Governo, Salvini: determinati ad arrivare fino al 2027Roma, 8 ago. (askanews) – “Si mettano l’anima in pace: checché ne scrivano Repubblica e Corriere della Sera. La nostra determinazione è arrivare fino al 2027”. Lo ha detto Matteo Salvini al Caffè della Versiliana.
“Ho letto che ci doveva essere un vertice di centrodestra…aria di burrasca, allora chiamo Giorgia e le chiedo ‘c’è il vertice?’ No. Titolo di Repubblica: salta il vertice di centrodestra. Vertice che aveva convocato Repubblica. Non ho le mie giornate in base a quello che Corsera con Gramellini o Repubblica dicono. Si inventano partiti, si inventano litigi”, ha aggiunto.
Meloni al presidente dell’Iran: evitare un’ulteriore escalationRoma, 8 ago. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni nell’ambito dei contatti che sta tenendo in questi giorni sulla situazione in Medio Oriente, ha avuto oggi un colloquio telefonico con il presidente della Repubblica Islamica d’Iran, Masoud Pezeshkian. Lo rende noto Palazzo Chigi.
La presidente Meloni – spiega la nota – ha sottolineato la necessità di scongiurare un allargamento del conflitto in corso a Gaza, anche con riferimento al Libano, invitando l’interlocutore a evitare un’ulteriore escalation e a riaprire la via del dialogo. Meloni ha infine reiterato il costante impegno dell’Italia a favorire la pace e la stabilità della regione attraverso il necessario raggiungimento del cessate il fuoco nella Striscia, la liberazione degli ostaggi e il rafforzamento dell’aiuto umanitario alla popolazione civile.
M.O., Meloni a presidente Iran: evitare ulteriore escalationRoma, 8 ago. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni nell’ambito dei contatti che sta tenendo in questi giorni sulla situazione in Medio Oriente, ha avuto oggi un colloquio telefonico con il presidente della Repubblica Islamica d’Iran, Masoud Pezeshkian. Lo rende noto Palazzo Chigi.
La presidente Meloni – spiega la nota – ha sottolineato la necessità di scongiurare un allargamento del conflitto in corso a Gaza, anche con riferimento al Libano, invitando l’interlocutore a evitare un’ulteriore escalation e a riaprire la via del dialogo. Meloni ha infine reiterato il costante impegno dell’Italia a favorire la pace e la stabilità della regione attraverso il necessario raggiungimento del cessate il fuoco nella Striscia, la liberazione degli ostaggi e il rafforzamento dell’aiuto umanitario alla popolazione civile.
Marcinelle, Meloni: lasciato segno indelebile, memoria vive ancoraRoma, 8 ago. (askanews) – “La tragedia avvenuta l’8 agosto 1956 nella miniera del Bois du Cazier di Marcinelle in Belgio ha lasciato un segno indelebile nella storia nazionale ed europea. L’Italia ha pagato il tributo più pesante: 136 su 262 minatori erano nostri connazionali. Italiani che avevano deciso, con sofferenza e dolore, di abbandonare la loro terra per sostenere, con dignità e spirito di servizio, la Nazione che li aveva accolti. Senza pretese, ma con umiltà e dedizione. Il buio di una miniera distante migliaia di chilometri dai loro luoghi d’origine ha inghiottito le loro vite, ma la memoria di questi figli d’Italia vive ancora nella riconoscenza della comunità nazionale”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in una nota.
“Oggi, infatti, l’Italia celebra la ‘Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo’: ricorrenza istituita nel 2001 dall’indimenticato ministro Mirko Tremaglia per ricordare i lavoratori italiani caduti in ogni continente e omaggiare il loro contributo allo sviluppo delle Nazioni che hanno scelto come ‘seconda Patria’”, aggiunge. “Marcinelle è una delle pagine più drammatiche della grande storia dell’emigrazione italiana. Una storia di sconfitte, di sacrifici, di privazioni ma anche di luminosi successi, di battaglie vinte e risultati straordinari. In questa giornata, onoriamo anche questa grande storia e rinnoviamo il legame con i nostri connazionali all’estero, uomini e donne innamorati dell’Italia e che contribuiscono a rendere la nostra Patria amata e apprezzata nel mondo”, conclude.
Marcinelle, Mattarella: monito ineludibile per la dignità del lavoroRoma, 8 ago. (askanews) – “Da ventitré anni la data del disastro minerario di Marcinelle del 1956 ha dato vita alla Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo. La portata della tragedia che sessantotto anni fa sconvolse 262 famiglie – di cui 136 italiane – le ha fatto assumere una fortissima carica simbolica”. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 68° anniversario della tragedia di Marcinelle e della 23 Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo.
“Quanto accadde al Bois du Cazier è dunque un richiamo alla memoria del sacrificio di tutti lavoratori italiani deceduti all’estero nello svolgimento delle proprie attività professionali e a quanti hanno recato il contributo della propria industriosità a Paesi anche lontani”, sottolinea il Capo dello Stato ricordando che “fin dal suo primo articolo la Costituzione della Repubblica stabilisce un vincolo ideale inscindibile tra democrazia e lavoro. Il pieno rispetto della dignità dei lavoratori ne è un principio fondamentale, affermato anche al livello internazionale; un obiettivo che, tuttavia, non è stato ancora pienamente raggiunto. Svolgere la propria attività lavorativa in sicurezza è la prima elementare condizione”. “Marcinelle e le altre tragedie che hanno coinvolto migranti italiani nei cinque continenti costituiscono ancora oggi un monito ineludibile a promuovere la dignità del lavoro, valore irrinunciabile della identità della nostra comunità – conclude Mattarella -. A quanti hanno perso familiari, amici e colleghi, vittime del lavoro, al Bois du Cazier e in altre parti del mondo, rinnovo l’espressione dei sentimenti di vicinanza e di solidarietà della Repubblica”.
Piantedosi: i centri per migranti in Albania abbattono le spese. Il Pd non è d’accordoMilano, 7 ago. (askanews) – “L’attuazione del progetto ha subito un ritardo di alcune settimane per problemi tecnici legati alle condizioni geologiche del terreno che hanno richiesto un’attività di verifica e consolidamento e all’ondata prolungata di caldo anomalo che ha determinato un necessario rallentamento dei lavori a tutela della salute degli stessi lavoratori impegnati sul posto”. Lo ha spiegato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, durante il question time alla Camera in merito alla realizzazione dei centri per i migranti in Albania.
“Il costo complessivo del progetto è riferito all’arco di cinque anni: parliamo, quindi, di circa 160 milioni all’anno” ha ricordato il ministro, sottolineando che “si tratta di un investimento che consentirà di abbattere le spese della gestione dell’accoglienza che sono oggi pari a circa un 1,7 miliardi di euro all’anno, che il governo in carica ha ereditato da epoche precedenti caratterizzate da arrivi massicci ed incontrollati di migranti”. La posizione del Pd. “Il Pd interroga il ministro Piantedosi per conoscere i tempi per l’apertura dei centri per i migranti in Albania e lui non risponde. Persino la Presidente Meloni e il sottosegretario Mantovano hanno ammesso i continui slittamenti dei tempi per l’apertura, che era prevista per il 20 maggio. Oggi invece il ministro sembra sia stato colpito da un’amnesia fulminante”. Lo dichiara il deputato dem Matteo Mauri intervenendo in replica al question time sui ritardi nella realizzazione dei Centri per i migranti in Albania.
“Il ministro Piantedosi poi ha provato a dire che le spese per l’Albania abbatterebbero le spese di gestione dell’accoglienza. Una vera assurdità, una vera e presa in giro perché è evidente a tutti che quei soldi vengono buttati via per fare una cosa inutile, oltre che censurabile per il rispetto dei diritti umani. Cioè vengono sprecati per un’operazione di pura propaganda!” ha continuato Mauri, che insieme ai colleghi del Pd Amendola, Bonafé e Orfini aveva fatto a maggio un blitz in Albania per verificare lo stato dei lavori del centro. “Una notizia nuova però il Ministro Piantedosi involontariamente l’ha data: i costi sono lievitati a 160 milioni l’anno, cioè 800 milioni totali. Ben 150 milioni in più di quelli preventivati. Una cosa veramente assurda. Invece di investire in Albania il Governo dovrebbe usare quelle risorse per le forze dell’ordine e per il sistema di accoglienza, di integrazione e inclusione”, ha dichiarato la vicepresidente del Gruppo Pd, Simona Bonafé che ha illustrato l’interrogazione a Piantedosi.
Dl carceri, Schlein: maggioranza accecata da foga punitivaRoma, 7 ago. (askanews) – “Questo governo ha introdotto oltre venti nuovi reati, ha deciso l’inasprimento di pene, che hanno portato in due anni ad un aumento degli ingressi in carcere, accecati dalla vostra foga punitiva e da questo uso, per non dire abuso, del diritto penale per fini sensazionalistici e propagandistici”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schelin, intervenendo in aula alla Camera sul dl carceri.
“In questa visione, per cui tutti i problemi sociali vanno affrontati con nuovi reati e vanno puniti sbattendo le persone dietro le sbarre buttando la chiave, voi dimenticate che quando si riempiono le carceri non è una vittoria per nessuno, è un fallimento di tutta la società”, ha sottolineato Schlein. “Ai colleghi della maggioranza dico, andateci anche voi a visitare le carceri, vi accorgerete che non c’è dentro un’umanità altra, è la stessa, è la nostra. Ci sono persone che hanno commesso errori è per questo scontano delle pene ma non smettono di essere persone la cui dignità e quei diritti non possono essere calpestati”, ha detto ancora la leader dem.
Rai, opposizioni unite: nomine vertici solo dopo riforma governanceRoma, 6 ago. (askanews) – Procedere alle nomine dei vertici Rai solo dopo la riforma della governance. A chiederlo è l’opposizione unita. L’appello è stato infatti firmato dai capigruppo in commissione di vigilanza rai di opposizione: Stefano Graziano (Pd), Dario Carotenuto (M5s), Maria Elena Boschi (Iv), Angelo Bonelli (Avs), Giuseppe De Cristofaro (Avs), Maria Stella Gelmini (Azione).
“Nel prendere atto del rinvio a dopo la pausa estiva della votazione del Parlamento dei quattro membri del consiglio d’amministrazione della Rai, facciamo un appello alle forze di governo – si legge – a riflettere sul da farsi. Appare evidente l’impasse sull’assetto dei nuovi vertici di viale Mazzini. Come forze di opposizione invitiamo la maggioranza a lavorare sin da subito alla riforma della governance aziendale. La crisi del servizio pubblico radiotelevisivo necessita di una presa di responsabilità da parte delle forze politiche e delle istituzioni in considerazione del valore che l’azienda Rai ha per il Paese”. “Con il via libera, avvenuto lo scorso marzo, da parte del Parlamento europeo al Media Freedom Act, l’attuale legge 220/2015, che governa la Rai – osservano gli esponenti di tutti i partiti di opposizione – appare superata e necessita di una riforma che vada nella direzione di recepire la legge europea per la libertà dei media. L’obiettivo del media Freedom act è quello di proteggere l’indipendenza dei media, dei giornalisti, e di vietare qualsiasi forma di ingerenza impropria da parte della politica o della economia nelle decisioni editoriali. Il recepimento del media Freedom act nel nostro Paese diventa,quindi, ancora più urgente proprio in relazione al futuro della Rai considerato che, quand’anche si procedesse alla nomina dei nuovi vertici con l’attuale criterio, entro il 2025, comunque bisognerebbe procedere ad una revisione imposta proprio dalla normativa approvata in sede comunitaria”.
Per queste ragioni, proseguono, “rivolgiamo un invito a tutte le forze politiche di procedere ad un confronto per una riforma organica della governance della Rai nella direzione del Media freedom act prima di procedere alla nomina dei nuovi vertici per evitare una ennesima lottizzazione e per consentire al servizio pubblico di rilanciarsi nella sua mission preservando le proprie prerogative di pluralismo, autonomia e indipendenza nell’interesse generale della libera informazione come garantito dalla nostra Costituzione. Si tratta di una sfida dalla quale nessuno può sottrarsi. Potremmo gettare le basi del confronto parlamentare negli Stati generali della Rai dove possano partecipare istituzioni, forze politiche e sociali interessate al rilancio del servizio pubblico”.
Meloni con la figlia in Cina: ogni mamma sceglie in libertà. Sfida per le donneRoma, 6 ago. (askanews) – “Mi fa sorridere che certe persone si ritengano moralmente così superiori da poter insegnare a una madre come crescere la propria figlia. Io invece penso che ogni mamma sappia cosa sia meglio per la sua prole”. In un’intervista al settimanale ‘Chi’ da mercoledì in edicola, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni affronta anche il lato privato della sua vita: dalla separazione da Andrea Giambruno alle difficoltà di conciliare il ruolo di madre con i doveri istituzionali, un tema che considera una “sfida culturale”.
“Il fatto che io sia arrivata con Ginevra in Cina, scendendo mano nella mano dall’aereo, ha fatto molto discutere – ricorda la premier -. Non ne capisco la ragione, francamente. Tra viaggi e impegni sono stata via quasi una settimana, avrei dovuto lasciare mia figlia a casa, magari a casa di amici? Io penso che ogni mamma sappia cosa sia meglio per la sua prole e debba scegliere in libertà. Ma c’è di più, questa – afferma la premier – è anche una sfida culturale che riguarda tutte le donne: penso che, se io, che sono presidente del Consiglio, riesco a dimostrare che il mio incarico è compatibile con la maternità, allora non ci saranno più scuse per quelli che usano la maternità come pretesto per non far avanzare le donne sul posto di lavoro. Sulla carta, fare un lavoro importante e dimostrare che si possono anche crescere dei figli non dovrebbe essere una rivoluzione, ma in questa società che spesso usa i figli per impedirti di raggiungere i tuoi traguardi probabilmente lo è”. Sulle difficoltà di conciliare incarichi professionali e maternità Meloni confida che “la domanda più frequente che mi fa Ginevra è: ‘mamma, perché hai scelto questo lavoro?’. Credo che capisca a grandi linee che quello che faccio è importante, ma non abbastanza da considerare giusto che quel lavoro mi tolga il tempo da passare con lei. Di ritorno dalla Cina mi ha scritto un biglietto nel quale mi diceva che ogni volta che spegne le candeline esprime il desiderio di passare più tempo con me. Mi ha fatto sentire molto in colpa. Di solito si dice che non sia una questione di quantità del tempo che passi con i figli, ma di qualità. Penso che sia vero in astratto, ma non nel concreto. I bambini vogliono, giustamente, che tu ci sia quando accade qualcosa che li emoziona, perché la felicità ha bisogno di essere condivisa”.
La premier racconta anche della rottura del rapporto con Andrea Giambruno. “Quando ci siamo separati non è stato facile neanche per Ginevra. È legatissima a entrambi. Con noi a lungo ha fatto finta di nulla, ma io so che piangeva quando non la vedevamo. Mi ha fatto venire il cuore come una nocciolina. Fortunatamente, io e Andrea, che rimane il padre migliore che potessi desiderare per mia figlia, abbiamo mantenuto un buon rapporto. Quando possiamo passiamo del tempo insieme con Ginevra. Penso sia importante far capire ai bambini che una separazione non debba scatenare per forza un conflitto tra i genitori e che i figli non debbano essere costretti a scegliere tra mamma e papà. Non è sempre facile, mi rendo conto, ma quando è possibile è utile farlo”. Tant’è che, rivela la premier, “faremo tutti e tre anche qualche giorno di vacanza insieme con un gruppo di amici e i loro figli. Siamo ancora amici e ci vogliamo bene. Entrambi vediamo quanto nostra figlia sia felice quando non si deve dividere tra l’uno e l’altra, e anche se la nostra separazione è definitiva, passeremo sempre del tempo felice insieme, come fanno molte altre famiglie con genitori separati”.
M.O., Meloni sente re Giordania: evitare allargamento conflittoRoma, 6 ago. (askanews) – La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto oggi un colloquio telefonico con il Re di Giordania Abdallah II. “Nell’esprimere profonda preoccupazione per le crescenti tensioni in Medio Oriente – fa sapere una nota di Palazzo Chigi -, il Presidente Meloni ha ringraziato Re Abdallah per la sua leadership nell’instancabile ricerca di una pace sostenibile condividendo con l’interlocutore l’assoluta necessità di evitare una regionalizzazione del conflitto”.
E’ stata poi “sottolineata l’importanza di veicolare a tutte le parti inviti alla moderazione e all’astenersi da iniziative che possano allontanare prospettive di dialogo”. I due leader, prosegue la nota, “hanno anche concordato come il concreto rischio di escalation renda ancor più necessaria la conclusione dei negoziati sul cessate il fuoco a Gaza e sulla liberazione degli ostaggi. Reiterato anche il comune impegno a rafforzare l’assistenza umanitaria alla popolazione della Striscia, anche nell’ambito dell’iniziativa Food for Gaza, e a continuare a lavorare per una soluzione politica sostenibile e duratura”.
“Il Presidente Meloni e il Re Abdallah hanno condiviso l’opportunità di mantenere uno stretto coordinamento già a partire dai prossimi giorni”, conclude la nota.