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Consulta, La Russa: dobbiamo accelerare e ripetere le votazioni

Consulta, La Russa: dobbiamo accelerare e ripetere le votazioniRoma, 10 ott. (askanews) – Le convocazioni del Parlamento in seduta comune per eleggere un giudice costituzionale si ripeteranno a oltranza? “Dobbiamo”, ha risposto ai cronisti il presidente del Senato, Ignazio La Russa, parlando a palazzo Madama a margine della presentazione di un libro sull’Inter.


“C’è una cosa – ha aggiunto – che ho trovato strana. Il presidente della Repubblica ci ha segnalato che bisognava andare a votare, poi qualcuno non è andato a votare. Capisco le ragioni, capisco tutto. Però questo mi induce a ritenere che insieme a Fontana (il, presidente della Camera, ndr) dobbiamo accelerare e ripetere le votazioni. Insomma, la tesi di aspettare che se ne liberino tre, io non la trovo giusta”, ha concluso La Russa, facendo riferimento al fatto che altri tre giudici costituzionali di nomina parlamentare hanno il mandato in scadenza a dicembre.

Meloni vede Crosetto e cerca di stoppare tensioni su manovra

Meloni vede Crosetto e cerca di stoppare tensioni su manovraRoma, 9 ott. (askanews) – Un incontro dopo i tanti rumor che, nelle ultime settimane, hanno messo in dubbio il rapporto tra Giorgia Meloni e Guido Crosetto. Rapporto sempre ritenuto di ferro, fin da quando insieme fondarono Fratelli d’Italia, ma che negli ultimi tempi – secondo le indiscrezioni – avrebbe mostrato qualche crepa. Il ministro della Difesa, appena finita l’audizione davanti al Copasir sul caso dossieraggi, alle 18.30 è entrato a Palazzo Chigi per un incontro che aveva preannunciato questa mattina su X, smentendo il “gelo” con Meloni, con cui c’è “totale sintonia” e contatti “2-3 volte al giorno”. Né, per Crosetto, al rapporto con la presidente del Consiglio sono legate alcune sue assenze in Consiglio dei ministri: “Non in tutti i Cdm ci sono argomenti che riguardano la Difesa e non possono essere fissati tenendo conto delle agende, degli impegni istituzionali o internazionali di ogni ministro”, ha spiegato, annunciando che nella seduta di domani ci sarà.


Che esista o meno un ‘caso’ Crosetto, gli ultimi giorni, per la maggioranza, sono stati abbastanza burrascosi. Antonio Tajani non ha certo gradito gli attacchi venuti da Pontida, dove è stato oggetto di striscioni e cori in cui è stato definito “scafista”, condito con “vaffa..”, per l’iniziativa sullo Ius Italiae. Proposta depositata ufficialmente oggi alla Camera e al Senato e certo non accolta con entusiasmo dagli alleati, Carroccio in testa. Ieri c’era stata poi la nuova ‘fumata nera’ sull’elezione di un giudice della Corte Costituzionale. La premier voleva far eleggere Francesco Saverio Marini, suo consigliere giuridico ed estensore della riforma del premierato, e per questo aveva chiamato tutti i parlamentari a raccolta. Poi, però, le chat riservate di Fdi con la convocazione perentoria sono state diffuse e pubblicate e il blitz è saltato. Con grande rabbia di Meloni, che ha minacciato di “mollare” tutto per colpa degli “infami” (contro cui lo stesso Crosetto ha annunciato un esposto). Alla fine da Fdi la colpa della mancata elezione di Marini è stata data al centrosinistra, che ha scelto la tattica dell’Aventino, ma la realtà è che la decisione di Meloni di far votare schieda bianca sarebbe arrivata per evitare di essere impallinata dai franchi tiratori, che sarebbero stati annidati – secondo fonti parlamentari – tra i banchi di Lega e Forza Italia.


Tutto questo mentre resta aperto il cantiere di una manovra complicatissima, che crea fibrillazione nella maggioranza. In particolare è l’ipotesi di una revisione degli estimi catastali per chi ha usufruito del superbonus – annunciata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti – a dividere. Forza Italia ha alzato un muro sulla proposta: “Abbiamo sempre lottato per ridurre l’imposizione sugli immobili, che è già tra le più alte al mondo”, ha ribadito oggi il portavoce del partito Raffaele Nevi, mentre Antonio Tajani, dal Brasile, avverte che “la priorità è ridurre il costo del debito pubblico abbassando i tassi d’interesse”. Le polemiche sui “sacrifici” chiesti da Giorgetti, che comprendono tra l’altro tagli ai Ministeri, aumento delle accise sul diesel, una possibile maxi-tassa sulle sigarette, stanno comunque mettendo in difficoltà l’esecutivo. Tanto che, questa mattina Meloni ha deciso di intervenire pubblicando su Facebook un video in cui attacca l’opposizione ma probabilmente parla (anche) al titolare di via XX settembre e agli alleati. “Leggo in queste ore dichiarazioni fantasiose, secondo cui il governo vorrebbe aumentare le tasse sui cittadini. E’ falso” perchè, ricorda la premier, “la cultura politica di questo governo è quella di ridurre le tasse, sostenere le famiglie e le imprese. Non la cultura di gravare ulteriormente sui cittadini”. Su tutto questo è possibile che un chiarimento tra Meloni, Salvini e Tajani avvenga già domani mattina, a margine del Consiglio dei ministri in programma per le 11.


Domani sera poi, a Villa Doria Pamphilj, Meloni incontrerà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in questi giorni impegnato in un tour delle capitali europee per presentare il suo “Piano per la vittoria”.

Rai, centrodestra diserterà ancora lavori della commissione di Vigilanza. Ma attende un ‘segnale’

Rai, centrodestra diserterà ancora lavori della commissione di Vigilanza. Ma attende un ‘segnale’Roma, 9 ott. (askanews) – Quella di oggi è stata la prima. La seconda sarà venerdì prossimo. Ma con ogni probabilità non sarà l’ultima volta. Il centrodestra ha deciso oggi di non partecipare ai lavori della Vigilanza che era chiamata a fissare la data del voto sulla ratifica della nomina di Simona Agnes come presidente del cda Rai, facendo mancare il numero legale. Ma lo farà con certezza anche venerdì prossimo, data in cui la presidente Barbara Floridia ha convocato una nuova riunione della plenaria forte del regolamento che prevede che si debba procedere “non oltre dieci giorni” dopo la nomina. Ma l’intenzione è quella di ‘disertare’ ancora nel caso ne venisse fissata una terza nel giro di altri sette giorni.


Tutto, della giornata di oggi e delle polemiche che ne sono seguite, racconta di un muro contro muro tra maggioranza e opposizione sui vertici di viale Mazzini. D’altra parte da tempo la minoranza – che pure si è spaccata in occasione del voto parlamentare sui consiglieri – fa sapere che non intende partecipare alla ratifica del presidente. Dunque, a Simona Agnes, fortemente voluta in quel ruolo da Forza Italia, continuano a mancare i due voti necessari a superare il quorum dei due terzi richiesto. “È un fatto molto grave, non è mai successo in precedenza di non procedere ad un atto dovuto. C’è la volontà di bloccare la Vigilanza Rai”, commenta a caldo il capogruppo dem in commissione, Stefano Graziano. Lo scambio di accuse sui reciproci aventini, a maggior ragione dopo la scelta di ieri delle opposizioni di non partecipare all’elezione del giudice della Consulta, è inevitabile. “Quando decideranno di partecipare alle sedute, sia che si tratti di votare per gli organi della Rai sia che si tratti di votare per la Corte Costituzionale, sarà possibile condividere questa positiva esperienza. Ma dal momento che hanno deciso di mettere in atto un boicottaggio, non possono pensare di fare i propri comodi e di dare ordini a noi circa la nostra condotta”, attacca il capogruppo di Forza Italia, Maurizio Gasparri.


La strategia della maggioranza, al momento, è quella di continuare a prendere tempo nella convinzione che questo alla fine possa giocare a favore. Insomma, che – magari anche in virtù dell’esito delle elezioni in Liguria – qualcosa possa tornare a incrinare nuovamente il fronte del centrosinistra. L’idea è che, a conti fatti, il voto non si terrà prima di fine ottobre o inizio novembre. Per questo, viene spiegato, quello di oggi è stato un segnale di forza – a cui ne seguiranno altri – nella speranza che a un certo punto la situazione dovrà necessariamente sbloccarsi. Nel centrodestra continuano a guardare al M5s, facendo affidamento sul fatto che alla fine Giuseppe Conte – che pure ha detto in tutti i modi che non intende votare Agnes – farà un’altra giravolta. Il rischio dello stallo però è concreto, soprattutto considerando che i pentastellati – spiegano sempre dalla maggioranza – si sentono abbastanza sicuri di poter comunque incassare l’ambita direzione del Tg3 dopo che Mario Orfeo la ha lasciata per assumere la guida di ‘Repubblica’. “Il tempo – spiega però chi nel centrodestra gestisce la pratica – è dalla nostra parte. E comunque, al momento, il consiglio di amministrazione è pienamente operativo”. L’idea di un cambio in corsa, di mettere in pista un altro nome, attualmente non viene presa in considerazione. “Non ho mai visto nessuno dimettersi. E comunque alla fine le opposizioni proverebbero a far passare il messaggio che non è Forza Italia ad aver subito uno smacco ma Giorgia Meloni”, è il ragionamento. Un rischio, che dopo ciò che ha portato all’ennesima fumata nera sulla Consulta, Fdi vuole decisamente evitare.

Manovra, Conte: Meloni ha faccia tosta, suoi tagli sono nuove tasse

Manovra, Conte: Meloni ha faccia tosta, suoi tagli sono nuove tasseRoma, 9 ott. (askanews) – “Meloni ha una bella faccia tosta, dice che non ha aumentato le tasse, e cos’è il raddoppio dell’Iva sui pannolini? Cosa sono i tagli alla sanità e alle pensioni? E i tagli delle agevolazioni fiscali per l’acquisto della prima casa da parte dei giovani? E ancora: l’intervento adesso sulle accise che addirittura comporterà un aumento del carrello della spesa? Ecco, questi sono tagli, sono nuove tasse. E in più il patto di stabilità cosa prospetta? Tagli per 13 miliardi, e chi l’ha sottoscritto? Giorgia Meloni con questo governo”. Lo ha affermato il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte in una dichiarazione alla stampa fuori Montecitorio.

Accise, Schlein(Pd): anche oggi Meloni in video mente al Paese

Accise, Schlein(Pd): anche oggi Meloni in video mente al PaeseRoma, 9 ott. (askanews) – “Anche oggi l’abbiamo vista in un video mentire a viso aperto al paese. Non so se essere più preoccupata o stupita di questa sua capacità. E’ scritto qui nel Psb, alla pagina 116 per essere precisa. Cito: ‘Utilizzare il riordino delle spese fiscali in determinati ambiti di tassazione, come l’allineamento delle accise per diesel e benzina’”. Lo ha detto Elly Schlein parlando alla Camera. Ha aggiunto la segretaria Pd: “Noi diciamo no a questa ulteriore tassa”.

FI ha depositato la sua proposta di legge sulla cittadinanza a Camera e Senato

FI ha depositato la sua proposta di legge sulla cittadinanza a Camera e SenatoRoma, 9 ott. (askanews) – La proposta di legge di riforma della cittadinanza di Forza Italia, il cosiddetto ‘Ius Italiae’, è stata depositata oggi al Senato e alla Camera. Lo fa sapere lo stesso partito azzurro in una nota.


“Si tratta – spiega Forza Italia – di un testo che contiene un principio innovatore perché unisce il riconoscimento della cittadinanza alla frequenza effettiva di 10 anni di scuola dell’obbligo da parte di ragazzi stranieri nati o giunti in Italia entro il quinto anno di età. Per la prima volta in assoluto si introduce, quindi, un elemento di serietà qualitativo nella procedura di riconoscimento della cittadinanza che, mentre a oggi, è concessa al diciottesimo anno di età, senza alcuna verifica sul reale inserimento nella società e senza alcun riferimento al livello di istruzione raggiunto”. “Il nostro testo proposto è, invece – si legge ancora nella nota -, strettamente correlato all’acquisizione, attraverso un percorso scolastico, di quegli elementi linguistici, culturali e di diritto necessari per essere definiti veramente ‘italiani’”.


Al Senato il primo firmatario della legge è il capogruppo Maurizio Gasparri, con i vice presidenti Adriano Paroli e Roberto Rosso e i componenti della prima commissione Daniela Ternullo e Mario Occhiuto. Alla Camera il primo firmatario è il capogruppo Paolo Barelli con i vice presidenti Raffaele Nevi, Deborah Bergamini, Rita Dalla Chiesa, Francesco Cannizzaro e i componenti della prima commissione Nazario Pagano e Paolo Emilio Russo.

Ue, Weber a Orban: sei amico di chi diceva “non un cent allì Italia”

Ue, Weber a Orban: sei amico di chi diceva “non un cent allì Italia”Bruxelles, 9 ott. (askanews) – Il presidente del Ppe, Manfred Weber, ha attaccato duramente il premier ungherese Viktor Orban, oggi a Strasburgo, per le sue posizioni nazionaliste e anti europee e per la sua freddezza e reticenza nel sostegno all’Ucraina contro l’invasore russo, che lo hanno isolato nell’Ue. “La domanda a cui devi rispondere”, ha detto a Orban, “è perché nessuno vuole più parlare con te”.


Intervenendo durante il dibattito nella plenaria del Parlamento europeo sulle priorità della presidenza di turno ungherese del Consiglio Ue, Weber ha anche ricordato come esempio di egoismo nazionalista una famosa frase contro l’Italia pronunciata nel luglio 2020 (l’anno della pandemia di Covid) dal leader di estrema destra olandese Geert Wilders, uno degli alleati politici più stretti di Orban oggi, in seno al gruppo politico dei “Patrioti per l’Europa”, recentemente fondato proprio dal premier ungherese (che in precedenza era stato membro del Ppe). E’ il gruppo in cui militano anche gli eurodeputati della lega di Matteo Salvini e quelli del Rassemblement national francese di Marine LePen. “So che stai dicendo ai giornalisti e al pubblico – ha detto Weber rivolto a Orban – che ora sei il leader conservatore del centrodestra. Ma diamo un’occhiata al gruppo dei Patrioti per l’Europa: c’è Geert Wilders, che è diventato famoso in Italia; e sai perché? Perché ha detto pubblicamente, cito, ‘non un centesimo di sostegno europeo all’Italia’. Questo è Wilders. Non so se Matteo Salvini ne abbia discusso con lui. Non lo so, ma questo è quelo che ha detto. Questo non è patriottismo, questo è egoismo, è nazionalismo”, ha concluso il presidente del Ppe.

Ue, Salis contro Orban: botta e risposta in plenaria a Strasburgo

Ue, Salis contro Orban: botta e risposta in plenaria a StrasburgoBruxelles, 9 ott. (askanews) – Botta e risposta in plenaria oggi a Strasburgo tra l’europaralemntare della Sinistra Ilaria Salis, che grazie all’elezione è stata liberata dal carcere ungherese in cui era detenuta da più di un anno con l’accusa di aver attaccato violentemente dei militanti di destra a Budapest, e il premier ungherese Viktor Orban, che ha presentato stamattina al Parlamento europeo le priorità della presidenza semestrale di turno ungherese, attualmente in corso, del Consiglio Ue.


“Conosco l’Ungheria dai suo luoghi più bui: dalla prigione” ha esordito Salis nel suo intervento, in inglese, dopo la presentazione di Orban. “Sono stata tenuta in custodia cautelare in condizioni difficili per 15 mesi. Grazie alla solidarietà di migliaia di antifascisti oggi mi presento di fronte a voi come una donna libera”, ha continuato rivolta all’Assemblea. La presidenza di turno del Consiglio Ue da parte di questo governo ungherese “è altamente inappropriata. L’Europa unita – ha osservato l’eurodeputata – è nata sulle ceneri della sconfitta del nazifascismo, come progetto di cooperazione internazionale. Ed è un po’ un paradosso avere una presidenza guidata da qualcuno il cui obiettivo è smantellare l’Ue in nome del nazionalismo”.


“L’Ungheria sotto Viktor Orban – ha affermato Salis, pronunciando il suo atto di accusa – è diventata un regime illiberale e oligarchico, uno Stato etnico autoritario che alcuni addirittura chiamano una moderna tirannia. Ciò che è certo è che ora lo stato di diritto e la libertà dei media non sono garantiti, il dissenso è criminalizzato, la società civile repressa, mentre gli oligarchi leali si sono arricchiti, le disuguaglianze sociali e regionali sono peggiorate, i diritti delle minoranze sono violati e il razzismo è diventato mainstream”. L’Unione europea, ha riconosciuto l’europarlamentare della Sinistra, “è ben lungi dall’essere perfetta, con le sue politiche liberiste e disuguaglianze sociali, i suoi doppi standard in politica estera e la subordinazione all’influenza degli Stati Uniti; ma niente di tutto questo riguarda il signor Urban. I suoi veri obiettivi – ha sottolineato – sono le minoranze, i migranti, la giustizia sociale, la libertà di espressione e lo stato di diritto. Alimenta il risentimento tra il popolo ungherese contro la cosiddetta Europa degenerata, per creare un nemico esterno e consolidare il proprio potere”.


“Il signor Orban – ha aggiunto Salis – ha forti legami con le peggiori forze di estrema destra, sia in Europa che a livello internazionale. Questa nuova pericolosa forma di fascismo rappresenta la variante autoritaria del capitalismo globale odierno”. E questi nuovi fascisti “sono nemici della classe operaia e dell’amicizia tra i popoli, e una minaccia per coloro che vogliono vivere in libertà”. Infine, Salis ha espresso la sua “piena solidarietà a Maya, l’antifascista tedesca e attivista non binaria che è stata estradata dalla Germania e ora è detenuta in Ungheria. La democrazia europea – ha concluso – deve restare ferma e rifiutarsi di collaborare con il regime oppressivo e autoritario del signor Orban”.


L’eurodeputata si è poi rifiutata di accettare una domanda da uno dei suoi colleghi, secondo la procedura del “cartellino blu”, tra i “buuu” di disapprovazioe provenienti all’estrema destra dell’aula. Secondo questa procedura, la presidenza può concedere la parola per 30 secondi a un eurodeputato che indichi, mostrando un cartellino blu, che desidera rivolgere una domanda all’oratore, durante il suo intervento. Ma l’oratore ha il diritto di rifutare la domanda. Alla fine del dibattito, Orban ha replicato a diversi interventi di eurodeputati che lo avevano criticato, in genere accusandoli di “fare propaganda”, e tra questi ha menzionato anche Ilaria Salis. “Trovo assurdo – ha detto il premier ungherese – che qui al Parlamento europeo, in plenaria, dobbiamo ascoltare tutti insieme un intervento sullo stato di diritto che abbiamo sentito dall’onorevole Salis, che aveva picchiato con sbarre di ferro persone pacifiche nelle strade di Budapest. E viene qui a parlare di stato di diritto: non è assurdo?” ha concluso Orban.

Meloni: è falso che aumentiamo le tasse, le abbassiamo

Meloni: è falso che aumentiamo le tasse, le abbassiamoRoma, 9 ott. (askanews) – “Leggo in queste ore dichiarazioni fantasiose, secondo cui il governo vorrebbe aumentare le tasse sui cittadini. E’ falso. Questo lo facevano i governi di sinistra, noi le tasse le abbassiamo come sanno bene i lavoratori dipendenti, le mamme lavoratrici, le partite Iva. Voglio essere chiara: la cultura politica di questo governo è quella di ridurre le tasse, sostenere le famiglie e le imprese. Non la cultura di gravare ulteriormente sui cittadini”. Lo afferma la premier Giorgia Meloni, in un video su Facebook.

Manovra, video Meloni: falso che aumentiamo tasse, le abbassiamo

Manovra, video Meloni: falso che aumentiamo tasse, le abbassiamoRoma, 9 ott. (askanews) – “Leggo in queste ore dichiarazioni fantasiose, secondo cui il governo vorrebbe aumentare le tasse sui cittadini. E’ falso. Questo lo facevano i governi di sinistra, noi le tasse le abbassiamo come sanno bene i lavoratori dipendenti, le mamme lavoratrici, le partite Iva. Voglio essere chiara: la cultura politica di questo governo è quella di ridurre le tasse, sostenere le famiglie e le imprese. Non la cultura di gravare ulteriormente sui cittadini”. Lo afferma la premier Giorgia Meloni, in un video su Facebook.