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Mattarella: dati economici paese “forti”, merito di imprese e lavoratori

Mattarella: dati economici paese “forti”, merito di imprese e lavoratoriRoma, 30 ott. (askanews) – I dati economici del nostro paese sono migliorati negli ultimi cinque anni, merito delle imprese e dei lavoratori. Lo sottolinea il presidente della Repubblica, sergio Mattarella, intervenendo alla cerimonia al Quirinale per la consegna delle insegne ai Cavaliere dell’Ordine “Al Merito del Lavoro”, nominati il 2 giugno.


“L’Italia è tornata a crescere. Se consideriamo gli ultimi cinque anni, il Pil nazionale è aumentato percentualmente più di quelli francese e tedesco – evidenzia il capo dello Stato -. L’occupazione cresce, e così i contratti di lavoro a tempo indeterminato. Le esportazioni italiane continuano a registrare dati positivi, a sostegno del prodotto nazionale. Merito ulteriore di quelle aziende che sono state capaci di affrontare i rischi e le opportunità della globalizzazione. I dati di Bankitalia certificano un balzo del nostro Paese: la posizione netta sull’estero, a giugno di quest’anno, era creditoria per circa 225 miliardi di euro. Una dimensione enorme: il 10,5% del Pil”. A sottolineare dati così positivi della nostra situazione patrimoniale Mattarella cita il governatore di Bankitalia, che l’ha definita “‘Un segno di forza’, nella sua ultima relazione. E il merito – secondo il Presidente della Repubblica – è delle imprese, dei capitani d’impresa, dei loro collaboratori, insieme alle lavoratici e ai lavoratori che in esse operano”.

Mattarella ai giovani: prendetevi il futuro, egoismo non porta crescita

Mattarella ai giovani: prendetevi il futuro, egoismo non porta crescitaRoma, 30 ott. (askanews) – “Non sono gli egoismi e le chiusure a promuovere e governare crescita e progresso. Vorrei dire ai giovani: prendetevi il futuro”. Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alla cerimonia al Quirinale per la consegna delle insegne ai Cavalieri dell’Ordine “Al Merito del Lavoro”, nominati il 2 giugno scorso.


“Non è un gesto di egoismo. Al contrario, è risposta all’appello alla responsabilità e all’impegno”, insiste il capo dello Stato ricordando che “nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 34 anni lo scarto sul mercato del lavoro nazionale rispetto alla media dell’Unione europea è di 13 punti percentuali a danno dei giovani italiani. Questo squilibrio accresce i rischi di emorragia verso l’estero di energie preziosissime”.

Regionali,Conte prova a dribblare tracollo M5s in Liguria: sul territorio abituati a delusioni

Regionali,Conte prova a dribblare tracollo M5s in Liguria: sul territorio abituati a delusioniRoma, 29 ott. (askanews) – Nessuno psicodramma: l’ennesimo tonfo elettorale del Movimento 5 stelle a livello di elezioni locali, con il misero 4,56% raccolto alle regionali della Liguria, non cambia il percorso in atto per la “rifondazione” del partito, che si dovrebbe concludere il 23 e 24 novembre con l’assemblea costituente nazionale. Questo è il messaggio che Giuseppe Conte e i suoi trasmettono nel day after della inattesa vittoria del centrodestra con Marco Bucci. Il Movimento, spiega l’ex premier a Fanpage, “è abituato purtroppo a risultati non assolutamente soddisfacenti e anche molto deludenti sul territorio”.


Nel day after, Conte si limita a riunire i direttivi dei gruppi parlamentari ma la versione ufficiale è che si parla solo di legge di bilancio (in arrivo una contromanovra) e di campagna elettorale per le prossime regionali in Umbria ed Emilia Romagna, dalle quali nessuno, nel Movimento, si attende chissà quale rilancio, ma risultati meno drammatici del dato ligure forse sì. In Parlamento, chi ragiona sulla lunghezza d’onda di Conte ricorda che il giudizio sul Movimento si misura sul voto di opinione per eccellenza, quello delle politiche, non sulle europee appannaggio dei “signori delle preferenze” né sulle elezioni locali dove il M5S paga la debolezza del suo insediamento. Conte, quindi, “non intende fare marcia indietro” nella sua rivendicazione di “autonomia” dal Pd e di rifiuto della riduzione del Movimento a “cespuglio” del partito principale della coalizione.


In mattinata, è Beppe Grillo, fondatore e garante del M5S da mesi in conflitto con il leader stellato, a farsi notare con un messaggio più criptico del solito, uno “stato” anonimo su whatsapp che recita: “Si muore più traditi dalle pecore che sbranati dal lupo”. “Sulle chat dell’ultima uscita di Grillo non se n’è nemmeno parlato”, giura poche ore dopo un parlamentare fedelissimo di Conte. Che fa notare che in passato fu proprio Grillo a spingere il M5S fra le braccia del Pd, dicendosi “esausto”, in un post sul blog, dei negoziati col Nazareno all’epoca condotti da Luigi Di Maio “ancora non convertito al draghismo”. Un altro contiano di ferro parla di “asse Riyad-Sant’Ilario”, ovvero fra Matteo Renzi e Grillo che ha operato un “sabotaggio certosino” e oggi forse “ha brindato” alla sconfitta dei progressisti e del M5S in Liguria. Conte però è anche nel mirino di Danilo Toninelli, ex ministro ed ex capogruppo stellato, ancora componente dei probiviri 5 stelle, il più esposto fra i sostenitori del garante: “Grillo ha fatto benissimo – rivendica in un video – a non andare a votare, perché in Liguria il Movimento 5 stelle non c’era, c’era il partito di Giuseppe Conte”. Uscita che porta la vicepresidente M5S Paola Taverna, ex parlamentare in genere impegnata come sherpa nelle trattative col Pd per le alleanze locali, a rompere il silenzio pubblico nel quale si è rifugiata da tempo: “Toninelli racconta falsità sulle liste del M5S”, tuona, e farebbe meglio “a studiarsi lo statuto”. Quanto alla batosta elettorale, “se oggi prendiamo il 4,5 per cento probabilmente dipende anche da una guerra interna che sta facendo molto male al Movimento”, accusa Taverna.


A difesa di Grillo, nel mirino dell’ala contiana, si erge la senatrice Barbara Guidolin, in genere piuttosto riservata ma che i filo-Grillo considerano a loro vicina: “In 14 anni di Movimento 5 stelle non ho mai vissuto Beppe Grillo come un padre padrone”, sottolinea. Guidolin non attacca Conte ma mette i punti sulle i: “Non penso che le responsabilità di queste percentuali siano da cercare nelle condizioni meteorologiche, in Grillo che non va a votare o in Conte che fa delle scelte sbagliate. Percentuali così basse sono una conseguenza dell’incapacità del M5S di oggi di interpretare le esigenze del Paese, aggiornandosi senza rinnegare il passato”. A cosa si riferisce? Se l’assemblea costituente “alla fine si rivelasse solo uno strumento per cambiare le regole fondative sarebbe l’ennesima batosta”, spiega. La costituente 5 stelle, allora: chi conosce le vicende interne giura che i tavoli di discussione dei 300 delegati alla fase del “confronto deliberativo” sono stati “impenetrabili”, “nemmeno Conte sa come sono andati”. I risultati sono attesi entro l’8 novembre e saranno resi pubblici una volta elaborati dagli esperti di Avventura Urbana che accompagnano tutto il processo. Le elezioni in Liguria, a quanto pare, hanno chiarito al di là di ogni ragionevole dubbio che la strade del Movimento è lontana da quella del suo fondatore: la costituente non potrà fare a meno di sciogliere il nodo. O di tagliarlo.

Regionali, risultato Liguria riapre discussione nel Pd su alleanze e profilo

Regionali, risultato Liguria riapre discussione nel Pd su alleanze e profiloRoma, 29 ott. (askanews) – C’è un sentimento ambivalente, nel Pd, il giorno dopo il voto ligure. Da un lato il peso di una sconfitta in una regione che sembrava terreno facile dopo le inchieste che hanno travolto la giunta di Giovanni Toti. Dall’altra quel 28,5% che riporta il partito a livelli che non toccava da anni e che premia il lavoro di consolidamento del partito avviato dalla segretaria Elly Schlein. Due dati contrastanti, che per ora non aprono un dibattito pubblico nel Pd, perché – come ripetono tutti – prima ci sono le elezioni in Emilia Romagna e Umbria, e nel secondo caso il risultato è tutt’altro che scontato. Ma la riflessione, per ora solo a livello assolutamente interno, è iniziata e dopo il voto previsto nelle altre due regioni a metà novembre sarà inevitabile fare un punto su alleanze e profilo del Pd.


La stessa Schlein, del resto, ieri sera a caldo ha posto il tema invitando gli alleati a “riflettere” e aggiungendo che il Pd non ha “mai speso un minuto in polemiche o competizioni con le altre opposizioni, perché il nostro avversario è questa destra che vogliamo battere”. Pesano le liti tra Calenda e Renzi, lo scarso risultato delle forze centriste, ma a questo punto si apre innegabilmente un problema M5s e a porlo non è più solo l’ala ‘moderata’ del Pd. Lo stesso Andrea Orlando, ieri sera, non ha nascosto il disappunto per le beghe che hanno appesantito la sua corsa: “Il pluralismo è una ricchezza ma la ricchezza a volte è un danno. Bisogna costruire centrosinistra stabile a livello nazionale” senza cambiare ogni volta “format”. L’ex ministro mantiene un linguaggio diplomatico, ma qualche altro parlamentare della sinistra Pd è più netto: “Con i 5 stelle non si può andare così, non possiamo continuare con le alleanze ‘a geometria variabile’. Dire no a Renzi è stato un errore, non tanto per i voti che avrebbe portato ma perché abbiamo detto ai moderati ‘non votate per noi’”. Ma, d’altro canto – aggiunge la stessa fonte – “i centristi continuano a prendere troppi pochi votià C’è un problema anche lì”.


L’ala moderata del Pd si fa sentire con Alessandro Alfieri: la sconfitta “brucia”, spiega, perché “partivamo da una situazione favorevole” e arriva nonostante il Pd abbia ottenuto un “notevole 28%”. Ma, aggiunge, “purtroppo sono prevalsi i veti. “noi non abbiamo ancora definito il perimetro e il minimo comun denominatore di una coalizione, condizione per essere alternativa credibile alla destra in vista delle prossime elezioni politiche. Ora dobbiamo concentrarci sulle sfide in Emilia Romagna e Umbria, ma subito dopo serve una discussione seria su questo tema”. E la discussione non sarà semplice. Come spiega un altro parlamentare di area riformista “ci sono due possibilità: o esce fuori un ‘Rutelli’ degli anni ’20 o tocca al Pd svolgere quel ruolo, uno po’ come fece Veltroni”. Di fatto, una riscoperta della vocazione maggioritaria, che però né la sinistra del partito né la Schlein sembrano intenzionati a praticare. La segretaria ha difeso sì il profilo plurale del partito, ma rivendica in continuazione la scelta di avere dato una connotazione più precisa al Pd, più “chiara”, come ripete spesso, su temi-bandiera, dai migranti ai diritti, al lavoro. “Ora la gente ci riconosce”, ripete nei suoi comizi. Più praticabile, per la sinistra Pd, investire sulla nascita di un nuovo soggetto centrista, anche se al momento non si vede il possibile aggregatore di questa area moderata.


Di certo oggi ha fatto un passo avanti Beppe Sala. Il sindaco di Milano si è detto “preoccupato per la composizione, la consistenza e la competitività della coalizione di centrosinistra” e in particolare per la debolezza sul fronte moderato: “Ciò che palesemente è deficitario nel centrosinistra è la forza centrale, quella moderata, pragmatica, capace di riforme, europeista – una nuova componente liberal, che al momento ha una rappresentanza non definita”. In tanti hanno letto questa frase come un passo avanti per magari proporsi come catalizzatore di quest’area “moderata” al momento senza rappresentanza. Ma, d’altro canto, in Avs si guarda con diffidenza a queste operazioni centriste: “Elly deve ripartire dalle forze che sono stabilmente e coerentemente all’opposizione, cioè Pd, noi e M5s. Smettiamo di andare dietro a Renzi. Poi, al centro qualcosa nasceràà”. Sia Fratoianni che Bonelli sono preoccupati dalle spinte ad un “chiarimento” con M5s che cominciano appunto ad arrivare anche in ambienti della sinistra Pd. La Schlein sa di avere un po di tempo, perché appunto la discussione non entrerà nel vivo prima delle regionali di metà novembre. E la speranza è che dall’Umbria possa arrivare un risultato che stemperi un po le tensioni. Ma il rebus irrisolto delle alleanze – e per qualcuno anche del profilo del Pd – è sempre più al centro della discussione.

Migranti, il decreto Albania rinviato alla Corte europea. Tajani: il governo non si fa condizionare

Migranti, il decreto Albania rinviato alla Corte europea. Tajani: il governo non si fa condizionareGorizia, 29 ott. (askanews) – “Il governo non si fa condizionare dalle scelte di alcuni. Nostro dovere è risolvere la questione migratoria e quello che stiamo facendo è nel rispetto delle regole italiane e comunitarie, quindi andremo avanti”. Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, conversando con i giornalisti a margine di un incontro a Gorizia, ha commentato il rinvio alla Corte europea del cosiddetto decreto Albania sui Paesi sicuri, deciso dal tribunale di Bologna.


“La tripartizione dei poteri è alla base della democrazia. Al potere giudiziario non spetta cercare di cambiare le leggi e fare il braccio di ferro con il potere esecutivo e legislativo. Il potere legislativo ha fatto il suo compito: tocca al governo e al Parlamento prendere le decisioni, perché la democrazia è il potere nelle mani del popolo” ha detto ancora Tajani. “I magistrati devono anche loro rispettare le regole, applicare la legge e rispettarla – ha ammonito il vicepremier – credo che se si vuole fare un braccio di ferro, liberi di farlo, io rispetto sempre le sentenze non faccio mai polemiche… Dico soltanto che travalicare i confini del proprio potere mette in difficoltà l’equilibrio del sistema democratico”.


“Credo che la stragrande maggioranza dei magistrati si riconosca nella tripartizione dei poteri, poi c’è qualcuno che vuole trasformare il proprio potere in una somma di poteri. Serve una riforma della giustizia: non dobbiamo fare nessuna vendetta, dobbiamo solo far sì che ci sia una giustizia giusta”, ha concluso Tajani.

Senato dice no a Tribunale ministri su uso chat Sangiuliano-Boccia

Senato dice no a Tribunale ministri su uso chat Sangiuliano-BocciaRoma, 29 ott. (askanews) – L’aula del Senato ha approvato – con 95 voti favorevoli, 58 contrari e nessuna astensione – la relazione del senatore Adriano Paroli (FI) a nome della Giunta delle elezioni e delle immunità sul caso Sangiuliano. È stata quindi respinta la richiesta, avanzata dal Tribunale dei ministri di Roma, di utilizzare “la corrispondenza” (comprese le chat telefoniche) fra l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia, richiesta avanzata nel quadro dell’indagine sulla presunta violazione di segreti d’ufficio da parte dell’ex componente del governo Meloni.

Crippa(Lega)vs il rapper Ghali: incita immigrazione clandestina

Crippa(Lega)vs il rapper Ghali: incita immigrazione clandestinaRoma, 29 ott. (askanews) – “Proprio non ne sentivamo il bisogno dell’appello all’immigrazione clandestina e illegale del rapper Ghali fatto al Forum di Milano con tanto di bandiera della Palestina, senza alcun rispetto per le vittime civili israeliane del 7 ottobre 2023”. Lo afferma ad Affaritaliani.it il vice-segretario della Lega Andrea Crippa, commentando le dichiarazioni pro-immigrati del rapper milanese di Baggio Ghali.


“L’immigrazione – aggiunge- è una cosa seria. E se regolare e ben gestita fa bene al Paese. Si entra in Italia con un permesso di soggiorno e rispettando le regole. Questo dovrebbe essere il messaggio chiaro e forte da mandare ai giovani. E invece il rapper di origini tunisine, tipico esempio della sinistra estrema e radicale che disprezza lo Stato e le regole e troppo spesso attacca le forze dell’ordine, incita all’immigrazione clandestina”. “Ricordo che solo con Matteo Salvini ministro dell’Interno, oltre a quasi azzerare gli sbarchi, sono nettamente diminuite le morti in mare. Se vuole dare un messaggio serio ai giovani, il signor Ghali – dichiara il vicesegretario leghista- parli piuttosto di rispetto, prima di tutto per le donne. Troppo spesso vediamo assassini e stupratori di origini straniere, come dimostrano gli ultimi casi di cronaca. E quindi se vuole fare un favore alla sua nuova patria, l’Italia che gli ha dato tanto gloria, inizia a comunicare un messaggio di legalità e non favorisca l’immigrazione clandestina. E poi abbia rispetto delle vittime israeliane da parte dei terroristi islamici e si ricordi che ad attaccare lo Stato ebraico sono stati i terroristi islamici di Hamas. Ghali in definitiva manda ai giovani un messaggio sbagliato e pericoloso. Un messaggio di illegalità e di mancanza di rispetto per la legge e per lo Stato”, conclude Crippa.

Vertice da Nordio su giustizia: primo ok ddl carriere a dicembre

Vertice da Nordio su giustizia: primo ok ddl carriere a dicembreRoma, 29 ott. (askanews) – La riforma costituzionale che prevede la separazione delle carriere dei magistrati e del Csm è una priorità del governo Meloni che intende approvarla definitivamente entro la legislatura: quindi l’obiettivo della maggioranza deve essere quello di andare avanti con l’esame del ddl in prima lettura in commissione Affari Costituzionali alla Camera per arrivare all’ok dell’aula a dicembre. È il ragionamento fatto dal ministro per la Giustizia Carlo Nordio, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, nel corso di una riunione a via Arenula con i presidenti delle commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato, Nazario Pagano (Fi) e Alberto Balboni (Fdi), i presidenti delle commissioni Giustizia, Giulia Bongiorno (Lega) e Ciro Maschio (Fdi), e i capigruppo dei partiti di maggioranza nelle commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato (anche se per la Lega era presente soltanto la deputata Simona Bordonali, relatrice insieme a Pagano e Francesco Michelotti di Fdi).


La mission affidata dal governo alla maggioranza è tutt’altro che facile, il calendario dei lavori parlamentari da qui a fine anno è già fittissimo: entro Natale ci sono sette decreti da convertire ed entro il 31 dicembre va incassato l’ok alla legge di Bilancio e al ddl concorrenza. Domani si riunirà la conferenza dei capigruppo della Camera che con ogni probabilità calendarizzerà per novembre il ddl sulla separazione delle carriere di giudici e pm. Quindi toccherà al presidente della commissione Pagano trovare lo spazio per farlo procedere in tempo per l’esame dell’Assemblea che più realisticamente avverrà a dicembre. La commissione infatti è anche impegnata nell’esame del decreto flussi e della proposta di legge Foti – anche questa considerata prioritaria – di riforma della giustizia contabile e delle funzioni di controllo della Corte dei Conti. Il testo della riforma della giustizia, ha spiegato Nordio, non è blindato ma saranno consentite solo modifiche condivise da tutta la coalizione di governo: per ora gli emendamenti presentati in Commissione sono circa 250, quasi tutti dell’opposizione. La Lega con Igor Iezzi ha presentato tre proposte di modifica che intendono affermare il principio che la legge italiana prevalga su quella europea e che i giudici non possano disapplicarla, ma solo rivolgersi alla Corte costituzionale. Proposte nate dalla mancata convalida del trattenimento dei migranti in Albania decisa dal tribunale di Roma sulla scorta della sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue. Emendamenti tuttavia che lo stesso Iezzi ha ammesso essere a rischio inammissibilità. Le inammissibilità molto probabilmente saranno dichiarate la prossima settimana.


La riunione di stamattina sulla separazione delle carriere è stata preceduta da un altro incontro con gli esponenti di maggioranza delle commissioni Giustizia sul tema delle intercettazioni.

Sci, Mattarella: sincera commozione per scomparsa Matilde Lorenzi

Sci, Mattarella: sincera commozione per scomparsa Matilde LorenziRoma, 29 ott. (askanews) – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Luciano Antonio Portolano, il seguente messaggio: “Ho appreso con sincera commozione la notizia della morte di Matilde Lorenzi, Caporale presso il Reparto Attività Sportive del Centro Addestramento Alpino. In questa tristissima circostanza, la prego far pervenire ai familiari le espressioni del mio più grande cordoglio e di partecipare la mia vicinanza all’Esercito Italiano”.

Meloni: in Liguria segnale di fiducia, avanti insieme

Meloni: in Liguria segnale di fiducia, avanti insiemeRoma, 29 ott. (askanews) – “Buongiorno Italia. Il segnale di fiducia ricevuto dai cittadini in Liguria ci dà ancora più forza per proseguire in questa direzione, sempre al servizio degli italiani. Avanti insieme, con entusiasmo e determinazione, per costruire un futuro di concretezza e risultati per la nostra Nazione”. E’ quanto scrive sui social la presidente del Consiglio Giorgia Meloni all’indomani della vittoria del candidato del centrodestra Marco Bucci alla guida della Regione Liguria.