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La denuncia di Meloni: c’è la mafia dietro i “flussi in apparenza regolari” dei migranti

La denuncia di Meloni: c’è la mafia dietro i “flussi in apparenza regolari” dei migrantiRoma, 4 giu. (askanews) – Alla vigilia della visita ‘lampo’ in Albania insieme al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per verificare l’avanzamento dei lavori di costruzione dei due centri per l’accoglienza dei migranti soccorsi nel Mediterraneo dai mezzi dello Stato – previsti dall’accordo siglato a Roma col premier albanese Edi Rama lo scorso 6 novembre – la premier Giorgia Meloni ha aperto oggi un fronte contro l’immigrazione illegale costituita dai “flussi migratori in apparenza regolari”, che nascondono in realtà “un meccanismo di frode” grazie alla “pesante interferenza del crimine organizzato”. E per questo in mattinata ha consegnato un esposto alla Direzione nazionale Antimafia.


Svolgendo un’informativa in Consiglio dei ministri sul numero degli extracomunitari che hanno ottenuto il visto per ragioni di lavoro in base al ‘Decreto Flussi’ e segnalando i “dati allarmanti” emersi dal tavolo tecnico che ne monitora l’applicazione, la premier ha spiegato che “durante il click day abbiamo registrato un numero di domande di nulla osta al lavoro totalmente sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro. Dato ancora più preoccupante – ha rivelato la premier – è che a fronte del numero esorbitante di domande, solo una percentuale minima degli stranieri che hanno ottenuto il visto ha poi effettivamente sottoscritto un contratto di lavoro”. “Il numero di richieste enorme rispetto alla capacità di assorbimento del tessuto produttivo” e lo “scarto significativo tra chi entra per finalità di lavoro e chi effettivamente poi sottoscrive un contratto” fanno ritenere, ha detto Meloni, “che i flussi regolari di immigrati per ragioni di lavoro vengano utilizzati come canale ulteriore di immigrazione irregolare”. Dunque, “ragionevolmente”, ha aggiunto Meloni, “la criminalità organizzata si è infiltrata nella gestione delle domande e i ‘decreti flussi’ sono stati utilizzati come meccanismo per consentire l’accesso in Italia a persone che non ne avrebbero avuto diritto, verosimilmente dietro pagamento di somme di denaro”.


Secondo la premier “l’ipotesi di infiltrazioni criminali sembra” inoltre “avvalorata dal fatto che la stragrande maggioranza degli stranieri entrati in Italia negli ultimi anni avvalendosi del ‘Decreto Flussi’ proviene dal Bangladesh, dove le autorità diplomatiche parlano di fenomeni di compravendita dei visti per motivi di lavoro”. “Per questa ragione, raccolti questi dati, stamattina – ha rivelato Meloni – mi sono recata dal procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Melillo per consegnare un esposto”.


Per affrontare il problema la presidente del Consiglio ha promesso ai colleghi del governo che “in uno dei primi Cdm che terremo dopo il G7” verrà presentato “un articolato ampio e dettagliato, costituito da un duplice intervento, normativo e amministrativo”, atto a modificare “i tratti operativi che hanno portato a queste storture. Lo faremo – ha concluso Meloni – nel rispetto del principio che ispirò la legge Bossi-Fini che ha regolamentato il fenomeno in questi anni, cioè consentire l’ingresso in Italia solo a chi è titolare di un contratto di lavoro”.

Meloni: mafia dietro ‘flussi regolari’ migranti, irregolarità in click day

Meloni: mafia dietro ‘flussi regolari’ migranti, irregolarità in click dayRoma, 4 giu. (askanews) – Alla vigilia della visita ‘lampo’ in Albania insieme al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per verificare l’avanzamento dei lavori di costruzione dei due centri per l’accoglienza dei migranti soccorsi nel Mediterraneo dai mezzi dello Stato – previsti dall’accordo siglato a Roma col premier albanese Edi Rama lo scorso 6 novembre – la premier Giorgia Meloni ha aperto un fronte contro l’immigrazione illegale costituita dai “flussi migratori in apparenza regolari”, che nascondono in realtà “un meccanismo di frode” grazie alla “pesante interferenza del crimine organizzato”. E per questo in mattinata ha consegnato un esposto alla Direzione nazionale Antimafia.


Svolgendo un’informativa in Consiglio dei ministri sul numero degli extracomunitari che hanno ottenuto il visto per ragioni di lavoro in base al ‘Decreto Flussi’ e segnalando i “dati allarmanti” emersi dal tavolo tecnico che ne monitora l’applicazione, la premier ha spiegato che “durante il click day abbiamo registrato un numero di domande di nulla osta al lavoro totalmente sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro. Dato ancora più preoccupante – ha rivelato la premier – è che a fronte del numero esorbitante di domande, solo una percentuale minima degli stranieri che hanno ottenuto il visto ha poi effettivamente sottoscritto un contratto di lavoro”. “Il numero di richieste enorme rispetto alla capacità di assorbimento del tessuto produttivo” e lo “scarto significativo tra chi entra per finalità di lavoro e chi effettivamente poi sottoscrive un contratto” fanno ritenere, ha detto Meloni, “che i flussi regolari di immigrati per ragioni di lavoro vengano utilizzati come canale ulteriore di immigrazione irregolare”. Dunque, “ragionevolmente”, ha aggiunto Meloni, “la criminalità organizzata si è infiltrata nella gestione delle domande e i ‘decreti flussi’ sono stati utilizzati come meccanismo per consentire l’accesso in Italia a persone che non ne avrebbero avuto diritto, verosimilmente dietro pagamento di somme di denaro”.


Secondo la premier “l’ipotesi di infiltrazioni criminali sembra” inoltre “avvalorata dal fatto che la stragrande maggioranza degli stranieri entrati in Italia negli ultimi anni avvalendosi del ‘Decreto Flussi’ proviene dal Bangladesh, dove le autorità diplomatiche parlano di fenomeni di compravendita dei visti per motivi di lavoro”. “Per questa ragione, raccolti questi dati, stamattina – ha rivelato Meloni – mi sono recata dal procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Melillo per consegnare un esposto”.


Per affrontare il problema la presidente del Consiglio ha promesso ai colleghi del governo che “in uno dei primi Cdm che terremo dopo il G7” verrà presentato “un articolato ampio e dettagliato, costituito da un duplice intervento, normativo e amministrativo”, atto a modificare “i tratti operativi che hanno portato a queste storture. Lo faremo – ha concluso Meloni – nel rispetto del principio che ispirò la legge Bossi-Fini che ha regolamentato il fenomeno in questi anni, cioè consentire l’ingresso in Italia solo a chi è titolare di un contratto di lavoro”.

Sanità, Meloni: iniziamo ad affrontare bene problemi, finora mai fatto

Sanità, Meloni: iniziamo ad affrontare bene problemi, finora mai fattoRoma, 4 giu. (askanews) – “Il Cdm ha approvato due importanti provvedimenti che riguardano la sanità: avevamo promesso ai cittadini che ci saremmo occupati di due problemi che in passato non sono mai stati affrontati efficacemente, ovvero l’abbattimento delle liste d’attesa e la cronica carenza di medici e personale sanitario. Questa mattina lo abbiamo fatto”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un video pubblicato sui social.


“La sanità chiaramente è di competenza delle Regioni dalla riforma del Titolo V del 2001 fatta dalla sinistra e quindi le liste d’attesa competono alle Regioni, ma noi – ha spiegato la premier – abbiamo deciso di fare la nostra parte per aiutare le Regioni ad affrontare questo problema. Con la legge di bilancio avevamo portato il fondo sanitario al suo livello più alto di sempre, con 134 miliardi di euro nel 2024, e avevamo destinato oltre 500 milioni di euro per l’abbattimento delle liste d’attesa. Con i provvedimenti che abbiamo portato oggi in Consiglio dei ministri facciamo dei passi in avanti molto significativi: prima di tutto istituiamo un sistema nazionale di monitoraggio delle liste d’attesa regione per regione, prestazione per prestazione, per capire dove sia necessario intervenire e in che modo. Dal nostro punto di vista è uno strumento fondamentale ma che incredibilmente non esisteva perché evidentemente nessuno prima di noi ci aveva pensato”. “L’altra novità fondamentale – ha sottolineato Meloni – è che rendiamo obbligatorio per legge il meccanismo per il quale il medico che fa la prescrizione deve anche indicare la priorità e il tempo massimo di attesa possibile per cui la prescrizione le regioni non potranno più chiudere le liste d’attesa e dovranno organizzarsi per rispettare queste tempistiche. Chiaramente aiutiamo le regioni a fare questo lavoro prevedendo che le regioni possano fare ricorso, se non riescono a rispettare i tempi, anche alle prestazioni intramoenia, cioè quelle che i medici fanno a livello ambulatoriale nelle strutture pubbliche e alle strutture private accreditate”.


“I cittadini pagheranno solo il ticket e la differenza in termini di costo che dovranno sostenere le regioni sarà coperta dalle risorse che lo Stato ha stanziato in legge di bilancio per l’abbattimento delle liste d’attesa. Allo stesso tempo prevediamo delle enorme per evitare abusi nell’attività di intramoenia, stabiliamo cioè che le ore di attività libero professionale non possano in nessun caso superare le ore di attività in ospedale”, ha aggiunto Meloni.

Decreto su liste d’attesa, Schillaci: cittadini avranno prestazioni nei tempi che servono

Decreto su liste d’attesa, Schillaci: cittadini avranno prestazioni nei tempi che servonoMilano, 4 giu. (askanews) – “I cittadini potranno avere le prestazioni nei tempi che servono. Se un paziente deve fare risonanza magnetica entro 72 ore” la potrà fare entro 72 con il sistema sanitario nazionale “pagando il ticket oppure gratuitamente se appartiene a una categoria che ne è esente”. Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci parlando in conferenza stampa dei contenuti del decreto legge contenente “misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie”, approvato oggi in Consiglio dei Ministri che contiene, ha detto Schillaci, “misure urgenti che non erano più rimandabili”. Se il cittadino non riceve la prestazione nelle 72 ore, cioè nel caso in cui il medico la ritenga prioritaria, potrà rivolgersi “in intramoenia o al
privato accreditato, ma tutto a carico del servizio sanitario nazionale”, ha spiegato il ministro della Salute,  rispondendo alle domande dei giornalisti. Il ministro ha sottolineato che “i cittadini finalmente avranno le prestazioni di cui necessitano nei tempi giusti e a carico del Servizio sanitario nazionale. La seconda è che andiamo verso l’abolizione del tetto di spesa, questo vuol dire che le Regioni potranno assumere più medici e personale sanitario e questo vuol dire immettere forze nuove nel sistema”. “Non è più accettabile che in tante realtà ci siano liste chiuse, devono rimanere sempre aperte”. Il ministro ha sottolineato che il professionista sanitario non deve fare più prestazioni in intramoenia che prestazioni pubbliche e ha aggiunto che “da monitoraggi a campione” risulta che ci sono casi in cui si fanno 9 prestazioni nel sistema sanitario pubblico rispetto a 90 in intramoenia. Dal primo gennaio 2025 sarà abolito il tetto di spesa per il personale sanitario e verrà introdotto un nuovo metodo di calcolo basato sui fabbisogni, ha aggiunto il ministro della Salute Orazio Schillaci, concludendo: “C’è qualche decreto che il ministero dovrà attuare ma siamo assolutamente convinti che in brevissimo ciò che è contenuto nel decreto legge possa essere applicato su tutto il territorio nazionale”.


 

Migranti, Meloni: in Italia entrerà solo chi ha un contratto di lavoro

Migranti, Meloni: in Italia entrerà solo chi ha un contratto di lavoroRoma, 4 giu. (askanews) – “Noi modificheremo i tratti operativi che hanno portato a queste storture, e lo faremo nel rispetto del principio che ispirò la legge Bossi-Fini che ha regolamentato il fenomeno in questi anni, cioè consentire l’ingresso in Italia solo a chi è titolare di un contratto di lavoro”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella sua informativa in Cdm, parlando delle possibili soluzioni al “problema” dei flussi regolari di immigrati per ragioni di lavoro, che, a dire della premier, vengono utilizzati dalla criminalità organizzata come canale ulteriore di immigrazione irregolare.

Sanità, Schlein: dl governo è fuffa, ma così ci danno ragione

Sanità, Schlein: dl governo è fuffa, ma così ci danno ragioneRoma, 4 giu. (askanews) – “Sono felice che ancora prima del voto dell’8 e 9 giugno la nostra campagna sulla sanità pubblica abbia già ottenuto un primo risultato: costringere il governo di Giorgia Meloni che avevamo ragione noi, e cioè che non ci sono risorse sufficienti per abbattere le liste di attesa”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein a margine di una iniziativa elettorale.


“Oggi a 4 giorni dal voto – ha sottolineato – portano in Consiglio dei ministri una norma che peraltro è già stata contestata dalle Regioni della destra perché in realtà sembra fuffa. Non si affronta il nodo vero: se vogliamo abbattere le liste di attesa bisogna sbloccare il tetto alle assunzioni che il governo Berlusconi – con Meloni ministra – mise nel 2009”. Per Schlein “con le liste di attesa attuali chi ha i soldi va dal privato, chi non ce l’ha rinuncia a curarsi. Le altre soluzioni sono tampone, favoriscono il privato e continuano nel solco dell’indebolimento e smantellamento della sanità pubblica. Se vogliono fare una cosa concreta per salvarla c’è una cosa semplice da fare: votare insieme a noi la nostra proposta di legge a mia prima firma che chiede più risorse sulla sanità pubblica e naturalmente un piano straordinario di assunzione di personale”.

Migranti, Meloni: in Italia entrerà solo chi ha contratto lavoro

Migranti, Meloni: in Italia entrerà solo chi ha contratto lavoroRoma, 4 giu. (askanews) – “Noi modificheremo i tratti operativi che hanno portato a queste storture, e lo faremo nel rispetto del principio che ispirò la legge Bossi-Fini che ha regolamentato il fenomeno in questi anni, cioè consentire l’ingresso in Italia solo a chi è titolare di un contratto di lavoro”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella sua informativa in Cdm, parlando delle possibili soluzioni al “problema” dei flussi regolari di immigrati per ragioni di lavoro, che, a dire della premier, vengono utilizzati dalla criminalità organizzata come canale ulteriore di immigrazione irregolare.

Migranti, Meloni: criminalità infiltrata in domande decreti flussi

Migranti, Meloni: criminalità infiltrata in domande decreti flussiRoma, 4 giu. (askanews) – “In alcuni territori il numero di richieste” di permessi di lavoro stagionale per extracomunitari “è enorme rispetto alla capacità di assorbimento del tessuto produttivo locale, e quindi balza facilmente agli occhi” e “in quasi tutte le regioni italiane c’è uno scarto significativo tra chi entra per finalità di lavoro e chi effettivamente poi sottoscrive un contratto di lavoro”. Il che “significa che i flussi regolari di immigrati per ragioni di lavoro vengono utilizzati come canale ulteriore di immigrazione irregolare”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella sua informativa in Cdm sui “flussi migratori in apparenza regolari”, commentando i “dati allarmanti” emersi dal tavolo tecnico per monitorare l’applicazione del decreto flussi.


Secondo Meloni “significa” anche che, “ragionevolmente”, “la criminalità organizzata si è infiltrata nella gestione delle domande e i ‘decreti flussi’ sono stati utilizzati come meccanismo per consentire l’accesso in Italia, per una via formalmente legale e priva di rischi, a persone che non ne avrebbero avuto diritto, verosimilmente dietro pagamento di somme di denaro (secondo alcune fonti, fino a 15.000 euro per ‘pratica’)”.

Migranti, Meloni: allarmano dati su permessi lavoro stagionale

Migranti, Meloni: allarmano dati su permessi lavoro stagionaleRoma, 4 giu. (askanews) – “Da alcune regioni, su tutte la Campania, abbiamo registrato un numero di domande di nulla osta al lavoro per extracomunitari, durante il click day, totalmente sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro, siano essi singoli o imprese”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella sua informativa in Cdm sui “flussi migratori in apparenza regolari”, commentando “i dati allarmanti” emersi dal tavolo tecnico per monitorare l’applicazione del decreto flussi.


La premier ha citato un dato: “Sui permessi per lavoro stagionale, cioè per lavoro in campo agricolo o turistico-alberghiero, nel 2023, su un totale di 282.000 domande, 157.000 arrivano dalla Campania, mentre 20.000 arrivano dalla Puglia. Solo che, per esempio nel settore agricolo, la Puglia ha circa il 12% delle imprese agricole italiane e la Campania solo il 6%”. “Dato ancora più preoccupante – ha rivelato la premier – è che a fronte del numero esorbitante di domande di nulla osta, solo una percentuale minima degli stranieri che hanno ottenuto il visto per ragioni di lavoro in base al ‘Decreto Flussi’ ha poi effettivamente sottoscritto un contratto di lavoro. In Campania, meno del 3% di chi entra con un nulla osta sottoscrive poi un contratto di lavoro. Uno scarto significativo tra il numero di ingressi in Italia per motivi di lavoro e i contratti di lavoro che vengono poi effettivamente stipulati è però una caratteristica che accomuna, anche se con numeri meno spaventosi, molte regioni italiane”.

Vannacci: perplesso su Pnnr, Europa lo usa per appropriarsi di sovranità

Vannacci: perplesso su Pnnr, Europa lo usa per appropriarsi di sovranitàRoma, 4 giu. (askanews) – “Sul Pnrr ho delle perplessità: sembra essere un regalo, in realtà è un debito che dovranno pagare i nostri figli. Dobbiamo essere estremamente attenti: l’Europa un po’ matrigna usa la leva del debito per appropriarsi della sovranità, perciò anche questa manovra andrebbe misurata”. Così Roberto Vannacci, candidato della Lega alle Europee, ha risposto alla Stampa estera a proposito del Pnrr.


“Io ti presto denaro però tu devi fare questo e quest’altro, cambiare le tue istituzioni, raggiungere questi obiettivi – ha spiegato il generale -, bisogna capire se ci convenga fare debito con l’Europa o con i nostri stessi cittadini che ci impongono meno vincoli”.