche e private – ha ribadito – proclamato da due confederazioni sindacali di base, e questo è diventato il centro della valutazione”. “Faccio anche presente – ha aggiunto la presidente della Commissione di garanzia sugli scioperi – che nei contratti informali che la commissione di garanzia ha sempre tenuto e tiene con le confederazioni sindacali, il calendario degli scioperi è molto fitto ed è anche complicato trovare la data giusta, era stato fatto presente alle confederazioni Cgil e Uil che quel giorno era già occupato da un altro sciopero generale. E che questo avrebbe determinato dei problemi almeno relativamente al settore dei trasporti, in cui c’è una delibera della Commissione di garanzia che vieta la concentrazione tra sciopero generali, che devono escludere il settore dei trasporti”.


“Quindi era stato fatto presente che si sarebbe generata un attrito, in fin dei conti la regola che noi applichiamo è che chi arriva dopo deve adeguarsi alle scelte degli altri sindacati”, ha spiegato Bellocchi.

Sciopero, Mit: il Tar respinge il ricorso dei sindacati

Sciopero, Mit: il Tar respinge il ricorso dei sindacatiMilano, 28 nov. (askanews) – Il presidente della terza sezione del Tar respinge il ricorso d’urgenza promosso da alcuni sindacati contro la precettazione firmata da Matteo Salvini. Lo fa sapere il Mit. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti esprime “grande soddisfazione”. “Difendo il diritto alla mobilità degli italiani”, sottolinea Salvini.


Il ministro due giorni fa ha firmato l’ordinanza di precettazione per lo sciopero di venerdì 29 nel settore dei trasporti proclamato da Cgil e Uil. Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, stamattina – in attesa della decisione del Tar – aveva spiegato che “in ogni caso però per quel che ci riguarda lo sciopero è confermato tranne che nei settori dove c’è la precettazione dove i lavoratori faranno sciopero per quattro ore”.

Nuovo Codice Appalti, Stronati: salvaguardia salari e revisione prezzi

Nuovo Codice Appalti, Stronati: salvaguardia salari e revisione prezziRoma, 28 nov. (askanews) – Audizioni in corso presso la Commissione VIII della Camera in merito allo Schema di Decreto Legislativo recante “Disposizioni integrative e correttive al codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36”. Su questo decreto correttivo al nuovo Codice Appalti Askanews ha raccolto l’opinione di Massimo Stronati presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi.


Nuovo codice dei contratti pubblici, ovvero come aumentare la produttività e salvaguardare i salari per uscire dalle secche dei ribassi? “Proprio in questo quadro si comprende l’impianto dell’articolo 11 del nuovo codice dei contratti pubblici, che mette in relazione diretta ed esplicita l’appalto al contratto del lavoro, collegando così l’affidamento pubblico al salario. La stazione appaltante deve cioè indicare il cnnl strettamente connesso all’oggetto dell’appalto. E’ sicuramente un passo in avanti – dichiara Stronati -. Le modifiche apportate con il correttivo attualmente all’esame delle camere sono necessarie e possono essere utili nella misura in cui serviranno per chiarire il concetto di equivalenza, affinché cioè, sia misurabile più agevolmente da parte delle stazioni appaltanti, rendendo così concreta la connessione tra appalto e ccnl sancita dall’articolo 11, che ha anche il pregio di riconoscere il ruolo della contrattazione, oltre quello di tendere ad evitare il dumping contrattuale e la compressione dei salari. Certo ci sono attività che si sviluppano trasversalmente in più settori che vanno tutelate cosi come è impensabile che siano le stazioni appaltanti ad assumersi la responsabilità di razionalizzare l’attività di rappresentanza ed in questo senso credo si muovano le modifiche apportate con il correttivo, che però, come detto, devono servire a rendere cogente ed concretamente applicabile il principio affermato dall’articolo 11”.


C’è poi l’aspetto di come investire sull’economia sociale. Serve una revisione dei prezzi? “La cosiddetta “economia dei servizi” – risponde ancora Stronati – rappresenta da anni un ambito di molteplici attività in costante espansione, che alla luce delle transizioni in atto sono chiamate a professionalizzarsi costantemente. Per il loro sviluppo gli acquisti pubblici rappresentano una leva fondamentale. Attraverso l’acquisto di beni e servizi i decisori pubblici posso immettere nel sistema risorse economiche creare occupazione salari dignitosi e inclusione sociale, garantendo opere e servizi adeguati alle crescenti esigenze della collettività. Si tratta di uno dei meccanismi più articolati che un’economia moderna può utilizzare. In questo contesto il codice dei contratti pubblici è un riferimento determinante soprattutto alla luce delle transizioni in atto, del loro impatto in termini burocratici, nonché dei costi che molte imprese si trovano ad affrontare. In virtù di tutto questo è fondamentale garantire un meccanismo di revisione prezzi snello chiaro e certo che non si presti ad interpretazioni incerte e non generi confusioni. Siamo quindi preoccupati per le modifiche apportate su questo tema con il correttivo, ci saremmo aspettati un intervento nella direzione opposta, a sostegno cioè di un meccanismo chiaro e certo di revisone prezzi senza incertezze di sorta”.

Confindustria, Maria Anghileri verso presidenza Giovani Imprenditori

Confindustria, Maria Anghileri verso presidenza Giovani ImprenditoriRoma, 28 nov. (askanews) – Maria Anghileri verso la presidenza dei Giovani Imprenditori di Confindustria. Anghileri, lecchese classe 1987, è candidata unica per la successione a Riccardo Di Stefano, presidente in scadenza degli industriali under 40.


In qualità di leader dei Giovani, Anghileri, chief operating officer del Gruppo Eusider, entrerà di diritto, nella squadra del presidente di Confindustria, Emanuele Orsini. Dopo aver conseguito la maturità classica al liceo Manzoni di Lecco, Anghileri si laurea a pieni voti in Giurisprudenza presso l’Università Commerciale Bocconi di Milano nel 2011 e nel 2015 si abilita alla professione di avvocato. Completa la sua formazione all’estero, con un corso alla Columbia University di New York e presso studi legali e organizzazioni internazionali. Nel 2019 infine frequenta alla Harvard Business School di Boston il programma di executive education Owner President Management Program. Dal 2013 al 2016 ha dapprima svolto la pratica forense e in seguito esercitato la professione di avvocato presso lo Studio Lombardi di Milano.


A partire da maggio 2016 entra nell’azienda di famiglia, il Gruppo Eusider, centro servizi siderurgico da quattro generazioni nel settore dell’acciaio, dove attualmente ricopre il ruolo di Chief Operating Officer. Il Gruppo opera attraverso 14 sedi dislocate in aree strategiche del territorio nazionale, impiega 500 addetti con un fatturato di 700 milioni di euro. Inizia la sua esperienza nel Movimento dei Giovani Imprenditori nel 2015. Diventa nel 2017 Membro del Consiglio di Presidenza di Confindustria Lecco Sondrio, con delega al progetto Elite. Nel 2018 ricopre la carica di vicepresidente Giovani Imprenditori di Confindustria Lecco Sondrio, con delega al Comitato Regionale e Vice Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Lombardia con delega al progetto Circular Economy. Nel luglio 2019 diventa vicepresidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Assolombarda, con Delega al Consiglio Nazionale e allo sviluppo di impresa. Infine, è delegata del Gruppo Giovani di Assolombarda per il progetto G20 Young Entrepreneurs’ Alliance – G20YEA.

Confindustria: a novembre 1 impresa su 2 prevede contrazione produzione

Confindustria: a novembre 1 impresa su 2 prevede contrazione produzioneRoma, 28 nov. (askanews) – Netto peggioramento delle aspettative delle imprese. La rilevazione di Confindustria per il mese di novembre segnala “un deciso peggioramento delle aspettative tra le grandi imprese industriali associate”. Quasi la metà delle aziende intervistate (46,9%) prevede una contrazione, moderata o significativa, della produzione industriale rispetto al mese precedente.


Rimane comunque elevata la percentuale di imprese che stimano una produzione stabile, attestandosi al 46,8%. Soltanto una piccola quota, il 6,3%, ipotizza un moderato incremento dell’attività produttiva, mentre nessuna prevede un aumento significativo, segnando un quadro negativo dopo mesi in cui la produzione era ritenuta stabile o in crescita. La domanda e gli ordini si confermano, secondo gli industriali, essere i principali punti di forza a sostegno della produzione nei prossimi mesi. Il saldo tra la quota di imprese che li considera fattori trainanti e quella che invece li ritiene ostacoli cresce significativamente, attestandosi al +7,8%.


La disponibilità di manodopera: torna ad essere un ostacolo rilevante per la produzione, dopo un cauto ottimismo dei mesi precedenti: saldo a -3,4% da -0,2%. I costi di produzione continuano a preoccupare le grandi imprese industriali. Il saldo, presenta un peggioramento: passando dal -1,5% rilevato a ottobre al -3,4%.


Rimangono stabilmente in territorio positivo i giudizi relativi alle condizioni finanziarie (+3%). In miglioramento, pur mantenendo un saldo negativo, le aspettative riguardo la disponibilità di materiali che passano dal -1,2% di ottobre al -0,3% di novembre.


Il sentiment sulla disponibilità degli impianti, che nella precedente rilevazione risultava pressoché stabile con un saldo di -1,3%, subisce un netto peggioramento, scendendo a -3,7% e diventando la principale fonte di preoccupazione per gli industriali.

Istat, a novembre in calo la fiducia di imprese e consumatori

Istat, a novembre in calo la fiducia di imprese e consumatoriRoma, 28 nov. (askanews) – A novembre sia l’indice del clima di fiducia dei consumatori sia l’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese sono stimati in diminuzione, da 97,4 a 96,6 e da 93,4 a 93,1 rispettivamente. Lo ha reso noto l’Istat spiegando che il clima di fiducia delle imprese scende per il terzo mese consecutivo rimanendo su un livello minimo da aprile 2021.


Tra i consumatori, si evidenzia un peggioramento soprattutto delle opinioni sulla situazione economica generale e su quella futura: il clima economico cala da 99,7 a 97,8 e quello futuro si riduce da 95,0 a 93,8. Più contenuto il calo del clima personale (da 96,6 a 96,2) e di quello corrente (da 99,2 a 98,7). Sul fronte delle imprese, l’indice di fiducia aumenta nella manifattura (da 85,8 a 86,5) e, soprattutto, nel commercio al dettaglio (da 103,8 a 106,7) mentre diminuisce nelle costruzioni (da 103,9 a 101,5) e nei servizi di mercato (l’indice passa da 95,2 a 93,7).


Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura i giudizi sul livello degli ordini migliorano mentre le aspettative sul livello della produzione diminuiscono; le scorte sono giudicate in decumulo rispetto al mese scorso. Nelle costruzioni, il saldo dei giudizi sugli ordini si rafforza in presenza di un deciso deterioramento delle aspettative sull’occupazione presso l’azienda. Passando al comparto dei servizi di mercato, si evidenzia un diffuso peggioramento di tutte le componenti; invece, nel commercio al dettaglio giudizi e aspettative sulle vendite registrano un’evoluzione positiva e il saldo dei giudizi sulle scorte rimane sostanzialmente stabile.

Usa, beni durevoli di ottobre +0,2%, stime a +0,5%

Usa, beni durevoli di ottobre +0,2%, stime a +0,5%New York, 27 nov. (askanews) – Gli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti, a ottobre, hanno registrato un dato in rialzo dello 0,2% rispetto al mese precedente a 286,6 miliardi di dollari, secondo quanto comunicato dal dipartimento al Commercio; le attese erano per un rialzo dello 0,5%. Il dato di settembre è stato rivisto da -0,8% a -0,4%. Escludendo gli ordini del settore trasporti, il dato è cresciuto dello 0,1%, dopo il +0,4% di settembre. Escludendo la difesa, il dato si è mostrato in rialzo dello 0,4%. Una misura chiave per gli investimenti aziendali, i nuovi ordini per beni capitali non nel settore della difesa, escludendo il settore aereo, ha registrato un dato in ribasso dello 0,2%.

Francia, differenziale tassi Oat su germania ai massimi dal 2012

Francia, differenziale tassi Oat su germania ai massimi dal 2012Roma, 27 nov. (askanews) – I crescenti rischi di sfiducia sul governo privo di maggioranza della Francia hanno contribuito a spingere il differenziale tra i titoli di Stato dell’Esagono e quelli della Germania ai massimi dal 2012. Lo riporta il Financial Times, secondo cui lo spread tra Oat decennali e Bund di scadenza equivalente ha toccato 90 punti base nel corso della seduta.


Successivamente il differenziale si attesta a 85 punti base. Va rilevato che al 3,02% i rendimenti dei titoli francesi decennali stanno registrando solo un marginale aumento, circa 1 punto base rispetto alla chiusura di ieri, mentre quelli tedeschi si limano di 3 punti base al 2,16%. Nel pomeriggio i rendimenti sui Btp italiani decennali si attestano al 3,41% con un differenziale rispetto ai Bund di 125 punti base, secondo Mts.


Il governo guidato da Michel Bernier ha elaborato un piano di bilancio per il prossimo anno per cui non ha i numeri per ottenere l’approvazione in Parlamento. Potrebbe far ricorso a uno strumento che consentirebbe di scavalcare questo ostacolo, dice il quotidiano, ma così facendo si esporrebbe a un voto di sfiducia su cui al momento manca sempre una maggioranza. Il tutto mentre da diversi giorni nell’Esagono si moltiplicano dure proteste degli agricoltori, che hanno inscenato una molteplicità di manifestazioni bloccando le attività su vari snodi usando i trattori.