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Salvini un’ora con Orbàn: fermare guerra in Ucraina

Salvini un’ora con Orbàn: fermare guerra in UcrainaMilano, 20 set. (askanews) – Più di un’ora di colloquio a Budapest tra Matteo Salvini e Viktor Orbán. Prima il presidente ungherese e il vice premier italiano si sono confrontati in privato, per poi allargare il confronto alle rispettive delegazioni.


È stata l’occasione, riferisce una nota italiana, “per alcune riflessioni a tutto campo, a partire dagli equilibri nell’Unione Europea fino ad argomenti concreti di collaborazione tra i due Paesi come lo sviluppo del porto di Trieste. Porto a cui Budapest guarda con particolare interesse in quanto sbocco strategico sul Mediterraneo”. “Tra le altre cose – prosegue la nota – Salvini e Orbán hanno condiviso l’urgenza di fermare il conflitto in Ucraina, così come auspicato autorevolmente anche dal Santo Padre”.


Il leader ungherese, riferisce poi la nota, “non ha mancato di chiedere a Salvini informazioni a proposito del processo di Palermo e ha garantito la presenza di una delegazione del proprio partito e degli altri alleati europei sia a Pontida (6 ottobre) che in Sicilia in occasione dell’arringa di Giulia Bongiorno (18 ottobre)”.

Ue, Mattarella: servono “campioni europei” nei settori tecnologici. In Italia deficit in Stem e ricerca

Ue, Mattarella: servono “campioni europei” nei settori tecnologici. In Italia deficit in Stem e ricercaLas Palmas de Gran Canaria (Spagna), 20 set. (askanews) – “La supremazia tecnologica è una componente rilevante nel rapporto tra Stati e l’Europa deve poter competere a parità di condizioni e si impone, in questo senso, la capacità di dar vita a “campioni” europei, espressione di sovranità condivisa”. Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo al Simposio Cotec dedicato quest’anno alla sovranità tecnologica, a Las Palmas de Gran Canaria (Spagna).


Per il capo dello Stato “le politiche pubbliche hanno un ruolo determinante, sia sul terreno delle regole, sia nella creazione di condizioni utili a far crescere il mondo della ricerca e la correlata capacità di trasformare le nuove conoscenze in valore e in impresa”. “Per restare competitivi – ha sottolineato Mattarella – servono risorse. Anzitutto fondi per i nostri sistemi educativi – e in Italia permane un significativo deficit di istruzione nell’ambito delle lauree Stem (science, technology, engineering and mathematics) – e per la ricerca, oltre a intese che assicurino l’approvvigionamento delle materie prime indispensabili per la produzione delle nuove tecnologie”.

Ue, Mattarella: serve sforzo per colmare divario innovazione

Ue, Mattarella: serve sforzo per colmare divario innovazioneLas Palmas de Gran Canaria (Spagna), 20 set. (askanews) – “l’Europa devea riorientare profondamente i suoi sforzi collettivi per colmare il divario di innovazione”. Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervendo al Simposio Cotec.


“Come anche i vostri studi hanno rilevato, l’Unione Europea è debole nelle tecnologie emergenti che guideranno la crescita futura: solo quattro delle cinquanta aziende tecnologiche più importanti al mondo sono, infatti, europee”, ha aggiunto il capo dello Stato.

Maltempo, Musumeci: finito il tempo in cui lo Stato dà i soldi a tutti

Maltempo, Musumeci: finito il tempo in cui lo Stato dà i soldi a tuttiRoma, 20 set. (askanews) – “É finito il tempo in cui lo Stato poteva intervenire ed erogare risorse per tutti e per sempre. La prevenzione non può essere un obbligo solo a carico delle istituzioni, deve esserlo anche a carico di ciascun cittadino. Ogni cittadino deve essere consapevole di vivere su un territorio a rischio e adeguare ogni misura, ogni iniziativa non per evitare, purtroppo non si può, ma per ridurre l’esposizione al rischio propria e dei propri beni”. Lo ha detto il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, alla conferenza “Disaster risk financing: the role of insurance for new public-private partnerships”, in corso all’Ania.


In mattinata a RAdio24, il ministro era tornato sulla situazione dell’Emilia-Romagna, colpita duramente dal maltempo, ribadendo che riguardo ai fondi per mettere in sicurezza il territorio “qualcosa non torna”. Ma ieri – ha aggiunto il ministro – in conferenza stampa sull’alluvione, “non ho scatenato alcuna polemica: se gli altri si divertono a farlo mentre la gente soffre non è un problema mio. Ho solo detto che lo Stato vuole collaborare con l’Emilia-Romagna e con tutte le altre Regioni, ma se lo Stato eroga risorse ha anche il diritto di sapere se sono state spese, tutte o in parte, e dove. La programmazione è l’elemento base per pianificare la prevenzione strutturale”. “In 10 anni la Regione ha avuto circa 600 milioni per mettere in sicurezza il territorio. Se ogni volta che piove in Emilia-Romagna succede il finimondo, è chiaro che qualcosa non torna”, ha proseguito il ministro, per il quale la richiesta di chiarire le spese fatte “non è un atto di accusa: si tratta di pianificare per evitare che quella Regione, insieme ad altre, debba diventare ogni volta un campo infernale dopo una pioggia abbondante che non è più eccezionale, ormai è diventata ordinarietà”.“Chiediamo alle Regioni che non siamo più disposti a erogare risorse senza successivamente confrontarci per capire dove e come sono state spese. È un fatto di responsabilità. Mettiamoci intorno a un tavolo e diteci: abbiamo potuto spendere il 30, il 40, il 50%, non è uno scandalo, poi vediamo di capire come accelerare la spesa”, ha concluso Musumeci.


 

M5s,Casalino:mai detto che Conte sbaglia.Ma scontro con Grillo ferisce

M5s,Casalino:mai detto che Conte sbaglia.Ma scontro con Grillo ferisceRoma, 20 set. (askanews) – “Devo fare una smentita pubblica riguardo all’articolo de Il Foglio, che ha riportato erroneamente una mia presunta critica alla linea politica di Conte. Voglio essere chiaro: non ho mai affermato che Conte stia sbagliando linea politica. Al contrario, condivido pienamente la linea politica del Movimento sotto la sua guida”. Lo precisa in una nota Rocco Casalino, capo ufficio stampa M5s Senato, già portavoce di Conte premier, a proposito di un articolo del Foglio di oggi dal titolo “Lo sfogo di Casalino: Conte sbaglia nella linea politica”.


“Il mio compito, essendo focalizzato sulla strategia comunicativa – sottolinea Casalino – è quello di trovare strumenti e formule che ci permettano di ampliare il nostro raggio d’azione, non solo all’interno del campo progressista, ma anche verso quell’ampia fascia di astensionisti e persone deluse dal centrodestra. Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale adottare un approccio meno ideologico e più pragmatico. Solo così possiamo intercettare sensibilità che, pur non identificandosi necessariamente con la nostra area, possono vedere in noi una forza politica credibile, capace di proporre soluzioni innovative. Non è una questione di “scegliere l’originale” in politica, perché ormai di “originale” c’è ben poco. La vera sfida è riuscire a parlare a quei mondi che non si riconoscono più nelle tradizionali etichette di destra o sinistra”. “Infine, è importante sottolineare che non esiste una nuova squadra che “circonda” Conte. Faccio parte pienamente e quotidianamente del team che lavora insieme a lui, condividendo obiettivi e visione. E quindi non sono nè “triste” nè “isolato” Anzi c’è entusiasmo per questa nuova fase. Semplicemente rimane il dispiacere per lo scontro Conte-Grillo, che ferisce l’intera comunità e offusca il grande lavoro e gli obiettivi della assemblea costituente”, conclude Casalino.

Europarlamento ha chiesto di togliere limiti a Kiev all’uso delle armi, Tajani ribadisce il no dell’Italia

Europarlamento ha chiesto di togliere limiti a Kiev all’uso delle armi, Tajani ribadisce il no dell’ItaliaRoma, 20 set. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato ieri a larga maggioranza, a Strasburgo, una risoluzione che chiede agli Stati membri di togliere le restrizioni esistenti per le forniture di armi e munizioni all’Ucraina, che in certi casi ne impediscono l’uso per attaccare obiettivi in territorio russo. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha rivendicato oggi il voto di Forza Italia all’Europarlamento contro l’utilizzo delle armi europee da parte dell’Ucraina in territorio russo e ribadito la posizione dell’Italia.


Parlando a 24 Mattino su Radio 24 Tajani ha chiarito che la difesa dell’indipendenza dell’Ucraina non arriva a essere in guerra con la Russia. “Noi vogliamo aiutare l’Ucraina dal punto di vista militare, finanziario, politico, col sostegno infrastrutturale”, ha detto Tajani e ha precisato: “Ma questo non vuol dire che siamo in guerra con la Russia. Difendiamo l’indipendenza dell’Ucraina, ma non siamo in conflitto con Mosca”. Le armi fornite dall’Italia, insomma “non vanno utilizzate in Russia, perché non siamo in guerra con la Russia”. E ha ricordato che l’obiettivo finale è arrivare a una “conferenza di pace, alla quale deve partecipare anche la Federazione russa”. Tajani ha ribadito che la scelta di dare o meno via libera all’uso in profondità nel territorio russo spetta ai singoli paesi che forniscono le armi, come sancito dai ministri degli Esteri Ue. “Ognuno è libero di trattare con l’Ucraina l’utilizzo delle armi che invia a questo paese”, ha detto ricordando che l’Italia sta per inviare una nuova batteria antiaerea per “proteggere ospedali, scuole, università”. E sta organizzando per il 2025 “la conferenza mondiale per il sostegno all’Ucraina”. “Gli altri Paesi fanno quello che ritengono giusto fare. La politica estera è coordinata a livello europeo, ogni paese decide per sé” ha continuato il ministro, ricordando che “anche gli Usa sono molto prudenti”. La difesa dell’Ucraina, insomma, “non deve portare a una guerra mondiale”, ha chiarito Tajani, ma l’aiuto a Kiev “dovrebbe portare a una pace giusta”. Che, per quanto riguarda l’Italia, “dovrebbe” preservare l’integrità del territorio ucraino, ma alla fine “spetterà all’Ucraina decidere per un accordo”. Ma cosa stabilisce la risoluzione approvata dall’Europarlamento? Il paragrafo 8 della risoluzione “invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni all’uso dei sistemi d’arma occidentali forniti all’Ucraina contro legittimi obiettivi militari sul territorio russo, in quanto ciò ostacola la capacità dell’Ucraina di esercitare pienamente il suo diritto all’autodifesa ai sensi del diritto pubblico internazionale e lascia l’Ucraina esposta ad attacchi contro la sua popolazione e le sue infrastrutture”. Un emendamento specifico per confermare questo paragrafo è stato approvato 377 voti a favore, 191 contrari e 51 astenuti. Nel paragrafo successivo (il numero 9), la risoluzione “sottolinea che le forniture insufficienti di munizioni e armi e le restrizioni al loro utilizzo rischiano di compromettere gli sforzi compiuti finora”. Il Parlamento europeo “deplora profondamente la riduzione del volume finanziario degli aiuti militari bilaterali all’Ucraina da parte degli Stati membri, nonostante le energiche dichiarazioni rilasciate all’inizio dell’anno in corso; ribadisce pertanto il suo invito agli Stati membri a rispettare l’impegno assunto nel marzo 2023 di consegnare un milione di munizioni all’Ucraina”, e chiede “di accelerare le forniture di armi, in particolare di moderni sistemi di difesa aerea e altri tipi di armi e munizioni, compresi i missili Taurus, in risposta a necessità chiaramente individuate”. Gli eurodeputati chiedono inoltre “la rapida attuazione degli impegni congiunti in materia di sicurezza contratti tra l’Ue e l’Ucraina”. Il Parlamento europeo, infine, “ribadisce la sua posizione secondo cui tutti gli Stati membri dell’Ue e gli alleati della Nato dovrebbero impegnarsi collettivamente e individualmente a fornire sostegno militare all’Ucraina con almeno lo 0,25 % del loro Pil annuale.

Vannacci, partito può attendere: sto nella Lega ma non lo escludo

Vannacci, partito può attendere: sto nella Lega ma non lo escludodall’inviata Lucia Conte Viterbo, 19 set. (askanews) – Il partito di Vannacci per ora può attendere. Il generale eletto europarlamentare con la Lega non lo esclude “perché io non escludo mai nulla” ma, alle circa trecento persone radunate a Viterbo in occasione della prima festa dell’associazione ‘Noi con Vannacci’, chiarisce: “Io oggi sono nella Lega: chi si consolida attorno a me vuol dire che condivide quello che dico e quindi condivide il fatto che io sia nella Lega”.


“Non siamo qui – ha chiarito – per fare un partito, ma per fare una bellissima riunione di gente che mostra empatia con quello che stiamo facendo in ambito europeo e nazionale e che io porterò avanti a tutti i costi. Nella questione del partito ci spera la stampa, sperano si crei una breccia tra me e Salvini”. Una delusione per la platea dei 300 sostenitori presenti che aveva risposto con un fragoroso “Sì” alla domanda della giornalista Claudia Conte “Voi siete pronti a un partito?”. Una doccia fredda per gli ex parlamentari della Lega presenti che, sia negli interventi dal palco che nei capannelli a margine dei lavori, non hanno fatto mistero di attendere una discesa in campo da leader del generale: “Aspettiamo che Vannacci prenda la sua strada da solo: abbiamo bisogno di un Vannacci libero. Si prenderà il suo tempo, lui è uno stratega ma noi lo aspettiamo”, ha detto Edouard Ballaman che definisce Vannacci “un leader come non l’avevamo da decenni. Se non ci mettiamo tutto l’impegno oggi, se non gli diamo tutto l’appoggio oggi, siamo dei criminali”. Con lui anche altri ex della Lega: Giuseppe Bellachioma, Vito Comencini, William De Vecchis. Forse una delusione anche per Gianni Alemanno che, coi dirigenti del suo movimento Indipendenza!, era venuto a vedere senza risparmiare elogi nel suo saluto dal palco: “Vannacci è l’elemento di novità di questo ultimo anno, sta riempendo un vuoto che si è creato. Non sappiamo che intenzioni ha, immagino abbia impegni ha con la Lega, seguiamo con attenzione”.


In effetti gli animatori delle due associazioni che ruotano intorno al generale ‘Noi con Vannacci’ e ‘Il mondo al contrario’, evidentemente consapevoli dei numeri e delle forze che sono in grado di mobilitare, hanno mostrato sin da subito prudenza: “Non è una festa per un partito ma per una persona”, ha detto l’ex senatore della Lega Umberto Fusco, organizzatore dell’evento di oggi. “Non è il partito Vannacci ma il progetto dei sostenitori di Vannacci. È prematuro parlare di questo. Siamo a un livello embrionale. Di un movimento culturale. Non dobbiamo far paura a qualcuno. Appoggiamo un eletto della Lega quindi questo va a beneficio della Lega stessa”, si è schermito Fabio Filomeni, già tenente colonnello, oggi presidente dell’associazione ‘Il mondo al Contrario’, nonostante sia confermato che il prossimo 23 novembre a Marina di Grosseto alla presenza di Vannacci l’associazione culturale diventerà un movimento politico dopo un’assemblea e un cambio di statuto. Dopo una prima giornata sottotono – ieri all’arena sportiva che l’ex senatore Umberto Fusco aveva scelto per il raduno dei vannacciani c’erano una cinquantina di persone – e un avvio oggi con la sala dell’auditorium dell’Hotel Terme Salus semivuota, alle 19, le circa trecento sedie si sono riempite di sostenitori del generale. Vannacci è arrivato direttamente dall’aeroporto di Fiumicino, dopo un volo da Strasburgo, ha fatto finta di evitare le decine di telecamere che lo attendevano per la “battuta per i Tg delle 20” ma poi si è concesso generosamente condendo le sue dichiarazioni di attacchi a La7, ai “giornalisti di sinistra con la barba incolta a metà tra Che Guevara e Fidel Castro” ma anche ai cronisti – chiamandoli per nome a più riprese – di Repubblica, Stampa, Giornale, Dire che hanno scritto di lui.


“Grazie alle tante persone che sono qui a questa manifestazione. Il flop di questo evento è una falsificazione della stampa”, ha esordito poi dal palco intervistato dalla giornalista Claudia Conte. Un colloquio di un’ora e mezza a tutto campo sui temi che lo hanno consacrato nell’ultimo anno. Al termine bagno di folla e firmacopie dei suoi libri in vendita oggi a venti euro all’ingresso della sala meeting. “Chi mi ama mi segua”, ha concluso.

Maltempo, Schlein: dalla destra sciacallaggio senza precedenti

Maltempo, Schlein: dalla destra sciacallaggio senza precedentiRoma, 19 set. (askanews) – “Mentre gli amministratori dell’Emilia Romagna hanno passato la notte a gestire l’emergenza, la destra di governo – comoda comoda da Roma – preparava lo sciacallaggio a cui stiamo assistendo. Uno sciacallaggio senza precedenti per meri fini elettorali”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein al Tg3, parlando delle polemiche del centrodestra sull’alluvione.


“Tutti i fondi del commissario – ha precisato – sono stati già impegnati, la regione ha avviato 402 interventi di ripristino, di cui 130 già completi e 158 che sono in corso. Sono gli ultimi che possono parlare. Ce la ricordiamo tutti Giorgia Meloni con gli stivali nel fango a fare un’inutile passerella più di un anno fa, a promettere ristori al 100% che non sono mai arrivati alle imprese e alle famiglie”.

Schieramenti italiani in ordine sparso nel voto Ue su armi contro la Russia

Schieramenti italiani in ordine sparso nel voto Ue su armi contro la RussiaRoma, 19 set. (askanews) – Partiti italiani in ordine sparso a Strasburgo sull’Ucraina, come da copione. Con coalizioni, di centrodestra e centrosinistra, ‘scoalizzate’ quando si tratta di parlare di armi occidentali da usare in territorio russo. E con spaccature in Forza Italia e mal di pancia nel Pd.


La risoluzione dell’europarlamento, approvata oggi a Strasburgo, chiede di confermare il sostegno a Kiev e anche di togliere le restrizioni esistenti per le forniture di armi e munizioni che in certi casi ne impediscono l’uso per attaccare obiettivi in territorio russo. Un tentativo è stato quello di non far passare il paragrafo 8 sull’uso delle armi in territorio russo, fallito. Poi si è trattato di votare la risoluzione complessiva contenente anche il paragrafo 8 sulle armi in territorio russo e le differenze si sono fatte ancora più evidenti. Nella maggioranza, Fratelli d’Italia ha detto sì alla risoluzione finale pur avendo votato, in prima battuta, contro l’uso delle armi in territorio russo (gli europarlamentari Magoni e Razza si erano espressi a favore ma una nota del partito ha comunicato che era stato un errore). Forza Italia ha votato per la prosecuzione del sostegno a Kiev ma si è spaccata sull’uso delle armi in territorio russo anche se il vicepremier Antonio Tajani, in una conferenza stampa, aveva dato la linea contraria all’uso delle armi oltre confine ucraino (Falcone, Salini e Princi hanno votato a favore delle armi, Dorfmann si è astenuto, De Meo, Tosi e Chinnici hanno votato contro. Tre gli assenti). La Lega invece si è schierata sia contro la conferma dell’aiuto a Kiev che contro l’uso delle armi in territorio russo, esprimendosi contro la risoluzione finale. Passando al ‘campo largo’, in casa dem l’indicazione è stata di esprimersi contro l’uso delle armi in territorio russo e così hanno fatto Benifei, Corrado, Decaro, Laureti, Ricci, Ruotolo, Strada, Zan, Zingaretti. Ma Giuseppina Picierno ed Elisabetta Gualmini hanno votato a favore. Da segnalare i numerosi assenti alla votazione: Tinagli, Bonaccini, Moretti, Nardella, Topo, Tramacere, Lupo, Maran. Gori e Nardella non erano a Strasburgo ma Gori ha puntualizzato che avrebbe votato a favore. Poi gli eurodeputati dem si sono espressi a favore sulla risoluzione finale, con l’astensione però di Cecilia Strada e Marco Tarquinio. Infine, M5s e Avs: voto compatto e contrario.

Scontro frontale destra-sinistra su maltempo nell’Emilia Romagna alle urne

Scontro frontale destra-sinistra su maltempo nell’Emilia Romagna alle urneRoma, 19 set. (askanews) – Il maltempo in Emilia Romagna, con alluvioni, crolli e dispersi, diventa tema di scontro politico tra maggioranza e opposizione, in vista delle elezioni regionali del 17-18 novembre prossimi. Questa mattina, intervenendo in aula alla Camera, Angelo Bonelli di Avs, senza giri di parole, ha attaccato la presidente del Consiglio, sottolineando che mentre l’Italia si trova sott’acqua, la premier demolisce il Green Deal.


“Mi chiedo se Giorgia Meloni alla luce di tutto quello che sta accadendo si rimetterà gli stivali di gomma per tornare in Emilia Romagna a promettere soldi che non sono mai arrivati”. A stretto giro è intervenuto Tommaso Foti, capogruppo di FdI, durante una conferenza stampa organizzata dal partito: “Se qualcuno pensa di farci affogare nell’alluvione sappia che non è così perché abbiamo alcuni dati eloquenti che dimostrano come i fondi stanziati non abbiano mai avuto una adeguata corrispondente spesa”. E i numeri sono stati forniti dalla deputata romagnola di FdI, Alice Buonguerrieri che ha ricordato come il governo Meloni abbia dato a più riprese all’Emilia Romagna circa 750 milioni di euro per interventi urgenti di difesa idraulica e messa in sicurezza della rete idrica, spendendone una minima parte. Anche il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, è intervenuto, in un’altra conferenza stampa, sottolineando come il governo di Roma negli ultimi dieci anni abbia assegnato all’Emilia-Romagna oltre 594 milioni di euro. “La Regione faccia sapere se e come li ha spesi, e se mancano ancora territori ‘più vulnerabili’ su cui intervenire”, ha chiesto. Il vice ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Galeazzo Bignami ha parlato di “ennesimo episodio alluvionale” ed “ennesima situazione d’emergenza”, sottolineando che “dalla lettura dei territori coinvolti si può notare come siano in buona parte province già interessate dai fatti del maggio 2023. E’ un elemento oggettivo”.


Non si è fatta attendere la replica della segretaria del Pd, Elly Schlein. “Mentre gli amministratori dell’Emilia-Romagna hanno passato la notte a gestire l’emergenza, organizzare soccorsi e sostenere la popolazione, la destra di governo si è messa subito a fare sciacallaggio politico per fini elettorali”. Il candidato presidente per il centrosinistra alle elezioni regionali in Emilia Romagna, e sindaco di Ravenna, Michele de Pascale che si era messo davanti al televisore per seguire la conferenza stampa di Musumeci dopo pochi minuti ha spento la tv. “Avevo iniziato a guardare il ministro della Protezione civile perché pensavo desse informazioni utili alla gestione dell’emergenza ma quando ho capito che era una conferenza stampa politica ho spento il televisore e ho ripreso ad occuparmi dei cittadini colpiti dall’alluvione”.


Conferenza stampa di Musumeci definita una “speculazione politica” anche dalla presidente facente funzione dell’Emilia Romagna, Irene Priolo, che ha chiesto al commissario per l’emergenza 2023 Figliuolo “di dissociarsi” dalle dichiarazioni del ministro.