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Usa2024, Wsj: su fisco prendono forma proposte Harris

Usa2024, Wsj: su fisco prendono forma proposte HarrisRoma, 27 ago. (askanews) – Le proposte fiscali della vicepresidente Kamala Harris riprendono il lavoro incompiuto dell’amministrazione Biden, spingendo per aumentare le tasse sulle aziende e sulle famiglie ad alto reddito e lasciando invece invariate o più basse le tasse della maggior parte degli americani. Lo anticipa il Wall Street Journal spiegando che Harris, candidata democratica alla presidenza, aumenterebbe le tasse di circa 5 trilioni di dollari nel prossimo decennio e taglierebbe le altre tasse di oltre 4 trilioni di dollari. Le riscossioni totali del governo federale, stimate in 63 trilioni di dollari in 10 anni, rimarrebbero poco cambiate, ma l’agenda di Harris modificherebbe la composizione di chi paga.


Con il suo piano – anticipa ancora il Wsj – le tasse aumenterebbero notevolmente per alcune famiglie ad alto reddito e le aliquote fiscali marginali massime raggiungerebbero il punto più alto dal 1986. Gli investitori più ricchi e i fondatori di aziende si troverebbero ad affrontare ingenti oneri fiscali sulle plusvalenze che non devono affrontare con la legge attuale. La politica fiscale segna uno dei più grandi divari tra i due partiti principali, e anche una maggioranza esigua al Congresso potrebbe produrre enormi differenze negli utili aziendali e nelle finanze delle famiglie, in particolare per gli americani più ricchi. Harris non ha discusso nei dettagli i suoi piani fiscali, ma la sua campagna ha indicato il suo sostegno agli aumenti fiscali proposti dal presidente Biden. E Ha lanciato un piano di espansione del credito d’imposta per i figli all’inizio di questo mese che andava oltre l’agenda di Biden.


Una vittoria democratica alla Casa Bianca, al Senato e alla Camera potrebbe consentire a Harris di far promulgare molti dei suoi piani fiscali, sebbene disaccordi interni al partito e margini di voto esigui potrebbero impedire che l’agenda completa diventi legge. L’ex presidente Donald Trump, candidato repubblicano, vuole invece estendere tutti i tagli fiscali in scadenza, per un totale di 4 trilioni di dollari in un decennio. Oltre a ciò, propone di aggiungere ulteriori tagli, un’aliquota fiscale aziendale più bassa ed esenzioni fiscali per mance e benefici della previdenza sociale. Il suo compagno di corsa, il senatore JD Vance ha parlato poi di un credito d’imposta per figli più ampio. Trump imporrebbe anche tariffe che recupererebbero parte delle entrate perse, ma aumenterebbero anche i costi per i consumatori.

Sono sempre meno gli stranieri occupati nel lavoro domestico

Sono sempre meno gli stranieri occupati nel lavoro domesticoRoma, 27 ago. (askanews) – Quasi sette lavoratori domestici su dieci sono stranieri (68,9%). La percentuale sale al 72,7% se si considerano solo i contratti di badante. In totale sono quasi 575mila di cui il 52,4% si occupa di assistenza alle persone. E’ quanto rileva l’osservatorio sul lavoro domestico di Domina relativo al 2023, che evidenzia un calo del 7,6% rispetto all’anno precedente.


Quasi la metà dei lavoratori domestici stranieri proviene da tre nazioni. La prima è la Romania (123mila pari al 21,3% del totale). Il secondo Paese più rappresentato è l’Ucraina con 90mila lavoratori (15,6%), seguito dalle Filippine con 63mila (11%). Il 6,3% proviene dal Perù (36.141), mentre il 5,7% dalla Moldavia (32.573). Sotto le 7mila unità Paesi come la Bulgaria, Senegal, Russia o Nigeria. La tipologia di lavoro domestico sembra essere correlata con la provenienza. In base alla nazionalità cambia anche la tipologia di lavoro domestico: il ruolo di badante è maggiormente presente tra i Paesi dell’Est Europa come Georgia (84,9%), Bulgaria (74,1%), Ucraina (67,2%) e Romania (63,2%). Al contrario, si registra una netta prevalenza di colf per i lavoratori provenienti da Pakistan (85,4%), Filippine (83,8%) e Bangladesh (82,3%). Rispetto al 2022 i lavoratori domestici stranieri sono diminuiti del 7,6% e si registra una contrazione in quasi tutte le nazionalità. Tra i principali Paesi d’origine l’unico a riportare una crescita è la Georgia (+3,6%). A diminuire in modo notevole sono Albania (-14,1%), Marocco (-13,9%), Bangladesh (-42,3%) e Senegal (-31,8%). Il calo è probabilmente dovuto a un rimbalzo fisiologico seguito agli aumenti legati alla regolarizzazione del 2020.


Il peso del lavoro domestico è molto variabile. Per esempio, i cittadini romeni sono oltre un milione mentre gli ucraini 250mila e la comunità filippina conta 159mila persone. Il rapporto tra lavoratori domestici e popolazione residente indica la propensione al lavoro domestico per ciascuna nazionalità: Filippine, Ucraina, Perù ed El Salvador superano il 30%. Moldavia, Ecuador e Sri Lanka superano il 25%. Per le comunità più numerose l’incidenza del lavoro domestico si abbassa: è il caso della Romania (11,3%) o Albania (5,4%) e Marocco (5,1%). Un caso particolare è rappresentato dalla Georgia, dove il rapporto tra lavoratori domestici e popolazione residente raggiunge l’86,4%. Mediamente, considerando tutti gli stranieri in Italia, il lavoro domestico rappresenta l’11,2% della popolazione. Se invece si considera la popolazione italiana il lavoro domestico rappresenta lo 0,5%.

Manovra, Sbarra: governo convochi parti sociali, giù tasse a ceto medio

Manovra, Sbarra: governo convochi parti sociali, giù tasse a ceto medioRoma, 27 ago. (askanews) – Per il lavoro si va verso “un autunno importante: l’auspicio è che il governo provveda subito a convocare le parti sociali per entrare nel merito delle misure che entreranno nella prossima legge di Stabilità”. Lo ha detto il leader della Cisl, Luigi Sbarra, a Rai Radio 1.


Secondo Sbarra, è “centrale è salvaguardare, tutelare e aumentare i salari e pensioni, sostenere le famiglie”, e dunque “prorogare tutte le misure in scadenza al 31 dicembre di quest’anno”. Una su tutte, per il leader della Cisl, “il taglio del cuneo contributivo”. Inoltre bisogna “dare un taglio deciso alle tasse per il ceto medio che sta scivolando pericolosamente verso condizioni di povertà” e “rinnovare i contratti”, ha aggiunto.

Apple: il cfo Luca Maestri lascerà l’incarico il 1 gennaio 2025

Apple: il cfo Luca Maestri lascerà l’incarico il 1 gennaio 2025Milano, 27 ago. (askanews) – Lo storico Chief Financial Officer di Apple, Luca Maestri, dopo oltre un decennio lascerà il suo incarico il prossimo 1 gennaio 2025. Nell’ambito di una successione pianificata, spiega l’azienda di Cupertino, Kevan Parekh, attuale vicepresidente di Apple per la pianificazione e l’analisi finanziaria, diventerà il Cfo e si unirà al team esecutivo.


Parekh lavora in Apple da 11 anni e attualmente è a capo di Pianificazione e analisi finanziaria, G&A e Benefits Finance, Investor Relations e Ricerche di mercato. Maestri continuerà invece a guidare i team dei servizi aziendali, tra cui i sistemi e le tecnologie informatiche, la sicurezza informatica, il settore immobiliare e lo sviluppo, riportando al Ceo Tim Cook. “Luca è stato un partner straordinario nella gestione di Apple a lungo termine. È stato determinante nel migliorare e guidare la performance finanziaria dell’azienda, nel coinvolgere gli azionisti e nell’instillare la disciplina finanziaria in ogni parte di Apple. Abbiamo la fortuna di poter continuare a beneficiare della leadership e dell’intuizione che hanno contraddistinto il suo mandato in azienda”, ha dichiarato Cook. “Per oltre un decennio, Kevan è stato un membro indispensabile del team di leadership finanziaria di Apple e conosce l’azienda a fondo. Il suo intelletto acuto, la sua saggezza e la sua genialità finanziaria lo rendono la scelta perfetta per diventare il prossimo Cfo di Apple”.


Durante il periodo in cui ha ricoperto il ruolo di Cfo, sottolinea Apple, Maestri ha permesso di effettuare investimenti essenziali e ha praticato una solida disciplina finanziaria, che insieme hanno aiutato l’azienda a più che raddoppiare il suo fatturato, con una crescita del fatturato dei servizi più che quintuplicata.

Usa, Ordini di beni durevoli +9,9% a luglio, oltre le stime

Usa, Ordini di beni durevoli +9,9% a luglio, oltre le stimeNew York, 26 ago. (askanews) – A luglio, gli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti hanno registrato un dato in forte rialzo, ben oltre le attese. Rispetto al mese di giugno quando si era registrato un -6,6% gli ordini hanno registrato un pico del 9,9% a 289,6 miliardi di dollari, rispetto al mese precedente. A comunicarlo è il dipartimento al Commercio. Le attese erano per un rialzo del 4%. Il dato di giugno è stato rivisto da -6,6% e cioè 264,5 miliardi a -6,9% a 263,6 miliardi.


Escludendo gli ordini del settore trasporti il dato ha registrato un calo dello 0,2% contro lo +0,1% di giugno rivisto da iniziale +0,5%. Escludendo il settore della difesa gli ordini sono cresciuti del 10,4%.

IBM chiude le sue attività di ricerca e sviluppo in Cina (Wsj)

IBM chiude le sue attività di ricerca e sviluppo in Cina (Wsj)Roma, 26 ago. (askanews) – IBM sta chiudendo il suo dipartimento di ricerca e sviluppo in Cina, con l’ultimo tra i ritiri dal Paese da parte delle principali aziende tecnologiche statunitensi.


Lo scrive il Wall Street Journal segnalando che l’azienda sta trasferendo le sue funzioni di R&S dalla Cina ad altre strutture all’estero, come ha detto Jack Hergenrother, un dirigente IBM, ai dipendenti durante un incontro virtuale lunedì mattina, secondo i dipendenti che hanno partecipato. Secondo le stesse fonti il dirigente ha aggiunto che IBM ha dovuto affrontare una concorrenza sempre più intensa in Cina con il suo business infrastrutturale in declino negli ultimi anni. Hergenrother ha precisato poi che IBM prevede di concentrare la sua R&S in diverse regioni al di fuori della Cina. L’azienda sta rafforzandosi con altri ingegneri e ricercatori , anche a Bengaluru, in India, secondo i dipendenti che sono stati informati.


La chiusura avrà effetto su più di 1.000 persone, per lo più impiegate nei laboratori di R&S dell’azienda che hanno sede in diverse città cinesi, tra cui Pechino e Shanghai. Un rappresentante di IBM Cina non ha risposto alle richieste di commento.


Le tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina – scrive il Wsj – hanno portato molte aziende multinazionali a rivedere la propria attività in Cina, con alcune che hanno licenziato dipendenti e trasferito le operazioni in altri paesi. IBM un tempo vedeva la Cina come un importante mercato in crescita, ma la sua quota di mercato è crollata negli ultimi anni poiché i concorrenti locali hanno migliorato i loro servizi e Pechino ha spinto gli acquirenti cinesi ad acquistare di più dai fornitori di tecnologia nazionali, in una campagna soprannominata “Delete America”. IBM ha affermato che i suoi ricavi in Cina sono diminuiti del 19,6% lo scorso anno.


Le aziende statunitensi che fanno affari in Cina devono anche affrontare un controllo più severo da parte dei decisori politici americani in aree strategiche come l’intelligenza artificiale. Microsoft sta ridimensionando le sue operazioni di cloud computing e ricerca sull’intelligenza artificiale in Cina e sta chiedendo ai dipendenti locali di prendere in considerazione il trasferimento in altre sedi.

Privacy, l’Olanda multa Uber per 290mln: violato il Gdpr

Privacy, l’Olanda multa Uber per 290mln: violato il GdprMilano, 26 ago. (askanews) – L’Autorità olandese per la privacy(DPA) ha inflitto a Uber una multa di 290 milioni di euro. Secondo l’authority, Uber avrebbe trasferito i dati personali dei tassisti europei negli Stati Uniti e non avrebbe salvaguardato adeguatamente i dati. Secondo la DPA olandese, ciò costituisce “una grave violazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR)”. Lo fa sapere la Dpa in una nota. “Nel frattempo, Uber ha posto fine alla violazione”, spiega sempre l’autorità olandese.


“In Europa, il GDPR protegge i diritti fondamentali delle persone, imponendo alle aziende e ai governi di trattare i dati personali con la dovuta attenzione”, ha detto il presidente della DPA olandese Aleid Wolfsen. “Ma purtroppo questo non è evidente al di fuori dell’Europa. Pensate ai governi che possono attingere ai dati su larga scala. Per questo motivo le aziende sono solitamente obbligate ad adottare misure aggiuntive se conservano dati personali di cittadini europei al di fuori dell’Unione Europea. Uber non ha soddisfatto i requisiti del GDPR per garantire il livello di protezione dei dati per quanto riguarda il trasferimento negli Stati Uniti. Questo è molto grave”, ha concluso.

Bce: Cipollone, taglio tassi? Discuteremo in sedi opportune

Bce: Cipollone, taglio tassi? Discuteremo in sedi opportuneRimini, 25 ago. (askanews) – “Ne discuteremo nelle sedi opportune e il 12 settembre valuteremo”. Così Piero Cipollone, membro del comitato esecutivo della Bce, a margine di un incontro al Meeting di Rimini, in merito alla possibilità che la Banca centrale possa decidere di tagliare i tassi nella prossima riunione.


A chi gli chiedeva se fosse d’accordo con Philip Lane – secondo il quale il ritorno all’inflazione al 2% non è ancora sicuro -, ha detto: “E’ il capoeconomista” e poi rivolto ai cronisti “abbiate pazienza tre settimane”.

Unieuro, pubblicato documento offerta Opas da parte di Fnac Darty

Unieuro, pubblicato documento offerta Opas da parte di Fnac DartyRoma, 24 ago. (askanews) – Partirà il 2 settembre e si concluderà il 25 ottobre l’offerta pubblica volontaria di acquisto e scambio promossa da Fnac Darty SA e RUBY Equity Investment avente ad oggetto la totalità delle azioni ordinarie di Unieuro S.p.A. non ancora detenute dagli Offerenti, facendo seguito al comunicato stampa del 23 agosto 2024 relativo all’approvazione da parte di Consob del documento di Offerta, gli Offerenti rendono nota l’avvenuta pubblicazione delDocumento di Offerta.


Il Documento di Offerta è stato messo a disposizione del pubblico per la consultazione anche sul sito internet di Unieuro (www.unieurospa.com) e sul sito internet di Fnac Darty (www.fnacdarty.com). Il periodo di adesione all’Offerta, concordato con Borsa Italiana S.p.A. avrà inizio alle ore 8:30 (ora italiana) del 2 settembre 2024 e avrà termine alle ore 17.30 (ora italiana) del 25 ottobre 2024, estremi inclusi, salvo eventuali proroghe del periodo di adesione in conformità con la normativa vigente.


Qualora siano soddisfatte le relative condizioni, ai sensi dell’art. 40-bis, comma 1, lettera a), del Regolamento Emittenti, entro il giorno di borsa aperta successivo alla data di pagamento, il periodo di adesione sarà riaperto per 5 giorni di borsa aperta e precisamente, salvo eventuali proroghe del periodo di adesione, per le sedute del 4, 5, 6, 7 e 8 novembre 2024. Gli Offerenti riconosceranno un corrispettivo per ciascuna Azione Unieuro portata in adesione all’Offerta pari a Euro 9,00 e 0,1 azioni Fnac Darty di nuova emissione quotate sull’Euronext Paris, che sarà corrisposto il quinto giorno di borsa aperta successivo alla data di chiusura del periodo di adesione, ossia il 1 novembre 2024, salvo proroghe del periodo di adesione. In caso di riapertura dei termini, il pagamento del corrispettivo per le azioni portate in adesione all’Offerta durante il periodo di riapertura dei termini avverrà il quinto giorno di borsa aperta successivo alla data di chiusura del periodo di riapertura dei termini, ossia il 15 novembre 2024 (salvo proroghe del periodo di adesione).


L’Offerta è subordinata all’avveramento (o alla rinuncia da parte degli Offerenti) di ciascuna delle condizioni sospensive indicate al Paragrafo A.1 della Sezione A del Documento di Offerta. Al fine di poter pervenire a un fondato giudizio sull’Offerta, si invitano gli azionisti di Unieuro alla lettura del Documento di Offerta, al quale si rinvia.

Usa, fusione record tra gruppi supermercati nelle mani dell’Antitrust

Usa, fusione record tra gruppi supermercati nelle mani dell’AntitrustRoma, 24 ago. (askanews) – C&S Wholesale Grocers, un’azienda di 106 anni con sede nel New Hampshire, è destinata a svolgere un ruolo-chiave in un processo antitrust che deciderà se Kroger può andare avanti con il suo acquisto pianificato da 20 miliardi di dollari della rivale Albertsons ACI, con una transazione-record per questo settore. Il caso dovrebbe iniziare lunedì in una corte federale in Oregon e dovrebbe durare circa tre settimane.


La Federal Trade Commission – riporta il Wall Street Journal – ha intentato causa per bloccare l’accordo a febbraio, affermando che unire le due più grandi società di supermercati statunitensi eliminerebbe la feroce rivalità nei mercati in cui Kroger e Albertsons hanno negozi concorrenti, portando a prezzi più alti per gli acquirenti. È qui che entra in gioco C&S. Per neutralizzare le preoccupazioni antitrust, le due catene hanno concordato di vendere 579 negozi alla società di distribuzione alimentare a capitale ristretto, che fornisce più di 100.000 prodotti diversi ai rivenditori in tutto il paese. C&S possiede o concede in franchising circa 160 negozi di alimentari, tra cui Piggly Wiggly e Grand Union.


Le aziende dovranno prima convincere un giudice federale in Oregon che C&S può gestire in modo credibile così tanti negozi e competere con i suoi rivali più grandi. Insieme, Kroger e Albertsons gestiscono circa 5.000 supermercati negli Stati Uniti. I dirigenti di C&S affermano che l’azienda è pronta a entrare nella grande lega dei supermercati. La FTC afferma che C&S non sarà in grado di competere e non può sostituire i vantaggi della concorrenza perduta se Kroger assorbe Albertsons.


L’accordo di cessione da circa 3 miliardi di dollari con Kroger e Albertsons – scrive ancora il Wsj – aumenterebbe il totale dei negozi di C&S a 744, alla pari di Trader Joe’s e Whole Foods. C&S diventerebbe l’ottavo più grande droghiere degli Stati Uniti per fatturato, con oltre 40 miliardi di dollari di vendite stimate, secondo la società di investimenti Solomon Partners, che sta lavorando con Kroger e Albertsons. C&S ha affermato di essere la più grande azienda di fornitura di generi alimentari all’ingrosso negli Stati Uniti. È di proprietà di Rick Cohen, il cui nonno ha fondato l’azienda nel 1918 a Worcester, Massachusetts. C&S, non quotata, non divulga i suoi risultati finanziari. (immagine da sito web Kroger)