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Calenda non va dai Verdi, sul riarmo la nota stonata è di Magi

Calenda non va dai Verdi, sul riarmo la nota stonata è di MagiChianciano Terme, 1 dic. (askanews) – Intitolandosi “Terra di pace” l’assemblea nazionale di Europa verde che si è svolta a Chianciano Terme non poteva certo relegare in secondo piano il tema delle guerre e della paventata necessità di una rincorsa al riarmo da parte dell’Europa. Quasi tutti gli interventi previsti nella giornata conclusiva, del co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli, del suo compagno di ‘alleanza’ Nicola Fratoianni, fino a quelli della segretaria del Pd Elly Schlein, del leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, del segretario di Più Europa Riccardo Magi, nonché del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, vi hanno fatto riferimento in maniera marcata, pur non trascurando l’altro tema clou, il lavoro.


Per i cronisti il dibattito sul riarmo è stato il pretesto per chiedere conto ai leader delle divisioni interne allo schieramento di centrosinistra. Il “problema” delle posizioni diverse rispetto all’invio di armi all’Ucraina “è un problema che taglia in due tutti quanti” gli schieramenti, “anche la destra ha lo stesso problema”, ha spiegato Bonelli. Ma in generale “la questione del riarmo – ha proseguito – riguarda il futuro di questo pianeta: abbiamo 2mila e 500 miliardi di dollari di spese di armamenti tutti gli anni, mentre la povertà e la fame nel mondo aumentano e la sanità pubblica è in ginocchio. Dobbiamo fare delle scelte”. “Sì, abbiamo posizioni diverse – ha ammesso Fratoianni -. Noi siamo contrari all’escalation delle armi e diciamo agli altri leader che hanno una posizione diversa che sono ormai tre anni che l’unica strategia dell’Occidente è quella di inviare armi. Dopo tre anni, in una situazione peggiorata nel caso dell’Ucraina, e migliorata per l’invasore che ha scatenato la guerra, forse è arrivato il momento di capire che serve un salto di qualità sul terreno della diplomazia”, ha sottolineato il leader di SI. Dal canto suo la segretaria del Pd Elly Schlein non ha parlato esplicitamente del tema del riarmo soffermandosi però sulle guerre in Medio Oriente e sottolineando che “serve un cessate fuoco immediatamente anche a Gaza e un embargo totale delle armi a Israele”, nonché “il riconoscimento pieno dello stato di Palestina”. Sul fronte delle divisioni interne al centrosinistra, ha sostenuto Schlein, “possiamo avere differenze sul modo a cui arrivare” alla soluzione della pace, “non solo sul contesto mediorientale ma anche su quello in Ucraina”, però, ha sottolineato, “siamo d’accordo sulla mancanza totale di uno sforzo diplomatico e politico necessario da parte dell’Unione Europea e del nostro Governo, che avrebbe una tradizione diplomatica importante alle spalle, per costruire concretamente un percorso di pace che faccia finire questi conflitti, le cui conseguenze sono pagate sempre dai più fragili”. “Quindi è vero: Non siamo sempre d’accordo su tutto, ma sull’attenzione verso un progetto di pace che faccia finire queste guerre prima che cadano gli ultimi fucili siamo d’accordo”, ha assicurato Schlein.


Il leader del M5s Giuseppe Conte ha invece messo nel mirino il rapporto sul futuro della competitività europea redatto da Mario Draghi, accusando la relazione di voler spingere la finanza europea verso il riarmo. “Il rapporto – ha affermato Conte in videocollegamento perché impegnato a Roma in una serie di riunioni interne al Movimento – dice in sostanza che gli investimenti devono essere diretti sull’industria militare, che la soluzione ai problemi dei cittadini del popolo europeo è quello di produrre più armi per rincorrere la Russia. E quest’escalation militare” la si vuole “perché – ha sostenuto il leader del M5s – non si vuole una svolta negoziale”. Per Conte quello della messa in discussione del riarmo è un tema “necessario per caratterizzare, in direzione progressista, un’azione politica, altrimenti non ci distingueremo dalle forze conservatrici, o peggio restauratrici, come quelle che sono al governo in questo momento in Italia”. E se il segretario generale della Cgil Landini si è mostrato molto in sintonia con Europa Verde, SI e M5s, affermando che “in Italia e anche in Europa, quello che si sta determinando è una vera e propria economia di guerra”, la nota davvero dissonante, complice anche l’assenza del leader di Azione Carlo Calenda, inizialmente previsto ma che poi ha dato forfait (sembra per un lieve problema di salute), è arrivata dall’intervento del segretario di +Europa Riccardo Magi. “Io non penso, come ha detto Conte, che l’Europa abbia scelto la guerra. E non penso che ci aiuti un ribaltamento della verità, penso invece che noi scontiamo un enorme ritardo nell’aver aver costruito un’Europa politica, con una difesa comune e una politica estera comune. Ma non è ribaltando il racconto, dicendo che è l’Europa che sceglie la guerra” che troviamo la soluzione. “Far mancare in questo momento il sostegno e l’aiuto a Kiev – ha spiegato Magi – potrebbe significare dover investire molto di più per la nostra difesa in armi in un futuro che sarà molto più vicino. Pensiamoci, al di fuori degli schemi ideologici e anche del tentativo di lucrare un po’ di consenso facile tra forze dell’opposizione”.


Un passaggio, quest’ultimo, che ha provocato qualche mugugno in sala, dove qualcuno ha lanciato a Magi l’accusa di aver sbagliato posto. “Io non penso mai di aver sbagliato posto quando accetto un confronto democratico”, ha ribattuto il segretario di +Europa. (Dall’inviato Massimo Santucci)

Mantra coesione nel centrodestra. Ma Salvini-Tajani si punzecchiano

Mantra coesione nel centrodestra. Ma Salvini-Tajani si punzecchianoRoma, 1 dic. (askanews) – Come se si fossero messi d’accordo, e con ogni probabilità è esattamente così, i leader del centrodestra provano a seppellire le polemiche delle ultime settimane intonando all’unisono il ritornello della coesione. La narrazione del ‘volemose bene’ prevede che le schermaglie vengano derubricate a dialettica e che gli scontri ormai quotidiani – dal canone Rai alla politica estera, dalle banche all’Europa – si trasformino in “diversità che sono un valore”. E’ la necessità di “abbassare i toni” che la presidente del Consiglio ha preteso dai suoi due vice dopo lo show down sul decreto fiscale e che va in scena in occasione dell’assemblea nazionale di Noi moderati di Maurizio Lupi.


In presenza all’hotel Marriot di Roma c’è soltanto Antonio Tajani anche perché, a proposito di divisioni, la necessità è anche quella di minimizzare le voci su una competizione al centro che Giorgia Meloni avrebbe addirittura favorito per bilanciare le recenti intemperanze del leader di Forza Italia. “Il nostro compito è quello di allargare i confini del centrodestra, non tocca a noi andare a cercare i voti di Fratelli d’Italia o della Lega”, spiega il leader azzurro. Giorgia Meloni parla attraverso un videomessaggio registrato. Sono concetti espressi più volte ma che, vista la settimana di passione, assumono un altro colore, più strigliata che esortazione. “La nostra coalizione – dice la premier – è composta sì da forze politiche diverse, ognuna ha la sua identità e la sua storia che sono un valore aggiunto. Ciò che ci rende forti e coesi è la volontà, la voglia di stare insieme che è quello che ci consente di fare sempre sintesi, di trovare un punto di incontro”.


Concetti più o meno simili a quelli espressi dai due vicepremier. Entrambi mettono in evidenza la “visione comune”, entrambi assicurano che “il governo arriverà fino al 2027” (“nonostante il voto contrario su questo o quell’emendamento”, ci tiene però a precisare il segretario della Lega). E tuttavia, proprio mentre cercano di seppellire in pubblico l’ascia di guerra, non riescono nemmeno a fare a meno di punzecchiarsi. A causa di un difetto nel videocollegamento con Salvini, a parlare prima tra i due è il ministro degli Esteri. Tra la tante cose, ribadisce un concetto più volte esplicitato e, peraltro, caro anche a Silvio Berlusconi. “Vista la situazione attuale – afferma – dobbiamo andare avanti per avere una vera politica estera, una vera difesa europea: non possiamo sempre aspettare gli americani, non possiamo sempre chiedere agli altri di proteggerci”. Una frase che, quando arriva il suo turno, Salvini non solo non fa cadere nel vuoto, ma alla quale risponde marcando tutta la distanza. “Sentivo parlare di difesa comune europea. Mi permetto di dire che in questo momento bisogna andarci cauti”, la replica.


E non è l’unica frecciata a distanza, visto che a un certo punto Salvini ha l’ardire di mettere nella stessa frase l’autonomia (ben conscio dei dubbi di Forza Italia) e uno dei nomi più importanti del Pantheon dei popolari. Don Luigi Sturzo – sostiene – “si definiva federalista impenitente”. Laconica la risposta di Tajani: “Se anche lui si riconosce in Sturzo io sono contento”. Anche Maurizio Lupi, che pure si unisce al coro dei buoni sentimenti, non rinuncia a mostrare una certa ambizione. La sfida, dice, è “rispondere ai 9 milioni” di moderati che si sono rifigiati nell’astensionismo. Noi un cespuglio? “Non ci interessa, noi siamo un seme”.

Meloni prova a smorzare: diversità nel centrodestra sono valore aggiunto

Meloni prova a smorzare: diversità nel centrodestra sono valore aggiuntoRoma, 1 dic. (askanews) – “La nostra coalizione è composta sì da forze politiche diverse, ognuna ha la sua identità e la sua storia che sono un valore aggiunto e ciò che ci rende forti e coesi è la volontà, la voglia di stare insieme che quello che ci consente di fare sempre sintesi di trovare un punto di incontro”.Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel videomessaggio inviato all’assemblea nazionale di Noi moderati, con cui ha cercato smorzare tensioni e conflitti nella maggioranza di centrodestra che sostiene il suo Governo.


“Possiamo farlo – ha affermato fra l’altro Meloni- perché siamo uniti dalla stessa visione del mondo di fondo, perché crediamo negli stessi valori di riferimento, perché abbiamo idee compatibili, perché intendiamo portare avanti fondamentalmente gli stessi progetti. E tutto questo che ci tiene insieme da 30 anni a questa parte che ci ha permesso in questi primi due anni di Governo di raggiungere risultati inaspettati, di invertire quel declino al quale l’Italia sembrava ormai destinata”.

Sciopero, Schlein: giù le mani Governo da diritto costituzionale

Sciopero, Schlein: giù le mani Governo da diritto costituzionaleRoma, 1 dic. (askanews) – “Voglio dare un abbraccio di forte solidarietà ai sindacati qui rappresentati da Maurizio Landini e anche a Pierpaolo Bombardieri per lo sciopero generale che ha visto mobilitate 500 mila persone in tutta Italia. Siamo stati e saremo al vostro fianco per difendere il diritto costituzionale di sciopero” e “diciamo al governo mettete giù le mani dal diritto di sciopero perché è un diritto costituzionale, se ne devono convincere, non si può soffocare la voce di dolore, di sofferenza e preoccupazione di milioni di lavoratrici e lavoratori che davanti hanno una prospettiva davanti di precarietà”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein nel corso del suo intervento dal palco dell’assemblea di Europa Verde in corso a Chianciano Terme.


“Noi dobbiamo invece contrastare la precarietà”, ha sottolineato Schlein.

Centrosinistra, Schlein ad Avs: grazie per afflato unitario

Centrosinistra, Schlein ad Avs: grazie per afflato unitarioChianciano Terme, 1 dic. (askanews) – “Siamo qui a ringraziarvi del rapporto leale che abbiamo costruito in questi mesi di lavoro appassionato siamo qui a ringraziare tutta l’alleanza Verdi e Sinistra perché è un rapporto che vogliamo anche noi sempre più stretto, sempre più coordinat,o perché ci ha portato anche recentemente a delle belle vittorie come quella della regione Emilia Romagna”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein nel corso del suo intervento dal palco dell’assemblea di Europa Verde in corso a Chianciano Terme.


“Ma vi voglio ringraziare – ha proseguito Schlein – anche per un’altra cosa che non è mai scontata e che è quest’afflato unitario che ci ha non solo tenuti sempre insieme ma ci ha anche permesso di crescere. Io di questo sono convinta perché lo sentiamo nel richiamo delle piazze che abbiamo costruito insieme questa voglia di unità. Non a tutti i costi, l’unità non è un valore a tutti i costi ma lo è se riesce a raccogliersi attorno a un progetto coerente, attorno a un programma definito”, ha sottolineato la segretaria del Pd.

Sciopero, Salvini: Landini prepara suo ingresso in Parlamento

Sciopero, Salvini: Landini prepara suo ingresso in ParlamentoRoma, 1 dic. (askanews) – “Oggi leggevo su qualche giornale che Salvini ce l’ha con Landini. No, la vita è un dono troppo grande per per passare il tempo odiando qualcuno e poi figurati se posso avercela con Landini, però quando fai lo sciopero generale perché il governo taglia i fondi alla sanità menti sapendo di mentire”, “allora mi viene il dubbio che il signor Landini non tuteli l’interesse di lavoratrici e lavoratori, ma prepari il suo arrivo in Parlamento come parlamentare della sinistra come hanno fatto tutti i predecessori alla guida della Cgil”. Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, nel corso del suo intervento in video collegamento con l’assemblea nazionale di Noi moderati.

Giustizia, Salvini: o giudici che sbagliano non restino impuniti

Giustizia, Salvini: o giudici che sbagliano non restino impunitiRoma, 1 dic. (askanews) – “Se un giudice ruba la libertà a un cittadino ne deve rispondere personalmente, non ci può essere una categoria di impuniti in Italia nel 2024”. Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, nel corso del suo intervento in video collegamento con l’assemblea nazionale di Noi moderati.


Bisogna, ha aggiunto, “portare gli italiani dove si aspettano che arriviamo: il garantismo, la separazione delle carriere, la riforma della magistratura, l’espulsione delle correnti e della politica dai tribunali, la responsabilità civile personale dei pochi magistrati che sbagliano ma che, negli ultimi 30 anni, hanno messo in galera 31 mila italiani poi riconosciuti innocenti e risarciti con 840 milioni di euro di denaro pubblico”.

Governo, Tajani: alcune idee diverse, ma avanti fino al 2027

Governo, Tajani: alcune idee diverse, ma avanti fino al 2027Roma, 1 dic. (askanews) – “Vi siete fissati con le divisioni, un’idea non è una divisione. Un’idea è un’idea. Avere opinioni diverse è normale e giusto, poi si fa la sintesi. Non si illuda nessuno che ci siano delle divisioni profonde dentro questo governo. Andremo avanti fino alla fine della legislatura, se ne facciano una ragione”. Lo ha detto il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, a margine dell’assemblea nazionale di Noi moderati.


“Avere delle idee non significa andare contro qualcuno, ognuno è legittimato ad avere delle idee. Poi si fa la sintesi, c’è un programma di governo da rispettare che noi abbiamo sempre votato. Poi su alcune questioni si possono avere idee differenti, altrimenti saremmo un partito unico. E’ inutile cercare divisioni che non esistono”.

Sciopero, Fratoianni: rivolta sociale significa rivoltare il Paese

Sciopero, Fratoianni: rivolta sociale significa rivoltare il PaeseChianciano Terme, 1 dic. (askanews) – “Noi vogliamo rivoltare questo paese, questo è la rivolta sociale, quando le persone non sanno come arrivare alla fine del mese e neanche alla fine della settimana talvolta e quando le persone non vedono più un futuro per loro e per i loro figli a loro c’è bisogno di cambiare”. Lo ha detto il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni a margine della seconda giornata di lavori di “Terra di pace”, l’assemblea dei Europa Verde in corso a Chianciano Terme.


Secondo Fratoianni non c’è il pericolo che qualcuno possa interpretare male queste parole: “il rischio è che le persone continuino ad essere rassegnate, che le cose non cambino, questo è il rischio più grave che oggi corro questo paese”.

Tajani: il Ppe è stato lo “scudo” per Fitto Vicepresidente Ue

Tajani: il Ppe è stato lo “scudo” per Fitto Vicepresidente UeMilano, 1 dic. (askanews) – “Il Partito Popolare europeo è stato lo scudo che ha permesso a Raffaele Fitto di diventare vicepresidente esecutivo, la protezione del Partito Popolare europeo ha permesso anche alla Unione Europea di avere una maggioranza più ampia, infatti una parte dei conservatori ha votato per Ursula von der Leyen, che era la scelta giusta, la scelta per la stabilità”. Lo ha detto il vicepremier Antonio Tajani, leader di Forza Italia, mentre è in corso l’assemblea nazionale di Noi Moderati.


“Immaginate cosa sarebbe successo se fosse saltata la Commissione Europea, cosa sarebbe successo per l’economia, per i mercati” ha aggiunto. “Mi fa piacere che il titolo della vostra assemblea nazionale sia dedicato a un’Italia popolare ed europeista, senza il Partito Popolare l’Italia avrebbe perso anche i giorni scorsi una battaglia che era contro un governo di centro-destra orchestrato da molta sinistra”, ha inoltre affermato riferensosi a Fitto e alla Commissione.