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Meloni a Xi: Cina partner molto rilevando, mantenere scambi e dialogo

Meloni a Xi: Cina partner molto rilevando, mantenere scambi e dialogoPechino, 29 lug. (askanews) – “La Cina per noi è un partner economico, commerciale, culturale di grande rilievo”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, incontrando il presidente cinese Xi Jinping a Pechino.


Meloni ha ricordato che la visita cade nel ventesimo anniversario del partenariato strategico e a 700 anni dalla morte di Marco Polo, un anniversario che “definisce l’antichità, la profondità dei nostri rapporti, dei rapporti tra due civiltà che sono eredi di una cultura millenaria e che chiaramente la capacità di conoscersi ha anche aiutato e contribuito ad affrontare tanti problemi e questo è molto importante soprattutto in una fase come quella nella quale viviamo”.Per Meloni “il modo migliore per celebrare questi due anniversari è mantenere aperto quel canale che è stato iniziato proprio 700 anni fa da Marco Polo, favorire le relazioni economiche, commerciali, culturali e scientifiche, ma anche il dialogo a livello multilaterale in un tempo molto complesso come quello nel quale viviamo, perché il mondo intorno a noi sta cambiando: il sistema internazionale basato sulle regole è messo in discussione, ci sono nuove tecnologie che impattano e che possono avere risultati incredibili sul futuro delle nostre società, penso all’intelligenza artificiale, quelle che lei ha definito le nuove forze produttive, facendo forse riferimento proprio a come la produzione può cambiare, all’impatto che queste tecnologie possono avere ad esempio sul mercato del lavoro”, ha concluso.


 

Autonomia, Conte: già 200mila firme per referendum, avviso a governo

Autonomia, Conte: già 200mila firme per referendum, avviso a governoRoma, 29 lug. (askanews) – “Oltre 200 mila firme raccolte in appena 72 ore per il referendum contro l’autonomia differenziata, un boom di partecipazione che testimonia la determinazione e l’opposizione dei cittadini a una legge che mina la coesione sociale e l’unità del Paese”. Lo fa sapere il leader M5s Giuseppe Conte, che sui social aggiunge: “Un segnale importante, un chiaro avviso al Governo che dice senza mezzi termini: l’Italia non si spacca, non resteremo a guardare inermi”.

Meloni scrive a von der Leyen: fake news su libertà di stampa e Rai

Meloni scrive a von der Leyen: fake news su libertà di stampa e RaiPechino, 28 lug. (askanews) – Le critiche riservate al governo italiano nel Rapporto annuale sullo Stato di diritto della Commissione Ue, in particolare sulla libertà d’informazione e la Rai, sono inquinate “dai professionisti della disinformazione e della mistificazione” e “strumentali”. A qualche giorno dalla pubblicazione del report (e dalle polemiche che ne sono seguite) la presidente del Consiglio Giorgia Meloni mette nero su bianco la sua secca replica in una lettera indirizzata alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.


La missiva, diffusa mentre Meloni è a Pechino alla vigilia dell’incontro con Xi Jinping, arriva in un momento ‘caldo’ su più fronti. Su quello interno proprio negli ultimi giorni si é alzata la tensione nella maggioranza in vista delle nomine Rai. Il voto parlamentare sul Cda non è stato ancora fissato e tra i partiti di centrodestra manca un accordo. Anzi, sull’argomento i nervi sono scoperti: proprio pochi giorni fa il capogruppo Fdi alla Camera Tommaso Foti aveva tentato di far calendarizzare il voto sul board. Tentativo stoppato, con la Lega che ha chiesto un tavolo di maggioranza per dipanare la matassa. Sul fronte europeo, la lettera si inserisce nel contesto della trattativa per il commissario italiano: dopo il mancato voto di Fdi in Parlamento per il bis di von der Leyen (che ha puntato sui Verdi) il potere negoziale dell’Italia sembra essersi ridotto e le critiche sullo Stato di diritto certo non giovano ad avere un occhio di riguardo per Roma. Venendo al contenuto della lettera, per Meloni, anche se “le raccomandazioni finali nei confronti dell’Italia non si discostano particolarmente da quelle degli anni precedenti, per la prima volta il contenuto di questo documento è stato distorto a uso politico da alcuni nel tentativo di attaccare il Governo italiano” con “qualcuno” che “si è spinto perfino a sostenere che in Italia sarebbe a rischio lo stato di diritto, in particolare con riferimento alla libertà di informazione e al servizio pubblico radiotelevisivo”.


Proprio sulla Rai la presidente del Consiglio si sofferma a lungo, analizzando punto per punto tre diverse questioni che per lei sono state “strumentalmente” sollevate. In primo luogo, assicura, da parte dell’esecutivo non c’è “una ingerenza politica nella governance”. Infatti, come ha detto già più volte in passato, la riforma della Rai “è stata ideata e realizzata nel 2015 dall’allora partito di maggioranza relativa (il Partito Democratico) durante il governo guidato da Matteo Renzi, con la contrarietà del partito da me guidato (Fratelli d’Italia)” e se “esiste un problema di ingerenza politica dovuta alla normativa esistente, questo non può certo essere imputato a chi quella norma l’ha subìta”. Dunque, “salvo la nomina obbligata di un nuovo amministratore delegato nel 2023 a seguito delle dimissioni del suo predecessore, l’attuale Governo e la maggioranza parlamentare che lo sostiene non si sono ancora avvalsi della normativa vigente per il rinnovo dei vertici aziendali”, che “sono stati nominati nella scorsa legislatura da una maggioranza di cui Fratelli d’Italia non era parte” Anche le dimissioni di giornalisti e conduttori, che sarebbero state determinate dal cambiamento della linea editoriale della Rai, è “una dinamica – per la premier – che in ogni caso non può essere imputata all’attuale Governo” perché “i rapporti di lavoro si sono interrotti per normali dinamiche di mercato”. La critica “più strumentale” per la premier è però quella in base alla quale la Rai avrebbe violato le regole della par condicio in favore della maggioranza di governo in occasione del voto per il Parlamento europeo, un argomento “mistificato a uso politico”. “A ridosso delle elezioni europee del 2024, la Commissione parlamentare Vigilanza Rai, nell’esercizio delle sue prerogative, ha adottato una delibera – dichiarata peraltro dall’Agcom conforme alla disciplina vigente in materia – che prevedeva l’esclusione dalle regole della par condicio dei rappresentanti delle istituzioni che affrontavano questioni inerenti alle loro funzioni istituzionali”. Cosa – evidenzia – avvenuta “durante ogni passata competizione elettorale” e “viene da chiedersi perché questo principio, che si è sempre reputato valido in passato, non debba valere per l’attuale Governo”. In definitiva, per Meloni, quelli portati contro l’Italia sono “attacchi maldestri e pretestuosi che possono avere presa solo nel desolante contesto di ricorrente utilizzo di fake news che sempre più inquina il dibattito in Europa” e “dispiace” che “neppure” la Relazione della Commissione “sia stata risparmiata dai professionisti della disinformazione e della mistificazione”. Da parte sua, garantisce la premier, “confermo ogni sforzo per assicurare in Italia e in Europa il pieno rispetto dei valori fondanti alla base dell’Unione Europea e l’assiduo impegno a far progredire l’Italia nell’ambito della libera informazione, del contrasto alle fake news e del pluralismo del servizio pubblico radio televisivo dopo decenni di sfacciata lottizzazione politica”.

Rai, Meloni a von der Leyen: nessuna ingerenza del governo sulla governance

Rai, Meloni a von der Leyen: nessuna ingerenza del governo sulla governancePechino, 28 lug. (askanews) – Da parte del governo non c’è nessuna “ingerenza” sulla governance Rai. Lo scrive la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in una lettera alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen dopo la pubblicazione del rapporto sulla libertà d’informazione.


“La riforma della Rai, che ha disegnato l’attuale sistema di governance dell’azienda – scrive Meloni – è stata ideata e realizzata nel 2015 dall’allora partito di maggioranza relativa (il Partito Democratico) durante il governo guidato da Matteo Renzi, con la contrarietà del partito da me guidato (Fratelli d’Italia). Se dunque esiste un problema di ingerenza politica dovuta alla normativa esistente, questo non può certo essere imputato a chi quella norma l’ha subita. Soprattutto – sottolinea la premier – si tratterebbe di una criticità che si trascina da quasi dieci anni e che avrebbe, nel caso, sfavorito le forze di opposizione, e nello specifico Fratelli d’Italia, e favorito le forze di Governo che hanno governato in questo periodo. Anche l’attuale governance è stata determinata dal Governo precedente (Governo Draghi), con Fratelli d’Italia unico partito di opposizione che si è reputato allora di escludere perfino dal Consiglio di Amministrazione della Rai creando, questa volta sì, una anomalia senza precedenti in Italia e in violazione di ogni principio di pluralismo del servizio pubblico”. “È bene ricordare che – prosegue Meloni -, salvo la nomina obbligata di un nuovo Amministratore Delegato nel 2023 a seguito delle dimissioni del suo predecessore, l’attuale Governo e la maggioranza parlamentare che lo sostiene non si sono ancora avvalsi della normativa vigente per il rinnovo dei vertici aziendali. Gli attuali componenti del Cda della Rai, come ricordato, sono stati nominati nella scorsa legislatura da una maggioranza di cui Fratelli d’Italia non era parte, non si comprende dunque come si possa imputare a questo Governo una presunta ingerenza politica nella governance della Rai”, conclude Meloni.

Meloni firma intesa per superare la ‘Via della Seta’: “Ma rispettare le regole”

Meloni firma intesa per superare la ‘Via della Seta’: “Ma rispettare le regole”Pechino, 28 lug. (askanews) – Un Piano d’azione triennale per rilanciare la cooperazione tra Italia e Cina dopo il ‘gelo’ tra Roma e Pechino per l’uscita dell’Italia dal Memorandum sulla Via della Seta. E’ quello firmato oggi dai governi italiano e cinese al termine dell’incontro tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro cinese Li Qianq.


Al centro del colloquio nella Grande Sala del Popolo i rapporti bilaterali tra i due Paesi, che vedono un interscambio commerciale di 66,8 miliardi, con Pechino che è il secondo partner commerciale extra-Ue dopo gli Usa. La decisione del governo Meloni di non rinnovare l’accordo sulla ‘Road and Belt initiative’ siglato da Giuseppe Conte nel 2019 aveva però ‘irritato’ Pechino e non a caso oggi Li Qiang, parlando all’apertura del business forum alla presenza di circa 100 aziende, ha tenuto a richiamare “lo spirito della Via della Seta” che avrebbe assicurato “pace, cooperazione e inclusività”. Era dunque necessario riannodare i fili del dialogo e ricucire la ferita e il Piano d’Azione va in questa direzione, individuando sei ambiti di cooperazione: dai prodotti agricoli e alimentari alle indicazioni geografiche, dall’istruzione all’ambiente e allo sviluppo sostenibile fino all’industria, compreso il settore strategico delle auto elettriche (particolarmente rilevante anche alla luce dell’intesa di Stellantis con Leapmotor).


Aprendo il business forum Meloni ha sottolineato l’importanza di “coltivare” i rapporti, in particolare nell’attuale “complessa situazione internazionale”, con la guerra in Ucraina, il conflitto in Medio Oriente, le tensioni nel Mar Rosso e l’instabilità in Africa. Tutte “crisi che si ripercuotono sulla sicurezza e l’integrazione economica globale, rimettendo in discussione l’ordine internazionale basato sulle regole” e creando un “rischio oggettivo” per la sicurezza economica. In questo contesto si inserisce anche l’impatto di “tecnologie dirompenti” come l’Intelligenza artificiale, con “rischi di polarizzazione e di ulteriore verticalizzazione della ricchezza” che non devono essere “ignorati”. Se l’Italia è “desiderosa di cooperare”, Meloni ha però più volte sottolineato nel suo intervento la necessità di creare un rapporto equilibrato e “leale”. Quindi i partner devono “giocare secondo le regole” perché le aziende possano competere sui mercati internazionali “in condizioni di parità”: “Se vogliamo un mercato libero, quel mercato deve essere anche equo”, “trasparente” e “reciprocamente vantaggioso” – ha rimarcato – anche con una migliore “tutela della proprietà intellettuale”. Un equilibrio che deve anche riguardare gli “strumenti di difesa economica” come i dazi, che devono rispettare un principio di “proporzionalità” senza produrre una “compressione” della “libertà economica e commerciale”, principio che è “il tratto distintivo di una democrazia e di una società aperta come l’Italia”.


Tra i problemi evidenziati da Meloni nei rapporti con la Cina, c’è il “forte squilibrio” nella bilancia dei pagamenti, con un “importante deficit per l’Italia”, che deve vedere un “progressivo bilanciamento”. Un riequilibrio che deve riguardare anche gli investimenti, dato che quelli cinesi in Italia sono oggi circa un terzo di quelli italiani in Cina. A questo proposito, Meloni ha sottolineato la piena disponibilità dell’Italia ad accogliere investimenti, a patto che siano “buoni”, cioè quelli da cui “possiamo trarre beneficio in termini di incremento della produttività e del valore aggiunto” e che creino “occupazione e ricchezza”. L’Italia, ha assicurato, è oggi “competitiva e attraente”, “un’economia solida” con “un’importante stabilità politica”, fatto – ha rivendicato – “da noi abbastanza raro, ma non secondario”, perché è “una garanzia per chi investe e per chi riceve l’investimento”. Domani alle 17 (le 11 in Italia) ci sarà il momento più importante della missione di Meloni, l’incontro con il presidente Xi Jinping. Al centro non solo i rapporti bilaterali, ma anche i dossier di politica internazionale, a partire dall’Ucraina. Un tema particolarmente rilevante e ‘scivoloso’, dopo l’accusa rivolta poche settimane fa dalla Nato a Pechino di sostenere, anche con forniture militari, la Russia.

In Cina Meloni firma un’intesa per superare la ‘Via della Seta’

In Cina Meloni firma un’intesa per superare la ‘Via della Seta’Pechino, 28 lug. (askanews) – Un Piano d’azione triennale per rilanciare la cooperazione tra Italia e Cina dopo il ‘gelo’ tra Roma e Pechino per l’uscita dell’Italia dal Memorandum sulla Via della Seta. E’ quello firmato oggi dai governi italiano e cinese al termine dell’incontro tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro cinese Li Qianq.


Al centro del colloquio nella Grande Sala del Popolo i rapporti bilaterali tra i due Paesi, che vedono un interscambio commerciale di 66,8 miliardi, con Pechino che è il secondo partner commerciale extra-Ue dopo gli Usa. La decisione del governo Meloni di non rinnovare l’accordo sulla ‘Road and Belt initiative’ siglato da Giuseppe Conte nel 2019 aveva però ‘irritato’ Pechino e non a caso oggi Li Qiang, parlando all’apertura del business forum alla presenza di circa 100 aziende, ha tenuto a richiamare “lo spirito della Via della Seta” che avrebbe assicurato “pace, cooperazione e inclusività”. Era dunque necessario riannodare i fili del dialogo e ricucire la ferita e il Piano d’Azione va in questa direzione, individuando sei ambiti di cooperazione: dai prodotti agricoli e alimentari alle indicazioni geografiche, dall’istruzione all’ambiente e allo sviluppo sostenibile fino all’industria, compreso il settore strategico delle auto elettriche (particolarmente rilevante anche alla luce dell’intesa di Stellantis con Leapmotor).


Aprendo il business forum Meloni ha sottolineato l’importanza di “coltivare” i rapporti, in particolare nell’attuale “complessa situazione internazionale”, con la guerra in Ucraina, il conflitto in Medio Oriente, le tensioni nel Mar Rosso e l’instabilità in Africa. Tutte “crisi che si ripercuotono sulla sicurezza e l’integrazione economica globale, rimettendo in discussione l’ordine internazionale basato sulle regole” e creando un “rischio oggettivo” per la sicurezza economica. In questo contesto si inserisce anche l’impatto di “tecnologie dirompenti” come l’Intelligenza artificiale, con “rischi di polarizzazione e di ulteriore verticalizzazione della ricchezza” che non devono essere “ignorati”. Se l’Italia è “desiderosa di cooperare”, Meloni ha però più volte sottolineato nel suo intervento la necessità di creare un rapporto equilibrato e “leale”. Quindi i partner devono “giocare secondo le regole” perché le aziende possano competere sui mercati internazionali “in condizioni di parità”: “Se vogliamo un mercato libero, quel mercato deve essere anche equo”, “trasparente” e “reciprocamente vantaggioso” – ha rimarcato – anche con una migliore “tutela della proprietà intellettuale”. Un equilibrio che deve anche riguardare gli “strumenti di difesa economica” come i dazi, che devono rispettare un principio di “proporzionalità” senza produrre una “compressione” della “libertà economica e commerciale”, principio che è “il tratto distintivo di una democrazia e di una società aperta come l’Italia”.


Tra i problemi evidenziati da Meloni nei rapporti con la Cina, c’è il “forte squilibrio” nella bilancia dei pagamenti, con un “importante deficit per l’Italia”, che deve vedere un “progressivo bilanciamento”. Un riequilibrio che deve riguardare anche gli investimenti, dato che quelli cinesi in Italia sono oggi circa un terzo di quelli italiani in Cina. A questo proposito, Meloni ha sottolineato la piena disponibilità dell’Italia ad accogliere investimenti, a patto che siano “buoni”, cioè quelli da cui “possiamo trarre beneficio in termini di incremento della produttività e del valore aggiunto” e che creino “occupazione e ricchezza”. L’Italia, ha assicurato, è oggi “competitiva e attraente”, “un’economia solida” con “un’importante stabilità politica”, fatto – ha rivendicato – “da noi abbastanza raro, ma non secondario”, perché è “una garanzia per chi investe e per chi riceve l’investimento”. Domani alle 17 (le 11 in Italia) ci sarà il momento più importante della missione di Meloni, l’incontro con il presidente Xi Jinping. Al centro non solo i rapporti bilaterali, ma anche i dossier di politica internazionale, a partire dall’Ucraina. Un tema particolarmente rilevante e ‘scivoloso’, dopo l’accusa rivolta poche settimane fa dalla Nato a Pechino di sostenere, anche con forniture militari, la Russia.

Domani Meloni incontra il presidente cinese Xi

Domani Meloni incontra il presidente cinese XiPechino, 28 lug. (askanews) – Si terrà domani alle 17 (le 11 in Italia) l’incontro tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente cinese Xi Jinping.


La premier domani alle 15 inaugurerà al Millennium Museum la mostra ‘Viaggio di Conoscenze. Il Milione di Marco Polo e la sua eredità fra Oriente e Occidente’. Alle 16 nella Grande Sala del Popolo vedrà il Presidente dell’Assemblea del Popolo Cinese, Zhao Leji, prima dell’incontro con X alla Diaoyutai State House. Successivamente parteciperà alla cena offerta dal leader cinese.

Meloni incontra Li Qiang e parla dell’importanza dei rapporti con la Cina

Meloni incontra Li Qiang e parla dell’importanza dei rapporti con la CinaPechino, 28 lug. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia nella Grande Sala del Popolo a Pechino, ha incontrato il primo ministro Li Qiang. Dopo l’accoglienza e gli inni nazionali è iniziato il colloquio bilaterale tra le due delegazioni. Al centro dell’incontro i rapporti tra i due Paesi, dopo l’uscita dell’Italia dal Memorandum sulla Via della Seta, ma anche i temi internazionali, a partire dal conflitto in Ucraina. Italia e Cina hanno la “volontà di iniziare una fase nuova, di rilanciare la nostra cooperazione bilaterale” ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, aprendo l’incontro bilaterale con il primo ministro cinese Li Qiang a Pechino. Questo, ha ricordato, “nell’anno in cui ricorre il ventesimo anniversario della nostra partnership strategica globale ma anche nell’anno in cui ricorre un altro importante anniversario: sono i 700 anni dalla morte di Marco Polo, di uno tra gli italiani più grandi e forse anche di uno degli uomini che sono stati più importanti perché Oriente e Occidente si incontrassero e perché ci si potesse reciprocamente conoscere e reciprocamente comprendere”. Per questo, ha concluso, “ha senso proprio in questo anno rilanciare con il piano d’azione che firmeremo oggi, il piano d’azione triennale, i nostri margini di cooperazione, lavorando per implementare quello che abbiamo già fatto e lavorando anche per sperimentare nuove forme di cooperazione”. Nei rapporti tra Italia e Cina “abbiamo sicuramente molto lavoro da fare e sono convinta che questo lavoro possa essere utile in una fase così complessa a livello globale che possa essere importante anche a livello multilaterale” ha detto ancora Meloni. Più tardi, intervenendo al al business forum Italia-Cina a Pechino, Meloni ha detto che “la nostra nazione resta desiderosa di cooperare, è importante che i nostri partner siano genuinamente collaborativi: se vogliamo un mercato libero deve essere anche equo”. C’è l’occasione, ha aggiunto, di dar vita a “un nuovo modello di cooperazione con il Sud globale” per “dimostrare che si può collaborare in modo trasparente, leale, vantaggioso”. “Gli antichi rapporti tra Italia e Cina sono caratterizzati da una significativa cooperazione economica e commerciale. Una dimensione strategica, che dobbiamo continuare a coltivare anche e soprattutto dinanzi alla complessa situazione internazionale. Penso all’aggressione russa ai danni dell’Ucraina, alla crisi in Medio Oriente, alle tensioni nel Mar Rosso, all’instabilità crescente in Africa. Sono crisi che si ripercuotono sulla sicurezza e l’integrazione economica globale, rimettendo in discussione l’ordine internazionale basato sulle regole”. “Ma queste crisi – insieme allo shock della pandemia – ci pongono dinanzi agli effetti collaterali della globalizzazione e ai rischi legati alla scelta di avere catene di approvvigionamento globali. Se è vero che l’economia mondiale molto ha beneficiato dalla liberalizzazione dei commerci, è vero anche che i dividendi di questo processo non si sono sempre distribuiti in maniera equilibrata, sia tra le Nazioni sia tra i diversi fattori di produzione all’interno di ciascuna di esse. È una realtà con cui dobbiamo fare i conti, perché tutto ciò pone un rischio oggettivo in termini di sicurezza economica. All’aumento delle tensioni politiche si somma una tendenza alla frammentazione geo-economica. E su questo scenario già complesso impatta l’emersione di tecnologie dirompenti”.


“La nostra Nazione resta desiderosa di cooperare, ma è fondamentale che i nostri partner si dimostrino genuinamente cooperativi giocando secondo le regole, per assicurare che tutte le aziende possano operare sui mercati internazionali in condizioni di parità” ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. C’è, per Meloni, “l’opportunità storica di costruire un nuovo modello di cooperazione con gli attori del Sud Globale, a cominciare dall’Africa, interlocutore fondamentale per una Nazione mediterranea come la nostra. E ci offre l’occasione di dimostrare che si può collaborare in modo leale, trasparente e reciprocamente vantaggioso. Perché è questa l’unica vera cooperazione di lungo periodo. Le relazioni tra Italia e Cina sono state fin qui generalmente ispirate a questi principi. Relazioni che, nonostante gli shock degli ultimi anni, si sono dimostrate solide e resistenti”. Tra Italia e Cina “l’interscambio è cresciuto e si è assestato nel 2023 a circa 67 miliardi di euro con un ampio potenziale, credo, ancora inespresso. Non possiamo però nascondere il problema del forte squilibrio con un importante deficit per l’Italia. Si tratta di una questione di grande rilevanza che dobbiamo affrontare insieme e portare verso un progressivo bilanciamento. Su questo il Governo italiano è pronto a lavorare insieme alle autorità cinesi e al settore privato. Sono convinta che il dialogo su questo tema, sul miglioramento delle condizioni di accesso al mercato cinese e sulla tutela della proprietà intellettuale, possa produrre effetti ben più benefici di quelli che immaginiamo”. Quindi Meloni ha detto che il Memorandum di collaborazione industriale firmato oggi tra Italia e Cina Pechino “comprende ora settori industriali strategici come la mobilità elettrica e le rinnovabili, settori dove peraltro la Cina già da tempo opera sulla frontiera tecnologica, il che le richiede di agire come un’economia pienamente sviluppata, quale è, condividendo con i partner le nuove frontiere di conoscenza”.

Meloni incontra primo ministro Li Qiang

Meloni incontra primo ministro Li QiangPechino, 28 lug. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è alla Grande Sala del Popolo a Pechino, dove sta incontrando il primo ministro Li Qiang.


Dopo l’accoglienza e gli inni nazionali è in corso il colloquio bilaterale tra le due delegazioni. Al centro dell’incontro i rapporti tra i due Paesi, dopo l’uscita dell’Italia dal Memorandum sulla Via della Seta, ma anche i temi internazionali, a partire dal conflitto in Ucraina. Successivamente Meloni e Li Qiang parteciperanno al business forum Italia-Cina.

M5s, Grillo chiede incontro su temi assemblea costituente. Niet di Conte

M5s, Grillo chiede incontro su temi assemblea costituente. Niet di ConteRoma, 27 lug. (askanews) – Grave divergenza, se non vera e propria spaccatura, tra il fondatore del M5s Beppe Grillo e il presidente del partito Giuseppe Conte sui passi da compiere in vista dell’Assemblea costituente del Movimento, annunciata tempo fa dallo stesso Conte “quale occasione di vero confronto e partecipazione per rinnovare l’azione politica del Movimento”. In una lettera indirizzata a Conte e pubblicata sul sito del M5s, il fondatore Grillo, in quanto “custode dei valori del Movimento”, chiede di discutere preventivamente con il presidente del partito dei temi che verranno discussi nel processo costituente. Una richiesta che Conte rigetta al mittente, considerandola in contrasto con i princìpi statutari adottati recentemente dal M5s.


“L’ultima volta che ci siamo incontrati – scrive Beppe Grillo nella missiva indirizzata a Conte – ci eravamo ripromessi di programmare alcuni incontri con un gruppo ristretto dei nostri, per discutere dei temi su cui rilanciare il Movimento, che è afflitto da un’evidente crisi di consenso. Apprendo che vorresti indire un’assemblea costituente per discutere di questi e altri temi. Non ne abbiamo mai parlato, ma come sai, in quanto Garante, sono il custode dei valori del Movimento e dovremmo quantomeno discuterne prima nel corso degli incontri che ti avevo chiesto di fare, anche perché ogni decisione non potrà non essere presa nel rispetto dei valori del Movimento”. “So che li condividi anche tu e non ho dunque alcun dubbio che saremo allineati su tutto, nonostante ci sia chi faccia intendere il contrario, strumentalizzando mie dichiarazioni decontestualizzate e facendo finta di dimenticare chi sono, pur avendo applaudito a molte altre mie battute e iperboli”, sottolinea Grillo.


Nella lettera di risposta a Grillo, anch’essa pubblicata sul sito del M5s, Conte gli assicura che “avrai sempre la massima disponibilità, mia e di tutti i referenti dei Comitati tematici, a raccogliere i tuoi suggerimenti”, perché “nessuno mette in discussione il tuo ruolo storico di fondatore e la tua funzione attuale di Garante”. Di certo “io non l’ho fatto – prosegue Conte -. Ma con grande schiettezza, anche alla luce delle responsabilità politiche che mi sono assunto, devo informarti che non posso accogliere la tua proposta di discutere ‘preventivamente’ i temi da sottoporre all’Assemblea Costituente. E’ una richiesta diametralmente opposta al progetto che stiamo avviando e allo spirito che mi ha spinto a indire l’Assemblea. Immaginare che io e te, da soli o come pure scrivi insieme a ‘un gruppo ristretto dei nostri’, si proceda a individuare e discutere temi da sottoporre all’Assemblea, significherebbe arrogarsi la scelta di indicare i temi su cui l’Assemblea è legittimata a pronunciarsi, assumendo che rispetto a tutti gli altri essa sia priva di legittimazione”. “Questa conclusione – secondo Conte – non è in linea con il principio, anche statutario, secondo cui l’intera comunità degli iscritti è l’organo sovrano, il supremo organo di decisione, secondo i principi e le regole di un organismo ‘associativo’ di diritto privato che caratterizzano il Movimento”.


“Agli inizi della settimana prossima – fa sapere Conte a Grillo – si terrà la terza riunione del Consiglio Nazionale dedicata alla definizione di tutti i passaggi e dettagli di questo processo costituente. E’ il nostro Organo più rappresentativo, dove siedono anche i rappresentanti diretti degli iscritti. Non appena avremo la ‘guida’ finale ti informerò prontamente”, assicura Conte rivolgendosi a Grillo.