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Sangiuliano, Renzi: sarà fine parabola per Governo influencer Meloni

Sangiuliano, Renzi: sarà fine parabola per Governo influencer MeloniRoma, 6 set. (askanews) – “Vi ricordate quando in “Palla al Centro” scrivevo che Giorgia Meloni è una influencer e che la sua parabola ricordava la Ferragni?Ecco, la vicenda Sangiuliano dimostra perfettamente che il modo di governare di Giorgia e della maggioranza dei suoi ministri è questo. Alla fine vedrete che il ministro Sangiuliano sarà per l’influencer Meloni ciò che il pandoro Balocco è stato per l’influencer Ferragni.In queste ore le istituzioni italiane si occupano del ministro della Cultura e del caso Pompei”. E “mentre l’Italia delle Istituzioni sguazza nel fango di Sangiuliano -chi vuole chiedergli le dimissioni ci aiuti facendo girare link petizione: vogliamo arrivare a quota 5.000 e siamo a 3.500- fuori da qui gli altri fanno politica”. Lo scrive fra l’altro il presidente di Italia Viva Matteo Renzi, nella sua enews settimanale. (segue)

Mattarella: Italia è debitore onorabile, termometro mercati opinabile

Mattarella: Italia è debitore onorabile, termometro mercati opinabileRoma, 6 set. (askanews) – “L’Italia è un debitore onorabile con una storia trentennale di avanzi statali primari annui e un debito cresciuto nel 1992 principalmente a causa degli interessi: è evidente che molta strada rimane da fare a un mercato dei titoli pubblici che trascura temi come il rapporto debito-ricchezza finanziaria delle famiglie e che il termometro della percezione dei mercati sull’affidabilità di un paese è quantomeno opinabile”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella intervenendo al Forum Ambrosetti a Cernobbio.

Ue, Mattarella: sconcertano polemiche su decisioni frutto poteri oscuri

Ue, Mattarella: sconcertano polemiche su decisioni frutto poteri oscuriRoma, 6 set. (askanews) – “L’Unione europea è il primo esercizio di partecipazione diretta dei popoli alle decisioni: le scelte, a volte oggetto di polemiche che sono sconcertanti quando derivano dai protagonisti che hanno preso parte a quei passaggi, che non sono frutto di oscuri poteri ma fatti in sede comunitaria attraverso la Commissione e il Parlamento con procedimenti partecipati e trasparenti”. Lo ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo al Forum Ambrosetti a Cernobbio.

Matarella a Cernobbio: Ue non è utopia consolatoria nè vincolo soffocante

Matarella a Cernobbio: Ue non è utopia consolatoria nè vincolo soffocanteRoma, 6 set. (askanews) – L’Europa non è un’utopia consolatoria o un vincolo soffocante. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo al Forum Ambrosetti a Cernobbio.


“Le critiche al progetto europeo lo vogliono come una mera utopia consolatoria frutto della sofferenza della seconda guerra mondiale – ha detto il capo dello Stato – o funzionale al modello di sviluppo della globalizzazione capitalistica. Il dibattito in alcuni paesi europei considerano l’appartenenza all’Ue come un vincolo talora soffocante o come un’opportunità”.

Sangiuliano, Boccia: mente ed è sotto ricatto, contro di me sessismo

Sangiuliano, Boccia: mente ed è sotto ricatto, contro di me sessismoRoma, 6 set. (askanews) – “Ho sempre e solo detto la verità. Non temo assolutamente aver commesso reati: reati li commette chi dice bugie. Ero a stretto contatto con il ministro e quindi ho ascoltato e letto messaggi di tanti. E anche di persone che a mio avviso hanno ricattato il ministro. Chi sono va chiesto a lui. Posso dire che ci sono direttori di settimanali…” Lo afferma Maria Rosaria Boccia, in una intervista a la Stampa sul suo rapporto con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.


“Mi sento tradita – dice fra l’altro- da persone a cui voglio bee: sicuramente mi sento non rispettata dal ministro Sangiuliano. Se lui si pente delle bugie che ha detto e mi chiede scusa con gli stessi mezzi che ha usato per farmi passare per quella che non sono lo perdono di certo. Io sono sempre aperta alle persone per bene, sono una cristiana che crede nei valori”. Sotto il profilo del sessismo e del mancato rispetto dei valori cristiana, Boccia ne ha anche per la premier Giorgia Meloni. “Chi richiama i valori dell’essere donna ha il diritto e il dovere di difendere la propria dignità come ‘l’altra persona’- afferma Boccia con riferimento all’annuncio della premier della fine della sua relazione sentimentale con Andrea Giambruno- ha fatto quando ha interrotto una relazione profonda tramite un post sui social dopo che il compagno aveva violato un sentimento d’amore. Mi chiedo perchè invece io vengo trattata con arroganza, additata senza nome e cognome. I comportamenti sessisti vanno denunciati sempre, come lei ha fatto anche utiizzando i social, perchè una donna deve proteggere la propria dignità indipendentemente dal ruolo che ricopre. Non si può rivendicare la dignità di una donna offesa nei sentimenti a fasi alterne Nè ci si può dire cristiani senza praticare il perdono. Io mi limito a difendermi da un comportamento sessita”.


Sessismo di cui anche il ministro Sangiuliano è accusato e che Boccia essere stato alla base dei sospetti che l’hanno spinta a un certo punto a registrare e fotografare ogni cosa, a dispetto do chi invece nel centrodestra la ha accusata “con molta fantasia” di aver registrato in conto terzi per orchestrare un complotto e un ricatto in danno del ministro. “Il ministro ha detto a fine luglio una frase che mi ha colpito molto: io sono uomo, sono il ministro, rappresento l’istituzione,in futuro nessuno crederà a quello che tu dirai.”. Ed allora ecco che adesso “io ho semplicemente dei documenti per certificare la verità di una donna che diversamente non sarebbe stata creduta”. Diversa invece la spiegazione del filmato con gli occhiali all’interno del Parlamento: “volevo provarli, li avevo appena comprati. Tutto legale: quando registrano si accendono lucine a led ai lati. Altrimenti dovremmo mandare a processo centinaia di italiani: tutti fanno voto e video con gli smartphone quando vanno in Parlamento…”.


Infine, una smentita e un sfida da Boccia a Sangiuliano viene anche lanciata sulla chiave d’oro della città ricevuta dal Comune di Pompei che il ministro ha dichiarato aver sulle prime ritenuto essere onorificenza di poco valore ed essere stata da lui consegnata allo Stato a differenza del predecessore Franceschini che se la portata a casa. “Il ministro ha saputo fin dall’inizio che non era una patacca. Ce la fa vedere il ministro questa chiave protocollata nelle stanze del ministero?”

M5S, Grillo diffida Conte, è rottura su nome simbolo e mandati

M5S, Grillo diffida Conte, è rottura su nome simbolo e mandatiRoma, 5 set. (askanews) – È il giorno delle carte bollate: non proprio in senso letterale, non ufficialmente, almeno, ma è una diffida legale in piena regola quella che Beppe Grillo recapita in mattinata a Giuseppe Conte via social network e blog. Senza lesinare sulle maiuscole, il fondatore del Movimento 5 stelle comunica al presidente dello stesso che intende “esercitare i diritti che lo Statuto mi riconosce in qualità di Garante, ossia custode dei Valori fondamentali dell’azione politica del MoVimento 5 Stelle. E quindi, secondo quanto afferma l’art. 12, lettera a) numero 2, ribadisco che ci sono degli elementi imprescindibili del Movimento 5 Stelle che devono restare tali affinché il Movimento possa ancora dirsi tale: il nome, il simbolo e la regola dei due mandati”.


Lo scontro sul “processo costituente” si inasprisce, quindi, e Beppe Grillo, che aveva già dovuto fare i conti con l’indisponibilità del leader attuale del Movimento ad accettare paletti e restrizioni sulla strada che dovrà portare all’evento finale, l’assemblea costituente del 19 e 20 ottobre, sceglie la strada del veto, chiarendo che intende farla valere formalmente, cioè giuridicamente. “Mossa della disperazione, sembra quasi uno che sta andando a depositare una causa legale”, commenta un parlamentare “contiano” di antica fedeltà. Un’altra fonte 5 stelle a Montecitorio ironizza sull’immagine “di azzeccagarbugli che una volta Grillo affibbiava a Conte, mentre oggi lui si aggrappa a regole statutarie per portare avanti questo suo potere padronale sul Movimento”. “Un segnale fortissimo, scende a Roma e non incontra Conte”, è invece la lettura che si raccoglie in ambienti più vicini a Grillo. Già, perché Grillo ha passato 24 ore a Roma, ma i tempi della processione dei “big” del M5S all’hotel romano che usa come campo base sono lontani, e oggi in zona Fori imperiali viene avvistato per pranzo il solo Elio Lannutti, ex senatore espulso a suo tempo dal M5S per essersi rifiutato di votare la fiducia al governo Draghi. Le tavole della legge a 5 stelle, nell’articolo 12 richiamato da Grillo, dicono in effetti che il Garante “ha il potere di interpretazione autentica, non sindacabile, delle norme del presente Statuto”. Tuttavia, il famoso limite massimo dei due mandati elettivi, principale oggetto del contendere, perché cancellarlo aprirebbe la strada, secondo Grillo, alla politica “professionale” che renderebbe il M5S uguale ai partiti contro i quali era stato costituito, non fa parte dello Statuto ma del codice etico, quindi non rientra, dicono negli ambienti ufficiali dei 5 stelle, fra le competenze del garante. Inoltre, in una recente intervista al Corriere della sera Alfonso Colucci, deputato e responsabile dell’area legale del M5S, sosteneva che nome e simbolo sono dell’Associazione M5S e che “Beppe Grillo in forza di specifici obblighi contrattuali – coperti da riservatezza e che non si riferiscono al contratto da 300 mila euro per la comunicazione che il M55 gli paga ogni anno – ha espressamente rinunciato a ogni contestazione relativa all’utilizzo sia del nome e sia del simbolo del M5S, come modificati o modificabili in futuro dall’Associazione”.


Tuttavia, l’operazione lanciata da Conte, secondo il giudizio inappellabile di Grillo, non è “un’opera di rinnovamento, ma un’opera di abbattimento, per costruire qualcosa di totalmente nuovo, che nulla ha a che spartire con il MoVimento 5 Stelle”. Conte stavolta sceglie di non replicare direttamente, aveva parlato mercoledì. Il ragionamento che si fa nella sede di Campo Marzio, fortino dell’ex presidente del Consiglio, è legato ai buoni risultati della “fase di ascolto”, primo passo del “processo costituente”, con i 15mila contributi scritti già arrivati sul portale dedicato, dei quali si è vantato ieri Conte in una intervista a Fanpage. C’è stupore quindi, per Grillo che parla di “bivio” per gli iscritti, cioè evoca una scissione proprio mentre si è alla vigilia di un passaggio così importante e finora partecipato, che dovrebbe rilanciare invece l’unità del Movimento. Pubblicamente si espone qualcuno dei più in vista fra i “contiani”, come Riccardo Ricciardi, uno dei vicepresidenti del M5S, che taglia corto: “Le risposte alle questioni che pone Grillo, come il simbolo e il doppio mandato, arriveranno nell’assemblea costituente. Non sarà certamente lui a decidere”; o come la senatrice Alessandra Maiorino, che parla di Grillo “padre-padrone che vuole uccidere il Movimento”. Ma se le questioni legali non sono così chiare, e l’opposizione di Grillo alla liberalizzazione dei mandati elettorali raccoglie, non è un segreto, pochi consensi nei gruppi parlamentari e non troppo entusiasmo neppure fra gli attivisti, quale può essere il punto d’approdo della battaglia Grillo? “Di avere pochi parlamentari – racconta chi lo conosce bene e fa il tifo per lui – Beppe non si preoccupa, se decide di andare avanti punterà sulla democrazia diretta come quella delle origini e non avrà paura di ricominciare da zero, come Movimento 5 stelle, visto che la roba di Conte ormai è un’altra cosa che non ha nulla a che vedere con la sua creatura. Certo, dovrà affidarsi a qualcuno per la parte organizzativa, che non è mai stata il suo forte. Ma attenzione: non escluderei che punti invece a ritirare il simbolo e chiuderlo in un cassetto. Non per fare un altro partito ma per mettere fine all’esperienza”.

G7 Parlamenti, Mattarella: Mosca cerca di distruggere l’ordine internazionale fondato sul diritto

G7 Parlamenti, Mattarella: Mosca cerca di distruggere l’ordine internazionale fondato sul dirittoVerona, 5 set. (askanews) – “L’aggressione russa all’Ucraina cerca di distruggere ciò che nel tempo abbiamo costruito, ovvero un ordine internazionale fondato sul diritto, sul dialogo, sulla pace, per valori condivisi. Un ordine purtroppo violato in numerose altre occasioni. Alle democrazie del G7 compete ripartire da questo nucleo di condivisione di valori”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, aprendo a Verona il G7 dei Parlamenti.


“I nostri Parlamenti, insieme – è l’esortazione del Capo dello Stato – possono e devono immaginare strumenti e modalità di cooperazione che consentano, ascoltando le istanze dei nostri cittadini, di tutelare le libertà dei nostri popoli, ricostruire quell’ordine che è stato barbaramente infranto. Le tre sessioni di lavoro, alle quali vi apprestate a dedicarvi – dice ai partecipanti al summit – ben possono corrispondere a questi obiettivi”. “Democrazia, libertà e pace sono valori che trovano origine e tutela nelle istituzioni parlamentari. I popoli hanno trovato nella vocazione internazionale dei Parlamenti – che risale all’istituzione dell’Unione Interparlamentare nel 1889 – uno strumento di dialogo e di reciproca comprensione. La cooperazione trova in essi il luogo delle scelte per promuovere valori comuni di pace, stabilità e prosperità, producendo, nel tempo, crescita, maturazione e consolidamento delle basi della comunità internazionale”, ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla cerimonia di inaugurazione del G7 dei Parlamenti a Verona.


“È per me un onore – ha aggiunto – aprire questo incontro dei Presidenti delle Camere Basse dei Parlamenti del G7. Si tratta di un momento fondamentale nella vita di questa organizzazione e consentitemi innanzitutto di ricordare che fu a Roma, nel 2001, che i Paesi G7 condivisero, per la prima volta, l’opportunità di istituire questo incontro annuale nell’ambito della presidenza di turno. Si tratta di un evento che arricchisce il calendario internazionale della diplomazia parlamentare con un’occasione di dialogo fra le democrazie, che assume, in questa fase storica, un valore determinante per il futuro delle nostre società”.

Stop pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare, primo sì del governo

Stop pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare, primo sì del governoRoma, 5 set. (askanews) – “Divieto di pubblicazione del testo dell’ordinanza di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari o fino al termine dell’udienza preliminare”. E’ quanto prevede un dlgs approvato ieri dal Consiglio dei ministri, che ha dato via libera, in esame preliminare, a tre decreti legislativi di adeguamento della normativa nazionale a quella europea.


Uno prevede disposizioni per il compiuto adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni della direttiva (UE) 2016/343 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016, sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali. Il testo dà attuazione all’articolo 4 della legge di delegazione europea 2022-2023 (legge 21 febbraio 2024, n. 15), con il quale il Governo è stato delegato ad adottare le disposizioni necessarie a garantire l’integrale adeguamento alla direttiva (UE) 2016/343 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 2016, integrare quanto disposto dal decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 188, e assicurare l’effettivo rispetto dell’articolo 27, secondo comma, della Costituzione.


“In particolare, al fine di rafforzare alcuni aspetti della presunzione di innocenza della persona indagata o imputata nell’ambito di un procedimento penale, in coerenza con quanto disposto dagli articoli 3 e 4 della direttiva (UE) 2016/343 e nel rispetto dei principi di cui agli articoli 21, 24 e 27 della Costituzione, il provvedimento modifica l’articolo 114 del codice di procedura penale, prevedendo il divieto di pubblicazione del testo dell’ordinanza di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari o fino al termine dell’udienza preliminare”, si legge nella nota di Palazzo Chigi.

G7 Parlamenti,Fontana: da summit Verona spinta per dialogo e pace

G7 Parlamenti,Fontana: da summit Verona spinta per dialogo e paceVerona, 5 set. (askanews) – “Quest’anno probabilmente la spinta più importante” da parte del G7 dei Parlamenti “sarà quella verso un futuro di pace, perché il tentativo è proprio quello di fare in modo che si possano aprire vie di dialogo per cercare di fare in modo che il mondo del futuro sia un mondo dove la pace possa regnare, effettivamente”. Lo ha detto il presidente della Camera Lorenzo Fontana, intervistato a Verona da Sky all’apertura del G7 dei Parlamenti.


La diplomazia dei Parlamenti “si sta sviluppando sempre di più e lo vediamo ormai in tutte le riunioni che vengono fatte a livello globale. Proprio per questo qui si affronteranno dei temi che sono molto importanti come la cybersicurezza, l’Intelligenza artificiale, lo sviluppo dell’Africa e del Mediterraneo: sono tutte tematiche di portata globale ma che interessano i Parlamenti perché è giusto mettere assieme le sensibilità, anche legislative, per fare in modo che le leggi possano essere quelle che conducano verso un futuro di questo tipo. Ci sono da affrontare problemi importanti che avranno nel futuro tutti i nostri popoli e che non sono più problematiche che hanno confini ma sono globali, e dobbiamo cercare di affrontarle il più possibile assieme”. “Io penso che ci sia da parte di tutti la ricerca e la volontà di trovare una soluzione per i conflitti terribili che vediamo, quello russo-ucraino, la questione del Medio Oriente, la questione del Mar Rosso e anche a tante altre possibili situazioni esplosive che dobbiamo tenere sotto controllo. Quindi, da qui bisogna cercare di fare in modo che il dialogo a livello globale riparta e riparta in maniera determinante, facendo capire a tutti che ci deve essere una forte volontà di pace”.

Stop a pubblicazione ordinanze custoria cautelare primo sì Governo

Stop a pubblicazione ordinanze custoria cautelare primo sì GovernoRoma, 5 set. (askanews) – “Divieto di pubblicazione del testo dell’ordinanza di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari o fino al termine dell’udienza preliminare”. E’ quanto prevede un dlgs approvato ieri dal Consiglio dei ministri, che ha dato via libera, in esame preliminare, a tre decreti legislativi di adeguamento della normativa nazionale a quella europea.


Uno prevede disposizioni per il compiuto adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni della direttiva (UE) 2016/343 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016, sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali. Il testo dà attuazione all’articolo 4 della legge di delegazione europea 2022-2023 (legge 21 febbraio 2024, n. 15), con il quale il Governo è stato delegato ad adottare le disposizioni necessarie a garantire l’integrale adeguamento alla direttiva (UE) 2016/343 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 2016, integrare quanto disposto dal decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 188, e assicurare l’effettivo rispetto dell’articolo 27, secondo comma, della Costituzione.


“In particolare, al fine di rafforzare alcuni aspetti della presunzione di innocenza della persona indagata o imputata nell’ambito di un procedimento penale, in coerenza con quanto disposto dagli articoli 3 e 4 della direttiva (UE) 2016/343 e nel rispetto dei principi di cui agli articoli 21, 24 e 27 della Costituzione, il provvedimento modifica l’articolo 114 del codice di procedura penale, prevedendo il divieto di pubblicazione del testo dell’ordinanza di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari o fino al termine dell’udienza preliminare”, si legge nella nota di Palazzo Chigi.