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Nessun accordo, seduta fiume Camera fino a ok finale ad Autonomia

Nessun accordo, seduta fiume Camera fino a ok finale ad AutonomiaRoma, 18 giu. (askanews) – L’aula della Camera ha approvato con 54 voti differenza la seduta fiume sul ddl autonomia che dunque verrà esaminato senza interruzioni fino all’approvazione finale. La richiesta è arrivata dal capogruppo Fdi Tommaso Foti alla ripresa della seduta dopo la conferenza dei capigruppo in cui “non è stato possibile trovare un accordo sull’ordine dei lavori”.


“E’ una forzatura inaccettabile che risponde a logiche politiche, non istituzionali: avete fatto un accordo di scambio, uno sfregio nei confronti delle istituzioni. Che bisogno c’era? Avete i numeri, perché fare queste forzature?. Credo si sia superato il limite. Si alterano i rapporti tra maggioranza e opposizione. È un un errore, uno sfregio della Costituzione, è dittatura della maggioranza”, ha detto Federico Fornaro (Pd) prendendo in aula la parola contro la richiesta di seduta fiume. “Nessun accordo con chi non rispetta il Parlamento. Vogliono chiudere il patto scellerato con il premierato e, con questa ossessione, la destra impone ritmi forsennati e inutili per chiudere lo Spacca Italia. Seduta fiume sia, hanno deciso loro, non ci sono mediazioni possibili”, ha osservato il vicepresidente di AVS Marco Grimaldi. Contro alla seduta fiume si è espresso anche i gruppi M5s e Azione. “Questa forzatura notturna che ci avete imposto dice la pochezza con la quale state vivendo le istituzioni”, ha sottolineato Elena Bonetti (Az).


“Vergogna, vergogna”, il coro all’indirizzo della maggioranza, con cui i gruppi di opposizione hanno protestato contro la decisione di andare avanti con una seduta fiume sul ddl autonomia sino al voto finale. A dare il ‘La’ alla protesta la responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, subito ripresa dal vicepresidente di turno Giorgio Mulè che l’ha richiamata all’ordine: “Vergogna non lo dice nessuno, rispetti la presidenza. Non mi costringa a fare quello che non voglio fare”. A difesa di Serracchiani è intervenuto Claudio Mancini (Pd): “Lei non può richiamare in maniera intimidatoria i parlamentari, abbiamo grande stima per lei ma non si deve prestare a rappresentare la maggioranza tifosa”.


“La parola intimidatoria non appartiene al mio vocabolario, è inaccettabile. Ho solo richiamato Serracchiani a essere rispettosa dell’aula”, ha replicato Mulè. Il deputato dem Federico Fornaro ha chiesto di intervenire per sottolineare che “vergogna dopo quello che è successo, è un giudizio politico, non è stato dato un giudizio personale, la scelta di mettere la seduta fiume su un provvedimento già contingentato è una scelta vergognosa”.

Schlein in piazza con Conte Avs e Più Europa: “unità, unità”

Schlein in piazza con Conte Avs e Più Europa: “unità, unità”Roma, 18 giu. (askanews) – “Unità! Unità! Unità”. Scandiscono la parola i partecipanti alla manifestazione organizzata da Pd, M5S, Avs e +Europa. E tutti i leader la rilanciano dal palco, nel giorno in cui c’è stato il primo via libera al premierato. “Basta divisioni, teniamoci strette le nostre differenze che ci sono e sono preziose se sappiamo metterle a valore nelle tante battaglie comuni, facciamoci trovare pronti, uniti e compatti”, dice la segretaria Dem Elly Schlein che definisce “meravigliosa” piazza Santi Apostoli “con tutte queste bandiere diverse unite per difendere la Costituzione e l’unità nazionale. Voglio ringraziare M5s, Avs e +E – sottolinea – per aver sentito insieme a noi l’esigenza di una piazza unitaria”. Piazza che accoglie i leader che arrivano dal Parlamento alla spicciolata intonando “Bello Ciao” in coro.


Il presidente M5S Giuseppe Conte ricorda i “calci e i pugni” alla Camera a “un nostro parlamentare”, Leonardo Donno, la scorsa settimana e assicura che la “reazione per un’Italia più democratica, a difesa della Costituzione, contro l’autonomia differenziata spacca-Italia, contro questo premierato che vuole insediare una donna sola al comando, un uomo solo al comando per cinque anni, la nostra risposta è forte, è unitaria: non passeranno”. Conte aggiunge: “quando si tocca la Costituzione bisogna unire le forze di tutta l’Italia che si riconosce in questa Costituzione”. Solidarietà contro “l’aggressione squadrista”, la esprime anche Schlein dal palco poco dopo. “Oggi comincia quel piccolo passo ma significativo per costruire l’unità delle opposizioni e mandare Giorgia Meloni a casa”, osserva Angelo Bonelli che insieme a Nicola Fratoianni da tempo si propongono come “cerniera” nella costruzione dell’alternativa. Fratoianni puntualizza: “questa piazza è repubblicana e antifascista. Loro non lo sono”. “Non è normale un paese dove se a teatro gridi ‘viva l’Italia antifascista’ ti fermano ma se in tre mesi profanano la tomba di Berlinguer e Matteotti nessuno dice nulla”, “non è normale che si faccia il simbolo della Decima Mas in Parlamento” e “che Crippa vice segretario della Lega dica che è più grave cantare Bella ciao che fare questi gesti”. Dopo l’inchiesta di Fanpage su Gioventù nazionale, Schlein si rivolge alla Meloni: “che cosa aspetta a cacciarli dal suo partito, a prendere le distanze da quelle immagini che hanno fatto il giro d’Europa?”. “Questa piazza bellissima di Roma – fa eco il segretario di Nuova Europa Riccardo Magi- oggi ci dice una cosa: siamo in tanti e non accettiamo che il confronto e lo scontro politico diventino aggressione fisica. Oggi siamo qui per dimostrare che esiste un’altra Italia, un paese che dice no all’obbrobrio delle riforme costituzionali che vogliono Meloni e Salvini”.


Schlein e Conte, dietro il palco, si erano abbracciati e baciati sulle guance e poi si erano intrattenuti in un breve colloquio, poco prima di prendere la parola per il loro intervento. Nel backstage c’è lo stato maggiore dei partiti, in piazza le bandiere del Pd, dei Cinque Stelle, di Avs e +Europa sventolate dai militanti, qualche bandiera palestinese, l’Arci. Ma la manifestazione è vestita in verde, bianca e rossa, tra bandiere, cappellini e fulard. Una piazza Santi Apostoli piena, tanto che c’è chi si lamenta perché non riesce a spostarsi. “In questa piazza è nato l’Ulivo e in questa piazza potrebbe rinascere l’unità del centrosinistra”, si sbilancia la capogruppo Avs a Montecitorio Luana Zanella che non è l’unica a ricordare quella storia. Sull’assenza di Italia Viva e Azione la segretaria precisa: “c’è sempre tempo di allagare quando gli obiettivi sono comuni”. Al cronista che chiede cosa divide ancora il campo che si oppone al governo Meloni, Fratoianni risponde tagliando corto: “oggi le opposizioni sono unite”.


“La prossima volta una piazza più grande, questa è la prima ma non sarà l’ultima, consideriamoci tutti mobilitati in modo permanente perchè non si fermeranno e noi non li faremo passare. No al premierato e all’autonomia differenziata, viva la Costituzione e l’Italia antifascista”, afferma in conclusione Schlein e subito dopo la piazza canta ‘Bella ciao’. Quando l’attrice Monica Guerritore finisce di leggere l’appello scritto da 180 giuristi contro le “contraddizioni insanabili” del premierato, sullo sfondo parte ‘Viva l’Italia’ di Francesco de Gregori.

Testo premierato già pronto a cambiare. Nodi sono tempi e referendum

Testo premierato già pronto a cambiare. Nodi sono tempi e referendumRoma, 18 giu. (askanews) – Il primo via libera è appena arrivato, ma la “madre di tutte le riforme” è già pronta per essere modificata. Ci sono almeno un paio di paradossi nel via libera che oggi il Senato ha dato al premierato all’italiana by Giorgia Meloni. Il primo è che, nonostante sei mesi di discussione tra commissione e aula e la lunga trattativa interna alla maggioranza per cercare un punto di caduta, tutti danno per scontato che nel passaggio alla Camera saranno necessarie delle modifiche. Il secondo è che, proprio nella giornata in cui le opposizioni scendono in piazza in dissenso, da Fratelli d’Italia si fa filtrare una volontà di considerare correzioni che possano essere lette come una apertura almeno da una parte dei partiti di minoranza. In tutto questo, a pesare ci sono le incognite sui tempi. I nodi da sciogliere sul timing sono molti tanto che nei prossimi giorni il dossier verrà affrontato direttamente dalla presidente del Consiglio.


Uno dei punti critici sui quali con ogni probabilità si metterà mano nel secondo passaggio parlamentare è quello del consenso degli italiani all’estero. Si tratta di milioni di voti che, in quanto tali, in termini percentuali possono addirittura essere decisivi per l’elezione diretta del premier. Allo stesso tempo, però, la loro rappresentanza è fissa, ovvero – dopo il taglio dei parlamentari – di 8 deputati e 4 senatori. C’è poi una questione che riguarda il modo in cui è stata scritta la norma anti-ribaltone. Nonostante una operazione di drafting fatta durante l’esame dell’aula del Senato, infatti, mantiene dei rischi interpretativi che sono stati sollevati anche da un senatore di maggioranza come Marcello Pera. Non si tratta di cambiare il meccanismo fissato per i casi di crisi, frutto di un delicatissimo punto di equilibrio con la Lega, ma poiché quando si mette mano alla Costituzione “anche una virgola conta”, la questione potrebbe non essere meramente lessicale. Ma il vero punto politico potrebbe essere quello di un’apertura verso un riconoscimento delle minoranze, per esempio attraverso l’inserimento di uno statuto ad hoc o della figura del capo dell’opposizione. Ancora una volta, era stato Marcello Pera a presentare un emendamento in tal senso in commissione. Alla fine aveva deciso di ritirarlo e di trasformarlo in un ordine del giorno per l’aula. Non è dunque escluso che si riparta da lì per cercare di tendere la mano ai partiti di opposizione, almeno ai centristi di Italia viva e Azione che, per esempio, oggi non si sono uniti alla piazza con Pd, Avs, M5s e Più Europa. Lo dice quasi esplicitamente il presidente del gruppo della Lega, Massimiliano Romeo.


“Molto – spiega – dipenderà dalla disponibilità di Fratelli d’Italia” di poter “apportare miglioramenti e togliere qualche freccia all’arco delle opposizioni in vista del referendum”. Un esponente di spicco dei meloniani fa anche un altro ragionamento. “Diciamo sempre che questa riforma non è per noi, ha senso fare ragionamenti pensando a quando non saremo più al governo”. Eventuali modifiche si portano inevitabilmente dietro un allungamento dei tempi. Ma non è l’unica incognita con cui la madre di tutte le riforme dovrà avere a che fare. Il governo ha infatti trasmesso giovedì scorso alla Camera un’altra riforma costituzionale, il ddl Nordio che contiene anche la separazione delle carriere tanto cara al partito di Antonio Tajani. La presidenza di Montecitorio dovrà decidere se assegnarlo alla prima commissione o in congiunta con la commissione Giustizia. Comunque sia, si profila un rischio ingorgo per chi siede nell’organismo parlamentare presieduto da Nazario Pagano di Forza Italia. Per questo, nei prossimi giorni dovrà essere proprio Giorgia Meloni a decidere se le due riforma dovranno viaggiare in parallelo o se una delle due avrà la precedenza e quale. La decisione dipenderà anche da un’altra domanda: quando bisognerà tenere l’eventuale referendum e, visto che si tratta di due riforme costituzionali, può essere più utile che vengano celebrati insieme o meglio in tempi diversi? C’è poi un’altra incognita che pesa sulla tempistica, ossia quello della nuova legge elettorale senza la quale di fatto la riforma costituzionale non è applicabile. Nella maggioranza le visioni non sono univoche e l’avversione della Lega per il ballottaggio potrebbe essere uno scoglio non da poco.


Per ora la presidente del Consiglio festeggia il primo sì: “Un primo passo in avanti per rafforzare la democrazia, dare stabilità alle nostre istituzioni, mettere fine ai giochi di palazzo e restituire ai cittadini il diritto di scegliere da chi essere governati”.

Maturità, messaggio Meloni a studenti:siete futuro della Nazione

Maturità, messaggio Meloni a studenti:siete futuro della NazioneRoma, 18 giu. (askanews) – “In una notte così speciale e simbolica per la vostra vita io voglio rivolgere a ciascuno di voi un incoraggiamento. So quanto impegno, quante dedizione e quanto coraggio abbiate messo per arrivare fin qui e so che a volte può essere stato difficile. Ma ogni pagina studiata in questi anni, ogni ora dedicata allo studio vi avvicina alle vostre aspirazioni, forse persino ai vostri sogni, perché l’importante non è solo il risultato finale che si raggiunge ma è anche il percorso che si intraprende per arrivare a quel risultato”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un videomessaggio inviato al portale Skuola.net per augurare “in bocca al lupo” agli studenti che domani affronteranno l’esame di maturità.


“La maturità – ha proseguito la premier – vi insegna a superare gli ostacoli , a credere nelle vostre capacità, a costruire il vostro futuro con determinazione e io vi auguro di affrontare questi giorni con serenità e con fiducia. Siete il futuro della nostra nazione e sono certa che dimostrerete il vostro valore, l’Italia crede in voi e in bocca al lupo”.

Riforme, Conte in piazza: non passeranno è risposta forte e unitaria

Riforme, Conte in piazza: non passeranno è risposta forte e unitariaRoma, 18 giu. (askanews) – “Non saranno calci e pugni in piena aula di Montecitorio a un nostro parlamentare che ci fermeranno. La nostra reazione per un’Italia più democratica, a difesa della Costituzione, contro l’autonomia differenziata spacca-Italia, contro questo premierato che vuole insediare una donna sola al comando, un uomo solo al comando per cinque anni, la nostra risposta è forte, è unitaria: no passeranno”. Lo ha detto il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, arrivando in piazza Santi Apostoli per prendere parte alla manifestazione delle opposizioni contro Autonomia regionale differenziata Premierato.

Riforme,opposizioni in piazza a Roma intonano in coro “Bella Ciao”

Riforme,opposizioni in piazza a Roma intonano in coro “Bella Ciao”Roma, 18 giu. (askanews) – Sulle note di “Bella Ciao” intonata in coro da una piazza santi Apostoli gremita si è aperta la manifestazione delle opposizioni a Roma contro il premierato che avuto da poco il primo sì del Senato con i voti del solo centrodestra e l’Autonomia differenziata fra le Regioni in approvazione alla Camera che questa sera la esaminerà con una maratona notturna. A cantare tutti insieme Bella Ciao all’inizio della manifestazione ci sono leader e militanti di Pd, Cinque Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Più Europa e lista Pace Terra e Dignità di Michele Santoro. Assenti invece bandiere e rappresentanti delle opposizioni centriste di Azione e Italia Viva che pure hanno votato al Senato contro il Premierato e alla Camera partecipano con le altre opposizioni all’ostruzionismo contro l’Autonomia. Una selva di fischi e fischietti copre le parole in piazza ogni volta che vengono evocati le parole Premierato e Autonomia.

Riforme,Schlein in piazza: tante bandiere,allargare campo c’è sempre tempo

Riforme,Schlein in piazza: tante bandiere,allargare campo c’è sempre tempoRoma, 18 giu. (askanews) – “È una bellissima piazza, con tanta partecipazione e tante bandiere tutte diverse per difendere la Costituzione e l’unità nazionale. È importante essere qui con tante realtà associative e movimenti, tutti uniti per impedire di stravolgere la Costituzione”. Lo ha detto ai cronisti Elly Schlein, segretaria del Pd, parlando a margine della manifestazione delle opposizioni contro il premierato e l’autonomia differenziata in corso in piazza Santi Apostoli a Roma.


A chi le ha chiesto un commento sulla “larghezza del campo” dei promotori della protesta, dal momento che dalla piazza mancano forze come Italia viva e Azione, Schlein ha risposto: “È una manifestazione unitaria, c’è sempre tempo di allagare quando gli obiettivi sono comuni”.

Da Mattarella allarme fakenews: disinformazione russa inaccettabile

Da Mattarella allarme fakenews: disinformazione russa inaccettabileChisinau, 18 giu. (askanews) – La disinformazione russa colpisce anche l’Italia: attraverso siti che compaiono e scompaiono rapidamente vengono diffuse “fake news e falsità volte a destabilizzare e screditare” e questo avviene soprattuto in vista degli appuntamenti elettorali, è necessario perciò che Unione europea e Nato intervengano stabilendo “regole internazionali”. Sergio Mattarella dalla Moldavia lancia un pesante allarme sulla influenza russa sull’informazione e lo fa in un paese che da tempo denuncia di essere sotto attacco da parte della federazione russa che cerca di condizionare le prossime elezioni politiche, quelle che sanciranno la volontà di aderire all’Unione europea.


Il capo dello Stato è a Chisinau per ribadire il “pieno sostegno dell’Italia all’adesione della Moldavia nell’Unione europea” convinti come siamo che “l’allargamento dell’Unione europea è una esigenza storica ineludibile, l’obiettivo di completare la comunità europea in senso pieno va promosso e realizzato aiutando i paesi candidati a raggiungere gli standard comunitari”. Mattarella risponde poi alle domande dei giornalisti italiani e moldavi e ammette che le interferenze nell’informazione da parte russa colpiscono anche l’Italia: “ve ne sono, le registriamo, vi sono costantemente e si intensificano nei momenti elettorali, c’è una ampia e diffusa tempesta di disinformazione e fake news – dice -, falsità volte a destabilizzare e screditare”, per il capo dello Stato si tratta di “forme di ostilità inaccettabili che richiederanno regole di comportamento da parte delle istituzioni internazonali che prevedano il rispetto degli altri paesi”.


Ma qui al confine con l’Ucraina è più pressante l’azione russa per destabilizzare il paese, come denuncia la presidente Maia Sandu: “Il Cremlino desidera che la Moldavia resti in una zona grigia, cerca di diminuire i nostri sforzi per il consolidamento delle istituzioni e dei processi democratici – dice la presidente della Moldavia -: si utilizza il riciclaggio di denaro per azioni di destabilizzazione, vogliono avere un ruolo determinante nelle elezioni e che vengano elette forze che sostengono il Cremlino. La Moldavia è più vulnerabile ma con il sostegno dell’Europa possiamo combattere in maniera efficace queste ingerenze e consolidare la nostra democrazia e riusciremo anche a svolgere elezioni democratiche”. Mattarella assicura che l’Italia è pronta ad essere al fianco della Moldavia in questo processo: “In questi ultimi anni, incluso nell’ambito della Piattaforma per il sostegno alla Moldova – ricorda -, l’Italia ha messo a disposizione circa 40 milioni di euro, quale contributo all’assistenza dei rifugiati ucraini e per alleviare le conseguenze della crisi energetica sulle famiglie moldave. Si tratta di un apporto che continueremo ad assicurare anche in futuro nell’ambito della nuova Piattaforma per lo sviluppo della Moldavia”.


Mattarella non dimentica “le drammatiche conseguenze subite dai moldavi a causa del conflitto in Ucraina, dall’impennata dei prezzi energetici all’afflusso di oltre un milione di rifugiati in transito verso l’Europa”, una “generosità” che desta la “profonda ammirazione dell’Italia. A proposito dell’Ucraina il Presidente della Repubblica giudica positivo il risultato del summit svizzero perchè “ha confermato che la nostra volontà di assistere l’Ucraina non avrà cedimenti e proseguirà fino a quando necessario”, ma anche perchè ha rappresentato un “primo passo di un processo verso una pace giusta”. Naturalmente non ci si attendeva fosse risolutivo, Mattarella prova a vederne gli aspetti positivi: “al di là di alcune mancate firme del documento finale è stata una indicazione importante – ha spiegato -: perchè quel documento indica alcuni principi basilari, l’integrità territoriale e il rifiuto di modificare i confini con la violenza delle armi” ora quindi tocca alla comunità internazionale continuare a spingere, sollecitare, far comprendere alla Federazione russa che occorre trovare un termine e che occorre il rispetto del diritto internazionale”.


Per la prima volta un Presidente della Repubblica italiano visita la Moldavia, una attenzione che è stata molto apprezzata dagli ospiti che sottolineano la vicinanza anche culturale tra i nostri due paesi. Mattarella ci tiene a ringraziare questo paese di confine per essere un’argine a quanto sta accadendo nel cuore dell’Europa: “La difesa dell’autonomia e dell’integrità Ucraina non tutela solo la Moldavia ma tutta l’Europa”. Questa vicenda dimostra come “libertà e democrazia non sono mai garantite, vanno difese e consolidate”. Mattarella risponde poi a chi gli chiede dello stallo che si registra a Bruxelles sulla costituzione del prossimo governo europeo e ribadisce un concetto già espresso in diverse occasioni alla vigilia delle elezioni europee: “Vi è un’esigenza di velocità – dice-. I problemi nascono velocemente e richiedono risposte immediate, tempestive. In un mondo contrassegnato sempre più da grandi soggetti internazionali se l’Ue non è in grado di fornire risposte tempestive, immediate, veloci i problemi saranno risolti da altri grandi soggetti internazionali. Per questo è indispensabile per l’Unione darsi modalità decisionali che consentono di rispondere velocemente ai problemi perché questi non aspettano i tempi di procedure lente e ritardate”.

Premierato, primo sì (con 109 voti) del Senato all’elezione diretta del presidente del consiglio

Premierato, primo sì (con 109 voti) del Senato all’elezione diretta del presidente del consiglioRoma, 18 giu. (askanews) – Primo sì del Senato al ddl di riforma costituzionale che prevede l’elezione diretta del presidente del Consiglio. I voti a favore sono stati 109, i contrari 77, un astenuto. Il testo passa ora alla Camera per la seconda delle quattro letture previste.


Un voto con qualche scintilla tra le opposizioni e il presidente del Senato: “Grazie per l’applauso, ma non può essere selettivo solo quando piace a voi: o c’è sempre o non c’è mai”, ha detto Ignazio La Russa, commentando il rumoroso gradimento espresso nei suoi confronti dai banchi delle opposizioni dopo che aveva richiamato il senatore di Fratelli d’Italia Marco Lisei a rivolgersi alla presidenza e non col “voi” alle minoranze dell’aula di palazzo Madama. L’insolito intermezzo ha avuto luogo nel corso delle dichiarazioni di voto finali sul ddl costituzionale per l’introduzione del premierato. Nel corso dell’intervento di Lisei, contestato in diversi passaggi dal lato opposto dell’emiciclo, La Russa ha richiamato diversi senatori delle opposizioni all’ordine e al rispetto “dell’ordine dei lavori: parla per ultimo il rappresentante del gruppo più grosso”.


Prima di aprire la votazione finale, La Russa ha comunque ringraziato i senatori per il clima “civile” del dibattito. Dopo l’approvazione del ddl, “tutti innalzano la Costituzione, a destra e sinistra, è un buon segnale”, ha detto. “Lo sappiamo, rappresenta tutti, dal primo all’ultimo articolo, compreso il 138 (quello che regola la procedura per le modifiche costituzionali, ndr)”, ha commentato il presidente del Senato.

Conte: il destino del M5S non è nella mani di Grillo ma della comunità

Conte: il destino del M5S non è nella mani di Grillo ma della comunitàRoma, 18 giu. (askanews) – “Il destino di M5s non è nelle mani di Grillo, è nelle mani di un’intera comunità di uomini e donne che deciderà del suo futuro all’assemblea costituente del prossimo settembre. Questa riflessione è già iniziata, l’assemblea congiunta, il consiglio nazionale, hanno parlato tutti: abbiamo rinviato le decisioni all’assemblea costituente”. Lo ha detto il leader M5s Giuseppe Conte parlando con i cronisti in Transatlantico. “Di essenziale qui non c’è la singola persona ma una comunità che ormai è fatta da gente seria, matura che decide del proprio destino”, ha aggiunto.


Abbiamo parlato un’ora e mezza,  abbiamo scherzato, riso, l’ho lasciato in ottima forma, assolutamente coinvolto e pimpante. Poi lasciamogli fare liberamente le battute che ritiene. Rispetto a quella che ha fatto su Berlusconi, ho trovato più originale quella su Draghi grillino anche se più dannosa per M5s”, ha aggiunto Conte, riferendosi alle parole del garante M5s Beppe Grillo ieri sera nel corso del suo spettacolo a Fiesole.“Assolutamente” il campo è quello progressista. “Poi se qualcuno ha inclinazioni di destra ne tragga le conseguenze”, ha sottolineato il leader M5s, Giuseppe Conte, parlando con i giornalisti alla Camera. Quanto alle parole di Virginia Raggi che ha chiesto di tornare alle origini, Conte ha osservato: “Cosa significa ritornare alle origini? Significa restart? Rewind? Il contesto politico sociale è completamente mutato, se uno non riesce a interpretarlo è sempre più fuori”.