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Rai, centrodestra tira dritto su cda. E punta dito su divisioni Pd-M5s

Rai, centrodestra tira dritto su cda. E punta dito su divisioni Pd-M5sRoma, 24 set. (askanews) – La risposta alle voci di un rinvio che cominciano a circolare a metà mattina arriva in pochi secondi direttamente sui telefonini dei deputati di Fdi. “Obbligo di presenza giovedì 26 alle 9.30 per l’elezione di n.2 membri del cda Rai”. Dunque, come da giorni ha deciso Giorgia Meloni, questa volta per l’elezione dei 4 consiglieri di nomina parlamentare (due per ciascuna Camera) non è previsto nessuno slittamento. Lo certifica ufficialmente la capigruppo del Senato, che conferma la votazione a palazzo Madama nella stessa giornata, a partire dalle 10. Il Pd ci prova a chiedere più tempo, ma la risposta della maggioranza è un no secco.


Per il centrodestra, d’altra parte, i giochi sono sostanzialmente fatti: i voti di Fratelli d’Italia dovrebbero convergere su Federica Frangi (ma circola ancora anche il nome di Valeria Falcone), quelli della Lega su Antonio Marano (classe 1956) mentre tra giovedì e venerdì il Mef indicherà i suoi due consiglieri: Giampaolo Rossi, destinato a diventare amministratore delegato (di fatto il vero obiettivo della presidente del Consiglio), e poi quello di Simona Agnes. Dovrebbe essere lei, nei desiderata di Forza Italia, a ricoprire il ruolo di presidente. Ma è esattamente su questo punto che da settimane le trame della maggioranza si intrecciano con quelle delle opposizioni, visto che quel ruolo per essere effettivo necessita di due terzi dei voti della Vigilanza (e al centrodestra ne mancano due). La novità degli ultimi giorni è la rottura del fronte dei partiti di minoranza. I dem hanno provato a convincere tutti gli altri a seguirli nell’idea non soltanto di un Aventino in Vigilanza, ma addirittura a disertare lo stesso voto parlamentare. Giuseppe Conte, tuttavia, pur avendo posto come condizione la scelta di un presidente di garanzia (che al momento non è sul piatto), non sembra intenzionato a rinunciare all’elezione del ‘suo’ Alessandro di Majo. Il Pd, con la segretaria Elly Schlein, continua a sostenere che prima di procedere al rinnovo bisogna fare la riforma della governance. Il M5s, invece, sembra aver colto favorevolmente l’apertura della settimana scorsa da parte della maggioranza sulla convocazione di Stati generali dedicati proprio alla scrittura della nuova legge.


Ed è in questa crepa che il centrodestra ha deciso di incunearsi per portare a casa la nomina del nuovo consiglio di amministrazione. Certo, per Forza Italia c’è ancora il rischio che Simona Agnes non abbia i voti necessari per essere indicata come presidente ma in quel caso la legge prevede che a fare le funzioni sia il consigliere più anziano (dovrebbe essere Marano). Dunque intanto il nuovo cda sarebbe operativo, solo dopo si aprirebbe la questione della Vigilanza che – ci sperano gi azzurri – a quel punto potrebbe essere una partita completamente diversa. Il capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri, lo dice chiaramente con parole che suonano più come un avvertimento che come un consiglio. “Noi – dice – abbiamo aperto agli stati generali e alla riforma” della governance, “se non ci saranno i due terzi sul presidente, se non c’è un atteggiamento costruttivo, non si può pretendere di fare gli stati generali o la riforma”. Insomma, se c’è un approccio “collaborativo” bene, altrimenti “andiamo avanti, tanto la Rai va in onda pure in questo momento”. Nell’opposizione in queste ore si lavora per evitare una spaccatura. Come ammette uno dei pontieri della sinistra, “stiamo cercando di spiegare al Pd che fare l’aventino da soli sarebbe un gesto politicamente poco utile”. Ad ogni modo, dalla maggioranza non hanno nessuna intenzione di approfittare dell’impasse nell’altro fronte per provare a eleggersi un consigliere in più. “Noi andiamo per la nostra strada, decidano loro cosa vogliono fare”, spiega un alto dirigente meloniano. Così, però, in teoria, potrebbe essere il M5s a provare a raddoppiare il numero di suoi eletti in cda. Nella maggioranza non credono a questa ipotesi, ma ad ogni modo la risposta resta sempre la stessa. “Non è un problema nostro”.

Sul cda della Rai il centrodestra tira dritto. E punta il dito sulle divisioni Pd-M5s

Sul cda della Rai il centrodestra tira dritto. E punta il dito sulle divisioni Pd-M5sRoma, 24 set. (askanews) – La risposta alle voci di un rinvio che cominciano a circolare a metà mattina arriva in pochi secondi direttamente sui telefonini dei deputati di Fdi. “Obbligo di presenza giovedì 26 alle 9.30 per l’elezione di n.2 membri del cda Rai”. Dunque, come da giorni ha deciso Giorgia Meloni, questa volta per l’elezione dei 4 consiglieri di nomina parlamentare (due per ciascuna Camera) non è previsto nessuno slittamento. Lo certifica ufficialmente la capigruppo del Senato, che conferma la votazione a palazzo Madama nella stessa giornata, a partire dalle 10. Il Pd ci prova a chiedere più tempo, ma la risposta della maggioranza è un no secco.


Per il centrodestra, d’altra parte, i giochi sono sostanzialmente fatti: i voti di Fratelli d’Italia dovrebbero convergere su Federica Frangi (ma circola ancora anche il nome di Valeria Falcone), quelli della Lega su Antonio Marano (classe 1956) mentre tra giovedì e venerdì il Mef indicherà i suoi due consiglieri: Giampaolo Rossi, destinato a diventare amministratore delegato (di fatto il vero obiettivo della presidente del Consiglio), e poi quello di Simona Agnes. Dovrebbe essere lei, nei desiderata di Forza Italia, a ricoprire il ruolo di presidente. Ma è esattamente su questo punto che da settimane le trame della maggioranza si intrecciano con quelle delle opposizioni, visto che quel ruolo per essere effettivo necessita di due terzi dei voti della Vigilanza (e al centrodestra ne mancano due). La novità degli ultimi giorni è la rottura del fronte dei partiti di minoranza. I dem hanno provato a convincere tutti gli altri a seguirli nell’idea non soltanto di un Aventino in Vigilanza, ma addirittura a disertare lo stesso voto parlamentare. Giuseppe Conte, tuttavia, pur avendo posto come condizione la scelta di un presidente di garanzia (che al momento non è sul piatto), non sembra intenzionato a rinunciare all’elezione del ‘suo’ Alessandro di Majo. Il Pd, con la segretaria Elly Schlein, continua a sostenere che prima di procedere al rinnovo bisogna fare la riforma della governance. Il M5s, invece, sembra aver colto favorevolmente l’apertura della settimana scorsa da parte della maggioranza sulla convocazione di Stati generali dedicati proprio alla scrittura della nuova legge.


Ed è in questa crepa che il centrodestra ha deciso di incunearsi per portare a casa la nomina del nuovo consiglio di amministrazione. Certo, per Forza Italia c’è ancora il rischio che Simona Agnes non abbia i voti necessari per essere indicata come presidente ma in quel caso la legge prevede che a fare le funzioni sia il consigliere più anziano (dovrebbe essere Marano). Dunque intanto il nuovo cda sarebbe operativo, solo dopo si aprirebbe la questione della Vigilanza che – ci sperano gi azzurri – a quel punto potrebbe essere una partita completamente diversa. Il capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri, lo dice chiaramente con parole che suonano più come un avvertimento che come un consiglio. “Noi – dice – abbiamo aperto agli stati generali e alla riforma” della governance, “se non ci saranno i due terzi sul presidente, se non c’è un atteggiamento costruttivo, non si può pretendere di fare gli stati generali o la riforma”. Insomma, se c’è un approccio “collaborativo” bene, altrimenti “andiamo avanti, tanto la Rai va in onda pure in questo momento”. Nell’opposizione in queste ore si lavora per evitare una spaccatura. Come ammette uno dei pontieri della sinistra, “stiamo cercando di spiegare al Pd che fare l’aventino da soli sarebbe un gesto politicamente poco utile”. Ad ogni modo, dalla maggioranza non hanno nessuna intenzione di approfittare dell’impasse nell’altro fronte per provare a eleggersi un consigliere in più. “Noi andiamo per la nostra strada, decidano loro cosa vogliono fare”, spiega un alto dirigente meloniano. Così, però, in teoria, potrebbe essere il M5s a provare a raddoppiare il numero di suoi eletti in cda. Nella maggioranza non credono a questa ipotesi, ma ad ogni modo la risposta resta sempre la stessa. “Non è un problema nostro”.

Meloni vede Erdogan: sostegno a Ucraina, confronto anche su M.O.

Meloni vede Erdogan: sostegno a Ucraina, confronto anche su M.O.New York, 24 set. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato, a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni unite, il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan.


“Al centro del colloquio – riferisce Palazzo Chigi – oltre alla sempre più difficile situazione in Medio Oriente, il comune impegno a sostegno dell’integrità territoriale dell’Ucraina e per la ricerca di una pace giusta e duratura”. Sul fronte bilaterale, “è stata ribadita la comune volontà di convocare al più presto un Vertice tra i due Governi e un ‘Business Forum’ al fine di un ulteriore rafforzamento della relazione bilaterale”.

La Russa: rimaste casematte sinistra, vanno abbattute

La Russa: rimaste casematte sinistra, vanno abbattuteRoma, 24 set. (askanews) – “La nuova egemonia della sinistra? Forse c’è meno egemonia, ma è rimasta la struttura e sono rimasti coloro che sono a guardia della struttura, non voglio dire armata…”. Lo ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa intervenendo, in Sala Koch al Senato, al convegno intitolato “Da Gramsci a Gentile. Esiste l’egemonia culturale”, organizzato dalla Fondazione Alleanza Nazionale.


“Le casematte, espressione usata da Gramsci, sono sempre rimaste ben occupate, non credo ci debba essere nulla di male ad abbatterle e a lasciare la pianura, luoghi aperti alle incursioni di tutti senza che nessuno voglia limitare le espressioni degli altri” ha concluso La Russa.

Cittadinanza, raggiunto il quorum di 500.000 firme per il referendum

Cittadinanza, raggiunto il quorum di 500.000 firme per il referendumMilano, 24 set. (askanews) – La raccolta firme online per la richiesta di referendum che mira a modificare la normativa per ottenere la cittadinanza italiana da parte di un cittadino straniero residente nel territorio della Repubblica, aperta il 6 settembre, ha raggiunto il quorum richiesto. In base ai dati pubblicati dalla piattaforma del ministero della Giustizia le firme digitali raccolte finora sono infatti più di 510.000. Il quesito punta a dimezzare da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per poter avanzare la domanda di cittadinanza.

Meloni premiata a Ny: grazie a Elon Musk per la sua stima

Meloni premiata a Ny: grazie a Elon Musk per la sua stimaNew York, 24 set. (askanews) – “Grazie Elon”. Lo scrive su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, postando il video dell’intervento di Elon Musk ieri sera alla consegna del premio dell’Atlantic cCouncil alla premier.


“È stato per me un grande orgoglio – aggiunge Meloni – ricevere questo illustre riconoscimento, per cui ringrazio tutto l’Atlantic Council. Sono anche profondamente grata a Elon Musk per le sue parole di stima e per avermi consegnato il premio”.

Meloni premiata a New York, lancia il suo “manifesto” del patriottismo: ‘Difenderemo i nostri valori’

Meloni premiata a New York, lancia il suo “manifesto” del patriottismo: ‘Difenderemo i nostri valori’New York, 24 set. (askanews) – E’ stato un “manifesto” politico del patriottismo come alternativa al declino dell’Occidente e risposta agli autoritarismi quello delineato da Giorgia Meloni dal palco dell’Atlantic Council, l’organizzazione che l’ha premiata a New York con il “Global Citizen Award”.


A consegnarle il riconoscimento, su richiesta della stessa premier, il numero uno di Tesla e X Elon Musk: una decisione che – secondo indiscrezioni – non sarebbe stata gradita da tutti all’interno dell’Atlantic Council. L’applauso, tiepido, che ha accolto l’imprenditore (molto controverso per alcune sue idee e grande sostenitore di Donald Trump) è sembrato confermarlo. Ma Musk nella sua breve introduzione è stato particolarmente sobrio e misurato: ha scherzato su Meloni (“E’ più bella dentro che fuori”) elogiandola per il “lavoro incredibile come primo ministro dell’Italia: un record di crescita economica, di occupazione, è incredibile”. Nel suo intervento Meloni ha abbandonato i temi istituzionali che sta affrontando nei giorni dell’Assemblea generale dell’Onu, scegliendo un taglio nettamente politico, con numerose citazioni: Ronald Reagan; il filosofo conservatore Roger Scruton; Giuseppe Prezzolini ma anche il suo “prof d’inglese” Michael Jackson.


Come politica, ha detto, tra la scelta di essere “una leader o una che segue” la sua “ambizione è guidare e non seguire”. Le sue idee – ha ricordato – sono state definite da ‘Politico’ “nazionalismo occidentale”. Espressione, spiega, forse non “corretta” perché spesso associata a “dottrine di aggressione o autoritarismo”. Ma sicuramente “non dobbiamo vergognarci di usare e difendere parole come nazione e patriottismo”. In particolare si è soffermata sul presente e il futuro dell’Occidente che “più che un luogo fisico”, è “una civiltà costruita nei secoli grazie al genio e al sacrificio di molti”. L’Occidente è “un sistema di valori in cui la persona è centrale, gli uomini e le donne sono uguali e liberi, i sistemi sono democratici, la vita è sacra, lo Stato è laico e basato sullo Stato di diritto”. Oggi però l’Occidente mostra “disprezzo” per se stesso, quella ‘malattia’ che Scruton chiama “oikofobia”. Un disprezzo che, ha accusato, “ci porta a voler cancellare con la violenza i simboli della nostra civiltà, negli Stati Uniti come in Europa”. Questo con il “paradosso” che “mentre da un lato l’Occidente disprezza se stesso, dall’altro pretende spesso di essere superiore agli altri”, rischiando di diventare “un interlocutore meno credibile”. In questa situazione di debolezza dell’Occidente, “le autocrazie stanno guadagnando terreno sulle democrazie” anche grazie a una “narrazione sull’inevitabile declino dell’Occidente” diffusa con “trolls e bot impegnati a manipolare la realtà”.


Di fronte all’avanzare delle autocrazie – è il suo appello – “dobbiamo recuperare la consapevolezza di chi siamo” con “fiducia nei nostri valori: una sintesi nata dall’incontro tra filosofia greca, diritto romano e umanesimo cristiano” senza “rinunciare alla forza della nostra identità, perché sarebbe il miglior regalo che possiamo fare ai regimi autoritari”. Per questo – ha concluso – “il patriottismo è la migliore risposta al declino” e “ai tifosi degli autoritarismi dico molto chiaramente che difenderemo i nostri valori”. (dell’inviato Alberto Ferrarese)

Meloni premiata a New York, lancia suo “manifesto” patriottismo

Meloni premiata a New York, lancia suo “manifesto” patriottismodell’inviato Alberto Ferrarese New York, 24 set. (askanews) – E’ stato un “manifesto” politico del patriottismo come alternativa al declino dell’Occidente e risposta agli autoritarismi quello delineato da Giorgia Meloni dal palco dell’Atlantic Council, l’organizzazione che l’ha premiata a New York con il “Global Citizen Award”.


A consegnarle il riconoscimento, su richiesta della stessa premier, il numero uno di Tesla e X Elon Musk: una decisione che – secondo indiscrezioni – non sarebbe stata gradita da tutti all’interno dell’Atlantic Council. L’applauso, tiepido, che ha accolto l’imprenditore (molto controverso per alcune sue idee e grande sostenitore di Donald Trump) è sembrato confermarlo. Ma Musk nella sua breve introduzione è stato particolarmente sobrio e misurato: ha scherzato su Meloni (“E’ più bella dentro che fuori”) elogiandola per il “lavoro incredibile come primo ministro dell’Italia: un record di crescita economica, di occupazione, è incredibile”. Nel suo intervento Meloni ha abbandonato i temi istituzionali che sta affrontando nei giorni dell’Assemblea generale dell’Onu, scegliendo un taglio nettamente politico, con numerose citazioni: Ronald Reagan; il filosofo conservatore Roger Scruton; Giuseppe Prezzolini ma anche il suo “prof d’inglese” Michael Jackson.


Come politica, ha detto, tra la scelta di essere “una leader o una che segue” la sua “ambizione è guidare e non seguire”. Le sue idee – ha ricordato – sono state definite da ‘Politico’ “nazionalismo occidentale”. Espressione, spiega, forse non “corretta” perchè spesso associata a “dottrine di aggressione o autoritarismo”. Ma sicuramente “non dobbiamo vergognarci di usare e difendere parole come nazione e patriottismo”. In particolare si è soffermata sul presente e il futuro dell’Occidente che “più che un luogo fisico”, è “una civiltà costruita nei secoli grazie al genio e al sacrificio di molti”. L’Occidente è “un sistema di valori in cui la persona è centrale, gli uomini e le donne sono uguali e liberi, i sistemi sono democratici, la vita è sacra, lo Stato è laico e basato sullo Stato di diritto”. Oggi però l’Occidente mostra “disprezzo” per se stesso, quella ‘malattia’ che Scruton chiama “oikofobia”. Un disprezzo che, ha accusato, “ci porta a voler cancellare con la violenza i simboli della nostra civiltà, negli Stati Uniti come in Europa”. Questo con il “paradosso” che “mentre da un lato l’Occidente disprezza se stesso, dall’altro pretende spesso di essere superiore agli altri”, rischiando di diventare “un interlocutore meno credibile”. In questa situazione di debolezza dell’Occidente, “le autocrazie stanno guadagnando terreno sulle democrazie” anche grazie a una “narrazione sull’inevitabile declino dell’Occidente” diffusa con “trolls e bot impegnati a manipolare la realtà”.


Di fronte all’avanzare delle autocrazie – è il suo appello – “dobbiamo recuperare la consapevolezza di chi siamo” con “fiducia nei nostri valori: una sintesi nata dall’incontro tra filosofia greca, diritto romano e umanesimo cristiano” senza “rinunciare alla forza della nostra identità, perché sarebbe il miglior regalo che possiamo fare ai regimi autoritari”. Per questo – ha concluso – “il patriottismo è la migliore risposta al declino” e “ai tifosi degli autoritarismi dico molto chiaramente che difenderemo i nostri valori”.

Mattarella: di fronte alle fake news occorre una grande responsabilità

Mattarella: di fronte alle fake news occorre una grande responsabilitàPiacenza, 23 set. (askanews) – “Tante volte la rappresentazione dei fatti è condizionata dagli interessi di chi li propone. Questo trova una massima espressione nelle fake news e nella passività critica con cui vengono recepito. Per questo riflettere, coltivare il dubbio, approfondire e pensare in proprio è indispensabile. E per questo occorre responsabilità”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante l’incontro conclusivo del Festival del Pensare Contemporaneo a Piacenza assieme a 350 studenti.


“‘Essere realisti’ tra tutte le espressioni che conosco è la più fuori senso, la più ambigua e anche ingannevole che si possa immaginare – ha spiegato Mattarella -. C’è una domanda costante di fronte al pensiero umano: esiste una realtà oggettiva che possa spingere atteggiamenti conseguenti?”. “Ciascun fatto viene vissuto da ciascuno in base alla propria esperienza, anche in base alla capacità di interpretazione che gli offrono gli strumenti culturali di cui dispone – ha proseguito il Capo dello Stato -. Ma questo non rimuove i dati oggettivi della realtà. Anche perché tante volte la rappresentazione dei fatti è condizionata dagli interessi di chi li propone. Questo trova una massima espressione nelle Fake news e nella passività critica con cui vengono recepito. Per questo riflettere, coltivare il dubbio, approfondire e pensare in proprio è indispensabile. E per questo occorre responsabilità”.

Mattarella: di fronte a fake news occorre grande responsabilità

Mattarella: di fronte a fake news occorre grande responsabilitàPiacenza, 23 set. (askanews) – “Tante volte la rappresentazione dei fatti è condizionata dagli interessi di chi li propone. Questo trova una massima espressione nelle fake news e nella passività critica con cui vengono recepito. Per questo riflettere, coltivare il dubbio, approfondire e pensare in proprio è indispensabile. E per questo occorre responsabilità”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante l’incontro conclusivo del Festival del Pensare Contemporaneo a Piacenza assieme a 350 studenti.


“‘Essere realisti’ tra tutte le espressioni che conosco è la più fuori senso, la più ambigua e anche ingannevole che si possa immaginare – ha spiegato Mattarella -. C’è una domanda costante di fronte al pensiero umano: esiste una realtà oggettiva che possa spingere atteggiamenti conseguenti?”. “Ciascun fatto viene vissuto da ciascuno in base alla propria esperienza, anche in base alla capacità di interpretazione che gli offrono gli strumenti culturali di cui dispone – ha proseguito il Capo dello Stato -. Ma questo non rimuove i dati oggettivi della realtà. Anche perché tante volte la rappresentazione dei fatti è condizionata dagli interessi di chi li propone. Questo trova una massima espressione nelle Fake news e nella passività critica con cui vengono recepito. Per questo riflettere, coltivare il dubbio, approfondire e pensare in proprio è indispensabile. E per questo occorre responsabilità”.