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M5S, Conte-Grillo alla conta, da domani si rivota sullo Statuto

M5S, Conte-Grillo alla conta, da domani si rivota sullo StatutoRoma, 4 dic. (askanews) – La conta finale, nella sfida fra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, si apre domani mattina, giovedì 5 dicembre, alle 10, e si chiude alle 22 di domenica prossima, 8 dicembre. È la nuova votazione on line degli iscritti al Movimento 5 stelle, imposta da Grillo a norma di statuto, sui nodi più delicati dello scontro politico interno, e in particolare sull’arma “fine di mondo”, l’abolizione della figura del garante, rivestita finora con poteri piuttosto ampi proprio dal fondatore del M5S. Il quesito era stato approvato con un largo 63,24 per cento dai votanti e da un boato dell’assemblea nazionale Nova che aveva messo in imbarazzo qualche esponente storico che con Grillo aveva condiviso i primi passi del Movimento. La sfida di Grillo, che ha invitato i suoi vecchi seguaci ad “andare per funghi” piuttosto che votare, è legata alla speranza che i contrari e gli astenuti (rispettivamente 29,09 e 7,67 per cento) non partecipino proprio al voto, facendo mancare il quorum richiesto appunto per approvare le modifiche statutarie, superato alquanto largamente al primo spoglio conclusosi il 24 novembre scorso: in quel caso infatti votarono in 54.452, il 61,23% degli aventi diritto che sono circa 89mila. Per sconfiggere nuovamente Grillo e rimanere saldamente in sella al Movimento per gestire la “nuova fase” che ha più volte rivendicato di voler aprire, stavolta Conte avrà bisogno di 44.467 votanti. Quindi, a meno che non si mobiliti una parte della base rimasta indifferente in occasione della prima consultazione, una quota dei contrari e degli astenuti dovrà comunque accettare di partecipare rilegittimando tutto il procedimento.


Il peso gettato dal fondatore nella contesa, con il video alla guida di un carro funebre, simbolo della “morte” del M5S nelle mani di Conte, ufficialmente non preoccupa i vertici stellati, che ostentano fiducia nella partecipazione degli iscritti, riattivata anche attraverso la campagna social con l’hashtag #eiorivoto. L’ex premier tuttavia non trascura le necessità della comunicazione, e fin dalla mattina bombarda polemicamente il fondatore ricordandogli qualche passo falso del passato: “Si è rotto qualcosa, altrimenti la comunità degli iscritti non avrebbe mai votato per l’abolizione del garante”, ed è successo “quando ha detto ‘Draghi grillino, Cingolani l’elevato che realizzerà la transizione ecologica’”. Nel campo di chi ha condiviso la battaglia di Grillo, c’è chi garantisce che nulla si muoverà fino a votazione conclusa, quindi almeno fino a lunedì mattina. Nei retroscena di giornali e siti di informazione è tornata di attualità l’ipotesi di un futuro partito di Grillo, la cui nascita potrebbe essere accompagnata dal contenzioso legale sul simbolo a 5 stelle, finora solo minacciato dal garante e sul quale Conte risponde ostentando le sue competenze giuridiche: “Per i partiti politici – garantisce – vale l’utilizzo consolidato”. Quanto ai “grillini” pronti a seguire il fondatore nel toto-nomi vengono rilanciati sempre gli stessi: l’ex ministro Danilo Toninelli, l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi e l’ex parlamentare Alessandro Di Battista, oggi convertito a una carriera da giornalista-opinionista e alla guida di una sua associazione politica che si chiama Schierarsi. Profili politicamente non del tutto compatibili, specie dopo l’evoluzione marcatamente pacifista e terzomondista di Di Battista, il quale peraltro non è dato sapere se abbia del tutto perdonato Grillo per la spinta data a favore dell’adesione al governo Draghi, che portò invece lo stesso “Dibba” a dissociarsi dal Movimento. Nei gruppi parlamentari qualcuno in sonno c’è, ma chi avrebbe voluto condurre una battaglia a viso aperto contro Conte, a mezza voce fa notare che “al momento di girarmi non ho trovato più nessuno”: non esattamente il miglior viatico per il lancio di una nuova formazione politica. Perfino il più esposto dei filo-Grillo, Toninelli, in questo scenario per ora dichiara a Radiouno: “Un possibile nuovo movimento insieme a Virginia Raggi e Alessandro Di Battista? Io sicuramente non ci sarò”. Le risposte vere, però, arriveranno più in là: non prima del risultato del nuovo voto degli iscritti, e probabilmente solo dopo che Grillo avrà “rivelato” i suoi piani per il futuro, quelli che dal carro funebre ha garantito di avere in mente.

M5S, Conte-Grillo alla conta, da giovedì si rivota sullo Statuto

M5S, Conte-Grillo alla conta, da giovedì si rivota sullo StatutoRoma, 4 dic. (askanews) – La conta finale, nella sfida fra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, si apre giovedì alle 10, e si chiude alle 22 di domenica prossima, 8 dicembre. È la nuova votazione on line degli iscritti al Movimento 5 stelle, imposta da Grillo a norma di statuto, sui nodi più delicati dello scontro politico interno, e in particolare sull’arma “fine di mondo”, l’abolizione della figura del garante, rivestita finora con poteri piuttosto ampi proprio dal fondatore del M5S. Il quesito era stato approvato con un largo 63,24 per cento dai votanti e da un boato dell’assemblea nazionale Nova che aveva messo in imbarazzo qualche esponente storico che con Grillo aveva condiviso i primi passi del Movimento. La sfida di Grillo, che ha invitato i suoi vecchi seguaci ad “andare per funghi” piuttosto che votare, è legata alla speranza che i contrari e gli astenuti (rispettivamente 29,09 e 7,67 per cento) non partecipino proprio al voto, facendo mancare il quorum richiesto appunto per approvare le modifiche statutarie, superato alquanto largamente al primo spoglio conclusosi il 24 novembre scorso: in quel caso infatti votarono in 54.452, il 61,23% degli aventi diritto che sono circa 89mila.


Per sconfiggere nuovamente Grillo e rimanere saldamente in sella al Movimento per gestire la “nuova fase” che ha più volte rivendicato di voler aprire, stavolta Conte avrà bisogno di 44.467 votanti. Quindi, a meno che non si mobiliti una parte della base rimasta indifferente in occasione della prima consultazione, una quota dei contrari e degli astenuti dovrà comunque accettare di partecipare rilegittimando tutto il procedimento. Il peso gettato dal fondatore nella contesa, con il video alla guida di un carro funebre, simbolo della “morte” del M5S nelle mani di Conte, ufficialmente non preoccupa i vertici stellati, che ostentano fiducia nella partecipazione degli iscritti, riattivata anche attraverso la campagna social con l’hashtag #eiorivoto. L’ex premier tuttavia non trascura le necessità della comunicazione, e fin dalla mattina bombarda polemicamente il fondatore ricordandogli qualche passo falso del passato: “Si è rotto qualcosa, altrimenti la comunità degli iscritti non avrebbe mai votato per l’abolizione del garante”, ed è successo “quando ha detto ‘Draghi grillino, Cingolani l’elevato che realizzerà la transizione ecologica’”. Nel campo di chi ha condiviso la battaglia di Grillo, c’è chi garantisce che nulla si muoverà fino a votazione conclusa, quindi almeno fino a lunedì mattina. Nei retroscena di giornali e siti di informazione è tornata di attualità l’ipotesi di un futuro partito di Grillo, la cui nascita potrebbe essere accompagnata dal contenzioso legale sul simbolo a 5 stelle, finora solo minacciato dal garante e sul quale Conte risponde ostentando le sue competenze giuridiche: “Per i partiti politici – garantisce – vale l’utilizzo consolidato”.


Quanto ai “grillini” pronti a seguire il fondatore nel toto-nomi vengono rilanciati sempre gli stessi: l’ex ministro Danilo Toninelli, l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi e l’ex parlamentare Alessandro Di Battista, oggi convertito a una carriera da giornalista-opinionista e alla guida di una sua associazione politica che si chiama Schierarsi. Profili politicamente non del tutto compatibili, specie dopo l’evoluzione marcatamente pacifista e terzomondista di Di Battista, il quale peraltro non è dato sapere se abbia del tutto perdonato Grillo per la spinta data a favore dell’adesione al governo Draghi, che portò invece lo stesso “Dibba” a dissociarsi dal Movimento. Nei gruppi parlamentari qualcuno in sonno c’è, ma chi avrebbe voluto condurre una battaglia a viso aperto contro Conte, a mezza voce fa notare che “al momento di girarmi non ho trovato più nessuno”: non esattamente il miglior viatico per il lancio di una nuova formazione politica. Perfino il più esposto dei filo-Grillo, Toninelli, in questo scenario per ora dichiara a Radiouno: “Un possibile nuovo movimento insieme a Virginia Raggi e Alessandro Di Battista? Io sicuramente non ci sarò”. Le risposte vere, però, arriveranno più in là: non prima del risultato del nuovo voto degli iscritti, e probabilmente solo dopo che Grillo avrà “rivelato” i suoi piani per il futuro, quelli che dal carro funebre ha garantito di avere in mente.

Ue, Meloni: no tentennamenti e ritardi, trovare soluzioni

Ue, Meloni: no tentennamenti e ritardi, trovare soluzioniRoma, 4 dic. (askanews) – “Oggi, in un mondo che corre veloce, l’Europa non può più permettersi tentennamenti e ritardi”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un video messaggio inviato all’evento organizzato a Bruxelles per presentare la squadra e le priorità di legislatura della nuova delegazione di Fratelli d’Italia-ECR al Parlamento europeo.


“Ecco perché – aggiunge – potrei sintetizzare l’enorme lavoro che il governo italiano sta conducendo a Bruxelles in due parole: trovare soluzioni. Soluzioni europee naturalmente, nelle quali però l’interesse dell’Italia sia sempre tutelato e rappresentato al massimo. Ed è in fondo la stessa cosa che ci aspettiamo dalla nostra delegazione al Parlamento europeo, a cui rinnovo gli auguri di buon lavoro”.

Meloni-Orban: asse in Ue su Paesi sicuri e “modello” Albania per migranti

Meloni-Orban: asse in Ue su Paesi sicuri e “modello” Albania per migrantiRoma, 4 dic. (askanews) – Nel giorno in cui il Parlamento approva definitivamente il decreto flussi (che contiene anche le norme sui Paesi sicuri), ma arrivano due nuovi stop al governo sui centri in Albania, Giorgia Meloni incassa l’”appoggio” di Viktor Orban in tema di migranti. Il primo ministro ungherese, ricevuto questa mattina dal Papa, è stato a colloquio per oltre un’ora nel pomeriggio con la presidente del Consiglio a Palazzo Chigi.


Orban sta per chiudere il semestre di presidenza ungherese, un mandato che è stato contestato (anche con il ‘boicottaggio’ di riunioni) per alcune decisioni del premier, in particolare sul rispetto dello stato di diritto, e di cui alcuni avevano ipotizzato lo ‘slittamento’. Una richiesta che non era stata poi raccolta dalle istituzioni comunitarie, anche perchè in realtà il semestre è caduto in un periodo – con le elezioni e le nomine dei nuovi top jobs – in cui il ruolo della Presidenza è stato assai limitato. Meloni, da parte sua, ha invece espresso le “congratulazioni” all’amico Orban “per la riuscita della Presidenza semestrale di turno del Consiglio dell’Unione europea, in particolare per l’adozione della dichiarazione di Budapest sulla competitività, oltre all’apertura del primo capitolo dei negoziati di adesione con l’Albania e i progressi fatti con Bulgaria e Romania per quanto riguarda l’ampliamento dell’area Schengen”. I due hanno quindi ribadito la volontà di “continuare a rafforzare il dialogo politico” e di “coordinarsi reciprocamente sui principali temi internazionali”, oltre all’intenzione di rafforzare ulteriormente i rapporti commerciali ed economici tra i due Paesi.


Ma il ‘piatto forte’ è stato il tema dei migranti, su cui Orban e Meloni si trovano allineati per “contrastare la migrazione irregolare”. In particolare, hanno condiviso “l’urgenza di un quadro giuridico aggiornato per facilitare, aumentare ed accelerare i rimpatri dall’Unione europea, con particolare attenzione al consolidamento del concetto di Paesi di origine sicuri”. Un tema particolarmente sensibile per Meloni, che deve fronteggiare lo stop all’operatività dei centri in Albania. Proprio oggi il Parlamento ha dato via libera definitivo al decreto flussi (con l’indicazione della lista dei Paesi sicuri), ma il Csm ha detto “no” all’assegnazione alle Corti d’Appello della competenza sui procedimenti di trattenimento dei migranti richiedenti asilo e la Cassazione ha rinviato la decisione sul ricorso del governo contro le prime mancate convalide del trattenimento di migranti emesse dalla sezione immigrazione del tribunale di Roma il 18 ottobre scorso. Il pg ha chiesto di sospendere il giudizio in attesa che si pronunci la Corte di Giustizia dell’Unione europea e la decisione arriverà nelle prossime settimane. I centri di Gjader e Shengjin resteranno dunque ancora vuoti, anche se come detto da Meloni nei giorni scorsi e ribadito oggi dal ministro Matteo Piantedosi, il governo è “al lavoro per mettere a punto soluzioni in grado di superare gli ostacoli incontrati”. Per la premier e per Orban, però, quello albanese resta un ‘modello’ da “esplorare” nell’ambito di “nuove modalità per prevenire e contrastare la migrazione irregolare, nel rispetto del diritto Ue e internazionale”. Magari – è questo il progetto – riuscendo ad anticipare l’entrata in funzione del Patto sulla migrazione e l’asilo, attualmente prevista a giugno 2026.


A margine della visita di Orban va registrata la contestazione di +Europa. In piazza Colonna si sono presentati il segretario Riccardo Magi, Benedetto Della Vedova e alcuni militanti, esponendo cartelli con scritte come “No ai servi di Putin in Europa” e “No al modello Ungheria”. “Diciamo no al modello ungherese, un modello liberticida, contro la libertà di stampa, contro le libertà individuali, contro i diritti civili. E’ il modello della democrazia illiberale e di coloro che vogliono disgregare e distruggere l’Ue nel momento in cui invece ne abbiamo più bisogno”, ha detto Della Vedova.

Migranti, Meloni-Orban: asse in Ue su Paesi sicuri e “modello” Albania

Migranti, Meloni-Orban: asse in Ue su Paesi sicuri e “modello” AlbaniaRoma, 4 dic. (askanews) – Nel giorno in cui il Parlamento approva definitivamente il decreto flussi (che contiene anche le norme sui Paesi sicuri), ma arrivano due nuovi stop al governo sui centri in Albania, Giorgia Meloni incassa l’”appoggio” di Viktor Orban in tema di migranti. Il primo ministro ungherese, ricevuto questa mattina dal Papa, è stato a colloquio per oltre un’ora nel pomeriggio con la presidente del Consiglio a Palazzo Chigi.


Orban sta per chiudere il semestre di presidenza ungherese, un mandato che è stato contestato (anche con il ‘boicottaggio’ di riunioni) per alcune decisioni del premier, in particolare sul rispetto dello stato di diritto, e di cui alcuni avevano ipotizzato lo ‘slittamento’. Una richiesta che non era stata poi raccolta dalle istituzioni comunitarie, anche perchè in realtà il semestre è caduto in un periodo – con le elezioni e le nomine dei nuovi top jobs – in cui il ruolo della Presidenza è stato assai limitato. Meloni, da parte sua, ha invece espresso le “congratulazioni” all’amico Orban “per la riuscita della Presidenza semestrale di turno del Consiglio dell’Unione europea, in particolare per l’adozione della dichiarazione di Budapest sulla competitività, oltre all’apertura del primo capitolo dei negoziati di adesione con l’Albania e i progressi fatti con Bulgaria e Romania per quanto riguarda l’ampliamento dell’area Schengen”. I due hanno quindi ribadito la volontà di “continuare a rafforzare il dialogo politico” e di “coordinarsi reciprocamente sui principali temi internazionali”, oltre all’intenzione di rafforzare ulteriormente i rapporti commerciali ed economici tra i due Paesi.


Ma il ‘piatto forte’ è stato il tema dei migranti, su cui Orban e Meloni si trovano allineati per “contrastare la migrazione irregolare”. In particolare, hanno condiviso “l’urgenza di un quadro giuridico aggiornato per facilitare, aumentare ed accelerare i rimpatri dall’Unione europea, con particolare attenzione al consolidamento del concetto di Paesi di origine sicuri”. Un tema particolarmente sensibile per Meloni, che deve fronteggiare lo stop all’operatività dei centri in Albania. Proprio oggi il Parlamento ha dato via libera definitivo al decreto flussi (con l’indicazione della lista dei Paesi sicuri), ma il Csm ha detto “no” all’assegnazione alle Corti d’Appello della competenza sui procedimenti di trattenimento dei migranti richiedenti asilo e la Cassazione ha rinviato la decisione sul ricorso del governo contro le prime mancate convalide del trattenimento di migranti emesse dalla sezione immigrazione del tribunale di Roma il 18 ottobre scorso. Il pg ha chiesto di sospendere il giudizio in attesa che si pronunci la Corte di Giustizia dell’Unione europea e la decisione arriverà nelle prossime settimane. I centri di Gjader e Shengjin resteranno dunque ancora vuoti, anche se come detto da Meloni nei giorni scorsi e ribadito oggi dal ministro Matteo Piantedosi, il governo è “al lavoro per mettere a punto soluzioni in grado di superare gli ostacoli incontrati”. Per la premier e per Orban, però, quello albanese resta un ‘modello’ da “esplorare” nell’ambito di “nuove modalità per prevenire e contrastare la migrazione irregolare, nel rispetto del diritto Ue e internazionale”. Magari – è questo il progetto – riuscendo ad anticipare l’entrata in funzione del Patto sulla migrazione e l’asilo, attualmente prevista a giugno 2026.


A margine della visita di Orban va registrata la contestazione di +Europa. In piazza Colonna si sono presentati il segretario Riccardo Magi, Benedetto Della Vedova e alcuni militanti, esponendo cartelli con scritte come “No ai servi di Putin in Europa” e “No al modello Ungheria”. “Diciamo no al modello ungherese, un modello liberticida, contro la libertà di stampa, contro le libertà individuali, contro i diritti civili. E’ il modello della democrazia illiberale e di coloro che vogliono disgregare e distruggere l’Ue nel momento in cui invece ne abbiamo più bisogno”, ha detto Della Vedova.

Migranti, Meloni-Orban: nuovo quadro giudiridico Ue Paesi sicuri

Migranti, Meloni-Orban: nuovo quadro giudiridico Ue Paesi sicuriRoma, 4 dic. (askanews) – “L’urgenza di un quadro giuridico aggiornato per facilitare, aumentare ed accelerare i rimpatri dall’Unione europea, con particolare attenzione al consolidamento del concetto di Paesi di origine sicuri”. E’ quanto hanno condiviso la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro ungherese Viktor Orban, nell’incontro di oggi a Palazzo Chigi.


L’incontro ha “permesso di riaffermare l’importanza di contrastare la migrazione irregolare. I due Capi di Governo hanno auspicato un rafforzamento della cooperazione con i Paesi di origine e di transito, per affrontare le cause profonde e per combattere il traffico e la tratta di essere umani al fine di prevenire perdite di vite e le partenze irregolari. In particolare, hanno condiviso l’urgenza di un quadro giuridico aggiornato per facilitare, aumentare ed accelerare i rimpatri dall’Unione europea, con particolare attenzione al consolidamento del concetto di Paesi di origine sicuri. Infine, hanno sottolineato l’importanza di esplorare nuove modalità per prevenire e contrastare la migrazione irregolare, nel rispetto del diritto UE e internazionale, sulla base del percorso avviato dall’accordo Italia-Albania”.

Via libera definitivo al decreto flussi, ecco cosa prevede

Via libera definitivo al decreto flussi, ecco cosa prevedeRoma, 4 dic. (askanews) – Nuove regole per l’ingresso e il soggiorno dei lavoratori stranieri in Italia, in particolare stagionali, badanti e colf; una lista dei paesi di origine sicuri stabilita per legge e non più per decreto ministeriale; spostamento delle competenze sui ricorsi in materia di respingimento dalle sezioni immigrazione alle corti d’appello; secretazione degli appalti per l’affidamento a paesi terzi di mezzi per il controllo delle frontiere; stretta sui ricongiungimenti familiari. Sono alcune delle novità del decreto flussi-paesi sicuri approvato in via definitiva col voto di fiducia in aula al Senato. Queste le novità:


PAESI SICURI La sicurezza o meno del richiedente nel suo paese di origine è criterio fondamentale per stabilire la fondatezza di una domanda di protezione internazionale. Dopo l’annullamento da parte del Tribunale di Roma del trattenimento nei centri in Albania di un migrante proveniente dall’Egitto e di uno proveniente dal Bangladesh (paesi ritenuti non sicuri dalla Corte di giustizia dell’Unione europea), il governo ha ritenuto di elencare puntualmente per legge i paesi sicuri. Si tratta di: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia. L’elenco ricalca quello del decreto del Ministro degli affari esteri del 2024, salvo tre paesi (Camerun, Colombia, Nigeria) per i quali sono stati ravvisati elementi di criticità. Il testo inoltre prevede una informativa annuale del Governo, mediante una relazione trasmessa alle competenti Commissioni parlamentari, sull’individuazione dei Paesi di origine sicuri. COMPETENZA ALLE CORTI D’APPELLO Con l’approvazione durante l’esame in Commissione alla Camera di un emendamento della relatrice Sara Kelany (Fdi), ribattezzato dall’opposizione emendamento Musk perché presentato all’indomani dell’attacco del proprietario di X contro i giudici italiani, viene spostata dalla Sezione specializzata del Tribunale alla Corte di appello in composizione monocratica la competenza per i procedimenti di convalida del provvedimento di trattenimento o di proroga del trattenimento disposto dal questore nei confronti del richiedente protezione internazionale.


NORMA TRANSITORIA Dopo la protesta dei presidenti delle Corti d’appello contro le nuove competenze e la moral suasion del Colle, è stato stabilito che le nuove norme in materia di impugnabilità dei decreti riguardanti il riconoscimento della protezione internazionale e la determinazione dello Stato competente all’esame della domanda di protezione internazionale entreranno in vigore decorsi 30 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge proprio per dare alle Corti d’Appello il tempo di organizzarsi. ISPEZIONE TELEFONI Se lo straniero rintracciato in occasione dell’attraversamento irregolare della frontiera o giunto in seguito di operazioni di salvataggio in mare non collabora con le autorità per l’accertamento della sua identità, il questore può disporre l’accesso immediato ai dispositivi elettronici in suo possesso: cellulari, palmari, smartphone, tablet, notebook.


RICONGIUNGIMENTO FAMILIARE Per il ricongiungimento di un familiare è necessario il requisito del soggiorno legale per almeno due anni nel territorio nazionale per i cittadini stranieri. Altro requisito è la conformità dell’alloggio, legata alla verifica del numero degli occupanti e ai requisiti minimi di superficie ed igienico-sanitari. NAVI ONG Viene ridotto da 60 a 10 giorni il termine entro il quale può essere impugnato davanti al prefetto il provvedimento di fermo amministrativo delle navi Ong che soccorrono i migranti in mare.


REVOCA PROTEZIONE SPECIALE Il provvedimento assegna alla Commissione nazionale per il diritto di asilo la competenza in materia di revoca della cosiddetta protezione speciale, che viene ammessa se sussistono fondati motivi per ritenere che il cittadino straniero costituisca un pericolo per la sicurezza dello Stato. NUOVA IPOTESI RESPINGIMENTO La modifica introdotta estende la possibilità di disporre il respingimento con accompagnamento coattivo alla frontiera anche nei confronti degli stranieri rintracciati in operazioni di controllo alle frontiere, incluse quelle di soccorso in mare, e condotti nelle zone di transito e di frontiera individuate per l’applicazione delle procedure accelerate alle domande di protezione internazionale. RIDOTTI I TERMINI PER L’IMPUGNAZIONE In numerosi casi vengono ridotti della metà i termini per l’impugnazione dei provvedimenti in materia di protezione internazionale. APPALTI L’affidamento degli appalti pubblici di forniture e servizi, relativi a mezzi e materiali ceduti, destinati alla cessione o in uso a Paesi terzi, per il rafforzamento delle capacità di gestione e controllo delle frontiere e dei flussi migratori sul territorio nazionale e per le attività di ricerca e soccorso in mare, è effettuato secondo quanto disposto in materia di contratti secretati. ‘In pratica significa non sapere più niente delle motovedette che cediamo a Libia o Tunisia’, denuncia Emergency. INGRESSO LAVORATORI STRANIERI Per il 2025 sono previsti fino a 10.000 nulla osta al lavoro al di fuori delle quote annuali per colf e badanti. Vengono aggiornate le quote di ingressi di lavoratori stranieri stagionali previste per il 2025: le unità di lavoratori stagionali per i settori agricolo e turistico-alberghiero vengono aumentate a 110.000 (47.000 devono essere prioritariamente riservate ai lavoratori del settore agricolo). DIGITALIZZAZIONE PROCEDURE Dal 2025 le procedure di richiesta di nulla osta e rilascio del permesso di soggiorno per motivi di lavoro saranno interamente digitalizzate per ridurre i tempi di gestione e aumentare i controlli. PERMESSO DI SOGGIORNO SPECIALE Viene introdotto uno speciale permesso di soggiorno della durata di 6 mesi prorogabile per le vittime di sfruttamento lavorativo che mette al sicuro i lavoratori che collaborano con le autorità. CLICK DAY Il provvedimento introduce un sistema di ‘click day’ per la gestione delle richieste di ingresso, suddiviso per tipologia di lavoratori, al fine di migliorare l’efficienza e ridurre la pressione sui sistemi informatici MISURE SPECIALI DI SICUREZZA Vengono introdotti: l’obbligo di fornire impronte digitali per gli stranieri in entrata non solo dell’area Schengen; l’eliminazione dell’obbligo di dare preavviso dei provvedimenti di rigetto del visto; l’obbligo di verifiche preventive per i nulla osta relativi a cittadini provenienti da Bangladesh, Pakistan e Sri-lanka che sono risultati più spesso oggetto di violazioni; l’inserimento di nuovo personale (250 unità) per gli sportelli immigrazione; la possibilità per un lavoratore stagionale a cui è scaduto il contratto di non essere espulso immediatamenteMA di avere un permesso temporaneo della durata di 60 giorni per cercare un nuovo impiego. CARENZA MEDICI E PERSONALE SANITARIO Fino al 2027 continua a essere consentito agli stranieri l’esercizio temporaneo, nel territorio nazionale, delle professioni sanitarie e di operatore socio-sanitario senza il riconoscimento delle rispettive qualifiche professionali conseguite all’estero. Così come fino al 31 dicembre 2025 chi vuole esercitare presso strutture sanitarie o socio-sanitarie, pubbliche o private una professione medica o sanitaria in Italia la propria attività lavorativa in deroga alle norme che prevedono il riconoscimento dei titoli conseguiti all’estero. PATROCINIO A SPESE DELLO STATO Il lavoratore straniero vittima di caporalato, che contribuisce utilmente alla emersione del reato e all’individuazione dei responsabili, è ammesso al patrocinio a spese dello Stato, anche in deroga ai limiti di reddito previsti come condizione per l’ammissione al beneficio. CAPORALATO Sale da 50 mila a 60 mila euro la sanzione massima prevista per le violazioni in materia di somministrazione di lavoro e di mercato del lavoro.

Migranti, ecco quali sono i Paesi sicuri e le nuove regole per il soggiorno dei lavoratori stranieri

Migranti, ecco quali sono i Paesi sicuri e le nuove regole per il soggiorno dei lavoratori stranieriRoma, 4 dic. (askanews) – Nuove regole per l’ingresso e il soggiorno dei lavoratori stranieri in Italia, in particolare stagionali, badanti e colf; una lista dei paesi di origine sicuri stabilita per legge e non più per decreto ministeriale; spostamento delle competenze sui ricorsi in materia di respingimento dalle sezioni immigrazione alle corti d’appello; secretazione degli appalti per l’affidamento a paesi terzi di mezzi per il controllo delle frontiere; stretta sui ricongiungimenti familiari. Sono alcune delle novità del decreto flussi-paesi sicuri approvato in via definitiva col voto di fiducia in aula al Senato. Queste le novità:


PAESI SICURI La sicurezza o meno del richiedente nel suo paese di origine è criterio fondamentale per stabilire la fondatezza di una domanda di protezione internazionale. Dopo l’annullamento da parte del Tribunale di Roma del trattenimento nei centri in Albania di un migrante proveniente dall’Egitto e di uno proveniente dal Bangladesh (paesi ritenuti non sicuri dalla Corte di giustizia dell’Unione europea), il governo ha ritenuto di elencare puntualmente per legge i paesi sicuri. Si tratta di: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia. L’elenco ricalca quello del decreto del Ministro degli affari esteri del 2024, salvo tre paesi (Camerun, Colombia, Nigeria) per i quali sono stati ravvisati elementi di criticità. Il testo inoltre prevede una informativa annuale del Governo, mediante una relazione trasmessa alle competenti Commissioni parlamentari, sull’individuazione dei Paesi di origine sicuri. COMPETENZA ALLE CORTI D’APPELLO Con l’approvazione durante l’esame in Commissione alla Camera di un emendamento della relatrice Sara Kelany (Fdi), ribattezzato dall’opposizione emendamento Musk perché presentato all’indomani dell’attacco del proprietario di X contro i giudici italiani, viene spostata dalla Sezione specializzata del Tribunale alla Corte di appello in composizione monocratica la competenza per i procedimenti di convalida del provvedimento di trattenimento o di proroga del trattenimento disposto dal questore nei confronti del richiedente protezione internazionale.


NORMA TRANSITORIA Dopo la protesta dei presidenti delle corti d’appello contro le nuove competenze e la moral suasion del Colle, è stato stabilito che le nuove norme in materia di impugnabilità dei decreti riguardanti il riconoscimento della protezione internazionale e la determinazione dello Stato competente all’esame della domanda di protezione internazionale entreranno in vigore decorsi 30 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge proprio per dare alle Corti d’Appello il tempo di organizzarsi. ISPEZIONE TELEFONI Se lo straniero rintracciato in occasione dell’attraversamento irregolare della frontiera o giunto in seguito di operazioni di salvataggio in mare non collabora con le autorità per l’accertamento della sua identità, il questore può disporre l’accesso immediato ai dispositivi elettronici in suo possesso: cellulari, palmari, smartphone, tablet, notebook.


RICONGIUNGIMENTO FAMILIARE Per il ricongiungimento di un familiare è necessario il requisito del soggiorno legale per almeno due anni nel territorio nazionale per i cittadini stranieri. Altro requisito è la conformità dell’alloggio, legata alla verifica del numero degli occupanti e ai requisiti minimi di superficie ed igienico-sanitari. NAVI ONG Viene ridotto da 60 a 10 giorni il termine entro il quale può essere impugnato davanti al prefetto il provvedimento di fermo amministrativo delle navi Ong che soccorrono i migranti in mare.


REVOCA PROTEZIONE SPECIALE Il provvedimento assegna alla Commissione nazionale per il diritto di asilo la competenza in materia di revoca della cosiddetta protezione speciale, che viene ammessa se sussistono fondati motivi per ritenere che il cittadino straniero costituisca un pericolo per la sicurezza dello Stato. NUOVA IPOTESI RESPINGIMENTO La modifica introdotta estende la possibilità di disporre il respingimento con accompagnamento coattivo alla frontiera anche nei confronti degli stranieri rintracciati in operazioni di controllo alle frontiere, incluse quelle di soccorso in mare, e condotti nelle zone di transito e di frontiera individuate per l’applicazione delle procedure accelerate alle domande di protezione internazionale. RIDOTTI I TERMINI PER L’IMPUGNAZIONE In numerosi casi vengono ridotti della metà i termini per l’impugnazione dei provvedimenti in materia di protezione internazionale. APPALTI L’affidamento degli appalti pubblici di forniture e servizi, relativi a mezzi e materiali ceduti, destinati alla cessione o in uso a Paesi terzi, per il rafforzamento delle capacità di gestione e controllo delle frontiere e dei flussi migratori sul territorio nazionale e per le attività di ricerca e soccorso in mare, è effettuato secondo quanto disposto in materia di contratti secretati. ‘In pratica significa non sapere più niente delle motovedette che cediamo a Libia o Tunisia’, denuncia Emergency. INGRESSO LAVORATORI STRANIERI Per il 2025 sono previsti fino a 10.000 nulla osta al lavoro al di fuori delle quote annuali per colf e badanti. Vengono aggiornate le quote di ingressi di lavoratori stranieri stagionali previste per il 2025: le unità di lavoratori stagionali per i settori agricolo e turistico-alberghiero vengono aumentate a 110.000 (47.000 devono essere prioritariamente riservate ai lavoratori del settore agricolo). DIGITALIZZAZIONE PROCEDURE Dal 2025 le procedure di richiesta di nulla osta e rilascio del permesso di soggiorno per motivi di lavoro saranno interamente digitalizzate per ridurre i tempi di gestione e aumentare i controlli. PERMESSO DI SOGGIORNO SPECIALE Viene introdotto uno speciale permesso di soggiorno della durata di 6 mesi prorogabile per le vittime di sfruttamento lavorativo che mette al sicuro i lavoratori che collaborano con le autorità. CLICK DAY Il provvedimento introduce un sistema di ‘click day’ per la gestione delle richieste di ingresso, suddiviso per tipologia di lavoratori, al fine di migliorare l’efficienza e ridurre la pressione sui sistemi informatici MISURE SPECIALI DI SICUREZZA Vengono introdotti: l’obbligo di fornire impronte digitali per gli stranieri in entrata non solo dell’area Schengen; l’eliminazione dell’obbligo di dare preavviso dei provvedimenti di rigetto del visto; l’obbligo di verifiche preventive per i nulla osta relativi a cittadini provenienti da Bangladesh, Pakistan e Sri-lanka che sono risultati più spesso oggetto di violazioni; l’inserimento di nuovo personale (250 unità) per gli sportelli immigrazione; la possibilità per un lavoratore stagionale a cui è scaduto il contratto di non essere espulso immediatamente ma di avere un permesso temporaneo della durata di 60 giorni per cercare un nuovo impiego. CARENZA MEDICI E PERSONALE SANITARIO Fino al 2027 continua a essere consentito agli stranieri l’esercizio temporaneo, nel territorio nazionale, delle professioni sanitarie e di operatore socio-sanitario senza il riconoscimento delle rispettive qualifiche professionali conseguite all’estero. Così come fino al 31 dicembre 2025 chi vuole esercitare presso strutture sanitarie o socio-sanitarie, pubbliche o private una professione medica o sanitaria in Italia la propria attività lavorativa in deroga alle norme che prevedono il riconoscimento dei titoli conseguiti all’estero. PATROCINIO A SPESE DELLO STATO Il lavoratore straniero vittima di caporalato, che contribuisce utilmente alla emersione del reato e all’individuazione dei responsabili, è ammesso al patrocinio a spese dello Stato, anche in deroga ai limiti di reddito previsti come condizione per l’ammissione al beneficio. CAPORALATO Sale da 50 mila a 60 mila euro la sanzione massima prevista per le violazioni in materia di somministrazione di lavoro e di mercato del lavoro.

Conte: da Grillo falsità. Una sola volta nella sede M5S, quando veniva a Roma si chiudeva in albergo

Conte: da Grillo falsità. Una sola volta nella sede M5S, quando veniva a Roma si chiudeva in albergoRoma, 4 dic. (askanews) – Nel video diffuso ieri dal fondatore del Movimento 5 stelle, Beppe Grillo, ci sono “anche delle falsità”. Lo ha detto il presidente del M5S, Giuseppe Conte, ospite di Mattino 5 su Canale 5. Con Grillo “c’è sempre stato un rapporto di collaborazione molto trasparente. La comunità lo ha sempre visto e lo vede sempre come fondatore. Ieri ha detto anche delle falsità”, ha proseguito l’ex premier replicando all’accusa secondo la quale le proposte del garante non sono mai state prese in considerazione dai vertici del Movimento. “Lui è venuto una sola volta in sede, c’ero io con 50-60 parlamentari che hanno abbandonato i lavori parlamentari per stare con lui, poi non è mai più venuto, e quando è stato a Roma si è rinchiuso all’hotel Forum…” Secondo Conte, “di quelle proposte, che non sono 50, molte sono proposte di legge depositate dai nostri parlamentari, ma da tempo, come la sfiducia costruttiva o la soglia di sbarramento al 5 per cento. Anche alle politiche e alle ultime elezioni europee, il nostro Gianluca Perilli, responsabile del comitato progetti, ha lavorato con Grillo per raccogliere le sue eventuali indicazioni”, ha concluso.

M5S, Conte: Grillo fu irretito da Draghi, lì si è rotto qualcosa

M5S, Conte: Grillo fu irretito da Draghi, lì si è rotto qualcosaRoma, 4 dic. (askanews) – “C’è un aspetto fondamentale, che sfugge a Grillo: si è rotto qualcosa, altrimenti la comunità degli iscritti non avrebbe mai votato per l’abolizione del garante”. Lo ha detto il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, ospite di Mattino 5 su Canale 5, commentando il video diffuso ieri dal fondatore del M5S.


“Quando ha detto ‘Draghi grillino, Cingolani l’elevato che realizzerà la transizione ecoogica’…”, ha aggiunto l’ex premier indicando quello che è a suo giudizio il momento di rottura fra Beppe Grillo e la maggioranza dei suoi seguaci. “Da un lato Di Maio, ricordate lo sguardo rapito fra Di Maio e Draghi? Dall’altro lato Grillo che si è fatto irretire da questo rapporto, altrimenti Draghi non gli avrebbe mai proposto di abbandonare il Movimento per Di Maio e per la scissione”, ha detto ancora Conte.