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Imprese, Conte: casi Santanché-Toti, c’è un capitalismo infetto

Imprese, Conte: casi Santanché-Toti, c’è un capitalismo infettoRoma, 1 giu. (askanews) – “Lei dovrebbe parlare con gli altri leader europei che hanno tutti il reddito di cittadinanza, si metterebbero tutti a ridere. Gli abbiamo fatto la guerra ideologica, abbiamo fatto la guerra contro i divanisti, abbiamo avuto esponenti politici come la Santanché che li insultavano e poi si scopre che il nostro capitalismo è un capitalismo infetto perché la Santanché è accusata di truffa aggravata sui fondi Covid. Abbiamo un capitalismo infetto” e “io mi aspetto che ci sia da qui, da Rapallo, un sussulto di responsabilità rispetto a un modo di fare impresa”. Così il presidente M5S, Giuseppe Conte, da Rapallo (Genova) per il 53esimo convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria.


Parlando del caso Genova, Conte ha ribadito che il governatore Giovanni Toti dovrebbe prendere atto della situazione e dimettersi: “si figuri se mi metto a fare la gogna pubblica di singole persone” ma non si può aspettare “anni” che arrivi “il rinvio a giudizio”. Il “problema è che quello è un sistema marcio”, ha affermato. Il “sussulto” deve arrivare rispetto a “un modo di fare impresa in cui ci si ritrova sullo yacht a governare un’intera città, un porto e una Regione, sulla base relazionale con il finanziamento dei politici di turno” che, ha proseguito Conte, “crea un danno a tutti gli altri imprenditori”. “Per un imprenditore che riesce ad accaparrarsi la proroga delle concessioni in questo modo malsano, ci sono molti imprenditori che rimangono fuori dalla porta e queste si chiamano pratiche commerciali sleali, oltre che illeciti”,ha evidenziato.

2 Giugno, Mattarella a prefetti: garantire diritto a manifestare

2 Giugno, Mattarella a prefetti: garantire diritto a manifestareRoma, 1 giu. (askanews) – “I Prefetti sono chiamati nei territori provinciali a essere, ogni giorno, perno di unità e di coesione sociale, incarnando, nei delicati ambiti affidati, la missione di instancabili ‘operatori della Costituzione’, adoperandosi per il bene comune. È un’azione che, insieme alle altre Istituzioni e alle diverse espressioni della società civile, i Prefetti svolgono nella ricerca dell’interesse generale e per rinvenire adeguate soluzioni ai problemi delle comunità, in una fase resa ancor più ardua dall’aspro contesto internazionale”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale, in occasione della ricorrenza della Festa della Repubblica, ha inviato un messaggio ai Prefetti d’Italia “affinché – si legge in una nota – se ne facciano interpreti nelle iniziative promosse a livello locale”.


“Dagli spazi di mediazione per la tutela dell’occupazione e per il superamento dei conflitti sociali, alla cura, con le amministrazioni locali, delle fasce più deboli della popolazione, a percorsi efficaci di accoglienza e di integrazione dei migranti, si tratta di un lavoro prezioso a favore dell’unità del Paese e della sua coesione. Vale per la tutela delle libertà dei cittadini nello svolgersi della vita quotidiana, per lo sviluppo di efficaci cornici di sicure, ha evidenziato il Capo dello Stato.

2 giugno, Mattarella: è un dovere fare memoria sugli avvenimenti che hanno fondato la Repubblica

2 giugno, Mattarella: è un dovere fare memoria sugli avvenimenti che hanno fondato la RepubblicaRoma, 1 giu. (askanews) – “Cari Prefetti, rivolgo il mio saluto a quanti ricoprono pubblici uffici, alle comunità locali, alle espressioni della società che, nei diversi territori, celebrano la Festa Nazionale del 2 giugno. Nel 1946 la scelta del popolo italiano per la Repubblica scrisse una pagina decisiva di democrazia e pose le basi per un rinnovato patto sociale, che avrebbe trovato compiuta articolazione nella Carta costituzionale. Un esito al quale si giunse dopo i tragici eventi bellici e la lotta di Liberazione dal nazifascismo, costellata da molteplici episodi di eroismo, da eccidi efferati, di cui nel corso di quest’anno, con commossa partecipazione, viene commemorato l’ottantesimo anniversario in numerose località. Fare memoria del lascito ideale di quegli avvenimenti fondativi è dovere civico e preziosa opportunità per riflettere insieme sulle ragioni che animano la vita della nostra collettività, inserita oggi nella più ampia comunità dell’Unione Europea cui abbiamo deciso di dar vita con gli altri popoli liberi del continente e di cui consacreremo, tra pochi giorni, con l’elezione del Parlamento Europeo, la sovranità”. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della ricorrenza della Festa della Repubblica, ha inviato un messaggio ai Prefetti d’Italia “affinché – si legge in una nota – se ne facciano interpreti nelle iniziative promosse a livello locale”.


“Fare memoria – sottolinea il Capo dello Stato – è un esercizio proprio a ogni cittadino e soprattutto per quanti, esercitando pubbliche funzioni, trovano nei principi costituzionali di libertà, uguaglianza e solidarietà una bussola di sicuro orientamento di fronte alle complesse sfide del presente”.

Mattarella nomina i Cavalieri del lavoro, c’è Marina Berlusconi (che lo dedica al padre)

Mattarella nomina i Cavalieri del lavoro, c’è Marina Berlusconi (che lo dedica al padre)Roma, 31 mag. (askanews) – Il residente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato, in data 31 maggio, il decreto con il quale, su proposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sono stati nominati 25 Cavalieri del Lavoro.


Ecco l’elenco completo degli insigniti, con l’indicazione, per ciascuno, del settore di attività e della Regione di provenienza: ALEOTTI Lucia, Industria Farmaceutica, Toscana; ANGHILERI Eufrasio, Industria Siderurgica, Lombardia; ARENA Giovanni, Commercio Grande distribuzione, Sicilia; BECCARI Pietro, Industria Moda e design di lusso, Estero; BERLUSCONI Marina Elvira, Industria Editoria, Lombardia; BERTAZZONI Paolo, Industria Elettrodomestici, Emilia-Romagna; BONI Maria Chiara, Industria Moda e abbigliamento, Lombardia; CAMPAGNOLO Giorgio, Industria Abbigliamento sportivo, Veneto; CAPUTO Carmine, Industria Alimentare Molitoria, Campania; CASELLI Caterina Imelde, Industria Discografia, Lombardia; CIMBRI Carlo, Terziario Assicurazioni, Emilia-Romagna; GIORDANI Graziano, Artigianato Ricami, Marche; LEONE Raffaella, Terziario Cinematografia, Lazio; LUNELLI Matteo Bruno,Vitivinicolo Spumanti, Trentino-Alto Adige; MANZANA Fausto, Terziario Servizi informatici, Trentino-Alto Adige; MARINO Giuseppe, Industria Ferroviaria, Piemonte; MUNTONI Francesco Giovanni, Terziario Alberghiero, Sardegna; PAOLINO Duilio, Industria Macchinari agricoli, Piemonte; PRIMICERI Vito Antonio, Terziario Credito, Puglia; RAVANELLI Fabio, Industria Cosmetica, Piemonte; RONCADIN Edoardo, Industria e commercio, Prodotti surgelati, Friuli-Venezia Giulia; SAMER Enrico, Terziario Logistica; Friuli-Venezia Giulia; SERENA MONGHINI Antonio, Industria energetica, Petrolio, Emilia-Romagna; SGARIBOLDI Giovanni, Industria Cosmetici e profumi, Lombardia; VILLANO AQUILINO Carlo, Industria Aerospazio, Campania. “Desidero esprimere la mia profonda gratitudine al capo dello Stato Sergio Mattarella e al Consiglio dell’Ordine al Merito del Lavoro per avermi onorata con questo prestigioso riconoscimento. Lo dedico a Silvio Berlusconi, mio padre, che è stato e sempre sarà ‘il Cavaliere’. Ha creduto in me, mi ha sostenuto e mi ha dato la possibilità di fare il mestiere che ritengo il più bello del mondo, quello dell’editore. Da oltre vent’anni ho l’onore di presiedere un grande gruppo come Mondadori, vero e proprio patrimonio del nostro Paese, che ha fatto della libertà e del pluralismo la sua ragion d’essere”, ha dichiato Marina Berlusconi, presidente di Mondadori e di Fininvest, commentando la nomina di Cavaliere del lavoro. “Voglio quindi condividere questo riconoscimento con ciascuna delle persone che lavorano in Mondadori, e, più in generale, con le persone di Mediaset e di tutto il Gruppo Fininvest. La mia nomina di oggi è allo stesso tempo un premio al loro impegno, alla loro energia, alla loro passione”.

Baglioni canterà l’inno di Mameli alla Festa della Repubblica ai Fori

Baglioni canterà l’inno di Mameli alla Festa della Repubblica ai ForiRoma, 30 mag. (askanews) – L’Inno Nazionale eseguito in occasione delle celebrazioni del 78esimo Anniversario della proclamazione della Repubblica, alla presenza del capo dello Stato, sarà interpretato da Claudio Baglioni, accompagnato dalla Banda Interforze della Difesa.


Nell’accogliere l’invito per il solenne evento, Baglioni ha dichiarato: “Eseguire l’Inno Nazionale, il prossimo 2 giugno, è un onore grandissimo e il dono di un dolce ricordo di me bambino e mio padre carabiniere che mi scuote all’alba per correre a vedere la parata militare. E negli occhi del cuore, anche se non ne capivo ancora il significato, la visione di un mondo perfetto, di un futuro radioso e più largo di quel cielo assolato; l’idea di un intero Paese di gente perbene. Sarà anche un bel ritorno in via dei Fori Imperiali, questa volta al centro, dopo un concerto per la FAO nel 1996, il primo con il Colosseo come sfondo, e un altro, alla fine di un tour mondiale nel 2010, con alle spalle l’Altare della Patria. Spero tanto, come neo Cavaliere di Gran Croce – grazie al conferimento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – di mostrarmi degno e all’altezza di questo compito: essere l’interprete del Canto degli Italiani, il giorno della Festa della Repubblica”. Le celebrazioni della Festa della Repubblica, il cui tema di quest’anno è “A Difesa della Repubblica, al servizio del Paese”, sono in programma il 2 giugno sui Fori Imperiali e saranno trasmesse in diretta televisiva su Rai 1 e su tutti i canali social della Difesa (www.difesa.it).

Camera ricorda Matteotti, il suo scranno non sarà più assegnato

Camera ricorda Matteotti, il suo scranno non sarà più assegnatoRoma, 30 mag. (askanews) – Da oggi in poi, lo scranno numero 14 dell’aula della Camera non sarà più assegnato ad alcun deputato. Sarà di Giacomo Matteotti per sempre. “A perenne ricordo del suo sacrificio”. Il presidente della Camera Lorenzo Fontana annuncia la novità aprendo la cerimonia a Montecitorio in ricordo del deputato socialista ucciso dai fascisti, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del presidente del Senato, Ignazio La Russa, del vicepresidente della Consulta Giovanni Amoroso, degli ex presidenti delle Camere Luciano Violante Pier Ferdinando Casini, Fausto Bertinotti, Gianfranco Fini, Roberto Fico e della premier Giorgia Meloni.


È della presidente del Consiglio il commento più atteso della giornata. Arriva, a cerimonia in corso, attraverso un comunicato in cui Meloni parla di Matteotti come di “un uomo libero e coraggioso ucciso da squadristi fascisti per le sue idee”. Parole salutate da diversi commentatori come un passo avanti ma che, come sottolinea l’ex leader di An Fini, rappresentano “la storia. D’altra parte Dumini, colui che guidava la squadraccia, era notoriamente iscritto al partito fascista”. “Esattamente 100 anni fa – ricorda Fontana aprendo la cerimonia dopo aver inaugurato con il capo dello Stato la mostra allestita in Transatlantico – dallo scranno di quest’Aula dove è stata apposta una targa in suo ricordo, Giacomo Matteotti pronunciò il discorso che gli sarebbe costato la vita”. Quel discorso, con cui Matteotti denunciò la violenza squadrista che aveva caratterizzato le elezioni del 1924 e ne chiese l’annullamento, viene letto in aula da Alessandro Preziosi. L’attore, dallo scranno che in questa legislatura è stato del deputato Avs Devis Dori, recita, insieme alle parole che costarono la vita a Matteotti, anche le continue interruzioni dei deputati fascisti e dell’allora presidente dell’Assemblea Alfredo Rocco che lo invitava a proseguire “ma prudentemente”: “Io chiedo di parlare non prudentemente, né imprudentemente, ma parlamentarmente!”, la replica del deputato. Un passaggio che strappa l’applauso dell’Emiciclo di un Parlamento – quello di oggi – sempre più di frequente svuotato delle sue funzioni legislative.


Fanno riflettere, a questo proposito, le parole di Violante chiamato insieme a Bruno Vespa e allo storico Emilio Gentile a tracciare un ricordo di Matteotti: “Questo Parlamento è quello che Matteotti pensava dovesse essere?”, si chiede l’ex presidente della Camera. La domanda, visto il prosieguo dell’intervento, appare retorica: “L’attuale frammentazione sociale, insieme a una legge elettorale inidonea, rendono difficile per un parlamentare svolgere la sua funzione di rappresentante della Nazione. Oggi il politico non dice più sceglimi perché ti rappresento ma perché ti somiglio”. Ma, avverte Violante, “i Parlamenti non possono solo dibattere, alla fine devono decidere: la rappresentanza parlamentare non è un evento teatrale, è una sintesi che deve neccessariamente portare a una decisione politica. La crisi che portò al fascismo e all’omicidio di Matteotti fu anche una crisi di decisione delle vecchie classi dirigenti. Proprio la tragica storia di Matteotti ci insegna che le democrazie incapaci di decidere aprono ai cancelli dell’autoritarismo. Ciascuna dittatura è diversa dalla altre ma tutte hanno un punto in Comune, non tollerano i Parlamenti”. Le parole di Matteotti, pronunciate con passione da Preziosi, sono da standing ovation. Tutti in piedi. C’è la segretaria Pd Elly Schlein e diversi parlamentari dem, non c’è il leader M5s Giuseppe Conte, impegnato in campagna elettorale in Sicilia. Un paio i leghisti presenti, per Forza Italia c’è il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè. Per Fdi il capogruppo al Senato Lucio Malan, il presidente della commissione Cultura, Federico Mollicone. Per il governo i ministri Gennaro Sangiuliano, Carlo Nordio, Luca Ciriani, Andrea Abodi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Il leader di Avs Angelo Bonelli nota “la freddezza” di La Russa “di fronte agli applausi” per Preziosi. “Preoccupa”, dice e commenta: “Ma da chi conserva orgogliosamente il busto di Mussolini a casa non possiamo meravigliarci che cambi”.


A riempire l’Aula oggi sono soprattutto oltre 300 studenti e studentesse, tra loro gli alunni delle classi vincitrici del concorso “Matteotti per le scuole” premiate dai presidenti di Camera e Senato. “I loro lavori – dice Fontana – ci ricordano che la sua morte non è stata vana. Matteotti resta uno straordinario esempio di rigore morale e impegno civile per i nostri giovani”. Anche Schlein li elogia quando, a cerimonia finita, fanno la fila in Transatlantico per scattare un selfie con la segretaria dem: “Continuate così, abbiamo bisogno del vostro impegno”.

La Camera ricorda Matteotti, il suo scranno non sarà più assegnato

La Camera ricorda Matteotti, il suo scranno non sarà più assegnatoRoma, 30 mag. (askanews) – Da oggi in poi, lo scranno numero 14 dell’aula della Camera non sarà più assegnato ad alcun deputato. Sarà di Giacomo Matteotti per sempre. “A perenne ricordo del suo sacrificio”. Il presidente della Camera Lorenzo Fontana annuncia la novità aprendo la cerimonia a Montecitorio in ricordo del deputato socialista ucciso dai fascisti, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del presidente del Senato, Ignazio La Russa, del vicepresidente della Consulta Giovanni Amoroso, degli ex presidenti delle Camere Luciano Violante Pier Ferdinando Casini, Fausto Bertinotti, Gianfranco Fini, Roberto Fico e della premier Giorgia Meloni.


È della presidente del Consiglio il commento più atteso della giornata. Arriva, a cerimonia in corso, attraverso un comunicato in cui Meloni parla di Matteotti come di “un uomo libero e coraggioso ucciso da squadristi fascisti per le sue idee”. Parole salutate da diversi commentatori come un passo avanti ma che, come sottolinea l’ex leader di An Fini, rappresentano “la storia. D’altra parte Dumini, colui che guidava la squadraccia, era notoriamente iscritto al partito fascista”. “Esattamente 100 anni fa – ricorda Fontana aprendo la cerimonia dopo aver inaugurato con il capo dello Stato la mostra allestita in Transatlantico – dallo scranno di quest’Aula dove è stata apposta una targa in suo ricordo, Giacomo Matteotti pronunciò il discorso che gli sarebbe costato la vita”. Quel discorso, con cui Matteotti denunciò la violenza squadrista che aveva caratterizzato le elezioni del 1924 e ne chiese l’annullamento, viene letto in aula da Alessandro Preziosi. L’attore, dallo scranno che in questa legislatura è stato del deputato Avs Devis Dori, recita, insieme alle parole che costarono la vita a Matteotti, anche le continue interruzioni dei deputati fascisti e dell’allora presidente dell’Assemblea Alfredo Rocco che lo invitava a proseguire “ma prudentemente”: “Io chiedo di parlare non prudentemente, né imprudentemente, ma parlamentarmente!”, la replica del deputato. Un passaggio che strappa l’applauso dell’Emiciclo di un Parlamento – quello di oggi – sempre più di frequente svuotato delle sue funzioni legislative. Fanno riflettere, a questo proposito, le parole di Violante chiamato insieme a Bruno Vespa e allo storico Emilio Gentile a tracciare un ricordo di Matteotti: “Questo Parlamento è quello che Matteotti pensava dovesse essere?”, si chiede l’ex presidente della Camera. La domanda, visto il prosieguo dell’intervento, appare retorica: “L’attuale frammentazione sociale, insieme a una legge elettorale inidonea, rendono difficile per un parlamentare svolgere la sua funzione di rappresentante della Nazione. Oggi il politico non dice più sceglimi perché ti rappresento ma perché ti somiglio”. Ma, avverte Violante, “i Parlamenti non possono solo dibattere, alla fine devono decidere: la rappresentanza parlamentare non è un evento teatrale, è una sintesi che deve neccessariamente portare a una decisione politica. La crisi che portò al fascismo e all’omicidio di Matteotti fu anche una crisi di decisione delle vecchie classi dirigenti. Proprio la tragica storia di Matteotti ci insegna che le democrazie incapaci di decidere aprono ai cancelli dell’autoritarismo. Ciascuna dittatura è diversa dalla altre ma tutte hanno un punto in Comune, non tollerano i Parlamenti”.


Le parole di Matteotti, pronunciate con passione da Preziosi, sono da standing ovation. Tutti in piedi. C’è la segretaria Pd Elly Schlein e diversi parlamentari dem, non c’è il leader M5s Giuseppe Conte, impegnato in campagna elettorale in Sicilia. Un paio i leghisti presenti, per Forza Italia c’è il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè. Per Fdi il capogruppo al Senato Lucio Malan, il presidente della commissione Cultura, Federico Mollicone. Per il governo i ministri Gennaro Sangiuliano, Carlo Nordio, Luca Ciriani, Andrea Abodi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Il leader di Avs Angelo Bonelli nota “la freddezza” di La Russa “di fronte agli applausi” per Preziosi. “Preoccupa”, dice e commenta: “Ma da chi conserva orgogliosamente il busto di Mussolini a casa non possiamo meravigliarci che cambi”. A riempire l’Aula oggi sono soprattutto oltre 300 studenti e studentesse, tra loro gli alunni delle classi vincitrici del concorso “Matteotti per le scuole” premiate dai presidenti di Camera e Senato. “I loro lavori – dice Fontana – ci ricordano che la sua morte non è stata vana. Matteotti resta uno straordinario esempio di rigore morale e impegno civile per i nostri giovani”. Anche Schlein li elogia quando, a cerimonia finita, fanno la fila in Transatlantico per scattare un selfie con la segretaria dem: “Continuate così, abbiamo bisogno del vostro impegno”.

Meloni: Matteotti uomo libero e coraggioso ucciso da fascisti

Meloni: Matteotti uomo libero e coraggioso ucciso da fascistiRoma, 30 mag. (askanews) – “Il 30 maggio 1924, Giacomo Matteotti ha pronunciato nell’Aula della Camera il suo ultimo discorso, che gli sarebbe poi costato la vita. In quel discorso, Matteotti difese la libertà politica, incarnata nella rappresentanza parlamentare e in libere elezioni. Oggi siamo qui a commemorare un uomo libero e coraggioso ucciso da squadristi fascisti per le sue idee”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in occasione della Cerimonia celebrativa del centenario della morte di Giacomo Matteotti presso la Camera dei deputati.


“Onorare il suo ricordo – aggiunge – è fondamentale per ricordarci ogni giorno a distanza di 100 anni da quel discorso il valore della libertà di parola e di pensiero contro chi vorrebbe arrogarsi il diritto di stabilire cosa è consentito dire e pensare e cosa no. La lezione di Matteotti, oggi più che mai, ci ricorda che la nostra democrazia è tale se si fonda sul rispetto dell’altro, sul confronto, sulla libertà, non sulla violenza, la sopraffazione, l’intolleranza e l’odio per l’avversario politico”.

Matteotti, Meloni: uomo libero e coraggioso ucciso da fascisti

Matteotti, Meloni: uomo libero e coraggioso ucciso da fascistiRoma, 30 mag. (askanews) – “Il 30 maggio 1924, Giacomo Matteotti ha pronunciato nell’Aula della Camera il suo ultimo discorso, che gli sarebbe poi costato la vita. In quel discorso, Matteotti difese la libertà politica, incarnata nella rappresentanza parlamentare e in libere elezioni. Oggi siamo qui a commemorare un uomo libero e coraggioso ucciso da squadristi fascisti per le sue idee”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in occasione della Cerimonia celebrativa del centenario della morte di Giacomo Matteotti presso la Camera dei deputati.


“Onorare il suo ricordo – aggiunge – è fondamentale per ricordarci ogni giorno a distanza di 100 anni da quel discorso il valore della libertà di parola e di pensiero contro chi vorrebbe arrogarsi il diritto di stabilire cosa è consentito dire e pensare e cosa no. La lezione di Matteotti, oggi più che mai, ci ricorda che la nostra democrazia è tale se si fonda sul rispetto dell’altro, sul confronto, sulla libertà, non sulla violenza, la sopraffazione, l’intolleranza e l’odio per l’avversario politico”.

Matteotti, Fontana: suo scranno non sarà più assegnato ad alcun deputato

Matteotti, Fontana: suo scranno non sarà più assegnato ad alcun deputatoRoma, 30 mag. (askanews) – “Oggi la Camera dei Deputati onora Giacomo Matteotti, uno dei padri della nostra democrazia, vittima dello squadrismo fascista. Esattamente cento anni fa dallo scranno di quest’Aula dove è stata posta una targa in suo ricordo Giacomo Matteotti pronunciò il discorso che gli sarebbe costato la vita. A perenne ricordo del suo sacrificio questo scranno non sarà più assegnato ad alcun deputato”. Lo ha detto il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, aprendo la cerimonia celebrativa alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella e della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.


Un lungo applauso dell’emiciclo ha salutato l’annuncio del presidente della Camera Lorenzo Fontana che lo scranno dell’aula di Montecitorio che fu di Giacomo Matteotti “non sarà più assegnato ad alcun deputato”. Si tratta della postazione, in questa legislatura occupata dal deputato Avs Devis Dori, all’estrema sinistra dell’emiciclo. Oggi l’aula è eccezionalmente occupato in gran parte da oltre 300 studenti. Per il governo ci sono i ministri Abodi, Sangiuliano, Nordio, Ciriani e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Presente anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, con diversi parlamentari Dem. Mattarella ha preso posto davanti all’emiciclo in una fila di sedie che vede ai lati del Capo dello Stato i presidenti del Senato e della Camera, La Russa e Fontana, il vicepresidente della Corte Costituzionale, Giovanni Amoroso, la premier, Giorgia Meloni e gli ex presidenti delle Camere, Pier Ferdinando Casini, Gianfranco Fini, Fausto Bertinotti e Roberto Fico.