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Sangiuliano,Boccia: mia nomina stracciata dopo colloquio con Arianna Meloni?

Sangiuliano,Boccia: mia nomina stracciata dopo colloquio con Arianna Meloni?Roma, 12 set. (askanews) – “Ho già fornito le prove che ero stata nominata consigliera” e allora “la domanda è sempre la stessa: come è stato possibile che un decreto di nomina sia stato strappato senza lasciare traccia? E qual è il motivo? È stato per un capriccio della moglie di Sangiuliano? Perché c’era un’incompatibilità di curriculum? (Il Ministro al TG1 ha detto di no). Perché c’era un conflitto di interesse con la mia azienda? (Se così fosse, anche tutti gli altri consiglieri avrebbero un conflitto di interesse, come si legge dai curriculum pubblicati sul sito del Ministero). È avvenuto dopo il dialogo con Arianna Meloni? (Il Ministro mi chiamò subito dopo e mi chiese di vederci per raccontarmi il contenuto della conversazione)”. Lo scrive su Instagram Maria Rosaria Boccia.


“Invece di spostare l’attenzione mediatica sulla mia vita privata, che non importa a nessuno – attacca – vediamo chi ha detto bugie e chi non ha svolto bene il proprio lavoro: il Ministro, il gabinetto, la segretaria del Ministro, l’ufficio stampa, ecc.” Boccia sottolinea che “il primo a inviare una lettera al quotidiano ‘La Stampa’ è stato il Ministro, e io, non avendo altri mezzi, ho risposto attraverso i miei canali social. Poi il Ministro ha rilasciato un’intervista al quotidiano, e io ho risposto sullo stesso giornale. In seguito, il Ministro ha rilasciato un’intervista di 17 minuti al TG1, usando il servizio pubblico per un affare personale, e io ho accettato un’intervista su La7. I tempi e i modi li ha sempre dettati lui. Io non ho mai usato l’ingiustizia subita per ottenere popolarità, ho solo risposto per difendermi. Ora è chiaro a tutti che stampa e televisione hanno avuto il compito di distruggermi denigrandomi. Per questo, da ora in poi, confermerò tutto il male sulla mia vita privata, ma non permetterò che si sposti l’attenzione dalla verità su un decreto ministeriale stracciato. ‘Nessuna arma fabbricata contro di te riuscirà e tu confuterai ogni lingua che si alzerà contro di te in giudizio. Questa è l’eredità dei servi del Signore, la giustizia che viene da me, dice il Signore’”


“Tutto questo scandalo – aggiunge in un altro post – è nato da chi ha strappato atti ministeriali. Perché si continua a parlare della mia vita privata? Perché non si parla più del reale motivo che ha generato il caso? La stampa e la televisione mi dipingono come una millantatrice, un’amante, una bugiarda, un’influencer, una che cerca di accreditarsi…Ebbene sì, sono tutto ciò che la disinformazione vuole, ma lotto per la verità”, conclude.

La Camera approva la stretta su detenute madri, protesta e cartelli Avs in aula

La Camera approva la stretta su detenute madri, protesta e cartelli Avs in aulaRoma, 12 set. (askanews) – Protesta dei deputati di Alleanza Verdi sinistra in aula alla Camera dopo l’approvazione con 163 sì, 116 contrari e 2 astenuti dell’articolo 15 del ddl sicurezza che rende facoltativo, e non più obbligatorio, il rinvio dell’esecuzione della pena per le condannate incinte o madri di figli di età inferiore ad un anno. I parlamentari hanno alzato cartelli con lo slogan “Fuori i bambini dalle sbarre”. Tra i banchi del governo è presente il ministro della Giustizia Carlo Nordio.


L’articolo 15 modifica gli articoli 146 e 147 del codice penale, rendendo facoltativo, e non più obbligatorio, il rinvio dell’esecuzione della pena per le condannate incinte o madri di figli di età inferiore ad un anno e disponendo che le stesse scontino la pena, qualora non venga disposto il rinvio, presso un istituto a custodia attenuata per detenute madri. Inoltre è previsto che l’esecuzione non sia rinviabile se sussiste il rischio, di eccezionale rilevanza, di commissione di ulteriori delitti. Nel corso dell’esame in aula alla Camera è stato approvato un emendamento della Commissione che prevede che entro il 31 ottobre di ciascun anno il governo presenti al Parlamento una relazione sull’attuazione delle misure cautelari nei confronti delle detenute madri. Una norma frutto del compromesso in maggioranza che ha portato al dietrofront di Forza Italia sulla questione: inzialmente i forzisti infatti volevano il ripristino del differimento di pena quanto meno per le donne con figli fino a un anno. Secondo il Pd si tratta di una norma “irrilevante” perché esiste già una legge per il monitoraggio delle misure detentive”, la legge n.47 del 2015.

Camera approva stretta su detenute madri,protesta e cartelli Avs in aula

Camera approva stretta su detenute madri,protesta e cartelli Avs in aulaRoma, 12 set. (askanews) – Protesta dei deputati di Alleanza Verdi sinistra in aula alla Camera dopo l’approvazione con 163 sì, 116 contrari e 2 astenuti dell’articolo 15 del ddl sicurezza che rende facoltativo, e non più obbligatorio, il rinvio dell’esecuzione della pena per le condannate incinte o madri di figli di età inferiore ad un anno. I parlamentari hanno alzato cartelli con lo slogan “Fuori i bambini dalle sbarre”. Tra i banchi del governo è presente il ministro della Giustizia Carlo Nordio.


L’articolo 15 modifica gli articoli 146 e 147 del codice penale, rendendo facoltativo, e non più obbligatorio, il rinvio dell’esecuzione della pena per le condannate incinte o madri di figli di età inferiore ad un anno e disponendo che le stesse scontino la pena, qualora non venga disposto il rinvio, presso un istituto a custodia attenuata per detenute madri. Inoltre è previsto che l’esecuzione non sia rinviabile se sussiste il rischio, di eccezionale rilevanza, di commissione di ulteriori delitti. Nel corso dell’esame in aula alla Camera è stato approvato un emendamento della Commissione che prevede che entro il 31 ottobre di ciascun anno il governo presenti al Parlamento una relazione sull’attuazione delle misure cautelari nei confronti delle detenute madri. Una norma frutto del compromesso in maggioranza che ha portato al dietrofront di Forza Italia sulla questione: inzialmente i forzisti infatti volevano il ripristino del differimento di pena quanto meno per le donne con figli fino a un anno. Secondo il Pd si tratta di una norma “irrilevante” perché esiste già una legge per il monitoraggio delle misure detentive”, la legge n.47 del 2015.

Mattarella: i morti sul lavoro sono una intollerabile offesa alla coscienza collettiva

Mattarella: i morti sul lavoro sono una intollerabile offesa alla coscienza collettivaRoma, 12 set. (askanews) – “Le morti e gli incidenti sul lavoro sono una intollerabile offesa per la coscienza collettiva”. Lo afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato, in occasione della presentazione della Relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, alla Presidente, Chiara Gribaudo.


“Svolgere un’attività che concorra al progresso materiale o spirituale della società – prosegue Mattarella – non può e non deve implicare rischi per l’integrità degli individui. La sicurezza nel lavoro è condizione necessaria per rendere effettivo il diritto fondamentale e inalienabile alla salute, tutelato dalla Costituzione, che non può trovare limiti nella mancanza o nella inadeguatezza di misure idonee a rendere il lavoro e i luoghi ove esso si svolge sani e privi di pericoli. Non sarà mai sufficiente l’impegno a questo scopo delle Istituzioni e delle parti sociali”. “La Relazione della Commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia – conclude Mattarella – potrà offrire un significativo contributo di conoscenza e analisi. Nel rinnovare vicinanza ai familiari dei caduti nella tragedia ferroviaria di Brandizzo, alcuni presenti all’odierna iniziativa, rivolgo sentimenti di solidarietà alle vittime e ai familiari di tutti gli incidenti sul lavoro”.

Mattarella: morti sul lavoro intollerabile offesa coscienza collettiva

Mattarella: morti sul lavoro intollerabile offesa coscienza collettivaRoma, 12 set. (askanews) – “Le morti e gli incidenti sul lavoro sono una intollerabile offesa per la coscienza collettiva”. Lo afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato, in occasione della presentazione della Relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, alla Presidente, Chiara Gribaudo.


“Svolgere un’attività che concorra al progresso materiale o spirituale della società – prosegue Mattarella – non può e non deve implicare rischi per l’integrità degli individui. La sicurezza nel lavoro è condizione necessaria per rendere effettivo il diritto fondamentale e inalienabile alla salute, tutelato dalla Costituzione, che non può trovare limiti nella mancanza o nella inadeguatezza di misure idonee a rendere il lavoro e i luoghi ove esso si svolge sani e privi di pericoli. Non sarà mai sufficiente l’impegno a questo scopo delle Istituzioni e delle parti sociali”. “La Relazione della Commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia – conclude Mattarella – potrà offrire un significativo contributo di conoscenza e analisi. Nel rinnovare vicinanza ai familiari dei caduti nella tragedia ferroviaria di Brandizzo, alcuni presenti all’odierna iniziativa, rivolgo sentimenti di solidarietà alle vittime e ai familiari di tutti gli incidenti sul lavoro”.

Camere convocate il 26 per il nuovo cda. Meloni: ora basta rinvii

Camere convocate il 26 per il nuovo cda. Meloni: ora basta rinviiRoma, 11 set. (askanews) – La nuova data è quella concordata nell’ultimo vertice dei leader di maggioranza di lunedì. Le capigruppo di Camere e Senato l’hanno ufficializzata, rendendo effettivo quel rinvio di due settimane che ormai appariva scontato. Dunque, giovedì 26 settembre i due rami del Parlamento sono convocati per l’elezione dei quattro componenti – due ciascuno – del consiglio di amministrazione della Rai. Una accelerazione voluta in primo luogo dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni che, a chi nel suo partito si sta occupando della pratica, ha affidato un messaggio chiaro: basta rinvii. D’altra parte, fosse stato per lei, la questione si sarebbe chiusa ancora prima che deputati e senatori partissero per le ferie.


Ma i problemi che hanno bloccato finora l’avvio dell’iter di rinnovo del Consiglio di amministrazione della tv di Stato, in realtà, restano intatti e hanno a che fare tanto con gli equilibri interni alla maggioranza quanto con il rapporto con l’opposizione. La stessa deadline del 26 settembre viene vissuta diversamente dalle forze della coalizione di governo. Perentoria per Fratelli d’Italia, ancora passibile di slittamenti per Forza Italia che deve gestire il problema più intricato: ovvero il voto sulla sua candidata presidente, Simona Agnes, in commissione di Vigilanza dove sono necessari i due terzi dei consensi e dove quindi si impone la necessità di uscire fuori dai confini della maggioranza. Non a caso, infatti, tra gli alleati alcuni leggono il diktat della presidente del Consiglio più come un modo per mettere pressione che non come una chiamata alle armi. Nel vertice di lunedì, infatti, una delle ipotesi prese in considerazione era proprio quella che gli azzurri rinunciassero alla loro candidata a favore di un nome di garanzia, che potesse ‘ammiccare’ all’opposizione. Formalmente Forza Italia continua a dire che su Agnes non si fanno passi indietro, ma chi si occupa della trattativa per conto di Meloni è convinto che il vero obiettivo sia ottenere una compensazione soddisfacente tra le varie direzioni che dovranno essere segnate successivamente. A sua volta, sul piatto resta la richiesta della Lega di avere in quota il direttore generale (figura facoltativa).


Se questo è lo stallo di partenza, dentro Fratelli d’Italia chi insiste sulla indisponibilità a ulteriori rinvii spiega che ci sono a questo punto due scenari. Il primo è, appunto, che Forza Italia rinunci al suo candidato per aprire una trattativa su una personalità di garanzia come presidente (tra i vari nomi circolati anche De Bortoli o Gabanelli). Da qui le due settimane supplementari. Le opposizioni, tuttavia, solo ieri hanno ribadito in una nota unitaria di essere “indisponibili” al rinnovo del cda “in assenza della riforma della governance”. “Loro continuano a parlare di posti mentre noi parliamo di politica e ci aspettiamo un segnale sul recepimento del media Freedom act nel nostro Paese”, sintetizza Stefano Graziano del Pd. “Chi dovesse smarcarsi da questa posizione ribadita con ben due comunicati – spiega poi un parlamentare di opposizione – assumerebbe su di sé un carico politico difficile da portare. Quindi è inutile che dalla maggioranza continuino a chiamare i vari membri della commissione per convincerli”.


L’altro scenario, invece, è quello dello scontro frontale. Ossia, procedere il 26 settembre alla nomina dei consiglieri di amministrazione di espressione del Parlamento, nel frattempo a cose fatte tentare un’ultima quadratura del cerchio in Vigilanza e in alternativa andare avanti lo stesso. “Forse l’opposizione – osserva un esponente di spicco della maggioranza – dimentica che la Rai è una Spa”. Ergo, una soluzione ci sarebbe anche in caso di bocciatura perché il ruolo di presidente andrebbe al consigliere più anziano. Lo show down è però una prospettiva che Forza Italia vorrebbe evitare, ed ecco perché la questione continua ad essere anche interna alla coalizione di governo. C’è poi un’altra provocazione che arriva alla minoranza che minaccia l’aventino in Vigilanza: “Voglio proprio vedere se lo fanno anche quando dovranno votare i loro consiglieri o se a quel voto parteciperanno, Non è una differenza da poco”.

Maggioranza ‘smina’ cammino ddl Sicurezza, ok Fi a detenute madri

Maggioranza ‘smina’ cammino ddl Sicurezza, ok Fi a detenute madriRoma, 11 set. (askanews) – Dalle spine della maggioranza esce il tema delle detenute madri. Non senza difficoltà e all’ultimo miglio, il centrodestra è riuscito a sminare il cammino del ddl sicurezza, alla prova del voto alla Camera, togliendo dal campo uno dei temi che avevano visto Fi (in comissione, nei dibattiti estivi e ora in aula) smarcarsi da Fdi e Lega (che però hanno eretto un muro invalicabile).


L’impasse doveva essere superata e dopo lunghe trattative, che avevano ‘inchiodato’ parte dei pareri del governo sugli emendamenti, i relatori hanno presentato un testo che di fatto non cambia la sostanza (resta facoltativo e non sarà più obbligatorio il rinvio della pena per le condannate incinte o madri di figli di età inferiore ad un anno) ma viene aggiunto un monitoraggio annuale sull’attuazione della norma. Forza Italia si è dichiarata “soddisfatta” e ha ritirato l’emendamento che voleva ripristinare il differimento obbligatorio, seppur con una stretta in alcuni casi, in modo che nessun bambino dovesse passare i primi mesi dietro le sbarre. All’attacco le opposizioni che mettono il dito nella piaga. L’emednamento dei relatori è un testo “fuffa. Cercano di lavarsi la coscienza, resta il carcere per bambini”, afferma la dem Simona Bonafè. Si tratta del “solito voltafaccia”, sostiene Avs. “Dopo quello sullo Ius scholae, arriva il secondo bluff di giornata da parte di Forza Italia. Anche oggi la rivoluzione garantista e liberale Forza Italia la fa domani. Per adesso restano le manette e l’umiliazione dello Stato di diritto”, afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi.


“Forza Italia continua a lanciare iniziative che poi vengono costantemente respinte o ritirate. L’emendamento al ddl sicurezza sulle mamme detenute può finire in niente”, sottolinea Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva.

Meloni: annettendo la Crimea la Russia ha calpestato la Carta Onu

Meloni: annettendo la Crimea la Russia ha calpestato la Carta OnuRoma, 11 set. (askanews) – “L’annessione illegale della Crimea da parte della Federazione Russa rimane una gravissima violazione di quel sistema di regole e principi universalmente riconosciuti nella Carta dell’Onu che garantiscono la pacifica convivenza tra le Nazioni. È una violazione dell’integrità territoriale di una Nazione sovrana, che calpesta i diritti delle popolazioni che non vogliono rinunciare alla loro identità e rimane tale anche a distanza di dieci anni”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un videomessaggio inviato al Summit of the International Crimea Platform.


“Considerare la Crimea parte integrante del territorio russo – prosegue la premier – è un tassello di quella propaganda russa che dobbiamo sapere contrastare, nonostante trovi sponda nelle mappe geografiche diffuse anche su alcuni mezzi di comunicazione occidentali”. “Dall’inizio dell’invasione russa – continua Meloni -, la Crimea è diventata anche una delle basi da cui partono i deliberati attacchi russi contro i civili e le infrastrutture critiche. La Russia non è riuscita a piegare l’eroica resistenza ucraina, e la nostra compattezza e unità di intenti hanno garantito all’Ucraina gli aiuti necessari per difendere la propria libertà. E questo è un valore, che dobbiamo sapere proteggere, se vogliamo far tornare la pace nel cuore dell’Europa”, sottolinea la presidente del Consiglio.

Ucraina, Meloni: annettendo Crimea Russia ha calpestato Carta Onu

Ucraina, Meloni: annettendo Crimea Russia ha calpestato Carta OnuRoma, 11 set. (askanews) – “L’annessione illegale della Crimea da parte della Federazione Russa rimane una gravissima violazione di quel sistema di regole e principi universalmente riconosciuti nella Carta dell’Onu che garantiscono la pacifica convivenza tra le Nazioni. È una violazione dell’integrità territoriale di una Nazione sovrana, che calpesta i diritti delle popolazioni che non vogliono rinunciare alla loro identità e rimane tale anche a distanza di dieci anni”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un videomessaggio inviato al Summit of the International Crimea Platform.


“Considerare la Crimea parte integrante del territorio russo – prosegue la premier – è un tassello di quella propaganda russa che dobbiamo sapere contrastare, nonostante trovi sponda nelle mappe geografiche diffuse anche su alcuni mezzi di comunicazione occidentali”. “Dall’inizio dell’invasione russa – continua Meloni -, la Crimea è diventata anche una delle basi da cui partono i deliberati attacchi russi contro i civili e le infrastrutture critiche. La Russia non è riuscita a piegare l’eroica resistenza ucraina, e la nostra compattezza e unità di intenti hanno garantito all’Ucraina gli aiuti necessari per difendere la propria libertà. E questo è un valore, che dobbiamo sapere proteggere, se vogliamo far tornare la pace nel cuore dell’Europa”, sottolinea la presidente del Consiglio.

Giuli: farò una attenta verifica e revisione sulle nomine di Sangiuliano

Giuli: farò una attenta verifica e revisione sulle nomine di SangiulianoMilano, 11 set. (askanews) – Il neoministro della Cultura, Alessandro Giuli, sottoporrà le nomine della Commissione cinema, che valuta i film ai quali concedere contributi pubblici, firmate dal suo predecessore Gennaro Sangiuliano poche ore prima delle sue dimissioni a una “attenta verifica e revisione”. Lo ha detto lo stesso Giuli rispondendo alla Camera al question time.


Giuli ha detto, in particolare, che intende intervenire per equilibrare la parità di genere tra i membri della Commissione. Il decreto con le nomine, ha sottolineato, non è stato ancora “perfezionato” e “sarà senz’altro modificato e arricchito”. A interrogarlo è stato il deputato di Italia Viva Davide Faraone che ha chiesto al neoministro quali siano stati i criteri di nomina di Sangiuliano e se intenda o meno confermarle.


“Non sono affatto offeso dall’azione e dalle scelte” di Sangiuliano”, ha aggiunto Giuli riprendendo parole di Faraone, “ma è proprio tale rispetto che mi induce a dirvi che io per primo mi sono posto venerdì scorso alcuni degli interrogativi” esposti oggi nell’interrogazione, arrivando però a conclusioni opposte. Faraone nella sua replica si è detto “soddisfatto” dalla risposta del neoministro.