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Bankitalia, Panetta: per Italia è “cruciale” ridurre il debito pubblico

Bankitalia, Panetta: per Italia è “cruciale” ridurre il debito pubblicoRoma, 21 ago. (askanews) – Per l’Italia il “problema cruciale rimane la riduzione del debito pubblico in rapporto al prodotto”. Il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, a pochi giorni dall’entrata nel vivo del dibattito parlamentare sulla manovra economica per il 2025, sceglie la tribuna del Meeting di Rimini per un discorso che, cifre alla mano, segnala come il futuro dell’Italia e dell’Europa siano inscindibilmente connessi e per sollecitare il Governo e il Parlamento a una “gestione prudente dei conti pubblici”.


Pur segnalando, in analogia con le sue ultime “Considerazioni finali” i progressi dell’economia italiana dopo la Pandemia che “ci consentono di guardare al futuro con fiducia”, il numero uno di Via Nazionale lancia un monito che non si presta a equivoci: per l’Italia, “il problema cruciale rimane la riduzione del debito pubblico in rapporto al prodotto. Un debito elevato rende più onerosi i finanziamenti alle imprese, frenandone la competitività e l’incentivo a investire; espone l’economia italiana ai movimenti erratici dei mercati finanziari. Sottrae risorse alle politiche anticicliche, agli interventi sociali e alle misure in favore dello sviluppo”. Panetta cita un elemento molto significativo: “L’Italia – spiega è l’unico paese dell’area dell’euro in cui la spesa pubblica per interessi sul debito è pressoché equivalente a quella per l’istruzione. Sottolineo questo confronto perché è emblematico di come l’alto debito stia gravando sul futuro delle giovani generazioni, limitando le loro opportunità”. Di qui il chiaro segnale alle istituzioni politiche: “Affrontare il nodo del debito richiede politiche di bilancio orientate alla stabilità e al graduale conseguimento di avanzi primari adeguati. Tuttavia, la riduzione del debito sarà ardua senza un’accelerazione dello sviluppo economico”. Per Bankitalia “la strada maestra passa per una gestione prudente dei conti pubblici, affiancata da un deciso incremento della produttività e della crescita. Questo circolo virtuoso aumenterebbe significativamente le probabilità di successo e rafforzerebbe la credibilità delle nostre politiche, alleggerendo il peso della spesa per interessi”.


Come accelerare la crescita del Paese? Panetta nel suo discorso ha ricordato di essersi soffermato nelle Considerazioni finali dello scorso maggio “sui problemi strutturali che da un quarto di secolo frenano il nostro sviluppo: dalla bassa crescita all’insoddisfacente andamento degli investimenti, dalla stagnazione della produttività fino alla preoccupante prospettiva demografica”. Poi ha sottolineato che “la crescita resta l’obiettivo fondamentale per l’Italia, ma per ottenerla dobbiamo affrontare con decisione i problemi strutturali irrisolti. Dobbiamo concentrarci sulle finalità essenziali: rafforzare la concorrenza, potenziare il capitale umano, accrescere la produttività del lavoro, aumentare l’occupazione di giovani e donne, definire politiche migratorie adeguate”. Gran parte del discorso del governatore della Banca d’Italia è stata dedicata all’Europa e al suo rapporto inestricabile con l’Italia.


“Rafforzare l’Europa, e con essa l’Italia, ha sottolineato Panetta – non è solo una necessità economica, ma anche il modo per affermare la nostra sovranità strategica e i nostri valori fondamentali. “Per superare le sue debolezze e tenere il passo con il progresso a livello mondiale, l’Unione europea dovrà avviare riforme profonde ed effettuare investimenti ingenti nei prossimi anni. Tra le riforme, ho già sottolineato l’importanza di creare una capacità fiscale comune, senza la quale l’attuale governance europea – caratterizzata da una politica monetaria unica e da politiche di bilancio frammentate a livello nazionale – rimane squilibrata. L’idea che la UEM possa funzionare efficacemente senza una capacità fiscale centralizzata è semplicemente un’illusione, e va superata. Una politica fiscale comune correggerebbe questo squilibrio e rafforzerebbe la coesione tra paesi membri, facilitando la realizzazione di investimenti strategici su larga scala”. Tra le altre riforme necessarie per la competitività dell’economia europea Panetta ricorda “l’allargamento del mercato unico ai settori oggi esclusi, come le telecomunicazioni e l’energia, al fine di stimolare concorrenza ed efficienza; la realizzazione di un ambiente normativo favorevole all’attività imprenditoriale, che possa attrarre investimenti privati e incentivare l’innovazione; il potenziamento dei legami tra il mondo accademico e il sistema produttivo, al fine di trasformare i risultati della ricerca in prodotti e servizi competitivi sul mercato globale. Anche sul fronte dei mercati finanziari, nel quale l’integrazione è molto avanzata, da anni mancano progressi significativi verso il completamento dell’Unione bancaria e la realizzazione di un mercato unico dei capitali”.


Quanto agli investimenti, il numero uno di Via Nazionale ricorda che “i leader europei hanno già individuato i settori chiave su cui concentrare l’impegno: la doppia transizione – ambientale e digitale – e comparti strategici come l’alimentare, l’energia, la sanità e la difesa, nei quali è necessario ridurre la dipendenza dall’estero. Investimenti in questi settori saranno efficaci se realizzati a livello europeo, con fondi sia pubblici sia privati. La spesa richiesta è talmente ingente – dell’ordine di centinaia di miliardi all’anno per molti anni11 – che è irrealistico pensare che le sole finanze pubbliche o i singoli paesi possano sostenerla da soli”. Un passaggio importante del discorso di Panetta riguarda la demografia, il mercato del lavoro e l’immigrazione in Europa. Le proiezioni demografiche indicano che nei prossimi decenni si ridurrà il numero di cittadini europei in età da lavoro e aumenterà il numero degli anziani. Questa dinamica rischia di avere effetti negativi sulla tenuta dei sistemi pensionistici, sul sistema sanitario, sulla propensione a intraprendere e a innovare, sulla sostenibilità dei debiti pubblici. Per contrastare questi effetti, è essenziale rafforzare il capitale umano e aumentare l’occupazione di giovani e donne, in particolare nei paesi – tra cui l’Italia – dove i divari di partecipazione al mercato del lavoro per genere ed età sono ancora troppo ampi. Anche misure che favoriscano un afflusso di lavoratori stranieri regolari costituiscono una risposta razionale sul piano economico, indipendentemente da valutazioni di altra natura. L’ingresso di immigrati regolari andrà gestito in maniera coordinata all’interno dell’Unione, bilanciando le esigenze produttive con gli equilibri sociali e rafforzando l’integrazione dei cittadini stranieri nel sistema di istruzione e nel mercato del lavoro”. La conclusione del discorso di Panetta è dedicata, se mai ci fosse stata la necessità di ribadirlo, proprio al destino comune di Italia ed Europa. “Le ricette – ha sottolineato – sono quelle che ci hanno guidato sin qui, basate sul principio della cooperazione e sull’obiettivo di costruire un’economia moderna, capace di affrontare le sfide globali. Con il fine di conseguire una crescita sostenuta e inclusiva come condizione per il bene comune e la concordia. Il contributo dell’Italia sarà decisivo in questo percorso: affrontare le debolezze strutturali, ridurre il debito pubblico e promuovere una crescita elevata non solo rafforzerà la nostra economia, ma contribuirà anche alla solidità dell’intera Unione europea. Solo così potremo lasciare alle generazioni future un’Italia e un’Europa che abbiano saputo distinguere l’essenziale dal superfluo, orientando le proprie scelte verso ciò che conta davvero”.

Bankitalia, Panetta: per Italia “cruciale” ridurre debito pubblico

Bankitalia, Panetta: per Italia “cruciale” ridurre debito pubblicoRoma, 21 ago. (askanews) – Per l’Italia il “problema cruciale rimane la riduzione del debito pubblico in rapporto al prodotto”. Il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, a pochi giorni dall’entrata nel vivo del dibattito parlamentare sulla manovra economica per il 2025, sceglie la tribuna del Meeting di Rimini per un discorso che, cifre alla mano, segnala come il futuro dell’Italia e dell’Europa siano inscindibilmente connessi e per sollecitare il Governo e il Parlamento a una “gestione prudente dei conti pubblici”.


Pur segnalando, in analogia con le sue ultime “Considerazioni finali” i progressi dell’economia italiana dopo la Pandemia che “ci consentono di guardare al futuro con fiducia”, il numero uno di Via Nazionale lancia un monito che non si presta a equivoci: per l’Italia, “il problema cruciale rimane la riduzione del debito pubblico in rapporto al prodotto. Un debito elevato rende più onerosi i finanziamenti alle imprese, frenandone la competitività e l’incentivo a investire; espone l’economia italiana ai movimenti erratici dei mercati finanziari. Sottrae risorse alle politiche anticicliche, agli interventi sociali e alle misure in favore dello sviluppo”. Panetta cita un elemento molto significativo: “L’Italia – spiega è l’unico paese dell’area dell’euro in cui la spesa pubblica per interessi sul debito è pressoché equivalente a quella per l’istruzione. Sottolineo questo confronto perché è emblematico di come l’alto debito stia gravando sul futuro delle giovani generazioni, limitando le loro opportunità”. Di qui il chiaro segnale alle istituzioni politiche: “Affrontare il nodo del debito richiede politiche di bilancio orientate alla stabilità e al graduale conseguimento di avanzi primari adeguati. Tuttavia, la riduzione del debito sarà ardua senza un’accelerazione dello sviluppo economico”. Per Bankitalia “la strada maestra passa per una gestione prudente dei conti pubblici, affiancata da un deciso incremento della produttività e della crescita. Questo circolo virtuoso aumenterebbe significativamente le probabilità di successo e rafforzerebbe la credibilità delle nostre politiche, alleggerendo il peso della spesa per interessi”.


Come accelerare la crescita del Paese? Panetta nel suo discorso ha ricordato di essersi soffermato nelle Considerazioni finali dello scorso maggio “sui problemi strutturali che da un quarto di secolo frenano il nostro sviluppo: dalla bassa crescita all’insoddisfacente andamento degli investimenti, dalla stagnazione della produttività fino alla preoccupante prospettiva demografica”. Poi ha sottolineato che “la crescita resta l’obiettivo fondamentale per l’Italia, ma per ottenerla dobbiamo affrontare con decisione i problemi strutturali irrisolti. Dobbiamo concentrarci sulle finalità essenziali: rafforzare la concorrenza, potenziare il capitale umano, accrescere la produttività del lavoro, aumentare l’occupazione di giovani e donne, definire politiche migratorie adeguate”. Gran parte del discorso del governatore della Banca d’Italia è stata dedicata all’Europa e al suo rapporto inestricabile con l’Italia.


“Rafforzare l’Europa, e con essa l’Italia, ha sottolineato Panetta – non è solo una necessità economica, ma anche il modo per affermare la nostra sovranità strategica e i nostri valori fondamentali. “Per superare le sue debolezze e tenere il passo con il progresso a livello mondiale, l’Unione europea dovrà avviare riforme profonde ed effettuare investimenti ingenti nei prossimi anni. Tra le riforme, ho già sottolineato l’importanza di creare una capacità fiscale comune, senza la quale l’attuale governance europea – caratterizzata da una politica monetaria unica e da politiche di bilancio frammentate a livello nazionale – rimane squilibrata. L’idea che la UEM possa funzionare efficacemente senza una capacità fiscale centralizzata è semplicemente un’illusione, e va superata. Una politica fiscale comune correggerebbe questo squilibrio e rafforzerebbe la coesione tra paesi membri, facilitando la realizzazione di investimenti strategici su larga scala”. Tra le altre riforme necessarie per la competitività dell’economia europea Panetta ricorda “l’allargamento del mercato unico ai settori oggi esclusi, come le telecomunicazioni e l’energia, al fine di stimolare concorrenza ed efficienza; la realizzazione di un ambiente normativo favorevole all’attività imprenditoriale, che possa attrarre investimenti privati e incentivare l’innovazione; il potenziamento dei legami tra il mondo accademico e il sistema produttivo, al fine di trasformare i risultati della ricerca in prodotti e servizi competitivi sul mercato globale. Anche sul fronte dei mercati finanziari, nel quale l’integrazione è molto avanzata, da anni mancano progressi significativi verso il completamento dell’Unione bancaria e la realizzazione di un mercato unico dei capitali”.


Quanto agli investimenti, il numero uno di Via Nazionale ricorda che “i leader europei hanno già individuato i settori chiave su cui concentrare l’impegno: la doppia transizione – ambientale e digitale – e comparti strategici come l’alimentare, l’energia, la sanità e la difesa, nei quali è necessario ridurre la dipendenza dall’estero. Investimenti in questi settori saranno efficaci se realizzati a livello europeo, con fondi sia pubblici sia privati. La spesa richiesta è talmente ingente – dell’ordine di centinaia di miliardi all’anno per molti anni11 – che è irrealistico pensare che le sole finanze pubbliche o i singoli paesi possano sostenerla da soli”. Un passaggio importante del discorso di Panetta riguarda la demografia, il mercato del lavoro e l’immigrazione in Europa. Le proiezioni demografiche indicano che nei prossimi decenni si ridurrà il numero di cittadini europei in età da lavoro e aumenterà il numero degli anziani. Questa dinamica rischia di avere effetti negativi sulla tenuta dei sistemi pensionistici, sul sistema sanitario, sulla propensione a intraprendere e a innovare, sulla sostenibilità dei debiti pubblici. Per contrastare questi effetti, è essenziale rafforzare il capitale umano e aumentare l’occupazione di giovani e donne, in particolare nei paesi – tra cui l’Italia – dove i divari di partecipazione al mercato del lavoro per genere ed età sono ancora troppo ampi. Anche misure che favoriscano un afflusso di lavoratori stranieri regolari costituiscono una risposta razionale sul piano economico, indipendentemente da valutazioni di altra natura. L’ingresso di immigrati regolari andrà gestito in maniera coordinata all’interno dell’Unione, bilanciando le esigenze produttive con gli equilibri sociali e rafforzando l’integrazione dei cittadini stranieri nel sistema di istruzione e nel mercato del lavoro”.

Manovra, Cisl (Sbarra): governo convochi subito i sindacati

Manovra, Cisl (Sbarra): governo convochi subito i sindacatiRimini, 21 ago. (askanews) – “Al governo chiediamo di convocarci subito per poter discutere insieme del piano pluriennale di riforme e investimenti da consegnare alla Commissione europea a metà settembre”. Lo ha chiesto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, in un’intervista a ilSussidiario.net nel giorno della sua presenza al Meeting di Rimini.


“Si tratta di un documento strategico per individuare priorità d’intervento negli anni a cavallo del Pnrr – ha aggiunto Sbarra -. Deve partire subito un dialogo responsabile, pragmatico, essenziale per convergere su obiettivi comuni che si chiamano crescita e sostenibilità sociale, innovazione e formazione, nuove tutele e coesione, partecipazione e centralità del lavoro stabile, dignitoso, produttivo”.

Riforme, Sbarra: da Cgil e Uil venature ideologiche su referendum

Riforme, Sbarra: da Cgil e Uil venature ideologiche su referendumRimini, 21 ago. (askanews) – “Il pluralismo sindacale è una ricchezza quando nessuno si ammanta di un improbabile e antistorico ruolo egemonico. Cgil e Uil percorrono oggi, con i referendum, una strada legittima, ma in cui noi percepiamo venature ideologiche, che deresponsabilizzano il sindacato depotenziando la sua capacità di stare ai tavoli, che sono stati e sono reali”. Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, in un’intervista a ilSussidiario.net nel giorno della sua presenza al Meeting di Rimini, ricordando che su premierato “bisogna ragionare senza ideologie, senza elmetto in testa”.


“Sul Jobs Act, sono i numeri a parlare – ha aggiunto Sbarra -. La crescita dell’occupazione dopo l’emergenza sanitaria ha generato un saldo positivo di oltre 900 mila posti rispetto al 31 dicembre 2019, con una forte contrazione dei rapporti a tempo determinato (-240 mila unità). Si riduce inoltre il bacino di disoccupati e inattivi. Il problema non è dunque nello stock, ma nella capacità del lavoro di esprimere valore aggiunto e quindi anche di essere meglio pagato. Significa politiche attive, formazione, competenze e un nuovo Statuto della persona nel mercato del lavoro”. Il segretario della Cisl è intervenuto anche sul tema dell’autonomia: “noi siamo con Sabino Cassese e diciamo che la Legge Calderoli va cambiata e migliorata, ma senza furori ‘giacobini’ – ha spiegato -. Nessun referendum può cambiare il principio iscritto nel 2001 con l’articolo 116 della Costituzione. Si tratta di dare a quel dettato un quadro regolatorio equo e solidale, che rafforzi l’unità nazionale, finanziando i Lep, istituendo una adeguata perequazione nazionale, lasciando fuori scuola e contrattazione e sottoponendo ogni intesa regionale a un accordo concertato con le parti sociali”.


In merito al premierato ha auspicato una discussione “senza ideologie, senza elmetto in testa”. Perché “non si può negare che nodi di sistema da sciogliere ci siano, che la durata dei Governi sia troppo breve e che le logiche di corto respiro penalizzino l’efficacia di ogni azione riformatrice”. Ma “governabilità, stabilità e velocità decisionale che oggi sono richieste alle democrazie per il loro stesso bene – ha concluso Sbarra – devono essere accompagnate da pluralismo, partecipazione, pieno riconoscimento della rappresentanza, centralità del Parlamento e piena salvaguardia del ruolo del capo dello Stato”.

Auto, Sbarra (Cisl): no pregiudizi su stabilimento cinese in Italia

Auto, Sbarra (Cisl): no pregiudizi su stabilimento cinese in ItaliaRimini, 21 ago. (askanews) – “Nessun pregiudizio, né impostazione protezionistica dalla Cisl” sulla eventuale “apertura di uno stabilimento di un marchio” automobilistico “cinese in Italia” che anzi “potrebbe rappresentare un’opportunità per il nostro Paese, specialmente in termini di creazione di posti di lavoro e trasferimento di know-how tecnologico”. Però “è fondamentale porre condizionalità stringenti di natura sociale e contrattuale” e “nel rispetto delle regole del mercato del lavoro italiano e degli standard sociali europei”. Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, in un’intervista a ilSussidiario.net nel giorno della sua presenza al Meeting di Rimini.


“Dovremmo assicurarci – ha aggiunto Sbarra – che vi sia un reale beneficio per le filiere produttive italiane, evitando che l’Italia diventi semplicemente un sito di assemblaggio, e si confermi piuttosto parte integrante di un processo produttivo di alta qualità”.

Manovra, Salvini: taglio cuneo contributivo confermato nel 2025

Manovra, Salvini: taglio cuneo contributivo confermato nel 2025Rimini, 21 ago. (askanews) – Il taglio del cuneo contributivo “sarà riconfermato anche nel 2025”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, vicepremier e segretario della Lega, in un’intervista a Il sussidiario.net nel giorno della sua presenza al Meeting di Rimini.


“Con la legge di bilancio confermeremo le misure in vigore quest’anno e, compatibilmente con le risorse a disposizione, faremo anche di più” ha aggiunto Salvini ricordando quanto il governo Meloni ha fatto a favore delle famiglie: “abbiamo rifinanziato il Fondo di garanzia per i mutui prima casa, destinato ai giovani under 36 e alle famiglie numerose, e prorogato, per i primi mesi di quest’anno, il contributo straordinario contro il caro energia e l’Iva al 10% sull’acquisto di pellet. Sono tutte misure che spiegano bene la trasversalità dell’azione del governo. Ma ce ne sono tre, tra le tante, che stanno più a cuore alla Lega”. Per esempio “l’esonero totale dei contributi previdenziali per le mamme lavoratrici con due o più figli, l’estensione del congedo parentale retribuito all’80% e il rafforzamento del bonus asilo nido”. 

Infrastrutture, Salvini: su Ponte Stretto vado avanti determinato

Infrastrutture, Salvini: su Ponte Stretto vado avanti determinatoRimini, 21 ago. (askanews) – Per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina “andrò avanti con determinazione per garantire a milioni di italiani di poter lavorare, viaggiare e studiare senza attendere ore sotto il sole un traghetto, come sta accadendo anche in questi giorni a Messina o Villa San Giovanni”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, vicepremier e segretario della Lega, in un’intervista a Il sussidiario.net nel giorno della sua presenza al Meeting di Rimini.


“Alcune ricerche autorevoli come OpenEconomics – ha spiegato Salvini – hanno ribadito gli effetti positivi” della realizzazione dell’infrastruttura per collegare Calabria e Sicilia “sul Pil, con benefici sul Pil di oltre 23 miliardi che ricadranno su tutto il Paese, da Nord a Sud”. Invece “solo in Italia la sinistra fa opposizione a infrastrutture e opere pubbliche attese da decenni, mentre tutto il mondo sta costruendo ponti per unire, lavorare e ridurre l’inquinamento”.

Gardini(Confcooperative): Paese sia più generoso con donne e giovani

Gardini(Confcooperative): Paese sia più generoso con donne e giovaniRoma, 20 ago. (askanews) – “Il Meeting ha sempre avuto un minimo comune denominatore: guardare al futuro, generare visioni su cui costruire modalità di vita: cosa cerchiamo e cosa sogniamo? Sogno un paese più generoso dove sia data maggiore opportunità alle donne, con politiche di conciliazioni affinché possano essere attive e non ai margini del focolare, dove sia data la possibilità a giovani e meno giovani di essere parte attiva nel governo dell’impresa, dove l’intelligenza artificiale non mette a rischio il lavoro di tante persone. Sogno un sistema e un lavoro che non fa dello sfruttamento e superamento della sicurezza un elemento competitivo. Questo elementi che devono ancora una volta con forza devono essere lanciato al nostro Paese qui dal Meeting”. Lo ha detto Maurizio Gardini presidente di Confcooperative intervenendo al panel “il valore de lavoro”.


“La cooperativa – ha aggiunto – nasce da un bisogno: del lavoro, della ricerca di una casa, di un servizio, di un prodotto, di avere del credito giusto ed equo. C’è questa forte connotazione che cambia i paradigmi di mutualità interna che si coniuga con la visione di mutualità esterna. Coniugare il benessere delle comunità e dei territori legittima il riconoscimento costituzionale della funzione sociale della cooperazione”. “Qui c’è il grande senso della diversità della cooperazione che riposiziona un equilibrio e una volontà diversa del rapporto col lavoro – ha proseguito – Tanto più incidente nella nostra storia, anche a seguito di alcuni fallimenti frutto di un capitalismo esasperato che ha guardato troppo spesso all’ottica del dividendo. Non a caso dall’Europa arriva un richiamo forte all’economia sociale che deve aiutare a tenere insieme la coesione sociale. Qui sta il senso più autentico di un lavoro a misura di persona che genera valore vero di convivenza e partecipazione”.


“Dobbiamo guardare a nuove forme di coinvolgimento del lavoratore. Siamo in prossimità di una legge di bilancio che deve porsi il problema di mettere più soldi in busta paga. Non è solo un problema di cuneo fiscale e contributivo, ma anche di produttività: per creare ricchezza e avere un salario variabile sul secondo livello. Si conquista così la possibilità di condividere obiettivi molto concreti: elementi che si intrecciano e ci danno la strada da seguire” ha concluso Gardini.

Meeting Rimini, Acea partecipa con stand ed incontri istituzionali

Meeting Rimini, Acea partecipa con stand ed incontri istituzionaliRoma, 20 ago. (askanews) – ACEA partecipa alla 45esima edizione del Meeting Rimini dal titolo “Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo?”, organizzata dalla Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli.


Il Gruppo, si legge in una nota, “è presente quest’anno con uno stand all’interno dell’area espositiva della manifestazione che si svolgerà alla Fiera di Rimini fino al 25 agosto. Un’occasione per ribadire l’importanza dell’acqua per lo sviluppo economico e sociale del Paese. ACEA propone la propria idea di futuro in cui la sostenibilità è l’asse portante di ogni business per la diffusione di una cultura che punta ad una maggiore consapevolezza e responsabilità nel consumo delle risorse. In particolare quella idrica, così essenziale e così strategica in questo momento. Proprio per questo il Piano industriale ACEA prevede, entro il 2028, 4,7 miliardi di investimenti proprio nel settore dell’acqua”. Nello stand ACEA, prosegue la società, “allestito con ledwall, saranno presenti dei corner tematici dove verranno presentati i progetti in cantiere del Gruppo: dalle opere PNRR nel settore idrico all’utilizzo dell’intelligenza artificiale per una rete elettrica sempre più smart”.


In calendario incontri istituzionali, previste anche visite allo stand di diversi Ministri della Repubblica e altre personalità. Il 23 agosto l’Amministratore delegato Fabrizio Palermo interverrà nel panel “Transizione energetica: costi e competitività” insieme al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. “Al centro del dibattito le soluzioni al cambiamento climatico che rappresenta una delle sfide più determinanti del nostro tempo – conclude la nota – Una sfida che ACEA si è impegnata ad affrontare, anche con l’utilizzo di tecnologie innovative, in particolare sul fronte idrico considerando che, per il Gruppo, primo operatore in Italia nel settore, l’acqua va a tutti gli effetti considerata come una risorsa energetica di valore al pari delle altre, quindi da tutelare e preservare”.

Ue, ok a 5 mld aiuti per impianto chip di Esmc a Dresda

Ue, ok a 5 mld aiuti per impianto chip di Esmc a DresdaMilano, 20 ago. (askanews) – La Commissione Europea ha approvato 5 miliardi di aiuti di Stato da parte della Germania a Esmc per la costruzione di uno stabilimento di chip all’avanguardia a Dresda. Esmc è una jv fra il colosso di Taiwan Tsmc che detiene la maggioranza, Bosch, Infineon e Nxp. Lo stabilimento sarà pienamente operativo alla fine del 2029, avrà una capacità di 480mila chip l’anno e creerà, secondo quanto indicato dalla Commissione, fino a 11mila posto di lavoro in Germania e Ue.


L’operazione rientra nell’ambito dello European Chips Act lanciato 3 anni fa e che punta a raddoppiare la produzione di chip in Europa portandola al 20% della produzione globale. “E’ più di una inaugurazione, è l’investitura dell’Europa come centro di innovazione globale”, ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Layen all’inaugurazione del cantiere. “Da quando abbiamo lanciato il Chips Act abbiamo raccolto investimenti pubblici e privati nell’ordine dei 115 miliardi di euro e sono state aperte fabbriche di chip all’avanguardia come quelle di Crolles vicino e a Grenoble e di Catania in Sicilia. E ora un’altra qui a Desdra”, ha aggiunto.