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Liguria, Conte: M5s sostiene convintamente candidatura Orlando

Liguria, Conte: M5s sostiene convintamente candidatura OrlandoRoma, 1 set. (askanews) – “Il Movimento 5 Stelle sostiene convintamente la candidatura di Andrea Orlando per la guida della Regione Liguria. Abbiamo la necessità di restituire ai cittadini liguri la possibilità di immaginare un futuro migliore, improntato alla trasparenza e all’etica pubblica. Un futuro, soprattutto, dove la politica regionale lavori per tutti i cittadini e non per pochi amici”. Lo afferma in una nota il presidente M5s Giuseppe Conte.


“Ringrazio Luca Pirondini per aver accettato in un primo momento la candidatura propostagli dal M5S e averla interpretata responsabilmente come contributo al servizio della coalizione che ricercava il profilo su cui potesse esserci la maggiore condivisione possibile”, sottolinea Conte. “Il bene della Liguria significa oggi la convergenza sul profilo di maggiore unità: non ci tiriamo indietro, ci mettiamo al servizio dei cittadini. Andiamo avanti insieme per vincere questa importante sfida”, conclude Conte.

Ue, Bruxelles: patto Meloni-von der Leyen? Speculazioni infondate

Ue, Bruxelles: patto Meloni-von der Leyen? Speculazioni infondateRoma, 31 ago. (askanews) – “We will not comment on what are pure (baseless) speculations”, ovvero “non commenteremo quelle che sono pure (e infondate) speculazioni”: questa la risposta della portavoce della Commissione europea Arianna Podestà, contattata da askanews, sul retroscena pubblicato oggi dal Foglio firmato (con il tradizionale logo della ciliegia) dal suo direttore Claudio Cerasa.


Nell’articolo del quotidiano italiano si sostiene l’esistenza di un accordo sottobanco fra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, per tenere nascoste le intenzioni di voto degli europarlamentari di Fratelli d’Italia appunto al momento dell’elezione di von der Leyen. Solo a votazione avvenuta è stata data notizia del voto contrario degli eurodeputati del partito di Giorgia Meloni (ma secondo il Foglio con alcuni “franchi tiratori” FdI che sono andati in soccorso della leader europea).

Centrodestra, Vannacci contro La Russa. Replica: quale competizione?

Centrodestra, Vannacci contro La Russa. Replica: quale competizione?Roma, 31 ago. (askanews) – Il generale Roberto Vannacci, oggi eurodeputato della Lega, ha preso di mira dai suoi canali social il presidente del Senato Ignazio La Russa, pubblicando una foto di una iniziativa di ieri alla Versiliana per far notare che a suo giudizio è stata poco seguita. “FOTO DI SINISTRA: Desolazione alla Versiliana – ha scritto Vannacci – ieri 30 agosto per il presidente del Senato Ignazio La Russa e il suo intervistatore Alessandro Sallusti. Circa 120 persone contate…(era presente anche Donzelli che ha mobilitato tutto il partito). FOTO DI DESTRA: Il confronto con la serata di Vannacci dello scorso 24 agosto che ha radunato 1000 persone, di cui molte rimaste in piedi, non è neanche possibile…”


Anche La Russa ha scelto i social per replicare: “Per me – ha sottolineato il presidente del Senato – la competizione con Vannacci non è mai cominciata e non mi sono nemmeno accorto di averlo mai sminuito. Mi è dispiaciuto che per colpa del suo mischiare la DECIMA con la campagna elettorale, i Comsubin per la prima volta non abbiano potuto gridare ‘DECIMA’ alla sfilata del 2 giugno”. “p.s. alla Versiliana, col sole battente, ho anticipato di circa un’ora il mio intervento, (volutamente senza pubblicizzarlo) perché alle 20,45 ci tenevo ad essere a Milano per Inter Atalanta a San Siro che, come competizione, quella sì, valeva la pena”, ha aggiunto in tono sarcastico La Russa.

Governo, Salvini: nel vertice di oggi messi da parte temi divisivi

Governo, Salvini: nel vertice di oggi messi da parte temi divisiviRoma, 30 ago. (askanews) – Nella odierna riunione dei leader del centrodestra sono stati messi da parte i temi divisivi. Lo ha affermato il vicepremier Matteo Salvini, segretario della Lega, in collegamento video con la kermesse “La Piazza” di Affaritaliani,.it, in corso a Ceglie Messapica (Br). “C’è stato un agosto – ha spiegato – che su alcuni temi ci ha visto su posizioni diverse, penso all’immigrazione, allo Ius soli, allo Ius scholae. Però la priorità è il programma di governo che è la nostra bibbia, l’unità del centrodestra e andare avanti per i tre anni che ci mancano di legislatura senza una sbavatura, realizzando quanto gli italiani si aspettano da noi”.


“Abbiamo sgomberato il campo dai temi che ci dividono e parlato dei temi che gli italiani che mi fermano mi chiedono di portare avanti: stipendi tasse e pensioni”, ha rivendicato il leader della Lega.

Centrodestra, a vertice distinguo su Kiev. Rinvii su Rai e Liguria

Centrodestra, a vertice distinguo su Kiev. Rinvii su Rai e LiguriaRoma, 30 ago. (askanews) – Più rinvii che decisioni, più compattezza di facciata che nei fatti. D’altra parte, tre ore di vertice non potevano bastare a sciogliere l’infinita quantità di nodi in cui si è impigliata la maggioranza in questa turbolenta estate. Ma tant’è, in attesa di soluzioni, l’urgenza di Giorgia Meloni era quella di inviare all’esterno, all’opinione pubblica, un messaggio di compattezza e determinazione del governo. Ma, ancora di più, spiegare ai suoi litigiosi vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, incontrati a palazzo Chigi insieme a Maurizio Lupi, che “la ricreazione è finita”.


Nella sostanza, però, i temi che restano sul tappeto sono molti, primo tra tutti la collocazione rispetto al conflitto tra Mosca e Kiev. Il passaggio del comunicato congiunto diramato è frutto di un compromesso, una formula generica che può accontentare tutti perché si limita a parlare di “totale sintonia” sulla politica estera, compresa “la posizione del governo italiano relativamente alla guerra in Ucraina”. Una svista dell’ufficio stampa leghista, che diffonde (e poi cancella) una versione diversa in cui si parla esplicitamente di contrarietà “a ogni ipotesi di interventi militari fuori dai confini ucraini”, finisce però per rimettere sotto i riflettori dei distinguo che, per la verità, il partito di Salvini rivendica da mesi. L’ultimo nodo del contendere è l’offensiva dell’esercito di Zelensky a Kursk, in territorio russo. L’unione europea ha dato sostegno alla mossa di Kiev e, sebbene qualche perplessità abbia cominciato ad attraversare anche Fratelli d’Italia, ben si capisce perché la premier abbia chiesto di sbianchettare quel passaggio che, invece, era presente nella proposta di comunicato avanzata dalla Lega.


Per il resto, il comunicato finale è soprattutto una ostentazione di “unità”, di “solidità” e “compattezza” della coalizione. Il politichese un po’ grigio nasconde alla voce “diverse sensibilità” gli scontri agostani senza esclusione di colpi tra Lega e Forza Italia. La premier ha chiesto ai suoi vice di smetterla di alimentare una continua polemica che finisce per indebolire la maggioranza e li ha caldamente invitati anche a “evitare di fare promesse” sui contenuti della manovra. Non a caso nel testo non c’è alcun accenno alle pensioni. Ma la sostanza è che per ora la soluzione a tutti problemi è il rinvio. Lo ius scholae? Nel comunicato si ricorda che ci si baserà sul “programma votato dai cittadini” e, comunque, se Forza Italia vuole portare avanti una discussione parlamentare su questo, deve avere ben chiaro che fino al 2025 la questione non si pone nemmeno.


L’autonomia? La via di mezzo tra l’avversione di Occhiuto e la fuga in avanti di Zaia – che chiede di aprire subito le trattative sulle materie non Lep – prevede che si “segua la legge”. Che, tra le richieste e le valutazioni che devono essere fatte anche da alcuni ministeri compreso quello guidato da Antonio Tajani, non sarà realtà prima di mesi. E di fatto si è deciso un rinvio anche su altri due temi centrali del vertice: la Rai e il candidato del centrodestra alla Regione Liguria. Fonti azzurre assicurano che “è in corso una interlocuzione con alcune forze di opposizione” per evitare che la candidatura di Simona Agnes (in quota azzurra) come presidente di viale Mazzini venga bocciata dalla Vigilanza (servono i 2/3 dei voti). Ma i problemi sono ancor prima interni alla maggioranza. La Lega avrebbe infatti smesso di rivendicare per sé il direttore generale (figura facoltativa) ma avrebbe alzato il prezzo della compensazione. Il risultato è che le prossime capigruppo di Camera e Senato decreteranno un ulteriore slittamento della data per l’elezione dei componenti di nomina parlamentare inizialmente fissate per la seconda settimana di settembre.


Nessuna decisione nemmeno sulla Liguria. La Lega, viene spiegato, preferirebbe un candidato civico che possa essere attribuito a tutta la coalizione e non al suo partito, in modo da poter vantare un ‘credito’ quando ci sarà da decidere il candidato per il dopo Zaia in Veneto. La soluzione ipotizzata è che si facciano dei sondaggi sui nomi dei papabili, tra cui il vice sindaco di Genova, Pietro Piciocchi, e la parlamentare Ilaria Cavo, per testarne il gradimento.

Meloni sceglie Fitto in Ue. Sulla manovra bacchetta i ministri

Meloni sceglie Fitto in Ue. Sulla manovra bacchetta i ministriRoma, 30 ago. (askanews) – Giorgia Meloni chiude il capitolo del commissario Ue, annunciando la scelta di Raffaele Fitto, e apre il cantiere della manovra, non risparmiando una ‘bacchettata’ ai ministri per qualche fuga in avanti di troppo nelle dichiarazioni estive sulla legge di bilancio.


Quella di Fitto, ha spiegato la premier aprendo la seduta del Consiglio dei ministri seguita al vertice di maggioranza, è una scelta “dolorosa” ma “necessaria”, che comunque non cambia la “priorità assoluta” dell’attuazione del Pnrr. Adesso la ‘partita’ è quella delle deleghe da affidargli. La trattativa con Ursula von der Leyen ancora non ha portato a un accordo e la possibilità di avere una vicepresidenza esecutiva appare assai remota. Ma Meloni ribadisce la necessità, nonostante “molti italiani che tifano contro”, di un “ruolo adeguato” all’Italia, per il suo peso e “non per simpatia o antipatia verso il nostro governo”. Il confronto con Bruxelles andrà avanti ancora per qualche giorno, ma intanto c’è da impostare il lavoro sulla legge di bilancio. Di questo (ma non solo) ha parlato con i vice Antonio Tajani e Matteo Salvini e con Maurizio Lupi. La manovra dovrà fare i conti con le ristrettezze di bilancio e per questo – ha ribadito Meloni – sarà improntata al “buon senso e alla serietà”, ovvero senza grandi spazi per la spesa. “La stagione dei soldi gettati dalla finestra e dei bonus è finita”, ha assicurato, spiegando che “tutte le risorse disponibili devono continuare a essere concentrate nel sostegno alle imprese che assumono e che creano posti di lavoro e per rafforzare il potere di acquisto delle famiglie, con la solita attenzione particolare a quelle con bambini”. E qui è arrivato il ‘cartellino giallo’ per chi, nei giorni scorsi, si è avventurato a ipotizzare interventi (come Salvini sulle pensioni) per i quali non c’è budget: “Ricordo che la manovra è ancora da scrivere e per questo consiglio grande prudenza nel commentare misure e interventi di cui ha parlato finora la stampa ma che non sono mai neanche state proposte”. Simile ‘bacchettata’, ma più velata, è sembrata rivolgerla a Tajani, a proposito della proposta sullo Ius Scholae: “Quello che dobbiamo fare – ha sottolineato la premier – è continuare a portare avanti il programma votato dagli italiani, che è una sintesi perfetta della nostra visione e del valore aggiunto di ogni partito nella coalizione”.


Tornando alla manovra, Meloni ha nuovamente smentito le ipotesi di taglio dell’assegno unico, accusando l’Europa. “Fin quando ci sarà questo governo – ha assicurato – le famiglie italiane non avranno nulla da temere. Se c’è qualcuno che vorrebbe far saltare l’assegno unico” è “qualche zelante funzionario europeo che ha aperto una procedura di infrazione e ha chiesto all’Italia di cancellare il requisito della residenza in Italia per i percettori dell’assegno non lavoratori, il requisito della durata del rapporto di lavoro (attualmente di almeno 6 mesi) e addirittura di riconoscere l’assegno anche a chi ha figli residenti all’estero. Modifiche folli, ingiuste per le famiglie italiane e insostenibili per l’equilibrio dei conti dello Stato”. Altro capitolo quello delle riforme – autonomia, giustizia, premierato – su cui “dobbiamo andare avanti senza paura”, con “coraggio”, “unità” e “compattezza”, consapevoli che “saranno solo gli italiani, alla fine della legislatura, a giudicarci”. I risultati, rivendica la premier, al momento sono positivi, sia sul fronte economico (“L’Italia sta crescendo più di altre nazioni europee”) sia su una priorità come quella della lotta all’immigrazione clandestina. “Rispetto allo stesso periodo del 2023 gli sbarchi sono diminuiti del 64%” e “nelle prossime settimane saranno pienamente operativi” i centri in Albania, presi a “modello” dalla “maggioranza degli Stati membri Ue”.


Alla viglia dell’anniversario “molto simbolico” della prima visita a Caivano, un tipo di intervento che sarà esteso ad altre periferie, se c’è una ‘pecca’ che Meloni rileva è nella comunicazione dei risultati raggiunti, contro la “narrazione distorta” della sinistra. Per questo il prossimo 22 ottobre, secondo anniversario del suo governo, sarà l’occasione per “raccontare i risultati che abbiamo raggiunto e che è giusto spiegare ai cittadini”.

Autonomia, La Russa: riforma va applicata con calma, senza correre

Autonomia, La Russa: riforma va applicata con calma, senza correreRoma, 30 ago. (askanews) – L’attuazione dell’autonomia regionale differenziata va fatta “con calma, senza correre, perché l’altra cosa che abbiamo sempre detto va fatta con uno Stato centrale forte. Non ci deve essere uno squilibrio: premierato e autonomia non è che sono un do ut des, ma la logica conseguenza di un progetto che vede un centro forte che consente alle realtà territoriale di avere più spazi”. Lo ha detto sul palco della Versiliana il presidente del Senato, Ignazio La Russa.

Meloni sceglie Fitto in Ue. Su cantiere manovra bacchetta ministri

Meloni sceglie Fitto in Ue. Su cantiere manovra bacchetta ministriRoma, 30 ago. (askanews) – Giorgia Meloni chiude il capitolo del commissario Ue, annunciando la scelta di Raffaele Fitto, e apre il cantiere della manovra, non risparmiando una ‘bacchettata’ ai ministri per qualche fuga in avanti di troppo nelle dichiarazioni estive sulla legge di bilancio.


Quella di Fitto, ha spiegato la premier aprendo la seduta del Consiglio dei ministri seguita al vertice di maggioranza, è una scelta “dolorosa” ma “necessaria”, che comunque non cambia la “priorità assoluta” dell’attuazione del Pnrr. Adesso la ‘partita’ è quella delle deleghe da affidargli. La trattativa con Ursula von der Leyen ancora non ha portato a un accordo e la possibilità di avere una vicepresidenza esecutiva appare assai remota. Ma Meloni ribadisce la necessità, nonostante “molti italiani che tifano contro”, di un “ruolo adeguato” all’Italia, per il suo peso e “non per simpatia o antipatia verso il nostro governo”. Il confronto con Bruxelles andrà avanti ancora per qualche giorno, ma intanto c’è da impostare il lavoro sulla legge di bilancio. Di questo (ma non solo) ha parlato con i vice Antonio Tajani e Matteo Salvini e con Maurizio Lupi. La manovra dovrà fare i conti con le ristrettezze di bilancio e per questo – ha ribadito Meloni – sarà improntata al “buon senso e alla serietà”, ovvero senza grandi spazi per la spesa. “La stagione dei soldi gettati dalla finestra e dei bonus è finita”, ha assicurato, spiegando che “tutte le risorse disponibili devono continuare a essere concentrate nel sostegno alle imprese che assumono e che creano posti di lavoro e per rafforzare il potere di acquisto delle famiglie, con la solita attenzione particolare a quelle con bambini”. E qui è arrivato il ‘cartellino giallo’ per chi, nei giorni scorsi, si è avventurato a ipotizzare interventi (come Salvini sulle pensioni) per i quali non c’è budget: “Ricordo che la manovra è ancora da scrivere e per questo consiglio grande prudenza nel commentare misure e interventi di cui ha parlato finora la stampa ma che non sono mai neanche state proposte”.


Simile ‘bacchettata’, ma più velata, è sembrata rivolgerla a Tajani, a proposito della proposta sullo Ius Scholae: “Quello che dobbiamo fare – ha sottolineato la premier – è continuare a portare avanti il programma votato dagli italiani, che è una sintesi perfetta della nostra visione e del valore aggiunto di ogni partito nella coalizione”. Tornando alla manovra, Meloni ha nuovamente smentito le ipotesi di taglio dell’assegno unico, accusando l’Europa. “Fin quando ci sarà questo governo – ha assicurato – le famiglie italiane non avranno nulla da temere. Se c’è qualcuno che vorrebbe far saltare l’assegno unico” è “qualche zelante funzionario europeo che ha aperto una procedura di infrazione e ha chiesto all’Italia di cancellare il requisito della residenza in Italia per i percettori dell’assegno non lavoratori, il requisito della durata del rapporto di lavoro (attualmente di almeno 6 mesi) e addirittura di riconoscere l’assegno anche a chi ha figli residenti all’estero. Modifiche folli, ingiuste per le famiglie italiane e insostenibili per l’equilibrio dei conti dello Stato”.


Altro capitolo quello delle riforme – autonomia, giustizia, premierato – su cui “dobbiamo andare avanti senza paura”, con “coraggio”, “unità” e “compattezza”, consapevoli che “saranno solo gli italiani, alla fine della legislatura, a giudicarci”. I risultati, rivendica la premier, al momento sono positivi, sia sul fronte economico (“L’Italia sta crescendo più di altre nazioni europee”) sia su una priorità come quella della lotta all’immigrazione clandestina. “Rispetto allo stesso periodo del 2023 gli sbarchi sono diminuiti del 64%” e “nelle prossime settimane saranno pienamente operativi” i centri in Albania, presi a “modello” dalla “maggioranza degli Stati membri Ue”. Alla viglia dell’anniversario “molto simbolico” della prima visita a Caivano, un tipo di intervento che sarà esteso ad altre periferie, se c’è una ‘pecca’ che Meloni rileva è nella comunicazione dei risultati raggiunti, contro la “narrazione distorta” della sinistra. Per questo il prossimo 22 ottobre, secondo anniversario del suo governo, sarà l’occasione per “raccontare i risultati che abbiamo raggiunto e che è giusto spiegare ai cittadini”.

Lavoro, Conte: con tecnologie AI a rischio milioni di posti

Lavoro, Conte: con tecnologie AI a rischio milioni di postiRoma, 30 ago. (askanews) – “È notizia di questi giorni che Klarna, la nota azienda fintech svedese, si appresta a licenziare drasticamente i lavoratori sostituendoli con l’Intelligenza artificiale. L’amministratore delegato Sebastian Siemiatkowski ha detto senza troppi peli sulla lingua che ‘spetta ai governi gestire le ricadute occupazionali’”. Lo sottolinea in un post pubblicato sui suoi canali social il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte.


“Ovvio – avverte l’ex premier – che non può e non deve funzionare così: verrebbe meno quella responsabilità sociale che le imprese, a ogni latitudine, devono assumersi. Ma le parole di Siemiatkowski anticipano un trend destinato ad affermarsi sempre più, in molteplici settori della produzione e dei servizi, dove robotica e intelligenza artificiale rischiano di cancellare centinaia di milioni di posti di lavoro in tutto il mondo, oltre 20 milioni solo in Europa”. “Non possiamo permetterci – dice ancora Conte – atteggiamenti solo difensivi, battaglie di retroguardia. Dobbiamo governare questi processi, programmando piani straordinari di investimento in programmi di formazione estendendo la portata degli ammortizzatori sociali, così da fronteggiare il rischio di nuove povertà”.


(segue)

Meloni: non voglio far saltare l’assegno unico, il problema è l’Ue, chieste modifiche folli

Meloni: non voglio far saltare l’assegno unico, il problema è l’Ue, chieste modifiche folliRoma, 30 ago. (askanews) – “Voglio essere chiarissima su questo punto: fin quando ci sarà questo Governo le famiglie italiane non avranno nulla da temere. Se c’è qualcuno che vorrebbe far saltare l’assegno unico, non è certo questo Governo di centrodestra (che anzi lo ha aumentato e ne ha corretto alcune criticità), ma qualche zelante funzionario europeo che ha aperto una procedura di infrazione e ha chiesto all’Italia di cancellare il requisito della residenza in Italia per i percettori dell’assegno non lavoratori, il requisito della durata del rapporto di lavoro (attualmente di almeno 6 mesi) e addirittura di riconoscere l’assegno anche a chi ha figli residenti all’estero”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, aprendo la seduta del Consiglio dei ministri.


“Modifiche folli, ingiuste per le famiglie italiane e insostenibili per l’equilibrio dei conti dello Stato – ha aggiunto -. Noi continueremo a difendere l’assegno unico e mi sarebbe piaciuto riscontrare unità e sostegno anche da parte dell’opposizione su questa battaglia. Unità che abbiamo più volte chiesto ma che non è arrivata. Confidiamo che prima o poi arrivi”.