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Manovra, Meloni a Confindustria: lavoriamo insieme. E sull’Ue “sono d’accordo con Draghi”

Manovra, Meloni a Confindustria: lavoriamo insieme. E sull’Ue “sono d’accordo con Draghi”Roma, 18 set. (askanews) – “Propongo di vederci da subito, c’è molto lavoro da fare, con la legge di bilancio, cerchiamo di organizzare prima possibile. Confido che continueremo a lavorare insieme. Avrete un confronto leale e regole certe, non andremo sempre d’accordo ma la penseremo sempre sullo stesso modo su un punto: l’Italia può ancora stupire e lasciare tutti a bocca aperta. A lungo abbiamo rincorso gli altri, ci dobbiamo far rincorrere dagli altri”, lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo all’assemblea di Confindustria, rivolgendosi al presidente Orsini. E se da un lato propone un lavoro con Confindustria, dall’altro rilancia con Draghi: in Unione europea servono “investimenti” per la transizione ecologica, come indicato anche da Mario Draghi nel suo report, ha detto Meloni, rivolgendosi al presidente di Confindustria Orsini.


“Come correttamente ha sottolineato Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività europea – ha detto Meloni – gli ambiziosi obiettivi ambientali dell’Europa devono essere accompagnati da investimenti e risorse adeguati, da un piano coerente per raggiungere, altrimenti è inevitabile che la transizione energetica e ambientale vada a scapito della competitività e della crescita. Anche questa è una cosa che mi sono permessa di far notare varie volte in pensieri europei, e cioè che non ha molto senso dotarsi di alcune strategie e poi non creare gli strumenti per realizzare quelle strategie. Perché senza gli strumenti, banalmente, le cose alla fine non si riescono a fare”. E la premier e il suo predecessore si incontreranno oggi a Palazzo Chigi, proprio per discutere del rapporto Draghi.

Meloni a Confindustria: vediamoci subito, lavoriamo insieme su manovra

Meloni a Confindustria: vediamoci subito, lavoriamo insieme su manovraRoma, 18 set. (askanews) – “Propongo di vederci da subito, c’è molto lavoro da fare, con la legge di bilancio, cerchiamo di organizzare prima possibile. Confido che continueremo a lavorare insieme. Avrete un confronto leale e regole certe, non andremo sempre d’accordo ma la penseremo sempre sullo stesso modo su un punto: l’Italia può ancora stupire e lasciare tutti a bocca aperta. A lungo abbiamo rincorso gli altri, ci dobbiamo far rincorrere dagli altri”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo all’assemblea di Confindustria, rivolgendosi al presidente Orsini.


“Per troppi anni – ha aggiunto – noi ci siamo accontentati di rincorrere gli altri, è arrivato il momento che ci facciamo rincorrere noi e lo possiamo fare, lo possiamo fare soprattutto se ci lavoriamo insieme, se ci rimbocchiamo le maniche insieme, se crediamo un po più a noi stessi, se riusciamo a valorizzare un po di più le cose belle che accadono in questa nazione, invece di valorizzare sempre solo quello che va male, perché alla fine se non ci crediamo noi non possiamo convincere neanche gli altri. Io credo e vedo un’Italia amata, stimata, ricercata nel mondo. So che quell’Italia stimata, amata e ricercata nel mondo ce l’ho dietro alle spalle, sono pronta a aprire tutte le porte che è necessario aprire, ma poi ci dobbiamo credere insieme e dobbiamo camminare mano nella mano”. Davanti alla platea degli industriali Meloni ha ribadito che “è finita la stagione dei bonus”, la stagione in cui si “gettano soldi dalla finestra per ottenere consenso”. E si è detta d’accordo con Mario Draghi: “Come correttamente ha sottolineato Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività europea – ha detto – gli ambiziosi obiettivi ambientali dell’Europa devono essere accompagnati da investimenti e risorse adeguati, da un piano coerente per raggiungere, altrimenti è inevitabile che la transizione energetica e ambientale vada a scapito della competitività e della crescita. Anche questa è una cosa che mi sono permessa di far notare varie volte in pensieri europei, e cioè che non ha molto senso dotarsi di alcune strategie e poi non creare gli strumenti per realizzare quelle strategie. Perché senza gli strumenti, banalmente, le cose alla fine non si riescono a fare”.


La premier e il suo predecessore si incontrano oggi a Palazzo Chigi, proprio per discutere del rapporto Draghi.

Fdi e Fi voteranno sì alla nuova Commissione Ue, Lega verso il no

Fdi e Fi voteranno sì alla nuova Commissione Ue, Lega verso il noRoma, 17 set. (askanews) – Sì alla Commissione europea da Fratelli d’Italia e, naturalmente, da Forza Italia, no dalla Lega. Questo il quadro del centrodestra italiano sul nuovo esecutivo comunitario che nell’arco di un mese e mezzo, salvo intoppi, dovrebbe presentarsi al Parlamento europeo per la ‘fiducia’. La nomina di Raffaele Fitto, con la vicepresidenza esecutiva e la responsabilità sulla Coesione, le riforme e il Pnrr (in coabitazione con Valdis Dombrovskis) soddisfa pienamente Giorgia Meloni: “Un riconoscimento importante che conferma il ritrovato ruolo centrale della nostra Nazione in ambito Ue. L’Italia torna finalmente protagonista in Europa”, ha scritto su X la premier. Quindi, secondo quanto spiegano fonti a Bruxelles, la pattuglia di Fratelli d’Italia non negherà il suo voto per far decollare la Commissione che vede all’interno un membro del partito. Ma questo, si precisa, non vuol dire un “ingresso in maggioranza”.


Come sempre a Bruxelles, infatti, viene fatta una distinzione tra il voto come Paese (dunque l’ok alla Commissione) e quello sui provvedimenti che via via saranno portati in esame. In quel caso la pattuglia di Fdi – all’opposizione con i conservatori di Ecr – farà una valutazione sui testi, con possibili maggioranze variabili come spesso accade a Strasburgo. Certo è che il ruolo assegnato a Fitto crea una diversa disponibilità di massima nei confronti di von der Leyen, che appena due mesi fa aveva avuto il voto contrario di Fdi. Scontato il sì alla Commissione di Forza Italia – che fa parte del Ppe, il primo partito della maggioranza che regge la presidente tedesca – è la Lega che marcherà una differenza. Non sul voto a Fitto, che “ha il curriculum, le relazioni e le competenze per essere un buon commissario”, dice il capo delegazione Paolo Borchia; ma sulla Commissione al momento la Lega non ravvisa la “discontinuità” invocata: “A leggere i nomi dei commissari, la possibilità che possiamo votare a favore è molto, molto teorica… Non c’è la discontinuità rispetto agli ultimoi 5 anni che sarebbe necessaria”, dicono fonti leghiste all’Europarlamento. Anche perchè il caso Vannacci, sospeso da vice presidente del gruppo dei Patrioti, e l’intenzione del generale di dare vita a un suo movimento, non consentono ai leghisti posizioni più morbide verso la tanto contestata von der Leyen.


Ecco allora che il Carroccio punta a Bruxelles a condizionare le politiche comunitarie sui vari dossier, magari aggiungendo i propri voti sui provvedimenti più invisi ai Socialisti e provando a spaccare la maggioranza Ursula, a partire dal ripensamento del Green Deal: “La Lega non sarà prevenuta, valuteremo ogni provvedimento sul merito. Se si vorrà proseguire sulla stessa strada degli ultimi anni, noi continueremo a dire no. Se invece ci sarà voglia di dialogo, noi ci saremo”.

Il centrodestra apre su riforma governance. E punta a sponda M5s

Il centrodestra apre su riforma governance. E punta a sponda M5sRoma, 17 set. (askanews) – In teoria è un ramoscello d’olivo. La maggioranza fa la sua mossa per provare a sbloccare l’impasse sul rinnovo del cda Rai in vista della convocazione di Camera e Senato già fissata per il 26 settembre. E lo fa con un comunicato che, per la prima volta, risponde pubblicamente a ben due prese di posizione – una del 6 agosto, l’altra di una settimana fa – in cui l’opposizione unita minacciava l’aventino in commissione di Vigilanza (da cui passa il voto sul presidente, per cui servono i due terzi dei consensi) se non si fosse proceduto a una riforma della governance di viale Mazzini prima di fare le nomine.


A firmare la nota, e non è un caso, sono tutti i leader dei partiti di maggioranza: Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi. E’, o almeno dovrebbe essere, quel “segnale politico” che chiedevano le opposizioni. Da una parte, appunto, si dice che è “opportuno avviare in Parlamento il confronto per definire una nuova legge di sistema” e si fa riferimento al recepimento del Media Freedom Act costantemente invocato dai partiti di minoranza, dall’altra, però si insiste sul fatto che, in attesa delle nuove regole, “debbano essere applicate le norme vigenti senza indugi, a tutela delle prerogative del Parlamento”. “Ora non hanno più alibi”, sintetizza chi in Fratelli d’Italia si sta occupando della questione. E, tuttavia, il reale obiettivo della mossa fatta dalla maggioranza sarebbe quello di provare a spaccare il fronte comune delle opposizioni, sperando di riuscire a fare breccia nel M5s. “Il Pd ha molto da perdere ma loro hanno solo da guadagnare”, si sottolinea nel centrodestra. Il sottinteso è che, di fronte a un atteggiamento di maggiore benevolenza, si aprirebbero per i pentastellati più opportunità di ottenere posizioni importanti al momento in cui si procederà al rinnovo delle direzioni.


Domani mattina la commissione di Vigilanza è convocata alle 8 per il varo delle disposizioni di par condicio per le elezioni in Liguria e per decidere su alcune audizioni. Nel corso della giornata si dovrebbe svolgere, come anticipato dalla presidente Barbara Floridia, un incontro dei rappresentati dei partiti per cominciare a discutere. “Ne approfittiamo per vedere cosa hanno intenzione di fare nella maggioranza”, fanno sapere i dem. Le prime reazioni dei partiti di opposizione, in realtà, non sembrano offrire particolari sponde. Il Pd, pur riconoscendo che ci sia stato “un passo avanti” chiede di passare “dalle parole ai fatti”. La segretaria Elly Schlein lo dice nettamente. “Pare che finalmente abbiamo convinto la maggioranza della necessità di procedere alla riforma della Rai” ma “voglio chiarire che noi non siamo disponibili a nomine, lottizzazioni, rinnovi di Cda che praticamente sarebbero già in scadenza prima di aver proceduto alla riforma della governance complessiva”. Anche Avs – alla quale però non spetterebbe un consigliere – si chiama fuori. Il M5s, a sua volta, chiede la convocazione di “stati generali” per discutere della riforma prima che si parli di nomi. Ed è proprio in questa sfumatura che Fratelli d’Italia pensa di potersi inserire, convinta che la richiesta sia meno perentoria di quella dem ma anche che i pentastellati non abbiano detto un no esplicito a procedere intanto al rinnovo con le vecchie regole.


Il problema, tutto interno alla maggioranza, resta poi quello della presidenza per la quale in pole position il nome è quello di Simona Agnes in quota Forza Italia. E, tuttavia, alla maggioranza mancano tre voti in Vigilanza per ottenere il quorum, dunque serve un ‘aiutino’ dall’opposizione. L’addio di Mariastella Gelmini ad Azione sulla carta potrebbe far guadagnare un voto, ma è probabile che Calenda proceda alla sostituzione in tempi rapidi. Diversamente l’ipotesi è che si indichi un nome di garanzia, ma questo comporterebbe un cambio di cavallo del partito azzurro che al momento Antonio Tajani non sembrerebbe intenzionato a fare. “A noi cambia poco”, chiosano da Fdi, a cui interessa soltanto che si proceda finalmente alla nomina di Giampaolo Rossi come Ad. L’ordine consegnato da Giorgia Meloni ai suoi è comunque quello di non andare oltre la data del 26 settembre e di procedere anche alla prova di forza, se necessario. Anche a costo che il ruolo di presidente finisca per essere ricoperto dal consigliere più anziano.

Ue, Meloni: a Fitto deleghe fondamentali per interessi Italia

Ue, Meloni: a Fitto deleghe fondamentali per interessi ItaliaRoma, 17 set. (askanews) – “Io penso che Fitto e l’Italia abbiano avuto una delega molto importante: una vicepresidenza esecutiva, che era la nostra grande ambizione, vuol dire chiaramente avere uno dei ruoli più influenti all’interno della Commissione europea, con una delega molto importante che è riforme e fondi di coesione”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella registrazione della puntata di ‘Cinque minuti’ in onda stasera.


“Nella lettera di incarico che Ursula von der Leyen scrive a Raffaele Fitto – ha aggiunto – quando si parla di riforme si dice di garantire che l’Europa metta in campo gli adeguati investimenti e le adeguate riforme per la sua crescita, quindi va inteso come materia di competenza economica. I fondi di coesione sono quasi 400 miliardi di euro di competenza del commissario Fitto per questa programmazione che finisce nel 2027, dopodiché c’è quella che inizierà nel 2028 e sono altri 400 miliardi. Sono fondi molto importanti: l’Italia ha 47 miliardi di fondi di coesione in questa programmazione, sono quelli che servono a combattere il divario tra i territori. Quindi per esempio in Italia sono importantissimi per il Mezzogiorno, per le aree interne, ma sono in generale importanti in Europa”. “Il Pnrr che prima aveva solamente commissario Dombrovskis e adesso hanno insieme Dombrovskis e Fitto – ha ripreso – sono altri 600 miliardi di euro di competenza. Dopodiché Fitto come vicepresidente della commissione coordina il lavoro di alcuni altri commissari. Quali sono le materie che vengono affidate a Raffaele? Agricoltura, trasporti, turismo, pesca, economia del mare. Tutte deleghe fondamentali per gli interessi italiani. L’Agricoltura è molto importante, c’è attenzione particolare ai nostri agricoltori, al loro sviluppo, al loro futuro. Sull’economia del mare, noi siamo stati il primo governo che in Italia ha istituito un ministero che si occupava di mare. Perché? E vuol dire anche che Fitto ha un ruolo molto importante secondo me per quelle che sono le nazioni mediterranee d’Europa. Ci siamo detti tante volte che forse il Mediterraneo dovrebbe far sentire un po’ più il suo ruolo e il suo peso. Quel momento arriva ed è un momento nel quale l’Italia ha un ruolo particolarmente centrale”, ha concluso.

Ue,Meloni: nuova Commissione riconosce peso Italia, affidabilità e lealtà

Ue,Meloni: nuova Commissione riconosce peso Italia, affidabilità e lealtàRoma, 17 set. (askanews) – “Nella definizione della Commissione europea vale il peso delle nazioni e noi dobbiamo ricordarci qual è il ruolo dell’Italia. L’Italia è un Paese fondatore dell’Unione Europea, è la terza economia, la seconda manifattura, è il terzo Paese per numero di abitanti, è una nazione che conta. E io credo che noi da questo risultato, che è molto importante, del quale sono molto contenta, molto soddisfatta, dobbiamo anche un po’ imparare rispetto anche al dibattito che c’è in Italia. Sbaglia chi pensa che le dinamiche dei partiti in Europa debbano contare più della forza degli stati membri”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella registrazione della puntata di ‘Cinque minuti’ in onda questa sera su Rai1.


“Sbaglia chi, eventualmente in passato – ha aggiunto – avesse preferito altre logiche rispetto a far valere la forza della nazione, perché l’Italia è una nazione forte e quindi forse vale la pena di imparare, saper rivendicare con maggiore determinazione il peso dell’Italia, soprattutto se poi si ha un’Italia che si presenta come serie affidabile e leale, pur non rinunciando a dire quello che pensa per il bene dell’Europa, che è quello che abbiamo fatto”.

Ue, Meloni: sinistra su Fitto? Prevalga interesse nazionale

Ue, Meloni: sinistra su Fitto? Prevalga interesse nazionaleRoma, 17 set. (askanews) – Sul voto per Raffaele Fitto “mi aspetto che ci si sappia muovere come fanno le nazioni serie e quindi diciamo al di là di quelli che sono le nostre giuste contrapposizioni interne, quando ci si muove fuori dai confini nazionali ci si muove facendo prevalere l’interesse nazionale all’interesse dei partiti”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella registrazione della puntata di ‘Cinque minuti’ in onda questa sera su Rai1.


“Non credo” che ci possano essere ‘sgambetti’, ha detto, perchè “se io devo guardare alla competenza, alla serietà di Raffaele Fitto, che è una persona stimata a 360 gradi anche in Europa, non ho dubbi che superi l’esame della Commissione. Poi le altre dinamiche sono politiche. E lì chiaramente tutto diventa più complesso. Dipende da noi, dipende da quanto l’Italia riesce a muoversi compatta, perché noi dobbiamo ricordare che Raffaele Fitto non è il commissario di Fratelli d’Italia, il commissario del governo, è il commissario italiano. E poiché le forze politiche tutte hanno una loro influenza in Europa, in Europa fa la differenza la nostra compattezza”. Il gruppo dei socialisti “è una forza molto influente nel Parlamento europeo però nel gruppo dei socialisti la delegazione di maggioranza relativa, cioè quella più numerosa, sono gli italiani. Escludo che il Partito Socialista europeo possa prendere sul Commissario italiano una posizione diversa da quella che indica la delegazione italiana, che è anche la più rappresentativa. Quindi credo che se noi riusciamo a muoverci in maniera compatta, non ho dubbi. Tra l’altro ricordo, ma giusto per storia, Raffaele Fitto, esponente al Parlamento Europeo di Fratelli d’Italia all’opposizione dell’allora governo di centrosinistra, votò Paolo Gentiloni. Silvio Berlusconi, al tempo, che era al Parlamento Europeo e stava in un’altra commissione, si fece cambiare di commissione per andare a fare la dichiarazione di voto a favore di Paolo Gentiloni. E non eravamo esponenti di quel partito”, ha concluso.

Schlein: ok apertura maggioranza a riforma Rai ma no rinnovi ora

Schlein: ok apertura maggioranza a riforma Rai ma no rinnovi oraRoma, 17 set. (askanews) – Il Pd apprezza che la maggioranza abbia deciso di aprire ad una riforma della Rai, ma i democratici ribadiscono che non intendono avallare un “rinnovo” del cda prima che si cambi la legge. Lo ha detto la segretaria del partito Elly Schlein conversando con i giornalisti alla Camera.


La segretaria Pd ha affermato: “Pare che finalmente abbiamo convinto la maggioranza della necessità di procedere alla riforma della Rai, per renderla indipendente dalla politica e dei partii come chiede il ‘Media freedom act’, che comunque deve essere attuato in fretta”. Ma, ha precisato, “voglio chiarire che noi non siamo disponibili a nomine, lottizzazioni, rinnovi di Cda che praticamente sarebbero già in scadenza prima di aver proceduto alla riforma della governance complessiva della Rai”.


Ha concluso la segretaria Pd: “oggi che anche i leader di maggioranza riconoscono questa necessità. Mettiamoci subito al lavoro in Parlamento per fare presto e bene questa riforma”.

Ue, governo: bene Fitto, per Italia coesione e riforme primarie

Ue, governo: bene Fitto, per Italia coesione e riforme primarieRoma, 17 set. (askanews) – “La vice presidenza esecutiva della Commissione europea con delega alla Coesione e alle Riforme, incarico affidato a Raffaele Fitto dalla Presidente von der Leyen, ha un valore politico molto importante che conferma la centralità dell’Italia in ambito europeo e riconosce il ruolo e il peso dell’Italia, Stato fondatore della Ue, seconda manifattura d’Europa e terza economia del Continente. Inoltre, viene affidata a Raffaele Fitto, insieme al Commissario Dombrovskis, anche la delega sul Pnrr”. E’ quanto fanno sapere fonti di governo.


“Il compito del vice presidente Fitto, come scritto da von der Leyen nella ‘mission letter’ – proseguono le fonti – sarà di ‘garantire che l’Ue continui a supportare riforme e investimenti di lunga durata che contribuiscano direttamente a rafforzare la crescita europea’. Come specificato nella ‘mission letter’ della presidente della Commissione von der Leyen, rientra nell’aria di competenza del Vice Presidente materie di importanza cruciale e di interesse strategico per l’Europa e l’Italia affidate ad altri Commissari che fanno riferimento a Fitto: agricoltura, trasporti e turismo, pesca e blu economy. La Coesione vale nel complesso circa 378 miliardi (di cui circa 43 per l’Italia) per il ciclo 2021-2027 senza contare il futuro ciclo di programmazione (al momento non quantificabile ma presumibilmente di portata simile) che la prossima Commissione sarà chiamata a definire insieme con gli Stati membri. Per uno Stato come l’Italia, e specialmente per il Mezzogiorno, si tratta di un interesse nazionale primario. Stessa cosa per le riforme e per lo sviluppo regionale in un quadro dove la dimensione regionale sta assumendo un ruolo sempre più importante”, concludono le fonti.

Meloni-De Luca firmano (tra i sorrisi) l’Accordo per la coesione: 3,5 miliardi alla Campania

Meloni-De Luca firmano (tra i sorrisi) l’Accordo per la coesione: 3,5 miliardi alla CampaniaRoma, 17 set. (askanews) – La presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni ha sottoscritto a Palazzo Chigi l’Accordo per la coesione per la Campania con il presidente della Regione Vincenzo De Luca. L’Accordo, si legge in una nota di Palazzo Chigi, consente di assegnare alla Campania un ammontare di risorse nazionali, tra Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) 2021-2027 e Fondo di rotazione, pari a 3.478 milioni di euro per investimenti strategici per cittadini e imprese del territorio.


“Esprimo grande soddisfazione – ha dichiarato il ministro Fitto – per la sottoscrizione dell’Accordo per la Campania, un traguardo che corona gli sforzi profusi nel coniugare le istanze provenienti dal territorio con la strategia del Governo in materia di politiche di coesione”. “Con la firma di oggi concludiamo il diciannovesimo Accordo per la Coesione in poco meno di un anno dalla riforma della coesione varata dal Governo, infatti, abbiamo sottoscritto gli Accordi con le due Province Autonome e quasi tutte le Regioni, assegnando 22,6 miliardi di euro per investimenti, soprattutto in infrastrutture, finalizzati alla riduzione degli storici divari territoriali che caratterizzano il nostro Paese”, ha dichiato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo la firma degli accordi di coesione con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. “Si tratta – ha aggiunto – di interventi che incidono profondamente sulla qualità della vita dei cittadini campani e sulla competitività del tessuto produttivo del territorio, con l’obiettivo di imprimere un’accelerazione nel percorso di crescita e sviluppo della Regione e nella sua capacità di sfruttare appieno le risorse nazionali destinate alle politiche di coesione”. L’accordo, ha concluso, rappresenta “un’attenzione alle esigenze espresse dal territorio che trovano nelle risorse nazionali per la coesione un’occasione concreta di tempestiva realizzazione”.


Soddisfatto il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che parlando, in un punto stampa fuori Palazzo Chigi, della ‘marcia su Palazzo Chigi’ dello scorso gennaio, ha sottolineato come il rapporto con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sia “assolutamente tranquillo, cordiale, non ci sono problemi, problemi ci sono stati quando quando arrivano 500 sindaci e 5.000 persone a chiedere di lavorare, non altro, a chiedere di sbloccare rapidamente questi 6 miliardi e a chiedere di bloccare la legge su autonomia differenziata, la manifestazione aveva questi obiettivi”. Avevamo fatto quella marcia, ha spiegato De Luca, “non per divertirci ma perché avevamo presentato il piano di coesione della regione Campania l’11 ottobre dello scorso anno, la marcia l’abbiamo fatta il 16 gennaio dopo il pronunciamento del Tar per accelerare procedure che sembravano lunghe in maniera insostenibile e infatti è passato un anno. Adesso dobbiamo recuperare anche questo tempo, ci sono le condizioni per farlo”.


“La firma di oggi – si legge nel comunicato di Palazzo Chigi che illustra i punti dell’Accordo – è l’esito di un percorso a ritmo serrato che ha visto le strutture della Presidenza del Consiglio, coordinate dal Ministro per le politiche di coesione, Raffaele Fitto, lavorare in sinergia con la Regione e le Amministrazioni centrali competenti per ciascuna materia, al fine di individuare le priorità progettuali, impegnandosi sulle tempistiche di realizzazione. La previsione di tempi certi per l’utilizzo dei fondi, pena la revoca, è proprio l’elemento caratterizzante della riforma della politica di coesione nazionale varata dal Governo nel settembre 2023, anche al fine di superare gli storici limiti sperimentati dal nostro Paese con riferimento alla spesa dei fondi di coesione”. Con l’accordo di oggi si completa il quadro degli interventi per la Campania promossi dal Governo attraverso il Fondo Sviluppo e Coesione, tra i quali l’azione di bonifica di Bagnoli, gli interventi urgenti di messa in sicurezza per affrontare l’emergenza bradisismo nei Campi Flegrei, il completamento di numerosi progetti della precedente programmazione per i Comuni, gli interventi per l’ambiente, i trasporti e la cultura.


L’Accordo siglato porta a compimento il percorso di assegnazione delle risorse FSC 2021-2027 imputate programmaticamente alla Campania e pari a 6,5 miliardi di euro. Una prima quota, pari a 582,18 milioni è stata assegnata nel 2021 su progetti ‘di immediato avvio’ presentati dalla Regione. Successivamente, per rispondere alle esigenze emerse dal territorio, si è proceduto, ai sensi dei decreti-legge n. 60/2024 e n. 76/2024, ad assegnazioni puntuali del FSC 2021-2027 per il completamento degli interventi della precedente programmazione soprattutto di competenza dei Comuni (388 milioni), per il risanamento e la riqualificazione dell’area di Bagnoli-Coroglio (1.218 milioni), per interventi infrastrutturali strategici e di pronta cantierabilità in campo ambientale, trasportistico e culturale (1.973 milioni), e, non ultimo, per rispondere all’emergenza bradisismo nell’area dei Campi Flegrei (206 milioni). Dei 6,5 miliardi programmati per la Campania, quindi, il Governo aveva già finalizzato 4,3 miliardi, a cui si aggiungono oggi i 2,2 miliardi di euro per il finanziamento di 181 interventi negli ambiti della riqualificazione urbana, incluso il potenziamento delle infrastrutture sportive, della salute, con interventi infrastrutturali sugli ospedali regionali, e della competitività delle imprese. L’Accordo include, oltre alle citate risorse FSC, anche la finalizzazione delle risorse del Fondo di Rotazione ex lege 183/1987, pari a ulteriori 1.277 milioni di euro, quale quota non utilizzata dalla Regione a cofinanziamento dei Programmi europei regionali 2021-2027. A valere su questa ulteriore disponibilità, si prevedono in Accordo altri 72 interventi in ambito culturale, per ridurre il costo del trasporto pubblico per gli studenti, per aiutare le famiglie e la natalità nonché per completare il programma di investimenti infrastrutturali.