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Autonomia, Schlein: largo rassemblement contro legge spacca Paese

Autonomia, Schlein: largo rassemblement contro legge spacca PaeseRoma, 5 lug. (askanews) – “È una bella giornata, siamo qui a presentare insieme alla forze politiche, sociali un quesito per fermare l’autonomia che spacca un Paese che ha bisogno di essere ricucito. Il Governo non ha messo un euro, questo vuol dire che a loro le diseguaglianze stanno bene così. Ma non ha senso avere 20 politiche energetiche diverse, ci condanniamo all’irrilevanza. Ci sono tante ragioni per mobilitarsi insieme e siamo felicissimi di farlo con questo largo rassemblement di forze politiche, associazioni, sindacati società civile. Ci stiamo muovendo anche con le Regioni”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein a margine della presentazione in Cassazione del quesito per il referendum sull’autonomia differenziata.

Ue, Meloni: sistema si conserva, maggioranza fragile non durerà

Ue, Meloni: sistema si conserva, maggioranza fragile non dureràRoma, 4 lug. (askanews) – In Europa “ci sono delle debolezze che si sommano” e “c’è una tendenza del sistema a conservarsi. Come accade qui in Italia, accade anche in Europa e quindi si sta cercando di nascondere la polvere sotto al tappeto, pensando che si possa fare finta di niente e che si possa non tener conto delle indicazioni che arrivano dai cittadini, che si possa continuare con le politiche che abbiamo visto finora nonostante i cittadini abbiano chiesto un significativo cambio di passo, nonostante abbiano chiesto un’Europa molto più pragmatica, molto meno ideologica”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella puntata di ‘Dritto e rovescio’ in onda stasera.


“Un’Europa – ha aggiunto – molto meno invasiva, un’Europa che non sta lì a dirti che macchina devi guidare, quanta terra puoi coltivare, che cosa devi mangiare, come devi ristrutturare la casa. Quello che abbiamo visto è che diciamo si tende a mantenere quella realtà. Io temo che non funzionerà. Intanto, non sono d’accordo né sul metodo né sul merito, ed è la ragione per la quale – l’ho detto – non ho votato l’accordo che alcuni hanno ritenuto di fare sulle massime cariche europee. Poi, qui in Italia qualcuno diceva: ‘No, bisogna adeguarsi perché poi si va a trattare e si cerca di portare a casa un risultato migliore’. Io rifiuto questo racconto, rifiuto l’idea che quello che spetta all’Italia venga riconosciuto solo se il Governo si adegua. Se esiste ancora un’Unione Europea, all’Italia va riconosciuto quello che le va riconosciuto, banalmente perché è la terza economia europea, è un paese fondatore, è la seconda manifattura d’Europa e pure perché tra le grandi nazioni europee è quella con il Governo più stabile. Dopodiché, però diciamo la verità, non è che in passato ha funzionato questa tecnica della sinistra perché 5 anni fa, quando il Governo era pienamente inserito in questa maggioranza ed era totalmente supino alle scelte di quella maggioranza, l’Italia non ha preso nessuno dei massimi incarichi europei. Dico di più, neanche uno dei vicepresidenti della Commissione. Sa quanti erano i vicepresidenti della Commissione Europea? Sette. L’Italia non ne aveva uno, per cui non mi pare neanche che sia una tecnica che ha funzionato. Penso che sia molto più serio dire le cose come le si pensa, perché le persone ti rispettano se sei credibile, se sei onesto, se sei coerente, che è la scelta che ho fatto io”. “Per il futuro – ha concluso – dico che non credo che durerà questo tentativo di mettere la polvere sotto il tappeto perché la maggioranza è molto fragile. E penso che, quando i provvedimenti cominceranno ad arrivare nel Parlamento Europeo, la maggioranza inevitabilmente si sposterà verso destra e allora a quel punto riusciremo sicuramente anche a dare qualche soddisfazione ai cittadini per le indicazioni che ci hanno dato con le elezioni”.

Meloni: da Mattarella no attacco a governo, strumentalizzato

Meloni: da Mattarella no attacco a governo, strumentalizzatoRoma, 4 lug. (askanews) – “Io francamente non ho letto, differentemente da altri, nel discorso del presidente Mattarella un attacco al governo e non si fa un favore alle istituzioni e al ruolo del presidente della Repubblica se ogni cosa che dice viene strumentalizzato come se fosse il capo dell’opposizione”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella registrazione della puntata di ‘Dritto e rovescio’ in onda stasera.


Il suo, ha aggiunto, “era un discorso sulla democrazia molto alto che condivido perché è vero che nelle democrazie non esiste un assolutismo nei poteri, neanche nella maggioranza, per questo ci sono pesi e contrappesi”.

Gli europarlamentari M5S entrano nel gruppo della Sinistra

Gli europarlamentari M5S entrano nel gruppo della SinistraBruxelles, 4 lug. (askanews) – Il gruppo della Sinistra (“The Left”) al Parlamento europeo “ha deciso di accogliere il Movimento 5 Stelle” nel suo seno, ma la decisione dovrà essere confermata tra sei mesi, dopo un periodo di reciproca osservazione e valutazione della convergenza politica tra le due parti. Lo afferma un comunicato stampa del gruppo pubblicato questo pomeriggio a Bruxelles.


“Per confermare la convergenza politica, La Sinistra e il M5S hanno concordato di prendersi un periodo di sei mesi con reciproco status di osservatore. Siamo fiduciosi che collaboreremo in modo costruttivo e produttivo per confermare la convergenza tra La Sinistra e il M5S, per lavorare insieme per le persone e per e il Pianeta”, si legge nel comunicato.

Meloni: la sicurezza sul lavoro è una priorità, il governo farà la sua parte

Meloni: la sicurezza sul lavoro è una priorità, il governo farà la sua parteRoma, 4 lug. (askanews) – “La sicurezza sul lavoro è un tema che sta particolarmente a cuore a questo Governo, ed è una delle priorità di cui ci stiamo occupando di più fin dal nostro insediamento, anche nel confronto con le organizzazioni datoriali e sindacali. Perché questa è una sfida che non tocca solo le Istituzioni, ma che coinvolge tutti, ad ogni livello. Tutti, nessuno escluso, devono sentirsi parte in causa. Il Governo intende fare la propria parte”. Così la premier Giorgia Meloni, alla ‘Cerimonia di commemorazione delle vittime sul lavoro’. “Siamo convinti – ha scritto la premier in un messaggio inviato in occasione della Giornata – che la strategia da seguire sia quella di prevedere controlli molto più stringenti, pene più severe per chi non rispetta le norme sulla sicurezza sul lavoro e una sempre più diffusa cultura della prevenzione”.

Salvini: Mattarella? Qui dittatura minoranze, non il contrario

Salvini: Mattarella? Qui dittatura minoranze, non il contrarioMilano, 4 lug. (askanews) – “Qui c’è il problema della dittatura delle minoranze, non il contrario…”. Così il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, parlando con i cronisti a Cortina d’Ampezzo, ha risposto a chi gli chiedeva un commento sulle parole pronunciate ieri dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sulla democrazia.


“Siamo in democrazia nel 2024: il popolo vota, vince e decide. Chi è scelto per governare governa. Io non faccio filosofia, faccio politica. In Italia, come in Francia, chi prende i voti governa, nel rispetto delle regole, della democrazia e delle minoranze”, ha sottolineato il vicepremier. “Penso che il richiamo potesse essere fatto ad altri, ma non sicuramente alla situazione italiana, dove la minoranza si occupa da maggioranza pretendendo di imporre politiche culturali e il suo modo di vivere e ragionare”, ha detto Salvini. “Qui – ha concluso – c’è il problema della dittatura delle minoranze, non il contrario”.

Ue, il Pis polacco resta con Fdi nel gruppo dei Conservatori

Ue, il Pis polacco resta con Fdi nel gruppo dei ConservatoriBruxelles, 3 lug. (askanews) – Il pericolo di fuga del partito polacco Pis (“Diritto e Giustizia”) dal gruppo dei Conservatori e Riformisti al Parlamento europeo (Ecr) sembra per ora scongiurato. Durante la loro riunione in Sicilia, a Brucoli, vicino a Siracusa, collegati in videoconferenza con una sala dell’Europarlamento (per gli eurodeputati che non hanno potuto lasciare Bruxelles), i Conservatori hanno eletto come co-presidenti dell’Ecr Nicola Procaccini, di Fratelli d’Italia (24 seggi), e Joachim Brudziski, del Pis (20 seggi), confermando la doppia guida italo-polacca del gruppo.


La permanenza del Pis nelle sue file garantisce anche all’Ecr, almeno per ora, il suo status (acquisito dopo le elezioni a spese dei liberali di Renew) di terzo gruppo dell’Europarlamento (84 eurodeputati). Erano stati gli stessi dirigenti del partito polacco a parlare della possibilità, stimata al 50%, di una fuoriuscita dai Conservatori per aderire al nuovo gruppo di destra “Patrioti per l’Europa”, che dovrebbe costituirsi l’8 luglio. La creazione del nuovo gruppo è stata annunciata a Vienna domenica scorsa da tre esponenti della destra sovranista dell’Europa centro orientale: Viktor Orbßn, il premier ungherese e leader del partito Fidesz (10 eurodeputati), che finora era tra i “non iscritti”; l’ex premier ceco áAndrej Babis, del partito Ano (7 eurodeputati), ed Herbert Kickl, leader dell’Fpo austriaco, che si prepara a una probabile vittoria alle elezioni politiche in Austria in autunno. á L’Fpo austriaco era finora parte del gruppo politico dell’estrema destra al Parlamento europeo, Identità e Democrazia (ID), di cui sono membri anche gli eurodeputati della Lega e quelli del Rassemblement National francese di Marine Le Pen. il gruppo ID ha rinviato all’8 luglio a Bruxelles, la sua riunione costitutiva dopo le elezioni europee, inizialmente prevista per oggi, 3 luglio.


Il rinvio della riunione costitutiva dell’Id può essere spiegato, da una parte, con la necessità di attendere i risultati delle elezioni francesi e le successive decisioni del Rassemblement National; ma soprattutto è importante capire quale impatto possa avere la creazione del nuovo gruppo sovranista dei “Patrioti”, che sta già esercitando una forte attrazione su diversi partiti membri di ID, a cominciare dai portoghesi di Chega (due eurodeputati). Anche la Lega appare fortemente interessata ai “Patrioti” (che sembrano prefigurare quella unione delle destre in un “supergruppo”, auspicata da Matteo Salvini), così come lo stesso Rassemblement National di Marine Le Pen, che quanto meno non sembra si stia mettendo di traverso all’iniziativa sponsorizzata da Orbßn, nonostante la sua forza numerica (30 eurodeputati) che gli garantisce la leadership nel gruppo ID. á Marine Le Pen, tuttavia, potrebbe preferire una strada diversa, prendendo più tempo per corteggiare poi l’Ecr, e proseguire coì la sua “melonizzazione”, di cui tanto parlano i media francesi. Ovvero l’acquisizione di una nuova “presentabilità” politica europea, che tranquillizzi i partner degli Stati membri, in vista del suo successo alle elezioni politiche e di una possibile vittoria alle presidenziali francesi del 2027. á á Per formare un gruppo politico al Parlamento europeo sono necessari almeno 23 deputati, da un minimo di sette Paesi membri. Invece di una emorragia del gruppo ID a favore del nuovo gruppo dei “Patrioti”, che porterebbe a una frammentazione della destra, potrebbe verificarsi una fusione delle due formazioni (magari con la fuoriuscita di qualche eurodeputato scontento), che porterebbe a un nuovo gruppo di oltre 70 eurodeputati, ovvero le stesse dimensioni dei gruppi “medi” Renew ed Ecr che si contendono, con pochi seggi di differenza, il terzo posto nel Parlamento europeo.


Resta poi l’incognita degli europarlamentari dell’ultradestra tedesca di “Alternative für Deutschland” (Afd), espulsi dal gruppo ID poco prima delle elezioni e ora tra i “non iscritti”. Dopo il suo successo alle europee, e in previsione di una sua probabile affermazione nelle elezioni di settembre in tre “länder” in Germania, l’Afd potrebbe cercare di aggregare un nuovo gruppo ancora più a destra dell’attuale Id, attraendo altri partiti estremisti e “non iscritti” di diversi paesi.

Da Mattarella “lezione” di democrazia: no a potere senza limiti

Da Mattarella “lezione” di democrazia: no a potere senza limitiRoma, 3 lug. (askanews) – E’ sembrata una vera e propria “lezione” di democrazia quella offerta da Sergio Mattarella alla cerimonia di apertura della Settimana sociale dei cattolici. Del resto il tema di questa 50esima edizione che verrà chiusa da Papa Francesco, è inequivocabile: “Al cuore della democrazia. Partecipazione tra storia e futuro”.


Per il presidente della Repubblica ci sono dei paletti insuperabili se si vuole tenere viva una democrazia: la coscienza dei limiti da parte della maggioranza che non deve mai prevaricare la minoranza e la partecipazione di tutti alla vita politica e sociale del paese, a cominciare dalle elezioni. “Le condizioni minime della democrazia sono esigenti – dice Mattarella citando Norberto Bobbio -: generalità e uguaglianza del diritto di voto, la sua libertà, proposte alternative, ruolo insopprimibile delle assemblee elettive e, infine e non da ultimo, limiti alle decisioni della maggioranza, nel senso che non possano violare i diritti delle minoranze e impedire che possano diventare, a loro volta, maggioranze”. Mentre in Parlamento si discutono riforme costituzionali e istituzionali che cambieranno profondamente gli equilibri tra i poteri dello Stato, Mattarella sostenuto dai numerosi applausi della platea ha detto, sempre citando Bobbio: “‘Non si può ricorrere a semplificazioni di sistema o a restrizioni di diritti in nome del dovere di governare perchè “una democrazia ‘della maggioranza’ – osserva il capo dello Stato – sarebbe, per definizione, una insanabile contraddizione”.


“La coscienza dei limiti è un fattore imprescindibile per qualunque istituzione a partire dalla Presidenza della Repubblica, per una leale e irrinunziabile vitalità democratica” e dunque dal presidente della Repubblica arriva “un fermo no all’assolutismo di Stato, a un’autorità senza limite, potenzialmente prevaricatrice”. L’allarme del capo dello Stato è anche verso la scarsa partecipazione al voto che a suo avviso non può essere accettata con rassegnazione: “Può esistere una democrazia senza il consistente esercizio del ruolo degli elettori?”, chiede Mattarella pensando “alla defezione-diserzione-rinuncia intervenuta da parte dei cittadini in recenti tornate elettorali”. La preoccupazione è per le difficoltà del momento attuale che investe l’Italia ma non solo, viviamo “un cambiamento d’epoca in cui anche le democrazie sono “in affanno. La democrazia non è mai conquistata per sempre”. E c’è il rischio di abituarsi a una democrazia “imperfetta” dove si manifesta una “partecipazione elettorale modesta”, “oppure dove il principio ‘un uomo-un voto’ venga distorto attraverso marchingegni che alterino la rappresentatività e la volontà degli elettori”.


Ma l’analisi della realtà è accompagnata anche da qualche suggerimento, innanzitutto: “evitare di commettere l’errore di confondere il parteggiare con il partecipare – avverte -. Occorre, piuttosto, adoperarsi concretamente affinché ogni cittadino sia nelle condizioni di poter, appieno, prendere parte alla vita della Repubblica”. Perchè la democrazia da sola “non basta a garantire la tutela dei diritti e delle libertà – ammonisce -: essa può essere distorta e violentata nella pretesa di beni superiori o utilità comuni. Il Novecento ce lo ricorda e ammonisce”. Ecco perchè, spiega, la nostra Costituzione continene nella sua prima parte i principi e i valori a cui deve ispirarsi la società, “sbagliato e rischioso cedere a sensibilità contingenti, sulla spinta delle tentazioni quotidiane della contesa politica”.


“La Costituzione – ricorda Mattarella – seppe dare un senso e uno spessore nuovo all’unità del Paese e, per i cattolici, ha coinciso con un impegno a rafforzare, e mai indebolire, l’unità e la coesione degli italiani. Spirito prezioso, perché la condivisione intorno a valori supremi di libertà e democrazia è il collante, irrinunciabile, della nostra comunità nazionale”. L’esercizio della democrazia, per Mattarella “presuppone lo sforzo di elaborare una visione del bene comune in cui sapientemente si intreccino – perché tra loro inscindibili – libertà individuali e aperture sociali, bene della libertà e bene dell’umanità condivisa”. “Per definizione, democrazia è esercizio dal basso, legato alla vita di comunità, perché democrazia è camminare insieme”. L’invito del capo dello Stato è quindi a “battersi affinché non vi possano essere ‘analfabeti di democrazia’”, ossia a fare in modo che tutti partecipino alla vita democratica, perchè questa “è una causa primaria, nobile, che ci riguarda tutti”.

Da Mattarella “lezione” di democrazia: no a un potere senza limiti

Da Mattarella “lezione” di democrazia: no a un potere senza limitiRoma, 3 lug. (askanews) – E’ sembrata una vera e propria “lezione” di democrazia quella offerta oggi da Sergio Mattarella alla cerimonia di apertura della Settimana sociale dei cattolici. Del resto il tema di questa 50esima edizione che verrà chiusa da Papa Francesco, è inequivocabile: “Al cuore della democrazia. Partecipazione tra storia e futuro”.


Per il presidente della Repubblica ci sono dei paletti insuperabili se si vuole tenere viva una democrazia: la coscienza dei limiti da parte della maggioranza che non deve mai prevaricare la minoranza e la partecipazione di tutti alla vita politica e sociale del paese, a cominciare dalle elezioni. “Le condizioni minime della democrazia sono esigenti – dice Mattarella citando Norberto Bobbio -: generalità e uguaglianza del diritto di voto, la sua libertà, proposte alternative, ruolo insopprimibile delle assemblee elettive e, infine e non da ultimo, limiti alle decisioni della maggioranza, nel senso che non possano violare i diritti delle minoranze e impedire che possano diventare, a loro volta, maggioranze”. Mentre in Parlamento si discutono riforme costituzionali e istituzionali che cambieranno profondamente gli equilibri tra i poteri dello Stato, Mattarella sostenuto dai numerosi applausi della platea ha detto, sempre citando Bobbio: “‘Non si può ricorrere a semplificazioni di sistema o a restrizioni di diritti in nome del dovere di governare perchè “una democrazia ‘della maggioranza’ – osserva il capo dello Stato – sarebbe, per definizione, una insanabile contraddizione”.


“La coscienza dei limiti è un fattore imprescindibile per qualunque istituzione a partire dalla Presidenza della Repubblica, per una leale e irrinunziabile vitalità democratica” e dunque dal presidente della Repubblica arriva “un fermo no all’assolutismo di Stato, a un’autorità senza limite, potenzialmente prevaricatrice”. L’allarme del capo dello Stato è anche verso la scarsa partecipazione al voto che a suo avviso non può essere accettata con rassegnazione: “Può esistere una democrazia senza il consistente esercizio del ruolo degli elettori?”, chiede Mattarella pensando “alla defezione-diserzione-rinuncia intervenuta da parte dei cittadini in recenti tornate elettorali”. La preoccupazione è per le difficoltà del momento attuale che investe l’Italia ma non solo, viviamo “un cambiamento d’epoca in cui anche le democrazie sono “in affanno. La democrazia non è mai conquistata per sempre”. E c’è il rischio di abituarsi a una democrazia “imperfetta” dove si manifesta una “partecipazione elettorale modesta”, “oppure dove il principio ‘un uomo-un voto’ venga distorto attraverso marchingegni che alterino la rappresentatività e la volontà degli elettori”.


Ma l’analisi della realtà è accompagnata anche da qualche suggerimento, innanzitutto: “evitare di commettere l’errore di confondere il parteggiare con il partecipare – avverte -. Occorre, piuttosto, adoperarsi concretamente affinché ogni cittadino sia nelle condizioni di poter, appieno, prendere parte alla vita della Repubblica”. Perchè la democrazia da sola “non basta a garantire la tutela dei diritti e delle libertà – ammonisce -: essa può essere distorta e violentata nella pretesa di beni superiori o utilità comuni. Il Novecento ce lo ricorda e ammonisce”. Ecco perchè, spiega, la nostra Costituzione continene nella sua prima parte i principi e i valori a cui deve ispirarsi la società, “sbagliato e rischioso cedere a sensibilità contingenti, sulla spinta delle tentazioni quotidiane della contesa politica”.


“La Costituzione – ricorda Mattarella – seppe dare un senso e uno spessore nuovo all’unità del Paese e, per i cattolici, ha coinciso con un impegno a rafforzare, e mai indebolire, l’unità e la coesione degli italiani. Spirito prezioso, perché la condivisione intorno a valori supremi di libertà e democrazia è il collante, irrinunciabile, della nostra comunità nazionale”. L’esercizio della democrazia, per Mattarella “presuppone lo sforzo di elaborare una visione del bene comune in cui sapientemente si intreccino – perché tra loro inscindibili – libertà individuali e aperture sociali, bene della libertà e bene dell’umanità condivisa”. “Per definizione, democrazia è esercizio dal basso, legato alla vita di comunità, perché democrazia è camminare insieme”. L’invito del capo dello Stato è quindi a “battersi affinché non vi possano essere ‘analfabeti di democrazia’”, ossia a fare in modo che tutti partecipino alla vita democratica, perchè questa “è una causa primaria, nobile, che ci riguarda tutti”.

Mattarella: porre limiti a decisioni della maggioranza è condizione minima di democrazia

Mattarella: porre limiti a decisioni della maggioranza è condizione minima di democraziaRoma, 3 lug. (askanews) – “Le condizioni minime della democrazia sono esigenti: generalità e uguaglianza del diritto di voto, la sua libertà, proposte alternative, ruolo insopprimibile delle assemblee elettive e, infine e non da ultimo, limiti alle decisioni della maggioranza, nel senso che non possano violare i diritti delle minoranze e impedire che possano diventare, a loro volta, maggioranze”. Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella intervenendo a Trieste alla cerimonia di apertura della 50esima edizione delle Settimane sociali dei cattolici in Italia e citando una riflessione di Norberto Bobbio. “Occorre attenzione per evitare di commettere l’errore di confondere il parteggiare con il partecipare. Occorre, piuttosto, adoperarsi concretamente affinché ogni cittadino sia nelle condizioni di poter, appieno, prendere parte alla vita della Repubblica”. “I diritti si inverano attraverso l’esercizio democratico. Se questo si attenua, si riduce la garanzia della loro effettiva vigenza. Democrazie imperfette vulnerano le libertà: ove si manifesta una partecipazione elettorale modesta. Oppure ove il principio ‘un uomo-un voto’ venga distorto attraverso marchingegni che alterino la rappresentatività e la volontà degli elettori”. Poi ha aggiunto che non bisogna arrendersi “pragmaticamente” alla scarsa partecipazione elettorale perchè non esiste democrazia “senza l’esercizio del ruolo degli elettori”.


“La democrazia si invera ogni giorno nella vita delle persone e nel mutuo rispetto delle relazioni sociali, in condizioni storiche mutevoli, senza che questo possa indurre ad atteggiamenti remissivi circa la sua qualità – osserva il capo dello Stato -. Si può pensare di contentarsi che una democrazia sia imperfetta? Di contentarsi di una democrazia a ‘bassa intensità’? Si può pensare di arrendersi, ‘pragmaticamente’, al crescere di un assenteismo dei cittadini dai temi della ‘cosa pubblica’. Può esistere una democrazia senza il consistente esercizio del ruolo degli elettori?”, chiede Mattarella pensando “alla defezione/diserzione/rinuncia intervenuta da parte dei cittadini in recenti tornate elettorali”. “Nel cambiamento d’epoca che ci è dato di vivere avvertiamo tutta la difficoltà, e a volte persino un certo affanno, nel funzionamento delle democrazie. Oggi constatiamo criticità inedite, che si aggiungono a problemi più antichi. La democrazia non è mai conquistata per sempre”.


“Anzi – osserva il capo dello Stato – il succedersi delle diverse condizioni storiche e delle loro mutevoli caratteristiche, ne richiede un attento, costante inveramento”.