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Il centrodestra apre su riforma governance. E punta a sponda M5s

Il centrodestra apre su riforma governance. E punta a sponda M5sRoma, 17 set. (askanews) – In teoria è un ramoscello d’olivo. La maggioranza fa la sua mossa per provare a sbloccare l’impasse sul rinnovo del cda Rai in vista della convocazione di Camera e Senato già fissata per il 26 settembre. E lo fa con un comunicato che, per la prima volta, risponde pubblicamente a ben due prese di posizione – una del 6 agosto, l’altra di una settimana fa – in cui l’opposizione unita minacciava l’aventino in commissione di Vigilanza (da cui passa il voto sul presidente, per cui servono i due terzi dei consensi) se non si fosse proceduto a una riforma della governance di viale Mazzini prima di fare le nomine.


A firmare la nota, e non è un caso, sono tutti i leader dei partiti di maggioranza: Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi. E’, o almeno dovrebbe essere, quel “segnale politico” che chiedevano le opposizioni. Da una parte, appunto, si dice che è “opportuno avviare in Parlamento il confronto per definire una nuova legge di sistema” e si fa riferimento al recepimento del Media Freedom Act costantemente invocato dai partiti di minoranza, dall’altra, però si insiste sul fatto che, in attesa delle nuove regole, “debbano essere applicate le norme vigenti senza indugi, a tutela delle prerogative del Parlamento”. “Ora non hanno più alibi”, sintetizza chi in Fratelli d’Italia si sta occupando della questione. E, tuttavia, il reale obiettivo della mossa fatta dalla maggioranza sarebbe quello di provare a spaccare il fronte comune delle opposizioni, sperando di riuscire a fare breccia nel M5s. “Il Pd ha molto da perdere ma loro hanno solo da guadagnare”, si sottolinea nel centrodestra. Il sottinteso è che, di fronte a un atteggiamento di maggiore benevolenza, si aprirebbero per i pentastellati più opportunità di ottenere posizioni importanti al momento in cui si procederà al rinnovo delle direzioni.


Domani mattina la commissione di Vigilanza è convocata alle 8 per il varo delle disposizioni di par condicio per le elezioni in Liguria e per decidere su alcune audizioni. Nel corso della giornata si dovrebbe svolgere, come anticipato dalla presidente Barbara Floridia, un incontro dei rappresentati dei partiti per cominciare a discutere. “Ne approfittiamo per vedere cosa hanno intenzione di fare nella maggioranza”, fanno sapere i dem. Le prime reazioni dei partiti di opposizione, in realtà, non sembrano offrire particolari sponde. Il Pd, pur riconoscendo che ci sia stato “un passo avanti” chiede di passare “dalle parole ai fatti”. La segretaria Elly Schlein lo dice nettamente. “Pare che finalmente abbiamo convinto la maggioranza della necessità di procedere alla riforma della Rai” ma “voglio chiarire che noi non siamo disponibili a nomine, lottizzazioni, rinnovi di Cda che praticamente sarebbero già in scadenza prima di aver proceduto alla riforma della governance complessiva”. Anche Avs – alla quale però non spetterebbe un consigliere – si chiama fuori. Il M5s, a sua volta, chiede la convocazione di “stati generali” per discutere della riforma prima che si parli di nomi. Ed è proprio in questa sfumatura che Fratelli d’Italia pensa di potersi inserire, convinta che la richiesta sia meno perentoria di quella dem ma anche che i pentastellati non abbiano detto un no esplicito a procedere intanto al rinnovo con le vecchie regole.


Il problema, tutto interno alla maggioranza, resta poi quello della presidenza per la quale in pole position il nome è quello di Simona Agnes in quota Forza Italia. E, tuttavia, alla maggioranza mancano tre voti in Vigilanza per ottenere il quorum, dunque serve un ‘aiutino’ dall’opposizione. L’addio di Mariastella Gelmini ad Azione sulla carta potrebbe far guadagnare un voto, ma è probabile che Calenda proceda alla sostituzione in tempi rapidi. Diversamente l’ipotesi è che si indichi un nome di garanzia, ma questo comporterebbe un cambio di cavallo del partito azzurro che al momento Antonio Tajani non sembrerebbe intenzionato a fare. “A noi cambia poco”, chiosano da Fdi, a cui interessa soltanto che si proceda finalmente alla nomina di Giampaolo Rossi come Ad. L’ordine consegnato da Giorgia Meloni ai suoi è comunque quello di non andare oltre la data del 26 settembre e di procedere anche alla prova di forza, se necessario. Anche a costo che il ruolo di presidente finisca per essere ricoperto dal consigliere più anziano.

Ue, Meloni: a Fitto deleghe fondamentali per interessi Italia

Ue, Meloni: a Fitto deleghe fondamentali per interessi ItaliaRoma, 17 set. (askanews) – “Io penso che Fitto e l’Italia abbiano avuto una delega molto importante: una vicepresidenza esecutiva, che era la nostra grande ambizione, vuol dire chiaramente avere uno dei ruoli più influenti all’interno della Commissione europea, con una delega molto importante che è riforme e fondi di coesione”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella registrazione della puntata di ‘Cinque minuti’ in onda stasera.


“Nella lettera di incarico che Ursula von der Leyen scrive a Raffaele Fitto – ha aggiunto – quando si parla di riforme si dice di garantire che l’Europa metta in campo gli adeguati investimenti e le adeguate riforme per la sua crescita, quindi va inteso come materia di competenza economica. I fondi di coesione sono quasi 400 miliardi di euro di competenza del commissario Fitto per questa programmazione che finisce nel 2027, dopodiché c’è quella che inizierà nel 2028 e sono altri 400 miliardi. Sono fondi molto importanti: l’Italia ha 47 miliardi di fondi di coesione in questa programmazione, sono quelli che servono a combattere il divario tra i territori. Quindi per esempio in Italia sono importantissimi per il Mezzogiorno, per le aree interne, ma sono in generale importanti in Europa”. “Il Pnrr che prima aveva solamente commissario Dombrovskis e adesso hanno insieme Dombrovskis e Fitto – ha ripreso – sono altri 600 miliardi di euro di competenza. Dopodiché Fitto come vicepresidente della commissione coordina il lavoro di alcuni altri commissari. Quali sono le materie che vengono affidate a Raffaele? Agricoltura, trasporti, turismo, pesca, economia del mare. Tutte deleghe fondamentali per gli interessi italiani. L’Agricoltura è molto importante, c’è attenzione particolare ai nostri agricoltori, al loro sviluppo, al loro futuro. Sull’economia del mare, noi siamo stati il primo governo che in Italia ha istituito un ministero che si occupava di mare. Perché? E vuol dire anche che Fitto ha un ruolo molto importante secondo me per quelle che sono le nazioni mediterranee d’Europa. Ci siamo detti tante volte che forse il Mediterraneo dovrebbe far sentire un po’ più il suo ruolo e il suo peso. Quel momento arriva ed è un momento nel quale l’Italia ha un ruolo particolarmente centrale”, ha concluso.

Ue,Meloni: nuova Commissione riconosce peso Italia, affidabilità e lealtà

Ue,Meloni: nuova Commissione riconosce peso Italia, affidabilità e lealtàRoma, 17 set. (askanews) – “Nella definizione della Commissione europea vale il peso delle nazioni e noi dobbiamo ricordarci qual è il ruolo dell’Italia. L’Italia è un Paese fondatore dell’Unione Europea, è la terza economia, la seconda manifattura, è il terzo Paese per numero di abitanti, è una nazione che conta. E io credo che noi da questo risultato, che è molto importante, del quale sono molto contenta, molto soddisfatta, dobbiamo anche un po’ imparare rispetto anche al dibattito che c’è in Italia. Sbaglia chi pensa che le dinamiche dei partiti in Europa debbano contare più della forza degli stati membri”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella registrazione della puntata di ‘Cinque minuti’ in onda questa sera su Rai1.


“Sbaglia chi, eventualmente in passato – ha aggiunto – avesse preferito altre logiche rispetto a far valere la forza della nazione, perché l’Italia è una nazione forte e quindi forse vale la pena di imparare, saper rivendicare con maggiore determinazione il peso dell’Italia, soprattutto se poi si ha un’Italia che si presenta come serie affidabile e leale, pur non rinunciando a dire quello che pensa per il bene dell’Europa, che è quello che abbiamo fatto”.

Ue, Meloni: sinistra su Fitto? Prevalga interesse nazionale

Ue, Meloni: sinistra su Fitto? Prevalga interesse nazionaleRoma, 17 set. (askanews) – Sul voto per Raffaele Fitto “mi aspetto che ci si sappia muovere come fanno le nazioni serie e quindi diciamo al di là di quelli che sono le nostre giuste contrapposizioni interne, quando ci si muove fuori dai confini nazionali ci si muove facendo prevalere l’interesse nazionale all’interesse dei partiti”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella registrazione della puntata di ‘Cinque minuti’ in onda questa sera su Rai1.


“Non credo” che ci possano essere ‘sgambetti’, ha detto, perchè “se io devo guardare alla competenza, alla serietà di Raffaele Fitto, che è una persona stimata a 360 gradi anche in Europa, non ho dubbi che superi l’esame della Commissione. Poi le altre dinamiche sono politiche. E lì chiaramente tutto diventa più complesso. Dipende da noi, dipende da quanto l’Italia riesce a muoversi compatta, perché noi dobbiamo ricordare che Raffaele Fitto non è il commissario di Fratelli d’Italia, il commissario del governo, è il commissario italiano. E poiché le forze politiche tutte hanno una loro influenza in Europa, in Europa fa la differenza la nostra compattezza”. Il gruppo dei socialisti “è una forza molto influente nel Parlamento europeo però nel gruppo dei socialisti la delegazione di maggioranza relativa, cioè quella più numerosa, sono gli italiani. Escludo che il Partito Socialista europeo possa prendere sul Commissario italiano una posizione diversa da quella che indica la delegazione italiana, che è anche la più rappresentativa. Quindi credo che se noi riusciamo a muoverci in maniera compatta, non ho dubbi. Tra l’altro ricordo, ma giusto per storia, Raffaele Fitto, esponente al Parlamento Europeo di Fratelli d’Italia all’opposizione dell’allora governo di centrosinistra, votò Paolo Gentiloni. Silvio Berlusconi, al tempo, che era al Parlamento Europeo e stava in un’altra commissione, si fece cambiare di commissione per andare a fare la dichiarazione di voto a favore di Paolo Gentiloni. E non eravamo esponenti di quel partito”, ha concluso.

Schlein: ok apertura maggioranza a riforma Rai ma no rinnovi ora

Schlein: ok apertura maggioranza a riforma Rai ma no rinnovi oraRoma, 17 set. (askanews) – Il Pd apprezza che la maggioranza abbia deciso di aprire ad una riforma della Rai, ma i democratici ribadiscono che non intendono avallare un “rinnovo” del cda prima che si cambi la legge. Lo ha detto la segretaria del partito Elly Schlein conversando con i giornalisti alla Camera.


La segretaria Pd ha affermato: “Pare che finalmente abbiamo convinto la maggioranza della necessità di procedere alla riforma della Rai, per renderla indipendente dalla politica e dei partii come chiede il ‘Media freedom act’, che comunque deve essere attuato in fretta”. Ma, ha precisato, “voglio chiarire che noi non siamo disponibili a nomine, lottizzazioni, rinnovi di Cda che praticamente sarebbero già in scadenza prima di aver proceduto alla riforma della governance complessiva della Rai”.


Ha concluso la segretaria Pd: “oggi che anche i leader di maggioranza riconoscono questa necessità. Mettiamoci subito al lavoro in Parlamento per fare presto e bene questa riforma”.

Ue, governo: bene Fitto, per Italia coesione e riforme primarie

Ue, governo: bene Fitto, per Italia coesione e riforme primarieRoma, 17 set. (askanews) – “La vice presidenza esecutiva della Commissione europea con delega alla Coesione e alle Riforme, incarico affidato a Raffaele Fitto dalla Presidente von der Leyen, ha un valore politico molto importante che conferma la centralità dell’Italia in ambito europeo e riconosce il ruolo e il peso dell’Italia, Stato fondatore della Ue, seconda manifattura d’Europa e terza economia del Continente. Inoltre, viene affidata a Raffaele Fitto, insieme al Commissario Dombrovskis, anche la delega sul Pnrr”. E’ quanto fanno sapere fonti di governo.


“Il compito del vice presidente Fitto, come scritto da von der Leyen nella ‘mission letter’ – proseguono le fonti – sarà di ‘garantire che l’Ue continui a supportare riforme e investimenti di lunga durata che contribuiscano direttamente a rafforzare la crescita europea’. Come specificato nella ‘mission letter’ della presidente della Commissione von der Leyen, rientra nell’aria di competenza del Vice Presidente materie di importanza cruciale e di interesse strategico per l’Europa e l’Italia affidate ad altri Commissari che fanno riferimento a Fitto: agricoltura, trasporti e turismo, pesca e blu economy. La Coesione vale nel complesso circa 378 miliardi (di cui circa 43 per l’Italia) per il ciclo 2021-2027 senza contare il futuro ciclo di programmazione (al momento non quantificabile ma presumibilmente di portata simile) che la prossima Commissione sarà chiamata a definire insieme con gli Stati membri. Per uno Stato come l’Italia, e specialmente per il Mezzogiorno, si tratta di un interesse nazionale primario. Stessa cosa per le riforme e per lo sviluppo regionale in un quadro dove la dimensione regionale sta assumendo un ruolo sempre più importante”, concludono le fonti.

Meloni-De Luca firmano (tra i sorrisi) l’Accordo per la coesione: 3,5 miliardi alla Campania

Meloni-De Luca firmano (tra i sorrisi) l’Accordo per la coesione: 3,5 miliardi alla CampaniaRoma, 17 set. (askanews) – La presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni ha sottoscritto a Palazzo Chigi l’Accordo per la coesione per la Campania con il presidente della Regione Vincenzo De Luca. L’Accordo, si legge in una nota di Palazzo Chigi, consente di assegnare alla Campania un ammontare di risorse nazionali, tra Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) 2021-2027 e Fondo di rotazione, pari a 3.478 milioni di euro per investimenti strategici per cittadini e imprese del territorio.


“Esprimo grande soddisfazione – ha dichiarato il ministro Fitto – per la sottoscrizione dell’Accordo per la Campania, un traguardo che corona gli sforzi profusi nel coniugare le istanze provenienti dal territorio con la strategia del Governo in materia di politiche di coesione”. “Con la firma di oggi concludiamo il diciannovesimo Accordo per la Coesione in poco meno di un anno dalla riforma della coesione varata dal Governo, infatti, abbiamo sottoscritto gli Accordi con le due Province Autonome e quasi tutte le Regioni, assegnando 22,6 miliardi di euro per investimenti, soprattutto in infrastrutture, finalizzati alla riduzione degli storici divari territoriali che caratterizzano il nostro Paese”, ha dichiato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo la firma degli accordi di coesione con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. “Si tratta – ha aggiunto – di interventi che incidono profondamente sulla qualità della vita dei cittadini campani e sulla competitività del tessuto produttivo del territorio, con l’obiettivo di imprimere un’accelerazione nel percorso di crescita e sviluppo della Regione e nella sua capacità di sfruttare appieno le risorse nazionali destinate alle politiche di coesione”. L’accordo, ha concluso, rappresenta “un’attenzione alle esigenze espresse dal territorio che trovano nelle risorse nazionali per la coesione un’occasione concreta di tempestiva realizzazione”.


Soddisfatto il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che parlando, in un punto stampa fuori Palazzo Chigi, della ‘marcia su Palazzo Chigi’ dello scorso gennaio, ha sottolineato come il rapporto con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sia “assolutamente tranquillo, cordiale, non ci sono problemi, problemi ci sono stati quando quando arrivano 500 sindaci e 5.000 persone a chiedere di lavorare, non altro, a chiedere di sbloccare rapidamente questi 6 miliardi e a chiedere di bloccare la legge su autonomia differenziata, la manifestazione aveva questi obiettivi”. Avevamo fatto quella marcia, ha spiegato De Luca, “non per divertirci ma perché avevamo presentato il piano di coesione della regione Campania l’11 ottobre dello scorso anno, la marcia l’abbiamo fatta il 16 gennaio dopo il pronunciamento del Tar per accelerare procedure che sembravano lunghe in maniera insostenibile e infatti è passato un anno. Adesso dobbiamo recuperare anche questo tempo, ci sono le condizioni per farlo”.


“La firma di oggi – si legge nel comunicato di Palazzo Chigi che illustra i punti dell’Accordo – è l’esito di un percorso a ritmo serrato che ha visto le strutture della Presidenza del Consiglio, coordinate dal Ministro per le politiche di coesione, Raffaele Fitto, lavorare in sinergia con la Regione e le Amministrazioni centrali competenti per ciascuna materia, al fine di individuare le priorità progettuali, impegnandosi sulle tempistiche di realizzazione. La previsione di tempi certi per l’utilizzo dei fondi, pena la revoca, è proprio l’elemento caratterizzante della riforma della politica di coesione nazionale varata dal Governo nel settembre 2023, anche al fine di superare gli storici limiti sperimentati dal nostro Paese con riferimento alla spesa dei fondi di coesione”. Con l’accordo di oggi si completa il quadro degli interventi per la Campania promossi dal Governo attraverso il Fondo Sviluppo e Coesione, tra i quali l’azione di bonifica di Bagnoli, gli interventi urgenti di messa in sicurezza per affrontare l’emergenza bradisismo nei Campi Flegrei, il completamento di numerosi progetti della precedente programmazione per i Comuni, gli interventi per l’ambiente, i trasporti e la cultura.


L’Accordo siglato porta a compimento il percorso di assegnazione delle risorse FSC 2021-2027 imputate programmaticamente alla Campania e pari a 6,5 miliardi di euro. Una prima quota, pari a 582,18 milioni è stata assegnata nel 2021 su progetti ‘di immediato avvio’ presentati dalla Regione. Successivamente, per rispondere alle esigenze emerse dal territorio, si è proceduto, ai sensi dei decreti-legge n. 60/2024 e n. 76/2024, ad assegnazioni puntuali del FSC 2021-2027 per il completamento degli interventi della precedente programmazione soprattutto di competenza dei Comuni (388 milioni), per il risanamento e la riqualificazione dell’area di Bagnoli-Coroglio (1.218 milioni), per interventi infrastrutturali strategici e di pronta cantierabilità in campo ambientale, trasportistico e culturale (1.973 milioni), e, non ultimo, per rispondere all’emergenza bradisismo nell’area dei Campi Flegrei (206 milioni). Dei 6,5 miliardi programmati per la Campania, quindi, il Governo aveva già finalizzato 4,3 miliardi, a cui si aggiungono oggi i 2,2 miliardi di euro per il finanziamento di 181 interventi negli ambiti della riqualificazione urbana, incluso il potenziamento delle infrastrutture sportive, della salute, con interventi infrastrutturali sugli ospedali regionali, e della competitività delle imprese. L’Accordo include, oltre alle citate risorse FSC, anche la finalizzazione delle risorse del Fondo di Rotazione ex lege 183/1987, pari a ulteriori 1.277 milioni di euro, quale quota non utilizzata dalla Regione a cofinanziamento dei Programmi europei regionali 2021-2027. A valere su questa ulteriore disponibilità, si prevedono in Accordo altri 72 interventi in ambito culturale, per ridurre il costo del trasporto pubblico per gli studenti, per aiutare le famiglie e la natalità nonché per completare il programma di investimenti infrastrutturali.

M5S, Grillo a Conte: sottoporrò tue minacce a organi Movimento

M5S, Grillo a Conte: sottoporrò tue minacce a organi MovimentoRoma, 17 set. (askanews) – “Mi riservo di valutare il da farsi, eventualmente anche sottoponendo le tue minacce agli organi competenti del movimento”: è questo il passaggio chiave della nuova lettera che Beppe Grillo, fondatore a attuale garante del Movimento 5 stelle, ha indirizzato al leader stellato Giuseppe Conte.


Nella nuova puntata dello scontro fra i due sul “processo costituente” avviato dall’ex premier dopo i risultati deludenti delle recenti elezioni europee, Grillo, la cui lettera è stata prima anticipata sul Foglio poi pubblicata integralmente dall’edizione on line del quotidiano, ribalta sul presidente del M5S anche l’accusa di “visione padronale”: “Mi scrivi accusandomi per l’ennesima volta – dopo averlo fatto più volte pubblicamente – di avere una visione padronale del movimento e contraria suoi valori democratici. La verità è che, al contrario, ho sempre inteso tutelare i valori democratici su cui il movimento è stato fondato. Dunque, se proprio vogliamo parlare di atteggiamenti contrari ai valori democratici del movimento, questi – scrive il garante M5S – sono da trovare nelle manovre striscianti con cui si sta tentando di demolirne i presidi, invocando ipocritamente un presunto processo democratico, che, come sai bene (ma fingi di non sapere) non può prescinderne”. “Accusarmi di una visione padronale del movimento – scive fra le altre cose Grillo – non è altro che lo specchio delle intenzioni di altri. Al contrario, ribadire l’importanza di certe regole equivale a difenderne i suoi valori democratici. Tant’è vero che nessun’altro fondatore di una forza politica ha mai avuto il coraggio, l’altruismo e la fantasia di non porsi al suo vertice, ma solo di ritagliarsi un ruolo di garanzia, come abbiamo fatto Gianroberto e io”.


A giudizio del fondatore del M5S “è ormai diventato irrinunciabile tornare ai veri valori democratici del movimento, senza operazioni funzionali all’interesse di pochi. Il fatto che si cerchi di impedirlo con il metodo di legittimazione popolare tipico delle autocrazie non è certo un buon segno, ma quale che sia il suo risultato non potrà certo tradire i tratti distintivi e i valori del movimento, a prescindere dalla titolarità del nome e del simbolo, che peraltro è già stata accertata giudizialmente. Concludo rispondendo alla tua minaccia di sospendere gli impegni assunti dal movimento nei miei confronti, questa sì indegnamente strumentale e indebita, essendo essi strettamente legati alle funzioni che ho svolto e continuo svolgere per il movimento. Nella mia qualità di ‘elevato’ mi astengo dal scendere così in basso rispondendo a tono, ma mi limito a osservare che gli impegni di manleva sarebbero comunque dovuti, a prescindere da un impegno contrattuale in tal senso, mentre i miei ‘compensi’ – che in realtà, come sai, coprono anche i costi d’ufficio della funzione che svolgo per il movimento – sono non solo congrui per la mia funzione e i relativi costi, ma lo sono a maggior ragione nel momento in cui è in corso un tentativo di stravolgere l’identità e i valori del movimento”. “Alla luce di quanto sopra mi riservo di valutare il da farsi, eventualmente anche sottoponendo le tue minacce agli organi competenti del movimento. Ne approfitto – conclude Grillo – per invitarti, piuttosto, a rispondere quanto prima alle mie richieste di chiarimenti sul processo che porterà alla assemblea ‘costituente’ del prossimo ottobre”.

Ue, M5s: c’è poco da festeggiare per le nomine dell’ Ursula bis

Ue, M5s: c’è poco da festeggiare per le nomine dell’ Ursula bisMilano, 17 set. (askanews) – “Non ci uniamo al coro degli entusiasti plaudenti alla nuova commissione annunciata dalla Von der Leyen. Lascia senza parole la riproposizione del messia dell’austerity Dombrovskis all’Economia. Preoccupa la nomina di un falco della linea bellicista contro la Russia come il lituano Kubilius alla Difesa, che va ad aggiungersi alla estone Kallas agli Esteri nota per le sue viscerali posizioni anti-russe. Per non parlare della conferma dell’olandese ex consulente della compagnia petrolifera Shell Hoekstra al clima”.


Lo dichiarano i parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Politiche Ue di Camera e Senato, a giudizio dei quali “per l’Italia c’è poco da festeggiare perché la vicepresidenza di Fitto ha una delega minore, Coesione e Riforme, che prima era del Portogallo, mentre perdiamo l’Economia. Altro che protagonismo. Infine giudichiamo grave che la delega ministeriale del Pnrr di Fitto finisca a Palazzo Chigi con il rischio di una scarsa attenzione per l’attuazione del piano che già soffre di gravissimi ritardi”.

Rai, Pd: passare da parole a fatti, subito riforma in Parlamento

Rai, Pd: passare da parole a fatti, subito riforma in ParlamentoRoma, 17 set. (askanews) – “Il riconoscimento della necessità di recepire l’European media freedom act è sicuramente un passo avanti per la maggioranza e dimostra la correttezza delle posizioni portate avanti dalle opposizioni. Ora però si passi dalle parole ai fatti e si avvii subito la discussione in Parlamento della riforma della Rai”. Lo affermano in una nota il capogruppo democratico nella Commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano, e il responsabile informazione del Pd, Sandro Ruotolo.