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Maltempo, Schlein: governo fa sciacallaggio politico

Maltempo, Schlein: governo fa sciacallaggio politicoRoma, 19 set. (askanews) – “Piena vicinanza a comunità e territori nuovamente colpiti dagli eventi alluvionali delle scorse ore. Mentre gli amministratori dell’Emilia-Romagna hanno passato la notte a gestire l’emergenza, organizzare soccorsi e sostenere la popolazione, la destra di governo si è messa subito a fare sciacallaggio politico per fini elettorali. Giorgia Meloni aveva fatto, più di un anno fa, una inutile passerella con gli stivali nel fango a promettere 100% di ristori a famiglie e imprese che non sono mai arrivati. Non hanno messo risorse adeguate. Hanno perso due mesi per nominare un Commissario su cui hanno concentrato tutte le prerogative e i poteri; hanno individuato nell’esercito, a Roma, la struttura commissariale a dispetto del territorio, hanno voluto a tutti i costi centralizzare e adesso scaricano responsabilità e problemi sugli amministratori locali. Prima ancora che ridicolo è indecente”. Così in una nota la segretaria del Pd, Elly Schlein.

Tajani presenta Mussolini e Carpano in Fi: “costruiamo dimora rassicurante”

Tajani presenta Mussolini e Carpano in Fi: “costruiamo dimora rassicurante”Roma, 19 set. (askanews) – Rachele Mussolini e Francesco Carpano, “che hanno deciso di aderire a Forza Italia, non hanno avuto promesse, hanno soltanto avuto da parte nostra la possibilità di partecipare alla costruzione di un progetto politico che è quello di costruire un centro che occupi lo spazio tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein, un centro alternativo alla sinistra ma di cui c’è grande bisogno nel nostro Paese, una forza seria, credibile, affidabile, responsabile, e la loro adesione, che certamente rafforza la presenza di Forza Italia a Roma, si aggiunge a quelli di tanti altri” arrivati negli ultimi giorni. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani nella conferenza stampa alla Camera con cui ha presentato l’ingresso nel partito dei consiglieri comunali di Roma Capitale Rachele Mussolini (proveniente da Fratelli d’Italia) e Francesco Carpano (proveniente da Azione). Con gli ingressi di Mussolini e Carpano Forza Italia torna ufficialmente in Consiglio comunale di Roma Capitale.


“C’è un clima di grande interesse nei nostri confronti – ha proseguito Tajani -, tanti giovani, donne e uomini, vogliono partecipare alla costruzione di questa dimora rassicurante per gli italiani, quella dimora che deve far sentire sicuri i giovani che vogliono costruirsi una vita, coloro che lasciano il mondo del lavoro e costruirsi una terza età serena e gli imprenditori che voigliuono avere la possiiblità di investire con sicurezza sapendo quello che accade”. “Noi crediamo molto nei nostri rappresentanti negli enti locali – ha continuato Tajani -, all’inizio di ottobre ci sarà una due giorni dedicati a Enti locali a Perugia, dove ci confronteremo su quello che si può fare a livello del territorio e questa adesione dimostra cge questo lavoro lo potremo fare bene anche a Roma, la Capitale d’Italia merita un cambiamento” e in quest’ottiva va anche “la riforma per dare potere legislativo alla Capitale: noi crediamo che Roma debba avere lo stesso spazio e ruolo, con la propria autonomia, che hanno le grandi capitali. C’è una proposta di legge costituzionale che porta la firma del nostro capogruppo alla Camera Paolo Barelli e quindi anche da questo punto di vista noi continueremo a lavorare per la città e lo potremo fare meglio con due consiglieri comunali che hanno scelto la bandiera di Fi e daranno un impulso a tutte le attività territoriali, rinforzando anche il lavoro dei nostri consiglieri municipali che potranno avere dei punti di riferimento”, ha concluso.


“Ho voluto aderire a una forza moderata, laica e centrista che rispecchia pienamente la mia sensibilità – ha spiegato Rachele Mussolini -, ho intenzione di portare questi valori all’interno degli atti che faremo su Roma, che deve essere una Capitale, anche alla luce del Giubileo, inclusiva, solidale, dove gli ultimi non devono essere lasciati indietro. In Campidoglio siamo opposizione e continueremo a essere un’opposizione seria, costruttiva sui temi, mai strumentale, perché il nostro obiettivo e il nostro interesse è Roma”, fermo restando, ha concluso, che l’obiettivo di lungo periodo “è di dare nel 2026 alla Capitale un sindaco del centrodestra”. Dal canto suo Francesco Carpano ha posto l’accento sulla necessità di una riforma costituzionale per Roma: “Oggi, ed è alla base del malessere di questa città, manca un’amministrazione a fianco dei cittadini, è il grande tema, annoso, della distribuzione dei poteri, delle competenze e delle risorse sul territorio di Roma Capitale”, che è vastissimo. Oggi quello che “si perde è ciò che l’amministrazione demanda ai consigli municipali, cioè la piccola amministrazione, lo spazzamento delle strade, l’ordinaria manutenzione di strade e marciapiedi, insomma il governo della prossimità e in questo cade la nostra proposta della riforma di Roma Capitale”. Dobbiamo lavorare, ha concluso per “arrivare a una riforma che avvicini il potere ai romani”.


Alla conferenza stampa hanno partecipato anche i capigruppo di Forza Italia di Senato e Camera, Maurizio Gasparri e Paolo Barelli, e Luisa Regimenti, segretario di Forza Italia Roma Capitale.

Primo ok a ddl sicurezza, giro di vite con più di 20 nuovi reati

Primo ok a ddl sicurezza, giro di vite con più di 20 nuovi reatiRoma, 18 set. (askanews) – A distanza di dieci mesi dal varo del Consiglio dei ministri (era il 16 novembre del 2023) il ddl sicurezza compie il primo giro di boa alla Camera. Il provvedimento passa ora al Senato, dove ‘chiederemo un canale di urgenza assoluta’, ha assicurato il leader della Lega, Matteo Salvini. Il ddl, che contiene l’idea del centrodestra sulla sicurezza e l’ordine pubblico, è stato approvato a Montecitorio con 162 sì e 91 no, 3 astenuti, dopo un cammino a singhiozzo condizionato da altre priorità, dalla campagna elettorale delle Europee ma soprattutto dai ‘nodi’ interni nella competizione tra Fdi e Lega e con i distinguo di Fi su alcune tra le misure più dure, come lo stop al rinvio obbligatorio della pena per le detenute madri.


Il pacchetto dà ampio spazio a molti temi-bandiera della destra: dal reato di blocco stradale o ferroviario attuato con il proprio corpo, alle norme ‘anti-Ponte’ e ‘anti-Tav’, al contrasto alle occupazioni abusive. Un emendamento del governo ha equiparato le inflorescenze della canapa industriale alla droga, su cui l’allarme lanciato dagli operatori del settore è rimasto inascoltato. ‘Furia ideologica’, hanno attaccato le opposizioni che sul ddl hanno espresso giudizi pesantissimi ritenendolo ‘incostituzionale’ con norme ribattezzate ‘anti-Gandhi’ perché introducono il reato di resistenza passiva in carcere o nei centri per migranti. E poi misure di contrasto alla criminalità organizzata e al terrorismo, sulle forze dell’ordine. Il codice penale si apre a diversi nuovi reati, ad aumenti di pena e ad altre circostanze aggravanti: nel complesso oltre una ventina. Cosa che si rifletterà, hanno osservato i gruppi di minoranza, sulla situazione già esplosiva nelle ‘patrie galere’.


Da parte di governo e maggioranza c’è stata sostanziale chiusura nei confronti delle opposizioni che non sono riuscite, neanche con il voto segreto, a ‘infilarsi’ nel braccio di ferro, poi rientrato, tra Fi e i colleghi di governo sullo Ius Scholae, dossier rinviato dagli ‘azzurri’. Né hanno ottenuto ammorbidimenti di norme ‘repressive’ di un esecutivo definito ‘garantista solo a parole’, che però ‘boccia tutte le proposte per finanziare nuove assunzioni straordinarie’ di agenti e magistrati. Spazio invece è stato trovato per proposte di maggioranza come lo stop, chiesto da Fdi e riformulato dall’esecutivo, alla vendita delle Sim agli stranieri extra-Ue senza permesso di soggiorno. Del corposo pacchetto del partito di Matteo Salvini alcuni emendamenti erano state ritirati in commissione, come l’obbligo di sermoni in italiano nelle moschee e l’avvocatura dello Stato al posto del pm per indagare sui reati commessi dalle forze dell’ordine. La castrazione chimica per i reati sessuali è stata ‘ripescata’ nella veste di ordine del giorno (‘vittoria’ di una ‘storica battaglia della Lega’, il tweet quasi contestuale al via libera da parte del vicepremier).


Approvato all’unanimità un odg di Forza Italia che mira ad ‘aumentare la sicurezza del personale sanitario’ degli ospedali prevedendo l’incremento di presidi fissi dei posti di polizia. Di seguito le principali misure del provvedimento.


REATO DI RESISTENZA PASSIVA IN CARCERE E IN CENTRI MIGRANTI. Chiunque, all’interno del carcere, ‘partecipa ad una rivolta mediante atti di violenza o minaccia o di resistenza all’esecuzione degli ordini impartiti, commessi in tre o più persone riunite, è punito con la reclusione da uno a cinque anni’, si legge nel dispositivo. Atti di resistenza, puntualizza la norma approvata, sono ‘anche le condotte di resistenza passiva’. Stessa fattispecie nei centri di trattenimento e accoglienza per migranti. DETENUTE MADRI CON FIGLI. E’ cancellato il differimento obbligatorio del carcere per le detenute incinta o madri con figli fino a un anno. Una misura per ‘le borseggiatrici rom’, ha sottolineato il centrodestra. L’esecuzione della pena non sarà rinviabile se il giudice ravviserà il rischio che si possano commettere ulteriori delitti e potrà aver luogo in un istituto a custodia attenuata per detenute madri oppure presso un istituto a custodia attenuata. Inasprite inoltre le pene per chi impiega minori nell’accattonaggio (la pena massima passa da tre a cinque anni). FIORI CANNABIS COME DROGA. Le inflorescenze della canapa prodotta per fini industriali sono equiparate alla droga e saranno sottoposte alle sanzioni del Dpr 309/1990 sugli stupefacenti. La norma prevede il divieto di importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa, nonché di prodotti contenenti tali infiorescenze. AGGRAVANTE DISSENSO NO-PONTE E NO-TAV. ‘Se la violenza o minaccia’ nei confronti del pubblico ufficiale ‘è commessa al fine di impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di un’infrastruttura strategica’ viene introdotta un’aggravante a causa della quale le pene possono essere aumentate fino a un terzo. PENE PIU’ SEVERE PER DANNI MANIFESTAZIONI. Arriva l’inasprimento delle pene per il delitto di danneggiamento in occasione di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico qualora il fatto sia commesso con violenza alla persona o con minaccia. Con la reclusione da un anno e sei mesi a cinque anni e la multa fino a 15mila euro. ESTENSIONE DASPO URBANO. Il questore, in caso di reiterazione delle condotte, può ‘disporre il divieto di accesso’ alle aree delle infrastrutture di trasporto e alle loro pertinenze, come le stazioni, nei confronti di coloro che risultino anche solo denunciati o condannati, ‘anche con sentenza non definitiva’, nel corso dei precedenti cinque anni. Viene ampliato poi l’ambito di applicazione dell’arresto in flagranza differita prevista per il reato di lesioni personali cagionate a un pubblico ufficiale in servizio anche ai casi in cui il fatto è commesso in occasione di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico. BODYCAM, ARMI E SPESE LEGALI FORZE POLIZIA. Gli agenti di pubblica sicurezza potranno portare senza licenza alcune tipologie di armi quando non sono in servizio. Tra queste: arma lunga da fuoco, rivoltella e pistola di qualunque misura, bastoni animati con lama di lunghezza inferiore ai 65 centimetri. Ok al raddoppio dell’anticipo delle spese legali per atti compiuti durante il servizio. Prevista la possibilità di dotarsi di bodycam. PER SIM A EXTRA-UE SERVIRA’ PERMESSO SOGGIORNO. Nel caso in cui le imprese dovessero vendere schede Sim senza osservare gli obblighi di identificazione dei clienti si applica la sanzione della chiusura dell’esercizio o dell’attività per un periodo da cinque a trenta giorni. REATO DI OCCUPAZIONE ARBITRARIA. Chiunque occupi o detenga senza titolo un immobile destinato a domicilio altrui, o ne impedisca l’accesso al legittimo proprietario, è punito con una pena da due a sette anni. La norma vale anche per le pertinenze, come box auto, cortili, balconi e terrazze. Stessa sorte per chiunque ‘si intromette o coopera nell’occupazione dell’immobile, ovvero riceve o corrisponde denaro o altra utilità per l’occupazione medesima’. Procedura d’urgenza per il rilascio dell’immobile. Nel caso il fatto sia commesso contro una persona ‘incapace, per età o per infermità’ si procede d’ufficio. SCATTANO AGGRAVANTI SE REATI IN STAZIONI E METRO. Arriva la circostanza aggravante dell’aver commesso il fatto ‘all’interno o nelle immediate adiacenze delle stazioni ferroviarie e della metro o all’interno dei convogli adibiti al trasporto passeggeri’. Introdotta la specifica ipotesi di truffa aggravata nei confronti delle persone anziane. MODIFICHE A CODICE ANTIMAFIA. Vengono incluse in materia di documentazione antimafia le imprese aderenti ai contratti di rete. Il prefetto, qualora ritenga sussistenti i presupposti per l’adozione dell’informazione antimafia interdittiva, può escludere uno o più divieti e decadenze, nel caso in cui accerti che verrebbero a mancare i mezzi di sostentamento al titolare dell’impresa individuale e alla sua famiglia. Novità anche in materia di protezione di collaboratori e testimoni di giustizia, in particolare per quanto concerne il rilascio delle identità di copertura e sui beni sequestrati e confiscati. BENEFICI PARENTI MAFIOSO SE RAPPORTI INTERROTTI. Non si applica a parenti o affini entro il quarto grado di soggetti destinatari di misure di prevenzione o sottoposti al relativo procedimento o a procedimento penale l’esclusione dai benefici per i superstiti delle vittime della criminalità organizzata se, al momento dell’evento, siano interrotte definitivamente le relazioni familiari e affettive con questi o non si abbia alcun rapporto di concreta frequentazione. STRETTA SU REVOCA CITTADINANZA SE CONDANNA TERRORISMO E REATI GRAVI. Si estende da tre a dieci anni, dal passaggio in giudicato della sentenza di condanna definitiva, il termine per poter adottare il provvedimento di revoca della cittadinanza per i reati di terrorismo ed eversione ed altri gravi reati. Non si può procedere alla revoca della cittadinanza se l’interessato non ne possiede o ne può acquisire un’altra. REATO DI DETENZIONE DI MATERIALE CON FINI TERRORISTICI. Punito con la reclusione da 2 a 6 anni chiunque – al di fuori dei casi di associazione con finalità di terrorismo e di addestramento ad attività con finalità di terrorismo – consapevolmente si procura o detiene istruzioni per il compimento di atti di terrorismo e divulgazione di istruzioni sulla preparazione e l’uso di sostanze esplosive o tossiche ai fini del compimento di delitti contro la personalità dello Stato. ASSUNZIONE VIGILI URBANI SICILIA. Via libera all’assunzione di 100 vigili urbani in ciascuno dei comuni capoluogo di città metropolitana della Regione siciliana in procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, cioè in pre-dissesto, e che hanno sottoscritto l’accordo per il ripiano del disavanzo e il rilancio degli investimenti.

Rai, ‘campo largo’ riflette su ‘Aventino’, colloqui tra i leader

Rai, ‘campo largo’ riflette su ‘Aventino’, colloqui tra i leaderRoma, 18 set. (askanews) – L’accelerazione del centrodestra sulla Rai rischia di diventare un problema per il “campo progressista”. All’apertura di lunedì della maggioranza ad una riforma della tv pubblica la risposta era stata di chiusura, Elly Schlein aveva detto un fermo “no” al rinnovo del Cda prima di cambiare le regole del gioco ma Giuseppe Conte oggi schiude uno spiraglio e non a caso per tutto il giorno alla Camera si sono susseguiti colloqui tra i leader del centrosinistra. La leader Pd ha parlato a lungo con Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, i leader di Avs.


Bonelli, poi, ha colloquiato in Transatlantico per diversi minuti con il leader M5s Conte, senza contare che tra gli stessi parlamentari Pd sono in parecchi a dire che la linea aventiniana non può durare a lungo, soprattutto se davvero la maggioranza vorrà andare al voto il 26 settembre. E, racconta un dirigente del centrosinistra, della questione a breve dovrebbero parlare direttamente Schlein e Conte. In molti sono al lavoro per evitare che si rompa il fronte delle opposizioni che è stato unito nelle scorse settimane, cosa che rischierebbe di accadere se i 5 stelle dovessero davvero sedersi al tavolo per la scelta di un “presidente di garanzia”. Peraltro, ragionano in diversi sia dentro che fuori il Pd, la scelta di restare fuori dalla trattativa non fermerebbe comunque il centrodestra. Già ieri sera un dirigente democratico spiegava di non fidarsi fino in fondo della tenuta dei 5 stelle sulla linea del “no”, ma fino a questa mattina la chiosa era: “Non crediamo che M5s si smarchi mentre andiamo alleati alle regionali in Liguria, Umbria ed Emilia Romagna”.


Ma le parole di Conte sono state chiaramente registrate da tutti: “Ci fosse un presidente autorevole – ha detto il leader 5 stelle – assolutamente non riconducibile a logiche partitiche, certo nell’interesse del servizio pubblico, certamente lo voteremmo”. Certo, Conte ha aggiunto: “Ma non mi sembra che siano i nomi di cui si parla…”. Ma il tono è ben diverso dal “no” secco pronunciato ieri dalla leader Pd. “Abbiamo fatto bene a dire al centrodestra che si deve affrontare la riforma prima di parlare del cda – dice un esponente democratico della Vigilanza – Ma se loro insistono per votare secondo me va fatta una discussione su quale linea tenere”. Una voce non isolata, “la linea dell’Aventino non mi convince, ne parleremo con la segretaria”, aggiunge un altro parlamentare. E, commenta un deputato alleato, “sarebbe meglio evitare di andare al voto in ordine sparsoà”.


Perché, appunto, la maggioranza potrebbe anche andare avanti da sola, seppure con l’inconveniente di dover poi rassegnarsi ad un presidente scelto secondo la regola della maggiore anzianità. Uno dei parlamentari Pd insiste a chiedere “una discussione” in caso di voto e ricorda che ci sono due opzioni: la scheda bianca, con il rischio che non tutti siano allineati su questa scelta, o lo “schema-Bersani”, cioè l’indicazione non di “candidati del Pd” ma di nomi autorevoli, presi dal mondo della cultura, del giornalismo, dell’impresa e indicati in base al curriculum. L’idea, sui cui si cerca di lavorare in vista del colloquio Schlein-Conte, è quella di subordinare un dialogo su un “presidente di garanzia” all’avvio di un percorso di riforma della governance della Rai. Non ci si accontenterebbe di una dichiarazione come quella di ieri, insomma, ma per avviare un confronto verrebbe chiesto al centrodestra almeno di incardinare la riforma in Parlamento. Uno schema che potrebbe interessare anche a Giorgia Meloni per evitare di arrivare ad un presidente scelto col criterio della maggiore anzianità. Si vedrà nei prossimi giorni se il fronte delle opposizioni riuscirà a tenere una linea comune.

Meloni vede Draghi, messaggio a Ue su priorità dopo nomina Fitto

Meloni vede Draghi, messaggio a Ue su priorità dopo nomina FittoRoma, 18 set. (askanews) – Baci, una stretta di mano a favore di fotografi e un colloquio di poco più di un’ora tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e Mario Draghi. Il giorno dopo l’investitura di Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo della Commissione, la premier ha ricevuto il suo predecessore in un incontro – che lei stessa aveva sollecitato – che è anche un messaggio a Bruxelles. Sul tavolo un confronto “approfondito” sul Rapporto sul futuro della competitività europea redatto dall’ex numero uno della Bce su incarico di Ursula von der Leyen.


Nel report, sottolinea Palazzo Chigi in una nota, ci sono “diversi importanti spunti” per il governo, tra cui “la necessità di un maggiore impulso all’innovazione, la questione demografica, l’approvvigionamento di materie prime critiche e il controllo delle catene del valore e, più in generale, la necessità che l’Europa preveda strumenti adatti a realizzare le sue ambiziose strategie – dal rafforzamento dell’industria della difesa fino alle doppie transizioni – senza escludere aprioristicamente nulla, compresa la possibilità di un nuovo debito comune”. Una necessità, quello di strumenti di finanziamenti comuni, sempre affermata da Meloni e che potrebbe rilanciare con maggior forza proprio facendo leva sul report (non a caso criticato da alcuni Paesi ‘frugali’). Infatti, nella nota si sottolinea che le priorità indicate da Draghi sono “condivise” e “rispecchiano anche il lavoro portato avanti dal Governo in Italia e nelle Istituzioni europee”. Meloni e Draghi continueranno a tenersi “in contatto” per “continuare ad approfondire queste materie”. Proprio in mattinata, intervenendo all’assemblea di Confindustria, Meloni aveva sottolineato i “rischi che l’economia italiana ed europea corrono se non si invertono alcune tendenze”. Ad esempio sulla transizione green che a causa di un’impostazione “ideologica” e autodistruttiva” mette a rischio le imprese. E proprio citando Draghi, aveva sollecitato “investimenti e risorse adeguati”. Agli industriali Meloni ha promesso un confronto sulla manovra “da subito” per lavorare “insieme” a una legge di bilancio che sarà “seria e di buon senso”, senza più bonus ma con sostegno a famiglie, in particolare quelle con figli, imprese che assumono e risorse per la sanità.


Il colloquio con Draghi arriva a pochi giorni dalla visita dell’ex premier a Marina Berlusconi. Un incontro, organizzato da Gianni Letta, che aveva creato qualche malumore dalle parti di piazza Colonna e via della Scrofa, sede di Fdi, alimentando rumors e retroscena su una ‘distanza’ tra la famiglia Berlusconi e la premier. Distanza oggi smentita, con una lettera a ‘La Repubblica’, dalla stessa Marina: nessuna “disistima”, assicura, per Meloni né “scontentezza” per l’operato di Antonio Tajani. In particolare per quanto riguarda il colloquio con Draghi – scrive – si è voluto “deformare il contenuto di incontri che fanno parte del mio ruolo e del mio lavoro, trasformandoli in assurde riunioni carbonare che nasconderebbero trame politiche da fantascienza”. Parole però che, secondo quanto riferiscono più parlamentari del centrodestra, non sgombrano completamente il campo dai ‘dubbi’.

Rai, Conte apre a presidente garanzia. No Tajani, ma Fdi vede sponda

Rai, Conte apre a presidente garanzia. No Tajani, ma Fdi vede spondaRoma, 18 set. (askanews) – Non è la prima volta che lo dice. Già dieci giorni fa, parlando alla festa del ‘Fatto quotidiano’, Giuseppe Conte aveva aperto alla possibilità di votare un presidente di garanzia per la Rai. Ed è vero che la chiosa odierna è “non mi sembra che siano i nomi di cui si parla…”, ma il tempismo in alcuni casi è tutto. E nella maggioranza, soprattutto in Fratelli d’Italia, la scelta del presidente del M5s di ribadire il concetto all’indomani del comunicato in cui tutti i leader del centrodestra si sono detti disponibili a discutere di riforma della governance Rai – pur chiedendo intanto di procedere “senza indugi” al rinnovo del cda – viene visto come una sponda su cui provare a poggiare le basi della trattativa.


Di fatto, la maggioranza considera la posizione di Conte come una breccia nella compattezza mostrata dalle opposizioni in ben due comunicati congiunti, uno del 6 agosto e l’altro del 10 settembre, nei quali si minacciava l’Aventino in Vigilanza se si fosse andati avanti con il rinnovo dei consiglieri prima di una modifica della legge. Non è una pistola scarica poiché è da lì che passa il voto sul presidente su cui è necessario raccogliere, a scrutinio segreto, i due terzi dei consensi: alla maggioranza sulla carta ne mancano tre. Giorgia Meloni – viene riferito – non avrebbe alcun problema a provare a individuare un presidente di garanzia. Il ragionamento, dentro Fratelli d’Italia, è più o meno questo: a noi interessa che Giampaolo Rossi venga nominato amministratore delegato al più presto. Inoltre, si va verso uno scambio di ruoli con Roberto Sergio (ricevuto oggi a palazzo Chigi) che andrebbe a ricoprire la casella di dg (facendo contenta la Lega). Il fatto è che Forza Italia continua a chiedere che la poltrona di presidente vada invece a Simona Agnes, fortemente sponsorizzata da Gianni Letta. Antonio Tajani lo ha ribadito oggi ancora una volta. “Non abbiamo mai cambiato idea, credo – dice – che sia il miglior candidato possibile” per quel ruolo.


Per Fratelli d’Italia – perché così ha chiesto la presidente del Consiglio – il tempo per trattare scade il 26 settembre, data in cui Camera e Senato sono chiamate a eleggere due consiglieri di nomina parlamentare a testa (due tra Lega e Fdi, gli altri a M5s e Pd). La convinzione è che, a differenza di quanto vanno ipotizzando i dem, alla fine il resto dell’opposizione non accetterà di disertare quell’appuntamento rimandendo fuori dall’aula. D’altra parte anche chi è vicino alla segretaria Elly Schlein ammette che la mossa di Conte non è passata inosservata. “Prova a tenere il filo con Fdi per incassare qualcosa in più”, è il ragionamento. Ossia, qualche posticino al sole quando si tratterà di rinnovare le varie direzioni. “Una trattativa tra Meloni e Conte c’è”, è la versione di Fdi. Il Pd è tuttavia convinto che il prezzo politico sarebbe troppo alto per il presidente del M5s, soprattutto in vista delle prossime elezioni regionali e della costituente già infiammata dallo scontro con Beppe Grillo. Non è un caso – viene però fatto notare – che oggi, nella riunione informale fatta dagli esponenti dei vari partiti in Vigilanza, la maggioranza si sia detta disponibile a convocare gli Stati generali per discutere di riforma della Rai, appuntamento fortemente caldeggiato anche dalla presidente della commissione, la pentastellata Barbara Floridia. L’alternativa, per il centrodestra, è procedere anche senza accordo con le opposizioni, mettendo in conto pure la possibilità che alla fine a ricoprire il ruolo di presidente sia il consigliere più anziano.

Meloni vede Draghi: in report importanti spunti e priorità condivise

Meloni vede Draghi: in report importanti spunti e priorità condiviseRoma, 18 set. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ricevuto questo pomeriggio a Palazzo Chigi Mario Draghi.


Al centro del lungo colloquio, ha riferito Palazzo Chigi in una nota, “un confronto approfondito sul Rapporto sul futuro della competitività europea presentato da Draghi, che contiene secondo il Governo diversi importanti spunti, tra cui la necessità di un maggiore impulso all’innovazione, la questione demografica, l’approvvigionamento di materie prime critiche e il controllo delle catene del valore e, più in generale, la necessità che l’Europa preveda strumenti adatti a realizzare le sue ambiziose strategie – dal rafforzamento dell’industria della difesa fino alle doppie transizioni – senza escludere aprioristicamente nulla, compresa la possibilità di un nuovo debito comune. Priorità condivise che rispecchiano anche il lavoro portato avanti dal Governo in Italia e nelle Istituzioni europee”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e Mario Draghi “sono rimasti d’accordo di tenersi in contatto per continuare ad approfondire” le materie relative alla competitività europea, contenute nel rapporto sull’Ue redatto dall’ex premier.

Covid, Conte: commissione strumento per colpirmi ma non scappo

Covid, Conte: commissione strumento per colpirmi ma non scappoRoma, 18 set. (askanews) – “La commissione d’inchiesta sul Covid è stata costruita da questa maggioranza non per far tesoro della dura esperienza maturata durante la pandemia e per evitare difficoltà future, ma come strumento politico per colpire me e la squadra di governo che ha lavorato per salvare il Paese. Pensano di mettermi in difficoltà. Ebbene, eccomi qui: stamattina, alla prima riunione della commissione, mi sono presentato personalmente. Puntuale, a testa alta. Io non scappo di certo”. Lo ha scritto sui suoi canali social il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte.


“Allo stesso modo in passato – ha sottolineato – sono andato di fronte al Tribunale a spiegare le scelte fatte in emergenza e le accuse sono state tutte archiviate. A scappare sono altri. Perché la maggioranza di Meloni – con la complicità di Renzi – ha fatto partire una Commissione d’inchiesta così palesemente viziata, che tiene fuori dalle attività di indagine le Regioni, che hanno gestito per gran parte l’emergenza Covid. Non vogliono che si indaghi sulle scelte dei Governatori che hanno le tessere dei loro stessi partiti. Di cosa hanno paura? Cosa hanno da nascondere agli italiani?” “In altri partiti – ha proseguito il leader stellato – ci si difende dai processi attaccando la magistratura. E sì, perché quando a sbagliare sono i poveracci nel centrodestra si indignano e invocano pene esemplari. Quando i reati li commettono loro e i loro sodali di partito accusano i giudici di finalità politiche e arrivano persino a cambiare le leggi. Noi siamo invece sempre disponibili a chiarire le nostre scelte, a spiegarle in massima trasparenza. E soprattutto crediamo nel principio fondamentale di ogni democrazia: la legge è uguale per tutti”.


“Andiamo avanti. Ci interessa fare chiarezza e capire – ha affermato l’ex premier – come mai nel 2020 mi sono trovato ad affrontare il Covid con gravi carenze della sanità dopo decenni di politiche di tagli ai nostri ospedali. Vogliamo anche sapere perché questo Governo sceglie di disinvestire sulla sanità rispetto al Pil mentre non tassa gli extraprofitti delle banche e dell’industria delle armi. Su questo nessuno risponderà, vedrete”, ha concluso.

M5S, tra temi al voto simbolo, alleanze, mandati e ruoli di vertice

M5S, tra temi al voto simbolo, alleanze, mandati e ruoli di verticeRoma, 18 set. (askanews) – “Si discute di tutto”: questo l’input che il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, ha dato all’intera organizzazione alla parte del “processo costituente”. E le risultanze della prima fase di scrematura delle circa 22mila proposte politiche e organizzative caricate sul sito del M5S confermano la linea che l’ex premier ha ribadito più volte, replicando anche in modo molto secco alle richieste del fondatore e garante Beppe Grillo di delimitare l’ambito dell discussione escludendo nome, simbolo e limite dei due mandati elettivi nelle istituzioni.


Gli iscritti e i non iscritti che si sono aggregati alla carovana che dovrebbe concludersi con una assemblea costituente nazionale sono infatti chiamati a votare per scegliere 12 su 20 testi tematici che sono ii frutto della sintesi delle questioni principali e delle assonanze riscontrate in quelle 22mila proposte: e fra questi 20 temi ci sono anche quelli che secondo Grillo non possono essere messi in questione: nome, simbolo, mandati elettivi, e anche ruoli e competenze del presidente e del garante. Il capitolo dedicato alla “Revisione della Carta dei principi e dei valori” spiega che “lo Stato sociale, la solidarietà in tutte le sue declinazioni politiche, sociali ed economiche, la centralità delle persone, la difesa della Costituzione italiana e delle libertà che in essa vivono, un benessere equo e sostenibile per tutti, devono essere i principi guida del Movimento, da far valere anche per eventuali alleanze”.


Cruciale il quesito numero 18 sottoposto al voto: “Revisione dello Statuto per discutere dei ruoli del Presidente e del Garante, il nome e il simbolo del Movimento e la riorganizzazione dei Gruppi territoriali”. “Risulta prioritario – si legge – verificare se la struttura di governo del Movimento sia ancora attuale o se vadano modificati alcuni ruoli e funzioni, in particolare quelli del Presidente e del Garante dei valori, i loro rispettivi ambiti di intervento e la durata del loro mandato. Assieme a questo è necessario aprire una riflessione sul cambio di simbolo e di denominazione del Movimento, sulla definizione delle responsabilità dei Coordinatori regionali e provinciali, sulla possibile reintroduzione dei Gruppi di lavoro e sul funzionamento dei Gruppi territoriali, che sono da considerare elemento chiave per la crescita del Movimento”. Tra le indicazioni che, se passeranno fra le 12 più votate, verranno sottoposte alla seconda fase del “confronto deliberativo” (con 300 iscritti sorteggiati appositamente) c’è – innovazione davvero significativa per chi ha memoria dell’atteggiamento dei primi 5 stelle sui temi dell’informazione – l’ipotesi da valutare della “creazione di un organo di informazione del Movimento”. Più in linea con le modalità del M5S delle origini la richiesta di “una maggiore digitalizzazione del Movimento, come ad esempio un documento digitale che dimostri l’avvenuta iscrizione al partito, la creazione di piattaforme digitali innovative, forum digitali di discussione, etc”. Al punto 19 gli iscritti potrenno scegliere di privilegiare la “Revisione del Codice etico per candidature e alleanze”. Si tratta, si legge, di “aspetti, tra loro collegati, di particolare importanza nel dibattito sul futuro del Movimento. Il primo è relativo al limite dei due mandati, per il quale va discusso se mantenerlo, prevederne dei casi di deroga o allungarlo. Il secondo aspetto è relativo alle qualità etico-morali dei candidati, che potrebbero essere rafforzate nel Codice sui fronti dell’integrità, dell’onestà, della trasparenza, e del legame col territorio. Il terzo aspetto è relativo al territorio di appartenenza e provenienza dei candidati e alla effettiva partecipazione alla vita del Movimento locale. Il quarto aspetto è relativo al posizionamento nell’arco parlamentare. Il dibattito vede posizioni variabili tra una posizione di autonomia e indipendenza, capace di affrontare tematiche sfidanti per la società tralasciate dalle altre forze politiche, fino ad una propensione alle alleanze con altri partiti. In quest’ultimo caso ci si deve chiedere se servano candidati con maggiore esperienza politica per assumere ruoli di vertice, oppure se sia piuttosto una questione di compromessi che comunque rischierebbero di snaturare il Movimento”.

Governo, Marina Berlusconi: nessuna disistima per Meloni o Tajani

Governo, Marina Berlusconi: nessuna disistima per Meloni o TajaniRoma, 18 set. (askanews) – Marina Berlusconi scrive una lettera a ‘Repubblica’ per smentire i retroscena che attribuiscono ai figli dell’ex premier trame contro la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, o il segretario di Fi, Antonio Tajani.


“So bene – afferma – che arginare il fiume delle voci e delle indiscrezioni è pratica molto difficile, se non impossibile, ma io non posso continuare a tollerare presunte ricostruzioni che non hanno il minimo contatto con la realtà”. In particolare, Marina Berlusconi nega che da parte della famiglia ci sia “‘disistima’ nei confronti di Giorgia Meloni e ‘scontentezza’ per l’operato di Antonio Tajani alla guida di Forza Italia, quando in entrambi i casi è vero esattamente il contrario” e fa riferimento a “pensieri e progetti che non ho, né ho mai avuto”. “Arriva addirittura a deformare il contenuto di incontri che fanno parte del mio ruolo e del mio lavoro, trasformandoli in assurde riunioni carbonare che nasconderebbero trame politiche da fantascienza”, spiega in merito al recente colloquio con Mario Draghi.


“Tutto molto affascinante, lo ammetto: quasi intrigante. Ma anche – osserva – distante ventimila leghe dalla verità. Già, la verità… In un’epoca di fake news e di chiacchiere incontrollabili, conta ancora qualcosa?”. Da qui, la decisione di siglare la lettera “per rispetto del lavoro che fate e per rispetto del suo giornale. Ancor prima, però, per rispetto e per amor di verità. Forse sarò ostinata, e di certo le parrò all’antica, ma continuo a pensare che la realtà dei fatti conservi un valore. E che i ‘retroscena’ possano avere un senso soltanto quando e se, da dietro il palcoscenico, descrivono una scena reale. Non un teatro – anzi un teatrino – che non c’è”, conclude.