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Migranti, Schlein: se il governo aggira le sentenze europee dovrebbe uscire dalla Ue

Migranti, Schlein: se il governo aggira le sentenze europee dovrebbe uscire dalla UeRoma, 19 ott. (askanews) – Se il governo dovesse decidere di “aggirare” le sentenze della Corte di giustizia Ue, dovrebbe scegliere di “uscire” dall’Europa. Così la segretaria dem Elly Schlein a margine della manifestazione sul pubblico impiego della Cgil e della Uil, parlando della reazione della premier Meloni e del governo in merito alla sentenza del tribunale di Roma che, su in linea con una decisione della Corte di Giustizia, non ha convalidato il fermo dei migranti che erano stati portati nei centri in Albania.


“Una grande piazza anche oggi per la Sanità pubblica e per il lavoro. Sulla Sanità il governo continua a mentire, stanno arrivando al minimo storico di spesa sanitaria sul Pil, non vengano a dirci che le risorse non ci sono. Hanno appena buttato 800 milioni sull’accordo con l’Albania che non sta in piedi, come avevamo segnalato e non pensino di poterlo aggirare perché per aggirare le sentenze della Corte di giustizia europea dovrebbero uscire dall’unione europea, non penso vogliano proporlo, anche se non sarebbe la prima volta”, ha sottolineato Schlein.

Migranti in Albania, Nordio: prenderemo provvedimenti legislativi su una sentenza abnorme

Migranti in Albania, Nordio: prenderemo provvedimenti legislativi su una sentenza abnormeRoma, 19 ott. (askanews) – “La reazione della politica non è stata contro la magistratura ma contro il merito di questa sentenza che non condividiamo e riteniamo addirittura abnorme. Non può essere la magistratura a definire uno Stato più o meno sicuro, è una decisione di altissima politica. Prenderemo dei provvedimenti legislativi”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in merito alle decisioni dei giudici sulla questione dei migranti in Albania. Sulla questione il ministro ha aggiunto: “Queste decisioni inoltre rischiano di creare incidenti diplomatici, perché definire non sicuro un Paese amico come il Marocco può anche creare dei problemi se noi ritenessimo che non sono sicuri i Paesi dove vigono delle regole che noi abbiamo ripudiato come la pena di morte allora anche gli Stati Uniti non sarebbero sicuri. Queste sono questioni di alta politica e non possono, non devono e non saranno lasciate alla magistratura”.

Centri Albania, Nordio: prenderemo provvedimenti legislativi su sentenza abnorme

Centri Albania, Nordio: prenderemo provvedimenti legislativi su sentenza abnormeRoma, 19 ott. (askanews) – “La reazione della politica non è stata contro la magistratura ma contro il merito di questa sentenza che non condividiamo e riteniamo addirittura abnorme. Non può essere la magistratura a definire uno Stato più o meno sicuro, è una decisione di altissima politica. Prenderemo dei provvedimenti legislativi”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in merito alle decisioni dei giudici sulla questione dei migranti in Albania. Sulla questione il ministro ha aggiunto: “Queste decisioni inoltre rischiano di creare incidenti diplomatici, perché definire non sicuro un Paese amico come il Marocco può anche creare dei problemi se noi ritenessimo che non sono sicuri i Paesi dove vigono delle regole che noi abbiamo ripudiato come la pena di morte allora anche gli Stati Uniti non sarebbero sicuri. Queste sono questioni di alta politica e non possono, non devono e non saranno lasciate alla magistratura”.

Salvini vs giudici: chi impedisce difesa confini mette a rischio Paese

Salvini vs giudici: chi impedisce difesa confini mette a rischio PaeseRoma, 19 ott. (askanews) – “Chi impedisce di difendere i confini mette in pericolo il Paese”. Così il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, in una nota del partito, dove si riferisce che Salvini ha convocato con la “massima urgenza” questa mattina un Consiglio federale dopo “l’attacco all’Italia e agli italiani sferrato da una parte di magistratura politicizzata”, riferendosi al provvedimento sul “caso Albania” e al “processo Open Arms”.


“Nei prossimi giorni la Lega presenterà nei Comuni italiani mozioni per ribadire la necessità di difendere i confini, mentre sabato 14 dicembre e domenica 15 dicembre ci saranno gazebo in tutte le città italiane in vista della sentenza Open Arms in agenda a Palermo il giorno 20 dicembre”, si legge nella nota.

Ecr ‘chiama’ Popolari e Patrioti, famiglia filo rosso a Dubrovnik

Ecr ‘chiama’ Popolari e Patrioti, famiglia filo rosso a DubrovnikDubrovnik, 19 ott. (askanews) – La necessità di un “cambiamento culturale”, la proposta della creazione di un fondo ad hoc per la demografia, l’obiettivo di una Europa che sia sempre più “family friendly”. Il tema della famiglia diventa il filo rosso che a Dubrovnik unisce i gruppi europei del centrodestra. Una tre giorni promossa dal partito dei Conservatori, di cui Giorgia Meloni è presidente, che si pone come ponte tra Popolari e Patrioti. All’evento, infatti, partecipano esponenti di entrambe le formazioni europee oltre che rappresentanti di tutti i partiti del centrodestra italiano: Lega, Forza Italia e Noi moderati.


Ed è proprio il tema della famiglia – e delle politiche necessarie per sostenerla in ambito economico e nel lavoro – ad aver caratterizzato ieri la prima giornata di dibattito. In Italia “per la prima volta abbiamo un presidente del Consiglio donna e questo sta un po’ cambiando il modo di pensare alle donne”, ha sottolineato Ylenia Lucaselli, capogruppo Fdi in commissione Bilancio alla Camera. Il governo, ha aggiunto, “ha investito in questi due anni nelle politiche per la famiglia agendo sui salari e sul welfare”. “I numeri – ha proseguito – sono allarmanti, l’Italia e l’Europa sono di fronte a una drammatica crisi demografica ed è necessario muoversi immediatamente con politiche che possano arrestare questo fenomeno”.


“Sono molte – ha a sua volta spiegato la deputata di Fdi, Maddalena Morgante – le misure che il governo Meloni sta portando avanti a vantaggio delle famiglie, dall’assegno unico all’aumento del congedo parentale, agli asili nido diventati sostanzialmente gratuiti. Ma oltre che dei risultati conseguiti parliamo anche delle sfide che l’Italia e l’Europa devono affrontare in questi prossimi anni, prima tra tutte la sfida demografica, perché un’Europa senza figli è un’Europa senza futuro”. A discutere a Dubrovnik, anche la responsabile della Lega per la famiglia e assessore della Regione Lazio, Simona Baldassarre. “Le donne – ha sottolineato – devono poter decidere di essere lavoratrici in gamba e di avere una famiglia” e per contrastare “l’inverno demografico, che è un inferno demografico” servirebbe “un fondo specifico per la demografia, per aiutare le famiglie, le donne e il lavoro”.


A rappresentare il Popolari, il deputato di Forza Italia Fabrizio Sala. “Non esiste un welfare in grado di sostituire la famiglia, e dobbiamo dirlo anche se veniamo da partiti diverse. Io sono del Ppe ma sono d’accordo su questo”, ha spiegato. “Non potremmo mantenere tanto il welfare che sostituisce la famiglia. E questa è una riflessione seria che i governi devono fare, che la politica deve fare a lungo termine”, ha osservato.


A chiudere la prima giornata di dibattiti, un panel con i giovani di Ecr dal titolo ‘Enpowering the next generation’. A dialogare con loro, tra gli altri, la senatrice di Fdi Lavinia Mennuni. “L’Italia – ha dichiarato – è uno dei più bassi d’Europa, ma a livello internazionale l’Europa e tutta l’area euro ha un tasso di natalità molto basso. Questo è un problema molto serio, per esempio in Italia noi abbiamo 700 mila pensionamenti quest’anno a fronte di 378 mila nati e quindi anche a livello economico non c’è tenuta”. “A volte mi capita di sentire signore della mia età dire ‘ma perchè devo diventare nonna a 50 anni?’. Ma magari diventassimo nonne tutte a 50 e 45 di anni, perché vorrebbe dire che c’è un trend positivo della natalità”, ha aggiunto.

M.O., Meloni: dopo morte Sinwar iniziare nuova fase

M.O., Meloni: dopo morte Sinwar iniziare nuova faseBruxelles, 17 ott. (askanews) – “Con la morte di Yahya Sinwar viene meno il principale responsabile del massacro del 7 ottobre 2023. La mia convinzione è che ora si debba iniziare una nuova fase: è tempo che tutti gli ostaggi siano rilasciati, che si proclami un immediato cessate il fuoco e che si avvii la ricostruzione a Gaza”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.


“Continueremo a sostenere con determinazione – aggiunge – ogni sforzo in questa direzione e per la ripresa di un processo politico serio e credibile, che conduca alla soluzione dei due Stati”.

Migranti, Meloni a Ue: priorità è prevenire le partenze

Migranti, Meloni a Ue: priorità è prevenire le partenzeBruxelles, 17 ott. (askanews) – La “priorità” dell’Europa è “prevenire” le partenze di migranti irregolari. Lo ha ribadito la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo al Consiglio europeo che sta affrontando una lunga discussione sul tema delle migrazioni.


Sulla dimensione esterna, secondo quanto si apprende, Meloni ha ribadito la necessità di continuare a lavorare ai “partenariati” con i Paesi di origine e transito, offrendo tra l’altro tra gli “incentivi” anche quello della migrazione legale. Occorre, per la premier, anche prevenire i traffici di esseri umani della criminalità organizzata.

Migranti, Schlein: Meloni è una bulla, piena solidarietà a Ong

Migranti, Schlein: Meloni è una bulla, piena solidarietà a OngRoma, 17 ott. (askanews) – Il decreto varato dal governo Meloni dopo la strage di Cutro contiene “norme che hanno il solo scopo di rendere più difficile il salvataggio di vite in mare”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando ad una iniziativa del partito sulle politiche dell’immigrazione. “Piena solidarietà alle Ong che salvano le vite in mare facenedo ciò che dovrebbero fare i governi europei”. La leader Pd ha stigmatizzato di nuovo “l’attacco da bulla che la Meloni ha fatto l’altro giorno in aula a ‘Sea watch’


“Io non ne posso più – ha aggiunto – di questa Ipocrisia di questa destra che se la prende sempre con i migranti irregolari e mai con chi li impiega irregolarmente nei campi e nelle aziende. Una cosa inaccettabile”. “Io non ne posso più – ha aggiunto – di questa ipocrisia di questa destra che se la prende sempre con i migranti irregolari e mai con chi li impiega irregolarmente nei campi e nelle aziende. Una cosa inaccettabile”.

Manovra, Conte: indignato da frottole Meloni su sanità

Manovra, Conte: indignato da frottole Meloni su sanitàRoma, 17 ott. (askanews) – “Sono sinceramente indignato: sentire un presidente del Consiglio che mente su una questione così fondamentale come la sanità, l’abbiamo sentita anche sugli extra profitti e le tasse per le banche, ma sulla sanità diventa ancora più inaccettabile. Non si può mentire” così “agli italiani”. Lo ha affermato in una diretta facebook il presidente del M5s Giuseppe Conte parlando delle risorse stanziate nella legge di bilancio per la sanità.


“La Meloni dice che si è raggiunto grazie a lei il record storico degli investimenti in sanità nella storia d’Italia: è una falsità. Presidente, non puoi mentire agli italiani in questo modo”, ha sottolineato Conte spiegando che la spesa per gli investimenti in sanità va calcolata in rapporto al Pil e non in termini assoluti, perché bisogna anche considerare l’inflazione. Tant’è che dopo il 2020, quando con il Covid la spesa sanitaria ha toccato il 7,4% del Pil, essa si è progressivamente ridotta e ciò “vuol dire che stai tagliando. Lo dice anche il Sole24Ore”, ha proseguito Conte, che ha scritto “che nel 2024 la spesa sanitaria è scesa al 6,3% del Pil, il record negativo dal 2007”. “Giorgia Meloni smettila di prenderci in giro, la realtà è che la sanità è a pezzi da Nord a Sud e due milioni e mezzo di cittadini addirittura rinunciano alle cure per motivi economici. Non puoi raccontare frottole, è inaccettabile”.

A Bruxelles summit 11+1 sui migranti, non c’è solo il modello Albania

A Bruxelles summit 11+1 sui migranti, non c’è solo il modello AlbaniaBruxelles, 17 ott. (askanews) – L’intesa Italia-Albania sui migranti è una soluzione da prendere in considerazione ma non è l’unico modello per chi cerca soluzioni cosiddette “innovative” per la gestione dei migranti. E’ quanto emerso dalla riunione pre-Consiglio europeo sull’immigrazione, stamattina a Bruxelles, convocata nella sede di rappresentanza presso l’Ue dell’Italia dalla premier Giorgia Meloni, e co-organizzata da Danimarca e Olanda.


Nel corso dell’incontro “sono stati espressi molte idee e suggerimenti, alcuni dei quali compaiono già nell’ottima lettera di von der Leyen al Consiglio europeo. Von der Leyen è apparsa ben disposta a considerare ‘iniziative innovative’”, hanno spiegato nel pomeriggio a Bruxelles fonti diplomatiche di un paese che ha partecipato alla riunione degli 11 leader. á Oltre a quelli di Italia, Danimarca e Olanda, all’incontro hanno partecipato i leader di Austria, Cipro, Polonia, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Malta e, Slovacchia, insieme alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Il formato 11+1 comprendeva gran parte dei leader dei 15 Paesi che avevano lanciato la discussione su “nuovi modi” per gestire l’immigrazione irregolare nell’Ue, firmando una lettera del 15 maggio scorso alla Commissione europea, che veniva sollecitata a esplorare “soluzioni innovative”. Rispetto ai 15 Paesi firmatari della lettera, mancavano stamattina Bulgaria, Finlandia, Romania e i tre paesi baltici, mentre era presente, in più, l’Ungheria. Tra i “big” – che non figuravano però tra i 15 – erano assenti Francia, Germania e Spagna. Meloni ha presentato e ‘sponsorizzato’ il modello dell’intesa con l’Albania, “ma il senso della discussione – precisano le fonti – non era quello di cercare di generalizzare il modello italiano. Non è questione di preferire un particolare modello rispetto a un altro. Non si cerca un modello unico (‘one size fits all’, ndr)”, hanno puntualizzato le fonti. D’altra parte, ognuno dei tre Paesi organizzatori ha un suo modello già in corso di attuazione (l’Italia con l’Albania), o idee su cui si sta cominciando a discutere con alcuni paesi terzi (in particolare l’Olanda con l’Uganda, e la Danimarca con il Kosovo). In ogni caso, va precisato che gli “hub di rimpatri” sarebbero destinati non alla valutazione delle domande di asilo (come invece avverrà nei centri italiani per i migranti in Albania), ma alla gestione dei rimpatri di chi ha avuto la sua domanda in un paese dell’Ue respinta.


Uno dei paesi a cui si pensa per collocare un eventuale “hub di rimpatri” è l’Uganda, con cui sta “conversando” l’Olanda. “Siamo ancora nella fase iniziale, non ci sono dettagli, ma l’idea è quella di trasferire in un centro in Uganda i migranti irregolari già arrivati in un Paese dell’Ue, a cui sia stato poi negato l’asilo che avevano richiesto. Gli eventuali hub di rimpatri in Uganda, in ogni caso, riguarderebbero solo i migranti provenienti dallo spazio regionale (la ‘broader region’, ndr) africano”, hanno precisato le fonti. Gli Stati membri che hanno partecipato “hanno considerato il formato della discussione di stamattina molto utile, e vogliono riprodurlo al prossimo Consiglio europeo formale, in dicembre”, hanno riferito le fonti, precisando che “il formato è aperto, altri Stati membri possono aggiungersi, se vogliono”. Da parte sua, assicurano, “von der Leyen capisce quali sono i problemi, e lo ha scritto chiaro nella sua lettera al Consiglio europeo, e avverte che bisogna far presto. E’ un bene – hanno osservato le fonti – che nella Commissione ci siano tanti esperti, che potranno chiarire la dimensione giuridica e quella tecnica”, delle “soluzioni innovative” ovvero i rischi che gli “hub di rimpatrio” esterni all’Ue o la ridefinizione degli “Stati sicuri” violino il diritto internazionale ed europeo.


Intanto secondo le fonti diplomatiche al Consiglio europeo in corso “c’è da aspettarsi una lunga discussione strategica sull’immigrazione, e non sappiamo se ci saranno delle conclusioni del vertice sul tema. Ma la discussione è molto più importante delle conclusioni. Diversi Paesi, e anche Olanda e Germania, vorrebbero anticipare l’attuazione del nuovo Patto su immigrazione e asilo. Comunque, indipendentemente dal fatto che ci siano o no delle conclusioni, avremo un senso della direzione chiarissimo, una spinta nella stessa direzione”. “C’è una situazione particolare per quanto riguarda la Polonia, soprattutto a causa della collocazione geografica del Paese”, che teme la “manipolazione” dei flussi migratori da parte di Russia e Bielorussia e ha praticamente sospeso il diritto d’asilo alle sue frontiere con questi due Paesi. “Si sta cercando una soluzione. Ma non penso che la soluzione possa essere non applicare il Patto migratorio”, hanno osservato le fonti. La Polonia, insieme all’Ungheria, finora si opponeva all’approvazione di conclusioni del Consiglio europeo che chiedano l’attuazione, magari anticipata, del Patto migratorio, contro cui i due Paesi avevano votato al momento dell’approvazione in Consiglio Ue. Ma il Ppe, hanno rilevato le fonti, ha approvato stamattina, durante il suo pre-vertice in vista del Consiglio europeo, una dichiarazione in cui si afferma, tra l’altro, che bisogna attuare il nuovo Patto su immigrazione e asilo, “ed è noto che il premier polacco Donald Tusk fa parte del Ppe”.