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Seggi aperti fino alle 15 per i ballottaggi in 105 Comuni

Seggi aperti fino alle 15 per i ballottaggi in 105 ComuniRoma, 24 giu. (askanews) – Seconda giornata di seggi elettorali aperti per scegliere il sindaco in 105 comuni (14 capoluoghi) di 16 regioni nel turno di ballottaggio. Oltre 3,4 milioni gli elettori. Occhi puntati su Bari, Campobasso, Firenze, Lecce, Perugia e Potenza. La regione con più ballottaggi è la Toscana con 18 comuni. La scheda elettorale presenta il nome e il cognome dei candidati alla carica di sindaco, con i simboli delle liste collegate. Le urne, chiuse alle 23 di domenica sera, sono state riaperte dalle 7 e lo resteranno fino alle 15 di oggi. Alla chiusura dei seggi inizierà lo spoglio.


Partecipano al ballottaggio i due candidati che al primo turno hanno ottenuto il maggior numero di voti, senza superare la soglia necessaria per aggiudicarsi la vittoria al primo turno. Questa tornata elettorale è dedicata ai Comuni con più di 15mila abitanti in cui nessun candidato ha ottenuto più del 50% dei voti al primo turno. Ma ce ne sono anche alcuni con meno di 15mila abitanti perché le elezioni dell’8 e 9 giugno sono finite in parità come a Zerba, in provincia di Piacenza, la città più piccola al voto con 70 residenti. I due candidati sindaco, Claudia Borrè (lista Il Castello) e Giovanni Razzari (lista Zerba Futura), hanno ottenuto 28 voti ciascuno. Parità di preferenze anche per i candidati sindaci dei piccoli comuni di Tresignana (Fe), Colle d’Anchise (Cb), Valle San Nicolao (Bi), Stroppo (Cn) e Pragelato (To). L’affluenza alle 23 di domenica per i ballottaggi delle comunali è stata del 37%. Il picco massimo è stato raggiunto nei comuni in cui si votava in Umbria con il 46,53%, mentre il minimo è stato in Liguria con il 31,56%. Il dato finale del primo turno in tutta Italia era stato pari al 53,21%.

L.elettorale, Casellati: la sto studiando, pronta in autunno

L.elettorale, Casellati: la sto studiando, pronta in autunnoRoma, 24 giu. (askanews) – “La legge elettorale? La sto studiando. Sarà pronta per l’autunno. Definirà tutta la procedura che riguarda l’elezione tanto del presidente del Consiglio quanto dei parlamentari. Il vulnus ci sarebbe stato se l’avessi elaborata prima, perché avremmo avuto una riforma con dei paletti rigidi rispetto ad eventuali cambiamenti. Ci sarà sicuramente una soglia ma non faccio anticipazioni perché sarà oggetto di un articolato confronto e non posso manifestare quella che sarebbe esclusivamente mia idea”. Lo ha dichiarato stamattina il ministro per le Riforme istituzionali Elisabetta Casellati ai microfoni di Radio24.

Ballottaggi, seggi aperti per il secondo turno in 105 Comuni

Ballottaggi, seggi aperti per il secondo turno in 105 ComuniRoma, 23 giu. (askanews) – Seggi elettorali aperti per scegliere il sindaco in 105 comuni (14 capoluoghi) di 16 regioni nel turno di ballottaggio. Oltre 3,4 milioni gli elettori. Occhi puntati su Bari, Campobasso, Firenze, Lecce, Perugia e Potenza. La regione con più ballottaggi è la Toscana con 18 comuni. Le urne saranno aperte dalle 7 alle 23 di oggi e dalle 7 alle 15 di domani. Alla chiusura dei seggi inizierà lo spoglio.


Questa tornata elettorale è dedicata ai Comuni con più di 15mila abitanti in cui nessun candidato ha ottenuto più del 50% dei voti al primo turno. Ma ce ne sono anche alcuni con meno di 15mila abitanti perché le elezioni dell’8 e 9 giugno sono finite in parità come a Zerba, in provincia di Piacenza, la città più piccola al voto con 70 residenti. I due candidati sindaco, Claudia Borrè (lista Il Castello) e Giovanni Razzari (lista Zerba Futura), hanno ottenuto 28 voti ciascuno. Parità di preferenze anche per i candidati sindaci dei piccoli comuni di Tresignana (Fe), Colle d’Anchise (Cb), Valle San Nicolao (Bi), Stroppo (Cn) e Pragelato (To).Partecipano al ballottaggio i due candidati che al primo turno hanno ottenuto il maggior numero di voti. La scheda elettorale presenta il nome e il cognome dei candidati alla carica di sindaco, con i simboli delle liste collegate. Il voto si esprime tracciando un segno accanto al nome del candidato prescelto. Non è ammesso il voto disgiunto, ovvero la possibilità di votare per un candidato alla carica di sindaco e, contemporaneamente, per una lista di candidati alla carica di consigliere comunale non collegata a quel candidato a sindaco. La prima rilevazione sull’affluenza è alle 12. La seconda è prevista alle 19. Quella finale del primo giorno di votazione alle 23, a chiusura seggi.

Ballottaggi, urne aperte per il secondo turno in 105 Comuni

Ballottaggi, urne aperte per il secondo turno in 105 ComuniRoma, 23 giu. (askanews) – Seggi elettorali aperti per scegliere il sindaco in 105 comuni (14 capoluoghi) di 16 regioni nel turno di ballottaggio. Oltre 3,4 milioni gli elettori. Occhi puntati su Bari, Campobasso, Firenze, Lecce, Perugia e Potenza. La regione con più ballottaggi è la Toscana con 18 comuni. Le urne saranno aperte dalle 7 alle 23 di oggi e dalle 7 alle 15 di domani. Alla chiusura dei seggi inizierà lo spoglio.


Questa tornata elettorale è dedicata ai Comuni con più di 15mila abitanti in cui nessun candidato ha ottenuto più del 50% dei voti al primo turno. Ma ce ne sono anche alcuni con meno di 15mila abitanti perché le elezioni dell’8 e 9 giugno sono finite in parità come a Zerba, in provincia di Piacenza, la città più piccola al voto con 70 residenti. I due candidati sindaco, Claudia Borrè (lista Il Castello) e Giovanni Razzari (lista Zerba Futura), hanno ottenuto 28 voti ciascuno. Parità di preferenze anche per i candidati sindaci dei piccoli comuni di Tresignana (Fe), Colle d’Anchise (Cb), Valle San Nicolao (Bi), Stroppo (Cn) e Pragelato (To). Partecipano al ballottaggio i due candidati che al primo turno hanno ottenuto il maggior numero di voti. La scheda elettorale presenta il nome e il cognome dei candidati alla carica di sindaco, con i simboli delle liste collegate. Il voto si esprime tracciando un segno accanto al nome del candidato prescelto. Non è ammesso il voto disgiunto, ovvero la possibilità di votare per un candidato alla carica di sindaco e, contemporaneamente, per una lista di candidati alla carica di consigliere comunale non collegata a quel candidato a sindaco.


La prima rilevazione sull’affluenza è alle 12. La seconda è prevista alle 19. Quella finale del primo giorno di votazione alle 23, a chiusura seggi.

Lecce, scontro su Emiliano, per destre non ha rispettato silenzio

Lecce, scontro su Emiliano, per destre non ha rispettato silenzioRoma, 22 giu. (askanews) – Alla vigilia dei ballottaggi per le elezioni comunali scoppia il caso Michele Emiliano. Il presidente della Regione Puglia è accusato da esponenti del centrodestra di voler interferire con il processo elettorale, essendo stato a Lecce per una riunione con dirigenti di Asl. “Un incontro – si legge sul sito dell’emittente Telerama che ne ha dato notizia – a porte chiuse, quello tra il governatore Emiliano, i vertici della Asl ed esponenti della coalizione di centrosinistra tra i quali l’assessore regionale alle Attività produttive Alessandro Delli Noci dalla quale non sono trapelate indiscrezioni sugli argomenti trattati, come quello relativo al nascente polo universitario di medicina”. Dal Pd la replica di un deputato parla di “deriva propagandistica” e indirizza una lettera al prefetto, la candidata sindaca del centrodestra, Adriana Poli Bortone, risponde annunciando un esposto in Procura. Emiliano non commenta, dal suo entourage sottolineano il carattere chiuso al pubblico, quindi non regolato dalle norme sul silenzio elettorale, dell’incontro nel capoluogo salentino. Sul sito di Telerama c’è la risposta del presidente pugliese ai microfoni dell’emittente, nella quale spiega di essersi recato a Lecce “per dare una mano a Salvemini”, il candidato sindaco di centrosinistra. “Siamo qui soprattutto per Lecce, capisco che è strano che un barese ami questa città…”, conclude.


“A Lecce il presidente della Regione Puglia Emiliano beccato in prima persona ad un incontro in silenzio elettorale con i dirigenti Asl, il cui futuro professionale dipende direttamente da lui”, è la denuncia di Giovanni Donzelli, deputato e responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia. “Una chiara interferenza elettorale che dimostra, ancora una volta di più, l’arroganza di questo personaggio che calpesta ogni regola di buona condotta”, rincara la dose Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia. “Ho scritto al prefetto di Lecce per fare chiarezza sulla visita del presidente Emiliano in città e per manifestargli tutta la mia e la nostra preoccupazione per la deriva propagandistica a sostegno della candidata sindaca Poli Bortone in questa campagna elettorale”, annuncia sui suoi canali social il deputato salentino del Partito democratico Claudio Stefanazzi. Nel testo della lettera, l’esponente dem precisa che “il presidente, nel pieno rispetto delle norme vigenti in materia di silenzio elettorale, ha salutato in maniera riservata e a porte chiuse alcuni amici appartenenti a diverse categorie sociali e professionali per parlare anche del ballottaggio a Lecce. Come peraltro si evince chiaramente da quanto dichiarato dell’estensore del servizio televisivo dell’emittente Telerama che ha dato il la alla polemica strumentale del centrodestra. Quello che è davvero grave – accusa Stefanazzi – è che l’emittente in questione si sia presentata ad un evento privato e a porte chiuse ed abbia preteso, in palese violazione della privacy, di effettuare riprese e fare domande. Solo per cortesia il presidente Emiliano ha risposto alla domanda del giornalista chiarendo in maniera cristallina il motivo dell’incontro”. Il deputato dem segnala quindi al prefetto di Lecce quello che a suo giudizio è “l’ennesimo tentativo di Telerama di avvelenare il clima di questa campagna elettorale e di rappresentare esclusivamente il centrodestra”.


Dura la replica di Poli Bortone: “Alla luce delle dichiarazioni del deputato del Pd secondo cui Emiliano sarebbe intervenuto oggi in una riunione con i vertici delle Asl e i dirigenti medici, in un giorno di silenzio elettorale, nel pieno rispetto delle norme vigenti, riteniamo che sia necessario presentare un esposto alla Procura della Repubblica. E lo faremo domattina. Spostare l’attenzione o addirittura le responsabilità sul giornalista che gli ha posto la domanda, in un incontro riservato nel sabato pre elettorale è grave, come grave o forse cristallina nella sua gravità è stata la risposta del presidente Emiliano”. A giudizio di Poli Bortone “si sta tentando di limitare la libertà di stampa, con un tentativo maldestro, anzi meglio dire malsinistro, che mette in discussione la correttezza dei giornalisti della tv locale che ha registrato l’intervista. Chiedere rispetti delle norme vigente non significa avvelenare il clima. E a questo punto – conclude – il passaggio di domani in Procura sarà fondamentale e imprescindibile”.

Caporalato, Schlein: presto proposta per riscrivere Bossi-Fini

Caporalato, Schlein: presto proposta per riscrivere Bossi-FiniRoma, 22 giu. (askanews) – “Nei prossimi giorni presenteremo la nostra proposta per abolire la Bossi-Fini e riscriverla integralmente, perché provoca da vent’anni irregolarità. E la irregolarità, come insegna questa tragedia e questo omicidio, causa precarietà, sfruttamento e ricattabilità sulla pelle delle persone come Satnam Singh”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein, nel corso di un punto stampa a Latina, dove ha partecipato alla manifestazione convocata dalla Cgil dopo la morte del bracciante indiano.


“C’eravamo ieri, ci siamo oggi e posso assicurare che come Partito democratico ci saremo anche domani per bonificare l’Agro pontino dal caporalato e dalle infiltrazioni mafiose”, ha aggiunto.

Caporalato, Mattarella: eliminare sfruttamento crudele e illegale

Caporalato, Mattarella: eliminare sfruttamento crudele e illegaleSolferino(Mn), 22 giu. (askanews) – La morte nelle campagne pontine del bracciante indiano Satnam Singh mostra “una forma di lavoro che si manifesta con caratteri disumani e che rientra in un fenomeno – che affiora non di rado – di sfruttamento del lavoro dei più deboli e indifesi, con modalità e condizioni illegali e crudeli”. Lo ha detto a Solferino, nel Mantovano, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un saluto ai volontari in occasione dei 160 anni dalla fondazione della Croce rossa italiana. Si tratta di un fenomeno, ha aggiunto, “che, con rigore e fermezza, va ovunque contrastato, eliminato totalmente e sanzionato, evitando di fornire l’erronea e inaccettabile impressione che venga tollerato ignorandolo”.


“Il volontariato, nelle sue diverse forme, è un orgoglio del nostro Paese. Trasmette energia preziosa. I valori che esprime sono parte della cultura, e dell’identità stessa, del nostro popolo. Questo – ha rivendicato il capo dello Stato – è il carattere dell’Italia, ampiamente diffuso nella concreta vita quotidiana ed è quel che la rende, in conformità alla sua storia, un Paese di grande civiltà. Contro cui stridono – gravi ed estranei – episodi e comportamenti come quello registrato tre giorni addietro, quando il giovane lavoratore immigrato Satnam Singh è morto, vedendosi rifiutare soccorso e assistenza, dopo l’ennesimo tragico incidente sul lavoro”.

Mattarella: guerre hanno responsabile inizio, ma vittime uguali

Mattarella: guerre hanno responsabile inizio, ma vittime ugualiSolferino(Mn), 22 giu. (askanews) – “Se è vero che nelle guerre c’è sempre qualcuno più responsabile nell’averle scatenate – e queste responsabilità non possono essere taciute – è vero che le vittime sono uguali nella loro umanità e nell’atroce dolore che sono costrette a sopportare. Le vittime sono tutte uguali”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un saluto ai volontari in occasione dei 160 anni dalla fondazione della Croce rossa italiana.


“Meritano aiuto, cura, solidarietà, vicinanza umana. Sul valore della cura alle donne e agli uomini sofferenti senza chiedere la loro provenienza, la nazionalità, il credo religioso, le convinzioni politiche, si è costruita quella cultura della Croce Rossa, italiana e internazionale, che è stata trasmessa al mondo, che ha influenzato le relazioni tra gli Stati, che è stata posta alla base di alcuni importanti protocolli e trattati”, ha aggiunto il capo dello Stato.

A Bari ballottaggio con favorito: è Leccese, spinto da Decaro

A Bari ballottaggio con favorito: è Leccese, spinto da DecaroRoma, 22 giu. (askanews) – Si vota per tutta la giornata di domenica e mezza giornata di lunedì anche a Bari per un ballottaggio che sulla carta potrebbe apparire scontato: al primo turno il candidato sindaco del Pd, Vito Leccese, ex capo di gabinetto del primo cittadino uscente Antonio Decaro, ha raccolto il 48 per cento dei consensi contro il 29 del suo rivale, Fabio Romito, avvocato e consigliere regionale della Lega. Scontato perché il terzo classificato del primo turno, il “civico” di sinistra Michele Laforgia, che godeva anche del sostegno di Sinistra italiana e Movimento 5 stelle, dopo aver raccolto quasi il 22 per cento dei voti ha confermato l’intenzione sua e della sua coalizione di appoggiare Leccese al secondo turno. Leccese e Laforgia si erano scontrati anche duramente in campagna elettorale, dopo che quest’ultimo aveva fatto saltare le primarie di coalizione a seguito delle notizie sulle inchieste giudiziarie per corruzione e voto di scambio politico-mafioso che hanno investito soprattutto l’area delle liste civiche di centrosinistra legate a Decaro e al presidente della Regione, Michele Emiliano. Bari in effetti rimane sotto la spada di Damocle della commissione d’accesso del Viminale, che potrebbe al Governo lo scioglimento del Comune per mafia.


Nonostante i toni di qualche esponente nazionale della coalizione di governo, Romito ha cercato di non scommettere troppo sull’effetto delle inchieste giudiziarie in corso e in una intervista di fine campagna pubblicata dal quotidiano locale La Gazzetta del Mezzogiorno si è limitato a parlare della necessità di “irrobustire quelle contromisure che già a Bari sono molto forti, grazie all’eccellente lavoro che svolgono le forze dell’ordine e la magistratura”. Del resto, il clamoroso successo di Decaro alle elezioni europee, che, con mezzo milione di preferenze raccolte nella sola circoscrizione Sud, è primatista nelle liste del Pd, dimostra che il danno d’immagine portato al centrosinistra dal terremoto giudiziario non ha scalfito le personalità più in vista della passata amministrazione. E proprio l’appoggio di Decaro (“un sortilegio” il suo rapporto con la città, secondo qualche commento a caldo dell’entourage di Romito dopo il primo turno delle comunali) ha certamente pesato nel successo di Leccese, da vent’anni impegnato con ruoli più tecnici che politici, pur avendo un lontano passato da attivista, consigliere comunale e deputato dei Verdi. Non a caso, Romito ha provato a puntare il dito sull’altro (e meno popolare) sponsor del candidato sindaco del centrosinistra: “Contrariamente alla retorica adottata da Leccese verso i cittadini, con un marketing elettorale profondamente scorretto, votando per lui non si vota per Decaro, ma per Michele Emiliano, che era e resta – ha sostenuto sulla Gazzetta l’esponente leghista – l’azionista principale di questo progetto in continuità con vent’anni di amministrazione rossa”. Quanto al favorito del ballottaggio, sul tema delle inchieste ha rivendicato i galloni a suo giudizio conquistati sul campo dall’amministrazone Decaro: “A Bari – ha detto nell’intervista sul quotidiano locale, parallela a quella di Romito – esistono clan della criminalità organizzata ma, come hanno detto i magistrati e non io, l’amministrazione ha sempre collaborato con la giustizia e le forze dell’ordine per combattere il fenomeno”. Di recente Laforgia si è recato in Procura per segnalare notizie di reato sempre legate al voto di scambio, “bene ha fatto”, ha commentato Leccese, “a denunciare un episodio di cui è venuto a conoscenza. Attendiamo che la magistratura faccia il suo lavoro”. Criticato per la sua eccessiva “internità” alla storia ventennale della città governata dal centrosinistra, Leccese non ha mai cercato di negarla, ma qualche correzione di rotta l’ha promessa: “Ho detto e ripetuto – ha spiegato sulle pagine della Gazzetta – che per me essere in continuità con un’amministrazione virtuosa come quella di Antonio non è un’accusa ma una medaglia e me la appunto sul petto con orgoglio. Sono cosciente che non tutto è andato come avremmo voluto. Un esempio per tutti: l’esplosione del turismo va regolamentata e orientata secondo una strategia più matura, perché oltre a portare enormi benefici economici, può generare criticità che nuocciono ai cittadini”.


L’ultima parola spetta agli elettori: al primo turno si è presentato ai seggi poco più del 60 per cento degli aventi diritto. Se c’è motivo per ritenere il risultato del ballottaggio un dato non scontato, è proprio questo: i cittadini in prima battuta andranno convinti a recarsi alle urne, cosa non facilissima in Puglia in questa stagione, con previsioni meteo e temperature che suggeriscono altri modi per passare il tempo, soprattutto nella giornata di domenica. Ancor più difficile proprio a causa dello scrutinio del primo turno e del grande distacco di partenza fra i due candidati: quello di centrosinistra che potenzialmente può contare su un bacino del 48+22 per cento e quello di centrodestra che l’8 e 9 giugno si è fermato al 29 per cento. Paradossalmente, però, si tratta di un problema comune ai due sfidanti. Leccese, infatti, deve convincere i simpatizzanti delle due aree cittadine di centrosinistra che non ha già vinto e serve un ultimo sforzo, mentre Romito deve motivare i sostenitori del centrodestra, spiegando loro che nonostante il distacco la partita non è persa.

Bari, ballottaggio con favorito: è Leccese, spinto da Decaro

Bari, ballottaggio con favorito: è Leccese, spinto da DecaroRoma, 22 giu. (askanews) – Si vota per tutta la giornata di domenica e mezza giornata di lunedì anche a Bari per un ballottaggio che sulla carta potrebbe apparire scontato: al primo turno il candidato sindaco del Pd, Vito Leccese, ex capo di gabinetto del primo cittadino uscente Antonio Decaro, ha raccolto il 48 per cento dei consensi contro il 29 del suo rivale, Fabio Romito, avvocato e consigliere regionale della Lega. Scontato perché il terzo classificato del primo turno, il “civico” di sinistra Michele Laforgia, che godeva anche del sostegno di Sinistra italiana e Movimento 5 stelle, dopo aver raccolto quasi il 22 per cento dei voti ha confermato l’intenzione sua e della sua coalizione di appoggiare Leccese al secondo turno. Leccese e Laforgia si erano scontrati anche duramente in campagna elettorale, dopo che quest’ultimo aveva fatto saltare le primarie di coalizione a seguito delle notizie sulle inchieste giudiziarie per corruzione e voto di scambio politico-mafioso che hanno investito soprattutto l’area delle liste civiche di centrosinistra legate a Decaro e al presidente della Regione, Michele Emiliano. Bari in effetti rimane sotto la spada di Damocle della commissione d’accesso del Viminale, che potrebbe al Governo lo scioglimento del Comune per mafia.


Nonostante i toni di qualche esponente nazionale della coalizione di governo, Romito ha cercato di non scommettere troppo sull’effetto delle inchieste giudiziarie in corso e in una intervista di fine campagna pubblicata dal quotidiano locale La Gazzetta del Mezzogiorno si è limitato a parlare della necessità di “irrobustire quelle contromisure che già a Bari sono molto forti, grazie all’eccellente lavoro che svolgono le forze dell’ordine e la magistratura”. Del resto, il clamoroso successo di Decaro alle elezioni europee, che, con mezzo milione di preferenze raccolte nella sola circoscrizione Sud, è primatista nelle liste del Pd, dimostra che il danno d’immagine portato al centrosinistra dal terremoto giudiziario non ha scalfito le personalità più in vista della passata amministrazione. E proprio l’appoggio di Decaro (“un sortilegio” il suo rapporto con la città, secondo qualche commento a caldo dell’entourage di Romito dopo il primo turno delle comunali) ha certamente pesato nel successo di Leccese, da vent’anni impegnato con ruoli più tecnici che politici, pur avendo un lontano passato da attivista, consigliere comunale e deputato dei Verdi. Non a caso, Romito ha provato a puntare il dito sull’altro (e meno popolare) sponsor del candidato sindaco del centrosinistra: “Contrariamente alla retorica adottata da Leccese verso i cittadini, con un marketing elettorale profondamente scorretto, votando per lui non si vota per Decaro, ma per Michele Emiliano, che era e resta – ha sostenuto sulla Gazzetta l’esponente leghista – l’azionista principale di questo progetto in continuità con vent’anni di amministrazione rossa”. Quanto al favorito del ballottaggio, sul tema delle inchieste ha rivendicato i galloni a suo giudizio conquistati sul campo dall’amministrazone Decaro: “A Bari – ha detto nell’intervista sul quotidiano locale, parallela a quella di Romito – esistono clan della criminalità organizzata ma, come hanno detto i magistrati e non io, l’amministrazione ha sempre collaborato con la giustizia e le forze dell’ordine per combattere il fenomeno”. Di recente Laforgia si è recato in Procura per segnalare notizie di reato sempre legate al voto di scambio, “bene ha fatto”, ha commentato Leccese, “a denunciare un episodio di cui è venuto a conoscenza. Attendiamo che la magistratura faccia il suo lavoro”.


Criticato per la sua eccessiva “internità” alla storia ventennale della città governata dal centrosinistra, Leccese non ha mai cercato di negarla, ma qualche correzione di rotta l’ha promessa: “Ho detto e ripetuto – ha spiegato sulle pagine della Gazzetta – che per me essere in continuità con un’amministrazione virtuosa come quella di Antonio non è un’accusa ma una medaglia e me la appunto sul petto con orgoglio. Sono cosciente che non tutto è andato come avremmo voluto. Un esempio per tutti: l’esplosione del turismo va regolamentata e orientata secondo una strategia più matura, perché oltre a portare enormi benefici economici, può generare criticità che nuocciono ai cittadini”. L’ultima parola spetta agli elettori: al primo turno si è presentato ai seggi poco più del 60 per cento degli aventi diritto. Se c’è motivo per ritenere il risultato del ballottaggio un dato non scontato, è proprio questo: i cittadini in prima battuta andranno convinti a recarsi alle urne, cosa non facilissima in Puglia in questa stagione, con previsioni meteo e temperature che suggeriscono altri modi per passare il tempo, soprattutto nella giornata di domenica. Ancor più difficile proprio a causa dello scrutinio del primo turno e del grande distacco di partenza fra i due candidati: quello di centrosinistra che potenzialmente può contare su un bacino del 48+22 per cento e quello di centrodestra che l’8 e 9 giugno si è fermato al 29 per cento. Paradossalmente, però, si tratta di un problema comune ai due sfidanti. Leccese, infatti, deve convincere i simpatizzanti delle due aree cittadine di centrosinistra che non ha già vinto e serve un ultimo sforzo, mentre Romito deve motivare i sostenitori del centrodestra, spiegando loro che nonostante il distacco la partita non è persa.