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Calenda risponde a Conte: vogliamo cancellare la politica M5s

Calenda risponde a Conte: vogliamo cancellare la politica M5sRoma, 31 mar. (askanews) – “Di liberale non hai neppure la pochette. Nessuno ti vuole cancellare per legge, quello lo farebbero i tuoi amici Putin e Maduro. Vogliamo cancellare il vostro modo di fare politica fondato sul trasformismo, populismo e prese in giro degli elettori. Buona strada”. Lo afferma il segretario di Azione Giuseppe Conte, rispondendo su X alle parole sul suo conto del presidente M5s Giuseppe Conte.


“Giuseppe – attacca Calenda rivolgendosi direttamente al leader pentastellato- hai firmato per l’aumento al 2% delle spese per la difesa e adesso fai finta di nulla. Abusi della parola pace sostenendo di fatto le ragioni di Putin sulla pelle degli ucraini che difendono la loro libertà.Hai distrutto i conti pubblici facendo rifare seconde case e ville a spese di infermieri, insegnanti e poliziotti. Urli voglio una UE che ci dia soldi sulla sanità e non sulle armi e hai rifiutato 38 miliardi di prestito europeo sulla sanità. Hai governato con Salvini sorridendo mentre presentavi i decreti sicurezza. Hai flirtato con Trump, Putin, Maduro e la Cina”.

Mattarella: fermo impegno Repubblica contro estremismo e intolleranza

Mattarella: fermo impegno Repubblica contro estremismo e intolleranzaRoma, 30 mar. (askanews) – “Tra gli elementi fondamentali della convivenza civica in Italia risaltano il pluralismo religioso, il rifiuto di ogni forma di discriminazione basata sulla adesione a un credo, la libertà di culto. Nel rispetto di tali principi costituzionali, la Repubblica mantiene fermo l’impegno contro l’estremismo e l’intolleranza”. Lo scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una dichiarazione in occasione della fine del Ramadan. “Sono lieto di porgere i migliori auguri ai concittadini e alle donne e agli uomini di fede islamica che trascorrono in Italia la festa dell’Eid al Fitr” scrive il capo dello Stato.

Mattarella: dolore per le violenze inaccettabili in Medio Oriente, solidarietà ai civili innocenti

Mattarella: dolore per le violenze inaccettabili in Medio Oriente, solidarietà ai civili innocentiRoma, 30 mar. (askanews) – “È doloroso constatare che anche quest’anno il raccoglimento proprio del mese di Ramadan sia stato turbato da violenze inaccettabili e da perduranti tensioni, soprattutto in Medio Oriente”. Lo scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una dichiarazione in occasione della fine del Ramadan (Eid Al Fitr). “Ai sentimenti di solidarietà nei confronti dei civili innocenti che subiscono i drammatici effetti delle crisi in atto, aggiungo l’auspicio che venga raccolto il messaggio di pace e fratellanza espresso dalle religioni” afferma il capo dello Stato.

Calenda: 50% ragazzi vorrebbe la dittatura, non crede nella democrazia

Calenda: 50% ragazzi vorrebbe la dittatura, non crede nella democraziaRoma, 30 mar. (askanews) – “Il 50% dei ragazzi fino a 34 anni non crede più nella democrazia e vorrebbe la dittatura perché la politica non è capace di far accadere niente”. Così il segretario di Azione, Carlo Calenda, a margine del congresso del partito a Roma, rilancia un sondaggio lanciato ieri.


“Mentre destra e sinistra si prendono a pesci in faccia e parlano delle borsette della Santanché quel che accade è che un italiano si sveglia non riesce a fare una tac e dice che a questa politica non credo più”, ha aggiunto. “Ieri abbiamo invitato tutti a dialogare su questo tema, abbiamo cercato di spiegarlo alla presidente del consiglio e agli altri politici che hanno partecipato al nostro congresso: il rischio più grande che c’è oggi è che a forza di picchiarsi tra di loro – destra e sinistra – gli italiani percepiscano che la politica non riesce a far accadere nulla, questo è il principale rischio democratico che c’è”, ha sottolineato.

Meloni a congresso Azione: confronto, ma non sostituisco alleati

Meloni a congresso Azione: confronto, ma non sostituisco alleatiRoma, 29 mar. (askanews) – Azione avanza “proposte interessanti” su cui è possibile “lavorare insieme”, ma “non voglio sostituire” gli alleati di governo. Lo assicura Giorgia Meloni, che questa mattina ha scelto Carlo Calenda per il suo ‘debutto’ da premier in un congresso di partito. Al suo arrivo nello spazio eventi in cui si svolge l’assise viene accolta da un applauso e dal benvenuto “emozionato” della vice presidente del partito Elena Bonetti.


La premier si siede in prima fila e ascolta tutto l’intervento del leader: “E’ una nostra avversaria, ma con gli avversari si parla”, dice Calenda. Un’impostazione su cui Meloni si trova d’accordo. “Abbiamo fatto un po’ discutere con questa presenza – ricorda – forse dovremmo interrogarci sul perché un normale confronto faccia discutere. Ho letto cose bizzarre, come la teoria secondo cui volevo concedermi una scorribanda tra i moderati. E devo dire che dopo l’intervento di Calenda porto io moderazione. O cose surreali come quella che vengo qui per dare segnali agli alleati, che vorrei sostituirli”. E invece ha accettato l’invito, spiega, “per una ragione banale ma anche più profonda: io vengo da una storia politica di una comunità che ha fatto del confronto con le idee anche più distanti la cifra della propria dimensione senza che potesse mettere in discussione l’identità. La politica si fonda su questo”. E uno dei problemi dell’Italia è proprio che “in molte occasioni si antepone l’interesse di partito a quello nazionale” leggendo tutto “con la lente dell’ideologia”, cosa che “ha indebolito la credibilità politica e allontanato i cittadini”. La premier punta quindi il dito contro le ‘altre’ opposizioni. Quel Giuseppe Conte che con “politiche scellerate” ha “devastato i conti pubblici” e che da presidente del Consiglio “sottoscrive il 2% del Pil per le spese in difesa come chiesto dalla Nato e poi quando è all’opposizione va in piazza per manifestare contro chi cerca di mantenere quell’impegno sottoscritto dall’Italia”. O come Elly Schlein, che “dice che gli Usa non possono essere nostri alleati”, e i leader che “sostengono la linea che l’Europa non debba spendere risorse per la propria sicurezza”. La loro proposta, ironizza, “è che l’Europa diventi una grande comunità hippy demilitarizzata che spera nella buona fede delle altre potenze straniere?” La realtà, per lei, è che gli investimenti per la difesa sono “il prezzo della libertà”.


Da parte sua, la linea del governo è quella della “serietà” tanto in economia quanto nei rapporti internazionali, in particolare con gli Stati Uniti. Sui dazi, per esempio, “non si deve agire per impulso, bisogna agire in modo ragionato cercando di raggiungere un punto di equilibrio”. Quanto alle polemiche sulla sua intervista al Financial Times, in cui si è detta d’accordo con J.D. Vance sulle critiche all’Europa, precisa di non aver detto, come qualcuno ha accusato, che “la Meloni dichiara di stare con Trump contro l’Europa” ma che “l’Italia sta in Europa ma anche per rafforzare o difendere l’unità dell’Occidente che è un bene troppo prezioso per essere archiviato con leggerezza”. Esattamente come – dice – oggi in un’intervista riconosce anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Una politica “seria” – rivendica – anche per le riforme, quelle per il premierato, sulla giustizia, per l’autonomia differenziata, il cui obiettivo è “cercare di consegnare un’Italia migliore di quella che noi abbiamo ereditato, più consapevole del suo ruolo globale, che torna ad indicare la rotta, consapevole che può ancora stupire il mondo”. “Trovo molto interessanti alcune proposte di Azione”, come sull’energia, il nucleare o l’acqua e “su questo – assicura – possiamo lavorare insieme”, nella convinzione che “la democrazia dell’alternanza non si fonda su una diversità antropologica, ma banalmente su idee diverse” che però, se si confrontano, possono individuare “soluzioni migliori. Questa è una caratteristica che voglio riconoscere ad Azione: una forza politica che si confronta nel merito delle cose, guardando al risultato anziché al posizionamento politico”.


“La presidente Meloni – commenta Calenda – ha fatto il suo intervento sulla sua prospettiva, sulla sua idea, dei rapporti con gli Usa. Ha parlato del suo programma di governo, ha fatto il suo intervento. Per noi il punto che rimane dirimente e che spaccherà i due poli è che nei prossimi mesi l’Ue dovrà scegliere un’autonomia strategica che comporta investimenti comuni sulla difesa. E oggi noi sappiamo che Salvini non è d’accordo e il Movimento 5 stelle non è d’accordo. Cosa fanno destra e sinistra rispetto a questo? E’ una scelta che ha lo stesso livello di importanza di quella che fece De Gasperi decidendo di stare nella Nato e di cercare poi di costruire la Comunità europea di difesa. Noi oggi a questa domanda non abbiamo risposte. Siamo in un passaggio della storia in cui il bipolarismo italiano è totalmente fratturato”.

Dazi, Meloni: non agire per impulso, cercare un punto di equilibrio

Dazi, Meloni: non agire per impulso, cercare un punto di equilibrioRoma, 29 mar. (askanews) – Con gli Usa “certo che ci sono divergenze, a partire dai dazi, ma non si deve agire per impulso, bisogna agire in modo ragionato cercando di raggiungere un punto di equilibrio”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo al congresso di Azione. “Qualcuno ha detto che è scandaloso” quanto ho dichiarato al Financial Times su Vance, che “la Meloni dichiara di stare con Trump contro l’Europa. Io ho detto una cosa molto diversa. Io sto sempre con l’Italia, l’Italia sta in Europa ma anche per lavorare per rafforzare o difendere l’unità
dell’Occidente che è un bene troppo prezioso per essere archiviato con leggerezza. E ringrazio von der Leyen che oggi in un’intervista ribadisce questa posizione. Farò quel che posso per difendere questa unità perché è necessario e giusto”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo al congresso di Azione.


  

Meloni: mie parole su Vance? Io difendo l’Occidente

Meloni: mie parole su Vance? Io difendo l’OccidenteRoma, 29 mar. (askanews) – “Qualcuno ha detto che è scandaloso” quanto ho dichiarato al Financial Times su Vance, che “la Meloni dichiara di stare con Trump contro l’Europa. Io ho detto una cosa molto diversa. Io sto sempre con l’Italia, l’Italia sta in Europa ma anche per lavorare per rafforzare o difendere l’unità dell’Occidente che è un bene troppo prezioso per essere archiviato con leggerezza. E ringrazio von der Leyen che oggi in un’intervista ribadisce questa posizione. Farò quel che posso per difendere questa unità perché è necessario e giusto”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo al congresso di Azione.

Ue-Usa, Meloni d’accordo con Vance. Salta tregua Salvini-Tajani

Ue-Usa, Meloni d’accordo con Vance. Salta tregua Salvini-TajaniRoma, 28 mar. (askanews) – L’opinione secondo cui l’Italia dovrà prima o poi scegliere da che parte stare, tra gli Stati Uniti di Trump e l’Europa, è “infantile” e “superficiale”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un’intervista al Financial Times, bolla come insensate le critiche di ambiguità che l’opposizione italiana le continua a rinfacciare rispetto alle tensioni nelle relazioni transatlantiche. Anche se, per la verità, dalle parole della premier traspare una predilezione per il rapporto con gli Usa guidati dal tycoon.


Non solo, dice Meloni, gli Stati Uniti sono il “primo alleato” dell’Italia, ma “Trump è un leader repubblicano e sicuramente io sono più vicina a lui che a tanti altri”. Quindi “capisco un leader che difende i suoi interessi nazionali”, perché “io difendo il mio”. In ogni caso, è “nell’interesse di tutti” superare le gravi tensioni tra le due sponde dell’Atlantico, perché “le nostre relazioni con gli Stati Uniti sono la relazione più importante che abbiamo”. Secondo Meloni, le reazioni di alcuni leader europei sono state spesso “un po’ troppo politiche”. “A volte – dice la premier nell’intervista rilasciata quando ancora Trump non aveva annunciato i dazi del 25% sulle auto costruite fuori dagli Usa – ho l’impressione che rispondiamo semplicemente d’istinto. Su questi argomenti bisogna mantenere la calma, ragionare a sangue freddo e lavorare per trovare una buona soluzione comune”. Ad ogni modo “l’Italia – sostiene la premier – può avere buoni rapporti con Stati Uniti e se c’è qualcosa che l’Italia può fare per evitare uno scontro degli Stati Uniti con l’Europa e per costruire ponti, lo farò, ed è nell’interesse degli europei”.


Anche l’approccio “conflittuale” di Trump sull’aumento delle spese per la difesa europea può diventare secondo la presidente del Consiglio, uno “stimolo” affinché il continente si assuma la responsabilità della propria sicurezza. “Mi piace dire che la crisi nasconde sempre un’opportunità”, afferma lasciando intendere che l’Italia rispetterà gli impegni seri: sono “persona seria” che vuole “rappresentare una nazione seria”. Sul sostegno all’Ucraina la premier continua a mantenere un profilo discreto. Vuole una pace giusta per Kiev ma si mostra scettica sulla “forza di rassicurazione” proposta da Francia e Regno Unito: “Dobbiamo stare attenti. Può essere vista più come una minaccia”. Secondo Meloni, l’estensione all’Ucraina della clausola di mutua difesa prevista dall’articolo 5 della Nato, senza effettivamente ammettere Kiev nell’alleanza, sarebbe invece una proposta “più facile ed efficace”.


Ma è sulla visione “politica” delle differenze tra Usa e Ue che Meloni sembra decisamente propendere per la ‘Weltanschauung’ trumpiana. “Devo dire che sono d’accordo” con le parole del vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance, quando afferma che l’Europa ha abbandonato il suo impegno per la libertà di parola e la democrazia. “Lo dico da anni… l’Europa si è un po persa”, sottolinea la premier, aggiungendo che le critiche dell’amministrazione Usa all’Europa non sono rivolte al suo popolo, ma alla sua “classe dirigente… e all’idea che invece di leggere la realtà e di trovare modi per dare risposte alle persone, si preferisca imporre la propria ideologia”. Va precisato che nell’intervista si fa riferimento alle parole pronunciate da Vance a Monaco, quasi un mese fa, ma nel frattempo il vicepresidente Usa ha anche definito “scrocconi” gli europei in tema di difesa, ricevendo peraltro l’approvazione dello stesso Trump, che aveva rincarato la dose parlando di “parassiti”.


Sarà anche per questo che i contenuti dell’intervista di Giorgia Meloni sono stati accolti con grande favore dall’alleato di governo e vicepremier leghista Matteo Salvini: “Tra Trump che lavora per la pace e l’asse Macron-Von der Leyen che parlano di guerra e armi, non abbiamo dubbi da che parte stare. In un momento così delicato, dopo tre anni di conflitto e morti, è irresponsabile soffiare sui venti di guerra e boicottare i tavoli che parlano di pace e disarmo. Bene quindi la linea italiana, fondata su prudenza e affidabilità”. Di tutt’altro avviso buona parte dell’opposizione. “Giorgia Meloni – sottolinea la segretaria Pd Elly Schlein – ha scelto di difendere l’interesse nazionale, ma quello americano. Anzi, quello di Trump e Musk. Oggi è più chiaro che mai, ha scelto di indossare il cappellino Maga, ammainando di fatto da palazzo Chigi la bandiera italiana e quella europea. Ed è un problema enorme invece per l’interesse nazionale italiano se la presidente del Consiglio sceglie di dare ragione a chi, come Vance, dà dei parassiti agli europei, insultando quindi anche noi italiani, dopo giorni di imbarazzante silenzio. Il governo Meloni – conclude Schlein – si sta trasformando giorno dopo giorno nel cavallo di Troia dell’amministrazione Trump all’interno dell’Ue. Un fatto grave e imbarazzante per l’Italia, Paese membro fondatore dell’Unione”. “Meloni pensa di costruire un rapporto con gli Usa diverso da quello che può costruire l’Europa, la Germania o la Francia, ma penso che sia una grande illusione”, afferma più sommessamente Matteo Richetti, capogruppo di Azione alla Camera. “Giorgia Meloni – secondo il vicepresidente di Italia Viva Enrico Borghi – doveva e poteva diventare la Merkel europea, trasformandosi in leader conservatrice moderna, ma rompe con l’Europa sul tema fondamentale della difesa europea e si ritrova ad essere una modesta Orban al femminile”. Intanto sembra già finita la tregua tra i due vicepremier Salvini e Tajani siglata mercoledì scorso in un vertice con la premier a Palazzo Chigi: “Sto preparando una missione con le imprese italiane per rafforzare la partnership con gli Stati Uniti, come da dialogo con J.D. Vance”, annuncia il segretario della Lega, incurante del fatto che, come non manca di ricordare Angelo Bonelli di Avs, “la competenza sul commercio estero sia del ministro degli Esteri Tajani”.

Migranti, Schlein: centri Albania diventano Cpr più cari di sempre

Migranti, Schlein: centri Albania diventano Cpr più cari di sempreRoma, 28 mar. (askanews) – “Non solo Giorgia Meloni non riesce a chiedere scusa per i diritti calpestati e i soldi sprecati in Albania, ma rincara la dose. Pur di mandare qualcuno nei centri in Albania rimasti sempre vuoti e coprire il fallimento totale della sua propaganda, lo vuole trasformare nel Cpr più caro della storia. 800 milioni di euro degli italiani che si potevano usare per assumere medici e infermieri”. Lo afferma la segretaria del Pd Elly Schlein.


“Dopo averci rifilato per mesi la balla dell’effetto ‘deterrente’ sulle partenze, perché le persone non sarebbero arrivate in Italia, ora ci spiegano che manderanno in Albania solo persone da rimpatriare che si trovano già in Italia. E con costi maggiori, perché non potrebbero comunque rimpatriarle dall’Albania quindi dovrebbero riportarle nuovamente in Italia. Ma la normativa europea vigente non consente di delocalizzare un centro di rimpatri in un Paese terzo”. “Inoltre – aggiunge – il protocollo prevede che solo una piccola parte dei centri albanesi possa essere utilizzato come Cpr, per un totale di meno di 50 posti, quindi per convertirli tutti bisognerebbe rivedere il protocollo con l’Albania. Sostenere che questa conversione non avrebbe costi maggiori è semplicemente ridicolo. Uno dei due centri, a Shengjin, non è nemmeno attrezzato per alloggi e quindi sarebbe già da buttare”.


Conclude Schlein: “Il Governo non si fa remore a calpestare diritti fondamentali e buttare altre risorse degli italiani per la sua propaganda vuota e dannosa.”

Il Cdm: ok a decreto per il Cpr dei migranti in Albania. Cambiano anche le regole sulla cittadinanza

Il Cdm: ok a decreto per il Cpr dei migranti in Albania. Cambiano anche le regole sulla cittadinanzaRoma, 28 mar. (askanews) – E’ terminata dopo quasi due ore a Palazzo Chigi la riunione del Consiglio dei ministri, all’ordine del giorno, tra le altre cose, un decreto che modifica le norme per la cittadinanza per discendenza, un decreto per la riconversione dei centri hotspot per migranti in Albania e uno per l’attuazione del Pnrr e l’avvio dell’anno scolastico 2025-2026.


In particolare, il Cdm ha approvato un “dl molto semplice che interviene sulla legge di ratifica del protocollo Albania, non sul contenuto del protocollo, rendendo possibile utilizzare la struttura già esistente anche per persone trasferite dall’Italia e non solo per quelle trasferite all’esito di procedure di soccorso in mare. Ciò ci permette l’immediata riattivazione di quel centro che non perde le sue funzioni già previste e non viene snaturato”, ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, illustrando in conferenza stampa a Palazzo Chigi le principali misure previste dal decreto approvato dal Cdm. Il governo punta a rendere “operativo a breve” il nuovo Cpr per migranti in Albania “aprendo alla possibilità di trasferimento dall’Italia di persone già destinatari di provvedimento di espulsione e trattenuti nei Cdm” ha detto Piantedosi. “Il titolo e la disciplina di trattenimento non cambiano – ha spiegato il ministro -. Il centro è già stato realizzato e non ci saranno risorse aggiuntive per la realizzazione della struttura. Il centro in Albania si aggiungerà alla rete nazionale dei Cpr”. Cambiano anche le regole sulla cittadinanza. La riforma della cittadinanza ius sanguinis “è una riforma di grande importanza, perché punta a rinforzare il legame tra chi vuole essere cittadino italiano e l’Italia”, ha detto il ministro degli Esteri e vice presidente del Consiglio, Antonio Tajani, durante il punto stampa al termine del Consiglio dei Ministri.


“Essere cittadino italiano è una cosa seria, la concessione della cittadinanza è una cosa seria…purtroppo ci sono stati nel corso degli anni abusi e richieste di cittadinanza che andavano un po’ al di là del vero interesse nei confronti del nostro Paese”, ha detto il capo della diplomazia italiana, “La riforma che noi abbiamo approvato, punta soprattutto a tutelare coloro che vogliono essere cittadini italiani, a tutelare i cittadini italiani all’estero – i veri cittadini italiano all’estero – e a tutelare inoltre i tantissimi comuni italiani che sono oberati di lavoro per la ricostruzione della cittadinanza, comuni che sono poi costretti a bloccare tutto il resto dell’attività amministrativa”. “Così come sono bloccati”, ha chiarito, “i nostri consolati per fare queste pratiche e non per fare le pratiche che interessano i cittadini italiani che vogliono essere parte del nostro Paese”.