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Mattarella dalla prossima settimana in Cina, obiettivo rilanciare i rapporti

Mattarella dalla prossima settimana in Cina, obiettivo rilanciare i rapportiRoma, 31 ott. (askanews) – Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà in visita di Stato in Cina dal 6 al 12 novembre. Obiettivo di questo viaggio è confermare il rilancio dei rapporti bilaterali dopo l’uscita dal Memorandum della via della Seta e infatti quello del capo dello Stato è l’ultima tappa di un percorso avviato dal governo e culminato con il viaggio fatto a luglio dalla premier Giorgia Meloni. Anche per questo il focus della visita di Stato saranno i rapporti culturali a cui le istituzioni cinesi attribuiscono un grande valore e che vede i due paesi accomunati da una cultura millenaria. Il capo dello Stato vanta inoltre un ottimo rapporto personale con il Presidente Xi Jinpjng, per Mattarella si tratta infatti della terza visita nella Repubblica popolare cinese.


Il Presidente della Repubblica arriverà a Pechino il 7 novembre, avrà colloqui con il presidente Xi Jinping e il premier Li Qiang. Al centro degli incontri ci saranno le posizioni reciproche rispetto alle principali aree di crisi del mondo, a partire dalla guerra in Ucraina su cui, Pechino garantisce il suo pieno appoggio politico alla Russia di Putin e in quanto potenza potenza globale può giocare un ruolo determinante nella costruzione di una mediazione tra Mosca e Kiev. Per il capo dello Stato sarà anche interessante – spiegano fonti diplomatiche – approfondire l’idea cinese di costruire un nuovo ordine mondiale che non sia più dominato dall’oligopolio occidentale attraverso i Brics e il maggior coinvolgimento di quella galassia di Paesi che viene chiamata “global south”. Sul profilo dei rapporti bilaterali ci sarà la questione commerciale: sul fornte import-export l’Italia è penalizzata anche a causa di una politica di dazi attuata dalla Cina che rende difficile per noi le esportazioni. Anche per questo dal Quirinale definiscono questa visita di Mattarella in Cina “molto importante per consolidare un rilancio strategico” e fortemente voluta dalle autorità di Pechino.


Il capo dello Stato arriverà a Pechino il 6 novembre accompagnato dalla figlia Laura e dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. L’8 novembre, sarà accolto nella sala del Popolo dal presidente Xi Jinping. Dopo i colloqui seguirà una cena di Stato. Sabato 9 novembre, sempre nella sala del Popolo, Mattarella vedrà il premier Li Qiang e poi il presidente dell’Assemblea nazionale del Popolo Zhao Leji. Sempre sabato 9 novembre il presidente terrà una lectio magistralis nell’università Beida di Pechino. Conclusa la parte più istituzionale della visita di il presidente visiterà la città di Hangzhou per alcuni appuntamenti di carattere strettamente culturale e poi Canton, considerata l’area economicamente più ricca e dinamica, dove incontrerà una delegazione degli imprenditori italiani che operano in Cina. Nel pomeriggio di martedì 12 è previsto il rientro in Italia.

Mattarella avverte: concetrazione ricchezza in poche mani pericolo per la democrazia

Mattarella avverte: concetrazione ricchezza in poche mani pericolo per la democraziaRoma, 31 ott. (askanews) – Occorre incoraggiare il risparmio perchè c’è il rischio si creino gravi disuguaglianze dovute all’aumento della povertà. E’ l’appello rivolto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla Giornata mondiale del Risparmio che quest’anno celebra il centenario del Congresso internazionale delle Casse di Risparmio.


L’intervento del capo dello Stato arriva dopo quelli di Giovanni Azzone, Presidente ACRI, di Antonio Patuelli, Presidente dell’ABI, di Fabio Panetta, Governatore della Banca d’Italia, e di Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia e delle Finanze, un discorso ampio sul significato profondo del valore del risparmio “per il futuro delle famiglie e delle imprese” che non a caso è stato inserito in Costituzione con lungimiranza. Un valore che va tutelato, di qui il richiamo a fare della “lotta all’inflazione e della tutela del valore reale risparmio “impegni prioritari per la nostra Repubblica”. “Le iniziative per incoraggiare il risparmio sono necessarie e benvenute”, dice il capo dello Stato secondo il quale “la prima condizione è che sia possibile risparmiare a livello individuale.Ma oggi, ce lo dicono i dati della Banca d’Italia, il 50 per cento della popolazione italiana continua a non essere in grado di risparmiare. Con gravi disuguaglianze, e l’aumento della povertà rischia di perpetuare questa condizione nel tempo”. Una preoccupazione accresciuta dalla constatazione che certi servizi offerti prima dal sistema di welfare si sono ridotti a causa di inferiori risorse finanziare e “spinte a una nuova privatizzazione”. Questo si riflette, naturalmente, “sull’ammontare complessivo delle somme che le famiglie possono risparmiare e ve ne è traccia anche nei recentissimi dati dei conti nazionali registrati dall’Istat”.


Ma non è solo alle famiglie che Mattarella guarda perchè il risparmio è “di primaria importanza per fare funzionare l’economia reale. Per finanziare il credito, il risparmio è fonte imprescindibile”. “Il ruolo delle banche”, dice ancora il Presidente “è essenziale, per proteggere il risparmio. Le Casse di Risparmio, oggi Fondazioni – ricorda -, hanno saputo accompagnarci per quasi due secoli in questo percorso. Oggi la loro funzione è, in parte mutata, ma non muta la loro missione: essere strumenti di alimentazione dell’inclusione sociale”. Il pericolo che Mattarella intravede già all’orizzonte è che “in economia, l’estrazione di risorse a beneficio di pochi, produce solo concentrazione di potere, che è l’esatto contrario della democrazia”, come ricordano “i tre premi Nobel per l’economia di quest’anno, Daron Acemoglu, Simon Johnson e James Robinson: solo i Paesi che orientano le proprie istituzioni economiche e politiche all’inclusione – anche quella finanziaria – sono in grado di prosperare nel lungo periodo”.

Mattarella: incoraggiare il risparmio, rischio gravi disuguaglianze

Mattarella: incoraggiare il risparmio, rischio gravi disuguaglianzeRoma, 31 ott. (askanews) – Occorre incoraggiare il risparmio perchè c’è il rischio si creino gravi disuguaglianze dovute all’aumento della povertà. E’ l’appello rivolto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla Giornata mondiale del Risparmio.


“Le iniziative per incoraggiare il risparmio sono necessarie e benvenute, dice il capo dello Stato secondo il quale “la prima condizione è che sia possibile risparmiare a livello individuale. Ma oggi, ce lo dicono i dati della Banca d’Italia, il 50 per cento della popolazione italiana continua a non essere in grado di risparmiare. Con gravi disuguaglianze, e l’aumento della povertà rischia di perpetuare questa condizione nel tempo”. Il risparmio è inoltre “di primaria importanza per fare funzionare l’economia reale. Per finanziare il credito, il risparmio è fonte imprescindibile”, avverte Mattarella.

Mattarella: risorse concentrate a favore pochi è contrario della democrazia

Mattarella: risorse concentrate a favore pochi è contrario della democraziaRoma, 31 ott. (askanews) – “In economia, l’estrazione di risorse a beneficio di pochi, produce solo concentrazione di potere, che è l’esatto contrario della democrazia”. Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenendo alla Giornata mondiale del Risparmio.


Il capo dello Stato ha citato “i tre premi Nobel per l’economia di quest’anno, Daron Acemoglu, Simon Johnson e James Robinson: solo i Paesi che orientano le proprie istituzioni economiche e politiche all’inclusione – anche quella finanziaria – sono in grado di prosperare nel lungo periodo”.

Mattarella: nostra Costituzione moderna, ha capacità di adattamento

Mattarella: nostra Costituzione moderna, ha capacità di adattamentoRoma, 31 ott. (askanews) – “Anche sul tema del risparmio” la nostra Costituzione si è mostrata moderna e capace di adattarsi. Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alla Giornata mondiale del Risparmio.


“I Costituenti hanno optato per una visione lungimirante e moderna – ha osservato il capo dello Stato -, prevedendo un’apertura all’ordinamento internazionale. Non sono state, quindi, necessarie modifiche della Costituzione, né in occasione dell’adesione all’Unione Monetaria Europea, né del varo dell’Euro, a testimonianza della capacità di adattamento con cui è stata – sagacemente – scritta ben settantasette anni addietro”.

Bonaccini: il centrosinistra vada oltre gli accordi occasionali

Bonaccini: il centrosinistra vada oltre gli accordi occasionaliRoma, 31 ott. (askanews) – “In Emilia-Romagna e Umbria tutte le forze di opposizione alla destra si presentano unite a sostegno di Michele de Pascale e Stefania Proietti. Ma non c’è dubbio che siamo a uno snodo: se vogliamo costruire un’alternativa credibile e competitiva alla destra sul piano nazionale, a partire dalle 6 Regioni che andranno al voto l’anno prossimo, bisogna costruire un centrosinistra nuovo, che vada oltre gli accordi occasionali e sappia parlare alla maggioranza degli elettori. E a questo accordo andrà anche dato radicamento: non basta mettere insieme sigle, bisogna aprire alle persone e nei territori”: così Stefano Bonaccini, europarlamentare e presidente del Pd, legge, intervistato dal Corriere della sera, le prospettive del centrosinistra nei prossimi appuntamenti elettorali.


Dopo la sconfitta in Liguria, avverte, “è un errore che si parli ancora di Conte e Renzi come se si trattasse di figurine. Personalismi e veti sono l’esatto opposto di partecipazione e unità. E io non credo che l’alternativa possa rimanere ostaggio di queste scorie. Non paga né per la coalizione nel suo insieme né per chi ragiona in questo modo”. Al sindaco di Milano Beppe Sala, che ha richiamato l’importanza del centro politico per qualsiasi competizione elettorale, l’ex presidente dell’Emilia Romagna replica: “Io credo che il Pd debba fare fino in fondo il Pd, cioè la forza centrale di una alleanza larga e competitiva di centrosinistra. Così come è indispensabile e preziosa un’alleanza con le forze che stanno alla nostra sinistra, è altrettanto indispensabile avere un’alleanza con forze moderate e liberali, laiche o cattoliche che siano. E lo è tanto più nel momento in cui ci contrapponiamo a una destra sovranista. È un ragionamento che vale sul piano generale, e che ha una declinazione molto importante anche al Nord, dove i ceti produttivi sono una categoria significativa”, conclude Bonaccini.

Per il Pd sfida cruciale in Umbria per rilanciare il campo largo

Per il Pd sfida cruciale in Umbria per rilanciare il campo largoRoma, 30 ott. (askanews) – Lo ha detto stamattina Elly Schlein, a Repubblica, “abbiamo una priorità, vincere in Emilia romagna e in Umbria tra 20 giorni”. Le regionali di novembre diventano uno spartiacque per il centrosinistra e l’Umbria in particolare, perché è la sfida più incerta, quella dove – secondo i sondaggi – la situazione è di un testa a testa simile a quello visto in Liguria. E’ un voto “locale”, ripetono tutti i leader del centrosinistra, ma dopo la sconfitta di Andrea Orlando in Liguria il test finirà inevitabilmente per condizionare il dibattito dentro al Pd e nella coalizione, perché un conto sarebbe chiudere la tornata elettorale d’autunno con un 2 a 1, altra cosa sarebbe vincere solo in Emilia romagna.


Se la segretaria Pd non intende cambiare la sua linea “testardamente unitaria”, come ha ripetuto anche oggi, la discussione sugli assetti del centrosinistra è di fatto già partita, dal fronte riformista Pd – ma non solo – cominciano a sollevarsi molte voci che chiedono di rivedere almeno le modalità del rapporto con M5s e di affrontare il problema del vuoto al centro, e solo la campagna elettorale in corso spinge tutti a rimandare il confronto vero e proprio a dopo il voto nelle due regioni. Certo, le scorie liguri rischiano di zavorrare il tentativo di ‘reconquista’ del centrosinistra, anche se rispetto al voto di domenica scorsa ci sono differenze importanti. In questo caso la coalizione è la più ampia possibile, qui Giuseppe Conte non ha posto veti ai renziani presenti in una lista civica. La coalizione non è stata appesantita dalle liti andate in scena in Liguria. Ma non è comunque facile far dimenticare gli scontri tra Conte e Matteo Renzi proseguiti anche in queste ore e non a caso al momento non è previsto un comizio finale con tutti i leader su uno stesso palco.


I democratici provano a tenere sul piano assolutamente locale la discussione, come si capisce bene ascoltando Anna Ascani, Pd, parlamentare umbra: “In questa elezione c’è in gioco il futuro della regione. Il voto di novembre in Umbria sarà un referendum sul governo di Donatella Tesei”. E anche Angelo Bonelli, portavoce di Europa verde, invita ad evitare “discussioni di politica nazionale” in questi giorni, perché “ogni ragionamento nazionale sarà fatto dopo”. Il centrosinistra è convinto che la presidente uscente, la leghista Donatella Tesei, non sia particolarmente amata dagli umbri, in particolare per la gestione della sanità. E infatti la Ascani aggiunge: “in questi cinque anni ha devastato la sanità pubblica e il sistema infrastrutturale già debole”. Stessa linea indica Bonelli: “Bisogna concentrarsi a vincere, parlare di una regione che ha avuto grossi problemi con la gestione della sanità della Tesei”. Un tema, peraltro, particolarmente caro alla Schlein, che nei mesi scorsi aveva presentato anche una proposta di legge per chiedere l’aumento della spesa sanitaria almeno al 7,5% del Pil.


La leader democratica si farà vedere spesso in Umbria nei prossimi 15 giorni, girerà la regione per spingere la campagna elettorale, insistendo appunto sui temi locali a cominciare dalla salute pubblica. “La partita è aperta”, dice anche Walter Verini, senatore Pd, umbro. “Sono convinto che ci siano le condizioni per dare all’Umbria un futuro progressista. Stefania Proietti sta conducendo una campagna molto bella”. I numeri delle europee dello scorso giugno non sono proprio incoraggianti. Il centrodestra prese il 47,8%, pari a 187mila voti, il centrosinistra si fermò al 46,5%, con 182mila voti. Ma ai voti di Lega, Fi, Fdi stavolta si sommeranno anche quelli di Stefano Bandecchi, che con la sua lista Alternativa popolare a giugno ottenne 7.245 voti, l’1,8%. La speranza del centrosinistra, appunto, è di riuscire a tenere la discussione sul piano locale, nella convinzione che la Tesei sconti un certo malcontento tra gli elettori di centrodestra. Una vittoria che sarebbe fondamentale per rilanciare quello schema di alleanze che la Liguria sembra aver messo in discussione.

Per il Pd sfida cruciale in Umbria per rilanciare il campo largo

Per il Pd sfida cruciale in Umbria per rilanciare il campo largoRoma, 30 ott. (askanews) – Lo ha detto stamattina Elly Schlein, a Repubblica, “abbiamo una priorità, vincere in Emilia romagna e in Umbria tra 20 giorni”. Le regionali di novembre diventano uno spartiacque per il centrosinistra e l’Umbria in particolare, perché è la sfida più incerta, quella dove – secondo i sondaggi – la situazione è di un testa a testa simile a quello visto in Liguria. E’ un voto “locale”, ripetono tutti i leader del centrosinistra, ma dopo la sconfitta di Andrea Orlando in Liguria il test finirà inevitabilmente per condizionare il dibattito dentro al Pd e nella coalizione, perché un conto sarebbe chiudere la tornata elettorale d’autunno con un 2 a 1, altra cosa sarebbe vincere solo in Emilia romagna.


Se la segretaria Pd non intende cambiare la sua linea “testardamente unitaria”, come ha ripetuto anche oggi, la discussione sugli assetti del centrosinistra è di fatto già partita, dal fronte riformista Pd – ma non solo – cominciano a sollevarsi molte voci che chiedono di rivedere almeno le modalità del rapporto con M5s e di affrontare il problema del vuoto al centro, e solo la campagna elettorale in corso spinge tutti a rimandare il confronto vero e proprio a dopo il voto nelle due regioni. Certo, le scorie liguri rischiano di zavorrare il tentativo di ‘reconquista’ del centrosinistra, anche se rispetto al voto di domenica scorsa ci sono differenze importanti. In questo caso la coalizione è la più ampia possibile, qui Giuseppe Conte non ha posto veti ai renziani presenti in una lista civica. La coalizione non è stata appesantita dalle liti andate in scena in Liguria. Ma non è comunque facile far dimenticare gli scontri tra Conte e Matteo Renzi proseguiti anche in queste ore e non a caso al momento non è previsto un comizio finale con tutti i leader su uno stesso palco.


I democratici provano a tenere sul piano assolutamente locale la discussione, come si capisce bene ascoltando Anna Ascani, Pd, parlamentare umbra: “In questa elezione c’è in gioco il futuro della regione. Il voto di novembre in Umbria sarà un referendum sul governo di Donatella Tesei”. E anche Angelo Bonelli, portavoce di Europa verde, invita ad evitare “discussioni di politica nazionale” in questi giorni, perché “ogni ragionamento nazionale sarà fatto dopo”. Il centrosinistra è convinto che la presidente uscente, la leghista Donatella Tesei, non sia particolarmente amata dagli umbri, in particolare per la gestione della sanità. E infatti la Ascani aggiunge: “in questi cinque anni ha devastato la sanità pubblica e il sistema infrastrutturale già debole”. Stessa linea indica Bonelli: “Bisogna concentrarsi a vincere, parlare di una regione che ha avuto grossi problemi con la gestione della sanità della Tesei”. Un tema, peraltro, particolarmente caro alla Schlein, che nei mesi scorsi aveva presentato anche una proposta di legge per chiedere l’aumento della spesa sanitaria almeno al 7,5% del Pil.


La leader democratica si farà vedere spesso in Umbria nei prossimi 15 giorni, girerà la regione per spingere la campagna elettorale, insistendo appunto sui temi locali a cominciare dalla salute pubblica. “La partita è aperta”, dice anche Walter Verini, senatore Pd, umbro. “Sono convinto che ci siano le condizioni per dare all’Umbria un futuro progressista. Stefania Proietti sta conducendo una campagna molto bella”. I numeri delle europee dello scorso giugno non sono proprio incoraggianti. Il centrodestra prese il 47,8%, pari a 187mila voti, il centrosinistra si fermò al 46,5%, con 182mila voti. Ma ai voti di Lega, Fi, Fdi stavolta si sommeranno anche quelli di Stefano Bandecchi, che con la sua lista Alternativa popolare a giugno ottenne 7.245 voti, l’1,8%. La speranza del centrosinistra, appunto, è di riuscire a tenere la discussione sul piano locale, nella convinzione che la Tesei sconti un certo malcontento tra gli elettori di centrodestra. Una vittoria che sarebbe fondamentale per rilanciare quello schema di alleanze che la Liguria sembra aver messo in discussione.

Riforme, Meloni: pronti a referendum su giustizia e premierato

Riforme, Meloni: pronti a referendum su giustizia e premieratoRoma, 30 ott. (askanews) – “Siamo pronti sempre per il voto dei cittadini, siamo pronti per tutti i referendum”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella registrazione della puntata di “Porta a porta” in onda stasera, a proposito delle parole del ministro della Giustizia Nordio, che ha auspicato il referendum sulla riforma della Giustizia.


Sul premierato, ha aggiunto, “non cambio idea perché penso che sia la madre di tutte le riforme: non la sto facendo per me perché il governo è stabile, ma se non approfitto di questa stabilità per cambiare che ci sto a fare? Abbiamo preso un impegno con i cittadini, stiamo realizzando il programma”.

Migranti, Meloni: io minacciata morte, centri Albania funzioneranno

Migranti, Meloni: io minacciata morte, centri Albania funzionerannoRoma, 30 ott. (askanews) – I centri in Albania “funzioneranno” e sono “la chiave di volta nella gestione dei flussi non solamente italiani” e per questo l’intesa “riscuote tanta attenzione da parte dell’Ue, l’Europa guarda con interesse all’intesa. Se tu migrante irregolare che paghi gli scafisti perché arrivi in Italia ma vuoi andare in Germania ti ritrovi fuori dai confini europei, questo è il più grande deterrente. E’ fondamentale per smontare questo business, farò di tutto per farlo funzionare: ho tanti nemici ma anche tanti amici” e dunque “li faremo funzionare”, “rispettando il diritto internazionale ma creando problemi seri ai trafficanti” che “mi hanno minacciato di morte”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella registrazione della puntata di “Porta a porta” in onda stasera.


Sulla materia, per Meloni, “c’è aggressività perché la strategia del governo sta funzionando, gli sbarchi sono diminuiti del 60% e i rimpatri aumentati del 30%. Si vuole impedire che ci si metta un freno, ma ho preso degli impegni con gli italiani e farò tutto quello che posso per seguire le indicazioni che ho avuto” dagli elettori.