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Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha incontrato Meloni

Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha incontrato MeloniRoma, 22 lug. (askanews) – “È stato un ottimo incontro di lavoro, per me è importante adesso valutare quali sono le prospettive e le priorità dei vari membri, e poiché l’Italia è un paese fondatore dell’Ue è importante sapere e prendere nota delle priorità della premier Meloni”. Lo ha detto Antonio Costa, presidente del Consiglio europeo, parlando con i giornalisti al termine dell’incontro di circa un’ora con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.

Ue, Costa: ottimo incontro, importante sapere priorità Meloni

Ue, Costa: ottimo incontro, importante sapere priorità MeloniRoma, 22 lug. (askanews) – “È stato un ottimo incontro di lavoro, per me è importante adesso valutare quali sono le prospettive e le priorità dei vari membri, e poiché l’Italia è un paese fondatore dell’Ue è importante sapere e prendere nota delle priorità della premier Meloni”. Lo ha detto Antonio Costa, presidente del Consiglio europeo, parlando con i giornalisti al termine dell’incontro di circa un’ora con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.

PiùEuropa, Bonino acclamata presidente: sì ad alternativa a Meloni

PiùEuropa, Bonino acclamata presidente: sì ad alternativa a MeloniRoma, 21 lug. (askanews) – Emma Bonino è stata acclamata presidente di PiùEuropa al termine del voto dell’assemblea nazionale che si è svolta a Roma nel weekend. L’assemblea ha inoltre approvato la mozione generale a prima firma Riccardo Magi, Benedetto Della Vedova e Carla Taibi che dà mandato al segretario Magi di “proseguire, fuori e dentro il Parlamento, l’attività di opposizione intransigente al Governo Meloni, facilitando il coordinamento delle forze di opposizione per contrastare le peggiori politiche della maggioranza, il giustizialismo che aggrava le condizioni carcerarie e la salute dello Stato di Diritto in Italia, la logica corporativa che soffoca la crescita, la concorrenza e l’innovazione, contro ogni forma di Stato etico che giudica e punisce le vite delle persone, contro una gestione dell’immigrazione disumana che calpesta la dignità delle persone, contro il cosiddetto premierato e l’autonomia differenziata”. Roma, 21 lug. (askanews) – La mozione approvata dall’assemblea nazionale di Più Europ, inoltre, chiede al segretario Magi di “verificare i punti di convergenza con le forze liberali, democratiche, progressiste ed europeiste, per promuovere iniziative politiche condivise che segnino una possibile alternativa all’attuale maggioranza al Governo”.


Infine, la mozione dà mandato a Magi di verificare rapidamente la praticabilità di iniziative referendarie che possano aggregare e mobilitare altre forze politiche e associative sui temi delle libertà individuali, dei diritti civili, della cittadinanza, dell’immigrazione e dell’antiproibizionismo.

Giornalista aggredito da esponenti Casapound, Schlein: preoccupata per impunità

Giornalista aggredito da esponenti Casapound, Schlein: preoccupata per impunitàRoma, 21 lug. (askanews) – “Esprimo solidarietà e vicinanza ad Andrea Joly, giornalista de La Stampa che stanotte a Torino è stato aggredito e picchiato da militanti di Casa Pound solo per averli ripresi col cellulare mentre, fuori da in locale, festeggiavano un loro anniversario. Ma esprimo anche grande preoccupazione per il clima di impunità che continuiamo a registrare di fronte a episodi così gravi: cos’altro dobbiamo aspettare perché vengano sciolte, come dice la Costituzione, le organizzazioni neofasciste? Chiediamo alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di intervenire immediatamente”. Così in una nota la segretaria del Pd Elly Schlein.

Schlein: l’autonomia spacca il Paese, la fermiamo col referendum

Schlein: l’autonomia spacca il Paese, la fermiamo col referendumRoma, 20 lug. (askanews) – L’autonomia differenziata “spacca in due il Paese” e il Pd e le altre opposizioni vogliono fermarla con un referendum su cui parte oggi la raccolta di firme. Lo ha detto la segretaria democratica Elly Schlein parlando a Perugia. “E’ bello essere a Perugia per questa raccolta firme che parte.per un referendum che porteremo avanti con tante altre forze politiche, sociali, associative”.


“E’ bellissimo – ha aggiunto – partire da partire da Perugia, farlo assieme a tante persone che sono già accorse stamattina per firmare contro una riforma sbagliata, l’autonomia differenziata fatta dal governo Meloni che spacca in due il paese”. L’autonomia, insiste la Schlein, è una riforma “che aumenta le diseguaglianze che il sud e le aree interne hanno già pagato troppo. Ma che è una riforma insensata anche per il nord perché rischia di frammentare venti politiche energetiche diverse, quando ce ne vorrebbe solo una – europea – per abbassare le bollette”.


“Autonomia differenziata – ha aggiunto – vuol dire limitare l’accesso alla salute, alla sanità pubblica, al trasporto pubblico locale, alla scuola pubblica, alle cittadine e ai cittadini a seconda di dove nascono. Non accettiamo che ci siano cittadine e cittadini serie A e di serie B”.

Partita la raccolta delle firme Pd per il referendum contro l’autonomia

Partita la raccolta delle firme Pd per il referendum contro l’autonomiaRoma, 20 lug. (askanews) – L’autonomia differenziata “spacca in due il Paese” e il Pd e le altre opposizioni vogliono fermarla con un referendum su cui parte oggi la raccolta di firme. Lo ha detto la segretaria democratica Elly Schlein parlando a Perugia. “E’ bello essere a Perugia per questa raccolta firme che parte.per un referendum che porteremo avanti con tante altre forze politiche, sociali, associative”.


“E’ bellissimo – ha aggiunto – partire da partire da Perugia, farlo assieme a tante persone che sono già accorse stamattina per firmare contro una riforma sbagliata, l’autonomia differenziata fatta dal governo Meloni che spacca in due il paese”. L’autonomia, insiste la Schlein, è una riforma “che aumenta le diseguaglianze che il sud e le aree interne hanno già pagato troppo. Ma che è una riforma insensata anche per il nord perché rischia di frammentare venti politiche energetiche diverse, quando ce ne vorrebbe solo una – europea – per abbassare le bollette”.


“Autonomia differenziata – ha aggiunto – vuol dire limitare l’accesso alla salute, alla sanità pubblica, al trasporto pubblico locale, alla scuola pubblica, alle cittadine e ai cittadini a seconda di dove nascono. Non accettiamo che ci siano cittadine e cittadini serie A e di serie B”.

Mattarella: contro l’odio politico educare a essere minoranza

Mattarella: contro l’odio politico educare a essere minoranzaRio de Janeiro, 19 lug. (askanews) – “Il confronto politico è un confronto che richiede rispetto, disponibilità a essere minoranza, possibilità di poter collaborare su cose comuni nell’interesse nazionale”. È la concezione che i paesi “autenticamente democratici” devono far crescere “culturalmente” per frenare la “predicazione di violenza e odio contrapposto” che quest’anno è sfociata nei “gravi” attentati a Donald Trump, al primo ministro slovacco Robert Fico, e a esponenti politici tedeschi. A una settimana dall’attentato a Donald Trump, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella torna a lanciare l’allarme sul deterioramento del tessuto civile e sul pericoloso rifiuto del confronto che caratterizzano la campagna per la Casa Bianca ma riguarda le democrazie di tutto il mondo.


Il rifiuto del confronto non è l’unica insidia per i paesi democratici secondo il capo dello Stato. Ci sono gli estremismi, i populismi e i nazionalismi. Sollecitato in un’intervista a Globo news su come le democrazie rappresentative possono difendersi, Mattarella riconosce che “la democrazia corre molti pericoli”. E una delle regioni “di rilievo” è che “vi sono molte persone che non accettano il cambiamento del mondo. Il mondo ormai strettamente interconnesso senza più distanze, in cui tutti hanno legittimamente il diritto di essere protagonisti e in cui si muovono anche grandi fenomeni migratori, crea allarme in alcuni settori della pubblica opinione che cade vittima di chi fa credere che li farà tornare a un mondo che non c’è più. Ed è un inganno, perché la storia cammina, il mondo cambia e non può tornare indietro”. Mattarella è preoccupato per la strada imboccata con l’invasione russa in Ucraina, quella dei blocchi contrapposti di grandi paesi. “La Nato era in condizioni di pausa, era sostanzialmente accantonata, l’aggressione militare della Russia all’Ucraina l’ha rilanciata, rilanciando il confronto militare fra blocchi e grandi paesi e questa è la strada peggiore che si possa imboccare. Quello che sta avvenendo è sconvolgente”.


Per impedire “questa degenerazione dei rapporti internazionali”, “C’è un’esigenza di nuova governance mondiale”, dice il capo dello Stato e “In questo Brasile e Italia sono affiancati nel desiderio di avere forme nuove, più efficaci, più penetranti, più incidenti sulla realtà del mondo”. Mattarella si riferisce all’Onu e al sistema di governance mondiale anche finanziaria. Da quando sono nati a oggi il mondo è ” totalmente cambiato”. Un ragionamento che il capo dello Stato ha fatto anche ieri intervenendo sempre a Rio al centro brasiliano di relazioni internazionali riconoscendo che il momento è di drammatica crisi, il dialogo con le guerre in corso soprattutto in Ucraina e medio oriente è difficile ma “l’obiettivo è di fare ogni sforzo possibile per la pace dappertutto”. E un aiuto alla pace nel mondo, Mattarella ne è convinto, è l’accordo tra Ue e Mercosur che il capo dello Stato non ha mancato di sollecitare in ogni momento della sua visita in Brasile. “Questo mondo – afferma- è attraversato da grandi tensioni, dal ritorno della guerra, da una tentazione di tornare a come ci si comportava secoli addietro. L’Ue è nata da Paesi che si erano combattuti in maniera sanguinosa e che hanno messo il futuro in comune. Un’intesa fra realtà integrate dei vari continenti fra di loro crea un tessuto mondiale molto più efficace delle spinte alla disgregazione e alla guerra”.

Renzi(Iv): chi prende più voti sarà candidato premier centrosinistra

Renzi(Iv): chi prende più voti sarà candidato premier centrosinistraRoma, 19 lug. (askanews) – “Non serve un federatore di questa coalizione… Nel 2018, quando ero segretario Pd, dissi: il leader del partito principale è candidato premier. Oggi non capiterà a me, credo, dico con libertà totale: il leader o la leader del partito di maggioranza è il candidato a palazzo Chigi. Mi sembra un ragionamento di grande correttezza”. Lo ha detto il leader di Iv Matteo Renzi, parlandoa ‘Metropolis’ della possibile alleanza di centrosinistra.


Un’alleanza è necessaria, aggiunge, “serve un’alternativa, per come funzionano le regole del gioco l’alternativa la fai se ti metti tutti insieme. Io non voglio avere Meloni per altri 5 anni… Non ce li voglio più. L’unico modo per non volerli è costruire un’alternativa”.

Lunedì Meloni vede Costa per ricucire con Ue,schiaffo dalla Nato

Lunedì Meloni vede Costa per ricucire con Ue,schiaffo dalla NatoRoma, 19 lug. (askanews) – Dopo il no, per “coerenza”, di ieri a Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni deve ricostruire un rapporto con i vertici europei. Un percorso che inizia già lunedì prossimo, quando a Palazzo Chigi arriva il nuovo presidente del Consiglio europeo, il socialista Antonio Costa, eletto con il voto favorevole di tutti i leader europei tranne che della premier italiana. Sul tavolo, naturalmente, i dossier al centro dei lavori del Consiglio nei prossimi mesi, quando dopo la nomina della Commissione il lavoro riprenderà a pieno ritmo.


Proprio la formazione dell’esecutivo comunitario è al centro dell’attenzione in questi giorni. Meloni – che nelle ore decisive del voto a Strasburgo ha avuto uno scambio di messaggi con Matteo Salvini – ieri ha rivendicato la scelta di non votare per il bis della von der Leyen, non condividendo “merito e metodo”, ma ha garantito che questo “non comprometterà la collaborazione”, che peralto era stata piuttosto stretta negli ultimi mesi dell’euro-legislatura. Qualche timore di ripercussioni per un’Italia schierata decisamente all’opposizione (l’unico Paese a dare, in modo diretto o indiretto, il no ai candidati alla Presidenza del Consiglio, della Commissione e come Alto rappresentante) però evidentemente la premier ce l’ha dato il ‘messaggio’ inviato ieri ai partner: “Non ho ragione di ritenere – ha detto – che la nostra scelta possa in alcun modo compromettere il ruolo che verrà riconosciuto all’Italia nella commissione”. Per Roma il candidato attualmente più accreditato per il posto di commissario è il ministro per i Rapporti con l’Ue e il Pnrr Raffaele Fitto. Per lui si potrebbe prospettare proprio la delega al Recovery Plan con l’aggiunta di un portafoglio economico. I contatti sono in corso. Magari anche con la mediazione di Antonio Tajani, che oggi – unico nel governo – gioisce per il bis della collega Ppe: “Se von der Leyen non fosse stata rieletta sarebbe stato il caos – ha detto il ministro degli Esteri – i mercati ci avrebbero punito e i cittadini ne avrebbero pagato il prezzo. Forza Italia è una garanzia sufficiente di europeismo e di atlantismo. Grazie al nostro voto, l’Italia ha rafforzato le istituzioni della Ue in un momento di grande instabilità internazionale. Roberta Metsola al Parlamento europeo e von der Leyen alla Commissione europea sono due leadership nel segno dei Popolari e le considero una vittoria di Forza Italia”. Intanto al governo è arrivato uno “schiaffo” dalla Nato: lo spagnolo Javier Colomina è stato nominato inviato speciale del segretario generale per il Sud. Quella casella era stata ufficialmente richiesta da Meloni appena la scorsa settimana a Washington e infatti l’esecutivo non ha preso bene la decisione e ha scritto una lettera al segretario generale uscente Jens Stoltenberg per esprimere sorpresa e disappunto. Peraltro, si fa notare, Colomina è stato nominato in modo estremamente celere, a poco più di due mesi dall’entrata in carica ufficiale di Mark Rutte (il primo ottobre) con cui la premier ha un ottimo rapporto personale.

Cosa prevede il “Dl salva-casa” approvato dalla Camera

Cosa prevede il “Dl salva-casa” approvato dalla CameraRoma, 19 lug. (askanews) – Con 155 voti favorevoli, 79 contrari e 9 astensioni la Camera ha approvato il decreto ‘salva-casa’ su cui ieri l’Aula di Montecitorio aveva rinnovato la fiducia al governo. Il decreto passa ora all’esame del Senato per la conversione in legge che deve avvenire entro il 28 luglio.


Il provvedimento interviene sul testo unico in materia di edilizia introducendo importanti novità: sanatoria per lievi irregolarità edilizie, ma anche per “variazioni essenziali” con il superamento della doppia conformità e sanzioni ridotte; via libera ai micro appartamenti di 20 metri quadri; procedure semplificate per il cambio di destinazione d’uso, anche per locali al piano terra e seminterrati; possibilità di recuperare i sottotetti anche se non sono rispettate le distanze minime tra gli edifici; soglie di ‘tollerabilità’ per superfici, altezze e cubature che non rispettano il progetto. Secondo il ministro delle infrastrutture, Matteo Salvini, si tratta della “prima risposta concreta alla ‘tassa sulla casa’ del progetto Von der Leyen. Misure che agevolano famiglie e pubbliche amministrazioni”. Secondo Pd, M5S e Avs, le misure rappresentano un condono e una deregulation selvaggia, destinata a cambiare in peggio il volto delle città e la qualità dell’abitare, consentendo alle persone di poter vivere in “loculi”. I deputati di Italia Viva e Azioni si sono astenuti ritenendo il decreto un passo avanti ma non sufficiente a sbloccare il settore e favorire interventi di rigenerazione.


Niente da fare, in questo provvedimento, per le norme su Milano, su cui al momento non ci sarebbe accordo nella maggioranza. Oggi Salvini ha buttato la palla in campo avversario puntando l’indice contro il sindaco Beppe Sala, che avrebbe criticato le diverse proposte della Lega senza presentare una sua proposta. Ecco le principali misure del decreto.


Sanatoria per difformità parziali e le variazioni essenziali – Per la regolarizzazione degli abusi viene superata la doppia conformità edilizia(ossia conformità alle discipline urbanistica ed edilizia vigenti sia al momento della realizzazione dell’intervento, sia al momento della presentazione della domanda). Con le nuove regole è richiesta la conformità urbanistica al momento della presentazione della domanda e la conformità edilizia al momento della realizzazione dell’intervento. Questo regime semplificato, inizialmente era previsto solo per le difformità parziali, poi con un emednamento della Lega è stato esteso alle ‘variazioni essenziali’ che includono, ad esempio, gli aumenti della cubatura. Sconti nelle sanzioni per la sanatoria – Per regolarizzare delle difformità è richiesto il pagamento di un importo non superiore a 10.328 euro, che si riduce a 5.164 euro se l’intervento risulti conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente sia al momento della presentazione della domanza sia al momento della realizzazione dell’intervento. Nella prima versione del decreto la sanzione poteva arrivare a oltre 30.000 euro.


Micro appartamenti – Possono ottenere l’abitabilità, in quanto soddisfani i requisiti igienico sanitari, i monolocali fino a 20 metri quadri (anzichè 28) per una persona mentre per due persone sono richiesti 28 metri quadri, anzichà 38. L’altezza minima interna dei locali passa da 2,70 a 2,40 metri. Cambio di destinazione d’uso della singola unità immobiliare – E’ sempre consentito all’interno della stessa categoria funzionale, nel rispetto della normativa di settore, ferma restando la possibilità per gli stumenti urbanistici comunali di fissare specifiche condizioni. È stata introdotta una disciplina uniforme per i cambi di destinazione d’uso, senza distinzione se con opere o senza. Locali al piano terra o seminterrati – E’ possibile il passaggio alla categoria residenziale, che è regolato dalla legislazione regionale e permette ai comuni di individuare le zone consentite. Sottotetti – Possono essere recuperati e diventare abitazioni. L’obiettivo della norma è quello di ‘”ampliamento dell’offerta abitativa limitando il consumo di nuovo suolo”. Il recupero è consentito anche quando non c’è il rispetto delle distanze minime tra gli edifici e dai confini, Tollerabilità – il decreto introduce soglie di ‘tollerabilità’ per gli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024, soglie che riguardano il mancato rispetto di altezza, distacchi, cubatura, superficie coperta. Le soglie sono del 2% delle misure previste nel titolo abitative per gli immobili superiori a 500 metri quadri, del 3% per gli immobili tra 300 e 500 metri quadri, del 4% tra i 100 e i 300 metri quadri, del 5% per gli immobili inferiori a 100 metri quadri. Con un emendamento in Commissione è stata inserita un’altra soglia, pari al 6% per gli immobili sotto i 60 metri quadri. Proroga per le demolizioni – Il Comune può concedere fino a 240 giorni di tempo dall’ingiunzione, anzichè 90, per la demolizione di un immobile abusivo qualora il residente dello stesso immobile abbia “serie e comprovate esigenze di salute” o versi in “stato di bisogno o in gravi situazioni di disagio socio-economico”. Più semplice effettuare interventi di efficientamento – Questi lavori nella singola unità immobiliare sono possibili anche in presenza di eventuali difformità nelle parti comuni del condomonio. Allo stesso modo, gli interventi di efficientamento nelle parti comuni di un edificio sono possibile anche in presenza di difformità nei singoli appartamenti. Edilizia libera – Il decreto amplia gli interventi che non hanno bisogno di autorizzazione. Rientrano in questa categoria la possibilità di realizzare vetrate panoramiche amovibili e totalmente trasparenti (cosiddette “VEPA”) in tutti i porticati, rientranti o meno all’interno dell’edificio, e l’installazione di strutture di protezione dal sole e dalle intemperie, tipo tende a pergola, comprese le cosiddette tende “bioclimatiche”. Sanatoria difformità in zone vincolate – Il decreto ha introdotto una sanatoria anche per gli interventi in zone soggette a vincoli che, prima dell’entrata in vigore del nuovo Codice dei beni culturali del 2006, pur essendo stati autorizzati dal Comune, non avevano il preventivo accertamento della compatibilità paesaggistica.