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Salvini:fondamentale aiutare immigrazione regolare e integrazione

Salvini:fondamentale aiutare immigrazione regolare e integrazioneRimini, 21 ago. (askanews) – “Aiutare l’immigrazione regolare e l’integrazione è fondamentale ed è una delle priorità della Lega e di questo Governo. Abbiamo più di una iniziativa in corso. Questo ovviamente deve essere coincidente con la lotta ai trafficanti di essere umani e con la certezza dei diritti e dei doveri per tutti”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e segretario della Lega, Matteo Salvini, al Meeting di Rimini.


“Più persone perbene ci sono in Italia, a prescindere dal Paese di nascita, meglio è. Su questo siamo assolutamente d’accordo” ha detto Salvini a chi gli chiedeva un commento all’intervento del governatore di Bankitalia, Fabio Panetta.

Salvini: Ius scholae non è priorità e non è in agenda governo

Salvini: Ius scholae non è priorità e non è in agenda governoRimini, 21 ago. (askanews) – Lo Ius scholae “non è una priorità e non è nell’agenda di governo”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e segretario della Lega, Matteo Salvini, al Meeting di Rimini.


“Non ho voglia di fare polemica – ha aggiunto Salvini -. L’Italia è il paese europeo che concede più cittadinanze di tutti. Concediamo più cittadinanze a cittadini stranieri rispetto alla Francia, alla Spagna, alla Germania. Quindi legge che va bene non si cambia”.

Cittadinanza, Tajani: svegliamoci, Paese pronto per lo Ius scholae

Cittadinanza, Tajani: svegliamoci, Paese pronto per lo Ius scholaeRoma, 21 ago. (askanews) – “Ma mica ho sentito Schlein per fare un inciucio. Né lavoro ad un accordo sottobanco con il Pd. È solo quello che pensiamo, da sempre. È quello di cui ha bisogno il nostro Paese. Ragazzi, l’Italia è cambiata!”, dice il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista a Repubblica difendendo il sostegno allo ius scholae.


“Abbiamo ricevuto in due anni 170 mila ucraini. È la nostra storia, l’impero romano accoglieva, in Sicilia è pieno di cognomi di origine araba. Abbiamo comunità arbereshe: ma sono italiani, eh! Il mio stesso cognome è di origine araba. Negli Usa qualcuno pensa che non siano buoni americani gli italoamericani? Nancy Pelosi non è americana? Alain Delon aveva la nonna di Cassino. Sarà la mia educazione cristiana, ma per me non esistono differenze di colore o etnia. Un buon italiano è chi crede nell’Italia, la conosce, la difende. Quanti militari figli di stranieri ci sono nel nostro esercito? E poi gli atleti, le scuole in cui vanno i nostri figli. Il mondo cambia e continua a cambiare, svegliamoci”, sostiene Tajani. Il vicepremier ammette che lo ius scholae non è nel programma di governo, “verissimo, non è nel programma, ma nei programmi di governo non sempre c’è tutto, si possono arricchire” e sottolinea che “non è la nostra priorità, che sono altre: l’economia e l’emergenza carceri. E però non siamo un partito unico, ognuno ha le sue idee. Non c’è stata nessuna trasformazione di FI, lo Ius scholae lo voleva già Berlusconi” e “non è che cade il governo se abbiamo votato diversamente su von der Leyen o se portiamo avanti le nostre idee sulla cittadinanza”.


Tajani spiega che “non basterà essere iscritti. Servirà un percorso di studi completo. E tutto questo non ha nulla a che vedere con l’immigrazione illegale: mica diamo la cittadinanza ai clandestini, né parliamo di Ius soli. Parliamo dei figli di ucraini fuggiti dalla guerra o di chi lavora regolarmente dopo essere arrivato, magari con il decreto flussi” e “io comunque non faccio polemica, dico che è solo la nostra identità”. “Ripeto: nessun inciucio col Pd, nessun tradimento. Ma se il Pd si dice d’accordo con me, non posso essere io a cambiare idea. I sondaggi dicono che gli italiani sono a favore dello Ius scholae. Detto ciò, c’è tempo. Prima ne voglio parlare con i gruppi di FI. E sarebbe un’iniziativa dei nostri parlamentari, non del governo”, precisa.

FdI, Calenda: Arianna Meloni? Zuffa su storia che non ha senso

FdI, Calenda: Arianna Meloni? Zuffa su storia che non ha sensoRoma, 21 ago. (askanews) – “Il caso Arianna Meloni? Siamo alle solite: l’estate è iniziata azzuffandosi su faccende insignificanti come l’inquinamento della Senna e finisce combattendo su storie che non hanno senso”: lo ha detto Carlo Calenda, intervistato dal Quotidiano nazionale.


Ha ragione la premier a parlare di complotto? “No: non c’è un’inchiesta”, ha tagliato corto il leader di Azione. “Invece di liquidare con un’alzata di sopracciglio chi si mostra turbato perché la sorella, capo della segreteria di FdI, si occupa come è probabile di nomine in Rai, la butta sul golpe. È assurdo”. Lo scontro su questo tema è “un’arma di distrazione di massa”, a giudizio di Calenda: “Vale per lei come per l’opposizione. È lo schema di gioco: parlare di un incontro di boxe o degli zebedei di Vannacci per non affrontare nodi politici seri”.

M5S, Conte a Grillo: tutto in discussione, non decidono “alcuni”

M5S, Conte a Grillo: tutto in discussione, non decidono “alcuni”Roma, 20 ago. (askanews) – Parte il “processo costituente” del Movimento 5 stelle: lo ha annunciato Giuseppe Conte in un video pubblicato sui suoi canali social, nel quale illustra anche alcune delle modalità (il coinvolgimento degli iscritti e dei simpatizzanti, compresi i minorenni, il sorteggio dei trecento che dovranno stilare un documento in vista dell’a assemblea costituente vera e propria). Ma la parte cruciale del video è la risposta piuttosto dura al post odierno del fondatore e garante M5S Beppe Grillo (che Conte non nomina esplicitamente), il quale oggi ha definito principi “non negoziabili” il nome, il simbolo e la regola del limite massimo dei due mandati per gli eletti nelle istituzioni. Decide il processo costituente, non “alcuni”, ha replicato Conte.


“Guardate, in questo processo – ha rivendicato l’ex presidente del Consiglio – non ci sono gerarchie: io stesso mi metto da parte, insieme ci mettiamo da parte con l’attuale gruppo dirigente. Lasciamo che siate voi iscritti, simpatizzanti, a indicarci le soluzioni, voi a votarle. è per questo che potremo discutere di tutto, potremo rifondarci integralmente. Sì, anche il simbolo, anche la denominazione, anche le regole organizzative, quelle consolidate, potranno essere discusse. Anche perché non possiamo ammettere che quando a pronunciarsi sia la comunità degli iscritti si debba decidere da parte di alcuni, arbitrariamente e preventivamente, di cosa si può discutere, su cosa si può deliberare”. “In passato – ha puntualizzato Conte – non è stato così: in passato il simbolo è stato cambiato più volte, è stata cambiata anche la regola del doppio mandato, ricordate la regola del mandato zero? Non possiamo ammettere che quando queste decisioni sono prese da due, tre, quattro, cinque persone va tutto bene, quando invece è la comunità degli iscritti, nell’ambito si un processo costituente così coinvolgente, così coraggioso e rivoluzionario, ecco, questo non va bene”.


“Allora affrontiamo questo processo con animo sereno, coraggioso, affrontiamolo liberando tutte le nostre energie. Dobbiamo rilanciare la nostra originaria carica rivoluzionaria, innovativa. Il sistema politico ha sempre più bisogno del Movimento 5 stelle”, ha concluso.

Regionali, Ugolini: in Emilia R. c’è voglia di partecipazione

Regionali, Ugolini: in Emilia R. c’è voglia di partecipazioneRimini, 20 ago. (askanews) – “La cosa che sinceramente mi ha stupito è che i leader dei tre partiti di centrodestra abbiano dato l’appoggio non tanto al mio nome, ma alla mia proposta”. Così la candidata del centrodestra alla presidenza della Regione Emilia-Romagna, Elena Ugolini, in visita al Meeting di Rimini, fa il punto sulla campagna elettorale: “Vedo che c’è molta attesa di partecipazione, c’è molta domanda di protagonismo, di poter incidere”.


“Sono proprio contenta e sono molto contenta degli incontri che sto avendo sui territori con le persone, con le realtà aziendali, con le categorie, con le enti del Terzo settore – ha spiegato Ugolini – perché vedo che c’è molta attesa di partecipazione, c’è molta domanda di protagonismo, di poter incidere, di poter progettare veramente insieme e per me ogni giorno è una scoperta molto interessante. Stiamo costruendo insieme il nostro progetto sul futuro”. Il “cambiamento di prospettiva nel governo”, cioè “mettere al centro la persona in una logica sussidiaria, rimettere al centro la famiglia, l’impresa, l’iniziativa dei cittadini, pensare ad una politica infrastrutturale e amministrativa che non complichi la vita ma la semplifichi – ha aggiunto Ugolini -, queste cose hanno fatto dire di sì i tre leader dei partiti di centrodestra”.


“Poi nel rapporto quotidiano con i rappresentanti dei partiti a livello regionale – ha concluso la candidata – ho visto che ci sono persone competenti che hanno lavorato tanto in Regione. Io ho visto che spesso noi cittadini non sappiamo qual è il peso che la Regione ha sulla nostra vita quotidiana. Io ho visto l’impegno di persone che comunque stanno cercando di migliorare la vita di tutti”.

Beppe Grillo all’attacco: la regola dei due mandati non si tocca

Beppe Grillo all’attacco: la regola dei due mandati non si toccaRoma, 20 ago. (askanews) – “Con determinazione e speranza”, Beppe Grillo conclude un suo messaggio ad “attivisti, portavoce (cioè eletti locali e in Parlamento, ndr) e sostenitori” del Movimento 5 stelle, pubblicato sul suo blog personale. In calce al testo, che appare come un nuovo tentativo di delimitare i temi e gli argomenti che possono essere oggetto di discussione in occasione dell’assemblea costituente voluta dal leader stellato Giuseppe Conte, il fondatore del Movimento si qualifica come “Garante e custode dei valori fondamentali dell’azione politica del Movimento 5 stelle”, valori fondamentali che indica in tre “pilastri” che “non sono in nessun modo negoziabili”: nome, simbolo e limite dei mandati elettorali. Proprio sulla richiesta di Grillo di concordare in anticipo l’ambito delle materie affidate all’arbitrio dell’assemblea costituente si era consumato negli scorsi mesi un primo scontro con Conte, che ha sostenuto la necessità di affidare piena sovranità sui cambiamenti interni alla fase costituente.


Un nuovo duro segnale di battaglia interna, soprattutto considerando che proprio la regola del limite ai mandati, oltre ad essere stata fra le cause di frequenti emorragie di parlamentari migrati verso altri lidi politici, è considerata una delle principali cause della debolezza elettorale e organizzativa del Movimento da una larga parte degli esponenti di maggior rilievo e degli eletti del Movimento nelle istituzioni. “La politica, nella sua essenza più pura, non deve essere un mestiere ma una nobile missione”, taglia corto Grillo nel passaggio chiave del suo intervento. “Ci troviamo – avverte – a un crocevia fondamentale nella nostra storia, in cui dobbiamo riflettere sulle nostre radici e su ciò che ci ha unito sin dall’inizio. Quando abbiamo fondato il MoVimento 5 Stelle, io e Gianroberto, lo abbiamo fatto con un ideale chiaro: creare un’alternativa al sistema politico tradizionale. Il nostro viaggio è nato da un sogno condiviso, un sogno che ci ha portato a sfidare un sistema corrotto, a restituire voce ai cittadini e a provare a costruire un’Italia più giusta e trasparente. Nel 2013 un grido ci ha aperto la strada, ci ha spalancato quella porta che non riuscivamo a vedere. Dietro quella porta c’era un mondo nuovo, un territorio sconosciuto, del tutto diverso da come immaginavamo. Come ogni specie animale ci siamo dovuti adattare, per sopravvivere, e con poca agilità abbiamo dovuto convivere con chi quei territori li abitava da tempo e non voleva essere disturbato”.


“Durante tutto questo cammino, ci siamo sempre ancorati a tre pilastri imprescindibili: il nostro simbolo, il nostro nome e la regola del secondo mandato”, avverte il comico genovese. “Il simbolo del MoVimento 5 Stelle non è solo un segno grafico, è un richiamo al cambiamento, è l’emblema di un’intera rivoluzione culturale e politica, la bandiera sotto cui milioni di italiani hanno marciato con noi. È il vessillo sotto il quale milioni di cittadini si sono riconosciuti e con il quale abbiamo combattuto battaglie importanti; da cui sono nate idee, valori e speranze condivise, è il segno visibile della nostra lotta per la trasparenza, la giustizia e la partecipazione. Un partito politico non dovrebbe mai cedere alla tentazione di mutare il proprio simbolo: è la bussola che orienta il cammino verso il futuro, senza mai tradire il passato”. “Il nostro nome, MoVimento 5 Stelle, non è solo – rivendica Grillo – una sequenza di suoni o lettere: rappresenta la nostra piena identità, è un nome che racchiude storie, significati e speranze, come il nome di ognuno di noi, sin dalla nostra nascita. Quando pronunciamo MoVimento 5 Stelle evochiamo una connessione, riconosciamo la sua essenza, la sua unicità. Cambiare un nome è come rinunciare a un pezzo di quella magia, a un ponte invisibile che collega chi siamo a chi vogliamo diventare. Nella vita ci possono essere molte trasformazioni, ma il nome rimane un ancoraggio, un richiamo costante alla nostra essenza più vera. MoVimento 5 Stelle è il nome che ci ha guidato verso risultati concreti, difenderlo significa difendere la nostra storia e il nostro diritto di essere riconosciuti per ciò che siamo, ieri, oggi e domani”.


“E poi c’è la regola del secondo mandato. Era l’8 Settembre del 2007: con il V-Day si avviava la raccolta firme per tre proposte di legge di iniziativa popolare, tra cui l’introduzione di un tetto massimo di due legislature. Da cui tutto ebbe inizio”. Per Grillo, quindi, “la politica, nella sua essenza più pura, non deve essere un mestiere ma una nobile missione. Trasformare l’impegno politico in una professione perpetua significa tradire la fiducia dei cittadini e sprofondare nel pantano della mediocrità e dell’opportunismo. Limitare i mandati significa restituire al popolo la sovranità che gli spetta, è un presidio di democrazia, impedisce che pochi individui si arroghino il diritto di governare in eterno. Questo ricambio garantisce che la politica sia sempre animata da nuove energie, idee fresche e prospettive diverse, preservando così la sua natura dinamica e democratica. E’ un argine contro la degenerazione del potere e un invito costante al rinnovamento, per evitare che la politica si trasformi in un recinto chiuso, distante dalle vere esigenze di chi davvero ha bisogno”.


“La regola del secondo mandato – ribadisce l’antico animatore e primo leader pubblico del M5S – è un principio che ci distingue, che ci ha resi unici, che ci rende liberi dal potere e dalle sue tentazioni. E’ la garanzia che il MoVimento rimarrà sempre fedele al suo spirito originario: servire i cittadini e non il potere, con rappresentanti che portano avanti le idee e non le proprie ambizioni personali. Questi tre nostri pilastri non sono in nessun modo negoziabili, e non possono essere modificati a piacimento. Sono il cuore pulsante del MoVimento 5 Stelle, il nostro faro nella tempesta. Cambiarli significherebbe tradire la fiducia di chi ha creduto in noi, di chi ha lottato con noi, di chi ha visto nel MoVimento l’unica speranza di cambiamento reale”. “Vi chiedo quindi di riflettere profondamente, di ascoltare la vostra coscienza. In questo momento cruciale non possiamo permetterci di smarrire la nostra rotta. Custodiamo e proteggiamo ciò che abbiamo costruito insieme. Il MoVimento è e deve rimanere una forza di cambiamento autentico, e per farlo, dobbiamo rimanere fedeli ai nostri principi fondativi”, è l’appello conclusivo di Grillo.

M5S, Grillo all’attacco: la regola dei due mandati non si tocca

M5S, Grillo all’attacco: la regola dei due mandati non si toccaRoma, 20 ago. (askanews) – “Con determinazione e speranza”, Beppe Grillo conclude un suo messaggio ad “attivisti, portavoce (cioè eletti locali e in Parlamento, ndr) e sostenitori” del Movimento 5 stelle, pubblicato sul suo blog personale. In calce al testo, che appare come un nuovo tentativo di delimitare i temi e gli argomenti che possono essere oggetto di discussione in occasione dell’assemblea costituente voluta dal leader stellato Giuseppe Conte, il fondatore del Movimento si qualifica come “Garante e custode dei valori fondamentali dell’azione politica del Movimento 5 stelle”, valori fondamentali che indica in tre “pilastri” che “non sono in nessun modo negoziabili”: nome, simbolo e limite dei mandati elettorali. Proprio sulla richiesta di Grillo di concordare in anticipo l’ambito delle materie affidate all’arbitrio dell’assemblea costituente si era consumato negli scorsi mesi un primo scontro con Conte, che ha sostenuto la necessità di affidare piena sovranità sui cambiamenti interni alla fase costituente.


Un nuovo duro segnale di battaglia interna, soprattutto considerando che proprio la regola del limite ai mandati, oltre ad essere stata fra le cause di frequenti emorragie di parlamentari migrati verso altri lidi politici, è considerata una delle principali cause della debolezza elettorale e organizzativa del Movimento da una larga parte degli esponenti di maggior rilievo e degli eletti del Movimento nelle istituzioni. “La politica, nella sua essenza più pura, non deve essere un mestiere ma una nobile missione”, taglia corto Grillo nel passaggio chiave del suo intervento. “Ci troviamo – avverte – a un crocevia fondamentale nella nostra storia, in cui dobbiamo riflettere sulle nostre radici e su ciò che ci ha unito sin dall’inizio. Quando abbiamo fondato il MoVimento 5 Stelle, io e Gianroberto, lo abbiamo fatto con un ideale chiaro: creare un’alternativa al sistema politico tradizionale. Il nostro viaggio è nato da un sogno condiviso, un sogno che ci ha portato a sfidare un sistema corrotto, a restituire voce ai cittadini e a provare a costruire un’Italia più giusta e trasparente. Nel 2013 un grido ci ha aperto la strada, ci ha spalancato quella porta che non riuscivamo a vedere. Dietro quella porta c’era un mondo nuovo, un territorio sconosciuto, del tutto diverso da come immaginavamo. Come ogni specie animale ci siamo dovuti adattare, per sopravvivere, e con poca agilità abbiamo dovuto convivere con chi quei territori li abitava da tempo e non voleva essere disturbato”.


“Durante tutto questo cammino, ci siamo sempre ancorati a tre pilastri imprescindibili: il nostro simbolo, il nostro nome e la regola del secondo mandato”, avverte il comico genovese. “Il simbolo del MoVimento 5 Stelle non è solo un segno grafico, è un richiamo al cambiamento, è l’emblema di un’intera rivoluzione culturale e politica, la bandiera sotto cui milioni di italiani hanno marciato con noi. È il vessillo sotto il quale milioni di cittadini si sono riconosciuti e con il quale abbiamo combattuto battaglie importanti; da cui sono nate idee, valori e speranze condivise, è il segno visibile della nostra lotta per la trasparenza, la giustizia e la partecipazione. Un partito politico non dovrebbe mai cedere alla tentazione di mutare il proprio simbolo: è la bussola che orienta il cammino verso il futuro, senza mai tradire il passato”. “Il nostro nome, MoVimento 5 Stelle, non è solo – rivendica Grillo – una sequenza di suoni o lettere: rappresenta la nostra piena identità, è un nome che racchiude storie, significati e speranze, come il nome di ognuno di noi, sin dalla nostra nascita. Quando pronunciamo MoVimento 5 Stelle evochiamo una connessione, riconosciamo la sua essenza, la sua unicità. Cambiare un nome è come rinunciare a un pezzo di quella magia, a un ponte invisibile che collega chi siamo a chi vogliamo diventare. Nella vita ci possono essere molte trasformazioni, ma il nome rimane un ancoraggio, un richiamo costante alla nostra essenza più vera. MoVimento 5 Stelle è il nome che ci ha guidato verso risultati concreti, difenderlo significa difendere la nostra storia e il nostro diritto di essere riconosciuti per ciò che siamo, ieri, oggi e domani”.


“E poi c’è la regola del secondo mandato. Era l’8 Settembre del 2007: con il V-Day si avviava la raccolta firme per tre proposte di legge di iniziativa popolare, tra cui l’introduzione di un tetto massimo di due legislature. Da cui tutto ebbe inizio”. (segue)

Regionali, de Pascale: nostra coalizione con 60 liste civiche vere

Regionali, de Pascale: nostra coalizione con 60 liste civiche vereRimini, 20 ago. (askanews) – Quella del centrosinistra in Emilia-Romagna è una coalizione “larghissima” composta da “più di sessanta liste civiche vere, cioè soggetti autonomi, non soggetti che al loro interno hanno partiti politici”. Lo ha detto il sindaco di Ravenna e candidato alla presidenza della Regione Emilia-Romagna per il centrosinistra, Michele de Pascale, durante una visita al Meeting di Rimini.


“In Emilia Romagna il campo è larghissimo – ha spiegato de Pascale -. Io l’ho sperimentato nella mia città e forse uno dei motivi per cui sono candidato è anche perché ho dimostrato di essere una persona che è in grado di tenere insieme anche cose diverse fra loro”. “La nostra coalizione – ha aggiunto – vedrà tutte le forze del centrosinistra, tutte le forze che in questo momento sono all’opposizione del governo Meloni, e al momento ha già più di sessanta liste civiche vere, cioè soggetti autonomi, non soggetti che al loro interno hanno partiti politici. E’ una coalizione molto molto larga che sta lavorando sul programma che sarà insieme per l’Emilia-Romagna. Il nostro è un progetto per l’Emilia-Romagna, per la nostra regione perché abbiamo ben chiaro cosa dobbiamo fare e cosa vogliamo fare per la nostra regione”.

Autonomia, de Pascale: sarà arlecchinata leggi diverse per regioni

Autonomia, de Pascale: sarà arlecchinata leggi diverse per regioniRimini, 20 ago. (askanews) – “C’è altro tema non compreso fino in fondo: con l’autonomia differenziata andiamo verso un’ulteriore arlecchinata di leggi tutte diverse regioni per regione”. E su questo “il centrosinistra deve essere oltre che critico anche autocritico”. Lo ha detto il sindaco di Ravenna e candidato alla presidenza della Regione Emilia-Romagna per il centrosinistra, Michele de Pascale, durante una visita al Meeting di Rimini.


“Quello dell’autonomia è un tema molto tecnico, molto complesso che non so quanto sia finora stato compreso a fondo da tutti i cittadini – ha detto de Pascale -. L’autonomia secondo me ha due difetti fondamentali. Il primo è quello della mancanza di solidarietà” e su questo “penso che il popolo del Meeting di Rimini non possa, al di là del vivere a Reggio Calabria o a Milano, non porsi il tema della uguaglianza di diritti e di opportunità in tutto il paese e della riduzione degli squilibri territoriali”. Poi c’è un altro tema che “non è compreso fino in fondo” secondo il sindaco: “con l’autonomia differenziata andiamo verso una ulteriore arlecchinata di leggi tutte diverse regioni per regione”. Su questo, secondo il candidato alla presidenza dell’Emilia-Romagna che è anche presidente nazionale di Upi, “anche il centrosinistra deve essere oltre che critico anche autocritico: perché io che ho una cultura dell’autonomia molto forte e che vorrei più autonomia amministrativa in questo paese vorrei più spazio per i Comuni, per le Province nell’amministrazione; però vorrei regole più semplici e uguali in tutta Italia”.


Quindi con questa legge “si sta perseguendo la via sbagliata dell’autonomia che è quella di diversificare le leggi regione per regione invece di avere regole uguali dappertutto e più responsabilizzazione dei territori. Quella è la sussidiarietà che serve”. Inoltre “se si vuole essere critici con Calderoli secondo me bisogna essere anche autocritici perché io ho parlato di autonomia differenziata con cinque governi hanno governato tutti però probabilmente eran tutti progetti sbagliati”.