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Piazza Affari chiude in rialzo (+0,92%) con Europa sui massimi

Piazza Affari chiude in rialzo (+0,92%) con Europa sui massimiMilano, 29 ago. (askanews) – Chiusura tonica per Piazza Affari e le Borse europee, con l’indice Stoxx Europe 600 tornato vicino ai massimi registrati a maggio, spinte dal Pil Usa, rivisto al rialzo al +3% nel secondo trimestre. Il dato fornisce agli investitori ulteriori rassicurazioni sul fatto che l’economia degli Stati Uniti sia ancora in buone condizioni. A Milano il Ftse Mib ha guadagnato lo 0,92% risalendo sopra i 34mila punti (34.192), a Francoforte il Dax ha toccato i massimi storici chiudendo a 18.930 punti (+0,75%). L’inflazione in Germania è scesa più delle attese ad agosto al +1,9% annuo.


Tra i titoli principali di Piazza Affari, maglia rosa a Tenaris (+5,49%), seguito da StM (+2,97%), Interpump (+2,14%) e Ferrari (+1,85%). Giù Telecom (-1,34%) e le utilities con Hera (-1,09%) e Italgas (-0,79%). Sul listino completo, sugli scudi le azioni della Juventus (+11%) che ha uffcializzato l’acquisto di Teun Koopmeiners dall’Atalanta e ceduto definitivamente Federico Chiesa al Liverpool per 12 milioni. Sul fronte dei nostri titoli di Stato, alla vigilia del dato sull’inflazione dell’eurozona e del deflatore Usa, lo spread ha chiuso stabile a 142 punti, con il rendimento del Btp decennale in lieve rialzo al 3,67%.

Immobili, una casa di lusso su tre si trova in Toscana

Immobili, una casa di lusso su tre si trova in ToscanaRoma, 29 ago. (askanews) – La Toscana si afferma come la regione con la più alta concentrazione di immobili di lusso in Italia. Secondo un recente rapporto di idealista, portale leader nello sviluppo tecnologico per il settore immobiliare in Italia, le province toscane ospitano il 32,8% delle proprietà con un valore superiore al milione di euro, confermando l’attrattiva e l’importanza della regione nel mercato immobiliare di pregio. Attualmente, in Italia sono in vendita 18.157 proprietà dal valore superiore al milione di euro, ma la loro distribuzione geografica è tutt’altro che omogenea. La Toscana emerge come protagonista, con Lucca (9,7% del totale nazionale) e Firenze (7,8%) che si posizionano ai vertici della classifica delle province con il maggior numero di immobili di lusso. Milano segue con il 7,7% del totale nazionale, diventando la terza provincia per concentrazione di proprietà di lusso, seguita da Roma con il 6,9%. Tra le altre province di rilievo troviamo Brescia con il 4,6%, mentre Siena (3,6%) e Grosseto (3,2%) consolidano ulteriormente il primato della Toscana. A completare la top 10 delle province italiane con il maggior numero di case di lusso ci sono Sassari (2,7%), Como (2,6%), e le province di Pisa e Imperia, entrambe con il 2,4%. Ad eccezione di Crotone, tutte le 107 province italiane hanno almeno una casa del valore superiore a un milione di euro pubblicizzata su Idealista. Tuttavia, in molte province, il mercato degli immobili di lusso è quasi inesistente: secondo lo studio, sono 24 le province dove le case di lusso sono rarissime. Tra queste, Catanzaro, Benevento e Lodi registrano solo una o due proprietà in vendita. In queste province, la percentuale di immobili di lusso è così bassa da risultare statisticamente pari a zero. All’interno del mercato del lusso esiste un segmento ancora più esclusivo: quello delle case di extralusso, con un prezzo superiore ai 3 milioni di euro. Ad agosto, gli immobili in vendita in questa fascia di prezzo erano 1.894, concentrati principalmente nelle province di Lucca (323 annunci; 17,1% del totale) e Firenze (227 annunci; 12%). Seguono Milano con 130 annunci (6,9%), Roma con 122 (6,4%) e Siena con 107 (5,6%). In 28 province italiane, invece, non sono presenti case in vendita che superano i 3 milioni di euro.

Berkshire Hathaway tocca 1.000 mld di capitalizzazione

Berkshire Hathaway tocca 1.000 mld di capitalizzazioneNew York, 28 ago. (askanews) – Berkshire Hathaway, la holding di Warren Buffet ha raggiunto mercoledì una capitalizzazione di mercato di mille miliardi di dollari: è la prima azienda non tecnologica degli Stati Uniti a raggiungere l’ambito traguardo. Le azioni sono aumentate dell’1,2% raggiungendo un massimo di 699.440,93 dollari mercoledì, consentendole di superare i mille miliardi.


Le azioni della società con sede a Omaha, in Nebraska, sono cresciute di oltre il 28% nel 2024. La soglia di mille miliardi è stata superata solo due giorni prima che Buffet, noto come l’”Oracolo di Omaha” compisse 94 anni. A differenza delle altre sei aziende che hanno toccato questo record (Apple, Nvidia, Microsoft, Alphabet, Amazon, Meta), Berkshire è nota per il suo focus sulla vecchia economia, con investimenti su assicurazioni, ferrovie, vendita al dettaglio ed energia con un bilancio senza pari.

Carburanti, Unem: a luglio forte crescita dei consumi

Carburanti, Unem: a luglio forte crescita dei consumiRoma, 28 ago. (askanews) – A luglio, con due giorni lavorativi in più, le vendite di prodotti petroliferi sono cresciute del 5,9% (+277.000 tonnellate) rispetto a luglio 2023. A sostenere la decisa crescita un generalizzato incremento dei principali prodotti. Il totale complessivo dei consumi è salito del 7,4% rispetto ad un anno fa (+375.000 tonnellate). Lo rende noto Unem specificando in un comunicato che, in particolare il jet fuel ha registrato in questo mese il record storico pari a 526.000 tonnellate.


Cresce dell’8,5% (+63.000 tonnellate) anche la benzina che non raggiungeva questi livelli di consumo da ben 13 anni (agosto 2011). In territorio positivo anche tutti gli altri carburanti per la mobilità stradale e quelli per la navigazione (bunker) che evidentemente stanno beneficiando ancora dell’allungamento delle rotte dovute alle difficoltà di transito nel Mar Rosso.


I prezzi al consumo dei carburanti nel corso del mese di luglio hanno iniziato a scendere per poi continuare la loro discesa fino ad oggi. A livello di prezzo industriale (al netto delle tasse), sia la benzina che il gasolio si mantengono al di sotto della media dell’area euro per circa 2,5 centesimi. Il consolidato dei primi sette mesi 2024 mostra un incremento delle vendite del 2,8% verso lo stesso periodo del 2023. Quanto ai consumi per la mobilità stradale e il trasporto aereo, nei primi sette mesi dell’anno risultano più alti di 859.000 tonnellate rispetto a quelli dello stesso periodo dell’anno precedente, di cui quasi la metà attribuibili al jet fuel. Complessivamente, nei primi sette mesi dell’anno, benzina e gasolio insieme presentano volumi superiori del 2,4% rispetto al periodo pre-pandemico.


A luglio il totale delle vendite destinate al mercato, ossia al netto dei consumi legati alle attività di raffinazione, ha mostrato un incremento del 5,9% rispetto a luglio 2023 (+277.000 tonnellate), quale risultato di dinamiche di crescita omogenee tra tutti i diversi prodotti legati alla mobilità: la crescita dei prodotti destinati alla mobilità aerea (al suo record mensile storico) infatti, è stata seguita anche dall’aumento dei bunkeraggi per la mobilità navale ed anche da quelli per la mobilità stradale favoriti evidentemente anche da un effetto calendario. Complessivamente i consumi petroliferi italiani, con ben due giorni lavorativi in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno, sono stati pari a poco più di 5,4 milioni di tonnellate, in aumento del 7,4% (+375.000 tonnellate). Un risultato conseguente oltre all’incremento dei volumi complessivi dei prodotti per la mobilità, anche dall’incremento mensile delle attività legate alla raffinazione e alla petrolchimica.


I consumi di carburanti autotrazione (benzina+gasolio) sono stati pari a 3,04 milioni di tonnellate, di cui 0,84 milioni di benzina e 2,20 milioni di gasolio, con un incremento del 4,9% rispetto allo stesso mese del 2023 (+143.000 tonnellate). Livello che risulta comunque più alto rispetto anche ai volumi pre-pandemici (+4,9% rispetto a luglio 2019) a conferma della loro prevalenza nel soddisfare i bisogni della mobilità stradale. I prezzi dei carburanti a luglio hanno iniziato a scendere, con la benzina che a fine mese si è attestata a 1,851 euro/litro, 2 centesimi euro/litro in meno rispetto ad inizio mese, ed il gasolio a 1,717euro/litro anch’esso in calo di 2 cents rispetto ai primi giorni del mese. Questa flessione, proseguita per tutto il mese di Agosto, è ancora in atto grazie ad una minore tensione sulle quotazioni internazionali, pur perdurando tutti gli elementi di elevata instabilità nelle diverse crisi geopolitiche ancora oggi aperte. Nei primi sette mesi 2024 i consumi petroliferi sono ammontati a circa 33,6 milioni di tonnellate, con un incremento dell’1,5% (+512.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo 2023, mentre il totale delle sole vendite destinate al mercato, ossia al netto dei consumi legati alle attività di raffinazione, sono aumentate del 2,8% (+834.000 tonnellate) Le vendite di carburanti autotrazione (benzina+gasolio) sono risultate pari a 18,7 milioni di tonnellate (+2,4%, +433.000 tonnellate verso lo stesso periodo del 2023) e superiori sempre del 2,4% rispetto al livello pre-pandemico. In particolare, rispetto ai primi sette mesi del 2023: la benzina totale ha mostrato un incremento del 5,2% (+243.000 tonnellate), con una crescita quasi analoga della benzina venduta sulla rete (+5,1%); il gasolio autotrazione ha evidenziato un aumento dell’1,4% (+190.000 tonnellate), con il gasolio venduto sulla rete ancora in territorio negativo (-0,4%), mentre i volumi del canale extra-rete (+4,9, pari a 309.000 tonnellate), rimangono saldamente positivi. In questi primi 7 mesi si consolidano le diverse tendenze dei due prodotti, con la benzina che mostra dinamiche decisamente più positive rispetto al gasolio per i fattori strutturali del trasporto passeggeri (con il costante spostamento dal gasolio alla benzina per le nuove immatricolazioni, dato anche l’abbandono dell’alimentazione a gasolio da parte delle industrie auto per le auto di piccola cilindrata) e altri contingenti, come il contesto delle dinamiche economiche che in questa prima parte dell’anno continuano a rilevare una crescita stabile delle attività del terziario, in particolare di quelle legate al turismo (su livelli record), rispetto al manifatturiero e alle costruzioni, anche queste ultime in rallentamento. Il carboturbo (jet fuel), con un aumento del 15,9% verso lo stesso periodo 2023, chiude definitivamente le conseguenze negative del periodo pandemico e, rispetto al livello record del 2019, i volumi 2024 sono addirittura superiori di 48.000 tonnellate. Nei primi sette mesi 2024, i consumi di raffineria sono praticamente in linea (+0,6%) mentre quelli per la produzione di energia elettrica e termica si riducono del 4,5% ma con un alleggerimento della percentuale negativa. Si consolida l’incremento del bitume (+7,6%) così come quello dei bunker (+4,3%), e diminuisce il calo della carica petrolchimica netta (-3,4%), che riduce le perdite a 57.000 tonnellate.

Air France-Klm: completata acquisizione del 19,9% nella scandinava Sas

Air France-Klm: completata acquisizione del 19,9% nella scandinava SasMilano, 28 ago. (askanews) – Il gruppo Air France-Klm ha completato l’acquisizione di una quota del 19,9% nella società scandinava Sas. La finalizzazione dell’operazione, comunicata lo scorso ottobre, arriva dopo le approvazioni normative in Europa e negli Stati Uniti.


Air France-Klm e Sas hanno firmato accordi interline e code-share di vasta portata per collegare gli hub e le reti. Questi accordi entreranno in vigore già dal primo settembre 2024. Lo stesso giorno, Sas entrerà a far parte dell’alleanza Skyteam, di cui Air France e KLM sono membri fondatori. “Siamo lieti di aver completato questa operazione strategica con sas S- ha commentato in una nota Benjamin Smith, ceo del gruppo Air France-Kl – che rafforzerà la nostra presenza nei mercati scandinavi. I clienti di Sas, Air France e KLM avranno ora un numero maggiore di destinazioni tramite code sharing. Skyteam acquisirà immediatamente un nuovo membro strategico”.


Air France-KLM ha portato avanti questa transazione come membro di un consorzio di investitori che comprende anche Castlelake, Lind Invest e lo Stato danese. Il consorzio detiene ora una quota complessiva dell’86,4% per un investimento pari a 1,2 miliardi di dollari. Il gruppo Air France-Klm ha investito complessivamente 144,5 milioni di dollari. In base alle disposizioni concordate dal consorzio la partecipazione di Air France-Klm potrebbe aumentare in modo che Air France-Klm possa diventare azionista di controllo dopo un minimo di due anni, subordinatamente, tra le altre cose, a determinate condizioni normative e di performance finanziaria”.

Sangalli: per sostenere i consumi ridurre il carico fiscale

Sangalli: per sostenere i consumi ridurre il carico fiscaleRoma, 28 ago. (askanews) – “Le spese obbligate, soprattutto quelle legate all’abitazione, penalizzano sempre di più i bilanci delle famiglie e di conseguenza riducono i consumi. Consumi che sono la principale componente della domanda interna. Per sostenerli occorre confermare l’accorpamento delle aliquote Irpef e ridurre progressivamente, e in modo strutturale, il carico fiscale”. Ad affermarlo è il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, commentando l’analisi dell’Ufficio Studi della Confederazione sulle spese obbligate.

Confcommercio: nel 2024 spese obbligate “mangiano” 42% consumi famiglie

Confcommercio: nel 2024 spese obbligate “mangiano” 42% consumi famiglieRoma, 28 ago. (askanews) – Complici anche le spinte inflazionistiche, l’incidenza delle spese obbligate sui bilanci familiari rimane elevata: per il 2024, infatti, la quota di queste spese sul totale dei consumi delle famiglie sfiora il 42%, con un incremento di oltre 5 punti dal 1995 ad oggi. Quota che non sembra destinata a tornare al livello pre-Covid pari a circa il 40%. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio sulle spese obbligate delle famiglie italiane tra il 1995 e il 2024.


Su un totale di circa 21.800 euro pro capite di consumi all’anno, oltre 9mila euro se ne vanno per il complesso delle spese obbligate, 348 euro in più rispetto al 2019. Tra queste spese, a farla da padrone è la voce abitazione con 4.830 euro, al cui interno un peso rilevante – anche se costantemente in calo dal 1995 ad oggi – viene dall’aggregato energia, gas e carburanti con 1.721 euro. Ad amplificare la dimensione e, quindi, il peso delle spese obbligate è anche la dinamica dei prezzi che mostra una notevole difformità rispetto a quella degli altri beni e servizi: tra il 1995 e il 2024, infatti, l’indice di prezzo degli obbligati (+122,7%) è cresciuto più del doppio rispetto a quello dei beni commercializzabili (+55,6%), dinamica influenzata anche da un deficit di concorrenza tra le imprese fornitrici di beni e servizi obbligati.

Sono ripartiti i lavori sulla manovra, nodo deficit

Sono ripartiti i lavori sulla manovra, nodo deficitRoma, 27 ago. (askanews) – Sono ormai ripartiti i lavori al Ministero dell’economia e delle finanze sulla prossima manovra che vede come prima tappa la presentazione a Bruxelles del Piano strutturale di bilancio, il documento richiesto dalla nuova governance europea. Si accelera sulla predisposizione del Piano che, a quanto si apprende da fonti parlamentari, potrebbe essere portato in Consiglio dei Ministri nella prima settimana di settembre, per consentire il passaggio nelle Camere (non previsto dalla procedura europea ma chiesto dai parlamentari nelle Commissioni bilancio e accordato dal governo) in tempo utile a rispettare il termine del 20 settembre per l’invio alla Commissione europea. Il Piano strutturale aggiornerà le previsioni e conterrà il quadro programmatico della finanza pubblica, dopo che il Documento di economia e finanza (Def) ha descritto solo quello tendenziale in attesa, appunto, del nuovo Patto di stabilità europeo.


La traiettoria di riduzione del deficit in 7 anni, come sarà probabilmente consentito all’Italia, prevede una correzione strutturale dello 0,5-0,6% l’anno, pari a circa 12 miliardi di euro. Una cifra importante considerando anche le misure ‘base’ che il governo intende confermare per il 2025, a partire dal taglio del cuneo contributivo e l’avvio della riforma dell’irpef, che valgono complessivamente 15 miliardi circa. A queste vanno aggiunte le spese cosiddette ‘indifferibili’ (ad esempio il rifinanziamento dele missioni internazionali e le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici) e gli eventuali altri interventi che le forze politiche di maggioranza stanno sollecitando, come l’aumento delle pensioni minime chiesto da Forza Italia e quota 41 per le pensioni con il sistema di calcolo contributivo, chiesta dalla Lega, o la flat tax incrementale. Qualche buona notizia giunge dall’andamento delle entrate tributarie e dai dati sul fabbisogno, che a luglio è stato in linea con le previsioni e ad agosto, secondo alcune anticipazioni, potrebbe risultare di 4-5 miliardi migliore delle attese. Indicazioni utili e positive che avranno effetti anche sulle previsioni per il prossimo anno.


Ma la ricerca delle risorse di copertura resta sempre la parte più difficile della manovra. Sembrano inevitabili interventi restrittivi sulle pensioni, tra cui l’allungamento di 6-7 mesi della finestra di uscita per chi lascia il lavoro con 42 anni e 10 mesi di contributi, la stretta sulla rivalutazione, lo stop a misure come opzione donna e ape sociale che non verrebbero prorogate. Nel menù all’attenzione dei tecnici del Mef anche una nuova fase di spending review e il riordino delle tax expenditure e dei diversi bonus.

Manovra, si accelera su piano strutturale, correzione deficit 12 mld

Manovra, si accelera su piano strutturale, correzione deficit 12 mldRoma, 27 ago. (askanews) – Sono ormai ripartiti i lavori al Ministero dell’economia e delle finanze sulla prossima manovra che vede come prima tappa la presentazione a Bruxelles del Piano strutturale di bilancio, il documento richiesto dalla nuova governance europea. Si accelera sulla predisposizione del Piano che, a quanto si apprende da fonti parlamentari, potrebbe essere portato in Consiglio dei Ministri nella prima settimana di settembre, per consentire il passaggio nelle Camere (non previsto dalla procedura europea ma chiesto dai parlamentari nelle Commissioni bilancio e accordato dal governo) in tempo utile a rispettare il termine del 20 settembre per l’invio alla Commissione europea. Il Piano strutturale aggiornerà le previsioni e conterrà il quadro programmatico della finanza pubblica, dopo che il Documento di economia e finanza (Def) ha descritto solo quello tendenziale in attesa, appunto, del nuovo Patto di stabilità europeo.


La traiettoria di riduzione del deficit in 7 anni, come sarà probabilmente consentito all’Italia, prevede una correzione strutturale dello 0,5-0,6% l’anno, pari a circa 12 miliardi di euro. Una cifra importante considerando anche le misure ‘base’ che il governo intende confermare per il 2025, a partire dal taglio del cuneo contributivo e l’avvio della riforma dell’irpef, che valgono complessivamente 15 miliardi circa. A queste vanno aggiunte le spese cosiddette ‘indifferibili’ (ad esempio il rifinanziamento dele missioni internazionali e le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici) e gli eventuali altri interventi che le forze politiche di maggioranza stanno sollecitando, come l’aumento delle pensioni minime chiesto da Forza Italia e quota 41 per le pensioni con il sistema di calcolo contributivo, chiesta dalla Lega, o la flat tax incrementale. Qualche buona notizia giunge dall’andamento delle entrate tributarie e dai dati sul fabbisogno, che a luglio è stato in linea con le previsioni e ad agosto, secondo alcune anticipazioni, potrebbe risultare di 4-5 miliardi migliore delle attese. Indicazioni utili e positive che avranno effetti anche sulle previsioni per il prossimo anno.


Ma la ricerca delle risorse di copertura resta sempre la parte più difficile della manovra. Sembrano inevitabili interventi restrittivi sulle pensioni, tra cui l’allungamento di 6-7 mesi della finestra di uscita per chi lascia il lavoro con 42 anni e 10 mesi di contributi, la stretta sulla rivalutazione, lo stop a misure come opzione donna e ape sociale che non verrebbero prorogate. Nel menù all’attenzione dei tecnici del Mef anche una nuova fase di spending review e il riordino delle tax expenditure e dei diversi bonus.

Covid,Zuckerberg si pente di essersi piegato a “pressioni” Casa Bianca

Covid,Zuckerberg si pente di essersi piegato a “pressioni” Casa BiancaRoma, 27 ago. (askanews) – Il proprietario di Meta Mark Zuckerberg si dice pentito di essersi piegato a quelle che lui definisce ‘pressioni’ dell’amministrazione Biden per “censurare” i contenuti su Facebook e Instagram durante la pandemia di coronavirus. In una lettera inviata al presidente di una commissione della Camera degli Stati Uniti, l’imprenditore ha detto che parte del materiale, tra cui umorismo e satira, è stato rimosso nel 2021 sotto la pressione di alti funzionari. Lo riporta la Bbc.


La Casa Bianca ha difeso le sue azioni, sottolineando di aver incoraggiato “azioni responsabili per proteggere la salute e la sicurezza pubblica”. Zuckerberg ha aggiunto che la sua azienda ha brevemente “declassato” i contenuti relativi al figlio di Joe Biden, Hunter, prima delle elezioni del 2020, dopo che l’FBI aveva messo in guardia su “una potenziale operazione di disinformazione russa”.


In seguito è diventato chiaro che questo contenuto non faceva parte di tale operazione, ha detto Zuckerberg, e che non avrebbe dovuto essere rimosso temporaneamente. Zuckerberg non ha fornito ulteriori dettagli sulle azioni di cui si è pentito durante la pandemia. All’epoca, la sua azienda rimosse i post per una serie di motivi. l’imprenditore ha affermato che le decisioni prese erano decisioni della sua azienda, ma che “la pressione del governo era sbagliata. Abbiamo fatto delle scelte che, con il senno di poi e con nuove informazioni, non faremmo oggi”.


La sua lettera era indirizzata a Jim Jordan, presidente della commissione giudiziaria della Camera, che ha indagato sulla moderazione dei contenuti sulle piattaforme online.